martedì 14 aprile 2020

Treviso: una "città d'acque"


Treviso, lambita dal fiume Botteniga e attraversata da tre dei suoi rami, è considerata una città d'acque...una piccola Venezia della terraferma, che con questa illustre città lagunare condivide le affascinanti atmosfere dei palazzi che si specchiano nelle acque dei suoi canali.

Il Botteniga, così chiamato perché presso Treviso passa attraverso "botti", chiaviche con volte in mattoni regolate da chiuse, è un fiume di risorgiva che nasce a pochi chilometri da Treviso.
Grazie al lavoro d'ingegneria idraulica realizzato nel Cinquecento dall'ingegnere idraulico e militare  Giovanni Giocondo da Verona, detto Fra' Giocondo, commissionato all'architetto, insieme al sistema di fortificazioni, dal Consiglio dei Dieci, il fiume ha contribuito alla difesa delle mura della città.
La cinta muraria, con impianto poligonale e lunga circa 4 km, fu costruita nel 1509 in vista della guerra della Repubblica di Venezia contro la Lega di Cambrai (coalizione antiveneziana tra Massimiliano d'Asburgo, Luigi XII di Francia, papa Giulio II e Fernando d'Aragona). Successivamente (1513) i lavori furono diretti da Bartolomeo d'Aviano, comandante generale delle milizie venete.
Sono mura munite di torrioni circolari con casematte e di tre porte monumentali: Porta S.Tommaso, Porta Santi Quaranta e Porta Altinia.
Porta S.Tommaso
Porta Santi Quaranta
Le acque del Botteniga, arrivate al tratto settentrionale della cinta muraria di Treviso, presso il Ponte de Pria ("Ponte di Pietra", cioè in mattoni, in contrapposizione forse di una passerella in legno), dove fra' Giacomo aveva fatto costruire delle chiuse, in parte lambiscono il lato orientale delle mura, in parte si ramificano in più canali.
Un tempo la cinta muraria era lambita anche sul lato occidentale, oggi invece il canale è stato interrato.

canale lungo le mura cinquecentesche
canale lungo le mura cinquecentesche
I quattro rami che attraversano il nucleo urbano sono: ad Est il Cagnan Grande o della Pescheria,al centro il Cagnan Medio o Canale dei Buranelli, a Ovest il Cagnan della Roggia o Siletto, e il Canale delle Convertite (quasi del tutto interrato).
Il termine locale "Cagnani" indicava nei tempi antichi i canali interni della città.
Il più grande dei canali che attraversano Treviso è il Cagnan Grande (o Grando).
Dopo essere entrato entro le mura, il canale costeggia l'isolato di Palazzo Rinaldi dove si trovano ancora due ruote di mulini appartenute prima ai nobili veneziani Tron e poi ai conti Rinaldi.

ruota di mulino presso Palazzo Rinaldi
Nel XIX secolo a Treviso si contavano 61 mulini: le acque incanalate del Botteniga, soprattutto quelle del Cagnan Grande, azionavano le ruote dei numerosi mulini che macinavano il grano, servivano alla conciatura delle pelli, facevano funzionare i filatoi della seta, servivano per produrre la carta, per follare la lana, per pilare il riso. Nessun mulino è più oggi in funzione, ma alcuni rimangono come esempi di archeologia industriale.

Il corso d'acqua passa poi sotto Ponte S.Francesco.

Ponte S.Francesco
tratto del Cagnan Grande dopo il Ponte S.Francesco
 Percorrendo la riva si trova un'altra ruota di mulino.   

tratto del Cagnan Grande dopo il Ponte S.Francesco
mulino ad acqua sul Cagnan Grande
mulino ad acqua sul Cagnan Grande
Poi il Cagnan Grande passa sotto il Ponte della Pescheria.

passaggio del Gagnan Grande sotto sotto le arcate del Ponte della Pescheria
Ponte della Pescheria e ponte in ghisa ottocentesco dell'Isola della Pescheria
ponte dell'Isola della Pescheria
ponte dell'Isola della Pescheria
decorazione del ponte dell'Isola della Pescheria
 Tramite un ponte ottocentesco in ghisa, decorato con statuette di pesci, si può salire sull'Isola della Pescheria, un isolotto fluviale a forma di ellisse.

Isola della Pescheria
struttura del mercato ittico sull'Isola della Pescheria
decorazione a forma di pesce sull'Isola della Pescheria
Quest'isola fu creata per ospitare il mercato del pesce, trasferendolo dalla Piazza del Monte di Pietà, dove si era tenuto per secoli.
Ancor oggi il mercato ittico si tiene sull'isola ogni mattina da martedì a sabato.I banchi con copertura e la pavimentazione sono stati realizzati nel 2002.
banchi del mercato ittico
banchi del mercato ittico
La Pescheria fu realizzata dall'ingegnere Francesco Bomben durante la dominazione austriaca (1856), portando un certo quantitativo di terra e riunendo in una sola isola i tre isolotti naturali già esistenti.

Cagnan Grande e Isola della Pescheria (a destra della foto)
Sul tratto del Cagnan Grande che circonda la Pescheria si specchiano antichi edifici residenziali,alcuni decorati con affreschi "a tappezzeria" e "a fasce marcapiano", tra questi la cosiddetta Ca' dei Carraresi e l'adiacente Ca' dei Brittoni.

facciata sul canale della Ca' dei Carraresi con arcate
La duecentesca Ca' dei Carraresi viene così chiamata non perché residenza della famiglia dei Carraresi, ma bensì perché è stato ritrovato uno stemma di questa famiglia murato nella cortina della facciata su Via Palestro.

facciata di Ca' dei Carraresi su Via Palestro
Nel 1375 questo edificio, chiamato "Osteria alla Croce", era un luogo di sosta per viandanti, mercanti e viaggiatori, provenienti dalla Germania attraverso il Cadore e dall'Austria e dall'Ungheria passando per il Friuli. Oggi la Ca' dei Carraresi ospita mostre ed eventi.
All'altezza dell'Isola della Pescheria una statua di Sirenetta si erge dalle acque del Cagnan Grande, realizzata dall'artista Luigi Simionato.

Sirenetta (Luigi Simionato)
Costeggia sull'altra riva il Cagnan Grande l'ex Convento delle Monache Camaldolesi di S.Cristina e S.Parisio.

a sinistra: ex Convento delle monache Camaldolesi di S.Cristina e S.Parisio / a destra: Isola della Pescheria
ex Convento delle monache Camaldolesi di S.Cristina e S.Parisio
portico e decorazione "a tappezzeria" dell' ex Convento delle monache Camaldolesi di S.Cristina e S.Parisio
Dopo il restauro dell'architetto Toni Follina, il chiostro del convento divenuto Piazza S.Parisio, ospita oggi il mercato ortofrutticolo.
ingresso della Piazza S.Parisio
Piazza S.Parisio
struttura ad arcate su colonne del chiostro dell' ex Convento delle monache Camaldolesi di S.Cristina e S.Parisio
L'Isola della Pescheria è collegata con l'altra sponda da un ponte in ferro.

ponte in ferro dell'Isola della Pescheria
Poco più oltre si può vedere un altro mulino dotato di paratie, inglobato in un palazzo sotto il quale passa il cagnan.

mulino
mulino
mulino e paratie
Dopo il Ponte S.Leonardo il Cagnan Grande prosegue il suo corso e passa sotto le arcate del Ponte Sant'Agata.

Cagnan Grande tra il Ponte S.Leonardo e il Ponte Sant'Agata
Sul muro di un edificio ad angolo posto sul ponte si trova la lapide che ricorda dove arrivò l'alluvione del Piave del 1512.

 Ponte Sant'Agata
lapide che ricorda l'alluvione del Piave (1512)
Dopo essere passato sotto il moderno Ponte di Via Bergamo, il Cagnan Grande si divide in due rami superando un'isoletta, per poi passare sotto ponticelli in muratura.

ultimo tratto del Cagnan Grande
ponticelli in muratura
Sotto gli archi medievali di Via dello Squero che costeggia l'ultimo tratto del Cagnan Grande si riparavano e costruivano le imbarcazioni fluviali.

Via dello Squero
Infine il Cagnan Grande passa sotto Ponte Dante.

ponticello in muratura sotto il quale passa il Cagnan Grande (visto da Ponte Dante)
Ponte Dante
Questo ponte venne chiamato per secoli "Ponte dell'Impossibile" per le difficoltà di erigerlo in un punto in cui l'instabilità del suolo si sommava alla velocità della corrente, e di conseguenza si erano verificati numerosi crolli.
L'attuale ponte risale al 1865 e venne realizzato dall'ingegnere Gaspare Petrovich per il seicentesimo anniversario della nascita di Dante Alighieri.
Nel IX canto del Paradiso della Divina Commedia, Dante incontra l'anima di Cunizza da Romano, sorella del tiranno Ezzelino, che inveisce contro la corruzione degli abitanti della Marca trevigiana, e si leggono i seguenti versi:
"Dove Sile e Cagnan s'accompagnano".
E' infatti proprio dopo il Ponte di Dante che il Cagnan Grande s'immette nel fiume Sile.

Per questo il 15 maggio 1865 venne eretta sul ponte una stele rettangolare , in marmo di Carrara, con decorazione neoclassica a ghirlande di fiori e frutta e un medaglione iscritto in una stella a sei punte, in cui è raffigurato il profilo di Dante Alighieri, coronato d'alloro.
E' opera dell'artista Luigi Borro.

stele dedicata a Dante Alighieri posta su Ponte Dante
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Il Cagnan Medio è meglio noto come Canale dei Buranelli, così chiamato per i commercianti dell'isola di Burano che avevano a Treviso le loro abitazioni e magazzini lungo le rive di questo canale.

Canale dei Buranelli
 Questo canale durante il suo percorso prende anche il nome di Cagnan delle Beccherie perché passa vicino all'antico mercato dei macellai (beccai erano appunto chiamati i macellai), e Cagnan dell'Ospedale perché passa vicino all'Ospedale di S.Maria dei Battuti.

Dopo aver costeggiato la riva occidentale dell'isola di Palazzo Rinaldi, passa sotto un primo ponte e poi si allarga piegando ad Est.

Qui, fino al periodo della seconda guerra mondiale, le "lavandère" venivano a lavare i panni per i signori di Treviso.
In questo tratto del canale si trova anche la casa di Giovanni Comisso dove il poeta trascorse i suoi ultimi anni di vita: Eugenio Montale dettò la lapide che qui lo ricorda ("L'AMOR VITAE DI GIOVANNI COMMISSO TROVÒ TRA QUESTE MURA PER LUNGHI ANNI SEMPRE RINNOVATI MOTIVI DI ESALTAZIONE E DI PACE"), e Mario Martinelli nel 2000 realizzò un "graffito plastico" realizzato con rete metallica che lo raffigura.

casa di Giovanni Comisso sul Canale dei Buranelli (sinistra della foto)
Poco oltre si trova una passerella pedonale e il Ponte dei Buranelli.

Canale dei Buranelli visto dal Ponte dei Buranelli
passerella pedonale sul Canale dei Buranelli
passerella pedonale sul Canale dei Buranelli
Ponte dei Buranelli e magazzino dei Buranelli
E' qui che si trovavano i cinquecenteschi magazzini e la dimora dei commercianti provenienti da Burano.
L'edificio è costeggiato da un sottoportico dei Buranelli, acciottolato e dalle atmosfere che riportano ai tempi passati.

sottoportico Buranelli
Lo scorcio, con i palazzi porticati che si riflettono nell'acqua, merita i numerosi scatti fotografici che i turisti (e anche noi) gli riservano.

Canale dei Buranelli by night
Dopo, il canale passa sotto le quattro arcate di un basso edificio in laterizi.

casa-ponte sotto la quale il Canale dei Buranelli prosegue il suo corso
 In questo tratto il Canale dei Buranelli prende il nome di Canale delle Beccherie perché passa vicino agli edifici che circondano la piazza in cui un tempo si teneva il mercato dove si vendevano le carni (i "beccai" erano i macellai).

Canale delle Beccherie
 Pochi passi, e si arriva al Ponte della Malvasia dove, affacciandosi dal parapetto, si notano alcuni "lamponi", i lavatoi sospesi da catenelle.

Canale dei Buranelli con i "lamponi" (visto dal Ponte della Malvasia)
Da uno di questi lavatoi, un'esile figurina si sta tuffando: è la "Tuffatrice", la statua in bronzo realizzata da Romano Costi.

Tuffatrice (Romano Costi)
Poi le acque proseguono il loro corso passando sotto l'ex Ospedale di S.Leonardo (ed è per questo che qui viene chiamato Cagnan dell'Ospedale), divenuto oggi sede universitaria.

Piazza dell'Università con pavimentazione a mosaico che simula il moto delle onde del mare
ex Ospedale S.Leonardo /sede dell'Università
Infine il canale sfocia nel fiume Sile all'altezza del Ponte dell'Università, un ponte pedonale in legno d'acero, con sagoma rialzata al centro come i ponti veneziani e decorato con quattro obelischi, progettato da Paolo Portoghesi nel 2006.

Ponte dell'Università (Paolo Portoghesi - 2006)
Ponte dell'Università (Paolo Pergolesi - 2006)
Fino a metà Ottocento, davanti alla facciata meridionale dell'ex Ospedale S.Leonardo, vi erano gli approdi delle imbarcazioni che risalivano il Sile.
  
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Il Cagnan della Roggia o Siletto è lungo solo 1.117 km.
Dopo essere entrato nelle mura cittadine passa sotto Ponte S.Cristoforo (Piazza Silvio Trentin).

Ponte S.Cristoforo (Piazza Silvio Trentin)
Il Cagnan della Roggia costeggia poi l'omonima Via Roggia, sulla cui sponda s'affacciano case trecentesche.

Cagnan della Roggia
Cagnan della Roggia e Ponte S.Cristoforo
passerella sul Cagnan della Roggia
Cagnan della Roggia by night
Sulla riva opposta, collegato da una passerella, si trovano Palazzo CaotortaPalazzo Bomben (sedi della Fondazione Benetton Studi Ricerche).
Nell'aristocratico Palazzo Bomben, di origini trecentesche, vi risiedettero anche i da Carrara.

portale d'ingresso di Palazzo Bomben su Via Cornarotta
Poi il Cagnan della Roggia scompare sotto l'ex Convento di Santa Maria Nova e dopo un breve tratto che percorre sotto l'ex Tribunale austriaco riaffiora e prosegue il suo corso verso l'ex Convento delle Cappuccine.

chiostro dell'ex Convento di S.Maria Nova
E' qui che il canale prende il nome di Siletto.
Il Canale della Reggia passa poi sotto il Ponte dei Mussolini (in dialetto significa "moscerini") vicino Piazza Duomo.

Passando sotto altri ponti (tra i quali il Ponte delle Scorzerie dove si lavoravano le pelli) ed edifici, il Siletto sfocia poco dopo nel Sile, presso Via Ludovico Fiumicelli.
I tre rami del Botteniga si riversano quindi a Sud della città nel fiume Sile, il fiume di risorgiva più lungo d'Europa (94km), che con il suo corso verso il mare ha sempre collegato Treviso a Venezia. Le merci venivano caricate su imbarcazioni dette "burci" che venivano trainate con funi metalliche (chiamate "reste") da buoi e cavalli che percorrevano le rive del fiume.
CURIOSITÀ: Presso Ponte S.Martino si costruì nel 1886 la prima centrale idroelettrica d'Italia.

il Sile tra Ponte dell'Università e Ponte Dante / scultura in bronzo: Pace in volo libero (Alfiero Nena - 2006)
banchina sul Sile
il tratto del corso del Sile che passa vicino alla villa ottocentesca detta "Castello Romano"


CONCLUSIONI
Treviso è una città che vive in simbiosi con le acque convogliate nei canali che attraversano e cingono la città.
La sua vita economica e produttiva è stata legata allo scorrere lento di queste acque e la vita quotidiana degli abitanti di Treviso è stata influenzata dalla presenza e dalla disponibilità dell'acqua.
Oggi i canali, sulle cui rive crescono romantici salici piangenti, offrono scorci affascinanti al visitatore.

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