venerdì 3 dicembre 2021

Il Templo de Debod: un tempio egizio a Madrid

Tra i tanti siti interessanti che la città di Madrid offre, quello più insolito da noi visitato è stato certamente il Templo di Debod, un autentico tempio egizio di duemila e duecento anni fa, che certamente non è facile trovare in una città europea.

Questo tempio, la cui costruzione risale al II secolo a.C., fu donato alla Spagna nel 1968 dall'Egitto come ringraziamento per aver partecipato ad una missione di grande importanza nel loro Paese.

Nel 1960 infatti iniziò la costruzione dell'Alta Diga di Assuan e l'Unesco chiamò la comunità internazionale a collaborare al salvataggio dei templi di Abu Simbel nella Nubia Inferiore che sarebbero stati sommersi dalle acque della diga. I monumenti e i templi furono così trasportati in luoghi lontani dall'acqua.

Il Tempio di Debod fu il primo tempio ad essere stato smantellato e i blocchi di cui era composto furono trasportati sull'Isola di Elefantina ad Assuan. Nel 1968 questi furono portati ad Alessandria e da qui giunsero a Madrid.

Il tempio venne ricostruito con lo stesso orientamento originale (da Est ad Ovest) nel Parque del Cuartel de la Montaña, ad Est della Plaza de España.

Il sito venne poi aperto al pubblico nel 1972.

Templo de Debod nel Parque del Cuartel de la Montaña

CURIOSITA': Nella stessa occasione vennero donati altri templi ad altri Stati (Tempio di Taffa ai Paesi Bassi, il Tempio di Dendur agli Stati Uniti): all'Italia venne donato il Tempio di Ellesija, assegnato al Museo Egizio di Torino.

Templo de Debod

Il Templo de Debod fu costruito tra il 195 e il 185 a.C. sotto il regno di  Adijalamani di Meroe, in una zona a 20 km a Nord di Debod, un piccolo altopiano situato nella Bassa Nubia, nel Sud dell'Egitto (attuale Sudan). Era situato sulla sponda occidentale del fiume Nilo, poco oltre la prima cataratta.

Adijalamani di Meroe era uno dei tre re egiziani membri di una dinastia che proveniva indirettamente dai sovrani etiopi della XXV dinastia egizia.

Il tempio venne dedicato ad Amon di Debod (dio nubiano) e a Iside (moglie di Osiride e madre di Horus) il cui santuario principale era posto sull'isola di Philae. Queste due divinità non avevano nessun legame teologico.

Il tempio era a pianta rettangolare, era circondato da un muro (75m X 54m) per delimitare un cortile cerimoniale, e aveva una sola entrata rivolta ad Est. 

Per accedere al tempio bisognava passare sotto tre porte monumentali (una di queste è andata persa), munite di torri (andate perdute nel tempo). Il recinto del tempio era così diviso in tre patii.

porte monumentali

porte monumentali

le due porte monumentali superstiti

seconda porta monumentale

vista laterale di una porta monumentale

La Cappella originaria di epoca meroita (a pianta rettangolare) fu decorata su due registri con scene di offerta del re Adijalamani di Meroe agli dei di Debod, e con raffigurazioni di fiori di loto sulla parte inferiore. Sul soffitto furono dipinti avvoltoi in volo e stelle.

ingresso alla Cappella dal primo vestibolo

uscita dalla Cappella verso il secondo vestibolo 

bassorilievi della Cappella posti su due registri

bassorilievi della Cappella posti su due registri

bassorilievi della Cappella

bassorilievi della Cappella 

bassorilievi della Cappella 

bassorilievi della Cappella del registro inferiore

Intorno al nucleo originario meroita i monarchi della dinastia tolemaica (succeduta a quella meroita) aggiunsero altre stanze.

Tolomeo VI Filometore nel 172 fece costruire la seconda porta dedicata ad Iside, e la vecchia cappella divenne una stanza dentro la nuova costruzione, posta tra un vestibolo e il santuario, preceduto da un secondo vestibolo. Il nuovo tempio era così dotato di tre santuari, due vestiboli, della cappella costruita da Adijalamani di Meroe, magazzini e cripta.

Il tempio subì ulteriori modifiche con Tolomeo VIII: egli fece costruire un Naos, ovvero un santuario in onore delle divinità (in questo caso Iside), scomparso nel XIX secolo.

Nel Naos commissionato poi da Tolomeo XII (esposto nella cappella dietro la cappella originaria), si trovava la statua di Amon di Debod. I titoli del faraone figurano su ambo i lati della nicchia scavata in un monolite di granito rosa di Assuan. Sul Naos è anche raffigurato il dio Hapi, dio del Nilo. 

La cappella del Naos era aperta tutti i giorni quando si celebravano i riti all'alba. Vi erano poi riti a mezzogiorno e al tramonto, quando le porte del santuario venivano chiuse e sigillate con foglie di legno. 

Durante il rito mattutino le statue delle divinità venivano svegliate da un inno, lavate, unte, profumate, vestite, truccate, pettinate e adornate con gioielli. Poi venivano offerte loro cibo e libagioni (che successivamente venivano consumate dai servi del santuario).

Naos (santuario) nella Cappella del Naos

Naos (santuario) con i titoli di Tolomeo XII

Questo santuario era affiancato da due cappelle laterali dove vi erano le statue di altri dei venerati a Debod, e custodivano gli oggetti usati per il culto quotidiano delle divinità.

ingresso alla cappella laterale destra

cappella laterale destra

presa di luce della cappella laterale

proiezioni di spiegazione del sito sui muri della cappella laterale sinistra

Il tempio era dotato anche di due cripte accessibili dalle cappelle laterali.

La facciata di epoca tolemaica presentava un muro con intercolumni: su di un muro alto metà della facciata erano poste quattro colonne con fusto cilindrico e capitelli a fiori di papiro. La porta era sormontata da un architrave.

facciata del Templo di Debod

facciata del Templo di Debod

facciata del tempio

entrata con architrave del tempio

differenti capitelli delle colonne della facciata

La facciata che oggi vediamo è un rifacimento del 1970. Dei quattro capitelli della facciata solo uno è originale, mentre altri due vengono conservati oggi nel vestibolo del tempio.

fusto di colonna e capitello della facciata (oggi nel vestibolo)

fusto di colonna e capitello della facciata (oggi nel vestibolo)

Il tempio aveva anche una scala che portava ad una Terrazza.

Saliti i gradini della prima rampa di scale ci si trova davanti la cosiddetta Cappella Osiricauna cappella usata per riti relativi alla resurrezione di Osiride che venivano celebrati a mezzogiorno e al tramonto.

Nella cappella è esposto un plastico del tempio del I secolo (scala 1:50) con il muro che lo circondava e le tre porte originali. 

plastico del Tempio di Dobod nel I secolo

plastico del Tempio di Dobod nel I secolo

particolare del plastico del Tempio di Dobod nel I secolo

Salita la seconda rampa di scale ci si trova sulla terrazza. In origine sulla terrazza si svolgevano riti all'aperto, oggi vi sono esposte alcune decorazioni che ornavano il tempio. 

reperti esposti sulla terrazza

E' esposto un blocco di arenaria, situato originariamente nella cappella di Adijalamani di Meroe, sulla porta d'ingresso (dal lato interno della cappella), e reca un titolo reale abbreviato del re: "Re dell'Alto e Basso Egitto" e "figlio di Ra". 

blocco con titolo reale (200-180 a.C.)

Sono qui presenti anche un frammento di capitello di epoca greco romana e un frammento di cartiglio di Adijalamani di Meroe.

a sinistra: frammento di capitello (epoca greco-romana) / a destra: frammento di cartiglio di Adijalamani di Meroe (200-180 a.C.)

In un altro blocco di arenaria esposto sulla terrazza (sempre originariamente posto sulla porta d'accesso della Cappella di Adijalamani di Meroe, ma questa volta posto sul lato esterno della cappella), si possono leggere (racchiusi in cartigli posti su ambo i lati del blocco) tre dei cinque classici titoli dati a Adijalamani di Meroe: il titolo di Horus ("Immagine di Ra, eletto dagli dei"), re dell'Alto e Basso Egitto ("Immagine di Ra, eletto dagli dei"), e Figlio di Ra ("Amato da Iside").

blocco di arenaria con i titoli di Adijalamani di Meroe (200-180a.C.)

Si trova qui esposto anche un blocco con la raffigurazione di Amon di Debod di epoca romana.

blocco con raffigurazione di Amon di Debod (epoca romana)

Fa parte dei reperti esposti anche il blocco inferiore di un altare in arenaria decorato con modanature agli angoli, L'altare poteva essere completato da un blocco superiore rifinito da cornici. E' sconosciuta la sua posizione originale, che probabilmente poteva essere vicina al Naos.

altare (epoca greco-romana)

E' anche qui esposto un plastico della Baja Nubia e i templi recuperati durante la Campagna dell'Unesco (1960/1982), tra i quali il Tempio di Gerf Hussein dedicato al dio Ptah e a Ramses II, era in parte scavato nella roccia (la parte esterna del tempio fu  ricostruita nel sito di Nuova Kalabsha, nei pressi di Assuan), il Tempio di Kalabsha (uno dei suoi portali è oggi al Museo Egizio di Berlino), il Tempio di Derdur (epoca romana, oggi al Metropolitan Museum di New York).

plastico dei templi della Baja Nubia 

particolare del plastico dei templi della Baja Nubia 

I Romani conquistarono l'Egitto nel 30 a.C. e crearono un confine tra Egitto e Moroe. 

Quando l'Egitto venne annesso all'Impero Romano Augusto, Tiberio e forse Adriano, portarono a termine la costruzione e la decorazione dell'edificio. 

In epoca romana si costruì la Mammisi (la cella a custodia di una figura sacra posta accanto ad un tempio), la cappella perpendicolare al vestibolo (entrata sulla parete Sud del vestibolo), dedicata alla nascita del figlio divino ("mammisi" è una parola copta che significa "luogo di nascita").

Mammisi

Mammisi

Sulle pareti di questo ambiente si trovano un lucernario e una nicchia probabilmente utilizzata per contenere un'immagine divina.

In questo ambiente è oggi esposta la parte superiore della seconda porta esterna del tempio. Questa è decorata con un disco solare alato (rappresentazione del dio Behedeti) e porta anche un'iscrizione in greco.

Il vestibolo e la facciata principale vennero decorati con rappresentazioni dell'imperatore Augusto che dona offerte ad Amon di Debod e a Iside, e a Osiride, Methesa e Toth di Pnubs.

decorazione del vestibolo

raffigurazione dell'imperatore romano Augusto che offre agli dei Iside, Osiride, Amon di Dobod, Mahesa e Thoth di Pnubs (vestibolo)

raffigurazione dell'imperatore romano Augusto che offre agli dei Iside, Osiride, Amon di Dobod, Mahesa e Thoth di Pnubs (vestibolo)

Tiberio continuò la decorazione del vestibolo dove appariva in rilievi distrutti nel XIX secolo.

Sempre di epoca romana erano il primo e il terzo ingresso (il più vicino al tempio, scomparso nel XX secolo), e le raffigurazioni delle divinità Amon di Debod e Mahesa sul muro posteriore del tempio.

Primo ingresso (epoca romana)

esterno del Tempio di Debod (angolo Nord-Ovest)

muro posteriore del tempio

raffigurazione di Amon di Debod e di Mahesa (muro esterno - epoca romana)

I Romani costruirono anche un percorso processionale e una terrazza sul fiume, che rimasero nel loro sito originale quando il tempio fu salvato.

Quando nel VI sec. d.C. la Nubia divenne cristiana il tempio fu chiuso e abbandonato. Nel 1868 un terremoto distrusse la facciata e parte del vestibolo, mentre la porta più vicina alla facciata crollò tra il 1896 e il 1906. Nel 1907, quando venne avviata la seconda fase della costruzione della vecchia diga di Assuan, il tempio venne sommerso dall'acqua come altri templi che erano sorti in quella zona della Nubia. E' proprio in questo periodo che andarono perdute le pitture interne del tempio e vennero erosi i bassorilievi sulle pareti.

Templo de Dobod al tramonto

ATTENZIONE: Per tutelare il monumento si potrà entrare a numero contingentato. Per questo spesso si deve rimanere in fila per diverso tempo.

Orari: martedì/domenica   10.00/20.00

Costo: GRATIS

CONCLUSIONE                                                                                                                        Il Templo de Dobod è il monumento più antico che si può trovare a Madrid, anche se non fa precisamente parte della storia della città. E' un'attrazione madrilena che attira molti turisti e cittadini che si recano nel parco per relax. E' consigliato andare a visitare il sito al tramonto quando i bassi raggi del sole penetrano attraverso le porte monumentali regalando immagini suggestive. Ma ogni momento è buono per visitare e scoprire questo antico ed importante tempio egizio fortunatamente salvato dalle acque.


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