sabato 28 settembre 2019

Vicenza: la Loggia del Capitaniato


Un'altra delle opere di Andrea Palladio realizzate a Vicenza entrata nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco nel 1994 è la Loggia del Capitaniato.

Loggia del Capitaniato affacciata su Piazza dei Signori
L'edificio è posto sul lato Nord-Ovest della principale piazza della città, Piazza dei Signori, di fronte alla Basilica Palladiana, altro capolavoro del grande architetto, la cui realizzazione iniziò vent'anni prima di quella della Loggia del Capitaniato.

Loggia del Capitaniato vista da una serliana della Basilica Palladiana
L'attuale edificio prese il posto di quello tardo medievale già residenza dal 1374 del Capitanio di Vicenza.
Dopo l'annessione di Vicenza a Venezia (1404) l'edificio ("Lodia Magna"), doveva ospitare il Capitanio veneziano.

Chi era il Capitanio veneziano?
Era la massima autorità veneziana a Vicenza, il responsabile dell'attività economica e militare della città, il comandante delle truppe della "provincia", che comprendevano le Cernide (milizie territoriali) e i militari di linea.
Era affiancato dal Podestà che curava invece la parte civile e giudiziaria di Vicenza.
Capitanio e Podestà erano chiamati Rettori.
Nel 1509 le truppe della Lega di Cambrais avevano apportato danni alla costruzione, che perciò aveva bisogno di un restauro e di un abbellimento, apportati da Giovanni da Pedemuro.
Nel 1565 Andrea Palladio lavorò al progetto di ricostruzione, che venne messo in opera tra il 1571 e il 1572.

modellino della Loggia del Capitaniato (Palladio Museum)
facciata su Contrà del Monte, ipotetica pianta e modanature della Loggia del Capitaniato
Il contributo finanziario venne messo a disposizione dal Capitanio Giambatista Bernardo.
A testimoniarlo rimane l'iscrizione sulla trabeazione dei due fronti della Loggia:
"JO.BAPTISTAE BERNARDO PRAEFECTO".
iscrizione sulla trabeazione della Loggia del Capitaniato
E' per questo che la Loggia del Capitaniato viene anche detta Loggia Bernarda.

La facciata su Piazza dei Signori è di ordine gigante: quattro semicolonne in mattoni con capitelli compositi inquadrano sia il pian terreno ad arcate che le aperture del piano nobile.

facciata della Loggia del Capitaniato su Piazza dei Signori
Si presenta suddivisa in due livelli e termina con un falso attico.

Al piano terra vi è una loggia a tre arcate a tutto sesto rivolte verso la piazza, aperta anche sui lati.
La loggia, chiusa da una cancellata in ferro, presenta un complesso sistema di volte.
Sono qui sotto conservate lapidi in ricordo dei caduti di guerra.

Al piano superiore, il piano nobile, si trova un unico grande salone, chiamato Sala Bernarda, accessibile dal retrostante Palazzo Trissino, sede del Municipio.

livello superiore della facciata su Piazza dei Signori e finto attico
Attualmente la Loggia del Capitaniato è infatti la sede del Consiglio Comunale.
L'illuminazione di questo grande spazio è assicurata da tre aperture con balconcini balaustrati retti da modiglioni (mensole scolpite), e dalle aperture del falso attico.
Il soffitto cassettonato è decorato da nove dipinti di Giovanni Antonio Fasolo (1572), morto proprio qui cadendo da un'impalcatura.
Alle pareti vi sono affreschi cinquecenteschi provenienti dalla Villa dei da Porto di Torri di Quartesolo.

A decorare questa facciata vi sono figure che versano acqua, a simboleggiare Fiumi.

sopra le arcate vi sono figure che versano acqua (Fiumi)
La facciata su Contrà del Monte si presenta quasi come un quadro celebrativo, un arco trionfale che celebra la vittoria navale a Lepanto di Venezia contro i Turchi (7 ottobre 1571). 
In questa sanguinosa battaglia morirono 7500 cristiani di cui 4700 erano veneti, guidati da Sebastiano Venier e Agostino Barbarigo.
Furono elargiti dalla nobiltà vicentina 12.000 ducati e i sette comuni di Asiago fornirono il legno per costruire due navi, "L'Huomo Marino" (comandata da Giacomo Trissino) e "La Torre di Vicenza" (comandata da Ludovico Porto).
Questa facciata è divisa in due livelli.

facciata della Loggia del Capitaniato su Contrà del Monte
L'ordine inferiore è composto da un'arcata inquadrata da semicolonne in mattoni accoppiate con capitelli compositi, montate su plinti di pietra d'Istria.

Il livello superiore presenta invece una serliana: un'apertura centrale e nicchie laterali con statue.
La ricca decorazione con bassorilievi in stucco e statue allegoriche in pietra d'Istria è stata realizzata da Lorenzo Rubini.

livello superiore della facciata su Contrà del Monte
Le due statue del livello inferiore hanno alla base due scritte in latino:
in una è scritto:
"PALMAM GENUERE CARINAE" ("Le navi determinano la vittoria")
raffigurando la Dea della Vittoria Navale.

Dea della Vittoria Navale
Sull'altra base è scritto:
"BELLI SECURA QUIESCO" ("Riposo al sicuro dalla guerra")
raffigurando la Dea della Pace.

Dea della Pace
Al livello superiore vi sono invece quattro statue, le due più esterne più grandi di quelle interne.
Raffigurano la Virtù, la Fede, la Pietà e l'Onore, senza le quali non si possono ottenere la Vittoria e la Pace.

angolo tra le due facciate della Loggia del Capitaniato
bassorilievo con le armi dei nemici e statua dell'Onore (Lorenzo Rubini)
stemma della città di Vicenza
La Loggia del Capitaniato è un'opera di Palladio incompiuta.
Infatti per mancanza di fondi la sua costruzione s'interruppe nel 1572 quando erano state realizzate solo tre arcate della facciata prospiciente la Piazza dei Signori.
La questione su quante arcate fossero state progettate dal Palladio non è stata ancora chiarita, in quanto non si sono conservati disegni autografi dell'architetto sulla Loggia e né la Loggia compare nei suoi "Quattro Libri dell'Architettura".
Si ipotizza che sarebbero state cinque o sette.

Nel 1926 si pensò di completare la costruzione e per questo nel 1932 si demolirono le case adiacenti.
L'idea di costruire in epoca fascista due arcate accanto alle tre già esistenti venne però fermata per l'opposizione di alcuni intellettuali: Gabriele D'Annunzio, Margherita Sarfatti, Giovanni Muzio e Ugo Ojetti.
Orfeo Rossato nel 1936 realizzò un edificio più arretrato dell'antico edificio e sopraelevato rispetto alla piazza, creando così uno spazio aperto.  

sistemazione finale della Loggia del Capitaniato
La Loggia del Capitaniato è solo visitabile esternamente.

Loggia del Capitaniato by night


CONCLUSIONE
La Loggia del Capitaniato è l'espressione del potere della Repubblica della Serenissima.
E' considerata un'opera manieristica del Palladio, in contrapposizione al classicismo espresso dalla Basilica Palladiana che si trova proprio di fronte.
Si pensava che Palladio avesse volutamente lasciato a vista i mattoni ("quadrelli"), ma vi sono residui d'intonaco bianco che fanno pensare che invece fossero rivestiti.
La Loggia del Capitaniato è uno dei monumenti che arricchiscono il patrimonio artistico cittadino, uno dei gioielli che il grande architetto ha lasciato in una città famosa per la sua arte orafa.

  

mercoledì 18 settembre 2019

Palazzo Chiericati a Vicenza


All'estremità orientale di Corso Palladio, l'arteria principale di Vicenza, sorge Palazzo Chiericati.

Questo sito, entrato insieme alle altre opere palladiane di Vicenza nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco nel 1994, è un altro capolavoro rinascimentale che ha realizzato questo grande architetto in città.

Il palazzo fu commissionato nel 1549 all'architetto dal conte Girolamo Chiericati, uno di coloro che avevano sostenuto il progetto del Palladio per la Basilica.

Il conte Chiericati aveva ereditato nel 1546 alcune vecchie case all'estremità Est della città, sotto le mura medievali.
Queste case affacciavano su Piazza dell'Isola (oggi Piazza Matteotti), così chiamata perché era circondata su due lati dai due fiumi che lambivano la città, il Retrone e il Bacchiglione, che qui confluivano.
Era il porto fluviale della città, dove si svolgeva il mercato del legname e del bestiame.

plastico di Vicenza all'epoca della costruzione di Palazzo Chiericati (Palladio Museum)
Andrea Palladio, per la collocazione che aveva la proprietà dei Chiericati, a metà strada tra la campagna e la città,  progettò un edificio che avesse insieme le caratteristiche di palazzo urbano e di villa.

modellino di Palazzo Chiericati (Palladio Museum)
Per limitare i problemi delle frequenti inondazioni dei due fiumi, e per separare l'edificio dagli animali del mercato, Palladio decise di innalzare il palazzo su un podio, accessibile tramite una scalinata nella parte centrale della facciata principale rivolta verso il corso d'acqua.

facciata di Palazzo Chiericati
Lungo tutta la facciata, al livello inferiore corre un portico colonnato di ordine tuscanico, con trabeazione con fregio classico a metope e triglifi alternati.

I soffitti a cassettoni del portico e della loggia superiore sono stati realizzati nel 1838.

Per mancanza di spazio, il conte Chiericati chiese ed ottenne dal Comune di poter usufruire dei cinque metri davanti alla sua proprietà per la costruzione del porticato, in cambio della disponibilità pubblica dello stesso.

parte centrale della facciata e scalinata di Palazzo Chiericati
Il livello superiore della facciata era invece di ordine ionico con trabeazione con fregio continuo.
Era costituita da due logge laterali e da una parte centrale piena, scandita da semicolonne in cinque campate con finestre ad edicola, dai timpani alternativamente triangolari o curviformi, sormontati da piccole aperture dell'attico.

Le logge laterali sono architravate e dotate di balaustra, come le porte finestre.

Il palazzo è coronato da pinnacoli e statue realizzate in pietra tenera di Vicenza nel XVII e XVIII secolo, ma che non erano previste nei disegni del Palladio.

coronamento del Palazzo Chiericati con statue e pinnacoli
coronamento del Palazzo Chiericati con statue e pinnacoli
coronamento del Palazzo Chiericati con statue e pinnacoli
La pianta del palazzo segue la tipologia adottata per le ville: un corpo centrale con due ali simmetriche leggermente arretrate.

pianta del piano terra di Palazzo Chiericati
L'Atrio biabsidato centrale è fiancheggiato da due nuclei di tre stanze, ognuno con una scala di servizio a chiocciola.

una scala a chiocciola
Nella parte posteriore del palazzo si trova un cortile rettangolare, la cui ala occidentale fu realizzata nell'Ottocento.
Nella parte centrale del fronte prospiciente il cortile si trova una loggia di ordine tuscanico al piano terra e ionico al piano nobile, fiancheggiata ai lati da settori murari piani con piccole aperture.

loggia del piano nobile che affaccia sul cortile
Ai lati della loggia posteriore del palazzo si trovano le scale monumentali.

scala monumentale
Nel piano interrato erano state create le cucine, le cantine e gli ambienti riservati alla servitù.

Nel 1557 il cantiere del palazzo si dovette arrestare per la morte di Girolamo Chiericati.
Delle 11 campate previste dal progetto erano state costruite solo le 4 campate verso Sud.
Palazzo Chiericati rimase così incompiuto per più di un secolo, fino alla fine del Seicento.
Venne completato seguendo il progetto originale forse da Carlo e Giacomo Borella. 

Dopo la morte di Gerolamo Chiericati, il figlio Valerio si occupò solamente della decorazione degli interni.

Al piano terra, dopo aver sostato nell'Atrio biabsidato dove si trova la biglietteria, s'inizia il percorso di visita.

Atrio biabsidato (lato verso l'ala seicentesca)
Atrio biabsidato (lato verso l'ala cinquecentesca)
Alla sinistra dell'Atrio si entra nell'ala Sud del palazzo e il primo ambiente è chiamato Sala del Firmamento.

Sala del Firmamento
La sala è stata affrescata da Domenico Brusasorzi, mentre gli stucchi sono stati realizzati da Bartolomeo Ridolfi e le grottesche da Eliodoro Forbicini.

Al centro della volta della sala sono rappresentati Fetonte alla guida del carro del Sole inseguito da Diana con il carro della Luna.

Fetonte guida il carro del Sole inseguito da Diana con il carro della Luna (Domenico Brusasorzi)
particolare del riquadro centrale della volta: Fetonte guida il carro del Sole  (Domenico Brusasorzi)
particolare del riquadro centrale della volta: Diana con il carro della Luna (Domenico Brusasorzi)
Nei cassettoni sono raffigurati i segni zodiacali, con le costellazioni all'epoca note. 
Nei riquadri più piccoli sono raffigurate rappresentazioni classiche tratte da monete antiche, greche e romane, dipinte a monocromo.

cassettonato: segni zodiacali e rappresentazioni classiche
cassettonato: segni zodiacali e rappresentazioni classiche
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La sala seguente è chiamata Sala del Concilio degli Dei.

soffitto della Sala del Concilio degli Dei (Battista Zelotti)
Quest'ambiente è stato decorato con affreschi da Battista Zelotti e con stucchi bianchi e dorati da Bartolomeo Ridolfi.

Nel riquadro centrale sono raffigurati su nuvole rosa Giove, Giunone, Nettuno e Cibele.

riquadro centrale del soffitto: Giove, Giunone, Nettuno e Cibele
Nei medaglioni retti da Putti sono invece raffigurati a monocromo episodi della Storia di Io, mentre nelle lunette sono state rappresentate divinità dell'Olimpo e personificazioni fluviali.

monocromo del soffitto con episodio della Storia di Io
lunette con personificazioni fluviali
lunette con divinità dell'Olimpo
Il pavimento in cotto di questa sala ricalca la partitura che gli stucchi tracciano sul soffitto.

pavimento della Sala del Concilio degli Dei
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Segue la Sala d'Ercole.

volta della Sala d'Ercole
Domenico Brusasorzi ha forse decorato ad affresco la volta con la raffigurazione delle Fatiche d'Ercole, ma l'attribuzione dell'opera è ancora incerta, mentre gli stucchi sono opera di Bartolomeo Ridolfi e le grottesche di Eliodoro Forbicini. 

riquadro centrale della volta della Sala d'Ercole: Ercole e la moglie Megara (Domenico Brusasorzi)
Fatiche d'Ercole: Ercole in culla uccide i due serpenti (Domenico Brusasorzi)
Fatiche d'Ercole: la cattura del cinghiale di Erimanto (Domenico Brusasorzi)
Fatiche d'Ercole: la dispersione degli uccelli del lago Stinfalo (Domenico Brusasorzi)
Fatiche d'Ercole: cattura del Toro di Creta (Domenico Brusasorzi)
Fatiche d'Ercole: conquista della cintura d'Ippolita (Domenico Brusasorzi)
Fatiche d'Ercole: cattura dei buoi di Gerione (Domenico Brusasorzi)
Fatiche d'Ercole: l'uccisione dell'Idra di Lerna (Domenico Brusasorzi)
Fatiche d'Ercole: il rapimento delle cavalle di Diomede (Domenico Brusasorzi)
grottesche della volta della Sala d'Ercole (Eliodoro Forbicini)
grottesche della volta della Sala d'Ercole (Eliodoro Forbicini)
grottesche della volta della Sala d'Ercole (Eliodoro Forbicini)
 Il piano terra dell'ala Nord del palazzo è adibito a mostre temporanee.

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Al piano nobile, nell'ala cinquecentesca del palazzo, si visita la Stanza delle Allegorie.
La travatura decorata del soffitto ligneo è sorretta da un cornicione aggettante.

Stanza delle Allegorie
La sala, affrescata da Domenico Bruzasorzi, presenta un fregio solo su tre pareti: la decorazione sul lato meridionale è andata perduta nell'Ottocento.
Nei nove riquadri sono raffigurate le Virtù civili e Putti allegorici.

fregio della Sala delle Allegorie: Virtù civili e Putti (Domenico Brusasorzi)
fregio della Sala delle Allegorie: Virtù civili e Putti (Domenico Brusasorzi)
fregio della Sala delle Allegorie: Virtù civili e Putti (Domenico Brusasorzi)
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Un'altra sala visitabile di quest'ala è la Stanza delle Virtù militari.

Stanza delle Virtù militari
Il fregio con battaglie e trionfi che corre lungo la parte alta delle pareti, deriva dalla Colonna Traiana (che celebra la vittoriosa campagna di Traiano contro i Daci), e risente dell'influenza dei Trionfi mantegnaschi.

fregio monocromo della Stanza delle Virtù militari (attr.Battista Franco)
fregio monocromo della Stanza delle Virtù militari (attr.Battista Franco)
La decorazione (attribuita a Battista Franco), è riferita alla vocazione militare di alcuni membri della famiglia Chiericati.

particolare del fregio monocromo della Stanza delle Virtù militari: personificazione del fiume Danubio (attr.Battista Franco)
particolare del fregio monocromo della Stanza delle Virtù militari: l'imperatore Traiano (attr.Battista Franco)
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Tra l'ala cinquecentesca e l'ala seicentesca del piano nobile del palazzo si trova la cosiddetta Sala Grande.

Sala Grande
L'ambiente centrale e il più ampio del piano nobile (rispetto al sottostante Atrio biabsidato occupa la parte di porticato prospiciente a questo), era il fulcro delle attività sociali dei proprietari.
Qui vennero festeggiati matrimoni e rappresentati spettacoli teatrali.
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 Dell'ala seicentesca del palazzo fa parte la stanza quadrata chiamata Stanza di Apollo e delle Muse.
 
Stanza di Apollo e le Muse
Il soffitto è diviso in cinque comparti geometrici, profilati in stucco da foglie e bacche di lauro legate da fasce dorate, opera di maestranze valsoldesi.
Nei comparti sono poste tele che esaltano il mecenatismo della famiglia Chiericati, opere attribuibili a Pietro Bartolomeo Cittadella.

Nel medaglione centrale è raffigurato Apollo circondato da cinque Muse.

Apollo e le Muse (attr. Pietro Bartolomeo Cittadella)
Anche negli altri quattro comparti sono dipinte Muse.

Musa (attr. Pietro Bartolomeo Cittadella)
Musa (attr. Pietro Bartolomeo Cittadella)
Musa (attr. Pietro Bartolomeo Cittadella)
Musa (attr. Pietro Bartolomeo Cittadella)
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La Stanza dell'Apoteosi dei Chiericati, comunicante con la scala a chiocciola e con soffitto ribassato.

soffitto della Stanza dell'Apoteosi dei Chiericati
Maestranze valsoldesi hanno realizzato sul soffitto le volute in stucco bianco che incorniciano le tele di Cristoforo Menarola che glorificano i Chiericati e il completamento del palazzo.

Nel comparto centrale è stata dipinta in alto una figura femminile con capo turrito (forse Vicenza), nell'atto di indicare con una mano un trono vuoto, mentre nell'altra tiene un serpente che morde se stesso (simbolo di eternità).

comparto centrale del soffitto della Stanza dell'Apoteosi dei Chiericati
A sinistra è raffigurato Apollo che stilla gocce di luce sulla fronte di una giovane che è cinta in vita dallo stemma Chiericati.

La figura in basso, raffigurata con in una mano lo specchio avvolto da un serpente, e nell'altra lo scettro, è la Prudenza, che dialoga in silenzio con la Forza, ritratta con lo scudo e affiancata da un leone.

CURIOSITÀ: nello scudo della Forza si trova raffigurato Palazzo Chiericati terminato e con il coronamento delle statue realizzate nel Seicento.

particolare dello scudo che riflette Palazzo Chiericati
Sono raffigurati anche tre Angeli in volo: uno getta monete, un altro reca una corona d'alloro, mentre il terzo mantiene in equilibrio una bilancia.

Nei quattro riquadri che circondano la tela centrale sono stati dipinte la Temperanza, l'Astronomia, la Forza virile e il Tempo.

Virtù: la Temperanza
Virtù: la Forza virile
La visita del palazzo termina nel sottotetto.

ambiente del sottotetto
ambiente del sottotetto
Attualmente dal percorso di visita è esclusa per restauri l'ala ottocentesca, e al momento della nostra visita erano chiusi anche i sotterranei del palazzo, adibiti a mostre temporanee.
Palazzo Chiericati fu acquisito dal Comune nel 1839 e dal 1855 è sede delle Civiche Collezioni d'arte e della Pinacoteca civica...ma delle opere d'arte qui esposte vi parlerò in un post a loro dedicato.

www.museicivicivicenza.it/it/mcp/palazzo_chiericati.php
Orari:  martedì/domenica    settembre/giugno     9.00/17.00
                                             luglio/agosto          10.00/18.00
Costo: 7€
Consiglio la  MUSEUM CARD  15€   valida 7 giorni
(TEATRO OLIMPICO + MUSEO CIVICO-PINACOTECA PALAZZO CHIERICATI + TEMPIO DI S.CORONA + MUSEO NATURALISTICO ARCHEOLOGICO + PALLADIO MUSEUM + GALLERIE D'ITALIA - PALAZZO LEONI MONTANARI + MUSEO DIOCESANO + MUSEO DEL RISORGIMENTO E DELLA RESISTENZA)

CONCLUSIONI
Palazzo Chiericati, posto a pochi passi dal Teatro Olimpico, è il più scenografico dei palazzi progettati da Palladio a Vicenza.
Per poter comprendere l'ispirazione progettuale di Palladio bisognerebbe immaginarsi di essere all'epoca della sua realizzazione nelle logge e da qui poter gettare lo sguardo verso la campagna che circondava Vicenza, pur trovandosi in un palazzo di città.
Un palazzo anomalo e per questo molto interessante.