lunedì 18 febbraio 2019

Napoli: il Complesso Monumentale di S.Lorenzo Maggiore (la Basilica)

La Basilica di S.Lorenzo Maggiore fa parte del Complesso Monumentale di S.Lorenzo Maggiore, insieme al Museo dell'Opera di S.Lorenzo, al chiostro della basilica (con la Sala Capitolare e la Sala Sisto V) e alla zona archeologica sottostante.
pianta del Complesso Monumentale di S.Lorenzo Maggiore: basilica, chiostro e convento
alzato del Complesso Monumentale di S.Lorenzo Maggiore: basilica, chiostro e convento
La Basilica di S.Lorenzo Maggiore è una delle chiese più antiche di Napoli e uno dei centri francescani più importanti dell'Italia meridionale.

La basilica si trova nel centro storico della città partenopea, tra Via dei Tribunali (l'antico Decumano Maggiore della città romana) e Via S.Gregorio Armeno (la via dei Presepi).
La basilica paleocristiana dedicata a S.Lorenzo che l'ha preceduta, eretta tra il 533 e il 555 dal vescovo di Napoli Giovanni II detto il Mediocre, fu costruita nell'area Nord dell'antico Macellum, il mercato ubicato dove in antichità si trovava il Foro, l'area più importante di Neapolis, l'antica città greco-romana.
L'antica basilica era a tre navate, preceduta da un nartece e terminante con un'ampia abside, ai cui lati si trovavano il diaconicon (a destra) e la prothesis (a sinistra).
L'intero edificio religioso era racchiuso nella navata dell'attuale basilica.
pianta della basilica paleocristiana di S.Lorenzo
Nel 1234 la basilica viene concessa ai frati francescani.
Re Carlo I d'Angiò nel 1270 (per assolvere un voto fatto nel 1266 durante la battaglia di Benevento contro le truppe ghibelline di Manfredi di Svevia), promosse l'abbattimento della basilica paleocristiana e la costruzione di un nuova basilica in stile gotico francese (abside) e gotico francescano (transetto e navata).
Carlo I era nato a Parigi e fu lui che portò a Napoli le maestranze francesi che si occuparono di edificare la prima parte della basilica: l'abside.

alzato della basilica gotica di S.Lorenzo Maggiore
Nel 1442 fu esposto all'interno della basilica il carro trionfale con cui Alfonso d'Aragona il Magnanimo entrò a Napoli da vincitore dopo quattro anni d'assedio, spodestando la dinastia angioina.
Nel 1456 un terremoto danneggiò gravemente la basilica.
Nel 1567 venne proclamato vescovo nella basilica Felice Peretti, futuro papa Sisto V.
Tra il 1563 e il 1580 fu eliminato il coro gotico e riempiti gli intercolumni del deambulatorio absidale.
I lavori di ristrutturazione della basilica in forme barocche iniziarono nel 1635.
Vennero chiusi gli intercolumni dell'abside, i finestroni ogivali furono trasformati in quadrati, arricchite con stucchi e marmi policromi alcune cappelle, il soffitto a capriate ricoperto da un soffitto a cassettoni e da una tela di Giuseppe Marulli.
Venne anche rifatta la facciata da Dioniso Lazzari, ma nel 1732 un terremoto la danneggiò.
Questa volta a disegnarla fu Ferdinando Sanfelice, che conservò il portale marmoreo ad arco acuto (che era stato commissionato nel 1324 da Bartolomeo di Capua, conte d'Altavilla e protonotario del Regno), con i battenti lignei divisi ognuno in 48 riquadri.
sulla sinistra: facciata in restauro della Basilica di S.Lorenzo Maggiore
Nel 1905 la basilica fu chiusa al culto perché si trovava in un grave stato d'abbandono.
I lavori di restauro furono intrapresi nel 1927, eliminando quai tutte le sovrastrutture barocche e riportando la chiesa al suo aspetto gotico.

Sulla destra della facciata si trova la torre campanaria del XV secolo, eretta in più riprese: la sua costruzione iniziata nel 1487, fu sospesa  tra il 1491 e il 1496, e poi ultimata nel 1507.
La torre consta di quattro piani.

Torre campanaria della Basilica di S.Lorenzo Maggiore
statua di S.Lorenzo in una nicchia della torre campanaria
In epoca vicereale fu la testimone e caposaldo di tutti i moti rivoluzionari.
Fu messa sotto assedio nel 1547 dal popolo che si era rivoltato contro Pedro de Toledo.
Fu assediata dai seguaci di Masaniello nel 1647 che riescono a fare bottino delle armi spagnole conservate nel chiostro del convento.
Nel 1701 Gaetano Gambacorta, principe di Macchia, l'occupò durante la congiura filoaustriaca contro il Viceregno spagnolo.

L'interno della basilica a navata unica (50m X 20m), ha una pianta a croce latina .
Navata e transetto sono coperte da un soffitto a capriate.

navata della Basilica di S.Lorenzo Maggiore
Tramite archi acuti, retti in parte da colonne antiche, si aprono lungo la navata otto cappelle laterali su ognuno dei due lati.

cappelle lato destro della navata
La prima e la seconda cappella (Cappella di S.Giuseppe e Cappella di S.Bonaventura), che si affacciano sul lato destro della navata, furono modificate e unite durante i lavori di ripristino delle forme gotiche della basilica.

prima cappella destra
Durante questi interventi fu tolto il diaframma murario tra le due cappelle e al suo posto vi fu sistemato il Monumento funebre di Ludovico Aldomorisco, ammiraglio del Regno e consigliere di re Ladislao di Durazzo (1421).

fianco destro del Monumento funebre di Ludovico Aldomorisco (Antonio Baboccio da Piperno . 1421)
fianco sinistro del Monumento funebre di Ludovico Aldomorisco (Antonio Baboccio da Piperno . 1421)
Il monumento funebre è stato realizzato da Antonio Baboccio da Piperno, e questa viene considerata l'ultima opera dell'artista .
Il sarcofago sormontato da baldacchino è sorretto da quattro cariatidi, che rappresentano i quattro fratelli del defunto (Luigi, Galeotto, Antonio e Perotto), vestiti come guerrieri.

cariatidi del Monumento funebre di Ludovico Aldomorisco (Antonio Baboccio da Piperno . 1421)
cariatidi del Monumento funebre di Ludovico Aldomorisco (Antonio Baboccio da Piperno . 1421)
Sui rilievi laterali della cassa sono stati raffigurati la Dipartita del defunto e la presentazione alla Vergine e La Vergine presenta il defunto all'Eterno Padre.

particolare fianco destro del Monumento funebre di Ludovico Aldomorisco (Antonio Baboccio da Piperno . 1421): Dipartita del defunto e presentazione alla Vergine
particolare del fianco sinistro del Monumento funebre di Ludovico Aldomorisco (Antonio Baboccio da Piperno . 1421): La Vergine presenta il defunto all'Eterno Padre
particolare del Monumento funebre di Ludovico Aldomorisco (Antonio Baboccio da Piperno . 1421): giacente e baldacchino
L'artista ha lasciato sul basamento del sarcofago la sua firma e la sua età (70 anni).
La seconda cappella è stata la cappella gentilizia della famiglia Anfora.
Sulla parete sinistra della seconda cappella è posto il Sepolcro di Joannis Rainardi Anforo.
Tra i due stemmi del casato si trova l'epitaffio dedicato al defunto, militare sotto Ferrante I d'Aragona e morto nel 1474.

Sepolcro di Joannis Rainardi Anforo (1471)
Nel pavimento della seconda cappella vi è la lastra tombale di Gaetano Anfora, duca di Licignano e di Rosa Cella, duchessa di Frisia e moglie di Francesco Saverio Anfora.

lastra tombale di Gaetano Anfora, duca di Licignano e di Rosa Cella, duchessa di Frisia.
Nella prima cappella era posta un tempo la tela attribuita a Giuseppe Marullo della Madonna col Bambino e S.Francesco, oggi nel Museo dell'Opera di S.Lorenzo.

Madonna col Bambino e S.Francesco (attr. Giuseppe Marullo - Museo dell'Opera di S.Lorenzo)
Nella seconda cappella erano conservate anche la tela raffigurante l'Apparizione di Sant'Anna e della Vergine bambina a S.Bonaventura di Luigi Volpi e la Visione Mistica di S.Bonaventura di Domenico Antonio Vaccaro, oggi conservata nel Museo dell'Opera di S.Lorenzo.

Apparizione di Sant'Anna e della Vergine bambina a S.Bonaventura (Luigi Volpi - Museo dell'Opera di S.Lorenzo)
Visione mistica di S.Bonaventura (Domenico Antonio Vaccaro - Museo dell'Opera di S.Lorenzo Maggiore)
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La terza cappella è la Cappella del Rosario o Cappella Cacace-de Caro.

Cappella de Rosario o Cappella Cacace.de Caro
Questa cappella barocca, commissionata nel 1642 a Cosimo Fanzago dal magistrato e Reggente della Cancelleria Giovanni Camillo Cacace, è un tripudio di marmi policromi.

stemma della famiglia Cacace sul pavimento della cappella
particolare della decorazione ad intarsi marmorei della Cappella Cacace-de Caro
altare della Cappella Cacace-de Caro
La cancellata in ottone è di Cosimo Fanzago.

cancellata della Cappella Cacace-de Caro (Cosimo Fanzago)
particolare della cancellata con stemma della famiglia Cacace
Le sculture di statue della madre (Vittoria de Caro) e dello zio materno (Giuseppe de Caro) del committente e busti di Giovanni Camillo Cacace e di Francesco Antonio de Caro (zio materno del committente), posti sulle pareti laterali, sono opera di Andrea Bolgi (1653), allievo del Bernini.

statua di Vittoria de Caro e busto di Giovanni Camillo Cacace (Andrea Bolgi - 1653)
statua di Giuseppe de Caro e busto di Francesco Antonio de Caro (Andrea Bolgi - 1653)
La cappella prende il nome dal dipinto della Madonna che porge la coroncina del Rosario a S.Domenico da Guzman (o Madonna del Rosario) di Luca Giordano, custodita oggi nel Museo di Capodimonte.

Madonna del Rosario (Luca Giordano - 1657)
La pala è stata sostituita dalla Madonna del Rosario di Massimo Stanzione.

Madonna del Rosario (Massimo Stanzione)
L'altare è coronato da 15 quadretti su rame con Storie della Passione di Cristo e della Vergine, realizzati da due collaboratori di Massimo Stanzione.

quadretti intorno alla pala d'altare: Storie della Passione di Cristo e della Vergine (collaboratori di Massimo Stanzione)
Gli affreschi seicenteschi della volta raffiguranti l'Assunzione della Vergine sono opera di Niccolò De Simone.
Dello stesso artista l'esecuzione dei pennacchi: Sant'Anna, S.Gioacchino, S.Giuseppe e S.Giovanni Battista, e dei riquadri delle lunette: l'Incontro S.Francesco e S.Domenico e Visione di Cristo e S.Francesco e S.Domenico sorreggono la Chiesa.

affreschi della volta della Cappella Cacace-de Caro (Niccolò De Simone)
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La quarta cappella è la Cappella di S.Rocco.

Cappella di S.Rocco
stemma della famiglia Rocco e della famiglia Carafa della Spina
Sull'altare si trova una grande cona in terracotta, originariamente dipinta e dorata, realizzata nella seconda metà del Quattrocento da un artista emiliano o lombardo.
Per simulare il marmo, fu ricoperta nel secolo scorso da stucco, ora rimosso.

cona d'altare (artista emiliano o lombardo - XV sec.)
particolare della cona d'altare: Gesù Morto sorretto da un angelo tra la Madonna e Giovanni l'Evangelista (artista emiliano o lombardo - XV sec.)
particolare della cona d'altare: Vergine in Trono col Bambino mentre sta in venerazione di angeli / S.Rocco / Santo (artista emiliano o lombardo - XV sec.)
Sotto la cona sono rimasti lacerti di affreschi trecenteschi della decorazione originale delle basilica: un Pastore tra le pecore e le capre e Pastori che accorrono ad adorare Gesù nella grotta di Betlemme.

lacerti di affreschi trecenteschi: Pastore tra le pecore e le capre /Pastori che accorrono ad adorare Gesù nella grotta di Betlemme
Per questa cappella Alfonso I d'Aragona commissionò a Colantonio del Fiore il polittico che raffigurava al centro S.Francesco nell'atto di consegnare la regola ai suoi frati e alle Clarisse le sue raccomandazioni e S.Gerolamo nello studio (le due opere sono conservate oggi al Museo di Capodimonte), e sui pilastrini laterali figure di Frati francescani (oggi perdute).

S.Francesco nell'atto di consegnare la regola ai suoi frati e alle Clarisse le sue raccomandazioni
   (Colantonio del Fiore - 1444/1445 - Museo di Capodimonte)
S.Gerolamo nello studio (Colantonio del Fiore - 1444/1445 - Museo di Capodimonte)
Le pareti laterali della cappella ospitano tombe della famiglia Rocco, realizzate da Romolo Balsimelli.

Monumento funebre di Giovanni Antonio Rocco e della moglie Livia Pisanelli (Romolo Balsimelli)
Monumento funebre di Decio Rocco e della moglie Camilla Carafa (Romolo Balsimelli)
Gli affreschi seicenteschi della volta sono stati attribuiti a Niccolò De Simone.

affreschi della volta (Niccolò De Simone)
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La quinta cappella è la Cappella del Crocifisso (già dedicata a S.Stefano e poi all'Ecce Homo).

Cappella del Crocifisso
Ecce Homo
 La cappella fu di patronato della famiglia Manso dal 1620.

lastra pavimentale con lo stemma della famiglia Manso
Sulla parete laterale destra della cappella si trova il Monumento funebre di Giovanna Regolana e Antonio Manso (età aragonese).

Monumento funebre di Giovanna Regolana e Antonio Manso (monumento trecentesco riadattato)
Antonio Manso fu amico di Federico d'Aragona, citato nell' "Ode all'Amicizia" di Torquato Tasso, cofondatore dell'Accademia degli Oziosi e amico del poeta Johan Milton.
Sulla parete laterale sinistra invece si trova il rinascimentale Monumento funebre di Giambattista Manso e della moglie Laura Manso.

Monumento funebre di Giambattista Manso e della moglie Laura Manso
Onofrio o Andrea de Lione hanno forse realizzato gli affreschi alle pareti della Deposizione e Seppellimento di Cristo.

Deposizione (Onofrio o Andrea di Lione)
Seppellimento di Cristo (Onofrio o Andrea di Lione)
Gli affreschi della volta sono opera di Luigi Rodriguez.

volta della cappella (Luigi Rodriguez)
Proviene da questa cappella il Crocifisso ligneo intagliato e dipinto conservato oggi nel Museo dell'Opera di S.Lorenzo.

Crocifisso ligneo (autore ignoto napoletano - 1330/1340 - Museo dell'Opera di S.Lorenzo)
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La sesta cappella è la Cappella della SS.Annunziata (già dedicata a S.Matteo).

Cappella della SS:Annunziata
Nella parete di fondo si trova una nicchietta trilobata, adibita a conservare l'acqua benedetta, affiancata da affreschi trecenteschi.

nicchietta trilobata e lacerti di affreschi trecenteschi
nicchietta trilobata con affresco trecentesco
affresco trecentesco di una Natività






















Sulle pareti laterali trovano posto monumenti funebri cinquecenteschi e seicenteschi.

a destra: Monumento funebre di Giovanni Antonio Palmieri
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Nella settima cappella trova posto il Monumento funebre di Alberico Bacio Terracina, cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta.

settima cappella destra
Monumento funebre di Alberico Bacio Terracina (1490)
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L'ottava cappella conserva una nicchietta trilobata in parte affrescata.

ottava cappella destra
Sulla stessa parete di fondo è murata la lapide funeraria di Bartolomeo Agricola, sacerdote dell'Ordine dei Minori Conventuali che morì nel convento della basilica nel 1621.

nicchietta trilobata e affrescata /lapide funeraria di Bartolomeo Agricola (1621)
Sulle pareti della cappella vi sono alcuni dipinti di Santi dell'ordine francescano.

S.Giuseppe da Copertino
S.Bonaventura da Potenza





















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Tra l'ottava cappella e il passaggio per il chiostro si trova un pulpito del XVI secolo.

pulpito (XVI sec.)
Sui fianchi del pulpito sono raffigurati gli stemmi nobiliari della famiglia che commissionò il pulpito e l'altare sottostante.
 
fianco destro pulpito (XVI sec.) con stemma nobiliare
fianco sinistro del pulpito (XVI sec.) con stemma nobiliare
dedica dell'altare posto sotto il pulpito
Sul fronte del pulpito si trova un rilievo che raffigura S.Caterina d'Alessandria davanti al tiranno Massimino.

fronte del pulpito (XVI sec.): S.Caterina d'Alessandria davanti al tiranno Massimino
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Attraversando un grandioso arco trionfale si giunge quindi al transetto destro, dove vi sono elementi decorativi di varie epoche e stili.

parte del transetto destro (parete sinistra e parete di fondo)
parte del transetto destro (parete destra)
Sulle pareti laterali sono rimasti lacerti di affreschi di un ciclo di Storie mariane realizzato intorno al 1300 da Montano d'Arezzo: una Natività e la Morte della Vergine.

Natività (Montano d'Arezzo - 1300 ca.)
Morte della Vergine (Montano d'Arezzo - 1300 ca.)
Sulla parete destra, sotto la Natività, fu posizionato accanto ad una colonnina con capitello a fogliame, il Monumento funebre di Ludovico Caracciolo (1335), che racchiude anche le spoglie del figlio Giannotto e del nipote Antonello del guerriero napoletano (che morirono di peste nel 1347).

Monumento funebre di Ludovico Caracciolo (1335) / colonnina
Le due cariatidi che sostengono il monumento raffigurano la Giustizia e la Carità.

particolare del Monumento funebre di Ludovico Caracciolo (1335): Giustizia e Carità
Sono anche raffigurati Giannotto con i suoi due figli presentati alla Vergine da S.Antonio Abate e S.Giovanni Battista.
Sui lati della tomba sono stati rappresenta S.Francesco d'Assisi e S.Caterina d'Alessandria.

Giannotto con i suoi due figli presentati alla Vergine da S.Antonio Abate e S.Giovanni Battista
Sullo stesso lato è posta la Tomba della famiglia Cecinello che racchiude le spoglie del figlio e del nipote di Giovanna Montalto.
Sul monumento sono raffigurati Carlo Tucci Cicinielli e il figlio omonimo.

Tomba della famiglia Cecinello
Segue sulla parete di fondo un altorilievo con la Madonna, Bambino e Angeli realizzato da Giovanni da Nola  nel 1530 circa, che faceva parte un tempo dell'altare maggiore.

Madonna, Bambino e Angeli (Giovanni da Nola - 1530 ca.)
Sulla stessa parete si trovano il Sepolcro di Alessandro Favilla e Buffardo Cicinelli che data 1404, e il seicentesco altare di S.Francesco.

Sepolcro di Alessandro Favilla e Buffardo Cicinelli (1404)
Sepolcro di Alessandro Favilla e Buffardo Cicinelli (1404)
parte laterale del Sepolcro di Alessandro Favilla e Buffardo Cicinelli (1404): stemma della famiglia Cicinelli
altare del transetto destro
altare seicentesco del transetto destro
Alla sinistra dell'altare vi è il Monumento funebre di Giovanni Angelo Pisanello (1560), giureconsulto e ambasciatore presso Clemente VII.
Il monumento fu eretto per volere dei figli Claudio e Andrea.

Monumento funebre di Giovanni Angelo Pisanello (1560)
Sotto il pavimento del transetto sono state ritrovate parti della pavimentazione musiva del diaconicon, ambiente di servizio della basilica paleocristiana di VI secolo, dove venivano conservati i paramenti sacri e i messali.

transetto destro: pavimento musivo del diaconicon della basilica paleocristiana di VI secolo
transetto destro: pavimento musivo del diaconicon della basilica paleocristiana di VI secolo
transetto destro: pavimento musivo del diaconicon della basilica paleocristiana di VI secolo
Il mosaico, con tessere in pasta vitrea, pietra e terracotta, è di gusto orientale e bizantino.
Altri frammenti del pavimento musivo sono conservati nel Museo dell'Opera di S.Lorenzo.

frammento musivo del diaconicon della basilica paleocristiana di S.Lorenzo (Museo dell'Opera di S.Lorenzo)
frammento musivo del diaconicon della basilica paleocristiana di S.Lorenzo (Museo dell'Opera di S.Lorenzo)
frammento musivo del diaconicon della basilica paleocristiana di S.Lorenzo (Museo dell'Opera di S.Lorenzo)
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Si è giunti ora nella zona absidale e presbiterale, la prima parte della basilica eretta in epoca medievale da maestranze francesi.

presbiterio e abside della basilica
Nell'area del presbiterio si trova l'altare maggiore opera di Giovanni da Nola (1530 ca.), con le statue di S.Lorenzo, Sant'Antonio e S.Francesco.

area presbiterale
Nei pannelli sottostanti sono raffigurati il Martirio di S.Lorenzo, il Miracolo di Sant'Antonio che parla ai pesci e il Miracolo di S.Francesco che parla al lupo.
Le scene dei pannelli sono ambientate a Napoli, con vedute della città che risultano tra le più antiche:  Porta Capuana e la Chiesa di S.Giovanni a Carbonara (pannello di S.Francesco), la Certosa di S.Martino, il Maschio Angioino, Castel Sant'Elmo, Porta Nolana e il Porto.

altare maggiore (visto dal deambulacro)
altare maggiore: S.Lorenzo, S.Francesco e Sant'Antonio /Martirio di S.Lorenzo, Miracolo di S.Francesco che parla al lupo, Miracolo di Sant'Antonio che parla ai pesci (Giovanni da Nola - 1530 ca.)
L'ambone trecentesco presenta su un fondo musivo le figure degli Apostoli.

ambone con Apostoli (XIV sec.)
L'abside del XIII secolo è opera di un architetto francese.
Nelle pareti dell'abside si aprono sette bifore, due trifore e un rosone.

rosone, bifore e trifore della zona absidale
Nel lato interno è costituita da dieci pilastri polistili, uniti tra loro da un parapetto, e circondati da un deambulacro con volte a crociera, lungo il quale si aprono nove cappelle di pianta poligonale, tranne la prima e l'ultima del deambulacro che sono a pianta quadrata.

volta ad ombrello, bifora e trifora dell'abside

Nel primo intercolumnio destro dell'abside si trova il Monumento funebre di Caterina d'Austria, prima moglie del duca Carlo di Calabria e nuora di Roberto d'Angiò.
Il monumento fu la prima opera realizzata a Napoli da Tino da Camaino. 

Monumento funebre di Caterina d'Austria (Tino da Camaino - 1324) visto dal presbiterio
Monumento funebre di Caterina d'Austria (Tino da Camaino - 1324) visto dal deambulacro
Il monumento, decorato con luccicanti tessere policrome, consta di un tabernacolo con quattro colonne tortili poggianti su leoni che azzannano un grifone, un'antilope, una pecora e un ariete.
Fungono da cariatidi che sorreggono il sarcofago le figure della Carità (che accoglie due bambini bisognosi) e della Speranza (che regge una fronda).

particolare del Monumento funebre di Caterina d'Austria (Tino da Camaino - 1324): Speranza /leone 
particolare del Monumento funebre di Caterina d'Austria (Tino da Camaino - 1324): la Carità /leoni 
 Decorano la cassa medaglioni scolpiti: S.Francesco, Sant'Antonio e S.Chiara su un fronte, Gesù, la Madonna e S.Giovanni Evangelista sull'altro fronte; sui lati corti sono invece raffigurati S.Lorenzo e il Padre Eterno.
Affiancano la statua di Caterina d'Austria giacente quattro statue: S.Caterina d'Alessandria e S.Elisabetta d'Ungheria, S.Paolo e S.Ludovico d'Angiò (zio del marito della defunta).

particolare del Monumento funebre di Caterina d'Austria (Tino da Camaiano - 1324): S.Francesco, Sant'Antonio e S.Chiara
particolare del Monumento funebre di Caterina d'Austria (Tino da Camaino - 1324): Gesù, la Madonna e S.Giovanni Evangelista / statue di S.Caterina d'Alessandria e S.Elisabetta d'Ungheria
Sotto al baldacchino del monumento si trova un mosaico nel quale è raffigurato Gesù in trono adorato da un Angelo e dalla principessa Caterina.

mosaico del Monumento funebre di Caterina d'Austria (Tino da Camaino - 1324): Gesù in trono adorato da un Angelo e dalla principessa Caterina
Nella parte esterna del baldacchino si trova raffigurato S.Francesco che riceve le stimmate.

particolare del Monumento funebre di Caterina d'Austria (Tino da Camaino - 1324): S.Francesco che riceve le stimmate
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Nella prima cappella del deambulacro è la Cappella di S.Maria Maddalena.

Nella cappella si trova il il Sepolcro del giureconsulto Aniello Arcamone, opera di Antonino De Marco (1513).
Gli affreschi di questa cappella con Storie della Maddalena sono del Maestro delle Storie della Maddalena.
In questa cappella si trova il passaggio che conduce alla Sagrestia cinquecentesca.
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Nel pavimento della seconda cappella radiale, la Cappella della Purità, si trova la lastra tombale di Giulio Cesare Giannattasio.

Cappella della Purità
lastra tombale di Giulio Cesare Giannattasio (1622)
Proviene da questa cappella la Madonna orante custodita nel Museo dell'Opera di S.Lorenzo.

Madonna orante (autore ignoto - XVI sec. - Museo dell'Opera di S.Lorenzo )
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La terza cappella è la Cappella della Trasfigurazione del Signore.

Cappella della trasfigurazione del Signore
Sulla parete della cappella, che conserva una gotica nicchia trilobata, oltre a due rilievi marmorei vi è affissa una lapide che raffigura a disegno il Beato Donato delle Marche, un frate francescano morto nel Convento di S.Lorenzo all'inizio del 1300.

lastra tombale del Beato Donato delle Marche (inizi 1300)
Sul pavimento si trova la lastra tombale di Giovan Battista Villani (1557).

lastra tombale di Giovan Battista Villani (1557)
Da questa cappella provengono la tela della Trasfigurazione di Marco Pino da Siena e la statua in marmo della Madonna col Bambino conservata oggi nel Museo dell'Opera di S.Lorenzo.

Trasfigurazione (Marco Pino da Siena - 1615)
Madonna col Bambino ( autore ignoto napoletano - XV sec. -  Museo dell'Opera di S.Lorenzo)
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La quarta cappella è la Cappella di S.Giuliano.

Cappella di S.Giuliano
Provengono da questa cappella la lastra tombale di Giovanni e Giacomo Barrile e una coppia di leoncini in marmo conservati oggi nel Museo dell'Opera di S.Lorenzo.

coppia di leoncini (autore ignoto napoletano - XIV sec.)
lastra tombale di Giovanni e Giacomo Barrile (autore ignoto napoletano - XIV sec. - Museo dell'Opera di S.Lorenzo)
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La quinta cappella è la Cappella di S.Maria della Pietà.

Cappella di S.Maria della Pietà
Sulla parete sinistra della cappella vi è la Tomba di Paolo Puderico e della moglie Brachetta Cicinelli.

Tomba di Paolo Puderico e di Brachetta Cicinelli (1480)
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La sesta cappella è la Cappella dei Santi Pietro e Paolo (già Cappella di S.Maria degli Angeli).
Questa cappella fu di patronato dei Barrile di cui qui si conservano due lastre tombali di membri della famiglia, sulle quali sono raffigurati in medaglioni S.Giovanni Battista, S.Caterina d'Alessandria, un Santo vescovo, S.Francesco d'Assisi.

lastre tombali famiglia Barrile
Sono qui presenti gli affreschi trecenteschi della basilica che si sono meglio conservati.
Sulle pareti è stato affrescato dal Maestro di Giovanni Barrile (collaboratore di Giotto) un ciclo con Storie della Vergine (1333/1334).

Storie della Vergine (Maestro di Giovanni Barrile - 133/1334)
Storie della Vergine (Maestro di Giovanni Barrile - 1333/1334)
La volta è decorata con dieci medaglioni che contengono raffigurati dieci Santi.

volta della cappella con medaglioni con Santi
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La settima cappella è la Cappella della Beata Vergine e l'ottava cappella è la Cappella del Santissimo Salvatore, tutte e due spoglie.
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La nona cappella è la Cappella di S.Nicola di Bari.

In questa cappella ha trovato posto sulla parete sinistra il Monumento funebre di Leone Folliero (XVI secolo), in cui è stato raffigurato il giureconsulto insieme al padre Scipione.

Monumento funebre di Leone Foliero (XVI sec.)
Sull'altra parete si trova la Tomba di Maria di Durazzo, primogenita di re Carlo III di Durazzo, morta quando aveva solo tre anni (1371).
Sui fianchi della cassa sono stati scolpiti i gigli della famiglia angioina con i quali i Durazzo erano imparentati, mentre sul fronte la principessina è rappresentata tra due angeli.

Tomba di Maria di Durazzo (1371)
In questa cappella trovava posto un tempo la lastra tombale di Giovanni Caputo conservata oggi nel Museo dell'Opera di S.Lorenzo.

lastra tombale di Giovanni Caputo (XV sec.)
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Usciti da deambulacro si visita il braccio sinistro del transetto.
Fu Margherita di Durazzo a far erigere in quest'area della basilica i sepolcri del padre Carlo, della figlia Maria e della sorella Giovanna.

Qui, sulla parete sinistra si trova il Sepolcro di Roberto d'Artois e di Giovanna di Durazzo (1399).

Sepolcro di Roberto d'Artois e di Giovanna di Durazzo (1399)
cariatidi del Sepolcro di Roberto d'Artois e di Giovanna di Durazzo (1399)
cassa del Sepolcro di Roberto d'Artois e di Giovanna di Durazzo (1399)
giacente del Sepolcro di Roberto d'Artois e di Giovanna di Durazzo (1399)
Sulla parete destra invece ha trovato posto il Sepolcro di Carlo di Durazzo (1348), strangolato ad Anversa.

Sepolcro di Carlo di Durazzo (1348)

La parete di fondo del transetto sinistro si apre con un ampio arco a tutto sesto, il Cappellone di Sant'Antonio, opera barocca di Cosimo Fanzago (1638).
I marmi di rivestimento del cappellone furono acquistati per la Certosa di S.Martino: dopo le liti tra i certosini e Cosimo Fanzago, furono qui riciclati.

transetto sinistro con il Cappellone di Sant'Antonio
Sull'altare ha trovato posto una tavola a fondo d'oro che raffigura Sant'Antonio e gli angeli di Leonardo di Besonzo (1438).

Sant'Antonio e gli angeli (Leonardo di Besonzo - 1438).
Alcuni studiosi pensano che nel Cappellone di Sant'Antonio fosse collocata la pala d'altare di Simone Martini S.Ludovico di Tolosa incorona il fratello Roberto d'Angiò (1317), commissionata da Roberto d'Angiò.

S.Ludovico di Tolosa incorona il fratello Roberto d'Angiò (Simone Martini - 1317 - Museo di Capodimonte)
La cerimonia storica dell'incoronazione si svolse a Lione nel 1309 e fu celebrata da papa Clemente V, ma Ludovico d'Angiò (futuro vescovo di Tolosa), che aveva rinunciato al trono a favore del fratello Roberto, venne ordinato diacono e poi sacerdote nella Basilica di S.Lorenzo Maggiore (1296).
Altri studiosi pensano invece che la pala fosse posta sempre nella prossimità dell'abside, forse nell'VIII cappella destra della navata.
La pala dopo essere stata conservata a Real Museo Borbonico fu poi spostata nel Museo di Capodimonte dove tutt'ora è esposta.

Ai lati dell'altare si trovano su due finte porte due tele di Francesco De Maria raffiguranti l'Assunta (a destra) e il Redentore (a sinistra).

Redentore (Francesco De Maria - metà XVII sec.)
Redentore (Francesco De Maria - metà XVII sec.)


Assunta (Francesco De Maria - metà XVII sec.)

Assunta (Francesco De Maria - metà XVII sec.)
Di Mattia Preti sono invece la Madonna col Bambino e Sante francescane e il Crocifisso adorato da S.Francesco (1660), poste sulle pareti laterali del cappellone.

sulla parete destra: Madonna col Bambino e Sante francescane (Mattia Presti - 1660)
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Nel pavimento di quest'area della basilica si possono vedere, protetti da lastre di vetro, i resti della pavimentazione musiva della prothesis, ambiente di servizio dell'antica basilica paleocristiana di VI secolo, dove venivano conservati gli oggetti sacri.

transetto sinistro: pavimento musivo della prothesis della basilica paleocristiana di VI secolo
transetto sinistro: pavimento musivo della prothesis della basilica paleocristiana di VI secolo
transetto sinistro: pavimento musivo della prothesis della basilica paleocristiana di VI secolo
Si possono quindi visitare le cappelle del lato sinistro della navata.

cappelle del lato sinistro della navata e Cappellone di Sant'Antonio (transetto sinistro)
cappelle lato sinistro della navata
Sulla parete destra dell'ottava cappella (Cappela Pisanelli) si trova il Sepolcro di Vito Pisanelli (1528), segretario e consigliere di Federico d'Aragona, realizzato da Romolo Balsimelli.
Sulla parete sinistra invece vi è il Sepolcro di Giacomo Pisanelli (1514), zio vescovo di Vito Pisanelli.

Sepolcro di Vito Pisanelli (1528)
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La settima cappella è la Cappella di S.Lucia (già dedicata a S.Michele).

Cappella di S.Lucia
E' posto sull'altare di questa cappella un Crocifisso seicentesco di autore ignoto.

Crocifisso (autore ignoto del '600) e affresco con Vergine e S.Giovanni Evangelista ( Belisario Corenzio o Onofrio del Leone)
Dietro al Crocifisso vi è un affresco di Belisario Corenzio o Onofrio del Leone, che ritrae la Vergine e S.Giovanni Evangelista.
L'affresco era prima del 1950 posto nella Cappella Manso (quinta cappella del lato destro).

E' posto sotto l'affresco citato un affresco più piccolo con Cristo con calice, ostia e palme.

Cristo con calice, ostia e palme
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Nella sesta cappella é collocata una teca che custodisce un Presepe con Re Magi.

Presepe con Re Magi
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Al posto della quinta cappella vi è un corridoio che conduce all'uscita laterale della chiesa su Via dei Tribunali.

corridoio dell'uscita laterale della basilica con acquasantiera cinquecentesca
Lungo il corridoio vi sono due sepolcri: il Monumento funebre di Giacomo Rocco di Francesco da Milano e il Monumento funebre di Giovan Maria Puderico, vescovo di Taranto, attribuito a Giovan Tommaso Malvito (1529).

Monumento funebre di Giacomo Rocco (Francesco da Milano)
Monumento funebre di Giovan Maria Puderico (attr.Giovan Tommaso Malvito - 1525)
Provenivano da questo passaggio anche un'Assunzione ed Evangelisti attribuita a Pompeo Landolfo e una Madonna di Loreto.

Assunzione ed Evangelisti (attr.Pompeo Landolfo - 1595/1609)
Madonna di Loreto (autore ignoto - XVI/XVII sec.)
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La quarta cappella è la Cappella dei Re Magi.

Cappella dei Re Magi
Sull'altare è posta l'Adorazione dei Magi di Marco dal Pino (1551/1568) per la Chiesa del Gesù Vecchio.

Adorazione dei Magi (Marco del Pino - 1551/1568)
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La terza cappella è la Cappella della Famiglia Pignone.

Cappella della famiglia Pignone
Sull'altare si trova la pala del XV secolo di Angiolillo Artuccio che rappresenta i cinque protomartiri francescani uccisi in Marocco il 16 gennaio 1220: Fra' Berardo suddiacono, tra Ottone sacerdote e i conversi Pietro, Accursio, Adiuto.

Fra' Berardo suddiacono, tra Ottone sacerdote e i conversi Pietro, Accursio, Adiuto (Angiolillo Artuccio - XV sec.)
Sulle pareti si trovano sepolcri della famiglia Pignone: il Monumento funebre di Giovanni Francesco Pignone e il Monumento funebre di Benedetto Pignone.

Monumento funebre di Giovanni Francesco Pignone
Monumento funebre di Benedetto Pignone (1420)
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La seconda cappella è la Cappella dell'Immacolata (Cappella Buonaiuto), un ambiente barocco formato dalla fusione di due cappelle.

Cappella dell'Immacolata
Sull'altare in marmi policromi di Giorgio Marmorano si trova il dipinto di Paolo Finoglia l'Immacolata.

Altare (Giorgio Marmorano) / Immacolata (Paolo Finoglia)
particolare dell'altare (Giorgio Marmorano)
Immacolata (Paolo Finoglia)
Sulle pareti si trovano tombe del XVII secolo.

Monumento funebre di Francesco Antonio Buonaiuto
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La prima cappella è la Cappella dell'Angelo Custode, ed era il patronato della famiglia Carmignano.

Cappella dell'Angelo Custode
Anche questa cappella ha mantenuto il suo aspetto barocco.
Sull'altare si trova una tela che raffigura l'Angelo Custode, opera di Francesco De Mura.

Angelo Custode (Francesco De Mura)
Lungo le pareti laterali si trovano i sepolcri della famiglia Carmignano (XIV/XVIII secolo): il Monumento di Rainaldo Carmignano è attribuito a Giovanni da Nola.

Monumento funebre di Francesco Maria Carmignano (1597)
Monumento funebre di Rainaldo Carmignano (XVI sec.)
Monumento funebre di Camillo Carmignano (1597)
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La controfacciata si è mantenuta in stile barocco.

controfacciata della Basilica di S.Lorenzo Maggiore
A destra dell'ingresso si trova il Monumento di Giambattista Della Porta, filosofo, scienziato e commediografo.
Sul portale d'ingresso si trova rappresentata l'Allegoria francescana con papa Sisto V, opera di Francesco Curia (XVI secolo).


CURIOSITÀ: Giovanni Boccaccio all'età di ventitré anni, durante il suo ottavo anno di dimora a Napoli, la mattina del 30 marzo 1336 (un Sabato Santo), incontrò nella Basilica di S.Lorenzo Maggiore la sua musa ispiratrice, Fiammetta, forse identificabile con Maria d'Aquino, figlia naturale di Roberto d'Angiò, già sposata ad un nobiluomo napoletano.
Come citato nel "Filocolo" (romanzo di Boccaccio in prosa in lingua volgare), si pensa che quest'incontro avvenne in "un bel tempio in Partenope", identificabile con la Basilica di S.Lorenzo Maggiore.
La figura di Fiammetta compare anche nell' "Elegia Madonna Fiammetta", nel "Filostrato", nel "Ninfale Fiesolano"e nell' "Amorosa Visione".


http://www.laneapolissotterrata.it/it/services/basilica-di-san-lorenzo-maggiore/
Orari:9.30/17.30
Costo: entrata in basilica GRATIS

CONCLUSIONI
La Basilica di S.Lorenzo Maggiore è un misto di gotico francese e francescano, fatta eccezione per le poche cappelle barocche lasciate come testimonianza della sua evoluzione stilistica settecentesca.
La basilica attesta la rinascita della città avvenuta sotto gli Angioini.
Interessante è però visitare anche l'adiacente convento (che in alcuni ambienti occupati dal Museo dell'Opera di S.Lorenzo Maggiore espone i reperti legati all'evoluzione stilistica della basilica), così come visitare la zona archeologica sottostante il sito, con le sue antiche testimonianze greche e romane.