sabato 3 febbraio 2018

Sirmione: una perla sul Lago di Garda


La pittoresca cittadina di Sirmione, stazione turistica e termale, sorge su una penisola che si protende nel Lago di Garda (il maggiore lago italiano), anticamente chiamato Benaco.


Il termine "Benaco" è di origine latina (Benacus era il dio del lago e dei suoi abitanti).
In celtico invece, vorrebbe significare "cornuto", ovvero ricco di promontori.
Virgilio così citò in due sue opere questo lago con questo nome:
"O dovrò ricordare i mari che la bagnano? I suoi grandi laghi? Tu, Lario, e te, Benaco che si gonfia con flutti e impeto di mare?"
(Georgiche - II libro vv.158-160)
"Uscito dal Benaco, il Mincio ombreggiato da cerulee canne su una nave da guerra li guidava verso il mare"
(Eneide - Canto X  vv.205-206)
L'origine del nome "Sirmione" è invece incerta: forse gotica, forse greca (da syrma=coda), gallica (simr= ospizio, one=acquatico) o dalmata.

Il territorio di Sirmione fu occupato sin dalla seconda metà del VI/V millennio a.C. (Neolitico).
Si sono trovate lungo le rive del lago testimoniante delle palafitte dell'età del Bronzo (III/II millennio a.C.).
In età romana, nella zona Laguna Vecchia presso Sirmione, esisteva una stazione di posta per viaggiatori, la Sermione Mansio.
Alla base della penisola correva infatti una strada (Via Gallica), che collegava Verona a Brescia.
L'estremità della penisola nel I secolo a.C. era scelta dalle ricche famiglie veronesi come luogo dove insediare le loro ville: la villa romana denominata dal Rinascimento Grotte di Catullo e la villa romana tra Piazza Mosaici, Via Vittorio Emanuele e Via Antiche Mura sono due esempi i cui resti sono arrivati sino ai tempi nostri.
Nel 312 nei pressi di Sirmione avvenne lo scontro tra Costantino e Massenzio (Battaglia di Verona).
In età tardoantica (IV/V secolo d.C.), Sirmione divenne un luogo fortificato di controllo del basso lago, di cui ne sono testimonianza le mura di difesa lungo la penisola.
Di epoca longobarda (ultimo quarto del VI secolo d.C.) sono i resti di capanne, chiese e necropoli.
Con Carlo Magno il distretto di Sirmione perse d'importanza sino al XIII secolo, epoca nella quale vengono erette la Rocca e le fortificazioni scaligere.
Nel 1278 a Verona vennero messi al rogo gli eretici Patarini di Sirmione.
Nel 1378 Sirmione fu conquistata da Gian Galeazzo Visconti.
Nel 1405 subentrò la Repubblica di Venezia che detenne il potere fino al 1797, anno in cui Sirmione fu occupata dai Francesi.
Dopo Napoleone e il governo degli Austriaci, Sirmione passerà al Regno d'Italia.

ingresso al borgo e Rocca scaligera
Per poter accedere al centro storico di Sirmione bisogna attraversare il ponte levatoio del castello e passare attraverso una porta che fa parte delle fortificazioni scaligere.

Rocca scaligera
Alla Rocca scaligera e alla piccola Chiesa di S.Anna  ho dedicato un post a parte.

Rocca scaligera
Chiesa di S.Anna
Dopo aver visitato la Rocca scaligera e la chiesa annessa, ci si può addentrare nelle strette e tortuose viette del centro storico, ammirando le sue case medievali e i principali monumenti del borgo.

casa medievale
casa medievale
Anche se, soprattutto in alcune ora della giornata, sono affollate di gente, si può godere dell'atmosfera vacanziera che questo borgo regala.
Magari ci si può fermare in uno dei caffè delle sue graziose piazzette.

via del borgo
scorcio del borgo
via con scorcio della rocca
viuzza del borgo
vicolo del borgo
Davanti all'ingresso della Rocca scaligera si trova la giustamente chiamata Piazza Castello.
Al centro della piazza si trova ancora un pozzo.

Piazza Castello
Piazza Castello
pozzo in Piazza Castello

Piazza Giosuè Carducci è il salotto di Sirmione: una bella e spaziosa piazza lastricata, con caffè all'aperto e veduta sul pontile e sul lago.

Piazza Carducci
Piazza Carducci
caffè a Piazza Carducci
La piazza è dedicata al poeta Giosuè Carducci che visitò Sirmione con la sua amante Carolina Cristofori Piva.


Carducci dedicò al borgo la poesia "Sirmione" raccolta poi nelle "Odi Barbare":
"Ecco: la verde Sirmio nel lucido lago sorride,
fiore de le penisole.

Il sol la guarda e vezzeggia: somiglia d'intorno il Benaco
una gran tazza argentea,

cui placido olivo per gli orli nitidi corre
misto a l'eterno lauro.


Questa raggiante coppa Italia madre protende,
alte le braccia, a i superi;

ed essi da i cieli cadere vi lasciano Sirmio,
gemma de le penisole.

Baldo, paterno monte, protegge la bella da l'alto
co'l sopracciglio torbido:

il Gu sembra un titano per lei caduto in battaglia,
supino e minaccevole.

Ma incontro le porge dal seno lunato a sinistra
Salò le braccia candide,

lieta come fanciulla che in danza entrando abbandona
le chiome e il velo a l'aure,

e ride e gitta fiori con le man piene, e di fiori
le esulta il capo giovine.

Garda là in fondo solleva la ròcca sua fosca
sovra lo specchio liquido,

cantando una saga d'antiche cittadi sepolte
e di regine barbare.

Ma qui, Lalage, donde per tanta pia gioia d'azzurro
tu mandi il guardo e l'anima,

qui Valerio Catullo, legato giú a' nitidi sassi
il fasèlo britinico,

sedeasi i lunghi giorni, e gli occhi di Lesbia ne l'onda
fosforescente e tremula,

e 'l perfido riso di Lesbia e i multivoli ardori
vedea ne l'onda vitrea,

mentr'ella stancava pe' neri angiporti le reni
a i nepoti di Romolo.
A lui da gli umidi fondi la ninfa del lago cantava
Vieni, o Quinto Valerio.

Qui ne le nostre grotte discende anche il sole, ma bianco
e mite come Cintia.

Qui de la vostra vita gli assidui tumulti un lontano
d'api sussurro paiono,

e nel silenzio freddo le insanie e le trepide cure
in lento oblio si sciolgono.

Qui 'l fresco, qui 'l sonno, qui musiche leni ed i cori
de le cerule vergini,

mentr'Espero allunga la rosea face su l'acque
e i flutti al lido gemono.

Ahi triste Amore! egli odia le Muse, e lascivo i poeti
frange o li spegne tragico.

Ma chi da gli occhi tuoi, che lunghe intentano guerre,
chi ne assecura, o Lalage?

Cogli a le pure Muse tre rami di lauro e di mirto,
e al Sole eterno li agita.

Non da Peschiera vedi natanti le schiere de' cigni
giú per il Mincio argenteo?

da' verdi paschi dove Bianore dorme non odi
la voce di Virgilio?

Volgiti, Lalage, e adora. Un grande severo s'affaccia
a la torre scaligera.

Suso in Italia bella sorridendo ei mormora, e guarda
l'acqua la terra e l'aere". 
Anticamente questa piazza era un porto, chiamato Gazzara, dove approdavano i piroscafi dei visitatori.

attracco a Piazza Carducci
pontile a Piazza Carducci
pontile a Piazza Carducci
In questa piazza sorge Palazzo Callas, palazzo costruito nel XVIII secolo.
Con i suoi 400mq è sede di mostre ed eventi culturali.

Palazzo Callas
immagine di Maria Callas sull'ingresso del palazzo

Altra piazza caratteristica del centro storico è Piazza Flaminia con la sua antica Porta urbica, a due anditi (uno pedonale e l'altro per il passaggio dei carri), facente parte delle mura settentrionali in difesa del borgo antico.
Forse in antico la porta era munita anche di ponte levatoio.

Piazza Flaminia
Piazza Flaminia
porta urbica delle mura settentrionali a Piazza Flaminia
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La passeggiata comprende anche i monumenti più importanti del borgo, e quindi si continua dirigendosi verso la pieve di Sirmione, l'antica Chiesa di S.Maria della Neve, anche detta Chiesa di S.Maria Maggiore.

Chiesa di S.Maria della Neve
Di questa chiesa, chiamata prima S.Martino in Castro, non è certa l'epoca di fondazione, ma nel 2012 si sono celebrati i 500 anni dalla consacrazione.
La citazione più antica della chiesa si trova in una bolla di Papa Eugenio III (1145).
Integrata nelle mura scaligere, sicuramente esisteva già nel XIV secolo.
Poggia infatti il suo fianco settentrionale sulle antiche mura.
Fu riedificata nella seconda metà del XV secolo.
cinta muraria inglobata nel fianco della chiesa
 La chiesa ha un'architettura tipica del territorio gardanese.

fianco sinistro esterno della chiesa con abside del battistero
fianco sinistro esterno della chiesa
fianco destro esterno della chiesa
La facciata presenta decorazioni in terracotta.
I pinnacoli esterni sono di epoca tardoantica, come anche la cornice di gronda ad archetti e il portale a sesto acuto nel fianco meridionale.

La chiesa presenta un porticato del XVII secolo con colonne di recupero: la prima a sinistra è costituita da un cippo miliare di epoca romana con iscrizione dedicata all'imperatore  Giuliano Apostata (IV secolo d.C.).

portico e ingresso della chiesa
portico della chiesa
portico della chiesa
colonne di riuso del portico
cippo miliare dedicato all'imperatore Giuliano l'Apostata
Nel portico, antica zona cimiteriale vi sono cinque sepolture.

affresco di Madonna col Bambino posto nel portico
portico by night
Il campanile della chiesa, ricavato in una torre scaligera, si trova di fronte alla chiesa, incorporato nella canonica.
Termina con bifore e una cella poligonale.

campanile della Chiesa di S.Maria della Neve (visto dalla Rocca scaligera)
campanile
 Sull'edificio della chiesa vi è invece un piccolo campanile a vela.

campanile a vela sulla chiesa

L'interno della chiesa è costituito da un una larga aula rettangolare ripartita in campate da arconi sestiacuti con contrafforti esterni.

navata della chiesa
fianco sinistro della navata
fianco destro della navata
 La chiesa presenta un tetto a campana a tavelle dipinte.

tetto a campana con tavelle dipinte
L'aula termina con un'abside poligonale con volta ad ombrello a nervature su pedunci.

abside
Sulla sinistra dell'ingresso si trova il fonte battesimale.

fonte battesimale
Nell'aula della chiesa si trovano quattro altari.

primo altare a sinistra: Ultima Cena (Andrea Voltolini)
secondo altare a sinistra del presbiterio: Madonna con S.Girolamo e Sant'Andrea (Andrea Voltolini)
altare alla destra del presbiterio
primo altare a destra
Il cinquecentesco Crocifisso tra S.Domenico e S.Francesco  sembra essere opera di Felice Brusasorci, allievo del Veronese.

Crocifisso tra S.Domenico e S.Francesco (Felice Brusasorci)
L'altare maggiore è in marmi policromi.

altare maggiore
 La statua lignea policroma della Madonna in trono posta nell'abside è del 1400. 

Madonna in trono (1400)
Lungo le pareti rimangono alcuni affreschi votivi del 1508/1510.

affresco della navata
affresco della navata
affresco della navata: Madonna in trono con Bambino e Santi
affresco della navata
affresco della navata


affresco della navata: S.Sebastiano
affresco della navata: Madonna con Bambino

affresco della navata
affresco della navata
affresco della navata


affresco della navata: S.Vincenzo
affresco della navata: Pietà
affresco della navata: Crocifissione
affresco della navata
affresco della navata
affresco della navata: S.Alberto


affresco della navata: leone
affresco della navata: Natività
affresco della navata: Circoncisione di Cristo
affresco della navata: Flagellazione
affresco della navata


affresco della navata: Crocifissione
affresco della navata
Gli stalli dorati e il pulpito in legno intagliati risalgono agli inizi del '600.

pulpito in legno intagliato
stalli e cassa d'organo
stalli
La cassa d'organo risale al XVIII secolo.

cassa d'organo (XVIII sec.)
Una cassetta per le offerte è stata ricavata in un cippo dedicato a Giove.
Nel Museo delle Grotte di Catullo viene conservato un frammento di pluteo con croci sotto edicola (IX secolo), reimpiegato nella Chiesa di S.Maria della Neve, presente nella chiesa nell'Ottocento.

frammento di pluteo
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Dietro alla Chiesa  di S.Maria della Neve si possono vedere un tratto della cinta muraria con merlatura a "capannina" e una torre, ma con la merlatura a "coda di rondine", che faceva parte delle fortificazioni orientali volute per difendere il borgo limitrofo alla Rocca scaligera.

cinta muraria e torre
torre
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Poco distante dalla Chiesa di S.Maria della Neve sorgono i resti di un'altra antica chiesa di Sirmione: la Chiesa di S.Salvatore.

resti della Chiesa di S.Salvatore
Fu Ansa, la moglie di Desiderio, ultimo re dei Longobardi, a far costruire tra il 765 e il 772 un piccolo monastero all'interno del castrum, ad ovest della cinta muraria orientale.

resti della navata della chiesa
Il complesso monastico fu costruito ai piedi della collina di Cortine, su di un'area di 1300mq già occupata in precedenza da capanne ed edifici abitativi.
Il monastero a due piani affacciava sul lago, ed era dotato di due cortili posti a nord della chiesa.
Il monastero rimase in uso sino al XIV/XV secolo.
Nel 774 Carlo Magno donò il monastero insieme a tutto il distretto di Sirmione al Monastero di Tours.
In epoca longobarda e dal IX al XV secolo il monastero fu alle dipendenza di quello di S.Salvatore di Brescia.
La chiesetta era posta a sud del monastero, e venne usata sino al XVII secolo.

ricostruzione della Chiesa di S.Salvatore altomedievale
Si distinguono tre fasi costruttive della chiesa:

I° fase:
  Il primo edificio di culto era di modeste dimensioni (18m X 9m), era ad unica navata e
  terminava con tre absidi ad arco, scandite all'esterno da lesene.
  Due scalette laterali permettevano di accedere sotto al presbiterio alla cripta, che aveva tre absidiole.
  Le basi dei piloni di sostegno della volta sono ancora oggi riconoscibili.
  La cripta era completamente affrescata e nell'andito centrale vi si trovava la confessio, un altare in
  muratura con le reliquie dei Santi.
  Chiesa e cripta erano costruite in brecciature di calcare locale, e vennero usati anche materiali
   di riuso più antichi provenienti dalle Grotte di Catullo ed epigrafi romane.

ricostruzione della sezione presbiterale/cripta
II° fase:
   Tra il IX e il XII secolo la chiesa fu prolungata di 8m con l'aggiunta di un atrio (o portico),
    addossato alla facciata.

ricostruzione dell'ampliamento della chiesa
III° fase:
    Entro il XIII secolo la chiesa venne ampiamente ricostruita. Rimane testimonianza di questa fase
    nella muratura alta delle absidi.
La chiesa fu restaurata nel 1686.
Agli inizi del Novecento l'area del monastero aveva assunto una destinazione agricola e venne quindi distrutto.
Successivamente l'area fu sbancata per crearvi i giardini pubblici.
giardini pubblici
Rimangono solo pochi frammenti degli affreschi della cripta altomedievale: nell'abside settentrionale si distinguono figure riccamente vestite.

resti delle tre absidi della chiesa
muro esterno della zona absidale della chiesa
pianta della cripta e della chiesa altomedievale, riproduzioni dei frammenti di pittura e di un capitello

Nel Museo delle Grotte di Catullo viene conservato un archetto del ciborio dedicato da Desiderio e dal figlio Adelchi e dei capitelli.

disegno del frammento di ciborio conservato al Museo delle Grotte di Catulllo
A sud della chiesa, verso la Chiesa di S.Maria della Neve, si trovava il cimitero di epoca medievale.
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L'itinerario di visita di Sirmione prosegue verso la costa occidentale della penisola, dove vi sono le famose terme.


Le acque sulfuree salsobromoiodiche nascono sul Monte Baldo, a 800m d'altezza, dove l'acqua piovana si infiltra nella roccia.
Impiegano 20 anni per raggiungere i 2500 m sotto il livello del mare, arricchendosi durante il loro percorso di preziosi elementi minerali: sodio, zolfo, iodio, bromo.
Sono presenti anche oligominerali: ferro, litio, potassio, arsenico, cadmio, cromo, selenio, nichel e zinco.
Le acque sgorgano poi dal fondo del lago (Fonte Baiola) ad una temperatura di 69°C.
Condotta alle stazioni termali tramite tubature, la temperatura viene abbassata (34°/36°) e resa disponibile per curare le vie respiratorie, le malattie della pelle e le affezioni reumatiche.
ingresso alle terme

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Proseguendo la nostra passeggiata verso la punta della penisola, in Via Catullo s'incontra Villa Callas, un edificio su tre piani dalle pareti esterne dipinte di giallo.

Villa Callas
Villa Callas
Oggi la villa degli anni '20 è stata trasformata in un condominio privato, ma fu in passato il luogo in cui la cantante lirica Maria Callas, con il marito Giovan Battista Meneghini, dal 1952 al 1958 trascorse periodi di riposo sul lago.
La villa con una superficie di 780mq era costituita da 21 ambienti, e negli 11 mila mq di giardino vi era una piscina (anche se la Callas non sapeva nuotare).


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Di fronte a Villa Callas si trovano i cancelli d'ingresso del lussuoso Villa Cortine Palace Hotel, la villa che il Conte Kurt von Koseritz si fece costruire in stile neoclassico nel 1898.

ingresso della Villa Cortine Palace Hotel

Poco oltre si estende il Parco Maria Callas Arena.

Parco Maria Callas
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Arrampicandosi per la strada alla destra di Villa Callas (Via Cesare Arici), si arriva alla Chiesa di S.Pietro in Mavinas (o in Mavino), immersa tra ulivi, in una posizione isolata.

Chiesa di S.Pietro in Mavinas
E' questo l'edificio di culto più antico di Sirmione: è l'unico sopravvissuto dei cinque edifici religiosi che nel medioevo esistevano all'interno delle mura del borgo.

Prende il nome o dal proprietario Mabino o dalla sua conformazione di zona adibita a vigneto: "MAVINAS" = "Summa Vineas", ovvero vigna collocata sulla sommità.

Secondo la tradizione venne costruita in epoca longobarda (V secolo) dai pescatori del luogo.
Viene certamente citata in documenti dell'VIII secolo.
Nel 774 Carlo Magno la donò (come la Chiesa di S.Salvatore), al Monastero di S.Martino di Tours.

Scavi condotti tra il 2005 e il 2008 hanno portato alla luce l'edificio altomedievale (V secolo), ad aula unica chiusa da abside semicircolare.

pianta della Chiesa di S.Pietro in Mavinas
L'edificio, che misurava 28 X 15,70m., era preceduto da un atrio rettangolare comunicante con due ali laterali che affiancavano l'aula per tutta la sua lunghezza, e immettevano in due ambienti quadrangolari vicini all'abside, comunicanti con lo spazio presbiterale.

Atrio e annessi laterali erano adibiti ad uso funerario: la chiesa infatti per secoli ha avuto funzione cimiteriale.

le absidi viste esternamente
Davanti all'emiciclo absidale si elevava un podio intonacato, con altare e terminante ad est con una struttura semicircolare.
Il sedile per il clero, bema o synthronos, è di origine medio-orientale.
Nel centro fu posta una sepoltura.

zona absidale con podio e sedile per il clero dell'antico edificio
podio
Ad ovest del semicerchio, chiuso da un muro di catena, il podio si propendeva verso l'aula con una piattaforma quadrata.

piattaforma quadrata verso l'aula
Questo edificio aveva un pavimento in graniglia, rifinito con cocciopesto.
Nelle tombe rinvenute sotto la pavimentazione dell'antica chiesa sono stati trovati i corredi oggi conservati al Museo delle Grotte di Catullo.

teca con corredi funerari provenienti dalla Chiesa di S.Pietro in Mavinas (V secolo - Museo delle Grotte di Catullo)

L'edificio attuale d'impianto romanico risale all'incirca all'anno Mille, quando gli annessi laterali e l'atrio furono demoliti.
Esternamente la muratura è composta da ciottoli, mattoni e conci litici.

Chiesa di S.Pietro in Mavinas
L'edificio misura 24,60 X 9,95m.
Il soffitto è costituito da capriate lignee.

aula della chiesa
La chiesa ha un'aula rettangolare terminante con tre absidi semicircolari, di cui quella centrale più ampia.

absidi della chiesa
 Le tre absidi ad emiciclo sono ritmate da cinque strette monofore a strombo liscio, tamponate nel 1321 (come si deduce dal cartiglio alle spalle di un apostolo), con affreschi realizzati da un pittore veronese.

affreschi delle absidi

Vi sono raffigurati:
- abside al centro nel registro superiore: racchiuso in una cornice a motivi floreali e geometrici Cristo Giudice in una mandorla, affiancato dalla Madonna e dal Battista / in due riquadri in basso anime dei beati e dei dannati

Cristo Pantocrate, Madonna, S.Giovanni Battista e angeli che suonano trombe/anime dei beati e dei dannati
- abside al centro (nel registro inferiore): una teoria di Apostoli, tra i quali S.Giacomo e S.Paolo


teoria di Apostoli
- abside a destra (nel registro superiore): una Crocifissione con Maria, le pie donne e una Santa
- abside a destra (nel registro inferiore):  S.Michele con la Maddalena e S.Jacopo di Compostela con due oranti
 
Crocifissione/ S.Michele, la Maddalena e S.Jacopo di Compostela con due oranti
- abside a sinistra (nel registro superiore): una Madonna col Bambino con angeli e Santi

Madonna col Bambino con angeli e Santi
- sugli stipiti che dividono le tre absidi si individuano S.Antonio abate (stipite a sinistra dell'abside centrale) e S.Paolo (stipite a destra dell'abside centrale).

Anche gli altari posti nelle absidi appaiono ancora in parte affrescati.

Nella parete settentrionale dell'aula è stata rappresentata una teoria di Santi e Apostoli.
S.Simone indica col dito un cartiglio con la data 1321.

teoria di Santi e Apostoli
Sempre su questa parete vi è un affresco con tre Santi (da destra S.Pietro con due figure oranti, un vescovo e un monaco)

tre Santi
Proseguendo verso l'abside, a metà navata, è stata aperta una cappella dedicata ai caduti.

cappella dedicata ai caduti
Segue un lacerto di affresco staccato con la rappresentazione di S.Michele (al centro), un Santo martire (a destra) e S.Rocco (a destra).

da sinistra: Santo martire. S.Michele e S.Rocco
In prossimità della zona absidale vi è una zona affrescata molto rovinata divisa in due registri, con figure di Santi.

Santi
Sulla parete longitudinale meridionale, tra la zona absidale e la porta che si apre nella muratura, vi si trova un lacerto di due affreschi sovrapposti.

A sinistra, sono ben identificabili due figure appartenenti all'affresco più antico: una figura di donna coronata e con aureola (forse identificabile con S.Elena) e un monaco.
Al di sopra di queste figure appare un frammento dell'affresco più recente: due teste che sono la riproduzione di quelle sottostanti.
Seguono verso destra S.Antonio Abate e S.Pietro.

sovrapposizione di due affreschi con figure di Santi
Continuando sulla parete meridionale si trova un lungo affresco con una sequenza di figure, centralmente non più leggibile.

affreschi parete meridionale
A sinistra: due Santi , una Maddalena tra due angioletti, e una Santa coronata.

da sinistra: due Santi, Maddalena e Santa coronata
Segue una Madonna in trono con Bambino.

Madonna con Bambino
Poi una Madonna della Misericordia con due angioletti e due figure di Santi.

Madonna della Misericordia e Santi
Un ultimo lacerto della sequenza dipinta mostra una testa con aureola.

testa con aureola
Sulla sinistra della controfacciata vi è affrescata una figura di Santo insieme a due oranti.

Santo e oranti
La facciata a capanna, con frammenti lapidei murati, e il portale ad arco ribassato con ghiera in cotto, sono del 1320.
Del XV secolo sono invece il rosone e la finestra a sinistra del portale.

facciata della chiesa
Nel 1070 fu costruito in stile romanico il campanile,  posto sul lato meridionale della chiesa.

campanile
campanile
E' di forma quadrangolare e presenta una decorazione con specchiature ed archetti.
La cella campanaria venne realizzata nel XIV secolo murando le bifore.
La campana è datata 1366.

ambiente per accedere al campanile
La chiesa, che per la sua posizione un po' defilata ha accolto eremiti, venne trasformata per un periodo in lazzaretto.
Fu restaurata nel 1958.

sagrato della chiesa
Sul sagrato della chiesa si trova il monumento ai caduti inaugurato nel 1955.

monumento ai caduti con la campana Julia
E' composto dalla campana in bronzo Julia,che suona in occasione delle ricorrenze di alcune battaglie.

targa della campana Julia
La campana, che riporta incisi sul bordo i nomi dei caduti sirmionesi, prende il nome della divisione che nel 1943 in Russia, presso il fiume Don, fu accerchiata dall'esercito sovietico, e morì per il gelo.

E' qui presente anche un cannone che ricorda gli artiglieri di Sirmione.

cannone dedicato agli artiglieri di Sirmione
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Finita la visita della Chiesa di S.Pietro in Mavinas ci si può dirigere verso le cosiddette Grotte di Catullo, l'antica villa romana posta sulla punta della penisola di Sirmione, alla quale ho dedicato un post a parte.

Grotte di Catullo
Grotte di Catullo
Grotte di Catullo
Grotte di Catullo

Lungo il cammino si possono ammirare il lago e le spiagge di Sirmione: la Spiaggia delle Muse, il Lido delle Bionde, la Spiaggia Giamaica.

Spiaggia delle Muse
Spiaggia delle Muse
Lido delle Bionde
Lido delle Bionde
Spiaggia Giamaica
Spiaggia Giamaica


B&B                                                        LA FIABA
                                                                www.lafiabasirmione.com
                                                                Via Aldo Moro 17
                                                                030 9196348
                                                                347 5561043
                                                                Colombare di Sirmione

GIUDIZIO
Questo B&B si trova in una frazione di Sirmione, appena al di fuori del centro storico: dista infatti 2,5 km dalla Rocca scaligera.


Il B&B occupa il primo e il secondo piano di una villetta posta in una via tranquilla.
Il pian terreno è curiosamente occupato da un altro B&B.

B&B La Fiaba
E' una struttura nuova, arredata con attenzione ai particolari, in stile shabby chic.

ingresso
scale interne
Abbiamo soggiornato nella camera corallo, un'ampia camera con travi a vista e dai mobili bianchi, ma vivacizzata dal colore di alcuni particolari.


camera corallo
 Nella camera si trova il necessario per la preparazione di un caffè o di un tè.

camera corallo
Il bagno, che richiama in alcuni oggetti il color corallo, è molto spazioso, ben illuminato e dotato di ogni comfort.

bagno
bagno
Affacciando sul retro della casa, questa camera non offre una visuale molto interessante, ma un terrazzino vista lago è messo a disposizione di chi è in essa ospitato.

La colazione, ricca ed abbondante,presentata con cura, viene servita nella saletta messa a disposizione degli ospiti, o nell'attigua terrazza, se il tempo lo permette.

sala della colazione
sala della colazione
sala della colazione
sala della colazione
terrazza
La struttura è molto accogliente e i proprietari sono molto gentili.
Un posticino tranquillo, fuori dal caos del centro storico, che offre la possibilità di rilassarsi.
Senza dubbio da consigliare!




RISTORANTE                                   CASA DEI PESCATORI
                                                            http://casadeipescatorisirmione.it/
                                                            Via XXV Aprile 65/67
                                                            030 9196107

GIUDIZIO
La location di questo ristorante, posto sulla riva del lago, a 1,5 km dal centro storico di Sirmione, è davvero notevole.
 
Ristorante Casa dei Pescatori
tavoli nel giardino
Nella bella stagione si può pranzare/cenare all'aperto, sul prato a pochi metri dalla sponda del lago.

tavoli in riva al lago
Inoltre, la fine di un pontile in legno ospita un solo tavolo per cene molto romantiche.

pontile per una cena romantica
tavolo per cena romantica
pontile del ristorante
E' questo un ristorante che coniuga tradizione e creatività, utilizzando prodotti locali tra i quali pesci di lago, ma proponendo anche piatti di terra e di mare.

Il menù propone anche la pizza, ma mi sembra che ciò crei un po' di confusione sui tipi di degustazioni che si possano fare, e soprattutto sull'atmosfera dell'ambiente.
Capisco che questa scelta sia dettata dal voler accontentare la richiesta turistica (composta anche da molti stranieri), ma secondo il mio parere, la ricerca della raffinatezza non può essere confusa con la semplicità di una pizza: ciò genera un'inevitabile caduta di stile.

Noi abbiamo optato per un menù con pesce di lago, e abbiamo valutato positivamente i piatti scelti, ben elaborati e ben presentati.
Ottimo il cestino con pani diversi.

Degustazione di lago: sarda in agrodolce, luccio in salsa, tartare di trota e salmerino
bigoli con le sarde di lago al latte e limoni, crostini alla lavanda e sarda essiccata del Lago d'Iseo
taglierini di pasta fresca alla menta con trota del Garda e carciofi
sfogliatina alla vaniglia e frutti di bosco
Crème brûlée con zenzero candito e cardamomo

Consiglio di prenotare un tavolo all'ora del tramonto, per poter godere di un vero spettacolo naturale.
 
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RISTORANTE                                      IL GRIFONE
                                                               Vicolo Bisse 5
                                                               030 916097

GIUDIZIO
Per concederci una pausa tra la visita alla Rocca scaligera e le Grotte di Catullo, ci siamo fermati per un pranzo veloce in questo ristorante con fresco pergolato e veranda vista lago e castello.

ingresso del Ristorante Il Grifone
L'ombra degli alberi, al riparo dal caldo di agosto, ci ha fatto apprezzare la nostra scelta.

pergolato e veranda vista lago del ristorante
vista sulla Rocca scaligera
E' un ristorante con ampio menù di pesce di lago, di mare e di carne.
Non abbiamo assaggiato molti piatti, ma il carrello dei dessert e della frutta ben tagliata e presentata (sarà stato il bisogno di idratarci dopo una mezza giornata afosa), ci ha attirato moltissimo.

antipasto di mare
tagliata di tonno con cavolo bianco
tagliata di frutta
Curata è l'apparecchiatura e i piatti sono ben presentati.
Il servizio è di quello "vecchia scuola", molto professionale ma un po' troppo "ingessato".
Forse lo definirei un ristorante un po' turistico, ma per concedersi un'ora di relax, la location merita certamente.

                                                              
CONCLUSIONI
Non potrei che consigliare la visita di un borgo così bello ed antico come lo è Sirmione.
Ricco di storia e arte, è circondato dalla natura lacustre che lo valorizza e crea quell'atmosfera vacanziera che, oltre ai turisti moderni, ha attirato e affascinato personaggi illustri di ogni epoca, ed è stato ispiratore di versi di poeti e letterati che si sono innamorati di questi luoghi.

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