sabato 25 settembre 2021

Firenze: la Chiesa di S.Maria Maggiore


Il primo tempio fiorentino dedicato alla Madonna è la Chiesa di S.Maria Maggiore.

L'antica chiesa, costruita nel primo cerchio di mura cittadine (1078), si trova vicino al Battistero, al Duomo e al Campanile di Giotto. E' situata lungo Via de' Cerretani, la direttrice che conduce alla Stazione di S.Maria Novella

Le prime notizie documentate di questo edificio di culto sono del X secolo e fanno riferimento all'epoca in cui il vescovo Rambaldo era qui affittuario di un terreno e di una casa.(929/964). Ma secondo una lapide seicentesca posta al lato dell'altare maggiore, copia di una lapide più antica, la costruzione dell'edificio risalirebbe a tempi precedenti, essendo stata consacrata da papa Pelagio II nel VI secolo.

Nella cripta si può vedere una parte dell'abside dell'antica chiesa di epoca longobarda (VI/VII secolo). 

Altra testimonianza della chiesa romanica è la torre campanaria, che venne mozzata a livello della facciata nel Cinquecento.

torre campanaria della Chiesa di S.Maria Maggiore

E a proposito del campanile bisogna aprire una parentesi per raccontare una curiosità che lo riguarda.

Se passando lungo Via de' Cerretani si alza lo sguardo verso il campanile, si può notare sporgere dal paramento a filaretto una testina in marmo bianco di epoca tardo antica...i Fiorentini la chiamano la "Berta".

la "Berta" sulla torre campanaria

la "Berta"
 Intorno a questa testa e al perché sia stata posta in questo luogo sono nate supposizioni e leggende. 

Per alcuni raffigurerebbe la figlia dell'imperatore bizantino Eraclio di Costantinopoli, per altri la madre di Carlo Magno.

Per altri sarebbe un omaggio ad una fruttivendola (in toscano "trecca" o una "cavolaia"), che aveva devoluto dei soldi per far fondere una campana che nei giorni d'inverno, alle quattro del pomeriggio, avvertisse con i suoi rintocchi i lavoratori che venivano a lavorare in città di tornare alle loro case prima che le porte della città si fossero chiuse.  
Ma c'è un'altra leggenda legata alla testina, più fantasiosa e non per questo meno citata, che racconta la maledizione di Cecco d'Ascoli, il poeta, medico, astrologo e alchimista Francesco Stabili di Simeone, condannato al rogo nel 1327 dall'Inquisizione romana per il suo pensiero. Mentre veniva portato al supplizio sulla piazza della Basilica di S.Croce passò sotto la Chiesa di S.Maria Maggiore, e alla sua .richiesta di un sorso d'acqua, una donna (o per altri un sacerdote) intimò di non dargli da bere perché questo avrebbe impedito al fuoco di bruciarlo. Cecco allora gridò alla donna: "E tu di li il capo non caverai mai"...e la donna rimase li pietrificata.

Più razionalmente la presenza di questa testina si giustifica con il reimpiego nel medioevo di frammenti di costruzioni più antiche.

Chiusa parentesi. 

Nel 1630 venne costruito anche un campanile a vela sulla parte absidale della chiesa (lato Est).

La chiesa romanica venne ricostruita nel Duecento in stile gotico cistercense dal "Maestro Buono" fiorentino (secondo Giorgio Vasari) o forse da Arnolfo di Cambio: una chiesa a tre navate di altezza simile terminanti con tre cappelle a fondo piatto, e suddivise da pilastri quadrati in pietra che sorreggono arcate a tutto sesto. Ogni navata era divisa in tre campate.

La chiesa gotica venne affrescata da illustri artisti.

Tra gli affreschi trecenteschi che si sono conservati sino ai nostri giorni vi sono quelli che troviamo sulle pareti laterali della Cappella Maggiore: Erode incontra i Re Magi e ordina la Strage degli Innocenti e la Strage degli Innocenti, attribuiti a Jacopo di Cione (1395/1400).

Strage degli Innocenti (attr.Jacopo di Cione - 1395/1400)

Erode incontra i Re Magi e ordina la Strage degli Innocenti (attr.Jacopo di Cione - 1395/1400)

Altri affreschi di quest'epoca, realizzati da Mariotto di Nardo, si sono ritrovati durante i restauri del 1849 sui primi due pilastri che dividono la navata centrale dalla navata laterale destra.

Sul primo pilastro appoggiato alla controfacciata sono raffigurati S.Scolastica e S.Giovanni Evangelista.

S.Scolastica (Mariotto di Nardo)

S.Giovanni Evangelista (Mariotto di Nardo)

Sui quattro lati del secondo pilastro sono stati raffigurati la Fede e S.Giovanni Battista, S.Maria Maddalena e S.Stefano, Elemosina di S.Nicola di Bari e S.Pietro, S.Sebastiano e Giona e la balena.

a sinistra: S.Maria Maddalena (Mariotto di Nardo) / a destra: S.Lucia (Mariotto di Nardo)

S.Maria Maddalena (Mariotto di Nardo)

 Elemosina di S.Nicola di Bari (Mariotto di Nardo)

S.Pietro (Mariotto di Nardo)

S.Sebastiano (Mariotto di Nardo)

Giona e la balena (Mariotto di Nardo)

Degli inizi del Quattrocento è l'affresco della Madonna del Latte posto sulla parete sinistra della prima cappella sinistra. 

Madonna del Latte (XV sec.)

Alla famiglia Carnesecchi appartenevano tre delle cappelle della chiesa: per il secondo altare della navata sinistra lavorarono Paolo Uccello (affrescò in una lunetta un'Annunciazione, andata persa), e Masolino che con l'aiuto di Masaccio realizzò il cosiddetto Trittico Carnesecchi (1423/1425).

Il Trittico, commissionato dal ricco mercante Paolo di Berto Carnesecchi e che venne smembrato nel XVII secolo (durante la ristrutturazione barocca della chiesa), raffigurava la Madonna col Bambino tra i Santi Caterina d'Alessandria e Giuliano. Oggi rimane lo scomparto in cui è raffigurato S.Giuliano (Museo Diocesano di S.Stefano al Ponte - Firenze) e uno dei pannelli della predella (Museo Horne - Firenze).
Nella chiesa avevano trovato collocazione anche due opere di Sandro Botticelli: una Pietà (1495/1500) sull'altare funerario della famiglia Panciatichi (oggi conservata al Museo Poldi Pezzoli - Milano), e il Martirio di S.Sebastiano (1473 - oggi alla Gemäldegalerie di Berlino), opera che il Vasari ricorda appesa ad un pilastro della chiesa.

Dal 1179 al 1515 S.Maria Maggiore fu una collegiata, poi passò al Capitolo di S.Maria del Fiore. Venne poi assegnata ai frati carmelitani che apportarono notevoli cambiamenti: fecero demolire gli antichi altari sostituendoli con altari barocchi, fecero coprire con la calce gli antichi affreschi, fecero chiudere le antiche finestre e la grande bifora a colonnine di pietra dell'abside (oggi ripristinata), spostarono l'oculo della facciata per far posto nella controfacciata ad una cantoria per l'organo, eliminarono dalle navate le volte ogivali e ordinarono numerosi dipinti agli artisti dell'epoca (Poccetti, Cigoli, Volterrano, Passignano, Matteo Rosselli, Vincenzo Meucci).

Le aggiunte barocche del XVII secolo, realizzate da Gherardo Silvani forse su disegno di Bernardo Buontalenti, furono nella maggior parte poi tolte durante il restauro del 1912/1913. 

In questa occasione venne rimossa l'intonacatura della facciata a spioventi, restituendo il paramento a filaretto romanico. Nel XVII secolo Alfonso Parigi progettò una facciata in marmo che però non venne mai realizzata.

facciata principale della Chiesa di S.Maria Maggiore

L'antica facciata era preceduta da un portico e presentava un pulpito, poi scomparsi; rimangono della facciata romanica una monofora e l'oculo. Nella parte destra della facciata vi sono una nicchia e tre aperture cieche.

La chiesa presenta due ingressi con portali timpanati: uno laterale su Via de' Cerretani e l'altro, quello principale, sul Vicolo di S.Maria Maggiore.

Il portale principale è gotico e presenta una ghimberga e una lunetta ogivale nella quale è posta la statua della Madonna col Bambino, copia dell'opera del XIV secolo, attribuita ad un discepolo di Giovanni Pisano, commissionata da Terrino Manovelli come si legge nell'iscrizione ("HOC FECIT FIERI TERRINUS JOHES DE MANOVELLIS"). La statua originale è posta oggi nella Cappella Maggiore della chiesa. Il timpano del portale è decorato con tre scudi in pietra.

portale principale: Madonna col Bambino (copia di opera XIV sec. - attr.allievo Giovanni Pisano)

Madonna col Bambino (attr.allievo di Giovanni Pisano - XIV sec.)

Entrando in chiesa si avverte subito la diversità tra le navate laterali ricche di decorazioni con stucchi di gusto barocco ed affreschi in contrasto con la semplicità della navata centrale.

interno della Chiesa di S.Maria Maggiore

Le navate laterali sono coperte da volte a crociera e volte a vela, mentre la navata centrale è coperta da quattro volte a crociera costolonate e dipinte.

La prima cappella della navata destra è la Cappella Panciatichi.

La pala d'altare raffigurante la Comunione di S.Maria Maddalena è opera di Domenico Pugliani in cui la Santa riceve nella grotta l'Eucarestia dalle mani di S.Massimino. L'artista che ha anche raffigurato la Santa a lato dell'altare. 

Comunione di S.Maria Maddalena (Domenico Pugliani - 1636)

In una lunetta della parete della cappella in comune con la controfacciata è stata raffigurata da Pietro Dandini una Madonna col Bambino in gloria .

parete di fondo(in alto): Santa (Domenico Pugliani) /parete di fondo (in basso): Sant'Antonio da Padova (Galileo Chini) /lunetta: Madonna col Bambino in gloria (Pietro Dandini - 1660/1712)

La volta è stata affrescata con la Gloria di S.Maria Maddalena da Giuseppe Pinzani.

volta: Gloria di S.Maria Maddalena (Giuseppe Pinzani - inizi XVIII sec.)

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La seconda cappella è la Cappella Orlandini del Beccuto.

Cappella Orlandini del Beccuto

Sull'altare si trova un dipinto che raffigura S.Rita da Cascia di Primo Conti che ha sostituito il Martirio di S.Biagio di Antonio Giusti (XVII secolo), oggi conservato in Sagrestia.

sull'altare: S.Rita da Cascia (Primo Conti - 1949)

Sulla volta è stata raffigurata la Gloria di S.Biagio.

volta: Gloria di S.Biagio

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La terza cappella è la Cappella Carnesecchi di Zanobi di Bartolomeo.

Cappella Carnesecchi di Zanobi di Bartolomeo

La pala d'altare raffigurante S.Francesco d'Assisi riceve le stimmate è opera di Pietro Dandini. Le due statue in marmo di S.Zanobi e S. Bartolomeo, poste a fianco dell'altare sono state realizzate da Giovanni Caccini.

sull'altare: S.Francesco d'Assisi riceve le stimmate (Pietro Dandini - 1677) / statue (Giovanni Caccini): S.Bartolomeo (a sinistra) e S.Zanobi (a destra)

La volta venne dipinta da Bernardino Poccetti con Storie della Vita di S.Zanobi

volta: Storie della Vita di S.Zanobi (Bernardino Poccetti)

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Chiude la navata destra la Cappella del Santissimo, una cappella ripristinata in stile neogotico tra il 1900 e il 1902 dall'architetto Giuseppe Castellucci.

Cappella del Santissimo

L'altare alla romana ha una mensa neogotica. Il finestrone neogotico è falso: riceve luce artificiale retrostante.

altare alla romana con mensa neogotica

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Siamo ora davanti alla Cappella Maggiore, un ambiente a pianta rettangolare con volta a crociera, rialzato da tre scalini in pietra rispetto alla navata. 

Cappella Maggiore

Viene ricordato che Spinello Aretino dipinse sulle pareti di questa cappella, per commissione di Filippo di Barone Cappelli, Storie della Madonna e di Sant'Antonio Abate. Sotto l'intonacatura che coprì gli affreschi, sono stati rinvenuti i già citati affreschi attribuiti a Jacopo di Cione.
Giorgio Vasari ricorda che Agnolo Gaddi realizzò per l'altare maggiore una tavola.

L'altare in stile neogotico attuale è stato realizzato in pietra. Il Crocifisso ligneo è attribuito a Jacopo Sansovino.

altare neogotico / Crocifisso (attr.Jacopo Sansovino)

La bifora absidale neogotica, con vetrata realizzata da Francesco Mossmeyer nel 1916, è una falsa finestra perché riceve luce retrostante artificiale.

vetrata (Francesco Mossmeyer - 1916)

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La cappella del fondo della navata sinistra, posta alla sinistra della Cappella Maggiore, è la Cappella Carnesecchi di Bernardo.

Cappella Carnesecchi di Bernardo

Sull'altare in marmi policromi del XVIII secolo è posta un'ancona composta da due colonne corinzie e timpano spezzato, all'interno del quale è posto un Crocifisso di Giovanni di Francesco (1454/1459).

altare (XVIII sec.) / ancona: Madonna in trono col Bambino (attr. pittore bizantino - XII sec.) / Crocifisso (Giovanni di Francesco - 1454/1459)

All'interno dell'ancona è posto il bassorilievo/reliquiario in stucco su tavola di legno raffigurante una Madonna in trono col Bambino. Nelle teste in rilievo sono state trovate delle reliquie.

Nella parte inferiore sono raffigurate un'Annunciazione e le Marie al Sepolcro. Nella cornice invece sono stati dipinti gli Apostoli intervallati da borchie in rilievo.

L'opera, che prima aveva trovato collocazione nella Cappella Orlandini, è stata per lungo tempo attribuita a Coppo di Marcovaldo (XIII secolo), ma recentemente un restauro ha potuto confermare che l'epoca della realizzazione è antecedente, e probabilmente si tratta di una tavola bizantina scolpita e dipinta nel XII secolo. 

Lungo la parete sinistra della cappella è posto un sarcofago del 1272 sul qual è posta la statua giacente di Bruno Beccuti attribuita a Tino di Camaino (XIV secolo).

sarcofago (1272) / statua giacente di Bruno Beccuti (atr. Tino di Camaino - XIV sec.) / a destra: epigrafe sepolcrale di Salvino degli Armati

Sulla parete opposta fu scoperta nel 1751 un'iscrizione incisa su una colonna, alta 2 metri con stemma con sei rose, che indicava il luogo di sepoltura di Brunetto Latini:

"S . S . BRUNETTI . LATINI . ET . FILIORUM".

Brunetto Latini, letterato, notaio di parte guelfa, segretario della Repubblica, fu maestro di Guido Cavalcanti e di Dante, il quale lo ricorda nella Divina Commedia, nel terzo girone del VII Cerchio dell'Inferno dove i sodomiti sono condannati a correre sotto una pioggia di fuoco e dove Brunetto Latini profetizza l'esilio di Dante da Firenze:

"ché ’n la mente m’è fitta, e or m’accora,
la cara e buona imagine paterna
di voi quando nel mondo ad ora ad ora

m’insegnavate come l’uom s’etterna
".

                                                         (Inferno XV 82/85).

colonna della sepoltura di Brunetto Latini

iscrizione che ricorda la sepoltura di Brunetto Latini

stemma di Brunetto Latini

Si pensa che la colonna qui presente fosse una delle quattro che sorreggevano il sarcofago di Brunetto Latini.

Si dice che qui fosse stato sepolto anche Salvino degli Armati a cui si attribuisce erroneamente l'invenzione degli occhiali.

CURIOSITA': Umberto Eco ne Il Nome della Rosa cita Salvino quando, parlando con il maestro vetraio dell'abbazia, Guglielmo di Baskerville mostra un paio d'occhiali e li definisce "opera dei giorni nostri" e di averli ricevuti da Salvino degli Armati. 

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Segue la terza cappella della navata sinistra, la Cappella Orlandini Concini

Cappella Orlandini Concini

Sull'altare di questa cappella è posto un altorilievo realizzato da Francesco Collina raffigurante Camillo De Lellis che parla con Gesù Crocifisso.

Camillo De Lellis che parla con Gesù Crocifisso (Francesco Collina)

Le statue ai lati dell'altare raffigurano l'Innocenza (a sinistra) e la Purezza (a destra) e vennero scolpite da Lorenzo Merlini (1715). 

statua a sinistra: Innocenza (Lorenzo Merlini - 1715) / statua a destra: Purezza (Lorenzo Merlini - 1715)

Sotto l'altare è posta una Pietà di Giovanni Battista Caccini.

Pietà (Giovanni Battista Caccini)

Sulla volta il Volterrano ha dipinto Elia sul carro di fuoco e Angeli. Nell'arcone l'artista ha raffigurato La Vecchia e la Nuova Legge mentre nella lunetta sopra l'altare Umiltà e Verginità.

volta: Elia sul carro di fuoco/ Angeli / arcone: Antica e Nuova Legge / lunetta: Umiltà e Verginità (Volterrano - 1642)

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La seconda cappella è la Cappella Carnesecchi di Maria Maddalena de' Pazzi.

Cappella Carnesecchi di Mara Maddalena de' Pazzi

Sull'altare è posto il dipinto di Onofrio Marinari raffigurante Cristo appare a S.Maria Maddalena de' Pazzi (1677).

Cristo appare a S.Maria Maddalena de' Pazzi (Onofrio Marinari - 1677)

Vincenzo Meucci ha raffigurato le due Sante ai lati dell'altare e la volta.

Santa (Vincenzo Meucci)

volta della Cappella Carnesecchi di Maria Maddalena de' Pazzi (Vincenzo Meucci)

CURIOSITA': Vincenzo Meucci, che abitava in Via de' Cerretani, venne sepolto in questa chiesa nel 1766.

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La prima cappella è la Cappella Boni

Cappella Boni

Sull'altare si trova il dipinto La Vergine offre il Bambino a S.Francesco, opera di Matteo Rosselli.

La Vergine offre il Bambino a S.Francesco (Matteo Rosselli - 1634)

Il S.Giovanni Battista e l'Arcangelo Raffaele e Tobiolo sulla parete di fondo della cappella sono stati realizzati da Vincenzo Meucci, così come l'affresco sulla volta

volta della Cappella Boni (Vincenzo Meucci)

Arcangelo Raffaele e Tobiolo (Vincenzo Meucci)

Nell'angolo tra la parete di fondo della cappella e la parete che la cappella ha in comune con la controfacciata, si trova il fonte battesimale in pietra.

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Sulla controfacciata della chiesa si trova la cantoria marmorea delimitata da balaustra, che un tempo conteneva l'organo.

controfacciata con cantoria

Accanto al portale d'ingresso si trovano una Pentecoste, opera di Domenco Crispi, la raffigurazione di S.Alberto Carmelitano in atto di liberare un uomo che pericolava , opera del Cigoli e una Pietà.

Pentecoste (Domenico Crispi)

S.Alberto Carmelitano nell'atto di liberare un uomo che pericolava (Cigoli) / Pietà

Sui pilastri della chiesa sono state poste le raffigurazioni delle stazioni della Via Crucis realizzata da Alberto Sparapani nel 1911.

pilastro con stazione della Via Crucis (Alberto Sparapani - 1911)

pilastro con stazione della Via Crucis (Alberto Sparapani - 1911)

 

CONCLUSIONI                                                                                                                            La Chiesa di S.Maria Maggiore, pur essendo in pieno centro storico e posta lungo una delle strade più frequentate da chi giunge a Firenze in treno, non è tra le chiese più visitate dai turisti, ma non per questo ha meno importanza di altre ben più conosciute. E' vero che per visitare Firenze un mese non basterebbe, ma se vi capita di passarci davanti vi consiglio di entrarvi, anche per una breve visita.