mercoledì 10 aprile 2019

Ravenna: la Basilica di S.Vitale

Basilica di S.Vitale
"...in Italia non c'è alcuna chiesa simile per costruzioni e per opere artistiche..."
Così scriveva nel IX secolo nel suo Liber Pontificalis il protostorico Andrea Agnello parlando della Basilica di S.Vitale a Ravenna.

Dal 1996 la Basilica di S.Vitale è inserito nella lista dei siti italiani Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco per essere uno dei "Monumenti paleocristiani di Ravenna".

Fu il vescovo Ecclesio a commissionare la costruzione della basilica nel 525, dopo che il vescovo si era recato con papa Giovanni I a Costantinopoli.
All'epoca era ancora in vita Teodorico, re degli Ostrogoti.
La basilica venne finanziata da Giuliano Argentario, un ricco banchiere di Ravenna di origini greco-ortodosse, longa manus della corte bizantina a Ravenna.
La basilica venne poi consacrata il 19 aprile del 548 dal vescovo Massimiano (eletto vescovo di Ravenna da Giustiniano), durante la dominazione bizantina.
La basilica è dedicata a S.Vitale, soldato romano martirizzato (si racconta che fu sepolto vivo), durante le prime persecuzioni cristiane a Ravenna.
Una leggenda vuole che la chiesa venne eretta dove il martire fu interrato vivo dentro a un pozzo.
Entro un'esedra della basilica si sono ritrovati i resti di un sacello del V secolo dedicato al Santo.
Il complesso impianto architettonico presenta una pianta centrale e risente di una influenza orientale.

modellino della Basilica di S.Vitale (Anselmo Ghedini - Chiesa di S.Maria Maggiore)
pianta della Basilica di S.Vitale
Un corpo ottagonale, più largo e più basso, racchiude una torre ottagonale più alta.
Questa è sormontata da una cupola di 16 m di diametro, poggiante su un tiburio con finestre di tipo paleocristiano con cornice a rincasso (che si aprono a livello del matroneo interno).

tiburio ottagonale con finestre ad incasso all'interno del quale si trova la cupola del corpo centrale della basilica
L'esterno dell'edificio è stato realizzato in laterizio a vista.
Esternamente il corpo principale è scandito da lesene sporgenti e da grandi finestre.

Basilica di S.Vitale
I contrafforti ad arco posti agli angoli della struttura, costruiti tempo dopo l'erezione della basilica (IX secolo), hanno la funzione di sorreggere l'edificio.

contrafforte della Basilica di S.Vitale
Il presbiterio presenta un tetto a falde.
L'abside è esternamente poligonale (all'interno invece diviene circolare) ed è affiancata da due costruzioni circolari con abside rettangolare: la Prothesis (il locale in cui veniva preparata la liturgia) e il Diakonikon (l'ambiente in cui venivano conservati i paramenti sacri), come nelle chiese bizantine.

abside poligonale
Prothesis (o Cappella dei Santi Nazario e Celso)
Sul lato occidentale dell'edificio svettano due torri scalari circolari (di epoca posteriore), che permettevano l'accesso al matroneo.

torri scalari (quella meridionale a destra della foto è stata poi trasformata in campanile)
torre scalaria
La torre meridionale fu trasformata nel X secolo in campanile, che
in seguito a un crollo causato da un terremoto fu riedificato nel 1688.

campanile della Basilica di S.Vitale
L'ingresso principale della basilica, opposto all'abside, era preceduto da un'ardica (nome con cui solo a Ravenna s'indica il nartece) "a tenaglia" (così chiamato perché dotato di due absidi sui lati corti), curiosamente tangente ad un angolo della costruzione, quindi non in asse con l'ottagono della chiesa.
L'ardica fu poi trasformata in chiostro nel X secolo.

pianta della Basilica di S.Vitale dove l'ardica "a tenaglia" fu trasformata in chiostro
chiostro del X secolo riedificato nel Rinascimento e ampliato nel Settecento
Dall'ardica si poteva accedere alle due torri scalari oppure a due ingressi alla basilica.

parete d'ingresso dell'ardica che oggi si affaccia sul chiostro
capitelli delle colonne dell'ingresso centrale dell'ardica
ingresso centrale dell'ardica
L'ingresso a destra permetteva di accedere al deambularorio della basilica, mentre l'ingresso di sinistra, in asse con al corpo della chiesa, era posto di fronte al presbiterio.

ingresso destro dell'ardica
ingresso sinistro dell'ardica (in asse con il presbiterio) e accesso alla torre scalaria per il matroneo
ingresso in asse con il presbiterio
La prima sensazione entrando all'interno della basilica (oggi attraverso un ingresso laterale), è quella di smarrimento.
L'interno della basilica è caratterizzato dall'alternanza di spazi pieni e vuoti, dove le grandi finestre riescono a creare suggestivi giochi di luce.

I mosaici, finiti di realizzare dal vescovo Massimiano continuando l'opera intrapresa prima dal vescovo  Ecclesio e poi dal suo successore Vittore, ricoprono le pareti, la volta del presbiterio e la conca absidale, mentre la cupola centrale e i nicchioni presentano affreschi barocchi.

Il pavimento della basilica è in parte a mosaico, con motivi geometrici, tralci uscenti da cantari (nei triangoli di raccordo), o composizioni a raggiera (dove seguono l'andamento delle esedre), e in parte è decorato con marmi colorati (spazio centrale).

pavimenti a mosaico del deambulacro
mosaico a motivi geometrici
mosaico a motivi geometrici
mosaico a motivi geometrici
mosaico a motivi geometrici
mosaico a motivi geometrici
mosaico a motivi geometrici e uccelli
mosaico a motivi geometrici
mosaico a motivi geometrici
mosaico con cantaro e uccelli
mosaico con cantaro
mosaico con cantaro e uccelli
mosaico con cantaro e uccelli
mosaico con cantaro e uccelli
mosaico a raggiera
mosaico a raggiera
mosaico a raggiera
pavimento con decorazioni in marmo
pavimento con decorazioni in marmo
pavimento con decorazioni in marmo
Il pavimento del VI secolo è stato riportato in luce agli inizi del '900, in quanto il livello era stato innalzato nel 1500 con decorazioni a tasselli marmorei.
Durante questi lavori è stato portato alla luce anche il pavimento del sacello dedicato a S.Vitale (V secolo), precedente alla costruzione della basilica.
Oggi la pavimentazione che circondava l'altare del sacello è esposta sulle pareti del deambulacro, mentre sul pavimento della basilica rimane parzialmente coperto dall'acqua il sito del ritrovamento.

Sacello di S.Vitale (V sec.)
Le tre campiture a mosaico ritrovate presentano una decorazione a svastiche, una decorazione con quadrati, cerchi ed ellissi, e una decorazione con un kantharos circondato da elementi vegetali, uccelli e da una coppia di pavoni.

mosaici del Sacello di S.Vitale
una campitura a mosaico del Sacello di S.Vitale
Il pavimento del corpo centrale presenta davanti al presbiterio la raffigurazione di un labirinto circolare unicursale realizzato tra il 1538 e il 1545 quando s'innalzò di 80cm il pavimento originale che per il fenomeno della subsidenza spesso veniva allagato.

labirinto
Partendo dal centro del labirinto, le frecce a triangoli in marmo bianco portano ad una conchiglia e al centro della basilica.
L'intero percorso è lungo 42,85m. racchiusi in un cerchio con un diametro di 3,34m.
Il labirinto simboleggiava il peccato e il percorso verso la purificazione.
Alludeva alla speranza e alla volontà di cercare la salvezza.
La cupola emisferica dell'ambiente centrale è sorretta da otto arcate poggianti su sette pilastri.

cupola centrale ed esedre
Sette arcate formano altrettante esedre semicircolari, mentre una si apre sul presbiterio.

esedra
esedra
esedra
esedra
esedra
esedra
esedra occupata dal presbiterio
Le esedre sono formate da due ordini di archetti su colonne: l'ordine superiore costituisce il matroneo (il luogo della chiesa riservato alle donne), mentre l'ordine inferiore corrisponde all'ambulacro ottagonale che corre intorno all'ambiente centrale, interrompendosi solo nell'area del presbiterio.

ordine superiore delle esedre con matroneo
matroneo
matroneo
matroneo
deambulacro
I pilastri che separano le esedre sono ricoperti con lastre di marmo greco venato.
A livello dei matronei, i pilastri divengono scanalati.

pilastri: copertura a lastre marmoree (livello inferiore) e scanalatura (livello superiore)
pilastro: copertura a lastre marmoree
lastre marmoree di un pilastro
I capitelli della Basilica di S.Vitale sono capitelli ad imposta, del tipo in cui il capitello e il pulvino superiore sono ricavati da un unico masso.

Al livello superiore delle esedre (matroneo), i capitelli sono del tipo "a paniere" con bei trafori.
 
Le colonne del livello inferiore delle esedre hanno capitelli con facce scolpite con palmette.

capitelli ad imposta con palmette
capitelli ad imposta con palmette
I capitelli delle colonne dell'ingresso principale sono invece compositi.

capitelli compositi
capitelli compositi
Nel presbiterio i pulvini dei capitelli ad imposta del livello inferiore sono decorati in rilievo con coppie di agnelli che si affrontano ai lati di una croce e con coppie di volatili che bevono da un cantaro.

presbiterio: capitelli ad imposta con pulvini con croce tra agnelli che si affrontano
presbiterio: capitelli ad imposta con pulvini con volatili che bevono da un cantaro
Due capitelli del livello superiore del presbiterio sono del tipo "increspato".

presbiterio; capitelli a imposta "increspati"
La cupola si raccorda al tamburo con pennacchi.
Originariamente doveva essere ricoperta anch'essa da mosaici, ma fu ridipinta nel XVIII secolo con affreschi realizzati da Severino Barozzi, Ubaldo Gandolfi e Jacopo Guarana.

cupola e tamburo del corpo centrale della Basilica di S.Vitale
Al di sopra gli archi del matroneo, il tamburo che precede la cupola è aperto da finestre di tipo paleocristiano.
Tra le finestre sono raffigurate logge con colonne e balaustre, festoni e otto statue colossali in finto bronzo dei Padri dell'Antico e del Nuovo Testamento, mentre nella cupola sono dipinti cassettoni con rosette, cristogrammi, ghirlande e al centro S.Benedetto e S.Vitale in gloria.

decorazione del tamburo (Severino Barozzi - Ubaldo Gandolfi - Jacopo Guarana - XVIII sec.)
decorazione del tamburo (Severino Barozzi - Ubaldo Gandolfi - Jacopo Guarana - XVIII sec.)
decorazione del tamburo (Severino Barozzi - Ubaldo Gandolfi - Jacopo Guarana - XVIII sec.)
decorazione del tamburo (Severino Barozzi - Ubaldo Gandolfi - Jacopo Guarana - XVIII sec.)
particolare della cupola: cassettoni con rosette, ghirlande e cristogrammi (Severino Barozzi - Ubaldo Gandolfi - Jacopo Guarana - XVIII sec.)
S.Benedetto e S.Vitale in Gloria (Severino Barozzi - Ubaldo Gandolfi - Jacopo Guarana - XVIII sec.)

Il presbiterio è completamente ricoperto di decorazioni musive.
Ogni composizione musiva è divisa dalle altre da cornici.

presbiterio
L'intradosso dell'arco che introduce al presbiterio è decorato con 15 medaglioni all'interno dei quali si trovano ritratti i 12 Apostoli, S.Gervasio e S.Protasio (che secondo la leggenda erano i figli gemelli di S.Vitale), e in posizione centrale Cristo in un cerchio iridescente.
I medaglioni sono incorniciati da due delfini annodati per le code.

intradosso dell'arco che precede il presbiterio
particolare dell'intradosso dell'arco che precede il presbiterio: Apostoli
particolare dell'intradosso dell'arco che precede il presbiterio: busto di Cristo
Alla base dell'arco che conduce al presbiterio sono posti due bassorilievi di epoca romana (II secolo d.C.), che raffigurano il cosiddetto "Trono di Nettuno", forse proveniente da un tempio di Nettuno che sicuramente si trovava in epoca romana a Ravenna.

bassorilievo del Trono di Nettuno (II sec.d.C.)
bassorilievo del Trono di Nettuno (II sec.d.C.)
Gli attributi di Nettuno, tridente e conchiglia, sono sorretti da putti posti ai lati di un trono vuoto.
Il trono vuoto nella trasposizione simbolica cristiana, come nel Battistero degli Ortodossi e nel Battistero degli Ariani, allude alla seconda venuta di Cristo.
Il presbiterio ha una volta a crociera decorata con un mosaico nel quale sono raffigurati racemi d'acanto che avvolgono con le loro volute uccelli, animali terrestri e pesci.

volta del presbiterio
Al centro della volta è raffigurato l'Agnus Dei che vuol simboleggiare Cristo vincitore sulla morte.
L'Agnus Dei è all'interno di un  cerchio con 27 stelle argento e oro, sorretto da quattro angeli posti su globi azzurri.

volta del presbiterio: Agnus Dei e Angeli
Lungo le vele (uguali due a due su fondo oro o verde) si trovano raffigurazioni di festoni con foglie, fiori e frutta, che si ergono da quattro pavoni che fanno la ruota, sorretti da globi azzurri.

vela della volta del presbiterio su fondo oro
vela della volta del presbiterio su fondo verde
Le pareti laterali del presbiterio presentano al livello superiore le finestre trifore del matroneo, divise da due colonne d'alabastro.

parete meridionale del presbiterio
parete settentrionale del presbiterio
La lunetta posta sopra gli archi delle trifore è decorata con una conchiglia stilizzata e i sottarchi della trifora presentano una decorazione a nastro, a squame e motivi lineari.

trifora della parete meridionale del presbiterio
trifora della parete settentrionale del presbiterio
Nell'arco sovrastante la trifora sono stati rappresentati cantari con tralci di vite e colombe.
Alla sommità dell'arco si trova raffigurata una croce greca dorata.

Le finestre sono affiancate dalle raffigurazioni degli Evangelisti: S.Marco con il leone e S.Matteo con l'Angelo alato sulla parete meridionale, e S.Luca con il vitello e S.Giovanni Evangelista con l'aquila sulla parete settentrionale.

parete meridionale del presbiterio: S.Marco e il leone
parete meridionale del presbiterio: S.Matteo e l'Angelo
parete settentrionale del presbiterio: S.Giovanni Evangelista e l'aquila
parete settentrionale del presbiterio:S.Luca e il vitello
Scendendo al livello inferiore delle pareti laterali del presbiterio si possono vedere all'interno delle lanette degli archi ciechi scene di sacrificio dell'Antico Testamento.
Sulla parete sinistra (settentrionale) si trova raffigurata l'Ospitalità data da Abramo a tre Angeli (che simboleggiano la Trinità) a Mambre e il Sacrificio di Isacco in cui appare la Dexdera Dei che ferma la mano di Abramo.

lunetta: Ospitalità di Abramo a tra Angeli e Sacrificio di Isacco
Sulla parete destra (meridionale) sono raffigurati il Sacrificio di Abele (un agnello) e il Sacrificio di Melchisedec (pane) che si svolgono ai lati di una tavola apparecchiata come un altare, sormontata a una Dextera Dei.

lunetta meridionale: il Sacrificio di Abele e il Sacrificio di Melchisedec
Ai lati della lunetta settentrionale si trovano raffigurati il Profeta Geremia nell'atto di svolgere un rotolo (a sinistra della lunetta) e Mosè riceve la Legge (in alto a destra della lunetta) e la Tribù d'Israele (in basso a destra della lunetta).

mosaici a sinistra della lunetta settentrionale: il Profeta Geremia
mosaici a destra della lunetta settentrionale: Mosè riceve la Legge (in alto) e la Tribù d'Israele (in basso)
Ai lati della lunetta meridionale si trovano raffigurati il Profeta Isaia (a destra della lunetta) e Mosè nel roseto ardente si toglie i sandali (in alto a sinistra della lunetta) e Mosè pascola il gregge del suocero Ietro (in basso a sinistra).

mosaici a sinistra della lunetta meridionale: Mosè nel roseto ardente si toglie i sandali (in alto) e Mosè pascola il gregge del suocero Ietro (in basso)
mosaici a sinistra della lunetta meridionale: il Profeta Isaia
 Sotto le lunette si trovano due peducci con canestri di frutta e uccelli. 
Al di sopra delle sommità delle lunetta due Angeli reggono un clipeo con la croce apocalittica.

peducci con cesti di frutta e uccelli
Sull'estradosso dell'arco absidale (parete orientale del presbiterio) vi sono raffigurate le Città Sante di Gerusalemme (a sinistra) e di  Betlemme (a destra), luoghi dell'inizio e della fine della vita terrena di Cristo.
Davanti alle due città si ergono due cipressi, simboli di eternità.
Tra le città si librano in volo due Angeli che tengono un disco con monogramma cristologico (la lettera Alfa), e dal quale scaturiscono otto raggi rossi.

estradosso dell'arco absidale: Gerusalemme (a sinistra) e Betlemme (a destra) / Angeli con monogramma cristologico (al centro) / trifora
Al di sopra degli Angeli si trova una trifora affiancata da decorazioni con tralci di vite, cesti di vimini, uccelli e cantari.

La decorazione dell'intradosso dell'arco trionfale dell'abside è composta da due serie di sette coppie di cornucopie verdi o azzurre (simbolo di abbondanza), intrecciate e intervallate da un fiore e da un uccello.

arco trionfale dell'abside: coppie di cornucopie intrecciate
Le due coppie alla sommità recano due aquile imperiali in volo.
Al centro vi è un clipeo con cristogramma formato dalle lettere Chi e Rho (Chrismon).

particolare dell'arco trionfale absidale: monogramma cristologico




Nella conca absidale è raffigurata una Teofania (= apparizione del Divino).

catino absidale: Teofania
Su un fondo oro striato da sette cirri rossi, bianchi e azzurri, si trova Cristo Crosmocrator assiso su un globo turchino, poggiato a sua volta su una roccia dalla quale sgorgano quattro polle d'acqua (i quattro fiumi del Paradiso).

particolare della Teofania: Cristo e gli Arcangeli Gabriele e Michele
particolare della Teofania: i quattro fiumi del Paradiso
Cristo tiene nella mano sinistra, come se fosse uno scettro, il volumen con i sette laccetti sigillati.
Con la mano destra consegna una corona preziosa del martirio a S.Vitale accompagnato da un Arcangelo.

particolare della Teofania: Arcangelo e S.Vitale
Un altro Arcangelo dall'altro lato di Cristo accompagna il vescovo Ecclesio in abiti pontificali, che reca il modellino della basilica da lui fondata.

particolare della Teofania: Arcangelo e vescovo Ecclesio
Sulle pareti laterali dell'abside, ai lati delle finestre, si fronteggiano due pannelli musivi molto conosciuti: il Corteo dell'Imperatore Giustiniano e il Corteo dell'Imperatrice Teodora.
I due mosaici furono commissionati dall'esarca Massimiano e testimoniano il potere del quale fu investito direttamente dall'imperatore d'Oriente Giustiniano.
Nonostante che i due regnanti, Giustiniano e Teodora, non fossero a Ravenna in questa occasione (e mai lo furono), vennero raffigurati nel corteo d'inagurazione della basilica.
Nei pannelli i personaggi hanno visi inespressivi, appaiono in due dimensioni e hanno tutti la stessa altezza.
I tessuti degli abiti sono molto ricchi e sfarzosi.

Sulla parete sinistra dell'abside si trova il mosaico del Corteo dell'imperatore Giustiniano, raffigurato su uno sfondo dorato sotto un tetto a capriate lignee.

parete sinistra dell'abside: Corteo dell'Imperatore Giustiniano
Giustiniano  è al centro della scena.
Veste una tunica bianca con guarnizioni in oro, una clamide porpora chiusa su una spalla da una preziosa spilla, e un tablion decorato con pappagallini.
Ai piedi l'imperatore porta i campagi, dei sandali di colore purpureo con pietre preziose.
Giustiniano ha sulla testa un diadema in oro, perle e gemme, e il nimbo della gloria.
L'imperatore infatti è il tramite tra Dio e gli uomini, ed ha la stessa dignità dei Santi.
L'imperatore porta in mano e in dono una patèna dorata.

Corteo dell'Imperatore Giustiniano
L'imperatore è seguito da due patrizi con tunica bianca e tabella purpurea: il dignitario con la barba gli studiosi pensano sia il generale Belisario, che scacciò gli Ostrogoti da Ravenna, mentre il dignitario giovane si pensa che sia Anastasio, nipote di Teodora.
Chiude il corteo la guardia imperiale con scudi effigiati con il Chrismon e lance.
Alla sinistra dell'imperatore vi è il vescovo Massimiano, vestito con il pallium pontificale, recante una croce gemmata.
Sopra la sua testa si trova una una scritta che lo identifica: "Maximianus".
Precedono il vescovo due diaconi con un incensiere (turìbolo) e un libro decorato.
Tra l'imperatore Giustiniano e il vescovo Massimiano vi è Giuliano Argentario, il finanziatore della basilica.

La gerarchia dei personaggi della scena si deduce dai piedi: quello più potente pesta i piedi di colui che si trova sotto il suo potere.
Molto particolareggiati sono i volti di Giustiniano e di Massimiano, all'epoca viventi.

Il mosaico che rappresenta il Corteo dell'Imperatrice Teodora è posto sulla parete destra dell'abside.

parete destra dell'abside: Corteo dell'Imperatrice Teodora
Teodora è raffigurata al centro della scena entro una nicchia decorata a mosaico e catino a forma di conchiglia.
L'imperatrice, anch'essa con diadema e nimbo della gloria, indossa un vestito porpora con l'orlo in basso nel quale sono raffigurati i Re Magi che offrono doni così come Teodora dona un calice dorato con perle.
Teodora ha una preziosa collana di perle con pendenti, che le scendono sul busto.

Corteo dell'Imperatrice Teodora
Accompagnano l'imperatrice due dame nelle quali si sono volute identificare la moglie Antonina e la figlia Giovannina del generale Belisario.
Compaiono nella scena anche cinque ancelle.
Il corteo viene aperto da due dignitari, uno dei quali scosta un tenda per poter accedere nella basilica.

Il cilindro absidale è occupato da un sedile continuo che ha al suo centro la sedia episcopale.


abside: sedile e sedia episcopale
particolare della decorazione del sedile dell'abside
Il pavimento dell'abside, rifatto come quello del presbiterio nel Novecento, presenta un decorazione con un tralcio di vite, pavoni e altri uccelli.

pavimento dell'abside
pavimento del presbiterio
L'altare del VI secolo in alabastro ha il fronte costituito da una lastra bizantina decorata con due agnelli posti ai lati di una croce.

altare (VI sec.)
Lungo l'ambulacro si trova il sarcofago dell'Esarca Isacio del V secolo in marmo greco, riadattato nel VII per seppellire il generale bizantino di origini armene.

sarcofago di Isacio (V sec.): Visita dei Re Magi alla Madonna col Bambino
Il coperchio del sarcofago è stato forse ricavato da una semicolonna e reca un'iscrizione in greco, tradotta poi anche in latino, fatta apporre dalla moglie Susanna.
Su un fronte è raffigurata la Visita dei re Magi alla Madonna col Bambino.
Sul retro presenta due pavoni, due palme (simbolo del Paradiso) e il Chrismon.
Un lato è decorato con la Resurrezione di Lazzaro (che simboleggia la speranza della vita eterna), e un altro lato con Daniele nella fossa dei leoni (che simboleggia la fiducia in Cristo).

sarcofago di Isacio (V sec.): pavoni e Chrismon / Daniele nella fossa dei leoni


http://www.ravennamosaici.it
Orari: marzo/ottobre   9.00/19.00    novembre/febbraio  10.00/17.00
BIGLIETTO UNICO 
(Museo Arcivescovile + Battistero Neoniano + Basilica di Sant'Apollinare Nuovo + Basilica di S.Vitale + Mausoleo di Galla Placidia)
Costo: dal 16 giugno al 28 febbraio    9,50€
           dal 1 marzo al 16 giugno        11,50€

CONCLUSIONI
Come non perdersi tra l'architettura e i mosaici della Basilica di S.Vitale!
I colori e i riflessi della pasta vitrea delle tessere delle raffigurazioni musive e il ripetersi di spazi pieni e vuoti confondono la mente, e non si sa dove indirizzare lo sguardo per cogliere ogni particolare ricco di significato.
Questo monumento infatti fonde elementi architettonici della tradizione orientale e occidentale e i suoi mosaici esprimono l'ideologia e la religiosità dell'epoca in cui furono realizzati.
Una visita che richiede molta attenzione e molto tempo, durante il quale si ha sicuramente l'occasione di scoprire quello che è considerato tra i capolavori dell'arte bizantina in Italia.


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