Tra i Monti Tifatini sorge un pittoresco borgo medievale:
Casertavecchia.
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via del borgo antico |
Silenziose stradine acciottolate, case in pietra ravvivate da vasi di fiori, antichi edifici ed echi di storia, rendono questo borgo pedonalizzato un luogo dove potersi catapultare nel passato.
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via del borgo antico |
Casertavecchia è una frazione di Caserta, dalla quale dista solo 10 km.
Posta a 400 m sul livello del mare e nascosta dalle montagne ha rappresentato in passato un valido rifugio per la popolazione della piana di Caserta.
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via del borgo antico |
Il suo nome originale Casam Hirtam deriverebbe dalle parole latine: "Casa" = villaggio e "Hirta" = posto in alto.
Le sue origini sono poco note.
Nell'VIII secolo fu una roccaforte longobarda.
Risale all'epoca longobarda la costruzione del
Castello (861 circa).
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Castello di Casertavecchia |
Inizialmente il castello, con planimetria di forma quasi ellittica, aveva una funzione di residenza fortificata, per poi assumere l'aspetto di un vero castello sotto le successive dominazioni normanna e sveva.
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ruderi del castello |
Il castello, costruito sul punto più alto del colle, era circondato da un fossato.
Numerose torri angolari a pianta quadrata in muratura a sacco correvano lungo il suo perimetro (oggi rimangono pochi ruderi).
Rimane solo una
torre di fronte al palazzo.
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torre delle mura del castello |
In epoca normanna vennero rafforzate le primitive mura fortificate.
In epoca sveva (1240 circa) venne costruito il
Mastio o
Torre dei Falchi, una torre circolare con paramento in blocchi di tufo squadrato a vista, poggiate su uno zoccolo di blocchi poligonali in calcare.
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Mastio del castello |
Il mastio, che si sviluppa su tre livelli, è alto 30m e un diametro di 19,14m.
Questo mastio era tra i più grandi in Europa: era secondo per diametro alla torre della città provenzale di Aigues Mortes.
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mastio e resti di mura |
Il primo livello del mastio era accessibile dall'esterno tramite un ponte levatoio aereo che lo collegava al castello.
Un secondo ponte levatoio si trovava ad un altro livello.
La sala superiore comunica con quella d'ingresso tramite una scala ricavata nello spessore (ben quattro metri) della muratura.
Il terrazzo che ricopriva il mastio era munito di merli di coronamento.
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resti del ponte levatoio mobile su un'apertura del mastio |
Federico II fu un assiduo frequentatore del castello.
Il castello continuò ad essere abitato in epoca angioina e aragonese.
Nel Settecento fu acquistato da Carlo di Borbone.
Dell'antico castello rimangono oggi il cortile ellittico e parte della facciata con una finestra a bifora della sala del primo piano.
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ruderi del castello |
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facciata del castello |
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bifora nella facciata del castello |
ATTENZIONE: Il Castello è normalmente chiuso al pubblico tranne che in certe manifestazioni.
CURIOSITÀ: si racconta che il castello nasconda un antico tesoro custodito da una gallina dai pulcini d'oro.
La storia documentata di Casertavecchia inizia nel 879 quando venne ceduta al conte Pandonolfo di Capua (dalla Historia Langobardorum Beneventanorum del monaco benedettino Erchemperto).
Divenne sede vescovile nel X secolo quando il clero e la popolazione della pianura per sfuggire alle incursioni saracene si rifugiarono qui.
Nel 1062 Casertavecchia passò ai Normanni: fu infatti occupata da Riccardo I conte di Aversa.
Il primo conte normanno di Caserta fu Roberto I conte di Lauro dei Sanseverino (1163).
Risale a quest'epoca la costruzione della
Duomo dedicato al Santo dei Longobardi, S.Michele Arcangelo.
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Duomo di S.Michele Arcangelo |
Come si può apprendere dalle tre iscrizioni poste sui tre portali della facciata ovest della chiesa, il duomo venne costruito a partire dal 1113, all'epoca del vescovo Rainulfo, continuato dal vescovo Nicola, terminata nel 1153 dal vescovo Giovanni, che lo rivestì di marmo.
Sull'architrave si nomina anche il nome dell'architetto: Erugo.
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iscrizione sul portale laterale sinistro |
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iscrizione sul portale laterale destro |
Nel duomo, sorto su una precedente chiesa longobarda, si fondano (come nelle chiese di Amalfi, Gaeta e Sessa Aurunca), elementi dello stile longobardo, siculo-arabo, romanico-pugliese e benedettino di Montecassino.
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prospetto del Duomo |
La chiesa a croce latina presenta una
facciata in muratura tufacea grigio-ocra a salienti tipicamente longobarda: sono presenti tre portali che introducono nelle tre navate interne in cui la basilica è divisa, e la navata centrale è più elevata di quelle laterali di 8m.
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Duomo affiancato dal campanile |
I
portali sono in marmo bianco di Luni.
Strutture zoomorfe sostengono la ghiera aggettante decorata con palmette e fuoriescono a mensola: il portale sinistro poggia su due centauri, il portale centrale poggia su due leoni ed è decorato con un toro, il portale destro poggia su due animali simili a cavalli.
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portale laterale sinistro con centauri |
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ghiera del portale centrale con leoni e toro - leoni stilofori della monofora centrale |
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particolare del portale centrale: leone che trattiene un moro tra le zampe |
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particolare del portale centrale: leone |
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portale laterale destro con animali simili a cavalli |
Nella facciata sono presenti due
monofore sottolineate da cornici in marmo bianco: una è posta sopra al portale sinistro e l'altra sul portale centrale (con ghiera che ricade su colonnine sostenute da mensole a forma di leoni stilofori che trattengono con le zampe un maiale e un montone).
Al posto della monofora sopra il portale destro si trova invece un
oculo.
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monofora della facciata principale |
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oculo della facciata principale |
La facciata termina con un timpano decorato con archetti pensili (elemento architettonico lombardo), sormontati da archetti ciechi intrecciati a formare ogive che poggiano su sei colonnine di marmo bianco (elementi arabi-normanni).
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timpano con archetti della facciata ovest del Duomo |
La
facciata sud, sulla quale si aprono un altro ingresso e alcune monofore a ferro di cavallo, presenta una decorazione a losanghe marmoree.
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facciata meridionale e transetto sormontato dalla cupola |
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oculo della facciata meridionale |
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decorazione a losanghe della muratura della facciata meridionale |
Anche il
portale del lato meridionale della chiesa è decorato da una ghiera poggiante su mensole zoomorfe.
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portale della facciata meridionale |
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ghiera del portale della facciata meridionale |
La
facciata nord invece ha decorazioni ellittiche.
La
facciata meridionale del transetto presenta finestre a ferro di cavallo, archetti pensili e un timpano con archetti su colonnine.
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facciata meridionale del transetto |
Su tutte le facciate corre una cornice ad archetti pensili.
La policromia delle facciate è resa dall'accostamento di pietre di colori differenti.
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cornice del transetto ad archetti pensili |
La
cupola è nascosta da un tiburio ottagonale voluto dal vescovo Stabile (1207/1216).
Il tiburio presenta una decorazione con riflessi siciliani.
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cupola del Duomo |
Due ordini sovrapposti di archi intrecciati formano un finto loggiato: l'ordine inferiore è decorato con tarsie floreali e geometriche mentre quello superiore presenta alcune sculture zoomorfe e antropomorfiche.
Il paramento murario della parte superiore è formato da scacchiera di blocchi bianchi e neri.
Il tiburio termina con un elemento conico coperto da tegole.
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decorazioni della cupola del Duomo |
Nella zona dietro all'abside della chiesa si trova l'ingresso al
giardino del Duomo.
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ingresso al giardino del Duomo |
Il
campanile risale al 1234 e fu costruito, come riporta una lapide posta sul suo lato sinistro, per volere del vescovo Andrea.
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campanile del Duomo |
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iscrizione che ricorda la costruzione del campanile |
Il campanile presenta influenze gotiche: i due piani traforati da bifore, posti su una base quadrata con archetti ciechi intrecciati, sorreggono la cella campanaria ottagonale decorata con archi e torri cilindriche angolari.
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archetti ciechi intrecciati del campanile |
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bifora del campanile |
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bifora e cella campanaria con archetti intrecciati e torri cilindriche angolari |
Il campanile, alto 30m e largo 5m., terminava in origine con una una struttura piramidale andata perduta nel Seicento a causa di un fulmine.
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campanile |
Lo decorano alcuni elementi antichi di reimpiego: una statua acefala di
Venere, una
testina di sfinge e un
rilievo con armi.
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sfinge posta sul campanile |
Sotto l'arco acuto voltato a lacunari del campanile, che sormonta la via d'accesso alla
Piazza Vescovado, vi sono affisse quattro lapidi che ricordano le quattro visite di Benedetto XIII.
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arco voltato a lacunari del campanile |
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arco acuto che scavalca la strada |
Il
Duomo ha una pianta a croce latina.
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pianta del Duomo |
L'interno della chiesa è stato portato al suo aspetto medievale agli inizi del Novecento, eliminando le decorazioni a stucco barocche, ma gli affreschi parietali della scuola del Cavallini erano già stati distrutti, come sono anche scomparsi i dipinti della volta e gran parte della pavimentazione a mosaico.
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navata centrale del Duomo |
La chiesa è lunga 46m ed è divisa in tre navate da 18
colonne differenti tra loro provenienti da edifici di epoca romana.
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colonne tra la navata centrale e la navata sinistra |
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colonne diverse nel Duomo |
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colonne tra la navata centrale e la navata destra |
Le colonne hanno capitelli corinzi, tranne una che presenta un capitello ionico.
La diversa altezza delle colonne è compensata da un pulvino.
Due colonne sono in marmo bianco, mentre le altre 16 sono in marmo cipollino grigio.
Gli archi tra le colonne sono a tutto sesto e presentano una decorazione dovuta all'accostamento di pietra lavica di varie tonalità.
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colonne in marmo cipollino grigio |
La zona del transetto e dell'altare è sopraelevata rispetto a quella delle navate ed è costituita da tre absidi affiancate (quella centrale è più profonda).
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abside del braccio sinistro del transetto |
Nell'abside del braccio sinistro del transetto è posta la statua di
S.Michele Arcangelo realizzata in pietra del Gargano (XVI secolo).
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statua di S.Michele Arcangelo (XVI sec.) nell'abside del braccio sinistro del transetto |
L'ingresso al transetto è sormontato da un arco trionfale a sesto acuto sorretto da semicolonne realizzate con fusti antichi sovrapposti.
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arco trionfale d'accesso al transetto |
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accesso al transetto sinistro dalla navata laterale sinistra |
L
'altare maggiore è stato realizzato con alcuni amboni antichi decorati a mosaico quando nel Novecento è stato smantellato l'altare barocco (ora posto nella
Cappella del Rosario), che aveva sostituito quello originale.
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altare maggiore |
Il
Crocifisso ligneo (1649) posto sull'altare era collocato precedentemente in una cappella barocca della navata sinistra, oggi non più esistente.
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Crocifisso |
Il pavimento della chiesa è costituito da lastroni di pietra calcarea tranne che nella zona davanti all'altare dove si è conservato un
tappeto musivo di gusto siculo-mussulmano.
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pavimento a mosaico del transetto |
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pavimento a mosaico del transetto |
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pavimento a mosaico del transetto |
Sono rimasti 8 riquadri con raffigurate, tra elementi cosmateschi, figure zoomorfe e un'aquila sveva.
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particolare del mosaico con aquila sveva |
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particolare del mosaico con figure zoomorfe |
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particolare del mosaico con figure zoomorfe |
La copertura a capriate delle navate è lignea, mentre la zona del transetto è coperta da volte a crociera costolonate in tufo di gusto arabo.
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copertura a capriate lignee della navata centrale |
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volte a crociera costolonate del transetto |
Di fronte all'abside si trova una cupola a ombrello a 32 spicchi, con tamburo ottagonale decorato con una finta loggetta su 24 colonnine di marmo.
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cupola ad ombrello |
A sinistra dell'ingresso della chiesa si trova un'
acquasantiera del XVI secolo che ha come base un leone, considerato il custode di questo luogo di culto.
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acquasantiera (XVI sec.) |
Sull'altro lato dell'ingresso un'altra
acquasantiera è costituita da un agnello e da un capitello.
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acquasantiera con agnello e capitello |
Spesso si legge che le acquasantiere di questa chiesa hanno come base due leoni, ma come potete vedere nella foto qui sopra la scultura di questa acquasantiera non rappresenta proprio un leone!
Ho scoperto infine che l'altro leone è stato rubato!
La
cappella in stile gotico posta nella prima campata della navata destra, è stata probabilmente aggiunta in un secondo tempo alla struttura.
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Cappella gotica |
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Cappella gotica |
La cappella contiene oggi il
fonte battesimale del XII secolo ed era decorata da affreschi trecenteschi, di cui rimangono solo tracce.
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fonte battesimale (XII sec.) |
Sono ormai poco visibili gli affreschi che decoravano anticamente la cappella.
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quel che resta degli affreschi della cappella gotica |
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resti della decorazione pittorica della cappella |
Sulla sinistra della cappella entro una nicchia è posta una scultura in pietra di tufo dipinto che raffigura una
Maria SS. Regina col Bambino (X sec.).
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Maria SS.Regina (X sec.) |
Sull'ultimo pilastro della navata destra, vicino al transetto, si trova l'affresco della
Madonna delle Grazie di scuola senese di tardo Trecento.
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Madonna delle Grazie (scuola senese - XIV sec.) |
Sul muro sinistro della controfacciata è murata la
lapide tombale di Ludovico Alois che manca del monumento a cui apparteneva.
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lapide tombale di Ludovico Alois |
Sul muro della navata sinistra poggia la
tomba di Ortensio Giaquinto, signore del borgo morto nel 1590, con raffigurazione del defunto posta sul coperchio inclinato della cassa.
Nell'iscrizione sottostante si apprende che il monumento cinquecentesco fu voluto dal fratello Alberico.
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Tomba di Ortensio Giaquinto |
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iscrizione della Tomba di Ortensio Giaquinto |
Dalla navata sinistra s'accede alla
Cappella del Rosario, costruita sotto il vescovo Schinosi nel XVII secolo.
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Madonna del Rosario (autore ignoto - XVIII sec.) |
L
'altare è decorato a intarsi marmorei.
Realizzato in epoca barocca per sostituire l'altare maggiore originale è
poi stato sistemato in questa cappella all'inizio del Novecento.
Il dipinto settecentesco di autore ignoto posto sopra l'altare raffigura la
Madonna del Rosario.
Nel dipinto s'identificano S.Domenico, S.Caterina da Siena e Pio V.
La tela è inquadrata da finte colonne affrescate che sorreggono un finto architrave.
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resti degli affreschi della Cappella del Rosario |
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resti degli affreschi della Cappella del Rosario |
Rimane solo questa delle cappelle barocche che correvano nella navata sinistra (le altre furono demolite nel Novecento).
Rimangono poche tracce degli affreschi che in passato decoravano la cappella.
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resti di affreschi della cupola della Cappella del Rosario |
Nel lato sinistro della cappella è murato una
lastra marmorea con bassorilievo, forse facente parte di un ciborio trecentesco, usata oggi per contenere gli Oli Santi.
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lastra marmorea per gli Oli Santi |
Nella navata centrale, addossato alle colonne che separano questa navata da quella laterale destra, si trova il
pulpito costruito sotto il vescovo Gentile (1604/1616).
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pulpito |
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pulpito |
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pulpito |
Il pulpito è stato realizzato assemblando gli amboni a mosaico del 1213.
Lo sostengono cinque colonne in cipollino con capitelli differenti (un capitello presenta la figura di un uomo nudo con barba e altre raffigurazioni).
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decorazione a mosaico degli amboni che costituiscono il pulpito |
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decorazione a rilievo del pulpito raffigurante i simboli di S.Luca e S.Marco a fianco dell'Agnus Dei |
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decorazione a mosaico degli amboni che costituiscono il pulpito |
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particolare del capitello figurato |
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particolare del capitello figurato |
Lungo la scaletta del pulpito sono stati scolpiti un
Ebreo seminudo avvolto dalle spirali di un serpente e il
Profeta Geremia.
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Ebreo avvolto dalle spire di un serpente |
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Profeta Geremia |
Vicino al pulpito si trova il
cero pasquale realizzato intorno al 1300.
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cero pasquale (1300 circa) |
Ai piedi della prima colonna della navata laterale destra vicino al transetto si trovano scolpiti un
cucciolo di leone e una
testa di serpente con le sembianze umane.
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cucciolo di leone |
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testa di serpente |
Nel braccio destro del transetto si trova la
tomba del vescovo Giacomo Martono in marmo, stucco e materiale di reimpiego (XIV secolo).
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braccio destro del transetto con la tomba del vescovo Giacomo Martono |
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tomba del vescovo Giacomo Martono |
Il sarcofago, sul quale è raffigurato il vescovo a bassorilievo, è sorretto da quattro colonnine tortili e da quattro semicolonnine.
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sarcofago della tomba del vescovo Giacomo Martono |
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gisant della tomba del vescovo Giacomo Martono |
Frontalmente il sarcofago presenta i bassorilievi (un tempo policromi) di
Cristo, la Madonna e S.Giovanni, separati da figure di
Angeli.
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bassorilievi: Madonna, Cristo, S.Giovanni e due Angeli |
Sulle due testate laterali sono raffigurati
S.Giacomo e
S.Pietro.
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fronte laterale del sarcofago con raffigurato S.Giacomo |
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S.Giacomo |
Si attribuiscono alla scuola di Simone Martini gli affreschi all'interno e all'esterno del baldacchino che sormonta la tomba.
Nella lunetta è raffigurata una
Crocifissione, mentre nei pennacchi è rappresentata un'
Annunciazione.
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lunetta: Crocifissione |
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pennacchi: Annunciazione |
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pennacchi: Annunciazione |
Nel frontone appuntito (vimperga) sono dipinti
Cristo e
Santi all'interno di tondi.
Un
Agnus Dei è raffigurato nell'intradosso della volta interna del baldacchino.
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Cristo e Santi |
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Agnus Dei |
Due tondi con
teste realizzate a monocromo occupano i timpani laterali del baldacchino.
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testa a monocromo sul timpano laterale del baldacchino |
Il baldacchino in stucco dipinto è sorretto da due colonne scanalate antiche in marmo e da due semicolonne in tufo.
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colonne e colonnine della tomba del vescovo Giacomo Martono |
Sempre nel braccio destro del transetto si trova la
lapide di Marco Antonio Alois, sulla quale appaiono due stemmi nobiliari con leone rampante e giglio di Francia (XVI secolo).
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lapide di Marco Antonio Alois (in alto) |
Sotto questa lapide si trova una lapide che ricorda che qui vi era l'
altare della famiglia Crauso.
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ricordo dell'altare della famiglia Crauso |
Nel braccio sinistro del transetto si trova la
tomba di Francesco De La Rath.
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Tomba di Francesco De La Rath |
Il conte morì a 41 anni nel 1359 e il monumento funebre nel quale è ritratto lo fecero costruire la moglie e i figli.
La sua famiglia di origine spagnola era scesa in Italia al seguito della duchessa Violante d'Aragona, moglie di Roberto d'Angiò.
Diego De La Rath (citato anche in una novella del Decamerone di Boccaccio), era stato poi nominato conte di Caserta.
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gisant, Madonna, Cristo e S.Giovanni |
Oltre la figura del
gisant a tutto tondo sono raffigurati a bassorilievo la
Madonna, Gesù e S.Giovanni.
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Virtù: Fede, Carità e Fortezza |
La cassa poggia su tre statue frontali che rappresentano le
Virtù (
Fede, Carità e Fortezza) ed è incorniciata da un baldacchino gotico sorretto da colonne tortili e con arco trilobato.
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colonne tortili |
Anche lungo il pavimento della navata centrale si trovano lastre marmoree funerarie.
Una è la
tomba di Giacomo Celliano, medico morto nel 1542 che aveva lasciato il divieto della sepoltura in questa tomba alle donne della famiglia per evitare che la tomba finisse in mano di altre casate.
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Tomba di Giacomo Cellani |
L'altra lapide copre la
tomba del vescovo Antonio Falangola, originariamente posta nella
Cappella del Rosario.
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Tomba del vescovo Antonio Falangola |
Orario: inverno 9.00/13.00 15.30/18.00
estate 9.00/13.00 15.30/22.30
Nel Duecento a Casa Hirta ebbe inizio la breve dominazione sveva con Riccardo di Lauro che aveva sposato Violante, figlia naturale di Federico II di Svevia.
Suo figlio Corradello fu imprigionato a Castel del Monte dai d'Angiò e Casa Hirta passò ai nuovi padroni angioini che erano solo interessati a sfruttarne le risorse.
Con la successiva dominazione aragonese (1442) Casa Hirta continuò a perdere d'importanza e s'avvio verso la decadenza: rimasero solo il vescovo e il seminario.
Nella
Piazza del Vescovado, dove sorge il
Duomo, si trova il
Palazzo Vescovile, decorato con archi e finestre del XIII secolo.
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Palazzo Vescovile |
Di fronte al
Duomo sorge il
Seminario con portale in marmo cipollino sormontato dallo stemma del vescovo Diodato Gentile.
Oggi l'edificio è stato trasformato in ristorante.
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ingresso del Palazzo del Seminario |
Per volere di Gregorio XVI nel 1842 il
Seminario fu trasferito a Caserta e il complesso trasformato in convento.
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stemma del vescovo Gentile |
A fianco al
Duomo si trova la
Casa della Canonica, fatta costruire nel 1600 dal vescovo Schinosi per collegare il
Duomo con il
Palazzo Vescovile .
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Casa della Canonica |
Il portale centrale è adornato con colonne di marmo.
Oggi la
Canonica è abitata dal parroco.
Nel XVI secolo il conte Giulio Antonio Acquaviva trasferì la sua residenza comitale in pianura (dove sorge l'attuale Caserta).
Dopo l'avvento dei Borboni e la costruzione della Reggia di Caserta la residenza episcopale fu trasferita a Caserta e nel 1842 anche il vescovado fu trasferito.
Dietro il fianco destro del Duomo sorge la
Chiesa dell'Annunziata, probabilmente costruita nel XIII/XIV secolo in stile gotico, ma rielaborata in forme barocche nel XVI secolo.
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Chiesa dell'Annunziata |
Ridotta in macerie (erano rimasti solo la facciata e il campanile) è stata restaurata.
La
facciata, preceduta da un portico ad unica arcata a tutto sesto, presenta un rosone, tre monofore ogivali e un arco gotico affrescato con portale in pietra aggiunto in un momento successivo (1737).
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rosone e monofore della Chiesa dell'Annunziata |
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monofore ogivali |
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portico, arco ogivale e portale barocco della chiesa |
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stemma sul portale della Chiesa dell'Annunziata |
Sulla destra si trova il suo campanile a tre livelli.
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campanile e portico della Chiesa dell'Annunziata |
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campanile della Chiesa dell'Annunziata |
L'interno (che non abbiamo potuto visitare perché chiuso al momento della nostra visita), è ad unica navata, con presbiterio preceduto da arco trionfale ogivale.
Oggi la chiesa è sconsacrata ma in passato era l'oratorio dell'
Ospedale.
All'
Ospedale erano annessi la
Casa "degli esposti" (i neonati abbandonati) e il
Monte dei maritaggi, un'istituzione che offriva la dote alle ragazze povere, orfane e virtuose della città.
CONCLUSIONI
La visita di Casertavecchia è un tuffo nel medioevo, un luogo in cui ci si può immerge completamente nell'atmosfera di un'epoca passata.
Le stradine che si diramano dall'asse principale del borgo regalano quella tranquillità interrotta solamente dal suono delle campane.
A Casertavecchia il tempo sembra essersi fermato!
E' per questo che Casertavecchia è stata una
location ideale per Pier Paolo Pasolini per girare nel 1971 "Il Decameron".
Anche durante la nostra visita, nel cortile di una casa, si girava una scena di matrimonio tratta dal
bestseller "L'amica geniale" di Elena Ferrante, che apparirà in una serie televisiva.
E cosa dire del panorama che da quassù si può ammirare?
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panorama sulla piana di Caserta dal castello di Casertavecchia |
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