domenica 10 dicembre 2017

Mantova: la Basilica di Sant'Andrea Apostolo


La Basilica di Sant'Andrea Apostolo è dal 1939 concattedrale di Mantova ed è la chiesa più grande della città.
Per le novità formali del progetto realizzato da Leon Battista Alberti, è tra le chiese più conosciute del Rinascimento e uno dei capolavori dell'arte italiana.

La storia di questa chiesa si lega alla tradizione religiosa della reliquia del Santissimo Sangue di Cristo.
Come viene narrato nel Vangelo Apocrifo di Nicodemo, Longino, il soldato romano che trafisse il costato di Cristo sulla Croce, si convertì vedendo che le gocce di sangue sull'asta, toccando i suoi occhi malati, li avevano guariti.
Raccolse la terra con il sangue che vi era caduto e ritornò in Italia.
Nel suo peregrinare giunse a Mantova nel 36 d.C. dove nascose la reliquia nell'ospedale dei pellegrini, il sito dove sorse poi la basilica, che si trovava vicino al tempio di Diana.
Longino fu poi decapitato nel 37 d.C. vicino all'attuale Chiesa di Santa Maria del Gradaro, dove era stata costruita nel III secolo una chiesa paleocristiana per ricordarlo (Chiesa di S.Maria in Campo Santo). 
La reliquia rimase sepolta sino all'804 quando venne casualmente ritrovata.
Per questo papa Leone III, riconosciuta sacra la reliquia, istituì l'episcopato a Mantova, mentre Carlo Magno ne volle portare una parte in Francia (forse a Parigi).
La reliquia venne nascosta nuovamente nel 904 per proteggerla dai barbari ungheresi: una parte fu sepolta sotto la cattedrale nella città vecchia e una parte nell'Oratorio di Sant'Andrea, sorto vicino all'antico ospedale.
Le tracce delle collocazioni delle reliquie si persero fino al 1048, quando governavano Mantova Bonifacio di Canossa e Beatrice di Lorena (genitori della più nota Matilde di Canossa): Sant'Andrea apparve in sogno al mendicante cieco Adalberto e rivelò il luogo dove si doveva scavare.
La reliquia fu ritrovata insieme al corpo di S.Longino.
Per questo fu costruita la Chiesa di Sant'Andrea, distrutta poi per volere di Ludovico Gonzaga per erigervi quella attuale.
Successivamente Guglielmo Gonzaga fece trasferire una parte di questa reliquia nella Chiesa Palatina di Santa Barbara.
Una parte della reliquia venne donata a Leone IX ed è ancor oggi conservata a Roma nella Basilica di S.Giovanni in Laterano.
Un'altra parte del Santissimo Sangue è giunta nel monastero di Weingarten in Baviera: Enrico III, che aveva ottenuto una porzione della reliquia, la donò al conte Baldovino di Fiandra.
Il conte la donò a sua volta alla figlia Judith che sposò il duca Guelfo IV di Baviera, che infine la donò al monastero dove è ancor oggi.
Nel 1848 gli Ungheresi dell'esercito austriaco rubarono dalla Chiesa di Sant'Andrea i vasi preziosi realizzati dal Cellini per contenere il Santissimo Sangue, e dispersero il sangue, mentre rimasero intatte la porzione conservata nel Duomo e nella Chiesa di Santa Barbara.
Oggi i due vasi con le reliquie si trovano custoditi nell'altare della cripta della Basilica di Sant'Andrea, chiusi da dodici chiavi in possesso di dodici diverse persone, e vengono portate in processione per la città il Venerdì Santo.

Dove oggi possiamo ammirare la Basilica di Sant'Andrea, si sono succeduti diversi edifici di culto.

scorcio laterale del campanile e della Basilica di Sant'Andrea Apostolo
cupola della Basilica di Sant'Andrea Apostolo
Il primo edificio venne costruito sulle rovine dell'Ospedale di Sant'Andrea da Beatrice di Lotaringia (o, "alla francese", di Lorena), madre di Matilde di Canossa (IX secolo).
Poi venne edificato nel 1037 un monastero benedettino accanto all'oratorio.
Di queste prime fasi rimangono il campanile e un lato del chiostro.

Il campanile tardogotico, costruito nel 1413, è a base quadrangolare ed è sormontato da un prisma ottagonale che termina con guglia conica.
E' stato costruito in cotto ed è aperto da trifore.

campanile della basilica
particolare del campanile: prisma ottagonale, poggiante su base quadrangolare con trifora e terminante con guglia conica
Tramite un suggestivo passaggio, a sinistra della facciata della chiesa, si può accedere a Piazza Leon Battista Alberti, dove si può ammirare il lato superstite del chiostro benedettino, e la vera di un pozzo (l'intera piazza durante la nostra visita era in restauro).

passaggio verso Piazza Leon Battista Alberti
portico del chiostro
arcate del chiostro
vera del pozzo del chiostro
Nel 1472 papa Sisto V abolì, sotto insistenza del marchese Ludovico III Gonzaga, la prelatura abbaziale, e a capo della nuova collegiata fu posto il Cardinale Francesco Gonzaga.

Furono infatti iniziati i lavori di costruzione di una nuova chiesa da Luca Fancelli, seguendo il progetto di Leon Battista Alberti, che nel frattempo era morto.
La costruzione subì fasi alterne: i lavori furono interrotti tra il 1494 e il 1530, e vennero terminati solo nel XVIII secolo.

Leon Battista Alberti s'ispirò ai templi etruschi per la navata e le cappelle, agli archi trionfali romani per la facciata, alle basiliche e agli ambienti termali romani per la navata.
L'Alberti considerò per i suoi calcoli le leggi armoniche che governano l'universo che si basavano su una certa sequenza numerica.
Il progetto rispecchia un principio di razionalità e propone un sistema geometrico modulare che regola tutti i rapporti: ogni spazio è multiplo dell'altro.
Non si sa se il progetto prevedeva il transetto, una cupola e una cripta.

modellino del progetto dell'Alberti per la Basilica di Sant'Andrea Apostolo (Tempio di S.Sebastiano)
L'orientamento della chiesa è allineato all'asse che dal Palazzo Ducale conduceva al Tempio di S.Sebastiano (progettato anche questo dall'Alberti).

modellino della Basilica di Sant'Andrea Apostolo ed edifici limitrofi e coevi all'interno del quartiere Sant'Andrea  (Tempio di S.Sebastiano)
asse che collega Palazzo Ducale al Tempio di S.Sebastiano passando per la Basilica di Sant'Andrea Apostolo
S'incominciò insolitamente la costruzione della nuova chiesa dalla facciata, che venne terminata nel 1488.

facciata della Basilica di Sant'Andrea Apostolo
La facciata della basilica ricorda quella del Pantheon di Roma.
Appare come un arco trionfale romano ad un solo fornice tra setti murari, simile all'Arco di Traiano ad Ancona, all'Arco di Giano o all'Arco di Tito a Roma.

modellino della facciata della Basilica di Sant'Andrea Apostolo (Tempio di S.Sebastiano)
L'arco centrale è inquadrato da paraste corinzie di ordine gigante.
Le lesene che lo incorniciano sono scanalate e rudentate (cioè riempite nel terzo inferiore).

arco centrale con lesena scanalate
Sui setti murari tra le lesene compaiono tre ordini sovrapposti: due porte architravate, due nicchie ad arco e due finestre ad arco.

particolare della facciata: setto murario con archetti e paraste giganti
Sopra al timpano si trova un secondo arco, in posizione arretrata rispetto alla facciata, chiamato "l'ombrellone".
Si tratta di un tratto della copertura a botte della navata, e serve a dar luce alla chiesa.

portico
volta a botte centrale a lacunari
Salita la scalinata antistante la chiesa e superato l'arcone, ci si trova sotto un portico coperto con tre volte a botte, con lacunari.

portico visto lateralmente
arco centrale della facciata e portico con copertura a botte a lacunari
L'ingresso centrale è attorniato da una raffinata cornice con girali, animali e uccelli.

ingresso centrale
particolare della cornice del portale
particolare della cornice del portale






















Sopra la cornice una scritta in latino: "UNA EX SEPTEM" ovvero "una delle sette" più importanti chiese della cristianità o "l'unica delle sette" chiese più importanti a custodire la reliquia più importante.

scritta in latino sul portale centrale
Ma ora entriamo all'interno della basilica a croce latina.


L'unica breve navata, larga 19m, lunga 103m e alta 28m, è coperta con una volta a botte con finti cassettoni dipinti.

navata della Basilica di Sant'Andrea Apostolo
controfacciata
soffitto a botte a lacunari dipinti
Su ogni lato della navata si trovano tre cappelle a base rettangolare, il cui ingresso è costituito da un arco a tutto sesto e hanno una copertura a botte, alternate a tre cappelle più piccole a base quadrata e sormontate da coperture emisferiche, ricavate nel setto murario dei pilastri.


una cappella piccola
Questa alternanza di cappelle piccole e grandi rappresenta una novità che fu proprio l'Alberti ad introdurre qui per la prima volta nella storia dell'architettura rinascimentale.

Le decorazioni della navata e del transetto, raffiguranti storie bibliche a monocromo e scene evangeliche, realizzate tra il 1785 e il 1791, sono opera di Felice Campi, Giorgio Anselmi e allievi dell'Accademia di Scienze, Belle Lettere e Arte di Mantova, guidati da Paolo Pozzo.

scena di storia biblica a monocromo
scena di storia biblica a monocromo
scena di storia biblica a monocromo
Gesù e la Samaritana (Giorgio Anselmi)
Consegna delle chiavi (Felice Campi)
Battesimo di Gesù (Giorgio Anselmi)
Resurrezione di Lazzaro (Giuseppe Razzeti)
S.Cecilia (Felice Campi)
I pilastri sono decorati con candelabra.

decorazione a candelabra
Iniziando la descrizione dal lato destro della navata, la prima cappella contiene il fonte battesimale, ed è priva di decorazioni.
Vi erano un tempo tre tondi con affreschi staccati attribuiti al Mantegna e al Correggio provenienti dal vestibolo, conservati oggi nel Museo Diocesano.

cappella del Battistero
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La seconda cappella è la Cappella di Sant'Antonio, si trova sull'altare una pala ottocentesca di Giulio Cesare Arrivabene che rappresenta Sant'Antonio da Padova rimprovera Ezzelino da Romano.

Cappella di Sant'Antonio
Sant'Antonio da Padova rimprovera Ezzelino da Romano (1846 - Giulio Cesare Arrivabene)
Le pareti sono state affrescate da Benedetto Pagni con l'Inferno (parete destra) e il Purgatorio e il Paradiso (parete sinistra).

Purgatorio e Paradiso (Benedetto Pagni - 1570)
Inferno (Benedetto Pagni - 1570)
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Nella terza cappella la pala d'altare di scuola lombardaraffigura una   Madonna della Vittoria con S.Gerolamo che offre un modello della chiesa in costruzione del '400.

terza cappella
Madonna della Vittoria con S.Gerolamo che offre un modello della chiesa in costruzione (scuola lombarda del '400)
Gli affreschi sulle pareti alludono al Martirio di S.Sebastiano e sono stati eseguiti da Rinaldo Mantovano.

Martirio di S.Sebastiano (Rinaldo Mantovano)
Martirio di S.Sebastiano (Rinaldo Mantovano)
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La quarta cappella è la Cappella Cattanea.

Cappella Cattanea
Nell'ancona lignea del XVI secolo sono scolpiti la Madonna col Bambino, il Padre Eterno, S.Giovanni Battista e S.Giovanni Evangelista.

ancona lignea (XVI sec.)
particolare dell'ancona con Madonna col Bambino, S.Giovanni Battista e S.Giovanni Evangelista
Sotto la statua della Vergine è raffigurata un'Annunciazione.

Annunciazione (XVI sec.)
Sulle pareti l'Andreasino ha dipinto la Natività della Vergine e L'Assunzione e l'Incoronazione della Vergine (fine '500).

Natività della Vergine (Andreasino - fine '500)
Assunzione e Incoronazione della Vergine (Andreasino - fine '500)
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Nella quinta cappella si trova un dipinto di Antonio Brunetti: Madonna col Bambino e S.Luigi Gonzaga.

Madonna col Bambino e S.Luigi Gonzaga (Antonio Brunetti)
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La sesta cappella è la Cappella di S.Longino.

Cappella di S.Longino
La cappella fu affrescata da Rinaldo Mantovano su disegni di Giulio Romano: una Crocifissione con S.Longino ai piedi della Croce insieme a Maria e S.Giovanni, il Rinvenimento del Pregiatissimo Sangue di Cristo con Sant'Andrea che regge la Croce tra le nuvole e tra la folla Beatrice di Canossa, una bimba che rappresenta Matilde di Canossa (figlia di Beatrice), tenuta in braccio dalla nutrice, e il vescovo Marciano.

Rinvenimento del Pregiatissimo Sangue di Cristo (Giulio Romano/Rinaldo Mantovano)
Crocifissione (Giulio Romano/Rinaldo Mantovano)
Sopra l'altare una copia del '500 della Natività con S.Giovanni e S.Longino di Giulio Romano (l'originale è conservata al Musèe du Louvre a Parigi).

Natività (Giulio Romano - copia del '500)
I due sarcofaghi della cappella contengono i resti di S.Longino e del beato Adalberto, il cieco mendicante tedesco al quale Sant'Andrea in sogno suggerì il luogo dove erano sepolti i vasi con il Pregiatissimo Sangue di Cristo.

sarcofago di S.Longino
sarcofago del beato Adalberto
sarcofago di S.Longino
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Sul lato sinistro della navata la prima cappella vicino all'ingresso, è nota per essere la cappella dove volle essere sepolto Andrea Mantegna, morto il 13 settembre 1506.

Nel 1504 il Mantegna dispose di essere sepolto nella Cappella di S.Giovanni Battista e prescrisse che fosse decorata entro un anno dalla sua morte.

Sul pavimento vi è una lapide con le parole:
"Le ossa dell'artista sono state composte con quelle dei suoi figli nel sepolcro costruito dal nipote Andrea per parte di figlio 1560".
lapide sul pavimento
Un busto in bronzo effigia il Mantegna ed è attribuito a Gianmarco Cavalli.
Sotto un'epigrafe in latino recita:
"Tu che vedi le sembianze di bronzo del Mantegna, saprai che questi è pari, se non superiore ad Apelle".
busto del Mantegna ed epigrafe
Sulle pareti vi sono archi a tutto sesto profilati in cotto.
All'interno sono dipinte nicchie a forma di conchiglia, Virtù e medaglioni ovali con scene tratte dalla Vita del Battista: l'Annuncio dell'Angelo a Zaccaria e la Decollazione del Battista,

arco parete sinistra /in alto: Decollazione del Battista
La calotta semisferica poggia su un tamburo cilindrico decorato a monocromo con fregio antichizzante, ed è stata decorata con tralci e graticci con vasi.
Al centro della volta lo stemma della famiglia Mantegna.

cupola con stemma Mantegna
Nei pinnacoli della volta sono stati dipinti dal Correggio i Quattro Evangelisti.

pinnacolo: S.Giovanni Evangelista e l'aquila
pinnacolo: S.Matteo e l'Angelo






















Sulla destra della cappella Francesco Mantegna, uno dei figli del maestro, ha dipinto il Battesimo di Gesù.

Battesimo di Cristo (Francesco Mantegna)
Sulla parete sinistra si trova dipinta la Visitazione di Maria a Sant'Elisabetta (1560/1575)

Visitazione di Maria a Sant'Elisabetta (1560/1575)
L'altare ha un paliotto in legno dipinto: al centro un'aquila con il motto AB OLYMPO, ai lati stemmi dei Gonzaga.
Al di sopra vi è una tela che rappresenta la Sacra Famiglia e la famiglia del Battista di Andrea Mantegna.

paliotto in legno dipinto e Sacra Famiglia e famiglia del Battista (Andrea Mantegna)
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La seconda cappella è la Cappella di S.Silvestro.

Cappella di S.Silvestro
La pala d'altare Vergine in trono col Bambino, i Santi Sebastiano, Silvestro, Paolo, Gerolamo, Elisabetta e Rocco fu realizzata da Lorenzo Costa il Vecchio nel 1525.

Vergine in trono col Bambino, i Santi Sebastiano, Silvestro, Paolo, Gerolamo, Elisabetta e Rocco (Lorenzo Costa il Vecchio - 1525)
Sulle pareti vi sono due tele di Fabrizio Perla: Resurrezione di Cristo e Discesa al Limbo (1575).

Resurrezione (Fabrizio Perla - 1575)
 Discesa al Limbo (Fabrizio Perla - 1575)
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Nella terza cappella si trovano una statua lignea di una Pietà posta sull'altare, e sulle pareti il monumento funebre della famiglia Boccamaggiore e due rappresentazioni di Deposizione.
Nei pennacchi e nel cupolino vi sono medaglioni di scuola mantegnesca.

Pietà
Deposizione
Deposizione
monumento funebre famiglia Boccamaggiore
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La quarta cappella è la Cappella dell'Immacolata, con fasciature dipinte a grottesche.

Cappella dell'Immacolata
La parete di fondo è occupata da un'ancona in legno scolpito e dorato con statue della Vergine, di S.Longino e di Sant'Andrea,l'Eterno, i Vasi Sacri, angeli e torrette (1616).

Ancona (1616)
particolare dell'ancona: Vergine (ottocentesca)
paliotto dell'altare
Sulle pareti vi sono due opere di Lorenzo Costa il Giovane: l'Adorazione dei Pastori e l'Adorazione dei Magi.

Adorazione dei Magi (Lorenzo Costa il Giovane)
Adorazione dei Pastori (Lorenzo Costa il Giovane)
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Segue il pulpito marmoreo cinquecentesco (attribuito ai fratelli Mola) e subito dopo la quinta cappella è la Cappella di S.Francesco.

pulpito
Sull'altare una raffigurazione del Santo al quale è dedicata la cappella.
Alle pareti vi sono due tele che rappresentano un Cristo e una Madonna col Bambino e S.Francesco inginocchiato.

S.Francesco
Cristo
Madonna col Bambino con S.Francesco inginocchiato
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La sesta cappella è la Cappella di Nuvoloni.
La pala d'altare raffigurante una Crocifissione è di Fermo Ghisoni (1556).

Cappella di Nuvoloni con Crocifissione (Fermo Ghisoni - 1556)
Sono attribuiti anche a Fermo Ghisoni i prospetti architettonici dipinti sulle pareti laterali della cappella (1570).

prospetto architettonico (Fermo Ghisoni - 1570)
prospetto architettonico (Fermo Ghisoni - 1570)
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Si accede quindi nell'ampio transetto, con decorazioni ottocentesche e monumenti funebri provenienti da altre chiese demolite o distrutte.

Sul fondo del braccio destro del transetto si trova il monumento funebre del vescovo Giorgio Andreasi, consigliere dei Gonzaga.

braccio destro del transetto
Mausoleo del vescovo Giorgio Andreasi (1549)
Ai lati del monumento sono posti due armadi appartenuti all'arredo ottocentesco della basilica.


armadio ottocentesco
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La cappella destra del braccio destro del transetto è la Cappella Cantelma.

Cappella Cantelma
Posto in alto sulla parete di fondo è stato collocato il Mausoleo Cantelmi attribuito a Battista Covo (1544).
Sotto una tela attribuita a Francesco Borgani che raffigura il Ritrovamento del preziosissimo Sangue

Mausoleo Cantelmi e Ritrovamento del Preziosissimo Sangue (Francesco Borgani)
Sulla parete destra si trova il Mausoleo Donati, mentre sulla parete sinistra il Mausoleo Pomponazzo (1534).

Mausoleo Pomponazzo
Mausoleo Donati
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L'altra cappella del braccio destro del transetto, posta sulla sinistra, è la Cappella del SS.Sacramento.

Cappella del SS.Sacramento
Qui si trova un'ancona settecentesca con la raffigurazione di Sant'Andrea e S.Lorenzo che additano il Sacro Cuore di Gesù, opera di Luigi Niccolini.
Il Crocifisso in bronzo è opera di Giovanni Bellavite.

Sant'Andrea e S.Lorenzo che additano il Sacro Cuore di Gesù (Luigi Niccolini) e Crocifisso (Giovanni Bellavite)
Le opere esposte sulle pareti sono di Felice Campi: Chiamata al convito e Caduta di Gerico (1804).

Caduta di Gerico (Felice Campi)
Invito al convito (Felice Campi)
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La cappella sinistra del braccio sinistro del transetto è la Cappella Petrozzani o di S.Stefano.

Cappella Petrozzani o di S.Stefano
Di Antonio Maria Viani è la pala di Gesù crocifisso tra la Madonna e S.Stefano.
Al di sotto si trova il Mausoleo Andreasi-Gonzaga.

Gesù crocifisso tra la Madonna e S.Stefano (Antonio Maria Viani)/ sotto: Mausoleo Andreasi-Gonzaga
Sulla parete destra trova posto la Lapidazione di S.Stefano di Antonio Maria Viani.
Al di sotto trova spazio il Mausoleo di Pietro Strozzi attribuito a Giulio Romano.

Lapidazione di S.Stefano (Antonio Maria Viani)/ sotto: Mausoleo di Pietro Strozzi (attr. a Giulio Romano)
Sulla parete sinistra invece Domenico Fetti ha realizzato la Disputa di S.Stefano.
Al di sotto vi è il Mausoleo di Tullo Petrozzani.

Disputa di S.Stefano ( Domenico Fetti)/ sotto: Mausoleo di Tullo Petrozzani
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La cappella destra del braccio sinistro del transetto è la Cappella di S.Carlo Borromeo.

Cappella di S.Carlo
La pala seicentesca di Giovanni Battista Caccioli raffigura S.Carlo e S.Francesco imploranti la Vergine.

S.Carlo e S.Francesco implorano la Vergine (Giovanni Battista Caccioli)
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Sulla testata di fondo del braccio sinistro del transetto vi è un'uscita laterale della chiesa, che immette su Piazza Leon Battista Alberti.

lato settentrionale della basilica con cupola e campanile (vista da Piazza Leon Battista Alberti)
In questa piazza vale la pena recarvisi oltre che per vedere l'unico lato del chiostro benedettino (come già accennato), anche per ammirare i volumi della basilica e il suo lato settentrionale.

ingresso laterale con vestibolo incompiuto
Inoltre qui vi è e un vestibolo incompiuto, simile anche nelle membrature in cotto a quello della facciata principale.
In alto due grandi volute anch'esse incompiute.

facciata del vestibolo laterale
volta centrale del vestibolo laterale
Sotto il vestibolo hanno trovato posto alcuni monumenti funebri.

vestibolo con monumenti funebri
monumento funebre di guerriero con teschio (vestibolo laterale)
abside della basilica
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Continuando la visita interna della basilica, la crociera è sormontata da una cupola alta 80m, sorretta da pilastri, progettata dall'abate Filippo Juvarra e aggiunta alla chiesa nel 1732.


cupola della basilica
La cupola poggia su un tamburo con dodici finestroni inquadrati da lesene corinzie.
Ogni tre finestroni è posta una statua alta 5m.
Le statue rappresentano la Fede, la Speranza, la Carità e la Religione.
Alla base della calotta vi sono quattro busti di Profeti: Daniele, Ezechiele, Geremia e Isaia.

tamburo della cupola della basilica con statue e finestroni
busti e statue della cupola
Nei pennacchi sono stati raffigurati i quattro Evangelisti.

pennacchi della cupola
S.Matteo Evangelista
S.Luca Evangelista


S.Giovanni Evangelista
S.Marco Evangelista
Nella calotta della cupola, tra il 1777 e il 1782, Giorgio Anselmi ha raffigurato la Gloria del Paradiso, nella quale si possono contare un gran numero di figure: la Trinità, la Madonna, S.Longino che indica la città di Mantova, rappresentata da una matrona con corona turrita accanto ai Vasi del Pregiatissimo Sangue, Santi, alcuni Apostoli, Patriarchi, Martiri, Padri della Chiesa, Profeti e una schiera di angeli.
La base della lanterna è decorata con un festone formato da un girotondo di angeli.

Gloria del Paradiso (Giorgio Anselmi)
Sotto la cupola si trova un genuflessorio con balaustra ottagonale, posto in corrispondenza della sottostante cripta e dell'altare che contiene i Sacri Vasi con il Preziosissimo Sangue di Cristo.

genuflessorio
Il genuflessorio di gusto neoclassico è decorato con sculture in bronzo di Giovanni Bellavite e con sculture in marmo di angeli e simboli della Passione di Cristo opera di Gaetano Muttoni (XIX secolo).

sculture in bronzo e marmo del genuflessorio
Al centro dell'ottagono vi è una scritta che dice:
"Tu che passi: adora qui il prezzo della tua redenzione".
scritta del genuflessorio























La cripta, con pianta a croce greca, fu costruita su progetto di Antonio Maria Viani nel XVI secolo.

Si può accedere alla cripta solo con visite accompagnate, tramite le scale poste nei pilastri che sorreggono la cupola. 
sabato   10.30, 11.30, 15.00 e 17.00
domenica                    15.00 e 17.00
(rivolgersi al gruppo di volontari nella prima cappella destra entrando nella chiesa).

A sinistra dell'altare maggiore si trova una statua del duca Guglielmo Gonzaga in preghiera (1572).
Questa statua faceva parte di una serie di effigi dei Gonzaga, volute da Vincenzo I Gonzaga, da porre intorno all'altare della cripta.

Guglielmo Gonzaga in preghiera
I Gonzaga infatti si vantavano di discendere dai Merovingi, imparentati a loro volta con la discendenza di Cristo e della Maddalena.
Perciò la cripta doveva divenire il mausoleo dei Gonzaga, per poter essere sepolti vicino al sangue da cui discendevano.
Ma nessun membro della famiglia è sepolto nella cripta.

La chiesa presenta un'allungata zona presbiteriale con altare maggiore realizzato nel 1803 da Paolo Pozzo inserendovi due marmi rinascimentali scolpiti.

abside e presbiterio
altare maggiore
decorazione dell'abside
Sulle pareti del presbiterio trovano posto l'organo e le cantorie.

presbiterio con organo
organo
cantoria
Nel catino absidale Giorgio Anselmi affrescò il Martirio di Sant'Andrea.

Martirio di Sant'Andrea (Giorgio Anselmi)

Orario: lunedì/venerdì  8.00/12.00  15.00/19.00
             sabato            10.30/12.00   15.00/18.00
             domenica       11.45/12.15   15.00/18.00   (orario estivo)
                                   11.45/12.15   15.00/17.00   (orario invernale)


CONCLUSIONI
Pietra miliare nella storia dell'architettura italiana, la Basilica di Sant'Andrea Apostolo rappresenta una tappa importante nella visita di Mantova.
Bellezza, imponenza, armonia sono le parole che si possono esprimere entrando al suo interno.
E' un luogo dove si uniscono leggenda e fede, mistero e religiosità.
Purtroppo non abbiamo potuto visitare la cripta, perché non era giorno di visita, ma sicuramente, credenti o no, è questo uno dei luoghi più importanti per la cristianità.


2 commenti:

casualissimo ha detto...

La sua descrizione è bellissima ed impressionante. Complimenti !

Raffaella ha detto...

Grazie!

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