sabato 25 aprile 2020

Treviso: la Loggia dei Cavalieri


Nel centro di Treviso, poco lontana dai Palazzi del Comune, all'incrocio tra il decumano e il cardo massimo della città romana di Tarvisium (dove probabilmente si trovava l'antico Foro), dove nel medioevo passava la Strada Regia, si trova la Loggia dei Cavalieri.

Loggia dei Cavalieri
Questa particolare costruzione, che costituisce un unicum in Europa, veniva denominata nel medioevo "Lobia o Loggia Militum".
Durante il periodo del Libero Comune di fede guelfa rappresentò il simbolo cittadino dell'aristocrazia, formata appunto dai "Cavalieri" (milites), uomini armati in proprio della nobiltà cavalleresca dai quali la loggia ha preso il nome.

modellino della Loggia dei Cavalieri (Antonio Carlini - Museo Civico di S.Caterina)
Era una sorta di "club" ante litteram, dove i nobili si ritrovavano, s'intrattenevano a conversare o a giocare a scacchi.
L'epoca dell'erezione dell'edificio è incerta: sotto il cornicione appare un'iscrizione in cui è riportata  una data da attribuire o alla costruzione o alla decorazione pittorica.
Se la data si riferisce alla costruzione, la loggia venne edificata sotto la podesteria di Giacomo (o Andrea) da Perugia nel 1276/1277, una parentesi comunale tra le signorie dei Da Romano e dei Da Camino.

La loggia è un esempio di romanico trevigiano influenzato dall'architettura bizantina veneziana.
E' un unico vano ed ha una pianta trapezoidale.
E' stata costruita in laterizio e in parte intonacata.
Poggia su uno zoccolo con gradone in pietra.

Loggia dei Cavalieri by night
Il lato Nord-Ovest è compatto, mentre sugli altri tre lati la loggia è aperta da cinque arcate a sesto acuto sorrette da esili pilastrini in pietra viva a sezione quadrangolare, poggianti su un basso parapetto interrotto nelle arcate laterali e centrali.
I pilastrini hanno capitelli a piramide tronca rovesciata liscia con collarino.

interno della Loggia dei Cavalieri by night
pilastrini delle arcate
La loggia è coperta da un tetto a padiglione piramidale, a quattro falde.
Una struttura lignea formata da travi sorregge la copertura in coppi.

modellino della struttura di copertura della Loggia dei Cavalieri (Antonio Carlini - Museo Civico di S.Caterina)
Il peso del tetto è scaricato in maggior parte su un'unica colonna posta in posizione centrale.
La colonna, metà in granito violetto e il resto in pietra d'Istria, è posta su un triplice dado in pietra e mattoni e presenta un capitello a piramide tronca con angoli smussati.

colonna centrale della loggia e copertura in travi di legno
base della colonna centrale della loggia
Un apparato cromatico vivace e decorativo, costituito da motivi vegetali, geometrici e figurativi, ricopriva l'intera costruzione, internamente ed esternamente, su tutte le superfici, intonacate e lignee.

Sono presenti due fasi di affreschi sovrapposti: la prima (1276/1277) prevalentemente a motivi geometrici-vegetali e di vita cortese, la seconda (1313/1314) con teorie di cavalieri armati al galoppo (sull'esterno della loggia) e con scene della guerra di Troia tratte dal "Roman de Troie" (all'interno).
Nella decorazione all'interno dell'edificio, come le strisce di un fumetto o di un cartone animato, i Greci escono da Sparta e s'imbarcano su galeoni.
Le imbarcazioni affrontano il mare e giungono a Troia dove sbarcano con i loro cavalli e iniziano a combattere.
Ma i cavalieri hanno la caratteristica di indossare abiti e armature medievali.

decorazione pittorica dell'interno della Loggia dei Cavalieri
decorazione pittorica dell'esterno della loggia e dell'intradosso delle arcate
decorazione esterna: teoria di cavalieri armati al galoppo / decorazione arcate: motivi geometrici-floreali
riproduzione dell'affresco del fregio meridionale interno della Loggia dei Cavalieri (Carlo Linzi - Museo Civico di S.Caterina)
riproduzione di affreschi della Loggia dei Cavalieri (Carlo Linzi - Museo Civico di S.Caterina)
riproduzione di affreschi della Loggia dei Cavalieri (Carlo Linzi - Museo Civico di S.Caterina)
La loggia perse la sua originaria funzione con la presa della città da parte di Venezia (13 dicembre 1388).
Già a partire dal Quattrocento la loggia fu trasformata in un magazzino: vennero tamponate le arcate o chiuse con porte.
Nel 1550 circa venne costruita al suo interno una casa.
Inoltre le vennero addossati altri edifici.

tamponature delle arcate della loggia
tamponature di alcune arcate (Carlo Linzi - Museo Civico di S.Caterina)
Divenne un deposito di legname e una rivendita di casse da morto.
Nel 1889 divenne proprietà del Comune.

Alla fine del XIX secolo rischiò di essere demolita per far posto ad una ,e poi anche dopo il bombardamento del 1944.

Nel 1922 vennero poi abbattuti gli edifici limitrofi per creare le attuali piazze attigue.
Venne restaurata negli anni '80 del secolo scorso.
Nel 2013 sono stati scoperti nell'intradosso delle volte alcuni altri affreschi.

Oggi è divenuto uno spazio usato per mercatini di libri antichi, mostre, convegni, rassegne musicali
 

CONCLUSIONE
La Loggia dei Cavalieri è una dei simboli di Treviso.
Posta al centro dell'antico e del moderno centro storico della città, è stata sempre un punto d'incontro dei cittadini, inizialmente solo per un ristretto numero che costituiva l'élite di Treviso, poi di tutti.


lunedì 20 aprile 2020

Treviso: "città dipinta"


Treviso, come altre città del Veneto (Venezia, Padova, Verona, Feltre, Castelfranco, Belluno..), è definita "Urbs picta", ovvero "la città dipinta".

Questo lo deve alle numerose facciate di edifici pubblici, palazzi nobili, case di famiglie in vista e sottoportici che furono decorati ad affresco, e in alcuni casi a graffito, dal Trecento al Cinquecento.

Sono stati contati più di 600 edifici affrescati dal XIII al XXI secolo.
Nel centro storico della città se ne trovano 477.
L'uomo in ogni parte del mondo ha decorato la sua abitazione sin dall'antichità per ragioni estetiche, per motivi di distinzione, ma anche per manifestare i suoi ideali religiosi, politici e culturali.
Nel Duecento, con l'istituzione del Libero Comune (1164 con diploma di Federico Barbarossa che permetteva anche di erigere mura difensive e case con portici), Treviso avvia un rinnovamento edilizio: le case fino a quell'epoca costruite in legno, vengono realizzate da quel momento in laterizio.
Questo materiale però doveva essere ricoperto di intonaco per poter essere protetto meglio.
E su questo strato protettivo vennero realizzate decorazione ad affresco.
L'affresco, tecnica che vede l'applicazione di colore su intonaci ancora freschi, era diffusa già in epoca romana.
Veniva prima steso sul muro un "rinzaffo", ovvero uno strato di intonaco grezzo costituito da calce e sabbia a grana grossa, poi steso un "arriccio", uno strato d'intonaco più fine.
Successivamente con del carboncino veniva fatto l'abbozzo del disegno entro riquadri, e poi una "sinopia", ovvero un disegno definitivo a punta di pennello mediante terra rossa.
Oppure con la tecnica dello "spolvero" si faceva passare la polvere di carboncino sull'intonaco fresco attraverso un foglio di carta bucherellato lungo i contorni del disegno preparatorio.
Veniva poi steso l' "intonachino", un terzo strato sottile d'intonaco dove veniva ripetuto il disegno e poi steso il colore.

Nel Rinascimento invece il disegno preparatorio veniva fatto su cartoni e il contorno del disegno impresso su l'intonaco fresco mediante la pressione con stili.

Il nero era un colore ricavato da radici di vite carbonizzate, il colore bianco, detto Sangiovanni, si otteneva dalla calce spenta carbonizzata.

A Treviso le case vennero decorate con questa tecnica per ragioni economiche.
L'affresco infatti è una decorazione che si basa su materiali poco costosi: la calce e terre naturali, argille, pietre finemente pestate che diventavano pigmenti.

Nel medioevo (dalla seconda metà del XIII secolo) era molto diffusa la tecnica di tradizione veneziana detta "regalzier" (di derivazione nordica od orientale e già documentata in epoca romana): si coprivano i paramenti esterni degli edifici con un sottilissimo strato di intonaco di calce sul quale veniva disegnata a stilo e tinteggiata una finta cortina.

Dal XIV secolo a questa classica decorazione ad ammattonato rosso con fughe bianche vennero affiancate decorazioni bicrome con i finti laterizi disposti a losanghe.
Le case sembravano coperte da una "tappezzeria", simile ai tessuti che venivano realizzati a Venezia e poi venduti anche nei mercati di Treviso.

Tra il XIV e il XV secolo vennero poi associate al "regalzier" decorazioni floreali, zoomorfe, antropomorfe, geometriche o riproducenti finte lastre marmoree.

decorazione a finte lastre marmoree (portico dell'ex Convento di S.Parisio e S.Cristina)
Sottili bande rosse, bianche, verdi o nere delimitavano le fasce orizzontali sottogronda o che fungevano da marcapiano tre un piano e l'altro dell'edificio.
Queste fasce a volte riproducevano modanature architettoniche od ornati a bassorilievo con girali e racemi monocromi.

Non mancavano naturalmente elementi araldici, soprattutto su edifici pubblici e porte della città: Palazzo Comunale, Loggia dei Cavalieri, Porta S.Tommaso, Porta dei Quaranta.

Porta S.Tommaso (facciata verso la città un tempo dipinta a marmorino)
resti della decorazione a finta tappezzeria su una parete del passaggio pedonale all'interno di Porta S.Tommaso (XVI sec.)
iscrizione e teschio su una parete del passaggio pedonale all'interno di Porta S.Tommaso (XVI sec.)
Porta dei Quaranta (facciata rivolta verso la città con tracce di decorazione pittorica: fascia con racemi e fiori - XVI sec.)
Porta dei Quaranta: decorazione interna con finto zoccolo e finte mensole (XVI sec.)
particolare della decorazione interna della Porta dei Quaranta (XVI sec.)
Molti erano anche i motivi pittorici tratti da cicli di romanzi cavallereschi o d'amor cortese, raccontati da trovatori e giullari: tra questi il "Roman de Troie" dipinto all'interno della Loggia dei Cavalieri, o la "Storia di Otinel" (poema cavalleresco in lingua franco-veneta), dipinta da un pittore veneto su Palazzo Collalto (Via Diaz), oggi conservata nella Pinacoteca dei Musei Civici nell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria.

Loggia dei Cavalieri
decorazione delle murature esterne della Loggia dei Cavalieri: coppie di cavalieri al galoppo (XIV sec.)
interno della Loggia dei Cavalieri
decorazione della muratura interna della Loggia dei Cavalieri: scene di vita cortese (XIII sec.)
i tre registri affrescati con episodi della "Storia di Otinel" (pittore veneto - XIV sec. - da Palazzo Collalto (Via Diaz) - Pinacoteca dei Musei Civici nell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria)
particolare dei tre registri affrescati con episodi della "Storia di Otinel" (pittore veneto -  XIV sec. - da Palazzo Collalto (Via Diaz) - Pinacoteca dei Musei Civici nell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria)
particolare dei tre registri affrescati con episodi della "Storia di Otinel" (pittore veneto - XIV sec. - da Palazzo Collalto (Via Diaz) - Pinacoteca dei Musei Civici nell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria)
particolare dei tre registri affrescati con episodi della "Storia di Otinel" (pittore veneto - XIV sec. - da Palazzo Collalto (Via Diaz) - Pinacoteca dei Musei Civici nell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria)
Stemmi compaiono anche sulle abitazioni delle famiglie in vista della città, sugli edifici ecclesiastici o delle corporazioni cittadine.

Tra i soggetti religiosi troviamo molte Madonne e circa una trentina di raffigurazioni di S.Bernardino da Siena, il frate francescano che passò per Treviso nel 1423,  e del suo simbolo, un'ostia iscritta in un sole a dodici raggi e con le lettere JHS (Jesus Hominum Salvator).

Grandi apparati scenografici vennero realizzati tra il XIV e XVI secolo da artisti come Tiziano Vicellio, Ludovico Fiumicelli, Giovanni Antonio de' Sacchis detto il Pordenone o Ludovico Toeput detto il Pozzoserrato.
Di seguito riporterò qualche immagine di palazzi, case, portici o edifici pubblici che abbiamo fotografato durante la nostra visita.
Naturalmente sono una piccola parte di tutti quelli che si possono trovare nel centro storico di Treviso, ma già rendono l'idea della quantità, varietà e qualità degli affreschi di questa città.
Partendo da Piazza dei Signori, cuore storico della città, bisogna immaginare il Palazzo della Ragione o Palazzo dei Trecento (costruito agli inizi del 1200), un tempo ricoperto da affreschi.

Torre Civica, Palazzo del Comune e Palazzo dei Trecento
Palazzo dei Trecento
Il bombardamento americano del 7 aprile 1944 (durante la seconda guerra mondiale), ha distrutto quasi interamente l'apparato decorativo policromo del palazzo e della vicina Torre Civica, che era decorata con fasce bianche e rosse per ricordare lo stemma comunale di Treviso.

modellino di Palazzo dei Trecento e sue decorazioni (Pinacoteca dei Musei Civici nell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria)
riproduzioni dei disegni della decorazione ad affresco del Palazzo dei Trecento (Pinacoteca dei Musei Civici nell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria): fascia della gronda con scene di caccia, lotte o convegni amorosi e clipei con animali (a sinistra della foto) /
riproduzioni dei disegni della decorazione ad affresco del Palazzo dei Trecento (Pinacoteca dei Musei Civici nell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria): scena di caccia (a sinistra) / ghiera dell'arco con decorazione geometrica o foglie e decorazione a squame bicrome tra la bifora e l'arco (a destra)
I sottarchi dei sottoportici del Palazzo dei Trecento furono decorati con gli stessi elementi decorativi che comparivano nei tessuti venduti dal Trecento sui banchi dei mercanti che qui stazionavano vendendo le loro merci preziose.

a sinistra: portico del Palazzo dei Trecento
sottoportico del Palazzo dei Trecento
decorazione a tappezzeria on animali fantastici (XIII sec.) di un sottarco dei sottoportici del Palazzo dei Trecento
Anche il vicino Portico dei Soffioni (nome che deriva dalla vendita sotto questo portico dei "soffioni", petardi usati nella caccia ai tori con i cani), che unisce il Palazzo dei Trecento al Palazzo del Comune, si possono notare altre decorazioni con soggetti pittorici medievali.

Portico dei Soffioni tra il Palazzo dei Trecento con portico (a sinistra) e il Palazzo del Comune (a destra)
Portico dei Soffioni
soffitto in travature lignee e decorazione a dischi con animali fantastici e figure con draghi (XIII sec.) di un sottarco del Portico dei Soffioni
La facciata del Monte di Pietà che affaccia sulla piazzetta omonima presenta lacerti di decorazione ad affresco a finta "tappezzeria" a trifogli lobati bianchi e rossi.

lacerti di affresco sulla facciata del Monte di Pietà
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Spostandosi sulla Roggia, uno dei canali che attraversano il centro storico della città, su una casa del XV secolo di Via Roggia si può vedere il paramento di carattere gotico giallo e rosso, che ricopriva la facciata, la cappa del camino con mazzetti di cardi e una fascia del sottotetto con fregi e finte tappezzerie.

a sinistra: casa decorata ad affresco di Via Roggia
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Un'altra casa dipinta si trova in Via Roggia 28: su un intonaco rosso spiccano due stemmi (uno è quello di S.Bernardino, l'altro è uno stemma araldico).
E' conosciuta come la casa del boia di Treviso per due alabarde dipinte ai lati della facciata. 

Casa di Via Roggia 28
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Su Via Canova si trova un edificio del XV secolo: la tardo-gotica Casa da Noal.

Casa da Noal
Il suo porticato è formato da cinque archi ogivali su pilastri in laterizio.
Sulla sinistra della facciata, caratterizzata da due bifore con arco polilobato e due monofore polilobate con terrazzino, si trova il portale trilobato.
 
bifore polilobate e monofore polilobate con terrazzino della facciata della Casa de Noal
portale trilobato di Casa de Noal
portico di Casa de Noal
Nel 1944 venne danneggiata gravemente dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale, che distrussero la scala esterna, parte del portico settentrionale e l'ala su Via Canova.
La parte ricostruita è priva di intonaco.
E' sede dal 1938 dei Musei Civici (lapidario).

La decorazione della facciata principalmente rosso, giallo e verde (riscoperta solo nel 1934 sotto uno strato di calce), è a finta tappezzeria a rombi lobati con al centro un fiore gotico.
Nel sottotetto si può ammirare una fascia con nastro composto da foglie a forma di spirale.

bifora con decorazione a tappezzeria e fascia con nastro spiriforme
monofora con terrazzino e decorazione a tappezzeria e fascia con nastro spiriforme
La decorazione comprende anche cornici geometriche e motivi botanici.
Sotto i davanzali furono realizzate finte specchiature marmoree.
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L'adiacente edificio è Casa Robegan.
Era la casa nobiliare del notaio Costantino Robegan.

Casa Robegan
Presenta una facciata dipinta nel 1528 da D.Capriolo con affreschi allegorici.

affreschi allegorici di Casa Robegan (D.Capriolo - 1528)
affreschi allegorici di Casa Robegan (D.Capriolo - 1528)
affreschi allegorici di Casa Robegan (D.Capriolo - 1528)
Sotto le mensole del poggiolo corre un'iscrizione datata settembre 1527:
"TEMPORE PENURIAE BELLI CRUDELISSIMI PESTILENTIAE ACERBISSIMAE".


iscrizione e data sotto il poggiolo di Casa Robegan
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All'angolo di Piazza Duomo sorge Casa Dal Corno risalente al XV secolo.
Due facciate dell'edificio sono dipinte.

Casa Dal Corno
Lo stemma della famiglia Dal Corno, uno scudo azzurro con corno da caccia bianco, è raffigurato sotto il terrazzino della monofora della facciata rivolta verso la piazza.
Presenta bifore trilobate all'interno di cornici dentellate in laterizio modanato.

Il rosso e il giallo sono dominanti nella decorazione della facciata.
Sotto il portico ad archi a sesto acuto si trova ancora un paramento "a tappezzeria" a finti mattoni rossi e bianchi che formano losanghe
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All'angolo tra Via Barberia e Vicolo S.Gregorio si trova Ca' dei Ricchi, un palazzo nobile del '400 in stile gotico, rimaneggiato nel 1500, appartenuto alla famiglia Azzoni Avogadro.

facciata principale della Ca' dei Ricchi
Per un certo periodo ospitò il Collegio dei Nobili e poi il Municipio.
Oggi l'edificio è utilizzato per mostre  di arte moderna, eventi culturali, proiezioni di film, concerti jazz.
La facciata principale è a due piani.
Al pian terreno presenta un portico costituito da sei archi gotici.

Al primo piano si trova una trifora con balaustra a pilastrini e due bifore.
Mostre, colonnine e capitelli sono realizzati in pietra d'Istria.
Elementi in terracotta a forma di conchiglia decorano la cornice di gronda.

Gli affreschi della facciata richiamano le tappezzerie di velluto rosso veneziane di epoca  rinascimentale: cespi di foglie disposte a giglio.

decorazione a tappezzeria veneziana della Ca' dei Ricchi
La decorazione a finti mattoni bicromi richiama il parato del Palazzo Ducale di Venezia.
Gli affreschi ricoprono anche i soffitti e i portici.

fregio con figure fantastiche sopra agli archi del portico della Ca' dei Ricchi
decorazione del portico della Ca' dei Ricchi con finte cornici architettoniche e fregio
Presenta al di sopra degli archi del portico un fregio su fondo giallo con figure fantastiche con coda e ali d'uccello e testa umana.
Anche la curva degli archi è decorata con un fregio a motivi fitomorfi.
I pennacchi degli archi sono decorati con putti.

decorazione del fregio con figure fantastiche, fregio della curva degli archi e pennacchi degli archi con putti
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All'angolo tra Via Manin e Via Castelmenardo si trova la Casa dei Pennacchi, così detta perché creduta erroneamente la dimora dei due fratelli pittori Pier Maria e Girolamo.

Casa dei Pennacchi
 La decorazione del sottotetto della facciata su Via Manin presenza tre ovali in cui sono raffigurati Putti che spingono un grande uccello, giocano con un altro e gettano una palla in bocca ad un mostro.

Sulla facciata erano anche raffigurate figure allegoriche e una scena in cui vi era re Salomone.
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In Vicolo Pescheria si trova il portico dell'ex Convento di S.Parisio e S.Cristina.

portico dell'ex Convento di S.Parisio e S.Cristina
portico dell'ex Convento di S.Parisio e S.Cristina
portico dell'ex Convento di S.Parisio e S.Cristina
Sotto questo stretto portico con volte a crociera e con archi a tutto sesto (corpo laterale del monastero camaldolese), si possono ancora vedere alcune delle tante immagini di Santi e simboli sacri che un tempo decoravano le sue pareti: il beato Parisio con l'iscrizione in cui viene narrata la sua storia, l'emblema dell'Ordine camaldolese (due colombe che bevono al calice eucaristico) con la storia dell'ordine, S.Gregorio Magno, S.Benedetto.

S.Parisio (Francesco Beccaruzzi - XV sec.)
emblema dell'Ordine Camaldolese (Francesco Beccaruzzi - XV sec.)
simbolo di una corporazione: incudine e martello (XV sec.)
particolare delle decorazioni del portico con finta decorazione architettonica (XV sec.)
La facciata presenta una decorazione a finta tappezzeria e il Sole raggiante simbolo di S.Bernardino.
Gli affreschi vennero realizzati nel 1506 da Francesco Beccaruzzi.
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Affaccia sul Cagnan Grande nei pressi dell'Isola della Pescheria la cosiddetta Casa Coghetto ex pertinenza del Convento di S.Parisio e S.Cristina.

ex Convento di S.Parisio e S.Cristina / Casa Coghetto
Partendo dalla parte sinistra della facciata, tra il primo e il secondo piano, si nota all'interno di riquadri una decorazione ad arco lobato con al centro un melograno e alcune specchiature a finto marmo.

Casa Coghetto
Tra due finestre dell'ultimo piano in un riquadro è affrescato il simbolo di S.Bernardino.

simbolo di S.Bernardino / decorazione ad arco lobato e melograno
Nel sottotetto sono stati affrescati fregi con cavalli marini e gigli.
Procedendo verso la parte destra della facciata si notano altre finte tappezzerie bicrome con fiori gotici stilizzati o a rombi lobati (XV secolo).

decorazioni a finte tappezzerie di Casa Coghetto (XVI sec.)
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Dall'altro lato dell'Isola della Pescheria si trova la Casa dei Carraresi, la cui facciata principale si trova su Via Palestro.

Via Palestro: Casa dei Carraresi (a destra) e casa affrescata (a sinistra)
Casa dei Carraresi
Questo edificio prende il nome da uno dei tre stemmi della famiglia dei Da Carrara (un carro con quattro ruote) che si trovavano dipinti in facciata.
Nacque come casa privata (di qualche personaggio della corte ma non dei Carraresi), ma divenne poi l'Osteria della Croce, che soprattutto accoglieva i mercanti provenienti dalla Germania.
Oggi è sede espositiva ed auditorium.
La facciata, che al primo piano presenta una bifora centrale affiancata da due trifore con colonnine in pietra per lato, oggi si presenta con mattoni a vista, ma nel Trecento era sicuramente interamente intonacata e dipinta.

Casa dei Carraresi: bifora e trifore (primo piano) e finestre quadrate e oculi (secondo piano) / in alto a destra tra le finestre quadrate resti dello stemma dei Carraresi
Di fronte alla Casa dei Carraresi sorge un edificio che invece ha mantenuto in gran parte la sua decorazione bicroma a finti mattoni che formano un disegno a losanghe.

a sinistra: Casa affrescata di Via Palestro
Casa affrescata di Via Palestro
a destra: decorazione a finti mattoni a losanghe della Casa affrescata di Via Palestro
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Ai N°5/7/9 di Via S.Nicolò si trova Casa Zanchetta, un edificio del XVI secolo che si è sviluppato su un precedente edificio trecentesco.

Casa Zanchetta
L'edificio si articola su due piani: al pian terreno presenta un portico a tre arcate romaniche, mentre al primo piano è aperto da sei monofore.

Se si osserva la parte alta della facciata si nota una decorazione in stile classico: sul fondo rossastro si staglia l'immagine di un cavallo impennato, e nel fregio del sottotetto coppie di delfini si alternano a racemi.

Casa Zanchetta: fregio con delfini e racemi e cavallo impennato
Casa Zanchetta: fregio con delfini
Nella parte centrale è raffigurato il sole raggiante, simbolo di S.Bernardino, mentre a sinistra una figura femminile.
Nella fascia sotto le finestre corre un fregio con decorazioni con girali e racemi entro riquadri.

decorazione ad affresco di Casa Zanchetta (in alto da sinistra): figura femminile, cavallo impennato e simbolo di S.Bernardino / sotto le finestre: fregio con decorazioni con girali e racemi entro riquadri
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L'adiacente Casa Spineda-Agostini di Via Nicolò 11/13, fu costruita nel XIV secolo.
Più recentemente appartenne, come dice la lapide, al vescovo Domenico Agostini.

decorazione pittorica della casa appartenuta al vescovo Agostini (Via Nicolò 13)
E' un edificio a due piani in laterizio che presenta in facciata tre arcate a tutto sesto.
Anch'essa presenta delle decorazioni pittoriche a partiture geometriche nella parte alta della facciata, con cornici con fiorellini.

Anche le finestre dagli archi acuti sono inquadrate da cornici nelle quali sono stati dipinti girali e racemi.
Sono presenti anche stemmi dei Cattanei da Spineda.
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Sul lato opposto della strada (al N° 18/20 di Via Nicolò), si trova Casa Dall'Oro, affrescata nel 1525 da Girolamo da Treviso il Giovane.
E' scritto sulla facciata in numeri romani, in parte sull'immagine di un re e in parte al riquadro in cui è raffigurato un uomo pensante.

Casa Dall'Oro
particolare della decorazione con Re, data (MD= 1500) e scritta "MENSIS" (= mese)
L'edificio appartenne alla famiglia di orefici Da Rio detti per la loro ricchezza Dall'Oro.
Lo stemma in facciata (due spade bianche su uno scudo azzurro con due stelle) è invece della famiglia Dall'Oro o della famiglia Bellausa, successivi proprietari dell'edificio.

stemma della famiglia Dall'Oro o della famiglia Bellausa
Sotto le finestre corrono due fregi con girali d'acanto, coppe e ovali racchiudenti paesaggi e scene come l'Uccisione di Abele.

fregio superiore: Uccisione di Abele
fregio inferiore: scena di paesaggio
Tra le finestre dell'ultimo piano sono raffigurati Putti.

fregio con Putti della Casa Dall'Oro
Sopra agli archi del pian terreno corre una finta trabeazione con girali d'acanto e coppe.
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Anche su Piazza S.Maria Maggiore e in Via Carlo Alberto si possono trovare case affrescate.

Casa con monofore ad angolo tra Piazza S.Maria Maggiore e Via Carlo Alberto
Casa Ravagnini di Piazza S.Maria Maggiore 4/6 presenta in facciata affreschi dipinti alla fine del '400, attribuiti alla bottega di Pier Maria e Girolamo Pennacchi.

Casa Ravagnini
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Una casa del XV secolo dalla facciata affrescata si trova al N° 43/47 di Via Carlo Alberto.

casa in Via Carlo Alberto 43/47
Presentava una decorazione con specchiature a finto marmo, oggi quasi perduta.
Si conservano invece sotto le finestre del primo piano una fascia a grottesche con Puttini e bucrani bianchi su fondo rosso, e sotto le finestre dell'ultimo piano una fascia con divinità marine in bianco su fondo giallo.
Nei sette riquadri tra le finestre dell'ultimo piano sono stati dipinti Putti che giocano o danzano.

particolare degli affreschi della casa in Via Carlo Alberto 43/47
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Spostandoci sotto ai Portici di Calmaggiore, la Callis Maior, il Cardo Maximus romano, tra le vetrine dei moderni negozi, troviamo più di 15 affreschi devozionali gotici e rinascimentali.

Portico di Calmaggiore
Le immagini sacre sono soprattutto Madonne col Bambino, affiancate a volte da Santi.

CALMAGGIORE 29: Madonna in trono col Bambino tra S.Giovanni Battista e S.Sebastiano (inizi XVI sec. - ambito veneto)
CALMAGGIORE 27 in alto: emblema di S.Bernardino con scritta IHS (Jesus Hominum Salvator) XV sec./ in basso: Madonna col Bambino tra i Santi Antonio e Francesco (XV sec.)
CALMAGGIORE 3: Santo Francesco riceve le stimmate (XV sec.)
CALMAGGIORE 3: Madonna in trono col Bambino tra Santi Girolamo e Giovanni Battista (XV sec.)
sottarchi del portico dipinti
sottarchi del portico dipinti e Madonna col Bambino
Madonna col Bambino
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In Calmaggiore 5/7 si trova un palazzetto del XV secolo in stile gotico veneziano di tre piani su due archi a tutto sesto.


CALMAGGIORE 5/7: palazzetto con decorazione pittorica del XX secolo
Al primo piano della facciata si trovano due coppie di finestre ad arco trilobato unite da un poggiolo, mentre al secondo piano vi è una pentafora con archi trilobi e cornici a dentello in pietra.

La decorazione a finta tappezzeria con riquadri bicromi e la decorazione sottotetto a racemi che caratterizza la facciata è stata realizzata nel XX secolo.
Anche le fasce sopra il primo piano risalgono al XX secolo. 
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L'edificio a quattro piani del XV secolo in Calmaggiore 41 presenta sotto le finestre del secondo piano nobile una decorazione composta da un'aquila ad ali spiegate con Putti e vasi con girali chiusi in riquadri.

CALMAGGIORE 41: edificio decorato da un'aquila e Putti
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Sotto il portico di un edificio in laterizio del XVI secolo in Via XX Settembre 25, si trovano due affreschi: una Madonna in trono col Bambino tra i Santi Rocco e Pietro e un S.Francesco che riceve la stimmate.

palazzo di Via XX Settembre 25
Madonna in trono col Bambino tra Santi Rocco e Pietro (XVI sec.)
S.Francesco riceve le stimmate (XVI sec.)
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All'interno della Galleria della Strada Romana, nel cortile dove si trova la famosa Fontana delle Tette, si trova la facciata di un edificio a tre piani del XV secolo: Palazzo Zignoli il cui ingresso principale si trova nella facciata su Calmaggiore (anch'essa riccamente affrescata ma di cui non posseggo foto).

facciata del cortile di Palazzo Zignoli
Nella fascia del sottotetto è decorato con finti marmi e cartigli incorniciati da finta pietra bianca con faccine scultoree e modanature.
Tra le finestre del primo piano corrono altre fasce orizzontali, tra le quali una con figure grottesche, motivi fitomorfi e paesaggi.
La parte centrale della facciata presenta, sotto lo stemma di S.Bernardino in pietra, un affresco in cui è raffigurato un Putto con cartiglio.

fascia sottotetto con finti marmi /Putto con cartiglio / stemma di S.Bernardino
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In Via Martiri della Libertà 60/62 sorge un palazzetto di origini gotiche, poi rimaneggiato, che presenta nella parte alta della facciata una decorazione ad affresco a finti mattoni, traccia di mormorino bianco, una fascia decorata con foglie ed alcuni archetti decorati.

decorazione gotica del palazzetto gotico in Via Martiri della Libertà 60/62
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Anche alcune facciate di edifici antichi si affacciano su Cagnan Grande.
Dal Ponte della Malvasia si può vedere un palazzetto XIV/XV secolo (con ingresso su Via Trevisi), che è stato decorato nel tempo con fasce in stile gotico a trafori (XIV secolo), nella parte alta con decorazioni in marmorino bianco (XVI secolo), finta tappezzeria a losanghe (XV secolo).

facciata sul Cagnan Grande di un Palazzetto del XIV/XV secolo un tempo affrescato
particolare della facciata di un Palazzetto del XIV/XV secolo(da Ponte della Malvasia)
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Anche affacciandosi da Ponte S.Francesco si notano case dipinte.

facciate di palazzetti affrescati prospicienti il Cagnan Grande presso Ponte S.Francesco
Ad angolo tra Piazza S.Francesco, Ponte S.Francesco e il Cagnan Grande vi è un palazzetto del XV secolo che presenta sulla facciata prospiciente il corso d'acqua una decorazione a finti mattoni rossi, rosa e bianchi disposti a losanghe, finti mattoni che simulano archi

palazzetto sul Cagnan Grande presso Ponte S.Francesco con decorazione a finti mattoni a losanghe e a finti archi
Prospetta con le sue facciate su Piazza S.Francesco e sul Cagnan Grande l'adiacente palazzetto del XV secolo decorato "a regalzier" a finti mattoni, finti stipiti in pietra e cornici a scacchi bianchi e rossi.

palazzetti sul Cagnan con decorazioni "a regalzier"
Segue un altro palazzetto con ingresso in Piazza S.Francesco 6 e affaccio sul canale con decorazione "a regalzier" e un riquadro con tondo e fiori.

Affaccia poco più oltre sul Cagnan e anche su Via S.Parisio 10/14 un edificio trecentesco che ha subito vari rifacimenti.
Si potevano trovare decorazione a marmorino bianco, "a regalzier" a finti mattoni e finta tappezzeria.

edificio trecentesco sul Cagnan
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Guardando dall'altra parte di Ponte S.Francesco si vede Palazzo Rinaldi un palazzetto a quattro piani del XV secolo.

Palazzo Rinaldi
La facciata sul Cagnan, ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, è caratterizzata al piano nobile da una trifora con archi a tutto sesto e parapetto a balaustra.

Al piano terra presenta un portico a cinque archi ogivali.

decorazioni a festoni con Putti acrobati del portico di Palazzo Rinaldi
Sotto al portico corre una decorazione nella quale vi sono numerosi Putti acrobati o intenti in diverse attività, tra festoni di foglie legate con nastri rossi ad anelli.

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Spostandosi invece nei pressi del Ponte Buranelli, s'incontra all'angolo tra Via Campana e il corso Buranelli (che qui prende il nome di Cagnan delle Beccherie), un edificio del XIV o XV secolo a tre piani, con barbacani e una decorazione a finta tappezzeria con finti mattoni bicromi disposti a losanghe. Finti mattoni bicromi formano una finta ghiera intorno agli archi del portico.


edificio affrescato all'angolo tra Via Campana (Ponte Buranelli) e il canale
facciata con decorazioni a finta tappezzeria a losanghe e ghiere a finti mattoni degli archi del portico
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Dall'altra parte del Ponte Buranelli, su Vicolo Buranelli, vi è un edificio del XVI secolo a tre piani, con portico con archi tondi che si affaccia sul Canale dei Buranelli.

Casa sul Canale Buranelli
La facciata dell'edificio presenta una fascia decorativa con Putti e racemi a girali e fasce orizzontali affrescate che simulano cornici modanate.
Gli archi delle finestre e della bifora del primo piano sono inquadrati da finte cornici dipinte.
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Di fronte a questo edificio, sull'altra sponda del canale, sorge un'altra casa del XV secolo.

edificio sul Canale dei Buranelli
La facciata sul canale è dipinta con una finta tappezzeria a disegni geometrici quadrilobati rossi e verdi, al cui interno vi sono dischi bianchi.
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In Piazza S.Vito vi è un edificio costruito tra il XIX e il XX secolo che nella parte alta della facciata presenta una fascia con vasi, racemi, foglie d'acanto, girali, cornucopie con frutta e fiori.

edificio di Piazza S.Vito con decorazione del XX secolo
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Palazzo Catena (a destra) e Casa Bressanin (a sinistra) in Via Manzoni 8/12 costituiscono un unico edificio con portico a sei archi a tutto sesto.

Palazzo Catena e Casa Bressanin
Le loro facciate portano tracce della loro originale decorazione a marmorino e a finti mattoni.
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L'Istituto delle Canossiane in Via Manzoni 15 conserva nel portico ad archi tondi una decorazione del XV secolo a finta tappezzeria, formata da una griglia di palmette quadrifide. 

decorazione a finta tappezzeria dell'Istituto delle Canossiane
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Il portico a tre archi su pilastri in bugnato dell'ottocentesca Casa Mainer che sorge in Via Sant'Agostino 3, presenta una decorazione a riquadri a finti marmi, incorniciati da festoni con fiori e pigne formate da foglie, realizzata nel XIX secolo da Giovanni Battista Canal.

a sinistra: Casa Mainer
portico dell'edificio in Via Sant'Agostino 3
decorazione del portico con specchiature a finti marmi
decorazione del portico con specchiature a finti marmi
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Al N° 46/48 di Via Sant'Agostino si trova Casa Antoniutti, costruita nel XVI secolo.

Casa Antoniutti
La facciata settentrionale presenta una fascia decorativa a grottesche e ovali con figure mitologiche.
Tra i modiglioni del poggiolo della quadrifora centrale sono raffigurate quattro scene con protagonista Ercole.

Gli intradossi degli archi del portico sono decorati con rosoni.
Sotto al portico si trova l'affresco di Madonna col Bambino e S.Giovannino (XVI secolo).

...e proprio di fronte a questa casa (Via Sant'Agostino 77/81) ci è sfuggito Palazzo Rossi, un edificio del XVI secolo affrescato da Ludovico Fiumicelli con scene di divinità, figure mitologiche, stemmi, Putti con animali fantastici, due Telamoni...

Altri frammenti di affreschi staccati da case o chiese li abbiamo trovati nella sala dedicata a Treviso Urbs Picta, posta al primo piano nella Pinacoteca dei Musei Civici dell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria.

Apparizione miracolosa di Cristo Passo (da una casa in Via Martiri della Libertà - XIV sec. - Pinacoteca dei Musei Civici dell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria)
S.Cristoforo e Santo (da una casa in Via Martiri della Libertà - XIV sec. - Pinacoteca dei Musei Civici dell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria)
S.Caterina d'Alessandria e Madonna in trono che allatta (da Casa Tovaglia in Piazza S.Francesco - XIV sec. - Pinacoteca dei Musei Civici dell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria)
Allegoria della Temperanza e Santi (da una casa demolita di Via Municipio - pittore trevigiano - XIV sec. - Pinacoteca dei Musei Civici dell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria)
Scena di udienza reale (da una casa demolita di Via Municipio - XIV sec. - pittore trevigiano - Pinacoteca dei Musei Civici dell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria)
a sinistra: paramento murario a campiture quadrate con elementi vegetali stilizzati entro rombi e cerchi / a destra: Satiro pifferaio (da casa distrutta in Via Municipio - XIII sec. - pittore trevigiano - Pinacoteca dei Musei Civici dell'ex Convento di S.Caterina d'Alessandria)


CONCLUSIONI
A Treviso basta alzare gli occhi e scoprire testimonianze di storia medievale, rinascimentale e più vicina ai nostri giorni: un "museo a cielo aperto".
Per ben otto secoli in modo ininterrotto gli abitanti di Treviso hanno continuato a dipingere le facciate delle loro case, creando a volte dei palinsesti di intonaco con decorazioni.
Purtroppo i bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno distrutto buona parte del patrimonio artistico della città e molti affreschi murali sono andati persi (vennero colpiti l' 81% degli edifici della città).
Durante la nostra visita di Treviso, pur non focalizzandoci solo su queste opere pittoriche, abbiamo fotografato quelle incontrate lungo il nostro cammino, ed ho pensato di riproporvele, ma consiglio chi volesse compiere una visita più attenta, e avere una guida più esperta e dettagliata, di scaricare la APP gratuita IZI TRAVEL che offre tre itinerari a Treviso su questo argomento, o consultare la guida interrattiva che troverete nel link:
https://trevisourbspicta.fbsr.it/#

Il mio come vedrete è solo un assaggio di quello che di bello potrete scoprire in questa città.