Una delle prime grandi opere realizzate a Barcellona da Antoni Gaudì fu il Palazzo Guell.
Gaudì infatti aveva incontrato all'Esposizione Universale di Parigi del 1878 il conte Eusebi Guell i Bacigalupi, imprenditore e politico promotore della cultura catalana, l'uomo che divenne il suo mecenate,
Il conte credette nel talento del giovane Gaudì e gli affidò la costruzione del suo nuovo palazzo, che doveva essere una residenza dove ostentare la sua ascesa sociale e divenire un luogo di feste, concerti, serate culturali e letterarie, e riunioni politiche.
|
Antoni Gaudì e Eusebi Guell |
Gaudì fece di Palazzo Guell un palazzo
metafora: l'edificio si sarebbe alzato dalle oscure cantine (rappresentazione della povertà) sino al colorato tetto (la ricchezza).
Per questo doveva essere un palazzo sontuoso, con ricercatezza di materiali costruttivi.
La famiglia Guell possedeva già una residenza sulla Rambla, e volle congiungere questa proprietà con un'altra nella adiacente carrer Nou de La Rambla.
Questo quartiere non era l'Eixample, quello scelto dall'alta borghesia di Barcellona dell'inizio del secolo scorso per abitarvi.
Anzi, alla fine del XIX secolo il Raval era un quartiere degradato.
|
Palazzo Guell |
Il palazzo fu costruito tra il 1886 e il 1888 e la famiglia Guell, con i suoi dieci figli, l'abitò sino al 1910.
|
cancello d'entrata |
La facciata in pietra si presenta austera.
Due archi parabolici costituiscono i due grossi cancelli in ferro battuto che portano le iniziali E e G del proprietario.
|
cancelli d'entrata e scudo della Catalogna |
Tra i due cancelli si trova lo scudo della Catalogna dove l'elmo viene coronato con la
fenice, simbolo della rinascita, per evocare la
Renaixença, il nuovo movimento politico e culturale catalonista.
L'abitazione unifamiliare s'innalzava su sei livelli: la cantina adibita a scuderia, il pianoterra per la reception, l'ammezzato come studio, il primo piano come abitazione, il secondo piano per la zona camere da letto, il terzo piano come soffitta.
|
scuderie |
La vista del palazzo inizia dalle
cantine/scuderie.
Una rampa elicoidale permetteva il transito ai cavalli.
|
rampa elicoidale |
|
rampa elicoidale |
|
rampa elicoidale |
|
rampa elicoidale |
Grosse colonne di mattoni con capitelli fungiformi reggevano il piano terra.
|
colonne fungiformi delle scuderie |
|
anello con testa di cane per legare i cavalli |
|
archi catenari nelle scuderie |
|
scalone d'onore |
Nel vestibolo il pavimento è formato da falsi mattoni, costituiti da legno di pino per attutire il rumore degli zoccoli dei cavalli.
Uno
scalone d'onore di marmo grigio sale dall'ingresso alle tre anticamere con finestre sulla strada, dove venivano accolti gli ospiti.
|
scalone d'onore e mezzanino |
|
finestra di un'anticamera |
|
finestra dell'anticamera centrale |
| |
struttura della finestra dell'anticamera centrale |
I lampadari sono in ferro battuto, i soffitti in legno a cassettoni
riccamente scolpiti sono accoppiati ad elementi metallici (decorazione
unita alla funzionalità, dettame del modernismo di Gaudì.
|
soffitto a cassettoni |
|
soffitto a cassettoni |
|
soffitto a cassettoni |
|
legno e metallo sul soffitto |
|
illuminazione in ferro battuto |
Si accede ora alla
sala quadrata centrale di 40 m², fulcro di tutto l'edificio, e alta 17m, quanto tre piani.
Era la sala dove la famiglia Guell dava i suoi ricevimenti.
|
cupola della sala quadrata |
|
sala quadrata |
|
sala quadrata |
Colpisce subito la maestosità dell'ambiente sormontato da una cupola parabolica ricoperta di lastre di marmo con apertura centrale e orifizi che, facendo entrare la luce, la fanno sembrare un cielo stellato.
Un po' planetario, un po'cattedrale, un po' bagno hamman arabo, la sala rimanda allo stile gotico e arabeggiante.
In essa due grandi porte racchiudevano un tempo un altare andato distrutto durante la Guerra Civile. Rimane però la console dell'organo usato per le funzioni.
|
cappella |
|
immagine dell'altare della cappella |
|
organo |
Si passa quindi alla sala da pranzo con pannelli in noce alle pareti e camino monumentale.
|
sala da pranzo |
|
sala da pranzo |
|
sala da pranzo |
Qui una finestra di grande tecnica ebanistica garantisce la privacy senza isolare.
|
finestra della tribuna |
Altre finestre lasciano filtrare delicatamente la luce nella sala.
|
finestra della sala da pranzo |
All'esterno la tribuna posteriore, di tradizione orientale, garantisce la ventilazione dell'ambiente e il fresco con isuoi elementi di chiusura.
|
tribuna esterna |
|
tribuna esterna |
Una scala posta nella sala centrale dà accesso al piano superiore dove si trovano alcune camere da letto, studioli e salottini.
|
camera da letto |
|
camera da letto |
|
camera da letto |
|
bagno |
Si sale poi nella
soffitta e da qui sul
terrazzo del palazzo.
|
soffitta |
|
copertura della soffitta |
Anche sulla sommità di questo edificio come su quelle di altri palazzi progettati da Gaudì si ritrovano le strutture dei comignoli rivestiti di
trencadis, frammenti irregolari di mosaico.
|
terrazzo di Palazzo Guell |
|
differenti comignoli |
|
comignolo |
|
comignoli |
|
comignoli |
Tutti i 20 comignoli sono differenti, e creano un giardino di sculture.
Sulla lanterna centrale si trova una banderuola a forma di pipistrello, simbolo araldico della corona d'Aragona, sotto di questo un sole-rosa dei venti, e al di sopra una croce greca.
|
lanterna con banderuola |
Durante la guerra Civile il palazzo divenne una stazione di polizia del Goveralitat e poi nel 1945 venne ceduto dagli eredi alla Provincia di Barcellona.
Il Palazzo Guell è insieme ad altre opere del modernismo catalano nella lista del Patrimonio dell'Unesco.
www.palauguell.cat
Orario: aprile/ottobre 10.00/20.00
novembre/marzo 10.00/17.30
lunedì chiuso
Costo 12€
audioguida in italiano
Prima domenica del mese gratis
CONCLUSIONI
Importante tappa della strada del modernismo catalano è certamente Palazzo Guell.
Nella sua struttura sono già evidenti l'evocazione alle forme naturali, l'uso dell'arco catenario, la ricercatezza dei materiali e della funzionalità che hanno caratterizzato la corrente del modernismo e in particolare i lavori di Gaudì.
Nessun commento:
Posta un commento