giovedì 1 luglio 2021

Firenze: le fontane del Giardino di Boboli

Il Giardino di Boboli, il giardino all'italiana rinascimentale di Palazzo Pitti dichiarato Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'Unesco, è uno di quei luoghi che vengono visitati a Firenze per la sua valenza artistica e storica.

Il giardino, creato prima dal Tribolo e poi da Bernardo Buontalenti per la famiglia de' Medici, passato poi ai Lorena e infine ai Savoia, ha un'estensione di 45.000 mq. Dal palazzo si arrampica sul colle di Boboli arrivando fino al Forte del Belvedere

Al suo interno offriva alla corte, e offre oggi ai suoi visitatori, angoli romantici immersi nel verde e decorati da statue, grotte e fontane. 

E proprio delle fontane che si possono incontrare passeggiando al suo interno che questo post tratterà.

Dopo aver visitato il palazzo e salite le rampe di scale che dal Cortile centrale portano al giardino, la prima fontana che s'incontra è la cosiddetta Fontana del carciofo.

Fontana del carciofo (Giovanni Francesco Susini - 1639/1642)

La fontana si trova sopra la terrazza che sormonta la Grotta del Mosè del Cortile centrale, costituendo un coronamento del Cortile opposto alla facciata del palazzo. La terrazza si trova quindi a livello del piano nobile del palazzo. 

Fontana del Carciofo

terrazza con la Fontana del carciofo

terrazza della Fontana del carciofo e Palazzo Pitti

terrazza della Fontana del carciofo e Palazzo Pitti

Originariamente al posto della Fontana del carciofo si trovava la Fontana di Giunone di Bartolomeo Ammannati. 

La Fontana di Giunone era stata realizzata con alcuni elementi che costituivano la fontana commissionata da Cosimo I nel 1555 per celebrare la costruzione del primo acquedotto fiorentino. La fontana doveva essere posta nella Sala Grande (Salone dei Cinquecento) di Palazzo Vecchio, sulla parete rivolta verso Via della Ninna. La fontana però non venne mai ultimata in questa sala e le statue e gli elementi che la componevano furono smembrati e utilizzati nel Giardino di Boboli e nei Giardini granducali di Pratolino. Oggi gli elementi della fontana recuperati e riassemblati si trovano esposti al Museo Nazionale del Bargello.

ricomposizione completa con calco in gesso della Giunone con due pavoni e dell'arcobaleno della Fontana di Sala Grande (Bartolomeo Ammannati - 1556/1561 - Museo Nazionale del Bargello)

originale della statua di Giunone e dei due pavoni della Fontana di Sala Grande (Bartolomeo Ammannati - 1556/1561 - Museo Nazionale del Bargello)

La nuova fontana voluta dal granduca Ferdinando II venne realizzata da Giovanni Francesco Susini e aiuti tra il 1639 e il 1642 assemblando elementi scultorei provenienti da altri complessi del giardino. 

Fontana del carciofo

La fontana è posta sopra ad una gradinata di pietra serena. La vasca ottagonale è invece stata realizzata in pietraforte con elementi angolari in marmo bianco.

La fontana al centro della vasca ha una forma a candelabra. Il fusto in marmo è decorato con festoni in bronzo. Tritoni e Nereidi reggono due grandi tazze circolari in granito grigio e marmo mischio.

A coronare la sommità era posto un tempo un giglio in bronzo (andato perduto) simile ad un "carciofo" (da qui il nome della fontana), da cui zampillava l'acqua.

Dodici Amorini in marmo bianco sono posti ad ogni angolo della vasca ottagonale e al suo interno. Gli amorini sono dotati di archi e frecce e lottano seduti su conchiglie o a cavallo di tartarughe e cigni. Questi amorini facevano parte del cosiddetto Bagno di Venere posto all'interno della Vasca dell'Isola (che visiteremo più tardi), sostituito dalla Fontana dell'Oceano.

Sul lato della fontana che guarda verso il cortile vi sono tre vasche sovrapposte a conchiglia con volute, un Satiro e una Ninfa provvisti di un delfino e di un pesce dalle cui bocche un tempo sgorgava acqua.

Fontana del Carciofo (lato verso il Cortile centrale)
Ai fianchi della gradinata invece vi sono due vasche a conchiglia e sul pavimento conchiglie in marmo bianco.

Il cartiglio in marmo posto sul lato della gradinata che guarda verso il giardino celebra l'arrivo dell'Acqua Ferdinanda nel Giardino di Boboli.

Giardino del carciofo (1583/1587)

Ai piedi della fontana si trova il cosiddetto Giardino del carciofo o Giardinetto delle erbe del Granduca (1583/1587). In epoca neoclassica era stata qui sistemata entro una nicchia la Fontana col Nano Barbino realizzata da Velerio Cioli.

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Dando le spalle al palazzo, e dirigendosi verso la Grotta Grande, troviamo la Fontana del Bacchino (già descritta nel post "Firenze: il Nano Morgante, un personaggio ritratto nell'arte fiorentina" dedicato al personaggio raffigurato).

Fontana del Bacchino (Valerio Cioli - 1560)

La fontana raffigura il Nano Morgante (il nano preferito da Cosimo I di quelli presenti a corte), in veste di Bacco a cavallo di una tartaruga dalla cui bocca sgorgava l'acqua che si riversava nella vasca sottostante.

La statua in marmo bianco venne realizzata da Valerio Cioli nel 1560. Oggi è stata sostituita da una copia.

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Tra la Grotta Grande e la Grotta di Madama si trova nel cosiddetto Orto di Giove la Fontana di Giove.

Fontana di Giove (Baccio Bandinelli - 1547/1548)

La statua di Giove seduto, opera di Baccio Bandinelli, è stata considerata un antico marmo greco sino agli inizi del Novecento. Originariamente doveva raffigurare Dio Padre ed essere collocata nel coro della Cattedrale di S.Maria del Fiore, poi invece fu rielaborata come Giove e divenne un elemento per fontana nel 1587. L'aquila in marmo nero che identificava il dio pagano è andata perduta.

Sino al 1824 si trovava nella villa medicea di Pratolino.  

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Se ci si dirige verso la Koffeehaus, nel prato degradante di questo padiglione roccocò, si trova la Fontana di Ganimede.

Koffeehaus e Giardino di Ganimede

Giardino di Ganimede

La fontana, realizzata nel XVIII secolo e da poco restaurata, è attribuita a Giovanni Battista Lorenzi. 

Fontana di Ganimede (attr. Giovanni Battista Lorenzi - XVIII sec.)

E' costituita da una vasca di forma ovale con tazza in marmo bianco sormontata dal gruppo scultoreo cinquecentesco di Ganimede e l'Aquila: Giove si trasformò in aquila per rapire il giovinetto Ganimede di cui si era invaghito.

particolare della fontana: Ganimede e l'Aquila

Il gruppo scultoreo (oggi sostituito da una copia in gesso), realizzato forse per Isabella de' Medici per la galleria di Pratolino, inizialmente non era stato scolpito per far parte di una fontana: il condotto nel becco dell'Aquila fu aggiunto nel 1775/1776. 

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Costeggiando il Forte del Belvedere si può raggiungere la Palazzina del Cavaliere posta su un bastione delle fortificazioni realizzate da Michelangelo cadute nell'assedio della città nel 1530. E' questo il punto più elevato del Giardino di Boboli.

Palazzina del Cavaliere e Giardino del Cavaliere

La palazzina prende il nome dal cavaliere Malatesta Baglioni che qui abitò. 

Questa prima costruzione venne utilizzata dal cardinale Leopoldo de' Medici per le sue conversazioni letterarie e artistiche. La palazzina fu fatta costruire da Cosimo III alla fine del Seicento per il figlio Gian Gastone de' Medici e i Lorena vi tennero i loro festeggiamenti estivi.

Oggi la palazzina ospita il Museo della Porcellana.

E' qui che nel cosiddetto Giardino del Cavaliere, raggiungibile salendo una doppia rampa a tenaglia, si trova la Fontana delle scimmie

Fontana delle scimmie (XIX sec.)

La fontana prende il nome da tre scimmie in bronzo poste alla base della parte centrale sulla quale si trova un Putto pescatore in marmo (le scimmie al momento della nostra visita mancavano e sia la fontana che il giardino erano in ristrutturazione).

La fontana del XIX secolo è frutto dell'assemblaggio di elementi di scultori ed epoche diverse. Oggi le statue originali sono state sostituite da copie.

Il cinquecentesco Putto pescatore è forse opera di Stoldo o Antonio Lorenzi. 

particolare della fontana: Putto pescatore (attr. Stolto o Antonio Lorenzi - XVI sec.)

Le scimmie, opera di Camillo Mariani, furono realizzate per Francesco Maria II della Rovere duca d'Urbino ed erano destinate ad una delle fontane di Villa Miralfiore a Pesaro.

Quando Vittoria della Rovere sposò Ferdinando II de' Medici, le scimmie furono portate nella Villa di Poggio Imperiale. Una delle cinque scimmie originali, raffigurante una scimmia con piccolo, è esposta al Metropolitan Museum di New York.

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Ritorniamo sui nostri passi sino alla statua dell'Abbondanza, l'opera progettata in cera dal Giambologna e realizzata da Pietro Tacca dedicata a Giovanna d'Austria, la moglie di Francesco I de' Medici prematuramente scomparsa cadendo dalle scale.

Abbondanza (Pietro Tacca - 1636)

Da qui si può ridiscendere verso il palazzo sino alla Vasca del Nettuno con la  Fontana di Nettuno, anche chiamata Fontana del Forcone o Fontana della Forchetta.

Vasca del Nettuno

La Vasca del Nettuno è il risultato della trasformazione settecentesca, voluta da Pietro Leopoldo e realizzata su progetto di Zanobi del Rosso, dell'originario vivaio rettangolare che raccoglieva le acque provenienti dall'acquedotto di Alcetri utilizzate per l'irrigazione del giardino.

Fontana di Nettuno

Fontana di Nettuno

Al centro della vasca si trova la statua in bronzo di Nettuno armato di tridente, realizzata da Stoldo Lorenzi nel 1571. Naiadi e Tritoni emergono dalle rocce sottostanti. 

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Il Viottolone o Viale dei cipressi, il secondario asse del giardino, è intersecato da altri viali. Il primo viale che s'incontra proseguendo verso l'uscita di Porta Romana, è la Cerchiata Grande, un sorta di tunnel naturale ottenuto intrecciando rami di leccio chiusi a cerchio che serviva per ricovero per le piante.

Viottolone

Viottolone

Cerchiata Grande

Percorrendo il tratto Sud-Est della Cerchiata Grande si giunge alla Fontana dei Mostaccini.

Fontana dei Mostaccini (Romolo Ferrucci del Tadda -1619/1621)

La fontana, che corre parallela alle mura arnolfiana da una parte e dell'altra alla ragnaia, venne realizzata nel 1619/1621 da Romolo Ferrucci del Tadda.

E' costituita da sedici gradini al cui centro è stata scavata una canalina. L'acqua scorre in questa canalina e sgorga dalle bocche di sedici mascheroni raffiguranti animali fantastici con una sorta di "mustacchi" (baffi) che hanno dato il nome alla fontana.  

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Riprendendo il Viottolone si arriva alla fine della discesa alla Vasca dell'Isola, ideata da Giulio e Alfonso Parigi e realizzata tra il 1612 e il 1620.

un accesso alla Vasca dell'Isola

Vasca dell'Isola

Qui prima sorgeva il cosiddetto Bagno di Venere, i cui elementi architettonici, una volta smembrati, furono impiegati altrove (vedi per esempio nella Fontana del carciofo). 

Intorno alla vasca ovale alte piante di leccio fanno da quinta a statue in marmo o in pietra a soggetto mitologico o campestre. 

Contadina (Domenico Pierotti o Giovanni Simone Cioli - 1645 ca.)

L'isola centrale che dà il nome alla vasca è raggiungibile tramite due passerelle terminanti sul bordo della vasca con due cancelli in ferro in asse con il Viottolone, sostenuti da due colonne sopra le quali si trovano due Capricorni (simbolo mediceo).

passerella per accedere all'Isola

cancello con passerella per accedere all'Isola

Capricorni posti sulle colonne del cancello

Ai lati dei cancelli si trovano due fontane con "arpie" maschili che gettano acqua in vasche a forma di conchiglia e due fontane con Putti, decorate con delfini, animali marini e fantastici e mascheroni.

Fontana con "arpia" maschile

particolare di una Fontana con "arpia" maschile

Inizialmente l'Isola era stata concepita come un giardino di fiori e agrumi. Tutt'oggi vasi di agrumi e di rose antiche si alternano alla ringhiera in pietra che circonda l'Isola.

Isola

Isola

Al centro dell'Isola fu posta nel 1637 la Fontana di Oceano.

Fontana di Oceano
Una vasca in granito proveniente dall'Isola d'Elba costituisce il basamento della fontana ed è decorata con i bassorilievi che raffigurano il Ratto di Europa, il Trionfo di Nettuno e il Bagno di Diana.

Al centro della composizione si trova la statua di Nettuno (Oceano) realizzata nel 1576 dal Giambologna, sostituita da una copia di Raffaello Romanelli nel 1911.

Fontana di Oceano

Fontana di Oceano

La statua fu scolpita inizialmente per l'Anfiteatro del giardino e lì rimase sino al 1618 quando si pensò di destinare quest'angolo del giardino a rappresentazione teatrali.

La statua originale di Oceano si trova oggi al Museo Nazionale del Bargello. E' il marmo più colossale realizzato al Giambologna.

Oceano (Giambologna - 1576 - Museo Nazionale del Bargello)

Oceano (Giambologna - 1576 - Museo Nazionale del Bargello)

Oceano (Giambologna - 1576 - Museo Nazionale del Bargello)

Oceano è circondato da tre divinità fluviali sdraiate: il Nilo, il Gange e l'Eufrate che versano le loro acque nella grande vasca che simboleggia l'Oceano.

Dall'acqua della vasca emergono anche due gruppi scultorei realizzati successivamente: Perseo a cavallo di Pegaso e l'Andromeda con le caviglie incatenate alla roccia, opere di Giovan Battista Pieratti (primi anni Trenta del 1600). L'ippocampo (Pegaso) proviene da Villa Medici a Roma

Al momento della nostra visita i due gruppi scultorei erano in restauro all'Opificio delle Pietre Dure, insieme anche ad un Amorino che sorride che si trovava su una delle fontane a bordo vasca.

fontana della Vasca dell'Isola mancante di Amorino

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Proseguendo verso l'uscita del giardino verso Porta Romana s'incontra la Fontana della Botticella in cui un contadino vuota un barile in una vasca ottenuta da un sarcofago romano.

Questa statua, la prima realizzata per il Giardino di Boboli, è un'opera del 1557 di Giovanni Fancelli realizzata su disegno di Baccio Bandinelli. Fu qui posta nel 1560, ma oggi sostituita da una copia in marmo.

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Vicino alla Limonaia si trova la Fontana della Vendemmia in cui un uomo scarica un secchio in un tino tenuto da un fanciullo. La composizione scultorea in marmo bianco è stata realizzata da Valerio Cioli tra il XVI e il XVII secolo.

Fontana della Vendemmia (Valerio Cioli - XVI/XVII sec.)

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Infine l'ultima fontana che abbiamo incontrato durante la nostra passeggiata nel Giardino di Boboli è stata la Fontana di Narciso.

Fontana di Narciso (Pietro Francavilla - 1590)

Il soggetto della fontana è incerto, e si è pensato fosse la raffigurazione dell'Autunno o di Oceano, ma i fiori tenuti in una mano e la corona di fiori hanno fatto propendere per la raffigurazione di Narciso.

Ai piedi di Narciso si trova un mostro marino che fa sgorgare dalla bocca l'acqua che si riversa nel bacile sottostante, decorato con tre mascheroni.

La statua originale si trova oggi nell'atrio della Soprintendenza, mentre nel giardino è stata sostituita da una copia.

 

ATTENZIONE: A causa dell'emergenza COVID-19 il giardino potrebbe essere chiuso o subire variazioni di orari o modalità di visita. Consultare il sito:

/www.uffizi.it/giardino-boboli

Costo: 6€

 

CONCLUSIONI                                                                                                                             Le attrazioni artistiche e paesaggistiche che il Giardino di Boboli offre sono molteplici e, tra le tante, le fontane che allietavano e rinfrescavano con i loro zampilli la corte dei Medici, dei Lorena e poi dei Savoia sono tra quelle più scenografiche. Peccato che oggi i visitatori del giardino non possano godere dei loro giochi d'acqua, visto che le fontane in grado di gettare acqua sono la minoranza. In ogni caso i manufatti che le compongono sono di grande importanza visto che hanno fatto da modello alle opere artistiche che hanno abbellito i giardini nobiliari di tutta Europa.

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