lunedì 25 gennaio 2021

Il David di Michelangelo, capolavoro dell'arte mondiale


"...Veramente che questa opera ha tolto il grido a tutte le statue moderne et antiche, o greche o latine che elle si fossero".

Queste furono le parole usate da Giorgio Vasari per descrivere il David scolpito da Michelangelo. E nelle sue Vite Vasari scrisse ancora:

"...Perché in essa sono contorni di gambe bellissime et appiccature e sveltezza di fianchi divine; nè mai più s’è veduto un posamento sì dolce nè grazia che tal cosa pareggi, nè piedi, nè mani, nè testa che a ogni suo membro di bontà d’artificio e di parità, nè di disegno s’accordi tanto. E certo chi vede questa non dee curarsi di vedere altra opera di scultura fatta nei nostri tempi o ne gli altri da qualsivoglia artefice".

Non c'è dubbio, il David di Michelangelo, ideale di bellezza maschile nell'arte, emblema del Rinascimento, simbolo della nuova Repubblica di Firenze, era ed è una delle statue più ammirate e famose nel mondo. 

David (Michelangelo - 1501/1504 - Galleria dell'Accademia)

La sua immagine è in ogni libro della storia dell'arte, è riprodotta su una moltitudine di oggetti diversi, le sue copie si trovano sparse in tutto il mondo, è il protagonista di ogni selfie di coloro che visitano Firenze, e nel prossimo Expo di Dubai rappresenterà l'Italia con una riproduzione perfetta realizzata con la più grande stampante in 3D esistente. 

Era il 1501 e i consoli dell'Arte della Lana e gli operai dell'Opera del Duomo decisero di chiedere al giovane Michelangelo (all'epoca venticinquenne), di scolpire una statua da porre a circa 80m d'altezza su un contrafforte nella zona esterna dell'abside della Cattedrale di S.Maria del Fiore, che avrebbe fatto compagnia ad altre undici statue. 

Da circa quarant'anni giaceva abbandonato un blocco di marmo in parte sbozzato, arrivato a Firenze dalle cave di Fantiscritti a Carrara, prima via mare e poi via Arno. Era un blocco di marmo alto e stretto, di scarsa qualità, che presentava numerosi taroli (fori) e con la tendenza a perdere la coesione dei cristalli di cui era formato. Per questo motivo due artisti, Agostino di Duccio tra il 1463 e il 1464, e poi Antonio Rossellino nel 1476, dopo aver incominciato a scolpirlo, avevano rinunciato a continuare per paura di vedere le loro opere sgretolarsi sotto i colpi dei loro martelli.

Michelangelo invece accettò la sfida di lavorare quella pietra difficile e si mise all'opera nel cortile di quei locali posti vicino alla cattedrale che oggi ospitano il Museo dell'Opera del Duomo.  

"...Fu miracolo, quello di Michelangelo, far risuscitare uno che era morto".
                                                 (Giorgio Vasari)

Il personaggio che venne scolpito dall'artista fu l'eroe biblico David.

David, pastore sedicenne appartenente alla tribù di Giuda, suonatore e scudiero del re d'Israele Saul, fu l'unico uomo che ebbe il coraggio di affrontare da solo il soldato gigante Golia durante la guerra tra il popolo d'Israele e i Filistei. David lo colpì in fronte con un sasso lanciato con la sua fionda e poi decapitò Golia con la stessa spada di cui era armato il  suo nemico.

Le statue che sino a quel momento erano state scolpite effigiando l'eroe biblico, come il David del Verrocchio (commissionato da Piero dei Medici e venduto poi da Lorenzo e Giuliano de' Medici alla Signoria, che lo sistemò all'ingresso della Sala dei Priori a Palazzo Vecchio), il David in bronzo di Donatello (commissionato da Cosimo il Vecchio per Palazzo Medici nel 1440 e poi requisito dalla Signoria che lo pose nel cortile di Palazzo Vecchio) o il David in marmo di Donatello (commissionato dall'Opera del Duomo per fare da pendant ad una statua di Isaia su un contrafforte della Cattedrale, ma acquistato dalla Signoria per essere posto nella Sala dell'Orologio in Palazzo Vecchio), raffiguravano un adolescente nel momento posteriore alla decapitazione di Golia, con la testa del gigante ai loro piedi.

David (Donatello - 1440 - Museo Nazionale del Bargello)

particolare del David: la testa di Golia (Donatello - 1440 - Museo Nazionale del Bargello)

David (Donatello - 1408 - Museo Nazionale del Bargello)

David (Verrocchio - 1466/1469 - Museo Nazionale del Bargello)

Il David di Michelangelo invece rappresenta un giovane uomo dall'aspetto aitante, colto un momento prima del confronto con Golia, in piena concentrazione e tensione emotiva. 

L'impianto della scultura è classico. La posizione dell'eroe è quella a chiasmo (a forma di X), come nelle statue greche, con il peso scaricato sulla gamba destra e il braccio sinistro piegato a stringere la fionda, mentre la gamba sinistra e il braccio destro sono rilassati.

Il David di Michelangelo potrebbe ricordare per la sua postura il Doriforo di Policleto (550 a.C.), di cui si conserva nel Museo Archeologico di Napoli una copia in marmo dell'originale perduto, proveniente dagli scavi della Palestra Sannitica di Pompei. 

Doriforo (copia di anonimo del primo quarto del I sec. d.C. da originale di Policleto - Museo Archeologico di Napoli)

David (Michelangelo - 1501/1504 - Galleria dell'Accademia)

Per la bellezza espressa dal giovane David Michelangelo può essersi ispirato alla statua di S.Giorgio scolpita da Donatello per una nicchia della facciata della Chiesa Orsanmichele (oggi l'originale è al Museo Nazionale del Bargello e in sito è stato sostituito da una copia). 

S.Giorgio (Donatello - 1415/1416 - Museo Nazionale del Bargello)

copia del S.Giorgio di Donatello (ex Chiesa Orsanmichele)

Lo sguardo, un po' accigliato e fiero, esprime una forte carica emotiva e grande determinazione. Le pupille sono state forate da Michelangelo per ottenere giochi di luci e ombre sul viso dell'eroe.

Colpisce la minuziosa resa dei particolari anatomici che anticipano gli studi della meccanica del sistema circolatorio descritta da William Harvey solo nel 1628.

particolare del David

Gli studi scientifici condotti sul David hanno rilevato che Michelangelo raffigurò anche nel collo la vena giugulare che diviene evidente nei momenti di eccitazione.

particolare del David: collo con vena giugulare

Come anche sottolineato in uno scritto dallo stesso artista, sul lato destro della schiena di  David, tra scapola e spina dorsale, manca un muscolo, a causa di un difetto del marmo.

 

particolare del David: mancanza di un muscolo della schiena

La testa e le mani sembrano sproporzionate rispetto al resto del corpo, ma sono state scolpite così perché la statua potesse trasmettere maggior espressività collocata molto in alto, e poi per trasmettere un preciso messaggio: le mani sono lo strumento della ragione, cioè della testa, e per questo più evidenti. 

particolare del David: mano destra

David è nudo perché armato solo della propria virtù e della fede in Dio.

Per poter lavorare indisturbato e lontano dagli occhi dei curiosi, fece costruire un recinto in legno intorno alla sua opera in divenire e vi lavorò per circa tre anni. Il 23 giugno 1503, per la ricorrenza della festa di S.Giovanni, patrono di Firenze, la sua opera fu per la prima volta mostrata in pubblico, suscitando l'ammirazione generale. Ma bisognò ancora aspettare qualche mese per vederla ultimata. 

Si racconta un aneddoto riguardante il giudizio di Pier Soderini a proposito della statua ormai terminata: il gonfaloniere a vita di Firenze chiese a Michelangelo di ritoccare il naso del David per lui venuto troppo grosso. Michelangelo allora raccolse da terra scalpello, mazzuolo e un po' di frammenti e polvere di marmo. Quando fu salito sulla scala Michelangelo fece finta di scalpellare il naso lasciando cadere i frammenti e la polvere di marmo raccolti. Soderini, caduto nel tranello, si mostrò così soddsfatto. 

La bellezza dell'opera e le sue dimensioni portarono ad un ripensamento sul collocamento della scultura e venne presa la decisione di trasformare il gigante di marmo, esempio di lotta e coraggio, da simbolo religioso in simbolo civile. 

Composero la commissione che doveva stabilire la collocazione della statua 28 tra i più illustri artisti dell'epoca: Sandro Botticelli, Davide Ghirlandaio, Leonardo da Vinci, Andrea Sansovino, Filippino Lippi, Pietro Perugino, Lorenzo di Credi, Antonio e Giuliano da Sangallo, Simone del Pollaiolo, Andrea della Robbia, Cosimo Rosselli, Francesco Granacci e Piero di Cosimo...

Vennero proposte diverse collocazioni: il sagrato della Cattedrale di S.Maria del Fiore (Botticelli), la Loggia della Signoria (Antonio da Sangallo e Leonardo da Vinci), l'Arengario di Palazzo Vecchio.

Alla fine vinse il suggerimento di Filippino Lippi e si decise di porla in Piazza della Signoria accanto all'ingresso principale di Palazzo Vecchio, al posto della statua di Giuditta e Oloferne, opera di Donatello (spostata sotto la Loggia della Signoria).

La statua era alta 5,16 m, e superava le 5 tonnellate di peso.

Per evitare che la statua potesse danneggiarsi, venne realizzata un'attrezzatura da Antonio da Sangallo e Baccio d'Agnolo composta da una gabbia in legno appesa ad un argano, fatta scorrere su travi unte di grasso di sego.

Per far uscire la statua dal cortile dove Michelangelo l'aveva scolpita, si dovette rompere il muro sopra la porta d'ingresso.

La statua, fatta uscire dall'edificio dell'Opera del Duomo di notte, venne trasportata dalla Cattedrale alla Piazza della Signoria per quattro giorni trainata da più di 40 uomini. 

Durante la prima notte la statua fu presa a sassate da una fazione di giovani filo-medicei.

Il David divenuto il simbolo della fiera indipendenza dei Fiorentini, il simbolo della nuova Repubblica fiorentina, venne rivolto a Sud-Ovest verso le popolazioni nemiche.

Giunto a destinazione il David venne rifinito da Michelangelo che dipinse in oro il tronco d'albero scolpito dietro la gamba destra per dare più stabilità alla statua e la cinghia della fionda. L'artista aggiunse anche ghiande in ottone con 28 foglie in rame dorato sulla testa (o forse alcuni dicono intorno alla vita).

Mancava una base su cui porre la statua...venne realizzata da Simone del Pollaiolo e Antonio da Sangallo, e l'8 settembre 1504 il David venne finalmente collocato al suo posto.

Michelangelo venne ricompensato con 400 fiorini. L'artista avrebbe dovuto realizzare anche una statua di Ercole da affiancare a quella del David, ma questa statua non venne da lui mai scolpita. La statua di Ercole e Caco venne poi scolpita da Baccio Bandinelli nel 1530/1534.

Ercole e Caco (Baccio Bandinelli - 1530/1534)

Nei suoi più di 500 anni di vita il David ha subito diversi danni.

Nel 1512 venne colpito da un fulmine che provocò una crettatura delle caviglie. Nel 1527 una panca gettata da Palazzo Vecchio da un gruppo di repubblicani che si erano asserragliati nel palazzo durante alcuni tumulti contro il rientro dei Medici in Firenze, colpì il braccio sinistro del David e lo ruppe in tre parti: i pezzi rotti rimasero a terra per tre giorni, dopo di che gli allora giovani Giorgio Vasari e Francesco Salviati li recuperarono e li misero in salvo e così più tardi si poté restaurare la statua. Nel 1813 si ruppe un dito della mano destra. Nel 1843 la statua subì un restauro non troppo ortodosso che le arrecò danni.

Nel 1873 si decise di spostare il David in un luogo più protetto dalle intemperie e si scelse la Galleria dell'Accademia. Per poter sistemare la statua in maniera adeguata si decise di costruire una tribuna con lucernario.

lucernario della tribuna del David

La statua venne ritrasportata per le vie del centro di Firenze. Durante il trasporto la base che era stata realizzata dal pollaiolo e da Antonio da Sangallo venne distrutta. Giunta al suo nuovo luogo di destinazione la statua rimase nella sua cassa per nove anni.

Galleria dell'Accademia

La nuova esposizione del David fu inaugurata infatti nel 1882.

David (visto lateralmente)

David (visto lateralmente)

David (visto da dietro)

La visita al grande capolavoro di Michelangelo è preceduta da un corridoio dove sono state esposte altre opere del maestro: le quattro state non finite dei Prigioni (forse realizzate per la Tomba di Giulio II) e quella del S.Matteo (commissionata per una delle cappelle della tribuna del Duomo di Firenze, ma mai utilizzata).

Prigione detto Schiavo giovane (Michelangelo - 1530/1534 ca.)

Prigione detto Schiavo che si desta (Michelangelo - 1520/1523 ca.)

S.Matteo (Michelangelo - 1505/1506)

Prigione detto Schiavo barbuto (Michelangelo - 1530/1534 ca.)

Prigione detto Atlante (Michelangelo - 1530/1534 ca.)

Altre due statue di Prigioni scolpite da Michelangelo si trovano al Louvre a Parigi: il Prigione Ribelle e il Prigione Morente

Prigione Ribelle (Michelangelo - 1510/1513 - Louvre di Parigi)

Prigione Morente (Michelangelo - 1510/1513 - Louvre di Parigi)

Ma se la Galleria dell'Accademia assicurò alla statua una maggiore protezione contro gli agenti atmosferici, non poté proteggerla dalla mano di un folle che armato di martello nel 1991 danneggiò l'indice del piede sinistro del David.

Nel 1846 si era intanto fatto un calco in gesso per poter realizzare una copia in bronzo da porre in Piazzale Michelangelo insieme alle copie delle statue delle figure allegoriche che lo stessa artista scolpì per le Tombe Medicee.

Copie del David di Michelangelo si trovano in tutto il mondo: una copia in gesso fatta da Clemente Papi (1850) si trova a Londra al Victoria & Albert Museum. Un'altra copia la possiamo trovare a Copenaghen lungo la Langelinie Promedade e una copia ad Anversa al Middelheim Open Air Sculpture Museum

Copie del David si trovano anche in America:

- nel Cimitero di Forest Lawn vicino a Los Angeles (copia in marmo di Carrara e a grandezza naturale) 

- nel casinò Caesar's Palace di Las Vegas

- al Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelphia

- al Fawik Park di Sioux Falls nel Sud Dakota

- nel Delaware Park di Buffalo (Stato di New York) 

- nel Ripley's Believe It or Not! Museum (copia in marmo)

- nel John and Mable Ringling Museum of Art a Sarasota (copia in bronzo).

Ma troviamo anche copie del David in India, in Australia e in Cina.

Nel 1994 ne venne donata una copia a Gerusalemme per celebrare i tre millenni dalla conquista della città da parte di David, ma la raffigurazione del re israelita nudo non venne gradita e si dovette sostituire con una copia del David del Verrocchio, che invece é raffigurato vestito.  

Nel 1910 Luigi Arrighetti realizzò una copia in marmo del David da porre al posto dell'originale accanto all'ingresso di Palazzo Vecchio.

David (Luigi Arrighetti - 1910)

David (Luigi Arrighetti - 1910) e Ercole e Caco (Baccio Bandinelli - 1530/1534)

ATTENZIONE: A causa dell'emergenza del COVID-19 orari e modalità di visita potrebbero subire variazioni. Vi invito a consultare il sito: 

www.galleriaaccademiafirenze.beniculturali.it 

Costo: 8€

CONCLUSIONI                                                                                                                        Penso che queste parole scritte da Giorgio Vasari nella sua opera Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori possano riassumere le doti artistiche di Michelangelo:

"... Il benignissimo Rettore del cielo volse clemente gli occhi alla terra, e veduta la vana infinità di tante fatiche, gli ardentissimi studii senza alcun frutto e la opinione prosuntuosa degli uomini, assai più lontana dal vero che le tenebre dalla luce, per cavarci di tanti errori si dispose mandare in terra uno spirito, che universalmente in ciascheduna arte et in ogni professione fusse abile, operando per sé solo, a mostrare che cosa sia la perfezione dell’arte del disegno nel lineare, distornare, ombrare e lumeggiare, per dare rilèvo alle cose della pittura e con retto giudizio operare nella scultura, e rendere le abitazioni commode e sicure, sane, allegre, proporzionate e ricche di varii ornamenti nell’architettura. …" 

                                                                                  (Giorgio Vasari)

Come non rimanere estasiati davanti ad un capolavoro di tutti i tempi come il David?


lunedì 18 gennaio 2021

Firenze: le statue equestri di Cosimo I e di Ferdinando I de' Medici

 
In due delle più importanti piazze di Firenze si ergono da più di quattrocento anni le statue equestri di due membri della famiglia de' Medici, padre e figlio, che hanno segnato la storia della città: Cosimo I,  il cui monumento equestre è posto in Piazza della Signoria, e Ferdinando I la cui figura a cavallo è al centro di Piazza della Santissima Annunziata.
Che cosa hanno le due statue in comune? 
Sono due statue in bronzo, che oltre ad essere state commissionate entrambe da Ferdinando I de' Medici, sesto figlio maschio di Cosimo I, sono state realizzate dallo stesso artista, il Giambologna.
 
Iniziamo dalla più antica delle due: la Statua Equestre di Cosimo I de' Medici.
Il monumento dedicato all'ultimo duca della Repubblica fiorentina e primo Granduca di Toscana Cosimo I è la prima statua equestre commissionata a Firenze.
 
Statua equestre di Cosimo I de' Medici (Giambologna - 1587)
 
Fu il figlio Ferdinando I de' Medici nel 1587, alcuni anni dopo la morte del padre, a chiederne la realizzazione al Giambologna per celebrare le imprese paterne.
La statua in bronzo di Cosimo I a cavallo si erge su un piedistallo in marmo sul lato Nord di Piazza della Signoria, vicino a Palazzo Vecchio

Statua equestre di Cosimo I de' Medici (Giambologna - 1587)
Sembra che il Giambologna sia stato ispirato dalla Statua equestre del Gattamelata (realizzata da Donatello tra il 1446 e il 1453 e situata in Piazza del Santo a Padova), dal Monumento equestre di Bartolomeo Colleoni (realizzato tra il 1480 e il 1488 da Andrea del Verrocchio, situato in Campo San Zanipolo a Venezia) e per il cavallo dalla Testa di cavallo ellenistica conservata oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

Statua equestre del Gattamelata (Donatello - 1446/1453 - Padova)
 
Monumento equestre di Bartolomeo Colleoni (Andrea del Verrocchio - 1480/1488 - Venezia)
Infatti, dopo l'epoca romana, nessun monumento equestre in bronzo fuso in Europa era sopravvissuto. 

Il cavallo in bronzo è stato fuso in un'unica gittata nel 1591 mentre la statua del granduca venne realizzata nel 1594.

Statua equestre di Cosimo I de' Medici (Giambologna - 1587)
Sul basamento in marmo che funge da piedistallo alla statua equestre sono stati posti tre bassorilievi con episodi della vita di Cosimo I: Il Senato fiorentino rende omaggio al giovane duca Cosimo (l'elezione a duca avvenne nel 1537), L'Entrata trionfale di Cosimo a Siena (avvenuta nel 1555) e Il Conferimento del titolo di Granduca e Pio V che dà a Cosimo le insegne granducali (avvenuto nel 1569).
 
bassorilievo della Statua equestre di Cosimo I de' Medici: Il Senato fiorentino rende omaggio al giovane duca Cosimo

bassorilievo della Statua equestre di Cosimo I de' Medici: L'entrata trionfale di Cosimo a Siena

bassorilievo della Statua equestre di Cosimo I de' Medici: Il conferimento del titolo di Granduca e Pio V che dà a Cosimo le insegne granducali
I bassorilievi sono accompagnati da un cartiglio in latino.
Sul lato Est un'iscrizione latina scolpita nel bronzo celebra le imprese del grand'uomo.
Sono anche presenti le immagini di Capricorni, che rappresentavano Cosimo I come simboli di figura virile, di condottiero e di magnificenza.  
 
cartiglio con iscrizione celebrativa e Capricorno sul piedistallo della Statua equestre di Cosimo I de' Medici
Si racconta che il Gambologna, quando la sua opera fu esposta, fosse nascosto dietro una palizzata per ascoltare le critiche del pubblico e avesse sentito dire a un contadino che al suo cavallo in bronzo mancava la cosiddetta "castagna", una callosità posta nella parte interna delle zampe anteriori dei cavalli, sopra il ginocchio.
L'artista così perfezionò prontamente la sua opera. 

"castagna" della zampa del cavallo della Statua equestre di Cosimo I de' Medici

"castagna" della zampa del cavallo della Statua equestre di Cosimo I de' Medici
 
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La Statua equestre di Ferdinando I de' Medici si trova invece nel centro di Piazza della Santissima Annunziata, in asse con Via dei Servi
 
Statua equestre di Ferdinando I de' Medici (Giambologna e Pietro Tacca - 1602/1607)

Statua equestre di Ferdinando I de' Medici in asse con Via dei Servi

Statua equestre di Ferdinando I de' Medici in asse con Via dei Servi

Il monumento equestre è circondato da gioielli dell'architettura rinascimentale: la Basilica della Santissima Annunziata, lo Spedale degli Innocenti e il Portico del Brunelleschi.
 
Piazza della Santissima Annunziata con Portico del Brunelleschi (a sinistra), la Basilica della Santissima Annunziata (sullo sfondo), lo Spedale degli Innocenti (a destra) e la Statua equestre di Ferdinando I de' Medici

Statua equestre di Ferdinando I de' Medici con lo Spedale degli Innocenti sullo sfondo
L'opera, a grandezza naturale, fu commissionata nel 1601 dal granduca Ferdinando al Giambologna, ed è uno degli ultimi lavori dell'artista.
Il Giambologna fu infatti affiancato dall'allievo Pietro Tacca che completò l'opera dopo la morte del maestro.
 
Statua equestre di Ferdinando I de' Medici in Piazza della Santissima Annunziata
Il modello del monumento fu realizzato nel 1602 e l'opera fu portata a termine nel 1607.
Fu posta nella piazza nel 1608 in occasione delle nozze di Cosimo II (figlio primogenito di Ferdinando I) con Maria Maddalena d'Austria.
 
cartiglio frontale del basamento della Statua equestre di Ferdinando I de' Medici
La statua equestre in bronzo fu realizzata fondendo il bronzo dei cannoni delle galee dei pirati turchi, provenienti dalle vittorie del granduca e prese dai Cavalieri dell'Ordine militare di S.Stefano nella roccaforte algerina di Bona.
 
Sulla cinghia sottopancia dei finimenti del cavallo è infatti riportata la frase:
"DE' METALLI RAPITI AL FERO TRACE"
che i Fiorentini modificavano come
"DE' DENARI RUBATI IN GUERRA E IN PACE".

Inoltre sulla corazza del granduca è raffigurata la croce dell'Ordine S.Stefano, l'ordine cavalleresco istituito da Cosimo I.

I cartigli sul basamento furono realizzati da Pietro Tacca nel 1640.

Sul lato rivolto verso la Basilica della Santissima Annunziata è raffigurato l'impresa araldica di Ferdinando I ideata dall'inventore senese di emblemi Scipione Bargagli: uno sciame d'api, con l'ape regina (che simboleggia il granduca) contornata da cerchi concentrici sfalsati di api operaie (il popolo).

cartiglio sul basamento della Statua equestre di Ferdinando I de' Medici

cartiglio sul basamento della Statua equestre di Ferdinando I de' Medici: le api operaie, l'ape regina e la scritta MAIESTATE TANTUM

Le api sono il prototipo della società perfetta ed equilibrata (un'allegoria del potere fiorentino), e la frase 

"MAIESTATE TANTUM" (= "Soltanto per (la sua) maestà"), 

allude al potere pacifico del granduca che riuscì in questa impresa.

CURIOSITA': Si dice che chi riesce a contare le api, senza toccarle o indicarle, sarà baciato dalla fortuna!

(le api dovrebbero essere 91)

particolare della Statua equestre di Ferdinando I de' Medici
CURIOSITA': Si dice che lo sguardo di Ferdinando I raffigurato nella sua statua equestre sia rivolto verso l'ultima finestra destra dell'ultimo piano della facciata su Piazza della Santissima Annunziata di Palazzo Grifoni: dietro questa finestra vi era l'appartamento di una sua amante...ma questa è solo una fantasia, dato che questa parte del palazzo fu terminata solo nel Settecento.

sguardo di Ferdinando I de' Medici rivolto verso Palazzo Grifoni

Palazzo Grifoni
 
Palazzo Grifoni: finestra verso cui è rivolto lo sguardo di Ferdinando I
Le due fontane con raffigurazioni di mostri marini che affiancano il monumento equestre furono realizzate da Pietro Tacca nel 1629.

fontana di Piazza della Santissima Annunziata (Pietro Tacca - 1629)

Queste due fontane dovevano accompagnare un altro monumento equestre di Ferdinando I realizzato da Giovanni Bandini per una piazza di Livorno, ma non vennero mai spedite: rimasero in Piazza della Santissima Annunziata per volere di Ferdinando II (nipote di Ferdinando I).                                             A Livorno si trovano oggi due copie. 

fontana di Piazza della Santissima Annunziata (Pietro Tacca - 1629)

fontana di Piazza della Santissima Annunziata (Pietro Tacca - 1629)
CURIOSITA': Si dice che i mostri delle fontane abbiano ispirato il film Il Mostro della Laguna Nera, un film horror fantascientifico del 1954.

 

CONCLUSIONI
L'artista fiammingo Jean de Boulogne, ovvero il Giambologna, rimase alla corte dei Medici per 44 anni, dal 1564 al 1608, anno in cui morì.
Il calco del cavallo della Statua equestre di Cosimo I fu utilizzato per la Statua equestre di Enrico IV di Borbone, opera commissionata dalla vedova Maria de' Medici al Giambologna e terminata dall'allievo Pietro Tacca, posta sul Pont Neuf a Parigi, distrutta durante la Rivoluzione nel 1792 e ricostruita nel 1818. 
Così anche la Statua equestre di Filippo III, l'opera del Giambologna regalo del Granduca di Toscana al re di Spagna (posta a Plaza Mayor a Madrid), ricorda la Statua equestre di Cosimo I.
Sempre lo stesso monumento equestre fu d'ispirazione all'allievo Pietro Tacca per la realizzazione della Statua equestre di Filippo IV posta in Plaza de Oriente a Madrid.