mercoledì 25 febbraio 2015

Roma: le chiese del Palatino


Come è noto gli antichi Romani erano abili costruttori, e non a caso, gli edifici da loro costruiti sono serviti, nei secoli successivi al tramonto dell'Impero Romano e alla caduta del regno dei Goti, oltre che come cava di materiali da riutilizzare, anche come solide fondamenta per innalzare nuove costruzioni.

Anche il Palatino ha subito la stessa sorte.
Fortunatamente (così si sono potuti conservare) sotto la dominazione degli esarchi bizantini di Ravenna e del papato, alcuni edifici pubblici del cuore dell'antica Roma furono tramutati in chiese cristiane:

- la Chiesa di San Sebastiano al Palatino sull'Elagabalium,
- la Chiesa di San Bonaventura al Palatino su una cisterna romana,
- la Chiesa di San Teodoro al Palatino sugli Horrea Agrippiana,
- la Basilica di Santa Anastasia al Palatino su un'insula.

CHIESA DI SAN SEBASTIANO


La chiesa sorse nel X secolo sul luogo del martirio di S.Sebastiano, avvenuto nel III secolo d.C. sotto Diocleziano.

L'Imperatore Elagabalo aveva costruito nell'angolo nordorientale del Palatino l'Elagabalium, un tempio dedicato al Sol Invictus.

chiesa di S.Sebastiano e basamento del Tempio di Elagabalo
L'Imperatore aveva riunito nel suo tempio alcuni degli oggetti sacri a Roma, tra i quali anche il Palladio di Atena, portato da Enea in fuga da Troia.
Per questo la chiesa venne anche chiamata chiesa di Santa Maria in Pallara.

giardino della chiesa di S.Sebastiano
giardino della chiesa di S.Sebastiano
Nel 1061 la chiesa e il convento furono concessi all'Abbazia benedettina di Montecassino.
Nel XIII secolo inizia il progressivo abbandono.

La chiesa fu ricostruita nel 1624 da Urbano VIII, avendo Taddeo Barberini, nipote del Papa, acquistato la vigna chiamata poi Vigna Barberini sulla quale sorge la chiesa.
facciata della chiesa di S.Sebastiano
La semplice facciata modanata termina con un timpano.
Ha un portale a doppio timpano con serafino.
E' decorata con le api simbolo dei Barberini e lo stemma di Urbano VIII.

facciata della chiesa di S.Sebastiano
L'interno è a navata unica.

altare della chiesa di S.Sebastiano
L'altare ha due colonne in breccia corallina.

colonne in breccia corallina dell'altare
Il restauro di Urbano VIII ha cancellato gran parte del ciclo di affreschi originali che decoravano la chiesa.
Rimangono quelli dell'abside.

affresco del catino absidale
Nel catino è raffigurato Gesù tra i Santi Lorenzo, Stefano, Sebastiano e Zotico.
Al di sotto si trova l'Agnello Mistico verso il quale vanno dodici pecore (gli Apostoli).
registro inferiore con angeli e Sante
registro inferiore con angeli e Sante
Nel registro inferiore sono invece raffigurati la Vergine con due angeli e le Sante Agnese, Caterina, Lucia e Cecilia.

La pala d'altare Martirio di S.Sebastiano di Andrea Camassei è stata spostata sulla parete sinistra per permettere di vedere gli affreschi absidali.

Nella chiesa vi sono alcuni affreschi seicenteschi eseguiti da Bernardino Gagliardi: S.Sebastiano (lunetta dell'altare maggiore), Dio Padre con Angeli (cupola), Fede, Carità, Costanza e Contrizione (nei pinnacoli).

affreschi seicenteschi della chiesa di S.Sebastiano
lunetta con S.Sebastiano
cupola con Dio Padre con angeli
Sul portale del complesso religioso vi è una pittura moderna in ceramica rappresentante il Martirio di S.Sebastiano.

ingresso del complesso religioso di S.Sebastiano
Orario:   lunedì/mercoledì/venerdì   9.00/12.00
(telefonare ai numeri posti sotto il campanello e un frate della chiesa di S.Bonaventura vi verrà ad aprire)


CHIESA DI S.BONAVENTURA AL PALATINO


Sul lato meridionale della Vigna Barberini, non distante dalla chiesa di S.Sebastiano, si trovano il convento e la chiesa di S.Bonaventura.

chiesa e convento di S.Bonaventura
La chiesa sorge su una cisterna d'epoca romana, dell'Acquedotto Claudio.
L'acqua doveva alimentare le Terme Severiane.

chiesa di S.Bonaventura al Palatino e resti di cisterne romane
La chiesa è dedicata a S.Bonaventura da Bagnoregio, divenuto ministro generale dell'Ordine francescano.
E' invece sepolto nella chiesa il beato Bonaventura da Barcellona che contribuì alla costruzione della chiesa.

La chiesa veniva chiamata anche chiesa di S.Bonaventura alla Polveriera, per la vicinanza di una fabbrica di polveri da sparo.

Fu fatta erigere dal Cardinal Francesco Barberini nel 1675.
I Torlonia la restaurarono nel 1839/1840.

facciata della chiesa di S.Bonaventura
La semplice facciata è a doppio spiovente; il portale modanato è sormontato da una nicchia con la statua di S.Bonaventura (XVIII secolo).
In alto vi è una lunetta che rappresenta S.Leonardo tra gli angeli.

lunetta con S.Leonardo tra gli angeli
La chiesa è a navata unica con sette altari.
Del 1839 è la copertura a botte con dipinti finti cassettoni.

navata della chiesa di S.Bonaventura
Sull'altare maggiore  vi è un'Immacolata Concezione e i Tre Ordini Francescani di Filippo Micheli da Camerino e al di sotto vi è sepolto di S.Leonardo da Porto Maurizio, morto nel convento nel 1751 (nel convento si può vedere la cella dove morì).

altare maggiore con Immacolata Concezione - F.Micheli
Ai lati dell'altare maggiore ci sono due cappellette.
Sul primo altare a destra si trova una Crocifissione di Beneschi.
Di Beneschi sono anche un'Annunciazione e un S.Michele.
Sul secondo altare a destra vi è un S.Pasquale di Calandrucci.
Nella cappella a destra dell'altare vi è un S.Antonio da Padova dipinto da Fra Pietro da Copenaghen.
Nella cappella a sinistra dell'altare Fra Pietro da Copenaghen ha invece dipinto un S.Francesco d'Assisi.

Annunciazione - Beneschi
La chiesa conserva anche una copia della Madonna del bell'Amore di Sebastiano Conca, amico di S.Leonardo da Porto Maurizio (l'originale è conservato nel convento).

copia della Madonna del bell'Amore - Conca
Abbiamo avuto l'occasione, durante una nostra visita alla vicina chiesa di S.Sebastiano, di conoscere Fra Simone, un gentile frate del convento di S.Bonaventura che ci ha permesso di visitarne il giardino, gli ambienti di preghiera con un antico coro, la cella di S.Leonardo da Porto Maurizio e la loggetta chiusa posta sulla sommità dell'edificio dalla quale ammirare uno stupendo panorama a 360°sul Palatino, sul Colosseo e dintorni.

giardino del convento di S.Bonaventura
giardino del convento di S.Bonaventura
una veduta dalla loggetta del convento
Abbiamo avuto modo di conoscere anche Sidival Fila un artista e frate di questa comunità monastica, ed ammirarne i suoi lavori.
Acune sue opere sono state in mostra in Italia e altre fanno parte di collezioni private europee, brasiliane e statunitensi.
Una sua opera si trova nella Collezione d'Arte Contemporanea dei Musei Vaticani.

Lungo il muro della strada che conduce alla chiesa vi sono edicole chiuse da grate che custodiscono una Via Crucis con gruppi in terracotta dipinta, volute da S.Leonardo da Porto Maurizio.

Via Crucis sulla strada che conduce alla chiesa di S.Bonaventura
un'edicola della Via Crucis
Quelle originali erano opera di A.Bicchierai, sostituite nel 1772 da quelle attuali modellate da G.Franchi e dipinte da Corrado da Rimini.


CHIESA DI S.TEODORO AL PALATINO


Nel VI secolo si utilizzò per costruire la chiesa di S.Teodoro al Palatino un tempio circolare già esistente, dedicato a Romolo (o a Giove Statore).
La chiesa sorge alle pendici del Palatino, vicina al Lupercale, la grotta dove la leggenda narra siano stati allattati dalla lupa Romolo e Remo.
Qui sorgevano anche gli Horrea Agrippiana, magazzini per la conservazione dei cereali e del grano, usati in seguito dai Cristiani per l'assistenza ai bisognosi (Diaconia).

pendici del Palatino presso la chiesa di S.Teodoro
Nel cortile della chiesa si trova un'antica ara.

ara romana nel cortile della chiesa di S.Teodoro
All'interno della chiesa venne custodita la Lupa Capitolina sino al 1471, poi spostata in Laterano (oggi ai Musei Capitolini).

Lupa Capitolina - Musei Capitolini
La chiesa era una delle sette diaconie originarie ed è stata dedicata a S.Teodoro di Amasea, un santo greco, un soldato arruolatosi nell'esercito di Massimiano,  che fu martirizzato gettandolo nel fuoco .

La chiesa venne ricostruita dalle fondamenta da Papa Nicola V nel 1450, che affidò i lavori a Leon Battista Alberti.
Del 1454 è la realizzazione della cupola, con coste e vela di tipo fiorentino (primo esempio a Roma).
Il disegno è di Bernardo Rossellino.
facciata della chiesa di S.Teodoro
La chiesa fu poi rinnovata dal cardinale Francesco Barberini e ricostruita nuovamente da Papa Clemente XI che l'affidò a Carlo Fontana.

L'architetto è l'ideatore del piazzale circolare raccordato con due scale alla chiesa.

cortile con scale della chiesa di S.Teodoro
L'interno è a pianta rotonda con tre altari.

interno della chiesa di S.Teodoro
cupola di copertura della chiesa di S.Teodoro
Sull'altare maggiore vi era un S.Teodoro dello Zuccari, oggi sostituito da un'iconostasi con icone ortodosse.

iconostasi della chiesa di S.Teodoro
Sull'altare di destra si trova Santa Giacinta e il beato Ranieri dal Borgo adorano il Sacro Cuore di Francesco Manno, mentre sull'altare sinistro S.Crescentino di G.Ghezzi.

S.Crescentino - G.Ghezzi
Santa Giacinta e il beato Ranieri dal Borgo adorano il Sacro Cuore - Francesco Manno
Il mosaico dell'abside è quello della chiesa del VI secolo: Cristo seduto su un orbe rappresentante i cieli, con S.Pietro e S.Paolo e i martiri Teodoro e Cleonico.

mosaico dell'abside della chiesa di S.Teodoro
Nel 2004 Papa Giovanni Paolo II concesse l'uso della chiesa al Patriarca ecumenico di Costantinopoli e alla comunità greco-ortodossa.
Orario:  9.30/12.30  sabato CHIUSO


BASILICA DI SANTA ANASTASIA AL PALATINO


La basilica sorge alle pendici occidentali del colle Palatino, sotto il palazzo di Augusto tra Via dei Cerchi e Via di S.Teodoro, in uno spazio compreso tra due strade romane.

La chiesa fu eretta nel IV secolo sopra i ruderi di un edificio del II/III secolo d.C.
Furono utilizzati alcuni ambienti del primo piano di un'insula con botteghe al livello stradale.
Al primo piano si trovava una sala destinata alla riunione per il culto.
Nei sotterranei della chiesa si trovano strutture che vanno dall'età repubblicana a V secolo d.C.
In passato gli studiosi avevano supposto che la chiesa sorgesse sul Lupercale o su un ninfeo, avendo trovato una cavità ricoperta da conchiglie.

La basilica di Santa Anastasia è la prima chiesa eretta nel cuore dell'antica Roma.
Nel VII secolo era la terza chiesa più importante a Roma dopo il Laterano e la Basilica di Santa Maria Maggiore.
Era il luogo di culto ufficiale della corte imperiale.

Inizialmente era dedicata al culto dell'Anastasi (ossia Resurrezione).
Poi fu dedicata ad Anastasia, forse una parente dell'Imperatore Costantino (la sorella).

Prese poi il nome da Santa Anastasia di Sirmio, la Santa arsa viva in Illiria al tempo delle persecuzioni di Diocleziano (304 d.C.).
Dove sorge la chiesa, si dice ci fosse la casa di Publio, marito di Santa Anastasia.
Alla morte del marito Santa Anastasia era andata insieme a S.Crisogono ad Aquileia e dopo il martirio del Santo subì anch'essa la stessa sorte nel giorno del 25 dicembre.

Per questa ragione i Papi celebravano in questa basilica la Messa dell'Aurora di Natale.

Si dice che il primo cardinale della basilica fu S.Girolamo.
Il Santo portò in questa chiesa il frammento del Velo della Vergine, il manto di S.Giuseppe e una Reliquia della Santa Croce.
Urbano VIII trasferì le reliquie in S.Pietro che oggi sono ritornate in questa chiese e custodite in una sala al primo piano.

La chiesa fu più volte restaurata.
Sisto IV la fece riedificare nel 1478.

La chiesa appare esternamente barocca e internamente settecentesca.
Nel 1636 Urbano VIII volle restaurala.

campanili e facciata della basilica di Santa Anastasia
La facciata in laterizi di stampo berniniano si deve a Luigi Arrigucci (XVII secolo): è a due ordini e ha due piccoli campanili gemelli.

L'interno a tre navate ha un soffitto a cassettoni con tela del Martirio di Santa Anastasia di Michelangelo Cerruti.
Nel soffitto del transetto è rappresentato l'Agnus Dei attorniato dagli Evangelisti. 

Nel catino absidale si trova l'affresco Gloria in Cielo di Santa Anastasia di L.Baldi.
Sempre dello stesso artista sono una Natività posta al centro dell'abside, una Madonna del Rosario nel transetto e le Storie dei Santi Carlo Borromeo e Filippo Neri.
 
Sotto l'altare si trova una statua di S.Anastasia giacente sulla pira del martirio, opera d'ispirazione berniniana di F. Aprile, terminata da E.Ferrata.

Nella cappella battesimale vi è un San Giovanni Battista nel deserto di Pier Francesco Mola.
Nella chiesa sono anche custoditi un San Turibio di F.Trevisani e un S.Giorgio e S.Publio di Etienne Parrocel.

Nella cappella di S.Girolamo si trova un ciborio del XII.
In questa cappella si svolge l'Adorazione Eucarestia Perpetua: la chiesa è aperta per la preghiera 24/24.
NO FOTO nell'interno


CONCLUSIONI
La visita al Palatino non sarebbe completa se non si visitassero le chiese sorte sui resti delle antichità che si sono conservate anche per il loro riutilizzo come luoghi di culto cristiano.
Anche sul Palatino però alcune chiese sono scomparse come la Chiesa di Santa Lucia in Septisolio che sorgeva ai piedi del Palatino, tra il Circo Massimo e il Septizonio costruito da Settimio Severo, e che fu soppressa da Sisto V nel 1587, o l'Oratorio di S.Cesareo in Palatio, sorto nel IV secolo sul Palatino all'interno del Palazzo Imperiale, scomparso già dal XVI secolo e confuso con la Chiesa di S.Cesareo de Appia che ne perpetuò il nome come titolo cardinalizio.


Nessun commento:

Posta un commento