Sul colle Aventino sorgono alcune tra le chiese più belle di Roma, e accanto alla
Basilica di S.Sabina si erge la
Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio, anch'essa una basilica minore.
Non si hanno certezze sulla data della sua origine ma si pensa che sia stata costruita come oratorio tra il III e IV secolo d.C.
Il luogo di culto fu inizialmente dedicato a S.Bonifacio, patrizio romano martirizzato a Tarso di Cilicia (attualmente in Turchia), al tempo di Diocleziano e Massimino.
Bonifacio era l'amministratore della ricca matrona Aglae (il cui nome fa pensare appartenesse ad una famiglia di origini greche), rimasta vedova senza figli nel fiore degli anni, che qui abitava nel suo palazzo e che inviò il suo amministratore in Oriente alla ricerca di reliquie cristiane, per riparare ad una vita di peccato condotta insieme a lui.
Giunto a Tarso Bonifacio non nascose la sua fede cristiana e non essendo morto sotto le torture fu infine decapitato.
Il suo corpo tornato a Roma fu sepolto in una necropoli della Via Latina, ma Aglae volle costruire nel suo palazzo un tempio che lo ricordasse.
La chiesa venne poi associata a S.Alessio solo dopo sei secoli ad opera di Onorio III (1217), quando la dedica a S.Bonifacio decadde e la chiesa venne intitolata a S.Alessio.
Esistono tre versioni della vita di S.Alessio, vissuto tra il IV e il V secolo:
- secondo la leggenda siriaca Alessio, ricco patrizio nato a Costantinopoli e figlio di Eufemiano e Aglae, la sera delle sue nozze lasciò Costantinopoli e partì per la Siria spinto dalla vocazione cristiana, e condusse una vita da mendicante a Edessa dove aiutò i più bisognosi.
Rivelò solo in punto di morte le sue nobili origini al sacerdote della chiesa sul cui sagrato morì.
- secondo la versione greco-bizantina S.Alessio era nato a Roma ma non morì a Edessa. Dopo aver passato diciassette anni in Oriente infatti, l'icona della Madonna della chiesa davanti alla quale Alessio mendicava ordinò al sacrestano di accogliere nella chiesa quel sant'uomo.
Non amando il fatto di essere riconosciuto santo dagli abitanti del luogo, Alessio salpò alla volta di Tarso; i venti però lo fecero approdare al porto di Ostia. Fu così che Alessio si ritrovò nella sua città natale e andò a mendicare alla casa paterna dove nessuno lo riconobbe, ma gli offrirono alloggio sotto ad una scala del palazzo, dove visse per altri diciassette anni. In fin di vita scrisse le sue memorie su un rotolo, che gli fu ritrovato tra le mani quando morì; le campane di Roma si misero a suonare autonomamente e una voce incitava a cercarlo. Solo gli imperatori Arcadio e Onorio poterono sfilargli il rotolo dalle mani e apprendere la sua storia.
- secondo la versione latina del X secolo (inserita poi nella Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine), a togliere il rotolo dalle mani del Santo fu il papa (e non gli imperatori), alla presenza dei suoi genitori ignari di averlo ospitato e affranti per non averlo riconosciuto. Su questa casa poi venne eretta la basilica.
La vita di S.Alessio ha ispirato menestrelli, fu messa in versi da poeti, è stata soggetto di molte opere pittoriche.
Nella basilica inferiore di S.Clemente vi sono affreschi che illustrano la Vita di Sant'Alessio.
In Francia si usa far cominciare la letteratura francese in volgare d'oil con il poema di Thibaud Vita di Sant'Alessio.
La storia di Sant'Alessio è anche stata musicata da Stefano Landi su libretto del cardinale Giulio Rospigliosi (futuro papa Clemente IX), rappresentata nel 1632 nel teatrino di Palazzo Barberini, allestita con scene di Pietro da Cortona dal cardinale Francesco Barberini. Nel 1638 Pietro da Cortona realizzò il dipinto Morte di S.Alessio mentre nel 1649 Georges de La Tour dipinse il Ritrovamento del corpo di S.Alessio. Nella Chiesa di S.Agnese in Agone (Piazza Navona), si trova raffigurata la Morte di Sant'Alessio, rilievo opera di Giovanni Francesco Rossi, nella Cappella di Sant'Alessio.
CURIOSITÀ: Sant'Alessio oltre ad essere il protettore dei mendicanti, è il Santo deputato a fornire i numeri del gioco del lotto nella tradizione romana.
Nel 937 Alberico II donò ad S.Addone alcune case vicino alla basilica e nacque così il primo convento sotto il monastero benedettino di Cluny.
Benedetto VII nel 977 affidò questa basilica ad una comunità di monaci Basiliani sia di rito bizantino che latino, rifugiatisi a Roma insieme a Sergio, arcivescovo di Damasco, per sfuggire ai Saraceni.
Nel XII secolo il monastero venne ricostruito dalla famiglia dei Crescenzi e restaurato da papa Onorio III Savelli nel 1216.
Nel 1426 Martino V concede agli Eremiti di S.Girolamo dell'Osservanza la basilica, che venne da loro restaurata.
Dopo un un altro intervento di restauro avvenuto a fine Cinquecento e l'elevazione della basilica a titolo cardinalizio, nel 1750 il convento fu ampliato e la facciata fu rifatta sotto progetto prima di Giovanni Battista Nolli e poi di Tommaso De Marchis e con il finanziamento del cardinale Angelo Maria Querini.
La basilica fu poi restaurata nuovamente tra il 1852 e il 1860 dai Padri Somaschi, trasferitisi qui dalla Chiesa di S.Nicola ai Cesarini, per concessione di Pio IX.
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abside e campanile della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio (visto dal Giardino di S.Alessio) |
La facciata della
Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio si trova un po' arretrata rispetto alla strada.
E' infatti preceduta dall'ala meridionale del convento che costeggia la via e tramite cui, attraversando un portale, si accede ad un cortile d'ingresso.
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facciata sulla strada dell'ala meridionale del Convento dei Santi Bonifacio e Alessio |
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portale d'accesso al quadriportico della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio |
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controfacciata dell'ala meridionale del Convento dei Santi Bonifacio e Alessio |
In questo cortile che ha sostituito l'antico quadriportico della basilica, si trova una fontanella decorata con una
guglia gotica nella quale sono raffigurati i due Santi titolari.
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fontanella del cortile d'ingresso con guglia gotica con raffigurazione dei Santi titolari |
Davanti alla facciata barocca si erge un
portico del XVII secolo a due piani, ispirato a quello della
Chiesa dei SS.Apostoli.
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portico a due piani della facciata della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio |
Il portico presenta 5 arcate separate da semicolonne in calcare giallo scuro, inserite in pilastri.
L'arcata centrale è più grande e coronata da un frontone triangolare.
Nel piano superiore del portico si aprono cinque finestre, alternate a lesene corinzie.
Una balaustra con urne funerarie fiammanti in marmo, decorate con maschere e leoni, coronato il portico.
La facciata termina con un timpano triangolare con oculo, sormontato da una croce.
Sulla destra della facciata si trova il
campanile romanico a cinque ordini con doppie bifore, fatto costruire da Onorio III.
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campanile della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio |
Il campanile presenta un alto piano inferiore intonacato.
Una cornice dentellata segna i piani e completa l'ultimo livello.
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campanile romanico della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio |
Sotto il portico si trova la statua in gesso di papa
Benedetto XIII realizzata nel 1752 ed eretta dal cardinale Angelo Maria Querini per celebrare il completamento del riordino barocco.
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statua di Benedetto XIII (1752) |
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dedica della statua di papa Benedetto XIII |
Il portale d'ingresso della chiesa, risalente all'epoca di Onorio III, presenta una cornice cosmatesca.
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portale d'ingresso della basilica |
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particolare della cornice cosmatesca del portale della basilica |
Gli altri due ingressi alla basilica, in corrispondenza delle navate laterali furono chiusi per creare una cappella.
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portico della basilica con un ingresso murato |
L'interno della basilica con pianta a T è suddiviso in tre navate da pilastri con paraste corinzie scanalate e presenta un transetto rialzato sopra la cripta.
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navata centrale della basilica |
La navata centrale presenta un
soffitto ottocentesco a botte, con quattro finestre a lunetta incassate su ciascun lato e una decorazione a cassettoni in bianco, blu e oro realizzata da Michele Ottaviani.
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volta a botte della navata centrale |
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decorazione della volta della navata centrale |
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decorazioni in bianco, blu e oro |
Il
pavimento conserva ancora qualche decorazione musiva cosmatesca.
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
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pavimento cosmatesco |
Sul pavimento della navata centrale, vicino all'altare maggiore, si trova la duecentesca
pietra tombale del diacono Pietro Savelli, la cui famiglia aveva sull'Aventino una rocca.
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pietra tombale di Pietro Savelli (diacono - 1288) |
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Al centro del
transetto si trova un
ciborio cinquecentesco commissionato dal cardinale Giovanni Vincenzo Gonzaga.
Il ciborio ha una cupola emisferica con otto costole, sorretta da colonne di marmo greco.
Ogni lato del ciborio presenta un timpano con teste di angeli alati.
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ciborio cinquecentesco |
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ciborio cinquecentesco |
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ciborio cinquecentesco |
La calotta del ciborio è decorata con i
Quattro Evangelisti.
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decorazione pittorica con Evangelisti della calotta del ciborio |
L'
altare maggiore, dedicato a S.Bonifacio, conserva dietro una grata le reliquie dei Santi titolari.
Fu realizzato nel XVIII secolo da Tommaso De Marchis.
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altare maggiore |
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altare maggiore con grata con le reliquie dei Santi Bonifacio e Alessio |
La
volta dell'abside con l'immagine del Redentore con due angeli e i pennacchi della crociera con gli
Evangelisti furono realizzati nell'Ottocento da Carlo Gavardini.
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volta dell'abside (XIX sec. - Carlo Gavardini) |
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pennacchi della volta della crociera con Evangelisti (XIX sec. - Carlo Gavardini) |
Nell'abside si trovano gli
stalli dei monaci Geronimici.
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stalli dei monaci Geronimici |
Al centro del coro si trova un'
iscrizione del XIII secolo che ricorda le reliquie presenti nella chiesa.
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stalli: iscrizione con elenco delle reliquie presenti nella chiesa e colonnine cosmatesche |
L'iscrizione è incorniciata da due delle 19
colonnine in marmo con decorazione cosmatesca che decoravano la chiesa duecentesca.
Sulla colonnina di destra si può leggere il nome dell'autore: Giacomo di Lorenzo.
Queste colonnine in origine si trovavano nella Basilica di S.Bartolomeo all'Isola.
Le 17 colonnine mancanti si dice che siano state portate via da Napoleone.
Davanti agli stalli si trova un
modellino della basilica.
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modellino della basilica |
Nel presbiterio si trovano altri resti del
pavimento cosmatesco.
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pavimento cosmatesco nel presbiterio |
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pavimento cosmatesco nel presbiterio |
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pavimento cosmatesco nel presbiterio |
Nel pavimento del transetto si trovano alcune pietre tombali.
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pietra tombale di Lupo de Olmedo (fondatore dei Monaci Girolamiti dell'Osservanza - 1433) |
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pietra tombale del cardinale Vincenzo Gonzaga (primo cardinale della basilica - 1591) |
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pietra tombale in ricordo di Fabrizio Guidi di Bagno (marchese di Montebello morto servendo il re Filippo IV nelle Fiandre, padre del cardinale Gianfrancesco Guidi di Bagno, ) |
Nel transetto si trovano anche due cappelle.
La cappella del transetto settentrionale è la
Cappella di S.Girolamo Emiliani.
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Cappella di S.Girolamo Emiliani con stemma del cardinale Gianfrancesco Guidi da Bagno
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Nel Seicento era questa la cappella funeraria della famiglia Guidi da Bagno.
La fece realizzare nel 1638 il cardinale Gianfrancesco Guidi da Bagno del quale si conserva la
tomba, opera di Domenico Guidi, in un sacello nell'ingresso della sagrestia.
Nel XVIII secolo fu restaurata da Carlo Murena.
Fu decorata da Michele Ottaviani.
Nel 1850 la cappella fu dedicata a S.Girolamo Emiliani, fondatore dei Somaschi.
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decorazioni della volta della Cappella di S.Girolamo Emiliani |
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decorazione della Cappella di S.Girolamo Emiliani |
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altare della Cappella di S.Girolamo Emiliani |
La pala d'altare raffigura
S.Girolamo Emiliani presenta un orfano alla Madonna ed è una copia fotografica dell'originale trafugato nel 2006.
L'opera rubata era stata realizzata da Carlo Gavardini.
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copia fotografica di S.Girolamo Emiliani presenta un orfano alla Madonna (XIX sec. - Carlo Gavardini) |
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La cappella che si trova nel transetto meridionale prende il nome di
Cappella della Madonna dell'Intercessione o Cappella di Carlo IV, così chiamata perché il re di Spagna la fece abbellire durante il periodo di esilio nel convento (1814).
La cappella fu costruita invece dall'abate Angelo Porro (1674).
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Cappella della Madonna dell'Intercessione |
In questa cappella è conservata la veneratissima
Icona della Madonna di Sant'Alessio o
Madonna dell'Intercessione, l'icona dipinta a Bisanzio e venerata dal Santo ad Edessa, che la tradizione vuole essere stata trasportata a Roma da Sergio di Damasco nel X secolo.
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Madonna di Sant'Alessio o dell'Intercessione (XII/XII sec.) circondata da una raggiera a stucco dorato |
L'icona invece sarebbe stata realizzata da un pittore romano tra il XII e il XIII a tempera su tela e fissata su una tavola di legno.
E' della tipologia
Aghiosoritissa, dall'icona del Santuario nel quale era conservata l'
Aghia Soros, l'Urna Sacra che conteneva la cintura della Vergine
.
Sull'altare marmoreo si trova un
tabernacolo cinquecentesco realizzato con pregiati marmi differenti.
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altare marmoreo e tabernacolo cinquecentesco |
Nella cappella si trova un rilievo raffigurate il
Riconoscimento e benedizione del corpo di S.Alessio, con la rappresentazione di papa Innocenzo I, dell'imperatore Onorio III e dei famigliari del Santo.
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Riconoscimento e benedizione del corpo di S.Alessio |
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Passiamo ora nella navata laterale destra, dal transetto verso la controfacciata.
Sulla parete si trova il
monumento funebre della principessa Eleonora Boncompagni Borghese, (1695), opera di A.Fucigna su progetto di Giovan Battista Contini.
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monumento funebre della principessa Eleonora Boncompagni Borghese (1695) |
Originariamente il monumento si trovava nella
Chiesa di S.Lucia dei Ginnasi, demolita negli anni '30.
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particolare del monumento funebre della principessa Eleonora Boncompagni Borghese (1695)
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Segue la
Cappella del Crocifisso con pala d'altare anonima del XVIII secolo che raffigura una
Crocifissione.
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Cappella del Crocifisso con Crocifissione (anonimo - XVIII sec.) |
Poi si trova il
monumento funebre di Antonio Mancini, pittore impressionista.
E' opera di Antonio Muñoz (XX secolo).
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monumento funebre di Antonio Mancini |
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lastra tombale di Antonio Mancini |
Sulla controfacciata, alla fine della navata, si trova il
monumento funebre del cardinale Metello Bichi (XVII secolo), che fu titolare della basilica.
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monumento funebre del cardinale Metello Bichi (XVII sec.) |
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lastra tombale del cardinale Metello Bichi (XVII sec.) |
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particolare del monumento funebre del cardinale Metello Bichi (XVII sec.) |
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Passando ora ad osservare la
navata laterale sinistra, nella controfacciata si trova la
Cappella di Sant'Alessio.
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Cappella di Sant'Alessio |
Qui si trova la
Scala Santa e la chiesa titolare di Sant'Alessio, realizzata in legno e stucco da Andrea Bergondi, allievo del Bernini, nel XVIII secolo.
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decorazione della Cappella di Sant'Alessio |
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statua di Sant'Alessio (Andrea Borgondi - XVII sec.) |
Sant'Alessio con la croce e il bordone da pellegrino giace sotto la scala in legno della casa paterna, sotto la quale la tradizione vuole che abbia vissuto per diciassette anni e dove morì.
I gradini della scala sono conservati in una teca di vetro e dorature.
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teca contenente la scala in legno della casa di Sant'Alessio |
Proseguendo lungo la navata, nella prima campata si trova il
monumento funebre di Cesare Fanti.
Il monumento a piramide del XIX secolo presenta due urne cinerarie, alcuni profili, stemmi gentilizi e il busto di un uomo in armatura con spada.
Anche questo monumento funebre proviene dalla demolita
Chiesa di S.Lucia dei Ginnasi.
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monumento funebre di Cesare Fanti |
Proseguendo, sopra al
monumento funebre di Domenico Savarè, procuratore generale dei Somaschi, si trova la tela
S.Girolamo Emiliani introduce gli Orfani alla Vergine di Jean-François de Troy.
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S.Girolamo Emiliani introduce gli Orfani alla Vergine (Jean-François de Troy - 1748) e
monumento funebre di Domenico Savarè |
La tela ha lo stesso soggetto di quella che si trova nella Cappella del transetto sinistro perché questo dipinto si trovava nella
Chiesa di S.Nicola dei Cesarini, chiesa appartenuta ai Somaschi e poi demolita.
Nella quarta campata l'altare è sormontato dalla pala
S.Girolamo con S.Marcella, opera romana del XVIII secolo.
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S.Girolamo con S.Marcella (opera romana - XVIII secolo)
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Nella seguente campata è appesa una tela che ritrae ancora
S.Girolamo Emiliani introduce gli Orfani alla Vergine.
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S.Girolamo Emiliani introduce gli orfani alla Vergine |
Nel passaggio tra la navata laterale sinistra e il transetto si trova a parete il
monumento funebre di Giuseppe Brippio, l'umanista autore nel XV secolo del poema "
La Leggenda di Sant'Alessio".
L'epigrafe sotto la pietra tombale ricorda l'amore dell'umanista per la poesia.
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monumento funebre di Giuseppe Brippio (XV sec.) |
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iscrizione del monumento funebre di Giuseppe Brippio (XV sec.) |
Tra la navata centrale e la navata laterale sinistra si trova il
pozzo della cosiddetta casa di Sant'Alessio, profondo 5m., al quale seconda la tradizione attingeva l'acqua il Santo, e che per questo è stato un richiamo per molti fedeli.
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pozzo della casa di Sant'Alessio |
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pozzo della casa di Sant'Alessio |
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La
Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio possiede sotto il transetto una
cripta romanica, l'unica cripta di quell'epoca presente a Roma.
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ingresso alla cripta |
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ingresso alla cripta |
La cripta rappresenta infatti quel che resta della chiesa prima del rifacimento del XIII secolo.
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cripta romanica |
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cripta romanica |
E' presente nella cripta un
altare a baldacchino sotto il quale si trova una
colonna che la tradizione vuole sia quella alla quale fu legato S.Sebastiano durante il suo martirio.
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altare della cripta con colonna di S.Sebastiano |
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decorazione ad affresco del baldacchino dell'altare della cripta |
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affreschi del baldacchino dell'altare della cripta |
Sono inoltre qui conservate le
reliquie di Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury e confidente di re Enrico II d'Inghilterra.
Dopo che Thomas Becket venne nominato primate d'Inghilterra, il 29 dicembre 1170 fu fatto uccidere nella cattedrale di Canterbury da quattro cavalieri del re, colpevole di aver difeso l'autonomia e i privilegi della Chiesa, ed essere così divenuto da amico a nemico di Enrico II.
Quando Thomas Backet venne a Roma per sfuggire al suo arresto, fu ospitato nel
Convento dei SS.Bonifacio e Alessio.
La cripta della basilica fu consacrata nel 1218 per il centenario della nascita dell'arcivescovo, che era stato canonizzato nel 1173.
Nel 1872 alcune reliquie qui conservate furono donate al vescovo di Edimburgo.
Oltre ad affreschi di
Santi aggiunti nel XVII secolo, sulle pareti della cripta vi sono raffigurati l'
Agnus Dei e i
simboli degli Evangelisti risalenti al XII secolo.
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Santa |
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Santa |
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Santa |
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Santa |
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Santo |
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Santo |
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Santo |
Davanti all'altare si trova anche, in continuazione di un sedile in muratura che corre lungo il perimetro della cripta, una
cattedra.
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cattedra |
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cattedra |
Orario: estivo 8.30/12.30 15.30/20.00
invernale 8.30/12.30 15.30/18.30
Sulla destra della basilica, tra il Convento di S.Sabina e il Convento di S.Alessio, si trova l'ingresso al Giardino di Sant'Alessio d'impianto ottocentesco.
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Giardino di Sant'Alessio |
L'area faceva parte dei possedimenti della Congregazione Somasca di S.Alessio, consegnato al Comune di Roma nel 1877.
L'area verde costituisce una terrazza panoramica sulla città.
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panorama dalla terrazza del Giardino di Sant'Alessio |
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panorama dalla terrazza del Giardino di Sant'Alessio |
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Sul muro sinistro è stata posta qui nel 1937 una
fontanella proveniente dal cortile seicentesco dello scomparso
Palazzo Rusticucci-Accoramboni (un tempo in
Via della Conciliazione), come scritto sulla vaschetta.
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fontanella proveniente dallo scomparso cortile del Palazzo Rusticucci-Accoramboni |
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scritta sulla vaschetta della fontanella |
Nel 1954 è stata posta nel giardino la statua di
S.Giovanna d'Arco, donata dall'autore Maxime Real del Sarte.
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S.Giovanna d'Arco (Maxime Real del Sarte) |
Orario: 7/tramonto
CONCLUSIONI
Non tutti i visitatori della
Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio conoscono la sua storia legata a leggende e tradizioni, un po' confuse e intrigate, che orbitano intorno ai Santi ai quali la basilica è dedicata.
Ho trovato interessante e affascinante ricercare notizie riguardo alla vita di questi due uomini, considerando naturalmente la non ufficialità dei dati riportati e l'alone di mistero e di credenza popolare che li circonda.
Ogni chiesa ha la sua storia e le sue opere d'arte da ammirare, ma penso che bisognerebbe conoscere anche le tradizioni o le leggende che come in questo caso le fanno da cornice.
Molti futuri sposi scelgono questa chiesa per le proprie nozze, e magari non sanno che proprio Sant'Alessio lasciò la sua promessa sposa (anche se forse imposta dai genitori), la notte delle nozze!
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