domenica 7 ottobre 2018

La Reggia di Caserta: Appartamenti storici (Ala Ottocentesca)


La Reggia di Caserta, insieme al Complesso di S.Leucio e all'Acquedotto Carlino è dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco nel 1997.
La Reggia di Caserta, l'ultimo grande esempio di barocco italiano, è il più grande palazzo reale al mondo per volume.
Fu voluto nella seconda metà del XVIII secolo da Carlo di Borbone re delle due Sicilie, che volendo un palazzo che reggesse il confronto con la Reggia di Versailles, affidò il progetto a Luigi Vanvitelli che lasciò poi il testimone alla sua morte (1773) al figlio Carlo.

Per costruire la sua sfarzosa nuova dimora il sovrano scelse un'area interna non lontana da Napoli (ma meglio difendibile dagli attacchi provenienti dal mare), ai piedi del Monte Tifata, appartenuta fino a quel momento ai Caetani Acquaviva.

rettilineo dalla reggia verso Napoli
Fu posta la prima pietra il 20 gennaio 1752, ma i lavori di costruzione finirono quasi cent'anni dopo (1845).
La reggia appartenne ai Borbone per circa un secolo (sino al 1860), tranne durante il periodo in cui il Regno di Napoli e il palazzo furono proprietà di Giuseppe Bonaparte e poi di Gioacchino Murat.
Poi con l'Unità d'Italia passò ai Savoia e infine nel 1919 allo Stato Italiano.
Nel 1943 fu occupata dalle Armate Alleate sbarcate a Salerno.
La visita di questo sito comprende gli Appartamenti Storici, il Parco e il Giardino Inglese.

La facciata principale, che fronteggia una grande piazza, presenta al livello del pianterreno e del primo piano ammezzato un basamento in bugnato.

facciata della Reggia di Caserta antistante la piazza
I livelli del piano nobile e del secondo piano sono caratterizzati da un ordine gigante di lesene scanalate e da semicolonne, mentre l'ultimo piano presenta una trabeazione con all'interno delle finestre.
Il palazzo alto 41m termina con un cornicione decorato da una balaustra, mentre l'avancorpo nella parte centrale, sopra l'ingresso principale, termina con un timpano triangolare.

facciata della Reggia di Caserta
L'epigrafe posta nel nicchione sopra l'ingresso principale è un elogio a Carlo III e a Ferdinando IV di Borbone.
Era stata prevista una statua raffigurante Carlo III da porre in questa nicchia, ma la scultura non fu mai realizzata.

ingresso alla Reggia di Caserta
Il palazzo presenta una pianta rettangolare (250 X 250m) che occupa un'area di 47.000 mq.
Si sviluppa su cinque piani e presenta 1200 ambienti con 1742 finestre (245 solo sulla facciata anteriore) e 34 scale.
Due corpi di fabbrica ortogonali dividono poi l'edificio in quattro cortili interni, ognuno dei quali occupa un'area di 3.800mq.

uno dei quattro cortili interni
facciata del palazzo su un cortile
Vanvitelli aveva progettato una cupola per coprire il punto d'incrocio dei due corpi ortogonali, ma venne poi realizzata una lanterna.

Il piano nobile del palazzo avrebbe dovuto accogliere gli appartamenti reali: l'ala (o "quarto") Nord-Ovest era destinata all'Appartamento della Regina, l'ala Sud-Ovest doveva essere l'Appartamento del Re, mentre l'ala Sud-Est doveva accogliere l'Appartamento del Principe ereditario.
Il Museo degli Appartamenti storici occupa solo il lato meridionale del piano nobile: l'Appartamento Nuovo o Ottocentesco (Sud-Ovest) e l'Appartamento Vecchio o Settecentesco (Sud-Est).
Oggi l'ingresso alla reggia avviene attraverso uno dei quattro cortili del piano terra, ma in passato gli ospiti del re, varcato l'ingresso principale, percorrevano una sorta di "cannocchiale prospettico", una lunga Galleria assiale che attraversa l'edificio, che molto scenograficamente fa giungere lo sguardo oltre il palazzo, verso la cosiddetta "via d'acqua", fino alla cascata che si trova alla sommità del parco.

Galleria
"Cannocchiale"
La Galleria è a tre navate, e quella centrale era riservata alle carrozze. 
A metà Galleria si trova l'ottagonale vestibolo inferiore in ordine tuscanico, punto centrale dell'edificio, circondato dai quattro cortili e decorato da statue.

Venere (XVIII sec. - Andrea Violani)
Apollo (XVIII sec. - Tommaso Solari)

Germanico (XVIII sec. - Andrea Violani)

Antinoo del Campidoglio (XVIII sec. - Tommaso Solari)
Domina sulle altre la statua di Ercole Latino, una delle statue più grandi pervenutaci dall'antichità (alta una volta e mezza il naturale), un torso antico restaurato nel XVI secolo. 


Ercole Latino (Reggia di Caserta)
Questa statua assomiglia molto, pur diversificandosi per molti elementi, all'Ercole Farnese di Glicone, copia dall'originale in bronzo di Lisippo (IV secolo a.C.), conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.  
 

Ercole Farnese (III sec.d.C. - Museo Archeologico Nazionale - Napoli)
Le statue furono ritrovate nelle Terme di Caracalla (1546) e decorarono il cortile di Palazzo Farnese a Roma. 
Furono ereditate da Ferdinando IV di Borbone alla morte della madre Elisabetta Farnese (1766), ultima discendente diretta di questa famiglia.
L'Ercole Latino fu portato alla Reggia di Caserta nel 1788.

Dal vestibolo inferiore si poteva poi raggiungere il vestibolo superiore tramite lo Scalone d'Onore, così chiamato per distinguerlo dalle altre 56 semplici scale costruite nella reggia.
 
ingresso allo Scalone d'Onore
La rampa centrale con scalini e pareti in marmo è molto ampia (8m).

prima rampa dello Scalone d'Onore
prima rampa dello Scalone d'Onore
Alla sommità della prima rampa ci attendono le statue di due leoni in marmo: quello a sinistra è opera di Paolo Persico, mentre quello destro è stato realizzato da Tommaso Solari.

leone (XVIII sec. - Tommaso Solari)
leone (XVIII sec. - Paolo Persico)
Sulla parete che fa da fondale a questa prima rampa dello scalone si trovano racchiuse in tre nicchie con cornice le statue che raffigurano la Maestà Regia (al centro) di Tommaso Solari, il Merito di Andrea Violani e la Verità di Gaetano Salomone.

parete di fondo dello Scalone d'Onore
Regia Maestà (XVIII sec. - Tommaso Solari)
Regia Maestà (XVIII sec. - Tommaso Solari) vista di spalle
Verità (XVIII sec. - Gaetano Salomone)
Merito (XVIII sec. - Andrea Violani)
Queste tre statue erano poste qui per accogliere con i loro moniti chiunque entrasse alla reggia.

Sovrastano le statue una semicupola cassettonata al centro e due finte finestre ai lati, mentre sotto la Maestà Regia si trova una porta affiancata da semipilastri con bassorilievi che raffigurano Trofei.

bassorilievo con Trofei
Poi da questo ballatoio lo scalone si biforca in due rampe laterali parallele che conducono al vestibolo superiore.

le seconde rampe dello Scalone d'Onore
Copre lo scalone una doppia cupola ellittica (posta a 42m d'altezza): quella inferiore con oculo ovale centrale per alleggerirne il peso, mentre quella superiore non è una volta in muratura ma bensì un controsoffitto.

doppia cupola ellittica dello Scalone d'Onore
doppia cupola ellittica dello Scalone d'Onore
La volta superiore è decorata con l'affresco La Reggia di Apollo e la volta inferiore con quattro medaglioni nei quali sono raffigurate le Allegorie delle Quattro Stagioni di Gerolamo Starace Franchis (1769).

La Reggia di Apollo (Gerolamo Starace Franchis - 1769)
L'Autunno (Gerolamo Starace Franchis - 1769)
L'Inverno (Gerolamo Starace Franchis - 1769)
La Primavera (Gerolamo Starace Franchis - 1769)
L'Estate (Gerolamo Starace Franchis - 1769)
Questa cupola ospitava un'orchestra per allietare l'ingresso del re e dei suoi ospiti alla reggia.

spazio tra le due cupole dove si posizionava l'orchestra
spazio tra le due cupole dove si posizionava l'orchestra
spazio tra le due cupole dove si posizionava l'orchestra
Questa pregevole opera architettonica vanvitelliana, che presenta elementi classici e scenografie barocche, è diventato il modello a cui si sono ispirati gli architetti di altri palazzi importanti nel mondo.
E' stata questa la location ideale per girare film importati quali "Star Wars" (di George Lucas - "Episodio I: La Minaccia fantasma" 1999 e "Episodio II: L'attacco dei cloni" 2002), "Angeli e Demoni" (di Ron Howard - 2009), "Mission Impossible III" (di J.J.Abrams - 2006)...
Al sommità dello Scalone d'Onore si trova il Vestibolo superiore con marmi policromi (simile nelle forme a quello inferiore), circondato da otto pilastri ionici trapezoidali, decorati ognuno con sei paraste e due colonne di breccia del Gargano, che si alternano ad arcate.

Vestibolo superiore visto dallo Scalone d'Onore
Vestibolo superiore visto dallo Scalone d'Onore
pilastri con semicolonne e paraste del Vestibolo superiore
Vestibolo superiore visto dalla Cappella Palatina
pavimento in marmi policromi del Vestibolo superiore
Il vestibolo superiore viene illuminato da quattro grandi finestre che si affacciano sui quattro cortili interni.

grande finestra del Vestibolo superiore
grande finestra del Vestibolo superiore
volta del Vestibolo superiore
E' questo ambiente un passaggio per accedere a tutto l'edificio: agli Appartamenti Reali e alla Cappella Palatina.
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La Cappella Palatina, collocata al piano nobile, fu inaugurata il Natale del 1784 da Ferdinando IV di Borbone.

Cappella Palatina
Nella planimetria la cappella è simile a quella della Reggia di Versailles.
E' un'aula rettangolare a galleria con abside semicircolare.
E' fiancheggiata da due file di colonne poste su un basamento sostenuto da pilastri.
Ha una volta a botte cassettonata in legno con stucchi dorati.
Il pavimento è in marmi policromi.

volta a botte della Cappella Palatina
basamento con pilastri e galleria con colonne scanalate
colonne della Tribuna della Corte (alcune presentano i danni dei bombardamenti)
particolare della decorazione marmorea della Cappella Palatina
catino absidale della Cappella Palatina
particolare della volta a botte cassettonata con stucchi dorati
pavimento a marmi policromi
Durante la seconda guerra mondiale (27 agosto1943) vennero distrutti dai bombardamenti quasi tutti i dipinti che la decoravano e i due organi posti un tempo ai lati dell'altare maggiore.
Sulle sovrapporte della Tribuna della Corte vi erano le tele realizzate da Sebastiano Conca: l'Annunciazione, la Visitazione, la Natività e l'Adorazione dei Magi.

Sopra l'ingresso si trova la Tribuna Reale dove vi erano le tele della Nascita della Vergine di Sebastiano Conca, la Presentazione della Vergine al Tempio di Anton Raphael Mengs e lo Sposalizio di Maria Santissima di Giuseppe Bonito.
 
Tribuna Reale
Tribuna Reale
L'altare maggiore, modello in stucco di quello che si sarebbe dovuto realizzare in marmo ma mai portato a termine, è sormontato dall'unica tela scampata ai bombardamenti: la Concezione della Vergine di Giuseppe Bonito.
Anche il tabernacolo in legno policromo non fu poi realizzato: doveva essere decorato con pietre dure preziose.

altare maggiore e tabernacolo della Cappella Palatina
Concezione della Vergine (Giuseppe Bonito) e tabernacolo
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Ritornando nel Vestibolo superiore si può ora accedere agli Appartamenti Storici.
Il primo salone è chiamato Sala degli Alabardieri, e costituiva la prima delle cinque anticamere della Sala del trono
Fu progettata da Luigi Vanvitelli e fu terminata dal figlio Carlo.

Sala degli Alabardieri
Nel soffitto si trova l'affresco Le Armi di Casa Borbone sostenute dalle Virtù di Domenico Mondo (1789).

Le Armi di Casa Borbone sostenute dalle Virtù ( Domenico Mondo - 1789)
Sopra le porte vi sono otto busti femminili in scagliola che rappresentano le Allegorie delle Arti
realizzate da Tommaso Bucciano.

Allegoria delle Arti (Tommaso Bucciano)

Allegoria delle Arti (Tommaso Bucciano)
Allegoria delle Arti (Tommaso Bucciano)

Allegoria delle Arti (Tommaso Bucciano)
Allegoria delle Arti (Tommaso Bucciano)

Allegoria delle Arti (Tommaso Bucciano)
Allegoria delle Arti (Tommaso Bucciano)

Allegoria delle Arti (Tommaso Bucciano)
Le pareti corte sono decorate con Trofei e Armi in stucco realizzati da Angelo Brunelli e Andrea Calì.

Armi e Trofei (Angelo Brunelli e Andrea Calì)
Le consoles e gli sgabelli sono di manifattura napoletana del '700.

console (manifattura napoletana - XVIII sec.)
Sulle consoles sono stati posti i busti in marmo di alcune regine del Regno di Napoli e di Sicilia: Maria Carolina d'Asburgo (moglie di Ferdinando IV di Borbone), Maria Isabella Infanta di Spagna (seconda moglie di re Ferdinando II di Borbone), Maria Cristina di Savoia (prima moglie di Ferdinando II di Borbone) e Sofia di Wittelsbach (moglie di Francesco II di Borbone) che fu regina per meno di un anno.

Sofia di Wittelsbach (Costantino La Barbera)
Maria Isabella Infanta di Spagna
Maria Cristina d'Asburgo (Konrad Heinrich Schweickle)
Maria Cristina di Savoia
Il pavimento è in cotto lavorato con la tecnica ad encausto a finto marmo.
La sala è illuminata da lampadari in bronzo dorato (XIX secolo).

lampadario in bronzo dorato della Sala degli Alabardieri (XIX sec.)
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La seconda anticamera è la Sala delle Guardie del Corpo, anche detta "Sala di Stucchi".

Sala della Guardia del Corpo
Decorano le pareti della sala dodici bassorilievi che descrivono la Seconda Guerra Punica: La Morte del Console Marcello e La Fuga di Annibale sono opera di Tommaso Bucciano, gli altri sono stati realizzati da Paolo Persico (quattro bassorilievi) e Gaetano Salomone (sei bassorilievi).

Prigioniero condotto davanti a un generale (Paolo Persico)
Insegne militari e uomini che parlano tra loro (Gaetano Salomone)
Fuga di Annibale (Tommaso Bucciano)
Schieramenti di soldati e personaggio che impartisce gli ordini (Gaetano Salomone)
Scena di combattimento tra soldati (Gaetano Salomone)
Cavaliere e guerrieri (Paolo Persico)
Personaggi che si fronteggiano con lo sfondo di navi da guerra (Gaetano Salomone)
Morte del Console Marcello (Tommaso Bucciano)
Scena ambientata in un porto con statua dell'Abbondanza (Gaetano Salomone)
Scena con soldati (Paolo Persico)
Gaetano Salomone e Antonio Violani hanno realizzato i Trionfi sopra al fregio della sala, mentre il camino è opera di Carlo Beccalli.

camino (Carlo Beccalli)
Simone Moschino ha realizzato la scultura Alessandro Farnese in abito da condottiero romano incoronato dalla Vittoria per aver ricondotto sotto la religione cattolica i popoli protestanti delle Fiandre, originariamente collocato a Palazzo Farnese a Roma, e poi portato alla Reggia di Caserta nel 1789, dopo essere stato ereditato da Carlo III di Borbone figlio di Elisabetta Farnese.

Alessandro Farnese in abito da condottiero romano incoronato dalla Vittoria per aver ricondotto sotto la religione cattolica i popoli protestanti delle Fiandre (Simone Moschino)
Alessandro Farnese in abito da condottiero romano incoronato dalla Vittoria per aver ricondotto sotto la religione cattolica i popoli protestanti delle Fiandre (Simone Moschino)
Alessandro Farnese in abito da condottiero romano incoronato dalla Vittoria per aver ricondotto sotto la religione cattolica i popoli protestanti delle Fiandre (Simone Moschino)
Sulla volta Gerolamo Starace Franchis ha dipinto la Gloria del Principe e le dodici province del Regno.

Gloria del Principe e le dodici province del Regno (Gerolamo Starace Franchis)
Su quattro consoles di manifattura napoletana sono posti i busti dei sovrani: Ferdinando I re delle due Sicilie (attribuito al Canova), Francesco I di Borbone (Giuseppe Del Negro), Ferdinando II di Borbone (Andrea Carriello) e Francesco II di Borbone (Costantino La Barbera).

Ferdinando II (Andrea Carriello)
Francesco I di Borbone (Giuseppe Del Negro)
Francesco II di Borbone (Costantino La Barbera)
Ferdinando I re delle due Sicilie (attr.Canova)
I lampadari sono in bronzo dorato (XIX secolo) e il pavimento con lavorazione a encausto in finto marmo.
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La terza anticamera era il Salone di Alessandro, anche detto Sala dei Marmi.
Questa sala si trova proprio al centro della facciata principale della reggia.

Salone di Alessandro
Era questo un ambiente di passaggio tra gli Appartamenti Settecenteschi e gli Appartamenti Ottocenteschi, ed era destinata ai "Non Titolati".
Questa sala fu usata come sala del trono durante il periodo del governo francese.
La sala era così chiamata per l'affresco che decora la volta a padiglione, il Matrimonio di Alessandro il Macedone e la principessa orientale Roxane, opera di Mariano Rossi (1787).

Matrimonio di Alessandro il Macedone con la principessa orientale Roxane (Mariano Rossi - 1787)
particolare della volta: Matrimonio di Alessandro il Macedone con la principessa orientale Roxane (Mariano Rossi - 1787)
Matrimonio di Alessandro il Macedone con la principessa orientale Roxane (Mariano Rossi - 1787)
Matrimonio di Alessandro il Macedone con la principessa orientale Roxane (Mariano Rossi - 1787)
Matrimonio di Alessandro il Macedone con la principessa orientale Roxane (Mariano Rossi - 1787)
Le sei sovrapporte sono costituite da bassorilievi in stucco:
- sulla parete sinistra: Filippo il Macedone affida Alessandro giovinetto ad Aristotele e Alessandro a Delfi costringe la Pizia a predigli il futuro (Tito Angelini)

Filippo il Macedone affida Alessandro giovinetto ad Aristotele (Tito Angelini)
Alessandro a Delfi costringe la Pizia a predirgli il futuro (Tito Angelini)
- sulla parete destra: Iassile in Egitto offre ad Alessandro tutti i suoi averi e Alessandro copre con il suo manto il cadavere di Dario (Gennaro Calì)

Iassile in Egitto offre ad Alessandro tutti i suoi averi (Gennaro Calì)
Alessandro copre con il suo manto il cadavere di Dario (Gennaro Calì)
- sulla parete d'ingresso: Alessandro consegna il suo testamento prima di morire (Tito Angelini) e Alessandro doma Bucefalo (Gennaro Calì).

Alessandro consegna il suo testamento prima di morire (Tito Angelini)
Alessandro doma Bucefalo (Gennaro Calì)
Sulla parete sinistra si trova la grande tela di Gennaro Mandelli l'Abdicazione di Carlo di Borbone a favore del figlio Ferdinando IV (1759).

Abdicazione di Carlo di Borbone a favore del figlio Ferdinando IV (1759 - Gennaro Mandelli)
Sulla parete destra si trova invece La Vittoria di Carlo di Borbone alla Battaglia di Velletri di Camillo Guerra.

La Vittoria di Carlo di Borbone alla Battaglia di Velletri (Camillo Guerra)
Sul camino vi sono due sfingi in basalto e un altorilievo in marmo con il Profilo di Alessandro di Valerio Villareale, allievo del Canova.
Le quattro consoles sono in legno dorato e intagliato ed hanno il ripiano in rosso di Francia.
I vasi in porcellana sono decorati con due Vedute e due Ritratti della famiglia di Francesco I.

consoles napoletane con vasi in porcellana e camino con sfingi e il Profilo di Alessandro (Valerio Villareale)
camino con sfingi e il Profilo di Alessandro (Valerio Villareale)
vaso in porcellana con Ritratti della famiglia di Francesco I
vaso in porcellana con Vedute
Le poltrone in legno dorato con pomi d'avorio e tappezzeria Gobelins provengono da Le Tulleries di Parigi, e furono disegnate da Jacques Louis David, e fungevano da trono per Murat e sua moglie Carolina Bonaparte (solo un pezzo presente durante la nostra visita).
L'orologio "egizio" è di manifattura napoletana (XIX secolo).

orologio "egizio" e trono con tappezzeria Gobelins
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                La visita ora prosegue nell'Ala Ottocentesca o Appartamento Nuovo.
La prossima sala è chiamata Sala di Marte, ridecorata per volere di Gioacchino Murat su progetto di Antonio de Simone (1807/1815).

Sala di Marte
Marte, dio della guerra, simboleggia le virtù militari che avevano permesso ai Francesi di conquistare il Regno di Napoli.
E' per questo che la decorazione neoclassica di questa "Anticamera per i Titolati e i Baroni del Regno, Uffiziali Maggiori e Intendenti Esteri" richiama questo tema.
Le pareti sono scandite da paraste binate e scanalate con capitelli ionici.
Sulla volta Antonio Galliano ha affrescato La Morte di Ettore e il Trionfo di Achille (1815).

La Morte di Ettore e il Trionfo di Achille (1815 - Antonio Galliano)
Nelle vele della volta Lucio Lucchesi e Carlo Beccalli hanno scolpito Trofei con palme.

Trofei con palme (Lucio Lucchesi e Carlo Beccalli)
Sulla parete del camino il grande bassorilievo La Forza, la Prudenza, la Gloria e la Fama è opera di Valerio Villareale.

La Forza, la Prudenza, la Gloria e la Fama (Valerio Villareale)
Le pareti corti sono decorate con Vittorie Alate.

Vittoria Alata (Valerio Villareale)
Vittoria Alata (Valerio Villareale)






















Sopra le porte e sopra le finestre della sala si trovano nove bassorilievi con episodi tratti dall'Iliade di Omero.

Atena invita Marte ad allontanarsi dalla battaglia (Valerio Villareale)
Marte uccide Perifante (Domenico Masucci)
Vulcano consegna le armi a Marte (D'Antonio)
Marte davanti all'Arcopago (Claudio Monti)
Atena ed Era fermano il furore di Marte (Valerio Villareale)
Venere ferita da Diomede si reca da Marte per farsi concedere il carro per raggiungere l'Olimpo (Valerio Villareale)
Marte incita i figli di Priamo a combattere (Valerio Villareale)
Ettore parte per la guerra trattenuto invano da Andromaca (Valerio Villareale)
Ettore è incitato da Marte a combattere (D'Antonio)
Il pavimento in marmo ha una decorazione a greca intorno a figure geometriche.

Nel centro della sala si trova una grande coppa in alabastro agatizzante e marmo serpentino realizzata da una bottega romana nel XIX secolo.
Questa coppa fu donata da Pio IX a Ferdinando II di Borbone per averlo ospitato durante il periodo della Repubblica Romana.
coppa in alabastro
Le due consoles e gli sgabelli sono in stile impero.
Sono presenti anche due coppie di candelieri in bronzo.
L'orologio incastonato in un busto femminile è di manifattura francese.

console in stile impero, orologio in busto femminile e candelieri in bronzo
 Il vaso su una console è decorato con Vedute.

vaso con vedute e candelieri in bronzo
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La sala seguente è detta Sala di Astrea e aveva funzione di "Anticamera per i Gentiluomini di Carriera, Ambasciatori, Segretari di Stato e personalità privilegiate".

Sala di Astrea
Nella volta Jacques Berger realizzò Il Trionfo di Astrea, dea della Giustizia, tra la Verità e l'Innocenza.
Si dice che Astrea abbia le fattezze di Carolina Bonaparte.
Il Trionfo di Astrea, dea della Giustizia, tra la Verità e l'Innocenza (Jacques Berger)
Anche i bassorilievi dorati della volta, realizzati da Domenico Masucci, vedono protagonista Astrea.

bassorilievi della volta (Domenico Masucci)
bassorilievi della volta (Domenico Masucci)
I rilievi in stucco dorato sulle pareti realizzati nel 1822 rappresentano Minerva come Ragione tra la Stabilità e la Legislazione (Valerio Villareale) e Astrea con Ercole e le Province del Regno delle due Sicilie (Domenico Masucci).

Minerva come Ragione tra la Stabilità e la Legislazione (Valerio Villareale)
Astrea con Ercole e le Province del Regno delle due Sicilie (Domenico Masucci)
In questo ultimo rilievo la Personificazione delle Province del Regno è raffigurata a destra una figura con la corona turrita con cavallo, simbolo di Napoli, e con lo scudo che rappresenta la Trinacria (come veniva indicata in passato la Sicilia); a sinistra invece Ercole tiene in mano la clava, simbolo dei Farnese, e il giglio, simbolo dei Borbone.
Sempre sulle pareti vi sono raffigurati Geni alati.

Geni alati
Geni alati
Il pavimento presenta un disegno a labirinto formato da marmo di Carrara e Giallo di Siena.

pavimento a labirinto
particolare della cornice  del pavimento
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Continuando il percorso di visita si giunge alla maestosa Sala del trono, l'ultima sala del palazzo a essere terminata.

Sala del Trono
Sala del Trono
La grande sala, lunga 40m e illuminata da sei finestre semicircolari, venne inizialmente progettata da Antonio de Simone per Giacchino Murat nel 1811.
I lavori continuarono poi sotto la guida di Pietro Bianchi ed infine furono portati a termine da Gaetano Genovese e inaugurata nel 1845 in occasione del VII Congresso degli Scienziati Italiani.

Sala del Trono
decorazione della sala con anno d'inaugurazione da parte di Ferdinando II
Nella volta a botte della sala è raffigurata La Posa della prima pietra del Palazzo il 20 gennaio 1752, opera di Gennaro Maldarelli (1844).
Alla base della volta, tra le finestre, sono scritti i nomi delle province del Regno.

volta della Sala del Trono
La Posa della prima pietra del Palazzo il 20 gennaio 1752 (Gennaro Maldarelli - 1844)
Sull'architrave che corre lungo il perimetro della sala sono stati realizzati 46 medaglioni nei quali sono stati raffigurati i Ritratti dei Re di Napoli, da Ruggiero il Normanno a Ferdinando II di Borbone.

architrave con i Ritratti dei Re di Napoli
Ritratti dei Re di Napoli
Ventotto pilastri corinzi binati e scanalati decorano le pareti lunghe della sala, mentre sulle pareti corte vi sono stati posti due bassorilievi in stucco dorato che rappresentano La Fama, realizzati uno da Tommaso Arnauld e l'altro da Tito Angelini.

La Fama (Tito Angelini)
La Fama (Tommaso Arnauld)
particolare della Fama (Tommaso Arnauld) con la dedica a Ferdinando II che fece costruire la sala
Gennaro Aveta realizzò i capitelli dei pilastri e le 16 tabelle sovrapporta con i simboli borbonici e le onorificenze del Regno.

decorazione a stucco dorato della Sala del Trono
capitelli corinzi (Gennaro Aveta)
Il trono portatile in legno dorato e intagliato, realizzato nei primi dell'Ottocento, è tappezzato oggi in velluto azzurro, ma originariamente era rosso con gigli dorati.

trono portatile
trono portatile
Questo trono fu usato da Ferdinando I delle due Sicilie dopo la Restaurazione. 
trono portatile
E' un trono portatile perché munito di maniglie (forse da barca).
I braccioli sono costituiti da leoni alati mentre il retro presenta la raffigurazione di due sirene, simboli di Napoli: la leggenda vuole che la sirena Partenope venne a suicidarsi nel golfo della città dopo aver cercato inutilmente di sedurre Ulisse.

Il pavimento presenta una lavorazione geometrica.

pavimento della Sala del Trono
particolare della cornice del pavimento della Sala del Trono
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Dopo la Sala del Trono si entra nella Sala del Consiglio, che a sua volta dava accesso all'Appartamento del Re.

Sala del Consiglio
Anche questa sala fu commissionata da Murat, come anche gli ambienti successivi.
La volta della sala presenta un affresco di Giuseppe Cammarano: Minerva che incorona l'Arte e la Scienza.
Gli ornati della volta sono di Agostino Fondi.

Minerva che incorona l'Arte e la Scienza (Giuseppe Cammarano)
ornati della volta (Agostino Fondi)
Le pareti sono rivestite in seta giallo oro prodotta dalle Manifatture Borboniche di S.Leucio.
Appesi alle pareti vi sono tre dipinti: Cornelia madre dei Gracchi (Francesco Oliva), La zingara predice a Felice Peretti l'ascesa al papato (Tommaso De Vivo), Abramo che scaccia Agar e Ismaele alla presenza di Sara e Isacco (Raffaele Postiglione).

Cornelia madre dei Gracchi (Francesco Oliva)
La zingara predice a Felice Peretti l'ascesa al papato (Tommaso De Vivo)
Abramo che scaccia Agar e Ismaele alla presenza di Sara e Isacco (Raffaele Postiglione)
Al centro della sala troneggia un tavolo da parata in stile neobarocco di Raffaele Giovine, con il ripiano in velluto cremisi e medaglioni in porcellana con miniature raffiguranti i Costumi del Regno di Napoli.
Sul tavolo è posta una corbeille di Sèvres.

tavolo da parata e corbeille di Sèvres
corbeille di Sèvres
particolare del ripiano del tavolo con velluto e medaglioni con miniature in porcellana
Sulla console con specchio di cristallo vi sono due candelabri in bronzo con figure all'egiziana (primi dell'Ottocento) e un vaso in bronzo dorato con putti alati e foglie di acanto.

console con specchiera in cristallo
candelabro con figura all'egiziana, vaso in bronzo dorato e...il mio fotografo
In questa sala si trova anche un busto di Francesco I di Borbone.

busto di Francesco I di Borbone
 Il pavimento presenta una decorazione geometrica.

pavimento della Sala del Consiglio
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Dalla Sala del Consiglio il percorso si snoda nelle cosiddette "Retrostanze", salette allestite con collezioni borboniche che comprendono quadri, mobili, culle appartenute a principi ereditari borbonici e oggetti particolari come due mobili contenti organi a cilindro degli anni '20 dell'Ottocento.

mobile in stile impero contenente un organo meccanico (gentilmente apertoci da una sorvegliante della sala)
particolare dell'interno dell'organo con rullo e nome del meccanico della corte Anton Beyer
comò contenente 18 cilindri musicali per organo meccanico
cilindri per organo meccanico
secrétaire in stile impero con orologio e organo meccanico (Anton Beiyer - 1823)
biliardo (manifattura napoletana)/ a sinistra: Inaugurazione della strada ferrata di Caserta. 1845 (Salvatore Fergola)
stipo in legno con piano in marmo a mosaico e decorazioni in stile pompeiano
scrittoio con le iniziali di Vittorio Emanuele
culla dono della città di Napoli a Maria Josè del Belgio e a Umberto II di Savoia per la nascita di Maria Pia di Savoia (1934)
culla dono della città di Napoli (realizzata in solo 35 giorni!) a Margherita di Savoia per la nascita del primogenito Vittorio Emanuele III (1869)
a destra: Francesco I di Borbone in veste di Bacco (Angelica Kauffmann)
Maria Carolina d'Asburgo (Johann Heinrich Wilhelm Tischbein)
Caccia al cinghiale di Ferdinando IV di Borbone alla tenuta degli Astroni con ritratto del pittore (Pietro Fabris)
Ferdinando I di Borbone con la statua della Giustizia (attr.Giuseppe Cammarano - 1815)
Ferdinando I di Borbone davanti l'Orto Botanico: ingresso a Napoli dopo la Restaurazione, 1847 (Salvatore Fergola)
Cascata d'acqua con pastorella e armenti (Alexander Hyacinthe Dunouy)
due Marine (cerchia dei Grevenbroeck)
due Battaglie Navali (cerchia dei Grevenbroeck)
I figli di Gioacchino Murat (Benjamine Rolland)
Ritratto del Generale Pierre César Dery, amico di Murat (Raffaele Calliano)
Ritratto di Gioacchino Murat (Henrich Schmidt)
Ritratto di Clotilde Jeanne Murat, nipote di Gioacchino Murat (Giuseppe Cammarano)
Madonna col Bambino (Michelangelo Russo - 1855)
Peschiera nel Real Bosco di Portici (Salvatore Fergola)
busto di Maria Isabella di Borbone, seconda moglie di Francesco I di Borbone (Giuseppe Del Nero - 1825) / Serie dei re di Napoli (Raffaele Postiglione)
busto di Re Francesco I di Borbone (Giuseppe Del Nero) / David calma l'ira di Saul suonando la lira (Raffaele Postiglione)
Manovre militari al poligono di Bagnoli dirette da Ferdinando II (Nicola Palizzi)
Posa della prima pietra della Chiesa dell'Immacolata al Campo di Marte (Salvatore Fergola)
Canocchia (Salvatore Fergola)
Vi sono anche esposti alcuni modellini di giostre che il Principe di Salerno Leopoldo di Borbone fece realizzare per il Parco di Villa Favorita a Resina (Ercolano), aperto anche al pubblico nei mesi estivi e nei giorni festivi (sembra che le prime Montagne Russe in Italia fossero state realizzate per questo parco).

modellino di flotta aerea (giostra per Villa Favorita)
modellino di giostra (giostra per Villa Favorita)
modellini di altalena semplice e doppia (giostra per Villa Favorita)
gioco del tiro a segno (modellino per Villa Favorita)
modellini di giostre dette dei "Campi Elisi" (giostra per Villa Favorita)
Quintilio con uccello egiziano (giostra per Villa Favorita)
Sono anche in mostra l'ascensore del palazzo e una portantina usata da Pio IX quando era ospite dei Borbone a Gaeta durante la Repubblica Romana (1848/1849).

"sedia volante" ascensore in legno per Ferdinando II di Borbone (1845 - Gaetano Genovese)
modello di funzionamento della "sedia volante"
portantina di Pio IX (1848/1849)
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Infine si accede al cosiddetto Salottino di Pio IX nel quale vi sono pitture che vedono il papa protagonista.

Salottino Pio IX
Pio IX (1846 - Tommaso De Vivo)
Pio IX benedice il popolo napoletano nel 1849 (Achille Vespa)/ Pio IX (1846 - Tommaso De Vivo) / Pio IX dal balcone di Palazzo Reale benedice le truppe nel 1849 (Achille Vespa)
Veduta di Gaeta in occasione della benedizione di Pio IX (1850 - Frans Vervloet)
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La visita prosegue nella Cappella di Pio IX, una delle sette cappelle del palazzo (oltre alla Cappella Palatina vi sono infatti tre spazi sacri negli Appartamenti e due spazi esterni).

Cappella di Pio IX
La cappella posta sull'angolo sud-occidentale del palazzo è di gusto neoclassico con decori a stucco dorato nel soffitto da quale pende un lampadario finissimo.

soffitto e lampadario della Cappella Pio IX
L'altare in marmo è opera di Antonio Niccolini (primo Ottocento).

altare in marmo (Antonio Niccolini - XIX sec.)
Il rilievo dell'altare con Vergine e Angeli è stato realizzato da Gaetano della Rocca.

Vergine e Angeli (Gaetano della Rocca)
Il busto in mamo di Carrara che ritrae Pio IX Mastai Ferretti, donato dal Principe A.Demidoff al pontefice, è stato scolpito da Lorenzo Bartolini (1849).

Pio IX Mastai Ferretti (Lorenzo Bartolini - 1849)
Alle pareti sono appese copie di dipinti a tema religioso: Disputa del Santissimo Sacramento (copia da affresco di Raffaello), Sacra famiglia (Angela Panzetta) e lo Sposalizio mistico di S.Caterina (copia dal Correggio).

Sposalizio mistico di S.Caterina (copia dal Correggio)
Sacra famiglia (Angela Panzetta)
Disputa del Santissimo Sacramento (copia da affresco di Raffaello)
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La visita dell'Ala Ottocentesca della reggia continua negli ambienti arredati in stile neoclassico durante la permanenza a palazzo di Gioacchino Murat, per questo detti "Appartamento Murattiano".
Il mobilio francese proviene per la maggior parte dalla Reggia di Portici (dismessa nel Novecento e divenuta sede dell'Università di Napoli), dove Murat e la moglie Carolina Bonaparte amavano soggiornare.
Dopo la Cappella di Pio IX si ritorna verso la Sala del Consiglio.
Il primo ambiente che s'incontra è la cosiddetta Camera da letto di Gioacchino Murat.

Camera da letto di Gioacchino Murat
decorazione della volta della Camera da letto di Gioacchino Murat
Fanno parte dell'arredamento in stile impero di questa camera un letto in mogano (opera di Laconte) con decorazioni in bronzo dorato e quattro picche che sostengono le cortine in raso avorio e blu con gigli argentati e frangia, due comodini, due comò con fregi in bronzo dorato, uno scrittoio con orologio a forma piramidale (manifattura viennese, un commode con piano in mosaico pompeiano, sedie con motivi a ghirlanda e iniziali di Murat.

letto a baldacchino e comodini
particolare della decorazione del letto
comò e sedie con iniziali
scrittoio e orologio a piramide
commode con mosaico pompeiano
Sulle pareti il Ritratto di Giulia Clary e delle figlie Zenaide e Carlotta (Jean Baptiste Wicar), il Ritratto del Generale Massena (Jean Baptiste Wicar), e Murat decora Giovanni Bausan sulla fregata Cerere (Guillaume-Desirè Descamps).

Ritratto di Giulia Clary e delle figlie Zenaide e Carlotta (Jean Baptiste Wicar)
Ritratto del Generale Massena (Jean Baptiste Wicar)
Murat decora Giovanni Bausan sulla fregata Cerere (Guillaume-Desirè Descamps)
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Si passa quindi a visitare quella che viene chiamata la Seconda Anticamera di Gioacchino Murat.

Seconda Anticamera di Gioacchino Murat
Sulla volta Giuseppe Cammarano ha dipinto Il Rimprovero di Ettore a Paride per il rapimento di Elena.

Il Rimprovero di Ettore a Paride per il rapimento di Elena (Giuseppe Cammarano)
Sulle pareti invece si trovano il Ritratto di Madame Letizia Bonaparte (Pierre-Edmond Martin), madre di Napoleone, il Ritratto del Ministro Saliceti (Guillaume-Desirè Descamps), Ministro della Polizia del Regno di Napoli, il Ritratto di Giuseppe Bonaparte (Costanzo Angelini) e il Banchetto offerto ai legionari di Villa Reale da Gioacchino Murat (Gaetano Gigante), svoltosi il 25 marzo 1809.

Ritratto di Madame Letizia Bonaparte (Pierre-Edmond Martin - 1810)
Ritratto del Ministro Saliceti (Guillaume-Desirè Descamps)
Banchetto offerto ai legionari di Villa Reale da Gioacchino Murat (Gaetano Gigante - 1811)
Ritratto di Giuseppe Bonaparte (copia da Wicar di Costanzo Angelini - 1808)
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Segue la Prima Anticamera di Gioacchino Murat, oggi così chiamata, ma che in origine ospitava la biblioteca di Gioacchino Murat.

Sulla volta della sala il pittore Franz Hill ha dipinto la scena di Telemaco riparato da Minerva dai dardi di Cupido.

Telemaco riparato da Minerva dai dardi di Cupido (Franz Hill)
Sulle pareti vi sono due tele pendants di Salvatore Fergola che raffigurano un Torneo cavalleresco davanti alla Reggia di Caserta.

Torneo cavalleresco davanti alla Reggia di Caserta (Salvatore Fergola)
Torneo cavalleresco davanti alla Reggia di Caserta (Salvatore Fergola)
Di Salvatore Fergola si trova esposta in questa sala anche la tela La famiglia Murat in visita all'albergo dei poveri a Napoli.

La famiglia Murat in visita all'albergo dei poveri a Napoli (Salvatore Fergola)
Al centro della sala si trova una fioriera a tripode con tre telamoni (XIX secolo).

fioriera a tripode (XIX sec.)
Lungo le pareti vi sono due consoles in legno bianco e dorato con piano in marmo e una commode stile impero con piano in marmo sulla quale si trovano due bronzetti opera di P.J.Meane: Caccia all'anatra e Caccia alla pernice.

console
commode con piano in marmo
Caccia all'anatra (P.J.Meane - 1847/1850)
Caccia alla pernice (P.J.Meane - 1847/1850)
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Seguono la Camera da letto e il Bagno di Francesco II.

Camera da letto di Francesco II
Costruiti durante il regno di Murat, prendono il nome dal suo successore Francesco II di Borbone che regnò per un solo anno (1859/1860).
Sulla volta della camera Giuseppe Cammarano ha raffigurato l'allegoria della vittoria dei Napoleonidi sui Borbone: il Riposo di Teseo dopo la lotta col Minotauro.

volta della Camera da letto di Francesco II
Riposo di Teseo dopo la lotta col Minotauro (Giuseppe Cammarano)
Il fregio della volta con Putti che giocano con le armi fu realizzato da Gaspare Mugnai, Gennaro Bisogni e Agostino Fondi.

fregio della volta: Putti che giocano con le armi (Gaspare Mugnai, Gennaro Bisogni e Agostino Fondi)
Sulle pareti vi sono due opere di Raffaele Postiglione: Cristo guarisce l'indemoniato e Cristo che placa la tempesta.

Cristo guarisce l'indemoniato (Raffaele Postiglione)
Cristo che placa la tempesta (Raffaele Postiglione)
Il Ritratto di Francesco II e il Ritratto di Maria Sofia di Wittelsbach sono di autore ignoto.

Ritratto di Francesco II (autore ignoto)
Ritratto di Maria Sofia di Wittelsbach (autore ignoto)
L'arredo di questa camera è costituito da mobili in stile impero in mogano e bronzo dorato.
Il letto a baldacchino con doppia testata affiancata da leoni alati e decorata dalle teste di Pallade, Marte e un genio alato.

letto a baldacchino
particolare del letto con testa di Pallade
particolare del letto con leone alato
particolare del letto con testa di Marte
Fanno parte dell'arredo due comodini a pilastro, un tavolo rotondo con base triangolare sulla quale appoggiano tre leoni alati dorati, una scrivania in legno rosa con poltrona in mogano.

letto e scrivania  con poltrona
tavolo con leoni alati
Il camino in marmo con cariatidi è stato disegnato da Valerio Villareale e realizzato da Domenico Masucci.

camino in marmo con specchiera
Inoltre vi sono una credenza con sportelli in seta gialla e colonne in bronzo dorato, due comò, una specchiera e delle poltrone di artigianato napoletano.

credenza con pannelli in seta con orologio a cilindro francese
comò
Vi sono anche due busti in marmo, uno raffigurante la Vergine (Alfonso Balzico) e l'altro S.Giuseppe (Sorbillo).

S.Giuseppe (Sorbillo)
Vergine (Alfonso Balzico)

La volta della Camera da bagno è stata affrescata da Giuseppe Cammarano che ha raffigurato Cerere.

volta della Camera da Bagno di Francesco II
particolare della volta: Cerere (Giuseppe Cammarano)
E' presente nella sala una toilette di marmo di Carrara di stile neoclassico, di committenza francese, disegnata da Giuseppe Del Nero nel 1829.
E' composta da 32 pezzi che comprendono due anfore istoriate, due coppe fiorite e una vaschetta in alabastro.

toelette della Camera da Bagno di Francesco II
particolare della toelette...con fotografo
La vasca in granito rosso egiziano, posta davanti ad un arco con decorazioni dorate, presenta protomi leonine.

vasca da bagno con protomi leonine
Il camino è in marmo ed è accompagnato da un parascintille riccamente decorato.
L'acqua corrente arrivava fredda e bisognava riscaldarla col camino.
Il secondo rubinetto della vasca fu aggiunto nell'Ottocento.
camino con orologio
parascintille
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L'ultima sala dell'Appartamento Murattiano e dell'Ala Ottocentesca della reggia è chiamata Anticamera della stanza da letto di Francesco II.

Anticamera della stanza da letto di Francesco II
Fa parte dell'arredo di questa sala la console con raffigurazioni di elementi floreali e perle, opera del Reale Laboratorio delle Pietre Dure di Napoli eseguito su disegno di Gennaro Cappella.

console con pietre dure (Gennaro Cappella)
Sono anche esposti due vasi in porcellana di Sassonia (uno con Veduta e Ritratto femminile, l'altro con decorazione a stelline dorate) e un orologio neoclassico.

La volta a tromp-l'oeil con Baccanale è stata dipinta da Franz Hill.

volta dell'Anticamera della stanza da letto di Francesco II
particolare della volta Baccanale (Franz Hill)
particolare della volta Baccanale (Franz Hill)
particolare della volta Baccanale (Franz Hill)
Sulle pareti sono esposti alcuni ritratti: tre ritratti di Francesco I di Borbone (Carlo De Falco), il Ritratto di Maria Isabella Infanta di Spagna (Carlo De Falco), e il Ritratto di Ferdinando II di Borbone (Giovanni Salomone).

Ritratto di Francesco I di Borbone (Carlo De Falco)
Ritratto di Maria Isabella Infanta di Spagna (Carlo De Falco)
Ritratto di Ferdinando II di Borbone (Giovanni Salomone)/ Ritratto di Francesco I di Borbone (Carlo De Falco)/ orologio neoclassico
Ritratto di Ferdinando II di Borbone (Giuseppe Bonolis)
Ritratto di Francesco I di Borbone (Carlo De Falco)

A questo punto del percorso di visita si ripercorrono le sale dell'Appartamento Ottocentesco già visitate sino a ritornare nella Sala di Alessandro.
Da qui la visita della Reggia di Caserta continua nell'Appartamento Vecchio o Ala Settecentesca...
...ma questo sarà l'argomento di un altro post.

http://www.reggiadicaserta.beniculturali.it
Orari Appartamenti storici: mercoledì/lunedì 8.30/19.30  (chiusura biglietteria 18.45)
martedì CHIUSO
ATTENZIONE: la visita del Teatro di Corte è possibile solo durante i Weekend, tranne la prima domenica del mese (10.00/13.00)

Orari Parco:
gennaio                                 8.30/16.00    (ultimo ingresso 15.00)
febbraio                                 8.30/16.30    (ultimo ingresso 15.30)
marzo                                    8.30/17.00    (ultimo ingresso 16.00)         
aprile/settembre                    8.30/19.00     (ultimo ingresso 18.00)
ottobre                                   8.30/17.30    (ultimo ingresso 16.30)
novembre/dicembre              8.30/15.30     (ultimo ingresso 14.30)

Orari Giardino Inglese:
gennaio                                 8.30/15.00     (ultimo ingresso 14.00)
febbraio                                8.30/15.30     (ultimo ingresso 14.30)
marzo                                   8.30/16.00     (ultimo ingresso 15.00)  
aprile/settembre                   8.30/18.00      (ultimo ingresso 17.00)
ottobre                                  8.30/17.00     (ultimo ingresso 16.00)
novembre                             8.30/15.00      (ultimo ingresso 14.00)  
dicembre                              8.30/14.30      (ultimo ingresso 13.30)

Costo: 12€  Appartamenti storici + parco + giardino inglese
             9€  quando il parco è chiuso
audioguide 5€
bus trasporto Parco  2,50€ A/R
bici 4€    tandem 7€
Carrozzelle  50€   40'
ATTENZIONE:
la prima domenica del mese GRATIS gli appartamenti storici
5€ il Parco
6€ il Giardino inglese



CONCLUSIONI
Abbiamo visitato solo la prima metà del percorso di visita della reggia e lo splendore delle decorazioni e i lussuosi arredi ci hanno fatto inebriare introducendoci nell'atmosfera sfarzosa della vita di corte borbonica e del periodo murattiano.
Sembra incredibile che per una sola famiglia sia stata realizzata una dimora così ricca ed elegante
La famiglia reale occupava solo 134 ambienti in tutta la reggia.
Ai tempi odierni sarebbe impensabile pensare e realizzare un palazzo come questo!
Ci attendono ora nuove sale e il parco con il giardino all'inglese.

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