Plaza Mayor è un'antica piazza madrilena posta tra Puerta del Sol e Plaza de la Villa, nel cosiddetto quartiere Madrid degli Austrias.
Plaza Mayor (al mattino presto) |
La piazza prese il nome attuale di Plaza Mayor dopo la fine della Guerra Civile, dopo essere stata chiamata Plaza de la Costitucion, Plaza Real, Plaza de la Republica e Plaza de la Republica Federal.
Alessandro Dumas, visitando Madrid disse che Plaza Mayor era
"il colosseo che ha la volta più bella e meglio dipinta di tutti i teatri che abbia mai conosciuto" ...
ovvero il cielo di Madrid.
Plaza Mayor è una grande piazza pedonale (129m X 94m), porticata (con 114 arcate) sulla quale si affacciano 237 balconi; oggi ha un aspetto neoclassico, ma le sue origini sono ben più antiche.
Plaza Mayor |
Anticamente era questa una zona paludosa chiamata Lagunas de Lujan.
Qui, al di fuori delle mura cittadine dove non bisognava pagare tasse commerciali, Enrico IV aveva autorizzato nel XV secolo lo svolgersi del mercato più importante della città, e la piazza era a quel tempo chiamata Plaza del Arrabal (= "della periferia").
Nel 1580 Felipe II diede l'incarico a Juan de Herrera di rimodellare la piazza per farla divenire il centro sociale e commerciale della città.
Qui si sono svolte feste popolari, rappresentazioni teatrali, corride di tori, cerimonie religiose e di beatificazioni, matrimoni, incoronazioni (di Felipe IV, di Fernando VI, di Carlo III e di Carlo IV), processi dell'Inquisizione, esecuzioni capitali, castelli di fuoco, carnevali, tornei.
Qui le varie corporazioni vendevano i loro prodotti: sul lato Ovest della piazza si trovavano i venditori di panni, sul lato Sud i macellai, sul lato Est i venditori di canapa e di seta, sul lato Nord i venditori di pane, di ferramenta, di tovaglie e i calzolai.
Il primo edificio ad essere stato costruito sulla piazza per volere di Diego Sillero fu la Casa de la Panaderia (1590), su progetto di Francisco de Mora, ma fu completata nel 1619 dall'architetto Juan Gomez de Mora.
Casa de la Panaderia |
Casa de la Panaderia |
Casa de la Panaderia |
Nei sotterranei si trovavano le stalle dei fornai, mentre il piano nobile era riservato alla Famiglia Reale.
L'edificio, costruito sul lato Nord della piazza, subì forti danni a causa dell'incendio divampato nel 1672: rimasero infatti in piedi solo il seminterrato e il primo piano.
La Casa de la Panaderia fu ricostruita e la sua facciata e gli interni vennero decorati da Claudio Coelio e José Jiménes Donoso.
Nel 1732 l'edificio accolse gli Uffici del Peso Real e il Fiel Contraste, responsabile dei pesi e delle misure di tutte le merci in vendita.
Tra il 1745 e il 1774 divenne la sede della Real Academia de Bellas Artes de San Ferdinando, e tra il 1774 e il 1871 fu la sede della Real Academia de la Historia.
Nel 1790 nella piazza scoppiò un nuovo incendio e l'edificio fu ricostruito dall'architetto Juan de Villanueva. Nel 1880 la casa fu poi restaurata da Joaquin Maria de la Vega.
La facciata presenta 33 balconi; il balcone centrale è riservato al re ed è sormontato dallo scudo di Spagna con le armi di Carlo II, e fu scolpito da Barbieri in Italia.
balcone reale della Casa de la Panaderia |
scudo di Spagna di Carlo II |
Lateralmente la facciata è chiusa da due torri quadrate con guglie alle estremità.
torre sinistra della Casa de la Panaderia |
torre destra della Casa de la Panaderia |
Alla fine del XIX secolo l'edificio è stato acquisito dal Consiglio Comunale, è divenuto la Casa Consistorial de la Villa, la Biblioteca e l'Archivio Comunale. Oggi ospita anche l'ente del Turismo.
Nel 1914 Enrique Guijo realizzò dei dipinti sulla facciata che vennero poi sostituiti da quelli realizzati nel 1992 dagli artisti Guillermo Pérez Villalta, Siegfried Martin Begué e Carlos Franco.
I dipinti raffigurano personaggi mitologici (Cibele, Proserpina, Bacco, Cupido), segni zodiacali e personaggi inventati legati alla storia di Madrid e alla Plaza Mayor.
affreschi della facciata della Casa de la Panaderia (Guillermo Pérez Villalta, Siegfried Martin Begué e Carlos Franco - 1992) |
affreschi della facciata della Casa de la Panaderia (Guillermo Pérez Villalta, Siegfried Martin Begué e Carlos Franco - 1992) |
Lo stile è quello del barocco madrileno: mattoni rossi sulle facciate, granito sulle fondamenta, architravi e balconi, ardesia sui tetti sormontati da guglie e banderuole.
Nel XVI secolo si decise di costruire sul lato Sud della piazza (di fronte alla Casa de la Panaderia) la Casa de la Carniceria.
Casa de la Carniceria |
Questo edificio che in origine ospitava i macellai che rifornivano con le loro carni i banchi del mercato (da qui il suo nome), divenne la sede del Municipio e nel XX secolo dell'emeroteca comunale.
Casa de la Carniceria |
Dopo il primo incendio del 1631 scoppiato nella piazza, la Casa de la Carniceria fu ricostruita nello stesso stile della Casa de la Panaderia: anche questo edificio è delimitato da un attico e da due torri angolari con guglie.
Oggi l'edificio ospita un Hotel.
Dopo il 1790 l'architetto Juan de Villanueva ridusse di due altezze le facciate degli edifici che s'affacciano sulla piazza, chiuse gli angoli dell'area ed eresse nove archi d'accesso.
Il più noto e più monumentale degli accessi alla piazza è l'Arco de Cuchilleros realizzato su progetto di Gomez de Mora.
Arco de Cuchilleros |
Quest'arco è posto nell'angolo Sud-Ovest della piazza e prende il nome dai laboratori di fabbricanti di coltelli che fornivano con i loro prodotti i macellai della Casa della Carniceria (come ho già detto magazzino generale della carne).
Quest'arco è seguito da una ripida scala in pietra per colmare l'alto dislivello che in questo punto della piazza si ha con la sottostante Cava de San Miguel (a tal proposito al di fuori della piazza si possono anche notare gli edifici perimetrali con facciate inclinate come contrafforti).
Calle de Cuchilleros |
Arco de Cuchilleros (visto da Calle de Cuchilleros) |
Anche altri archi d'accesso prendono il nome dai mestieri che sotto ad essi si praticavano: ad esempio Arco Botoneras e Arco Sal.
Facendo un giro in senso orario della piazza, partendo dall'Arco de Cuchilleros, incontriamo gli accessi sotto cui partono le vie:
- Calle de Ciudad Rodrigo (angolo Nord-Ovest): accesso da cui entrava la corte reale per raggiungere la Chiesa di Atocha
- Calle del Siete de Julio (lato Nord): così chiamata perché in questa data del 1822 la Milizia Nazionale difese la piazza dall'attacco della Guardia Reale. Da questo accesso entravano anche i condannati a morte per essere giustiziati sulla piazza e per questo era più anticamente chiamata "Via dell'Amarezza".
- Calle Felipe III (lato Nord): prese questo nome dopo che la statua equestre del re venne posta nella piazza
accesso a Plaza Mayor da Calle Felipe III |
- Calle de la Sal (angolo Nord-Est): qui vi era il deposito dove si vendeva il sale (il cosiddetto "oro bianco")
Calle de la Sal |
- Calle de Zaragoza (lato Est): così chiamata per commemorare la difesa di Saragozza nella Guerra d'Indipendenza
Calle de Zaragoza |
- Calle de Gerona (angolo Sud-Est): così chiamata per commemorare la difesa di Gerona nella Guerra d'Indipendenza
Calle de Gerona |
accesso a Calle de Gerona da Plaza Mayor |
- Calle de Botoneras (angolo Sud- Est): dove le donne fabbricavano e vendevano bottoni
- Calle de Toledo (lato Sud): così chiamata perché questa via portava verso la città di Toledo.
arco d'accesso di Plaza Mayor per Calle de Toledo |
accesso da Plaza Mayor a Calle de Toledo |
Calle de Toledo |
Oggi il centro della piazza è lastricato, ma nel 1848 era stato realizzato un giardino alla francese. La piazza ebbe questa sistemazione sino al 1969 quando si decise di costruire un parcheggio pubblico nel seminterrato, e perciò la piazza venne pavimentata.
Al centro della piazza, rivolta verso Est, si erge la statua equestre di Filippo III.
Statua equestre di Filippo III (Giambologna/Pietro Tacca - 1616) |
La statua, dono del granduca di Firenze Cosimo II dei Medici al re spagnolo, è stata disegnata e realizzata in bronzo dal Giambologna e terminata dall'allievo Pietro Tacca nel 1616 (la firma dell'artista e la data di realizzazione si trovano incise sul sottopancia del cavallo).
Statua equestre di Filippo III (Giambologna/Pietro Tacca - 1616) |
La statua equestre, più grande del vero e pesante cinque tonnellate e mezzo, fu realizzata su modello del ritratto del re dipinto da Pantoja de la Cruz.
E' la più antica statua in stile manierista conservatasi fuori dall'Italia.
Statua equestre di Filippo III (Giambologna/Pietro Tacca - 1616) |
L'alto piedistallo in granito grigio, rosa e pietra calcarea su cui è posta la statua è di epoca successiva: venne scolpito da Sabino de Medina.
Nei bassorilievi che lo decorano sono stati raffigurati stemmi e trofei di guerra.
bassorilievi del piedistallo della Statua equestre di Filippo III |
Per secoli la statua è stata posizionata all'ingresso della Casa del Campo, sino a quando nel 1848 la regina Isabella II l'ha prestata alla città, e si decise di collocarla in Plaza Mayor.
Statua equestre di Filippo III (Giambologna/Pietro Tacca - 1616) |
Felipe III, figlio di Felipe II e di Anna d'Austria, regnò sul trono di Portogallo e Spagna dal 1598 al 1621. Sposò sua cugina Margherita d'Austria ed ebbe otto figli.
Nel 1931 alcuni manifestanti antimonarchici hanno posto degli esplosivi nella bocca del cavallo: l'esplosione ha decapitato cavallo e cavaliere, e intorno alla statua sono state trovate ossa di uccelli. I volatili erano scivolati dentro la statua dalla bocca del cavallo e non erano riusciti più a uscirne. Per questo durante il restauro si è pensato di chiudere la bocca del cavallo.
Plaza Mayor è una piazza molto frequentata dove i madrileni e i turisti amano incontrarsi ai tavoli dei numerosi bar e ristoranti che si affacciano sulla piazza.
Molte sono ancora le attività artigianali i cui punti vendita sono rimasti ad occupare le botteghe sotto i portici della piazza...peccato che molte vetrine siano imbrattate da scritte.
negozio di cappelli sotto i portici di Plaza Mayor |
negozio di cappelli sotto i portici di Plaza Mayor |
CONCLUSIONI Plaza Mayor è una delle piazze più belle e caratteristiche di Madrid. Noi l'abbiamo visitata al mattino presto quando ancora i locali non sono aperti e gremiti di clienti, e anche nel pomeriggio quando è più animata. Sicuramente in ogni ora del giorno questa piazza ha il suo fascino e offre il motivo per visitarla e viverla.
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