giovedì 5 dicembre 2019

Passeggiando tra i palazzi gotici di Vicenza


Percorrendo strade e piazze del centro storico di Vicenza, alla ricerca dei monumenti e palazzi progettati da Andrea Palladio iscritti nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco, si passa frettolosamente davanti ad edifici che, prima della ventata innovatrice del grande architetto, erano stati eretti in stile gotico.

Oltre alle costruzioni della Chiesa di Santa Corona e della Chiesa di S.Lorenzo (alle quali ho dedicato due post), e al Palazzo della Ragione e alla Torre Bissara (anch'essi trattati in un altro post), tra il XIII e il XV secolo furono costruiti a Vicenza, dalle aristocratiche famiglie vicentine, palazzi dai cornicioni molto sporgenti e dalle belle facciate decorate da monofore, bifore, pentafore.

Molti palazzi sono stati costruiti dopo il 1404, anno della dedizione di Vicenza a Venezia, che portò una ripresa economica e a contatti culturali.
Per questo i palazzi costruiti in quest'epoca assomigliano molto a quelli coevi veneziani.

Sono molte le costruzioni gotiche che costellano le principali vie della città come Corso Palladio (il decumano principale, asse Est-Ovest della città romana, e strada consolare Postumia) o Contrà Porti (cardo massimo, asse Nord-Sud della città romana), o le zone vicino al Ponte S.Michele sul fiume Retore.

Iniziamo dai palazzi che costeggiano Corso Palladio, partendo da Porta Castello.
Corso Palladio
Il primo palazzo gotico al N°47 è Palazzo Thiene, uno dei più importanti esempi di architettura tardogotica- veneziana a Vicenza.

Palazzo Thiene
Il pian terreno e il primo piano del palazzo risalgono alla metà del Quattrocento, mentre il secondo piano e il sottotetto furono costruiti in stile gotico nel Settecento per volere di Giangiacomo Thiene.

La facciata, con ripartizione simmetrica, presenta al piano terra finestre con cornice a tortiglione, mentre il portale settecentesco è stato trasformato in accesso di una galleria pedonale che sbuca in Corso Fogazzaro.

Al primo piano vi è una pentafora con archi inflessi trilobati e impennacchiati, e quattro monofore laterali.

pentafora di Palazzo Thiene
monofora di Palazzo Thiene
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Al N° 67/71 di Corso Palladio sorge Palazzo Braschi Brunello.
Qui si riuniva nel Settecento la Compagnia nobile del Casino (o Casino dei Nobili), che raccoglieva il fior fiore della società vicentina.

Palazzo Braschi Brunello
L'edificio tardogotico veneziano fu costruito nel 1480 ma venne in parte ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Nella facciata presenta un portico ottocentesco con colonne rialzate su alti piedistalli al pian terreno, realizzato in sostituzione dell'originario setto murario unico.

porticato ottocentesco della facciata di Palazzo Braschi Brunello
particolare del capitello con stemma di Palazzo Braschi Brunello
Al primo piano si apre una quadrifora con archi inflessi, trilobati e impennacchiati inquadrati da una cornice in rilievo.

facciata di Palazzo Braschi Brunello con quadrifora e monofore
Decorano i pennacchi tre medaglioni e due semicerchi in pietra con due profili maschili, uno stemma e due puttini scolpiti, attribuiti ad Angelo da Verona.

quadrifora con medaglioni
La quadrifora è affiancata da due monofore con balaustra.

monofora con poggiolo
Se si entra nel cortile, porticato al piano terra, si nota al primo piano una loggia archiacuta e al secondo piano una loggia architravata.

ingresso al cortile di Palazzo Braschi Brunello
cortile di Palazzo Braschi Brunello
loggiato archiacuto del primo piano del cortile di Palazzo Braschi Brunello
loggiato architravato del secondo piano del cortile di Palazzo Braschi Brunello
Nell'angolo destro un sacello dedicato alla Madonna dei Sette Dolori (XVII secolo), sormontato da un campanile che ha le fattezze di un orologio a pendolo.

Oratorio della Madonna dei Sette Dolori di Palazzo Braschi Brunello
scala nel cortile di Palazzo Braschi Brunello
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Proseguendo per Corso Palladio, al N°147 troviamo Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio detto la "Ca' d'Oro".

Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
Il palazzo venne chiamato "Ca' d'Oro" forse perché aveva le cornici e i capitelli in foglia d'oro o forse perché, come si racconta, gli Scaligeri avevano qui nascosto i loro tesori.
Il sontuoso palazzo venne eretto nel Trecento dalla famiglia Caldogno.
Fu poi completato in stile tardogotico nel 1477 dalla famiglia Dal Toso.

facciata di Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
E' di quest'epoca il bel portale rinascimentale con arco a tutto sesto di marmo rosso, decorato con motivi vegetali a bassorilievo, realizzato dalla bottega di Tommaso da Lugano e Bernardino da Como (per alcuni studiosi è opera di Lorenzo da Bologna).

portale di Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
particolare del portale
Il cortile quadrato (aperto al pubblico), anch'esso rinascimentale, venne completato nel 1500.

arco tra l'atrio e il cortile di Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
atrio di Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
cortile di Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
cortile rinascimentale di Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
cortile di Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
Nell'Ottocento il conte Giovanni Da Schio raccolse nell'androne e nel cortile un piccolo lapidario composto da cippi romani, anfore, epigrafi di varie epoche e una trave in marmo greco di un tempio del I secolo d.C. trasformato in un sarcofago nel V/VI secolo per accogliere una giovane di nome Macrina.

lapidario nell'atrio di Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
sarcofago di Macrina (V/VI sec. d.C.), elementi architettonici di templi e anfore
lapidi con epigrafi nel cortile di Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
Il palazzo è composto da tre piani: un basamento e due piani nobili in stile gotico fiorito.
Sulla facciata vi sono due ordini di monofore e quadrifore ad archi trilobati, con colonne corinzie e balconcini.

quadrifora e monofore con balconcini della facciata di Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
quadrifore e monofore con balconcini della facciata di Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
monofore di Palazzo Caldogno Dal Toso Franceschini Da Schio
monofora con balconcino
L'atrio e l'interno vennero poi ristrutturati nel Settecento.
Distrutto durante i bombardamenti bellici dell'ultima guerra, il palazzo fu poi ricostruito da Ferdinando Forlati (1945/1949).
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Spostandosi su Contrà Porti, strada sulla quale sorgono numerosi palazzi aristocratici, molti dei quali appartenuti alla famiglia Da Porto, s'incontrano palazzi in stile gotico degni di nota.
Contrà Porti
Al N°8 di Contrà Porti sorge la facciata orientale tardogotica con ascendenza veneziana di Palazzo Cavalloni-Thiene.

facciata orientale di Palazzo Cavalloni-Thiene
La facciata in laterizio su Contrà Porti ha conservato l'aspetto gotico con cornicione su mensole, una quadrifora (alla quale è stato aggiunto un balcone nell'Ottocento), monofore con e senza poggiolo e un portale ad arco.
Le finestre centinate all'ultimo piano erano originariamente quadrate.

trifora di Palazzo Cavalloni-Thiene

portale di Palazzo Cavalloni-Thiene
monofore di Palazzo Cavalloni-Thiene
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Al N°12 vi è il gotico Palazzo Thiene che Lorenzo da Bologna costruì per Ludovico Thiene nel 1490.

Palazzo Thiene (ala quattrocentesca su Contrà Porti)
La facciata su Contrà Porti è in laterizio con lesene a punta di diamante agli angoli e una trifora in marmo rosa che risale al 1490.
Il portale in terracotta è invece opera di Tommaso da Lugano.

trifora quattrocentesca e portale di Palazzo Thiene (Tommaso da Lugano)
Sulla parte alta della facciata vi sono tre affreschi sul Progresso umano di Giovanni Busato (1872) sopra ai quali corre un fregio con la raffigurazione di Storie dei lavori di Agostino Bottazzi (1877).

Presentazione a Giustiniano dei bachi da seta (Giovanni Busato - 1872)
a sinistra: Alessandro Volt e James Watt intenti alle loro scoperte (Giovanni Busato - 1872) / a destra: Il Commercio dei Veneziani nei mercati del Nord d'Africa (Giovanni Busato - 1872) / in alto fregio con Storie del lavoro (Agostino Bottazzi - 1877)
Il palazzo fu fatto poi ampliare e ridisegnare forse da Giulio Romano e Andrea Palladio per volere dei fratelli Marcantonio e Adriano nel 1542.
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Al N°14 troviamo Palazzo Trissino Sperotti.

Palazzo Trissino Sperotti
Il palazzo in stile tardogotico venne costruito tra il 1450 e il 1460.
Al primo piano una pentafora con elegante balcone traforato.

pentafora con poggiolo traforato di Palazzo Trissino Sperotti
Il portale è attribuito alla bottega di Giovanni e Girolamo da Pedemuro.

portale di Palazzo Trissino Sperotti
particolare del portale di Palazzo Trissino Sperotti
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Al N°17 si trova Palazzo Porto Breganze.

Palazzo Porto Breganze
E' un edificio in stile gotico fiorito che fu realizzato nel 1481 da Alvise Da Porto.
Numerose sono le decorazioni: una quadrifora ad archi trilobi dritti e rovesci in marmo, con le fattezze di quella della Ca' d'Oro a Venezia.
Le sculture del parapetto sono attribuite a Giovanni Grandi.

quadrifora ad archi trilobi di Palazzo Porto Breganze
Il bel portale a tutto sesto con decorazioni a racemi e candelabra è rinascimentale, ed è in posizione asimmetrica rispetto all'asse mediano della facciata.
E' stato realizzato dalla bottega di Tommaso da Lugano e Bernardino da Como.

portale di Palazzo Porto Breganze
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Al N°19 s'incontra Palazzo Porto-Colleoni, esempio di gotico veneziano, costruito alla fine XIV secolo.

Palazzo Porto Colleoni
La facciata è in mattoni a vista, ma originariamente era affrescata con una decorazione geometrica (rimossa nel restauro del 1930).
Al primo piano vi sono snelle finestre trilobate racchiuse in una cornice marmorea.

portale di Palazzo Porto Colleoni
quadrifora di Palazzo Porto Colleoni
monofore di Palazzo Porto Colleoni
Nel 1539 Sebastiano Serlio, per volontà dei Gentiluomini della Compagnia della Calza, aveva installato nel giardino un teatro ligneo provvisorio a cui faceva da fondale il loggiato superiore architravato.
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Al N° 23 si erge Palazzo Porto Muzan.

Palazzo Porto Muzan
E' considerato un palazzo gotico di "terraferma" in quanto presenta un impianto asimmetrico rispetto all'asse dell'ingresso e della sovrastante trifora trilobata di ordine sesto con patere e pinnacoli, arricchita da poggiolo su mensole in pietra scolpita, e le due monofore poste alla sua sinistra.


trifora e portale di Palazzo Porto Muzan
La parte destra della facciata appare più stretta.

trifora e parte destra della facciata
Costruito intorno al 1460 ad opera della famiglia Porto, passata poi ai Prosperini, ai Poloni, e agli Scaroni, già dal 1563/1564 risulta appartenere a Gerolamo Muzan.
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Per poter vedere un altro notevole palazzo gotico veneziano ci si deve spostare su Contrà Giacomo Zanella dove al N°1 si erge Palazzo Sesso Zen, posto tra i quattrocenteschi Palazzo Arnaldi Piovene e Palazzo Negri de Salvi.


Palazzo Sesso Zen
E' un raro esempio a Vicenza di palazzo completamente gotico, non rimaneggiato in forme rinascimentali.

Il podestà di Vicenza Palmiero Sesso ricevette in dote dalla moglie Chiara di Lanzè il palazzo del XIII/XIV secolo, originariamente dotato di torre.
Le finestre murate appartenevano all'antica casa torre.

Nel XVII secolo fu alzato di un piano per uniformarlo agli edifici adiacenti.

Il portale, posto all'estremità sinistra del palazzo, composto da un arco poggiante su due pilastri, fu realizzato dopo il 1460.
Si apre al pian terreno anche una seconda porta rettangolare con archetto.

facciata di Palazzo Sesso Zen con porta secondaria e tracce di finestre murate della casa torre romanica
Il secondo piano è stato costruito con pietra locale, mentre per gli altri due piani è stato usato il marmo rosso di Verona.
Nella fascia superiore sono rimaste tracce della decorazione ad affresco che abbelliva la facciata.
Sporgente e robusto è il cornicione.

Le monofore trilobate sono inquadrate in una cornice in marmo con cornice a tortiglione.
Le cornicette a torciglione di alcune finestre risalgono al XVII secolo.
Finte colonne con capitelli sorreggono l'arco acuto della finestra.

finestre con cornice a torciglione
monofore con poggioli di Palazzo Sesso Zen
Nella facciata vi sono anche due ordini sovrapposti di quadrifore.
Nella cornice che racchiude la quadrifora con balaustra, vi sono decorazioni.

quadrifore di Palazzo Sesso Zen
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Anche la zona di Vicenza denominata Rione Barche, antico quartiere un tempo collegato al porto, conserva alcuni interessanti palazzi gotici.
Tra Vicolo Retrone, Stradella Retrone e Stradella Barche si trova il complesso detto "Ospedale di S.Valentino".

Ponte S.Michele e Rione Barche
Il complesso è formato da due edifici adiacenti (denominati "minore" e "maggiore"), un tempo di proprietà dell'Ospedale di S.Valentino posto in Corso S.Felice.
Qui trovavano riparo per la notte i viandanti e i barcaioli in transito.

Nell'edificio minore (al N°5 di Vicolo Retrone) sono evidenti elementi del suo passato romanico: le ghiere in cotto della trifora posta al primo piano e le finestre del secondo piano murate.

edificio minore del cosiddetto "Ospedale di S.Valentino"
Il portoncino è stato realizzato con materiale di recupero: le spallette con un toro gotico, mentre sono settecenteschi la cornice, le basi e i capitelli.
Sopra al portoncino a fine Quattrocento vennero realizzate una finestra e una porta-finestra con balconcino.
Il cornicione è seicentesco.

Nell'edificio maggiore (al N°7 di Vicolo Retrone) si fondono elementi romanici (ghiera in cotto di un arco, cornicione a dente di sega, finestre arcuate con larga soglia in pietra del sottotetto), gotici, seicenteschi (portone) e ottocenteschi.

edificio maggiore del cosiddetto "Ospedale di S.Valentino"
edificio maggiore del cosiddetto "Ospedale di S.Valentino"
Sono gotiche le finestre al piano terra a lato del portone che presentano un toro gotico, le finestre in stile gotico fiorito del secondo piano e quelle del terzo piano con archi inflessi trilobi impennacchiati e con cornici a scacchiera.
Teste femminili e virili ornano le chiavi di volta del portoncino, della porta finestra sovrastante e di altre finestre.
Il balconcino è retto da mensole con triglifi.

portale e finestra con teste virili in chiave di volta
bifora e monofore gotiche trilobi impennacchiate (al secondo piano)
Anche il fianco dell'edificio che s'affaccia su Stradella delle Barche (al N° 14)è caratterizzato da resti di archi romanici (piano terra), da una finestra triloba in una cornice arcuata in cotto (primo piano), da finestre trilobi incassate nello spessore del muro (secondo piano) e da un comignolo gotico di forma cilindrica sul tetto.
La finestra con ballatoio è cinquecentesca.

fianco dell'edificio su Stradella delle Barche (comignolo gotico sul tetto)
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Non molto lontano, vicino a Ponte S.Michele, al N°2/4 di  Contrà Piancoli, si trova Palazzo Garzadori Braga.

Palazzo Garzadori Braga
Come riporta un'iscrizione affissa sulla facciata del palazzo qui soggiornò Wolfang Goethe (tra il 19 e il 23 settembre del 1786) e visse il geologo e mineralogista Giuseppe Marzari Pencati.

Il palazzo tardogotico fu costruito, inglobando strutture romaniche, verso il 1460.
L'angolo del palazzo è decorato con un profilo in cui è scolpito un fusto di palma, ed è affiancato da due monofore speculari.

pentafora e monofore del salone di Palazzo Garzadori Braga
Il salone del palazzo è posto proprio all'angolo ed è illuminato anche da una pentafora ad archi trilobati che si trova sulla destra della facciata.

La facciata del palazzo rivolta verso il fiume era originariamente ricoperta con affreschi "a tappeto".

facciata di Palazzo Garzadori Braga rivolta verso il fiume con lacerti di affreschi
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Sulla stessa via, al N°6 si trova Palazzetto Scroffa costruito nel XV secolo.

Palazzetto Scroffa
Sulla facciata si trovano al primo piano una trifora triloba con colonnine tortili "veneziane", posta sul portale, e due monofore, inquadrate da una cornice.

portale, trifora e monofora di Palazzetto Scroffa
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Non molto lontano, in Contrà Pigafetta al N°9 si trova Casa Pigafetta.

Casa Pigafetta
In questa zona di Vicenza abitarono sin dal Trecento i Pigafetta, famiglia guelfa di esuli fiorentini, originariamente chiamata Della Rosa.
La casa venne costruita in stile gotico da Stefano da Ravenna nel 1440.
Il giurista Matteo Pigafetta la fece rinnovare con elementi rinascimentali nel 1481, come riportato nella cornice del portale.

data del rinnovo di Matteo Pigafetta
Qui nacque e visse alla fine del '400 il navigatore Antonio Pigafetta.
Egli partecipò al primo viaggio intorno al mondo di Ferdinando Magellano nel triennio dal 1519 al 1522, riportando fedelmente la cronaca dell'impresa nel suo libro "Relazione del primo viaggio intorno al mondo".
Egli venne a sapere del progetto del viaggio quando era a Barcellona al seguito del protonotario apostolico Francesco Chiericati presso la Corte di Carlo I (futuro imperatore col nome di Carlo V).
Ottenne di farsi imbarcare sulla nave di Magellano come "criado", ovvero "addetto alla persona" del comandante.
 

Salparono con cinque navi da Siviglia il 10 agosto 1519 e attraverso l'Atlantico raggiunsero le coste del Brasile.
Continuarono la navigazione verso Sud, esplorando tutta la costa sperando di scoprire il passaggio tra l'Oceano Atlantico e il Pacifico...e trovarono lo stretto che prese il nome di Magellano.
Le malattie e la fame decimarono gli equipaggi.
Scoppiarono ribellioni a bordo dei due vascelli rimasti.
Durante uno scontro con gli indigeni di un isolotto dell'arcipelago filippino, Magellano fu colpito a morte.
Antonio Pigafetta così assunse il comando della spedizione che giunse finalmente alle Molucche, meta del viaggio.
Una sola nave, la Victoria, e solo 18 dei 237 uomini partiti fecero però ritornarono in patria il 6 settembre 1522.
La casa è un esempio di gotico fiorito veneziano con le sue finestre trilobate con profili a torciglione semplice, e  colonne tortili semplici o inghirlandate nel piano superiore.
La facciata è anche decorata con cornucopie, beccatelli a grifoni e balconi a quadrifoglio.

facciata di Casa Pigafetta
finestre trilobe con colonne a tortiglione e inghirlandate e balconi a quadrifoglio
decorazioni della facciata di Casa Pigafetta
Vi sono però anche elementi rinascimentali, come le finestre quadrate del piano terra e il portale.

portale rinascimentale di Casa Pigafetta
Ai lati di questo, nello zoccolo, vi è un'iscrizione in una lingua tra il francese e l'italiano che allude allo stemma dei Pigafetta, e che denota uno spirito avventuroso:
"IL N'EST ROSE SANS EPINE"
                                              ("Non vi è rosa senza spina").

parte dell'iscrizione dello zoccolo
parte dell'iscrizione dello zoccolo
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Spostandosi in Contrà SS.Apostoli al N°21 troviamo il tardogotico Palazzo Sangiovanni.

Palazzo Sangiovanni
Al piano nobile una trifora con archi a tutto sesto su colonnine scanalate con capitelli corinzi e porte finestre ogivali con ballatoi.
Al di sopra della trifora una decorazione di forme rinascimentali a ghirlande in rilievo rette da putti alati (1480), mentre ai lati semicolonne decorate a motivi vegetali.
Al secondo piano una trifora con arco centrale trilobo e archi ogivali laterali, e monofore trilobate.

trifore e monofore della facciata di Palazzo Sangiovanni
Il portale è a sesto acuto ed è decorato da cornici.


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Al N°22 si trova il quattrocentesco Palazzo Squarzi.

Palazzo Squarzi
Al piano nobile vi è una trifora gotica affiancata da porte finestre monofore, inquadrate da una cornice a scacchiera.
Il portale presenta una cornice a scacchiera.
Il palazzo doveva essere decorata da affreschi.

trifora, monofore con balconcino e resti di decorazione ad affresco della facciata di Palazzo Squarzi
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Su Contrà Pasini al N°14, accanto al rinascimentale Palazzo Arnaldi Tretti, si trova il tardogotico Palazzo Godi Arnaldi Segala.

Palazzo Godi Arnaldi Segala
Il palazzo, dalla facciata asimmetrica, è composto da tre piani.
Sulla parte sinistra della facciata è posto il portale con arco a tutto sesto con capitelli gotici fioriti, affiancato da due finestre con cornice a torciglione e a dente di sega.

Il portale è sovrastato dalla trifora trilobata e con pennacchi del salone del primo piano, affiancata da due monofore.
La trifora e le monofore sono inquadrate da una cornice a scacchiera.


CONCLUSIONI
Questi sono i palazzi gotici che abbiamo incontrato percorrendo le strade del centro storico di Vicenza, ma ve ne sono altri più decentrati che non abbiamo visto nei nostri itinerari (Palazzo Ragaù, Palazzo Garzadori Fattore....).
E' certamente interessante constatare che Vicenza non è solo una città piacevole per i suoi monumenti palladiani, ma anche per la storia dell'arte precedente la rivoluzione artistica operata dal grande architetto che è stato Andrea Palladio.
Il gotico a Vicenza è la testimonianza della ricerca di abbellire la città in un periodo economicamente fiorente e del desiderio di rivaleggiare con le costruzioni che in quel periodo venivano costruite a Venezia.


4 commenti:

Journeybox ha detto...

Completissima questa guida di Vicenza ai palazzi gotici, complimenti!

Raffaella ha detto...

Grazie per il commento positivo!

Unknown ha detto...

Da vicentina... Dico che sei bravissima

Raffaella ha detto...

Un commento positivo di una vicentina...vale doppio! Grazie molte!

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