In occasione di un nostro weekend dedicato alle visite della
Reggia di Caserta, di Casertavecchia, di S.Leucio e di Santa Maria Capua Vetere, ci siamo fermati a pernottare nell'antico
Castello di Limatola.
Il paese di Limatola si trova in provincia di Benevento, ma dista da Caserta solo 13km.
Limatola deriva il suo nome dalla parola latina limatula essendo questa una "terra limacciosa" per i frequenti allagamenti, o forse significa "terra levigata" dal fiume Volturno che attraversa questo territorio.
Abitata già dal VII secolo a.C. dagli Oschi, come testimoniano i reperti acquisiti da questa popolazione dalle colonie greche ritrovati nella zona, Limatola passò nel VI secolo a.C. agli Etruschi.
Fu in seguito sannita e poi romana.
Vide passare Annibale con le sue armate diretto alla conquista di Capua, Fabio Massimo il Temporeggiatore, Lucio Silla che sconfisse Gaio Norbano (83 a.C.).
Il conte longobardo Landolfo di Caserta qui vinse contro i Beneventani nell'842.
In epoca longobarda Limatola era un presidio militare del Principato di Capua.
Nel 1064 apparteneva all'Abbazia di Montecassino.
In epoca normanna fu assegnata ai Sanseverino di Lauro.
Sotto i d'Angiò fu concessa a Guglielmo de Beaumont Grande Ammiraglio del Regno (1269).
Nel 1277 Carlo I d'Angiò donò il castello alla cugina, la duchessa Margherita De Tucziano, che restaurò il maniero.
Nel 1316 Roberto d'Angiò donò il territorio a Guglielma Cantelmo, madre di suo figlio naturale Carlo D'Artus.
I signori di Limatola dal 1420 furono i De La Rath (italianizzati in Della Ratta).
Nel 1439 Limantola fu presa da Alfonso d'Aragona e poi ancora nel 1460 da Ferrante d'Aragona.
Passò poi per matrimonio a Francesco Gambacorta che aveva sposato Caterinella della Ratta (1509).
Tra il XVI e il XVIII secolo Limatola appartenne a varie famiglie: agli Acquaviva, ai di Capua, e ancora ai Gambacorta (1610).
Durante la Rivoluzione di Masaniello (1647) Francesco III Gambacorta diede ospitalità ai nobili dei paesi limitrofi.
Questa volta furono i popolani del borgo ad attaccare il castello stanchi per le troppe tasse, ma il conte riuscì a sedare la ribellione.
Nel 1693 Gaetano Gambacorta nascose nel suo castello le armi del tumulto di Napoli da lui ideato e fu promotore della "Congiura di Macchia" (Gaetano Gambacorta era principe di Macchia), contro il governo spagnolo di Filippo V (1701): per evitare l'arresto fu costretto a riparare in Austria dove poi morì.
Poi nel 1734 Limatola passò al Demanio Regio perché Francesco IV Gambacorta e Aurelia d'Este non avevano eredi.
Fu acquistata in seguito dai Mastelloni nel 1734, passò poi ai Lattieri d'Aquino per matrimonio e ai Carafa.
Nel 1816 il castello fu venduto all'arciprete Francesco Canelli.
Nel 1860 vi si svolse la Battaglia del Volturno tra Garibaldini e Borbonici, e i Garibaldini pur avendo infine vinto, qui furono costretti ad indietreggiare.
L'ultimo proprietario, Francesco (Don Ciccio) Canelli ha abitato al castello fino al 1943 (la sua cagnetta Laila è sepolta nella cappella palatina).
Nel 1943 qui si scontrarono le forze alleate e le truppe tedesche e il castello venne requisito dalla V Armata U.S.A. nel 1944.
Il castello è stato restaurato dalla famiglia Sgueglia nel 2010 e trasformato in un romantico Hotel-Ristorante.
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ricordo dell'ultimo restauro realizzato dalla famiglia Sgueglia (2006/2009) |
Sulla cima del colle che domina il paese si trova arroccato un castello la cui storia dura da mille anni.
La parte più antica del castello era il
mastio
di forma rettangolare, a due livelli voltati a botte (quello inferiore
fu poi adibito a cappella nel '700), poi inglobato nel palazzo.
Venne costruito intorno all'anno Mille dai Normanni, su un'arce (presidio militare) sannitica, intorno ai resti di una torre longobarda, per poter difendere e controllare la Valle del Medio Volturno e poter avvertire, in caso di avvistamento del nemico, le altre fortificazioni (Castelmorrone, Caiazzo,...).
L'architettura militare originaria fu poi modificata per divenire nel
'500 la dimora signorile, dall'aspetto rinascimentale con corte interna,
della famiglia De La Rath (1420).
Il castello, a pianta poligonale, era circondato da una
cinta muraria con merlatura piatta (con saettiere arcuate per il lancio di dardi), intervallata da quattro torri cilindriche con scarpata (oggi non più esistenti), orientate verso i quattro punti cardinali.
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merlature della cinta muraria con saettiere arcuate (lato Sud) |
Un camminamento di ronda seguiva tutto il perimetro interno delle mura: lo testimonia la presenza di archetti pensili.
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archetti pensili del camminamento di ronda |
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archetti pensili del camminamento di ronda |
La popolazione del borgo medievale, che si era impiantato ai piedi del castello, in caso di pericolo si rifugiava entro le sue mura.
Così avvenne nell'882 durante un attacco dei Saraceni.
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case del borgo ai piedi del castello |
Sul lato occidentale delle mura, che affianca la strada (originariamente si pensa sia stata a gradoni) che conduce al portale d'ingresso, vi vedono due
torri semicilindriche.
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rampa d'accesso al castello |
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mura di cinta del castello |
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torrette semicilindriche |
Probabilmente il castello era munito di ponte levatoio.
Il
portale d'entrata al castello è in Piperno, una pietra tufacea scura.
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portale d'ingresso con androne con volta a botte |
Sul portale si trova lo stemma dei Gambacorta (due leoni con croce e mezzaluna) e l'iscrizione dedicatoria di Francesco Gambacorta e della moglie Caterina Della Ratta:
"Questa fortezza di pace sarà fortificata, perché possa tenere lontano i
nemici che combattono con i dardi: lontano da qui si commetta pure
qualsiasi atto ostile. Francesco Gambacorta e la moglie Caterina della
Ratta insieme restaurarono questa fortezza, gravemente pericolante per i
più importanti amici presenti e futuri. Anno del Signore 1518".
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stemma della famiglia Gambacorta e iscrizione |
Varcato il portale d'ingresso ci si trova in un androne con volte a botte sul quale fu costruita la
foresteria.
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ingresso al castello |
Il piano inferiore della foresteria (oggi occupato dal Ristorante), che affaccia sulla cosiddetta
corte bassa, era adibito a
scuderie e
fienile.
Sono ancora presenti le mangiatoie e i soffitti in legno.
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foresteria con ingresso al piano superiore (vista dalla torre alta) |
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foresteria |
Una scala esterna dava accesso al piano superiore della foresteria, dove si trovano affreschi seicenteschi di autore ignoto, seguace di Luca Giordano, che rappresentano scene tratte dalla
Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.
Furono commissionati dall'ultimo duca di Limatola, Francesco Gambacorta in onore forse della moglie Aurelia d'Este, la cui casata aveva protetto a Ferrara Torquato Tasso.
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scala d'accesso al piano superiore della foresteria |
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terrazzo del primo piano della foresteria |
Sulla
corte bassa, dove in epoca medievale si ricevevano gli ospiti, affacciavano anche alcuni ambienti minori (oggi occupati dalla cantina e dalla
Reception dell'Hotel) e si trovava la scalinata scoperta che introduceva all'interno del palazzo.
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corte bassa |
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corte bassa |
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cantina |
La scala da un lato costeggia la cinta muraria, mentre dall'altro lato è riparata da un parapetto con cornice sagomata.
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scala d'accesso al palazzo |
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scala d'accesso al palazzo (vista dal giardino pensile) |
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scala d'accesso alla corte alta e al giardino pensile |
Al termine della rampa della scalinata che costeggia le mura, attraversando un arco si può accedere ad un
giardino pensile.
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archi d'ingresso al palazzo (sinistra) e al giardino sud (destra) |
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arco d'ingresso al giardino sud |
Questo giardino, posto oggi solo sul lato Sud del castello, fu realizzato nel XV secolo.
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giardino sud |
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giardino sud |
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giardino sud |
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giardino sud |
Qui si trovano un
pozzo e una
fontana con iscrizione che porta il nome di Don Francesco Canelli, ultimo proprietario e abitante del castello.
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fontana del giardino sud |
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giardino sud |
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pozzo e piante di agrumi del giardino sud |
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iscrizione del giardino sud |
Oggi il giardino offre agli ospiti dell'Hotel un angolo tranquillo e rilassante, ed un luogo suggestivo nella notte.
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angolo del giardino |
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giardino by night |
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giardino by night |
Dal giardino sud si entra nella cosiddetta
Sala Canelli (dal nome della famiglia che per ultima ha abitato al castello), realizzata nell'ultimo restauro sulla spianata del fronte est del castello, tra il lato più antico del castello e le mura.
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Sala Canelli |
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Sala Canelli |
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Sala Canelli |
Sono qui raffigurati sulla copertura della sala tutti gli stemmi delle casate che si sono susseguite nel castello.
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stemmi sulla copertura della Sala Canelli |
Quello che un tempo era costituito da un giardino all'italiana, piantumato anche con agrumi, sul lato Nord del castello, è stato trasformato oggi in un'altra
location per gli eventi (soprattutto matrimoni) che si svolgono al castello.
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ingresso al cosiddetto Anfiteatro/ex giardino |
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Anfiteatro |
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locale annesso all'Anfiteatro |
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allestimento per eventi nell'Anfiteatro |
L'ex giardino è oggi lastrico e chiamato
Anfiteatro per la presenza di un palchetto preceduto da una coreografica cascata d'acqua e da un ponticello che attraversa un breve corso d'acqua.
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cascata d'acqua dell'Anfiteatro |
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palchetto e corso d'acqua dell'Anfiteatro |
Da qui si può ritornare nella
corte bassa attraverso un arco, e risalire nuovamente la scala d'accesso al palazzo vero e proprio.
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passaggio tra l'Anfiteatro e la corte bassa |
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passaggio tra l'Anfiteatro e la corte bassa (visto dall'alto)
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Ci troviamo di fronte ad un arco a sesto ribassato in pietra, sormontato da uno stemma dei Gambacorta, che dava accesso ad un androne coperto da una volta a botte.
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arco d'ingresso alla corte alta del palazzo e androne |
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stemma della famiglia Gambacorta sull'arco d'ingresso alla corte alta |
La cosiddetta
corte alta, la corte chiusa del castello di forma rettangolare, si sviluppa su tre lati.
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corte alta |
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corte alta |
Nel 1400 si alzarono di un piano le ali ortogonali alla costruzione
del castello di epoca normanna (cappella e Sale gotiche), formando una corte aperta, chiusa dalla
quarta parete (lato Ovest) da Francesco Gambacorta e Caterinella della
Ratta dopo il 1518.
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lato settentrionale della corte alta |
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lato meridionale della corte alta |
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lato occidentale della corte alta |
Sulla corte affacciavano la
cappella palatina, le
cantine, la
cucina, la
cisterna (alimentata da acqua piovana), alcuni
ambienti dalle volte a crociera su archi ogivali.
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ambienti che si aprono sotto gli archi del piano terra della corte alta |
Il piano ammezzato e il primo piano erano raggiungibili tramite due scale.
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scala della corte alta |
Al piano ammezzato due
ballatoi sorretti da arcate pensili, posti sui lati lunghi della
corte, permettevano di accedere agli ambienti (oggi occupati da alcune
junior suites dell'Hotel) di questa quota del palazzo.
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ballatoio del lato settentrionale della corte alta |
Sul ballatoio meridionale, in una nicchia decorata, si trova dipinta la
Madonna del Consiglio di tardo Trecento.
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ballatoio con edicola Mariana |
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Madonna del Consiglio (XIV sec.) |
Il lato orientale della
corte alta, al livello dell'ammezzato, risulta occupato dall'altezza degli ambienti del pian terreno: la cappella e gli ambienti con volta a crociera.
La
cappella palatina ("
intra castrum") è dedicata a S.Nicola e viene citata dal 1113.
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fornice archiacuto e muratura originaria (probabile posizione dell'originale Chiesa di S.Nicola) |
La sua posizione all'interno della costruzione difensiva non era quella attuale, ma forse si trovava presso la stalla al piano terra della foresteria, dove si trova un fornice archiacuto in tufo e parte di muratura.
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ingresso alla Cappella palatina di S.Nicola |
La chiesa ha un
portale romanico campano in pietra calcarea (probabilmente smontato dalla chiesa originale), con dipinto
Cristo benedicente nella lunetta e una lapide che ricorda gl'interventi di restauro della cappella svolti da Francesco Gambacorta nel 1518.
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portale romanico della Cappella palatina di S.Nicola |
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Cristo benedicente e iscrizione sul portale della Cappella palatina di S.Nicola |
La cappella è a due navate comunicanti tra di loro con passaggi arcuati ribassati, e coperte con volte a botte.
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Cappella palatina di S.Nicola (navata sinistra) |
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Cappella palatina di S.Nicola (navata destra) |
I due altari sono sormontati da due cornici di stucco dorato tardo rinascimentali (
macchine).
Le tele che racchiudevano sono andate disperse, sostituite in una da un antico
Crocifisso.
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macchina dell'altare della navata sinistra con Crocifisso |
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macchina dell'altare della navata destra |
Nella cappella è conservato il
Polittico realizzato da Francesco da Tolentino (1527) e commissionato da Francesco Gambacorta (a testimoniarlo vi è lo stemma di famiglia posto alla base del trono della
Madonna).
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Polittico: S.Giovanni Battista, Madonna in trono col Bambino, S.Maria Maddalena (Francesco da Tolentino - 1527) |
Sono raffigurati la
Madonna in trono col Bambino,
S.Giovanni Battista e
S.Maria Maddalena.
Nel 1999 furono trafugate le quattro raffigurazioni di Santi taumaturgici della predella (
S.Sebastiano, S.Rocco, S.Leonardo e
Sant'Antonio Abate).
Nella predella sono dipinti le
Storie di Gesù e Maria: Natività,
Resurrezione,
Ascensione,
Pentecoste,
Morte e Assunzione della Vergine.
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predella del Polittico: Natività e Resurrezione (Francesco da Tolentino - 1527) |
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predella del Polittico: Morte e Assunzione della Vergine (Francesco da Tolentino - 1527) |
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predella del Polittico: Ascensione e Pentecoste (Francesco da Tolentino - 1527) |
Il pannello originario è andato perduto e fu sostituito da quello
realizzato dalla bottega di Cosimo Rosselli nel '600 in cui è
raffigurata un'
Annunciazione (posta insieme alla predella sulla parete sinistra della navata sinistra).
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Polittico: Annunciazione e predella (Francesco da Tolentino - 1527) |
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particolare dell'Annunciazione (Francesco da Tolentino - 1527) |
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particolare dell'Annunciazione (Francesco da Tolentino - 1527) |
In realtà il Polittico era stato commissionato per la
Chiesa della SS.Annunziata A.G.P.(sempre alla base del trono si trova la sigla A.G.P. ovvero
Ave Gratia Plena) ma per ragioni conservative fu trasferito prima nel
Museo del Territorio alla
Reggia di Caserta e poi in questa cappella.
Peccato che il vetro protettivo impedisca di realizzare foto migliori!
Gli ambienti con volte a crociera con archi ogivali (chiamate
Sale gotiche), che affacciano verso il fiume, sono le parti più antiche del castello (oggi adibite a sale per ricevimento) perché risalgono al 1277 e sono quelle fatte costruire da Carlo I d'Angiò per la cugina Margherita de Tucziaco.
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i tre ambienti delle Sale gotiche |
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Sala gotica |
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camino della sala gotica |
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camino della sala gotica |
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ingresso alle Sale gotiche |
Ognuno dei tre ambienti è diviso in tre campate e presenta spesse murature a vista.
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volte a crociera e archi ogivali delle Sale gotiche |
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campate delle Sale gotiche |
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volte a crociera e archi ogivali delle Sale gotiche |
Sembra che Carlo I d'Angiò abbia dimorato qualche giorno in questo castello durante i suoi viaggi.
Molto coreografico è il lato corto occidentale della
corte alta dove un ballatoio permette di affacciarsi sia sulla
corte alta che sulla
corte bassa.
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ballatoio del lato occidentale della corte alta |
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finestre del lato occidentale della corte alta con affaccio sulla corte bassa |
Salendo al
primo piano si trovano alcune sale con affreschi tardobarocchi tra le quali un grande ambiente chiamato oggi
Sala delle feste con affreschi settecenteschi voluti da Virginia Gambacorta.
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Sala delle Feste |
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Sala delle Feste |
Nella volta sono raffigurati l'
Allegoria della Fede e le
Quattro Stagioni di Antonio Marotta.
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volta della Sala delle Feste |
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Allegoria della Fede (Antonio Marotta - XVIII sec.) |
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Autunno (Antonio Marotta - XVIII sec.) |
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Inverno (Antonio Marotta - XVIII sec.) |
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Primavera (Antonio Marotta - XVIII sec.) |
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Estate (Antonio Marotta - XVIII sec.) |
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sovrapporta della Sala delle Feste |
Da una porta della
Sala delle Feste si può accedere all'ala meridionale del piano nobile.
In una
sala si trova un dipinto di
Don Bartolomeo Varrone, parroco della vicina
Chiesa di S.Biagio per un quinquennio, che ha studiato e pubblicato le memorie storiche di Limatola.
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saletta ala meridionale del piano nobile |
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Don Bartolomeo Varrone |
Sempre dalla
Sala delle Feste si può accedere all'ala settentrionale del piano nobile, in una
sala più piccola (adibita oggi a salottino dell'Hotel), la cui volta è affrescata con illusionistiche architetture settecentesche, probabilmente realizzate quando il castello apparteneva ai Mastelloni.
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salottino |
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salottino |
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volta del salottino |
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particolare della volta |
Attraverso un arco in pietra si può accedere ad una piccola
saletta un tempo chiamata "dell'alcova"(chiamata oggi sala di lettura,) anch'essa con volta affrescata.
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sala di lettura |
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volta della saletta |
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particolare della volta |
In questa saletta è anche particolare l'arco ribassato con cornice dorata.
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arco ribassato con cornice dorata |
Gli altri ambienti di questo piano (che in origine comprendevano anche una cucina e uno studiolo affrescato con grottesche) sono occupati dalle suite dell'Hotel.
La suites di questo piano hanno i nomi delle donne importanti che hanno vissuto al castello:
Margherita de Tucziaco, Virginia Gambacorta, Anna Gambacorta, Aurelia d'Este e
Caterina della Ratta.
Noi eravamo alloggiati nella
Suite Royal Aurelia d'Este.
Aurelia d'Este, figlia del marchese Sigismondo IV d'Este e di Maria Teresa Grimaldi di Monaco, nacque nel 1683 e sposò nel 1705 Francesco Gambacorta, quarto e ultimo duca di Limatola.
Fu ammessa all'Accademia dell'Arcadia e tra gli Innominati di Bra.
Scrisse dei sonetti filosofici filo-cartesiani e saggi sulla poesia latina.
Morì a 36 anni senza lasciare figli.
Fu amica di Metastasio e di Paolo Mattia Doria, venne ricordata da Silvio Pellico e da Giosuè Carducci.
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Suite Royal Aurelia d'Este |
E' stata ricavata questa
suite in un grande ambiente con volte a crociera e con camino del piano nobile, sopra uno degli ambienti con volte gotiche..
Lungo le pareti sono stati realizzati una decorazione a finto marmo e una fregio floreale.
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angolo salotto della Suite Royal Aurelia d'Este |
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letto a baldacchino |
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particolare degli arredi della suite |
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camino della suite |
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sovrapporta della suite |
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volte a crociera della suite |
Il letto a baldacchino e gli arredi sono stati realizzati con tessuti di color giallo oro prodotti nel
Setificio di S.Leucio.
Dalla finestra della suite si può vedere il panorama sulla vallata.
Il bagno della suite è spazioso e contiene sia una doccia che una grande vasca da bagno in rame posta in una nicchia affrescata.
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bagno della suite |
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particolare del bagno |
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particolare del bagno |
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vasca da bagno in rame |
L'unica pecca di questo ambiente spazioso è la poca luminosità sia naturale (è presente un'unica finestrella dove si trova la vasca da bagno), sia artificiale (dovrebbero aggiungere lampadine più potenti).
Ma continuiamo la visita del castello...
Un'antica scaletta a chiocciola, oggi non più usata e protetta da vetro, permetteva l'ascesa dal piano nobile al piano ammezzato della torre.
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scala a chiocciola |
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scala a chiocciola |
Tramite scalette in pietra (o più comodamente con l'ascensore), si può salire alla terrazza della
Torre Alta, chiamata anche
Torre del Tolentino (per un affresco realizzato da Francesco da Tolentino, che però ci è sfuggito!).
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decorazione della tromba dell'ascensore |
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scala d'accesso alla terrazza |
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scala d'accesso alla terrazza |
Alla sommità del castello si trova una grande
terrazza, contornata dalle merlature del castello, dalla quale ammirare il panorama circostante.
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terrazza del castello |
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terrazza del castello |
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terrazza del castello |
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terrazza del castello |
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terrazza del castello |
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panorama dalla terrazza del castello |
Si può anche qui notare una torretta, il piccolo campanile a vela della chiesa palatina con campana decorata, e la copertura moderna della sottostante
corte alta.
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torretta |
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torretta |
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campanile a vela della chiesa palatina |
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decorazione della campana |
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decorazione della campana |
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copertura della corte alta |
Abbiamo avuto l'opportunità di cenare al castello nel
Ristorante Le Scuderie posto nel fienile e nelle scuderie del castello al piano terra dell'edificio della foresteria.
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ingresso al Ristorante Le Scuderie nella corte bassa |
Il ristorante si compone di due sale: la
Sala De Tucziaco, con camino e soffitto in legno a cassettoni decorati, e la
Sala Mangiatoie, così chiamate per la presenza delle mangiatoie delle antiche scuderie.
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Sala De Tucziaco |
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Sala Mangiatoie |
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Sala Mangiatoie |
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Sala Mangiatoie con vista sulla cucina |
A queste due sale si aggiunge una piccola saletta dove la mattina viene allestito il
buffet della colazione (abbastanza varia).
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saletta della colazione |
Il menù è composto da pochi ma buoni piatti che esaltano i prodotti della regione in maniera creativa.
Accurata la presentazione e buono il servizio.
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mise en bouche |
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antipasto: calamaro ripieno |
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antipasto: polpo |
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primo piatto |
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primo piatto |
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dessert |
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dessert: tris di dolci
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vino bianco della regione |
www.castellodilimatola.it
Via Castello 1
0823 484143
82030 Limatola (Benevento)
CONCLUSIONI
Visitare e soggiornare al Castello di Limatola è una di quelle esperienze che fanno ritornare bambine, quando in un'atmosfera fiabesca s'immagina di vestire i panni di una principessa.
Ma a parte questi rimandi fanciulleschi, l'attento restauro di questo castello ha portato a nuova vita un monumento che versava in stato d'abbandono, e anche se oggi è diventata una struttura turistica e ricettiva, ha riqualificato e offerto l'occasione di conoscere quest'area campana.
Inoltre dona la possibilità, per la sua vicinanza, di visitare alcuni siti Patrimonio dell'Unesco, ed altri di grande importanza storica.
Durante il periodo prenatalizio è poi famoso il mercatino di Natale "
Cadeaux al castello" che si tiene lungo le vie d'accesso e nelle corti del castello, con grande affluenza di pubblico.
Un'ottima occasione per passare una notte romantica in un ottimo Hotel e Ristorante !
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