Continuando a percorrere la storia del colle Palatino, dopo aver passeggiato e visitato i ruderi dell
'età arcaica e
tardo repubblicana di Roma (vedere il post "
Il Palatino, il colle sul quale nacque Roma"), si possono visitare le rovine delle residenze imperiali che gli imperatori che si sono susseguiti dopo Augusto hanno costruito, ampliato o abbellito.
Tiberio, Caligola, Nerone, Domiziano, Tito e Vespasiano, Adriano, Settimio Severo sono stati gli imperatori che hanno soggiornato in questi palazzi (
Domus Tiberiana, Domus Gai, Domus Transitoria e Domus Aurea, Domus Flavia e Domus Augustana, Domus Severiana).
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il Palatino in età imperiale (II secolo d.C.) |
Anticamente il Palatino veniva chiamato "
Palatium" e in
età imperiale il termine incominciò ad indicare il palazzo imperiale, termine che ancor oggi in molte lingue europee indica le costruzioni di rappresentanza.
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L'imperatore
Tiberio (figlio naturale di Livia e adottivo di Augusto) costruì il primo vero palazzo imperiale aggiungendo alla
Casa di Augusto altri fabbricati nell'area verso il Campidoglio, tra il
Tempio della Magna Mater e le pendici del
Foro Romano: la
Domus Tiberiana.
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sostruzioni della Domus Tiberiana (viste dal Foro Romano) |
Alcuni
ambienti di servizio della
Domus Tiberiana sono visibili a ridosso del lato meridionale del suo basamento.
Erano una serie di stanze voltate forse assegnate al personale di guardia.
Il basamento era attraversato da gallerie che mettevano in comunicazione i vari settori del palazzo e i vari quartieri del Palatino.
In una di queste fu assassinato l'imperatore Caligola nel 41 d.C.
Una di queste gallerie era il cosiddetto
Criptoportico Neroniano, che collegava la Domus Aurea agli altri palazzi imperiali.
Sembra però essere anteriore all'età neroniana (I secolo d.C.).
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Criptoportico Neroniano |
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Criptoportico Neroniano |
Collegava il versante sud della
Domus Tiberiana con la Casa di Livia.
Era lungo 130m, illuminato da finestre a
bocca di lupo, ed era decorato con stucchi bianchi raffiguranti amorini ed elementi decorativi.
Le copie di alcuni frammenti sono state sostituite agli originali sulla volta.
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copia degli stucchi della volta del Criptoportico Neroniano |
Un altro braccio del criptoportico venne aggiunto in seguito per collegare la
Domus Tiberiana alla
Domus Flavia.
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criptoportico tra la Domus Tiberiana e la Domus Flavia |
La
Domus Tiberiana subì la devastazione di due incendi (64 e 80 d.C.).
Caligola (
Atrium Gai) la ampliò verso il
Foro, Domiziano ricostruì la facciata verso il
Foro dove probabilmente vi era la
Guardia Pretoriana (dove nel VI secolo sorse la
chiesa di S.Maria Antiqua).
Nell'VIII secolo la
Domus Tiberiana divenne la residenza di Papa Giovanni VII.
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sostruzioni della Domus Tiberiana viste dal Foro Romano |
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chiesa di S.Maria Antiqua e Domus Tiberiana |
Sono in corso scavi nell'area in cui era posizionato il palazzo, in quanto rimangono visibili dal Foro solo le sostruzioni.
Sono venuti alla luce un portico colonnato e una vasca polilobata in marmo.
E' recente l'apertura della
terrazza sulla residenza di Tiberio che regala uno spettacolare panorama su tutto il
Foro Romano.
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terrazza sulla Domus Tiberiana |
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sulla terrazza della Domus Tiberiana |
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sostrutture della terrazza della DomusTiberiana |
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panorama sul Foro dalla terrazza della Domus Tiberiana |
Vicino alla
Casa di Livia si trova la vasca di una
fontana ovale dei giardini pensili della
Domus Tiberiana.
La vasca con gradini interni e rivestita con intonaco, era forse usata per la piscicoltura.
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fontana ovale della Domus Tiberiana |
I
giardini avevano statue, fontane ed altari, ed erano isolati dalle strutture murarie sottostanti tramite un sistema di impermeabilizzazione, con pozzi d'areazione ed intercapedini.
L'imperatore
Caligola amplierà i palazzi edificati da Tiberio.
Alcune condutture idriche in piombo portano il nome dell'imperatore
Claudio che adottò Nerone, figlio della sua seconda moglie, la nipote Agrippina.
In questo palazzo Nerone fu eletto imperatore a diciassette anni e vi passò i primi anni del suo regno.
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Domus Tiberiana in secondo piano |
La Domus Tiberiana venne sepolta nel XVI secolo sotto gli
Horti Palatini Farnesiorum voluti da Alessandro Farnese cardinal nipote di Papa Paolo III che, sulla sommità del colle, fece costruire dal Vignola tre terrazze con scalinate, fontane, ninfei, uccellerie e giardini all'italiana.
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costruzioni degli Horti Farnesiani |
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logge degli Horti Farnesiani |
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giardini degli Horti Farnesiani |
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giardino degli Horti Farnesiani |
Per alimentare le fontane venne portato dai Farnese nel 1588 sul Palatino l'
Acquedotto Felice.
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portico davanti al ninfeo della pioggia |
Si può ancora vedere il
ninfeo della pioggia, una sala semisotterranea dipinta e con una fontana incrostata di pietre colorate.
Nel corridoio dinnanzi alla sala vi erano statue e decorazioni provenienti dagli scavi dell'area.
Quando i Farnese vendettero gli Horti ai Borbone, le statue furono portate a Napoli.
Successivamente iniziò un periodo di declino e la zona finì per divenire area coltivata da contadini.
Nel 1861 gli Horti vennero venduti a Napoleone III che a sua volta lo vendette al Governo italiano nel 1870.
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ninfeo della pioggia degli Horti Farnesiani |
Un altro ninfeo si trova vicino al
clivio Palatino, a ridosso delle mura antiche della
Domus Tiberiana: il
Ninfeo degli Specchi.
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Ninfeo degli Specchi |
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particolare delle decorazioni di una nicchia del ninfeo |
Il ninfeo semicircolare a forma di grotta prende il nome dalle statue dei satiri poste nelle sue nicchie, che sorreggevano specchi.
L'acqua scendeva a pioggia dalla volta, oggi scomparsa, ricoperta di pietre colorate e smalti, dalle basi delle nicchie e da fori nel pavimento a mosaico.
Il ninfeo è forse opera di Pirro Ligorio.
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ingresso monumentale su Via di S.Gregorio |
L'ingresso monumentale agli Horti Farnesiani fu spostato su
Via di S.Gregorio in occasione degli scavi, e costituisce uno degli ingressi al Palatino.
Dalla Domus Tiberiana provengono alcuni reperti in mostra al
Museo Palatino.
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pannello con opus sectile parietale dalla Domus Tiberiana (Museo Palatino) |
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statua di Afrodite detta Charis dalla Domus Tiberiana (Museo Palatino) |
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Le successive fasi di ampliamento del palazzo imperiale le dobbiamo a
Nerone, che con la
Domus Transitoria collegò il Palatino ai giardini di Mecenate sull'Esquilino.
Questo palazzo era ricco di ninfei, di intarsi colorati sulle pareti, di volte affrescate, e tutto aveva un aspetto lussuoso.
Sono pochi i resti di questo palazzo, perché nel 64 d.C. un incendio devastò tutto il Palatino e Nerone così fece erigere la
Domus Aurea.
Al Museo Palatino sono esposti alcuni lacerti degli affreschi del IV stile pompeiano con scene e soggetti mitologici e bellissime tarsie marmore
e.
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affreschi del IV stile della Domus Transitoria (Museo Palatino) |
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affreschi del IV stile della Domus Transitoria (Museo Palatino) |
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affreschi del IV stile della Domus Transitoria (Museo Palatino) |
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tarsia marmorea della Domus Transitoria (Museo Palatino) |
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tarsie marmoree della Domus Transitoria (Museo Palatino) |
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tarsie marmoree della Domus Transitoria (Museo Palatino) |
Nerone prolungò l'
Acquedotto Claudio con un ramo secondario sul Celio, per alimentare i ninfei e le fontane della
Domus Aurea.
Successivamente Domiziano lo prolungò sino sul Palatino, a servizio degli edifici da lui costruiti.
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resti dell'Acquedotto Claudio |
Resti di questo tratto dell'acquedotto scavalcano ancor oggi
Via di S.Gregorio.
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arcate dell'acquedotto portato da Domiziano sul Palatino |
I palazzi di Nerone subirono la
damnatio memoriae ed è per questo che vennero cancellati dalla dinastia Flavia che li seppellì sotto i propri palazzi o sotto terme pubbliche.
Domiziano costruì a partire dall'81 d.C. la sua reggia sul Palatino su progetto dell'architetto Rabirio, inglobando anche la
Domus Tiberiana.
I lavori finirono nel 92 d.C. e questo palazzo venne utilizzato dagli imperatori che vennero dopo Domiziano per 300 anni, sino al trasferimento della corte a Costantinopoli (306/337 d.C.).
Il palazzo di Domiziano, che poggiava su una piattaforma in parte naturale e in parte artificiale, aveva due facciate, una sul
Foro Romano e l'altra rivolta verso il
Circo Massimo.
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facciata della Domus Augustana sul Circo Massimo |
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Domus Flavia vista dal Circo Massimo |
Erano tre i settori che costituivano la residenza imperiale: la
Domus Flavia che costituiva la parte pubblica, la
Domus Augustana la parte privata e a est lo
Stadio o Ippodromo, un giardino privato con statue, sculture e fontane, al quale poi vennero aggiunte delle terme.
Prima venne costruita la
Domus Flavia, poi la
Domus Augustana e infine lo
Stadio.
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Domus Flavia (in rosso) e Domus Augustana (in blu) |
La
Domus Flavia occupa la metà ovest del palazzo.
Sul lato ovest vi era uno degli ingressi al palazzo, attraverso una
sala ottagona, affiancata da ambienti mistilinei.
Al centro della
Domus Flavia vi era un enorme
peristilio rettangolare, con un portico di colonne di marmo giallo antico con capitelli in marmo bianco.
Ai lati si trovavano ambienti per i banchetti con triclini.
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colonne in marmo giallo antico |
Una grande
fontana di forma ottagonale occupava il centro del peristilio, con muretti che disegnavano un labirinto (piante di
Plumbago con i loro fiori azzurri simulano oggi l'acqua che riempiva un tempo la fontana).
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peristilio, fontana e Museo Palatino |
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peristilio con resti di colonne e capitelli (sul fondo la Loggia Mattei) |
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peristilio della Domus Flavia (verso il triclinium)
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peristilio della Domus Flavia (verso l'Aula Regia)
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Sul peristilio sul lato settentrionale si affacciava una grandiosa sala (1280m²) con otto nicchie nelle quali trovavano posto grandi statue in marmi colorati: era l'
Aula Regia.
Qui si svolgevano le
salutationes all'imperatore nei giorni di udienza.
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Aula Regia |
Ai lati dell'
Aula Regia si trovavano il
Larario e la
Basilica.
Il cosiddetto
Larario non è sicuro che possa davvero essere stato il luogo del culto domestico dei Lari dell'imperatore.
Sotto il
Larario si trova la
Casa dei Grifi, una casa repubblicana con decorazioni in stucco che rappresentano due grifi affrontati (chiusa al pubblico).
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Larario e ingresso alla Casa dei Grifi. |
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esterno della Casa dei Grifi |
La
Basilica era destinata ad accogliere il consiglio dell'imperatore.
Sotto la
Basilica invece vi sono resti della casa repubblicana detta
Aula Isiaca, con pitture di II stile con soggetti del culto Iside e Serapide (visitabile nella costruzione rinascimentale della
Loggia Mattei, solo se c'è disponibilità del personale di custodia) ed un'
esedra della
Domus Aurea.
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Loggia Mattei e fontana ellittica |
Sul lato opposto del peristilio (a sud) si trovava il
triclinium, forse la
Cenatio Iovis, la grande sala da pranzo dell'imperatore.
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triclinium |
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pavimento del triclinium |
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triclinium |
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marmi di rivestimento del triclinium |
Si conserva parte del pavimento in marmo posto sopra un
ipocausto, il sistema di riscaldamento nel pavimento, che fa pensare ad una
cenatio invernale.
Sotto questa sala absidata, con affiancati due ambienti più piccoli, è nascosto il pavimento di due ninfei di cui uno della
Domus Aurea di Nerone.
Questi ambienti ricoperti dal palazzo domizianeo furono chiamati alla loro scoperta "
Bagni di Livia".
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fontana elittica |
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resti del pavimento della Domus Aurea |
In uno degli ambienti laterali al
triclinio vi è una
fontana ellittica (ricostruita in gran parte), che poteva essere vista attraverso grandi finestre che davano sulla sala da pranzo.
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Adiacente alla
Domus Flavia si trovava la
Domus Augustana, la zona privata del palazzo domizianeo.
La
Domus Augustana era composta da ambienti piccoli e grandi organizzati intorno a peristili, posti su due piani, uno a livello della
Domus Flavia e uno 12 metri inferiore a questa.
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Domus Augustana |
Partendo dalla zona alta settentrionale (non molto ben identificabile perché pochi sono i resti che ci sono pervenuti), si trovano un grande
peristilio (di cui rimangono le basi del colonnato), alla stessa altezza di quello della
Domus Flavia e forse un secondo peristilio più a nord.
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Domus Augustana (terzo peristilio) |
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Domus Augustana (terzo peristilio) |
Al centro del peristilio riconosciuto come tale, vi era bacino che conteneva una sorta di isola, sulla quale si trovava su di un podio un tempietto dedicato forse a Minerva, alla quale era devoto Domiziano.
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peristilio superiore della Domus Augustana |
Al tempio si accedeva tramite un ponticello in muratura ad archi.
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peristilio superiore |
Il piano inferiore della
Domus Augustana (non aperto al pubblico ma visibile dall'alto), si articola intorno ad un
cortile quadrato, un tempo con portico a due livelli, che si apriva su un'
esedra verso il
Circo Massimo, costituendo la facciata della
Domus Augustana verso sud.
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cortile con vasca a quattro pelte e sala quadrata fiancheggiata da ninfei (a destra) |
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ambienti adiacenti l'esedra della facciata |
Questo cortile aveva al centro una fontana a forma di quattro
pelte (gli scudi che portavano le Amazzoni).
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resti di pittura murale nel cortile |
Sul lato di fondo invece si trovano due grandi sale ottagonali ornate di nicchie (semicircolari e rettangolari) e con volte a padiglione, e tra queste una sala quadrata.
Sul lato occidentale una grande sala centrale è fiancheggiata da due ninfei con vasche al centro.
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ninfeo con vasca |
Dalla Domus Augustana provengono alcune statue conservate nel Museo Palatino.
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Eracle leontè (Museo Palatino) |
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testa di giovane orientale con berretto frigio (Museo Palatino) |
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statua femminile detta danzatrice (Museo Palatino) |
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Lo
Stadio era il settore del palazzo domizianeo posto più a est, che confinava con tutta la
Domus Augustana.
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Stadio con elemento terminale della spina |
La sua forma ricorda quella di un
circo: un rettangolo con un lato corto curvo, ma doveva essere un giardino (
viridarium) e un maneggio (
Hippodromos Palatii).
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zona più meridionale dello Stadio con recinto |
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zona più settentrionale dello Stadio |
Lungo tutto il perimetro correva un
portico a due piani.
I pilastri del piano inferiore erano in mattoni ricoperti di marmo: ne rimangono solo le basi.
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basi dei pilastri del portico dello Stadio |
Sopra i pilastri nel secondo livello vi erano colonne in marmo.
Sul lato lungo orientale si trovava una
tribuna emiciclica, posta su tre ambienti aperti verso il circo.
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tribuna dello Stadio |
Come nei circhi lo
Stadio aveva una
spina: un asse longitudinale che formava la pista per i carri da corsa.
Di questa spina rimangono gli elementi semicircolari terminali.
Forse all'epoca di Teodorico fu aggiunto un
recinto ovale nella parte della pista posta a sud.
Dallo
Stadio provengono alcune statue conservate nel
Museo Palatino.
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Ninfa seduta su roccia (Museo Palatino) |
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Afrodite tipo Hera Borghese (Museo Palatino) |
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Musa tipo Dresda-Zagabria (Museo Palatino) |
Lo
Stadio era chiuso sul lato corto settentrionale con una sala quadrata decorata con statue, nicchie e fontane: un
ninfeo.
Alle spalle di questo ambiente vi erano
cisterne rifornite dall'
Acquedotto Claudio.
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ninfeo e chiesa di S.Bonaventura (dietro) |
Fanno parte del palazzo innalzato da Domiziano anche due edifici separati posti ad ovest della facciata che si trova davanti al Circo Massimo: il
Paedagogium e la
Domus Praeconum.
Il
Paedagogium (non aperto al pubblico) era un edificio dove venivano educati i figli dei servi.
Il nome dell'edificio deriva da alcuni graffiti che riportano nomi greci e la scritta "
exit de paedagogio" (
usce dal paedagogium).
Era articolato su due livelli.
Le piccole stanze che lo compongono si affacciavano su un cortile porticato, di cui rimane un'unica colonna, affiancata da pilastri moderni che reggono cornici di marmo che però appartenevano alla
Domus Augustana.
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portico ricostruito del Paedagogium con unica colonna originale rimasta |
Nell'edificio vi è un'unica stanza absidata.
Sugli intonaci rimasti sono incisi dei graffiti.
Nel
Museo Palatino ne è esposto uno che rappresenta un asino crocifisso e la scritta in greco "
Alexamenos adora il (suo) dio".
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graffito con la scritta "Alexamenos adora il (suo) dio" dal Paedagogium (Museo Palatino) |
L'altro edificio distaccato, la
Domus Praeconium, la "
casa degli araldi", prende il nome da un mosaico nel quale è rappresentata una processione di otto araldi, così come sulle pareti dell'edificio.
L'edificio è composto da un cortile porticato e da tre stanze con tetto a volta.
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Sull'angolo meridionale del Palatino sorge l'ampliamento della
Domus Augustana voluto da
Settimio Severo: la
Domus Severiana.
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Domus Severiana vista dal Circo Massimo |
Di questo palazzo (II/III secolo d.C.) rimangono solo le sostruzioni in laterizio, visibili bene dal
Circo Massimo, che servirono per estendere l'area fabbricabile ormai esaurita sul Palatino.
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sostruzioni della Domus Severiana |
Settimio Severo fece erigere anche il
Septizodium, una monumentale facciata di un ninfeo posto sul lato del Palatino che fronteggiava l'inizio della
Via Appia.
Il nome deriva dalla rapprasentazione delle statue dei sette pianeti che decoravano la facciata.
Questa facciata-ninfeo era a più piani di colonne.
Era posta in questa posizione perché i conterranei dell'imperatore Settimio Severo, originario di Leptis Magna nell'Africa romana, potessero essere impressionati arrivando a Roma dopo aver percorso la
Via Appia.
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posizione dove doveva essere il Septizodium |
Venne demolita nel XVI secolo per ordine di Papa Sisto V e i suoi marmi furono riutilizzati nella costruzione della
Cappella Sistina, nella
Basilica di Santa Maria Maggiore, nel
Palazzo della Cancelleria, per il restauro della
Colonna Antonina, per la fondazione dell'obelisco di
Piazza del Popolo e per la realizzazione di opere di altri monumenti.
Faceva parte delle decorazioni della vasca centrale del
Septizodium la
Statua di Fiume conservata al
Museo Palatino.
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Statua di Fiume (Museo Palatino) |
Facevano parte del palazzo severiano anche le
Terme, iniziate da Domiziano, continuate da Settimio Severo e restaurate da Massenzio, poste vicine all'esedra dello
Stadio Palatino.
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resti delle Terme Severiane sullo sfondo dello Stadio Palatino |
Qui Settimio Severo fece anche erigere un
palco per poter vedere le gare che si svolgevano nel sottostante
Circo Massimo.
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palco sul Circo Massimo |
Le
arcate severiane sono aperte solo
il martedì e il venerdì:
Orario: 26 ottobre 2014/15 febbraio 2015 8.30/16.00
16 febbraio2015/15 marzo 2015 8.30/16.30
16 marzo 2015/29 marzo 2015 8.30/17.00
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Nell'angolo orientale del Palatino, vicino alla
chiesa di S.Sebastiano e alla
chiesa di S.Bonaventura, si trovava un gran
terrazzamento artificiale rettangolare (conosciuto come
Vigna Barberini), un giardino dedicato al dio siriaco
Adonis, la cui facciata si apriva sul
clivio Palatino, preceduta da scalinate.
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terrazzamento di Vigna Barberini con Tempio di Elagabalo (sul fondo della foto il Colosseo) |
Al centro del terrazzamento, circondato da un porticato, venne costruito nel III secolo d.C. un tempio dall'imperatore Marco Aurelio Antonino, soprannominato
Eliogabalo: il
Tempio di Elagabalo.
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basamento del Tempio di Elagabalo e chiesa di S.Sebastiano |
L'imperatore, gran sacerdote del dio siriaco-fenicio
El-Gabal a Emesa, dedicò a questo dio (identificato a Roma con il
Deus Sol Invictus ,"dio sole invincibile", e che veniva celebrato sotto forma di una pietra nera conica), questo tempio che custodiva anche gli
Ancilia dei Sallii (12 scudi di cui uno inviato da Marte a re Numa Pompilio, conservati prima nella
Regia), il
fuoco di Vesta, il
simulacro aniconico della Magna Mater, e il
Palladio (portato da Enea in fuga da Troia, e conservato prima nel
Tempio dele Vestali nel
Foro Romano).
L'imperatore fu assassinato a soli diciotto anni e colpito dalla
damnatio memoriae.
Per questo il suo successore
Alessandro Severo riconsacrò il tempio a
Iuppiter Ultor (Giove vendicatore).
Nel 288 S.Sebastiano, condannato a morte da Diocleziano per essere cristiano, venne trafitto dalle frecce sui gradini di questo tempio, poi miracolosamente scampato alla morte con le cure che gli vennero prestate da Santa Irene, venne nuovamente condannato dall'imperatore alla flagellazione nello Stadio Palatino e successivamente buttato nella Cloaca Maxima.
(La leggenda si scontra con il fatto che Diocleziano non risiedette mai a Roma).
In questo luogo fu quindi eretta nel X secolo la
Chiesa di S.Sebastiano nota anche come
chiesa di S.Maria in Pallara in ricordo del
Palladio custodito nell'antico tempio.
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chiesa di S.Sebastiano vista dal clivio Palatino |
In questa zona del Palatino si trovava anche un ingresso monumentale del palazzo domizianeo.
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Clivio Palatino |
Il
Clivio Palatino, una via basolata che conduceva dalla
Via Sacra al palazzo domizianeo sul Palatino, era fiancheggiata da portici e scavalcata da un
arco onorario (I secolo d.C.) che forse fungeva da ingresso monumentale al palazzo, e di cui rimangono le basi dei piloni e qualche frammento decorativo.
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arco di Domiziano |
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frammento della decorazione dell'arco |
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sito dell'arco di Domiziano |
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I reperti provenienti dal colle Palatino rinvenuti durante secoli di depredazione e di scavi archeologici, sono esposti dal 1938 nel
Museo Palatino, che occupa quello spazio del
peristilio della
Domus Flavia sul quale era stato costruito il
Convento delle Monache della Visitazione.
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Museo Palatino |
In occasione del
bimillenario di Augusto il museo è stato ristrutturato e ampliato con l'aggiunta di filmati e ricostruzioni, e si può percorrere un itinerario storico-artistico interessante del colle Palatino.
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reperti architettonici nel museo |
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galleria del museo |
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reperti statuari del museo |
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Tra la fine del III secolo e l'inizio del IV, la corte imperiale si trasferì a Costantinopoli, dopo essere stata ospite di questo colle per più di trecento anni.
Durante le invasioni barbariche del V secolo le aree in disuso furono occupate dai re Goti (da
Teodorico per esempio) e dagli esarchi bizantini.
Fino al VII secolo ospitò gli imperatori in visita a Roma.
Nell'VIII secolo il colle fu abbandonato.
Poi fu occupato dai Papi e dagli imperatori del Sacro Romano Impero.
Ottone III ne fece la sua residenza (X secolo).
Nel Basso Medioevo fu trasformato in orti, vigne e campi.
Alcune famiglie si impossessarono della zona, tra le quali quella dei Frangipane, che la utilizzò per farne una fortezza vicino alla
Via Sacra e inglobando anche l'
Arco di Tito.
Vennero anche costruite chiese e conventi.
Poi fu la volta della famiglia Farnese che vi costruì i suoi
Horti Farnesiani.
Da allora si sono susseguite campagne di scavo, più o meno corrette, che hanno portato alla luce sempre nuovi ambienti e capolavori d'arte antica.
Orario: ultima domenica di ottobre/15 febbraio 8.30/16.30
16 febbraio/15 marzo 8.30/17.00
16 marzo/ultimo sabato di marzo 8.30/17.30
ultima domenica di marzo/31 agosto 8.30/19.15
settembre 8.30/19.00
1 ottobre/ultimo sabato di ottobre 8.30/18.30
Costo: 12€ biglietto cumulativo (Foro, Palatino e Colosseo) valido 2 giorni
GRATIS ogni prima domenica del mese
CONCLUSIONI
Il Palatino, culla della civiltà romana, è stato un luogo che ha stupito i suoi visitatori in tutte le epoche, prima con le sue grandiosità e la raffinatezza delle sue decorazioni, e poi per il fascino che i suoi ruderi riescono ancor oggi a trasmettere.
Passeggiare tra le sue rovine è un po' come perdersi nella storia, fatta di intrighi politici, scandali, rivalità, sacralità e vita quotidiana.
Ogni volta che ritorno su questo colle mi sembra di riscoprirlo, e aggiungo nuovi tasselli alla mia conoscenza della grandiosità di Roma.