Siamo di nuovo in Francia, nella Borgogna del Sud, nel dipartimento Saona e Loira, per visitare un affascinante castello posto tra Cluny e Tournus: lo
Chateau de Cormatin.
"Un soggiorno di fascino, arte e delizie"
Così lo definì Alphonse de Lamartine che qui passò molto del suo tempo.
Questo castello ha una lunga storia e ha ospitato personaggi famosi nell'ambito politico e culturale.
Le sue origini risalgono al XII secolo quando i Blè, nobile famiglia già dal 1022, divennero i signori di Cormatin.
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stemma della famiglia du Blè |
Nel 1280 Henri du Blè costruì una casa fortificata per controllare la via che portava all'
Abbazia di Cluny.
Nel 1560 la famiglia du Blè, tramite matrimonio, acquista la baronia di Uxelles, una delle terre più nobili della Borgogna.
Durante le guerre di religione Antoine du Blè d'Uxelles partecipò per vent'anni alle campagne militari contro i protestanti e divenne padrone della Borgogna del Sud in nome della Lega Cattolica.
Poi si comportò da voltagabbana e portò la riva destra della Saona sotto l'autorità di Enrico IV.
Divenne per questo gesto il governatore di Chalon sur Soane, considerata allora una roccaforte strategica.
Nel 1605 Antoine du Blè diede inizio alla costruzione del castello in stile rinascimentale, mantenendo l'assetto medievale della casa fortificata come fondamenta.
Alla sua morte gli successe il figlio Jacques, che a Parigi era divenuto uno dei favoriti della Corte della regina Maria de' Medici.
Egli sposò nel 1617 Claude, figlia di un influente uomo dell'epoca, Raymond Phélypeaux, Tesoriere di Risparmio e Segretario di Stato.
L'anno seguente venne nominato marchese.
Nel 1628 gli viene affidato l'incarico di porsi alla testa di 12000 uomini e di andare in soccorso del duca di Mantova per conquistare il Monferrato.
Sconfitto sulle Alpi da Carlo Emanuele di Savoia per mancanza di denaro, cibo e munizioni, fu costretto a ritirarsi.
Poi, per riscattarsi dal rovinoso epilogo, unitosi alle truppe del re nell'assedio di Privas (nel dipartimento di Ardèche), si lanciò in un attacco spericolato e venne ucciso (1629).
Nel 1722 Nicolas du Blè, ultimo discendente della casata, maresciallo di Francia, governatore dell'Alsazia e membro del Consiglio di reggenza alla morte di Luigi XIII, fu costretto all'esilio per essersi opposto all'alleanza con l'Inghilterra.
La proprietà passa al nipote ed erede Henri-Camille de Beringhen, governatore di Chalon, primo scudiero del re Luigi XV.
Il marchesato fu poi lasciato alla figlia naturale Sophie Verne, il cui marito Pierre Dezoteux partecipò alla Guerra d'Indipendenza Americana, e fu colui che portò dall'America e introdusse nel giardino del castello i tulipani della Virginia e i cipressi calvi della Louisiana.
Durante la cosiddetta "Grande Paura", lo smarrimento e il panico verificatosi nelle campagne poco dopo la Rivoluzione del 1789, i rivoltosi che volevano bruciare il castello vennero placati in cambio dei barili di vino conservati nelle cantine della proprietà.
Venduto nel 1809 ad un militare della Rivoluzione, Etienne Maynaud de Lavaux, il castello fu da questi ceduto ad un industriale lionese che volle trasformare l'ala meridionale in una manifattura indiana.
I lavori malfatti di trasformazione fecero crollare questa parte del castello.
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Alphonse de Lamartine |
Nel 1812 il poeta, romanziere e politico Alphonse de Lamartine, che frequentava il castello e che qui incontrava i suoi amici politici, sedusse Nina Dezeteux, la figlia dei proprietari, e moglie del conte Pierreclau.
Dalla loro relazione nacque un figlio.
Quando Lamartine era ospite al castello scrisse il suo programma "repubblicano e socialista".
In ricordo nel 1849 fu posta nel cortile una statua che rappresenta la
Seconda Repubblica, che venne poi decapitata.
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Seconda Repubblica |
In seguito eredita il castello Henri de Lacretelle.
Nel 1888 nacque al castello il famoso romanziere Jacques de Lacretelle.
Nel 1898 la proprietà venne venduta a Raoul Gunsbourg, direttore dell'Opera di Montecarlo.
Fu così che il castello divenne il palcoscenico estivo del mondo dello spettacolo e della politica.
Qui si svolgeva il "Concorso musicale Cormatin", presieduto dal compositore e pianista Jules Massenet: interpreti prestigiosi erano chiamati a cantare in opere e operette rappresentate nel parco del castello.
Tra i personaggi ospitati al castello si ricordano le attrici Sarah Bernhardt e Cécile Sorel, i tenori Enrico Caruso e Francesco Tamagno, il basso Feodor Ivanovic Chaliapine, il soprano Nelly Melba.
Raoul Gunsbourg per stupire i suoi ospiti fece realizzare stanze e salottini in stile bizantino, rinascimentale, Luigi XIV.
Seguì un periodo di cinquant'anni in cui il castello cadde in stato d'abbandono.
Nel 1980 fu acquistato dagli attuali tre proprietari e restaurato.
Dopo aver percorso un viale fiancheggiato da alberi e attraversato un primo canale, si raggiunge la bassa corte che precede il castello.
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viale d'ingresso alberato |
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canale prima della bassa corte |
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bassa corte |
Il castello, circondato da un fossato riempito d'acqua, è costituito da tre ali poste a ferro di cavallo intorno ad una corte.
E' raggiungibile tramite un ponte in legno poggiante su strutture in pietra.
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bassa corte e fossato del castello |
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fossato del castello |
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ponte sul fossato del castello e corte |
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ponte sul fossato del circonda il castello |
La cittadella di Chalon sur Saone ha ispirato la costruzione delle facciate esterne, che mantengono un certo rigore militare.
L'
ala settentrionale s'ispira alla facciata meridionale del
Palazzo di Lussemburgo a Parigi, fatto costruire da Maria de' Medici: un avancorpo centrale con frontone e due padiglioni angolari con torrette.
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facciata esterna dell'ala settentrionale |
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l'avancorpo con frontone e i padiglioni laterali della facciata esterna dell'ala settentrionale |
L
'ala occidentale fu abbassata dopo l'incendio del 1812, mentre l'
ala meridionale nel 1815 subì il crollo a seguito della trasformazione in fabbrica (al suo posto oggi vi è una terrazza).
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ala occidentale |
Sul
lato orientale, distrutto nel XVII come segno di fedeltà a Luigi XIV, si trovava un
bastione con ingresso monumentale e ponte levatoio che attraversava un fossato largo 26m.
Sui muri vi erano cannoniere pronte a sparare contro eventuali assalitori.
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ricostruzione del castello nel XVII secolo |
Agli angoli del castello si trovano quattro padiglioni con torrette a strapiombo.
Gli alti tetti erano ricoperti di lastre di ardesia.
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ricostruzione del castello dopo il crollo dell'ala meridionale |
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ali del castello che s'affacciano sulla corte con facciate in stile "rustico francese" |
Nella
corte con pozzo sono stati aggiunti nel 1624 i tre
portali (solo due sono arrivati sino a noi), ideati da Salomon de Brosse, architetto di Maria de' Medici.
La pietra utilizzata è un calcare con ossidi di ferro che le fanno assumere una colorazione particolare.
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corte |
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angolo Nord-Ovest della corte |
Il
portale dell'ala settentrionale, preceduto da cinque scalini, è composto da una campata dorica sormontata da un'edicola con frontone che inquadra un
busto decapitato.
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portale dell'ala settentrionale |
Il
portale dell'ala occidentale con quattro colonne ioniche è invece sormontato dal
busto di Enrico IV.
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portale dell'ala occidentale con busto di Enrico IV |
La visita guidata inizia all'interno dell
'ala Nord, dove si trova la grande "
scala vuota alla moderna", una scala a vuoto centrale su pianta quadrata, la più antica che si sia conservata in Francia.
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"scala vuota alla moderna" |
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"scala vuota alla moderna" |
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"scala vuota alla moderna" |
La scala su quattro livelli (alta 20m e larga 9m) è stata costruita in pietra.
E' stata ripresa da quella costruita l'anno prima (1623) da Salomon de Brosse nel
Palazzo di Lussemburgo (andata distrutta nel XIX secolo).
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tipi di scale: medievale (a sinistra) e diritta rinascimentale (a destra) |
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tipi di scale: "vuota alla moderna" (a sinistra) e "scala alla francese" (a destra) |
I muri interni sono stati sostituiti da arcate.
Caratteristici sono gli archi rampanti e notevoli le balaustre.
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balaustre della scala |
Si sale al
primo piano dove ci attendono le sale riarredate da Raoul Gunsbourg nel XIX secolo, quegli ambienti che non avevano conservato la loro decorazione originale, e che vennero allestiti in stile gotico, bizantino, rinascimentale, Luigi XIV.
Uno di questi è il
Salone-Biblioteca.
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Salone-Biblioteca |
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Salone-Biblioteca |
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Salone-Biblioteca |
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Salone-Biblioteca |
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soffitto con travi lignee dipinte del Salone -Biblioteca |
Questa sala fu ridecorata, insieme ad altre, nel periodo in cui era proprietario del castello Raoul Gunsbourg.
Gli arredi rispecchiano lo stile della Belle Epoque, con mobili di colore nero, cuscini, pesanti tendaggi e tavoli coperti di tappeti.
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particolari decorativi del Salone-Biblioteca |
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particolari decorativi del Salone-Biblioteca |
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particolari decorativi del Salone-Biblioteca |
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particolari decorativi del Salone-Biblioteca |
Campeggia nella sala il grande quadro di Feyen Perrin intitolato "
Ronde Antique" ("Girotondo antico"), esposto al
Salone delle Belle Arti nel 1863, e acquistato da Gunsbourg nel 1909.
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Ronde Antique (Feyen Perrin - 1863) |
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La camera che poi si visita è quella in cui è stato posto il letto appartenuto ad Alphonse de Lamartine.
Fu comprato dagli attuali proprietari una trentina di anni fa.
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camera con letto appartenuto ad Alphonse de Lamartine |
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camera con letto appartenuto ad Alphonse de Lamartine |
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camera con letto appartenuto ad Alphonse de Lamartine |
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Ridiscesi al piano terra si visitano l'Appartamento del marchese e l'Appartamento della marchesa, separati da un pianerottolo, e composti ognuno da un'Anticamera, una Camera da letto, un Gabinetto e un Guardaroba. Sono queste le cosiddette "Salles dorées" ("Sale dorate"), realizzate tra il 1627 e il 1628 da Jacques du Blè.
Il primo ambiente dell'
Appartamento della marchesa è l'
Anticamera.
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Anticamera con soffitto in legno dipinto dell'Appartamento della marchesa |
Le pareti di questa sala, dove ci si fermava prima di essere ricevuti nella camera da letto della marchesa, sono ricoperte da un rivestimento in legno detto "d'altezza" (è l'unica in Francia che si sia conservata interamente), dipinta in rosso, considerato il colore dell'autorità reale, e in blu, che simboleggia il cielo, l'origine di questa autorità.
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rivestimento in legno "d'altezza" nell'Anticamera dell'Appartamento della marchesa |
I pannelli in legno sono decorati con paesaggi e con le figure di
Minerva,
Diana (rappresentano le funzioni difensive del re), un
giovane alfiere (il coraggio) e il
vecchio re Salomone (la saggezza).
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pannello con paesaggio |
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pannello con paesaggio |
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pannello con paesaggio |
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pannello con paesaggio |
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Diana |
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Minerva |
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giovane alfiere |
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re Salomone |
Sul camino si trova un medaglione, inquadrato da trofei militari, che raffigura il
Ritratto di Luigi XIII, con uno sfondo nel quale si riconosce la Chiesa di Notre-Dame a Parigi
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camino dell'Anticamera |
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Ritratto di Luigi XIII |
In un riquadro è rappresentata una candela accesa che brucia una mosca e la frase latina "comburit incautos" ("brucia gli impudenti"): la frase, per il contesto storico in cui fu realizzata la sala, era rivolta ai protestanti.
Lungo le pareti sono sistemate sedie tedesche del 1650.
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Si accede quindi alla
Camera da letto della marchesa.
Qui si svolgevano durante la giornata attività sia private che pubbliche.
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Camera da letto della marchesa |
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Camera da letto della marchesa |
Il letto è messo in un angolo per creare più spazio, mentre si usava un tavolo pieghevole rimovibile per consumare i pasti.
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letto della marchesa |
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arazzo del letto |
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tavolo pieghevole per consumare i pasti |
Le iniziale C e P individuabili ovunque in questo ambiente sono quella della marchesa Claude Philyppeaux.
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iniziali CP sul camino della camera |
Lungo il perimetro della sala si trova una bassa
boiserie decorata con simboli di fecondità: frutta e fiori.
Al di sopra di questo, le pareti venivano rivestite di materiali diverse a seconda della stagione: seta d'estate, arazzi di lana in inverno.
Il soffitto in legno alla francese è dipinto in blu di lapislazzuli (simbolo della fedeltà), decorazioni in rilievo oro e bianco, cesti e mazzi di fiori.
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soffitto alla francese della Camera da letto della marchesa |
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soffitto alla francese della Camera da letto della marchesa |
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soffitto alla francese della Camera da letto della marchesa |
Sul camino, posto al centro della parete, si trova un quadro che rappresenta
Venere che prende da Vulcano le armi per il figlio Enea (Quintin Varin prima del 1626).
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Venere che prende da Vulcano le armi per il figlio Enea (Quintin Varin prima del 1626) |
Nella torretta con accesso dalla camera vi era stata ricavata una piccola cappellina.
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cappellina ricavata in una torretta |
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Nell'angolo vicino al camino si apriva la porta del
Guardaroba dove venivano conservati gli abiti della marchesa, vi si trovavano la vasca da bagno in rame o in legno e la seggetta per i propri bisogni naturali.
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Guardaroba con vestiti, vasca da bagno e seggetta |
Qui inoltre venivano depositati i materassi delle cameriere della marchesa, che dormivano solitamente in anticamera; se era particolarmente freddo, a volte era permesso loro di dormire nella camera della marchesa, riscaldata dal camino.
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Il
Gabinetto della marchesa, un luogo intimo e privato dove rilassarsi e leggere, non venne terminato a causa della morte del marito Jacques de Blè.
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Gabinetto della marchesa |
La ventiduenne marchesa infatti, per espiare i peccati del marito morto in guerra, si ritirò in una camera dell'ala meridionale del castello allestita per il lutto con drappi neri sulle pareti e sul letto, e dove visse per il resto della sua vita (morì quando aveva 36 anni).
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soffitto alla francese del Gabinetto della marchesa |
Il rivestimento in legno risale al XVII secolo, mentre la decorazione pittorica fu fatta realizzare da
Raoul Gunsbourg nel XIX secolo.
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rivestimento in legno (XVII sec.) e decorazione pittorica (XIX sec.) del Gabinetto della marchesa |
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rivestimento in legno (XVII sec.) e decorazione pittorica (XIX sec.) del Gabinetto della marchesa |
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rivestimento in legno (XVII sec.) e decorazione pittorica (XIX sec.) del Gabinetto della marchesa |
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Si visitano poi due ambienti che collegavano i due appartamenti dei coniugi, e che dovevano stupire gli ospiti.
Il primo ambiente è il cosiddetto
Gabinetto degli Specchi, una "stanza delle curiosità" in voga nel XVII secolo.
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Gabinetto degli specchi |
Non era questa una sala dove venivano raccolti oggetti dal valore scientifico, ma bensì simbolico: un mondo in miniatura che rappresentasse la potenza del suo proprietario sul tempo e sullo spazio.
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decorazione del rivestimento e raffigurazioni paesaggistiche della gabinetto |
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decorazione del rivestimento e raffigurazioni paesaggistiche della gabinetto |
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decorazione del rivestimento e raffigurazioni paesaggistiche della gabinetto |
Erano qui raccolti animali impagliati, animali esotici, bronzi, conchiglie dell'Oceano Indiano, porcellane provenienti dalla Cina, minerali, monete e statue antiche.
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porcellane cinesi, carapaci di tartarughe, conchiglie, strumenti musicali antichi... |
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rostro di squalo sega, coccodrillo e conchiglie |
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collezione di minerali |
Il
Ritratto di Jacques du Blè marchese di Uxelles è posto sul camino, chiamato alla corte di Maria de' Medici "il pagello rosso della regina" ("le Rousseau de la Reine") per i suoi capelli rossi.
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camino con Ritratto di Jacques du Blè |
Sulla volta sono raffigurati amorini di gusto italiano che richiamano quelli realizzati nel
Palazzo di Lussemburgo a Parigi (questo soffitto chiamato "a cielo" fu introdotto a Parigi nella residenza della regina da Orazio Gentileschi).
Non mancano simboli alchemici: il bambino al centro del soffitto sparge rose: la "Rosea" è un elemento necessario nell'Alchimia.
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soffitto in legno decorato e dipinto con putti |
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putto di gusto italiano |
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putto di gusto italiano |
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putto che sparge rose |
Gli specchi che decorano l'ambiente molto probabilmente sono stati aggiunti in epoca successiva, dato che all'epoca di Luigi XIII gli specchi erano ancora molto costosi.
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Il secondo ambiente che doveva stupire gli ospiti era il
Gabinetto di S.Cecilia o
Gabinetto del marchese.
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Gabinetto di S.Cecilia |
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Gabinetto di S.Cecilia |
Questo "studiolo" è in Francia tra i più lussuosi e meglio conservati risalenti al XVII secolo.
Pittori di origine fiamminga realizzarono la decorazione floreale.
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decorazione floreale del Gabinetto di S.Cecilia |
Lungo le pareti sono raffigurate le quattro
Virtù necessarie alla rigenerazione dell'anima.
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La Forza Morale |
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La Giustizia |
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La Prudenza |
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La Temperanza |
La raffigurazione del
Grano mistico (celebrazione dell'anima), rimanda al nome della casata ("blè" in francese significa "grano")
Sul camino si trova un medaglione che raffigura
Marco Curzio che si getta con il cavallo nel fuoco degli inferi (=l'uomo accecato dalle proprie passioni si autodistrugge).
Sempre sul camino si trova il quadro che raffigura S.Cecilia (attribuito a Orazio Gentileschi), patrona della musica e personificazione dell'
Armonia.
Più sopra ancora vi è la raffigurazione della
Fenice (=l'anima rinasce dopo la morte).
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camino/medaglione: Marco Curzio si getta con il cavallo negli Inferi/ S.Cecilia (attr.Orazio Gentileschi)/ Fenice |
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S.Cecilia (attr. Orazio Gentileschi) |
L'abbondante doratura delle decorazioni, rimasta originale, unita ai lapislazzuli usati per le decorazioni blu, serviva ad amplificare la poca luce delle candele.
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decorazione del soffitto |
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decorazione del soffitto |
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decorazione del soffitto |
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Quella che nel XVII secolo era l'
Anticamera del marchese, venne trasformata in
Cucina durate la Rivoluzione francese.
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Cucina |
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Cucina |
Durante questo periodo infatti, la moglie di Pierre Dezoteux (il proprietario del castello a quell'epoca), temeva le reazioni dei rivoluzionari, in quanto suo marito, capo di stato maggiore delle truppe regie, comandava la rivolta della Bretagna contro la repubblica. Per questo con i suoi sei figli e due domestici si era trasferita qui e conduceva una vita più modesta.
L'originale cucina era infatti collocata nell'ala sud del castello, lontana dagli ambienti fin ora descritti, per le conseguenze che avrebbe provocato un incendio.
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braciere con quattro "potager" per la cottura delle zuppe |
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mobile con utensili da cucina |
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particolari della cucina |
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pentole in rame, vasi in terracotta e lavabo in pietra |
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necessario per stirare |
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tostatore per caffè o orzo |
Questa cucina rimase in funzione sino al 1970, anche se il camino di un'anticamera non era adatto a metterci le pentole!
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camino della cucina |
Si sono conservati la catena del focolare dove venivano appesi i paioli, il
girarrosto per le carni, il
braciere per cuocere le zuppe a fuoco lento.
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camino con girarrosto |
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parte del meccanismo del girarrosto |
La cucina con i fornelli fu aggiunta nel XIX secolo.
Al 1902 risale il
quadro con i campanelli, alimentato con l'elettricità prodotta dal mulino del castello.
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quadro con i campanelli |
Bellissimi gli utensili in rame di tutte le forme ed usi appesi alle pareti.
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pentole in rame |
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pentole in rame |
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L'ultima stanza visitabile seguendo la guida del castello è la
Camera da letto del marchese.
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Camera da letto del marchese |
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Camera da letto del marchese |
Come d'uso nel XVII secolo, anche in questa camera erano appesi alcuni arazzi che narravano le gesta di Ercole.
I due
arazzi
di Bruxelles che si trovano oggi nella camera facevano parte di una serie di otto realizzata su
modelli del pittore Charles Le Brun per Nicolas Fouquet, Sovrintendente delle Finanze di
Luigi XIV.
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arazzo: Meleagro che parte per la
caccia per uccidere il cinghiale di Calidonio con l'aiuto di Castore e
Polluce (su cartoni di Charles Le Brun)
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arazzo: Meleagro che parte per la
caccia per uccidere il cinghiale di Calidonio con l'aiuto di Castore e
Polluce (su cartoni di Charles Le Brun)
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E' raffigurato Meleagro che parte per la
caccia per uccidere il cinghiale di Calidonio con l'aiuto di Castore e
Polluce.
Sul camino della camera si trova il
Ritratto di Luigi XIV.
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camino della Camera del marchese |
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Ritratto di Luigi XIV |
I dieci dipinti che raffigurano
Imperatori romani a cavallo sono attribuiti a Stradanus (XVI secolo), e provengono dalla famosa collezione dei Gonzaga di Mantova.
Fu Carlo Gonzaga-Nevers a regalarli alla vedova di Jacques du Blè per avergli prestato aiuto durante la guerra di successione e la riconquista del Monferrato.
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Imperatori romani a cavallo (attr. a Stradanus - dalla Collezione Gonzaga) |
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Terminata la visita guidata si può continuare a scoprire il castello con la visita libera di quegli ambienti ristrutturati da Raoul Gunsbourg nel XIX secolo.
Si visita la
Cappella, la cosiddetta
Camera di Cécile Sorel (dal nome dell'attrice che frequentava il castello), la
Sala da pranzo gotica, la
Camera-salone "Rinascimento spagnolo".
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Cappella |
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Camera Cécile Sorel |
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letto della Camera Cécile Sorel |
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soffitto della Camera Cécile Sorel |
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foto di Cécile Sorel |
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Sala da pranzo gotica |
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camino e stufa della Sala da pranzo gotica |
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mobile della Sala da pranzo gotica |
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servizio da tè nel mobile della Sala da pranzo gotica |
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Camera-salone "Rinascimento spagnolo" |
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camino della Camera-salone "Rinascimento spagnolo" |
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soffitto della Camera-salone "Rinascimento spagnolo" |
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Ma la visita del castello non è ancora finita...ci si sposta ora nei sotterranei, dove giunge la scala "vuota alla moderna". Vi si giunge però dalla corte, discendendo alcuni scalini.
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ingresso ai sotterranei |
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ingresso ai sotterranei |
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arrivo della scala "vuota alla moderna" nei sotterranei |
Nei sotterranei si trovano le
cantine e le prigioni.
Il signore del luogo poteva amministrare la giustizia dei reati minori: furti, bracconaggio, ebrezza molesta...
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cantina |
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ambienti dei sotterranei |
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forno dei sotterranei |
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ingresso ad una cella delle prigioni |
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La tenuta comprende un
parco di 12 ettari e lo
Chateau de Cormatin è conosciuto anche per i suoi
giardini.
Anche i giardini, come il castello, hanno subito nei secoli varie trasformazioni.
Vennero creati nel 1620 ma trasformati nel 1785 in giardini "all'inglese".
Nel 1815 poi, per riempire il fossato di terra, vennero distrutti.
Sopravvissero solo pochi esemplari di alberi: 130 tigli lungo il fiume, 7 cipressi calvi e una quercia tricentenaria.
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sulla destra della foto la quercia tricentenaria |
Solo nel 1988/1989 si sono liberati dalla terra i fossati, e tra il 1990 e il 1993 si sono ricreate le aiuole di stile barocco, il labirinto e i boschetti.
Questo aforisma è inciso su una lapide all'ingresso dei giardini, un invito a riflettere.
"C’est nous que doivent traduire et la pierre et la plante pour que nous puissions nous promener en nous-même"
Friedrich Nietzsche (da "La Gaia Scienza")
("Siamo noi che dobbiamo tradurre e la pietra e la pianta per poterci far passeggiare in noi stessi").
Nel cosiddetto "
Giardino dei cinque Sensi", che ha un'estensione di 7000 mq., si può riflettere sulla posizione dell'uomo nella creazione:
- il
parterre davanti agli appartamenti d'onore rappresenta il
Paradiso Terrestre con Adamo ed Eva, con la
fontana della vita con il
melo della Conoscenza. L'arte topiaria si sbizzarrisce dando forme geometriche o di animali alle piante.
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parterre |
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aiuole fiorite del parterre |
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aiuole fiorite del parterre |
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parterre |
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parterre visto dal castello |
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facciata esterna dell'ala settentrionale del castello e fontana della vita e il melo della Conoscenza |
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fontana della vita e sullo sfondo il "Paradiso Terrestre" con le statue di Adamo ed Eva |
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tartarughe tra le ninfee nella fontana della vita |
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arte topiaria |
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arte topiaria |
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arte topiaria |
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arte topiaria |
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arte topiaria |
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arte topiaria |
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arte topiaria |
- il
labirinto, circondato da un canale, è la rappresentazione simbolica delle prove che la vita ci pone davanti dopo il peccato originale. E' costituito da 3000 piante di bosso (45m di lato).
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labirinto e parterre |
- il
belvedere-voliera, realizzato dall'architetto O.Mercey, rappresenta il premio celeste destinato a chi ha superato le prove della vita. La cupola in ferro battuto realizzata nel 1990 simboleggia con i suoi cuori intrecciati l'unione delle anime con Dio nel Paradiso.
Dalla voliera, che racchiude qualche uccellino, si può ammirare il castello e il giardino che lo circonda.
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voliera |
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ponte sul canale per accedere al labirinto e alla voliera |
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"FESTINA LENTE" ("Affrettati lentamente") all'ingresso della voliera/labirinto |
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raffigurazione di un uccello all'ingresso della voliera |
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scala a chiocciola nella voliera |
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uccellini della voliera |
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interno della voliera |
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cupola della voliera |
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castello visto dalla voliera |
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labirinto visto dalla voliera |
All'interno della tenuta si possono trovare anche un piccolo
specchio d'acqua, posto dietro la facciata ovest del castello, un
tappeto verde e un
teatro all'aperto circondato da alberi messi in file parallele.
Il canale che percorre la tenuta è lungo 220m.
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parco |
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tappeto verde |
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un braccio del canale |
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fossato del castello, specchio d'acqua e quercia tricentenaria |
Passando sotto un arco di una costruzione rustica della
bassa corte, si accede all'
orto del castello.
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edificio della bassa corte |
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edificio della bassa corte |
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arco d'accesso all'orto |
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calesse con sfondo del castello |
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orto |
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orto e castello |
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orto |
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orto |
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orto |
Con maestria non formale sono state qui create delle opere d'arte naturali, utilizzando piante commestibili: fiori e verdure formano, con le loro infinite forme e colori, un reticolo di una trentina di aiuole quadrate.
Passeggiando tra la vegetazione di questo "Potager", ti aspetti che da un momento all'altro quegli ortaggi si ingigantiscano o si tramutino in una carrozza come nelle fiabe!
La pietra della costruzione della casa colonica accanto alla quale è posto l'orto, rende l'insieme affascinante, e ottima è la scelta di porvi qui un angolo dove potersi riposare e rifocillare.
http://www.chateaudecormatin.com/
Orario:
aprile/15 giugno 10.00/12.00 14.00/17.30
16 giugno/14 settembre 10.00/12.00 14.00/18.00
14 luglio/17 agosto 10.00/18.00
15 settembre/12 novembre 10.00/12.00 14.00/17.30
Costo: 10€ visita guidata al castello in francese (1 ora) + Parco + sala 1900 + Ala Ovest + Cantine
6€ Parco + sala 1900 + Ala Ovest + Cantine
dettagliata guida cartacea in italiano da richiedere alla guida
CONCLUSIONI
Attraversando la Borgogna sono molti i piccoli borghi e i castelli che s'incontrano lungo il cammino.
Avendo programmato la sosta a Cluny nel nostro viaggio per raggiungere Parigi, abbiamo pensato di cogliere l'occasione di visitare i dintorni di questa cittadina borgognona che già avevamo visitato in passato.
Chateau de Cormatin si è rivelato una gradita sorpresa, con le sue sfarzose e ben conservate sale in stile Luigi XIII e il gusto un po'
kitsch delle sue sale 1900.
I giardini poi ci hanno regalato un momento di piacevole relax in mezzo alla natura.
Complimenti ai proprietari del castello che hanno saputo riportarlo a nuova vita e hanno valorizzato in modo egregio questo sito storico!
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