giovedì 5 agosto 2021

Firenze: passeggiando per Via Maggio

A Firenze non mancano i bei palazzi che costeggiano le vie del centro cittadino, ma una delle strade che ha il primato di avere una successione di architetture di rilievo, di valore artistico e storico, e per questo attira l'attenzione dei turisti, è certamente Via Maggio, posta al di là dell'Arno, nel quartiere S.Spirito.

Via Maggio

Questa antica via, nota anche per i molti negozi d'antiquariato, si trova nell'area del quartiere tra Via Guicciardini-Via Romana e Via dei Serragli. Corre da Piazza S.Felice al Ponte della Trinità.

Una strada fu tracciata dalla famiglia Velluti (una delle prime famiglie a trasferirsi in Oltrarno), in un terreno agricolo di sua proprietà nel XIII secolo. Ma la strada attuale prese questa conformazione nella seconda metà del XIV secolo, quando anche altre importanti famiglie fiorentine (Capponi, Corsini, Ridolfi...) acquistarono proprietà in Oltrarno e costruirono lungo la via i loro palazzi.

Nel XIII secolo era detta Via Nova di Casellina, ma poi, per la sua larghezza superiore a quella delle altre strade fiorentine, prese il nome di Via Maggiore.

Il nome di Via "Maggio" (nominativo latino "Maior"), che prese dopo, non è l'abbreviativo di "Maggiore" (accusativo latino "Maiorem") ma una forma parallela.

Quando nel 1565 la corte del granduca Cosimo I si trasferì da Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti (posto proprio vicino a dove terminava la via), la strada venne ad assumere l'importanza di "strada di corte" in quanto era percorsa dai cortei ufficiali. 

Nei palazzi costruiti lungo i suoi lati andarono ad abitare le famiglie con incarichi a corte o alloggiarono gli artisti che avevano ricevuto commissioni dal granduca.

Numerose botteghe di antiquari andarono nell'Ottocento ad occupare i pian terreni dei palazzi nobiliari, donando a Via Maggio il carattere elegante che ancor oggi la denota. 

una delle numerose vetrine delle botteghe antiquarie lungo Via Maggio

Partendo da Piazza S.Felice, vi darò qualche cenno su alcuni dei più importanti edifici che costeggiano da ambo i lati Via Maggio

Piazza S.Felice con l'inizio di Via Maggio (a sinistra) e l'inizio di Piazza de' Pitti (a destra)

Casa Guidi  (Via Maggio 73)

Casa Guidi

La Casa si trova all'angolo tra Piazza S.Felice e Via Maggio

Il palazzo fu costruito nel XV secolo, in un'area all'epoca fuori dalla cinta muraria, dalla famiglia Ridolfi, il cui stemma campeggia sulla facciata. 

Esternamente il palazzo sembra composto da due corpi separati perché presenta due facciate: una interamente intonacata e l'altra con bugnato al pian terreno.
 

facciate di Casa Guidi (a destra)

Cosimo I de' Medici nel XVI secolo confiscò il palazzo perché la famiglia Ridolfi aveva partecipato alla Congiura dei Pucci (1560), un complotto che prevedeva la sua uccisione. Il palazzo fu quindi donato all'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, fondato da Cosimo I.

Ma il palazzo prende il nome da Jacopo Guidi, l'ammiraglio dell'Ordine, vescovo e teologo,  che lo acquistò più tardi.

Sulla facciata intonacata troverete una targa dettata da Niccolò Tommaseo che ricorda che in questa casa abitò nel XIX secolo la poetessa inglese Elisabetta Barret Browning col marito Robert Browning.

targa sulla facciata di Casa Guidi

Nelle stanze dell'appartamento affittato dai coniugi in questo edificio, la poetessa scrisse il poema "Casa Guidi windows". Oggi il loro appartamento è divenuto un museo. 

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Casa Ridolfi (Via Maggio 43)  

Casa Ridolfi

Sulla destra di Via Maggio si trova Casa Ridolfi, un edificio del XIV secolo con facciata in pietra forte.

Al pian terreno si aprono due portali ad arco ribassato ad uso di magazzino/bottega e un portale di dimensioni più piccole che introduceva nell'abitazione.

Al piano nobile (sopra al mezzanino) si trovano quattro finestre ad arco e lo stemma dei Ridolfi. Il piano superiore presenta finestre ad arco e all'ultimo piano finestre rettangolari.

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Sul lato sinistro della strada (Via Maggio 50/52) si erge Palazzo Corsini-Rossellini del Turco.

Il palazzo accanto (Via Maggio 43) era la dimora dell'architetto e scultore di corte Giovanni Foggini.

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Palazzo Corsini Suarez o Palazzo della Commenda (Via Maggio 42)

Palazzo Corsini Suarez o Palazzo della Commenda

Il palazzo (sulla sinistra della via) venne costruito, su case incendiate nel 1378 durante il Tumulto dei Ciompi, dal gonfaloniere Filippo Corsini alla fine del XIV secolo.

facciata di Palazzo Corsini Suarez o Palazzo della Commenda

Sulla facciata spicca lo stemma della famiglia Corsini.

Il primo e il secondo ordine di finestre risalgono al Quattrocento.

Dopo l'estinzione della famiglia Corsini l'edificio fu acquistata nel 1590 dal nobile spagnolo Baldassarre Suarez de la Concha, cognato di Cosimo I e titolare della Commenda dell'Ordine di Santo Stefano, di cui il palazzo divenne la sede. 

Il palazzo fu poi ingrandito e ristrutturato (portone, finestre inginocchiate del pianterreno e terzo piano) da Gherardo Silvani. 

portone di Palazzo Corsini Suarez o Palazzo della Commenda

Oggi il palazzo è proprietà comunale.

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Palazzo Billotti (Via Maggio 30)

Palazzo Billotti (facciata su Via dei Michelozzi)

Il palazzo, collocato sul lato sinistro della via, all'angolo con Via dei Michelozzi, fu costruito alla fine del Trecento.

La facciata su Via Maggio presenta un bugnato rustico del '400 sin sopra al primo piano e un portale con conci a raggiera. La parte superiore cinquecentesca della facciata è intonacata e presenta finestre ad arco incorniciate da bugnato liscio al primo piano e finestre con archi lisci al secondo piano. Al terzo piano le finestre sono rettangolari.

La facciata del palazzo su Via dei Michelozzi è invece caratterizzata da una serie di sporti poggianti su mensole.

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Palazzo Ridolfi (Via Maggio 17) 

Palazzo Ridolfi

Sul lato destro della strada, ad angolo con Sdrucciolo de' Pitti, si trova Palazzo Ridolfi o Palazzo Firidolfi di origine quattro/cinquecentesca.

La facciata su Via Maggio presenta lo scudo con l'arme dei Ridolfi scolpito dal Sansovino, ma questo stemma si trovava sino al Settecento sul palazzo che la famiglia possedeva su Via Maggio al N°7 (Palazzo Ricasoli Firidolfi).

Il palazzo si sviluppa su quattro piani e le finestre in origine ad arco a tutto sesto con ghiera sono state ridimensionate.

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Palazzo di Cosimo Ridolfi (Via Maggio 15)

Palazzo di Cosimo Ridolfi

Sempre sullo stesso lato, accanto, si trova Palazzo di Cosimo Ridolfi.

Il palazzo venne costruito dalla famiglia Corbinelli nel Quattrocento e poi passò ai Ridolfi. Venne confiscato nel 1497 per tornare in seguito alla famiglia Ridolfi.

Lo stemma sul portale sinistro della facciata è quello dell'epoca in cui Piero Ridolfi sposò Contessina de' Medici, figlia di Lorenzo il Magnifico.

La parte inferiore della facciata presenta un bugnato rustico ed è aperta da tre portali incorniciati da conci, mentre la parte superiore è decorata con finte bozze e fogliami a graffito.

Lo stemma posto al centro è quello della famiglia Ridolfi. 

La lapide tra il pian terreno e il primo piamo ricorda il senatore Cosimo Ridolfi (al quale è legato il nome del palazzo), agronomo, filantropo e patriota che acquistò l'attiguo Palazzo Zanchini

targa che ricorda Cosimo Ridolfi

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Palazzo Ridolfi Zanchini (Via Maggio 13)

Palazzo Ridolfi Zanchini

Il palazzo fu progettato a fine Cinquecento da Santi di Tito per la famiglia Zanchini, e come già accennato, fu acquistato dal marchese Cosimo Ridolfi nel 1843 per unirlo alla sua proprietà adiacente, dopo che per un certo periodo l'edificio era divenuto una locanda.

portale d'ingresso di Palazzo Ridolfi Zanchini

Il portone e le finestre ad arco del piano nobile del palazzo sono incorniciate da bugne a rilievo. 

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Palazzo Pannocchieschi d'Elci o Palazzo Peruzzi de' Medici (Via Maggio 28) 

Palazzo Pannocchieschi d'Elci

Il palazzo che si erge dall'altra parte della strada è Palazzo Pannocchieschi d'Elci appartenuto in origine alla famiglia Corbinelli.

Il palazzo fu ristrutturato dall'architetto Gherardo Silvani e acquistato nel 1699 dal conte Filippo Pannocchieschi d'Elci. Fu poi ristrutturato quando all'inizio del Novecento passò alla famiglia Peruzzi de' Medici.

L'ampia facciata si sviluppa su tre piani. Al pian terreno si aprono due portoni, posti alle estremità della facciata, e finestre inginocchiate alternate ad altre più piccole incorniciate. Le dieci finestre del primo piano sono ad arco e con cornici lisce in pietra.

stemma della famiglia Pannocchieschi d'Elci

Lo stemma sulla facciata è quello della famiglia Pannocchieschi d'Elci. 

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Palazzo Bianca Cappello (Via Maggio 26)

Palazzo Bianca Cappello

Al N°26 di Via Maggio si trova il palazzo che per la decorazione della sua facciata e per la chiacchierata storia d'amore ad esso legata attira gli sguardi dei passanti più degli altri edifici posti lungo la stessa strada.

E' Palazzo Bianca Cappello, edificio che prende il nome di una nobildonna veneziana che dopo aver rapito il cuore di Francesco I de' Medici ed esserne divenuta l'amante, diverrà più tardi sua moglie e granduchessa.

Ritratto di Bianca Cappello (attr.Alessandro Allori - Gallerie degli Uffizi)

Nei primi del Quattrocento qui si trovava una casa della famiglia Corbinelli, acquistata poi nel 1566 da Piero Bonaventuri, marito di Bianca Cappello.

Il Bonaventuri si era trasferito nel 1563 a Firenze dopo una rocambolesca fuga da Venezia con la giovane Bianca, che aveva convinto a seguirlo facendole credere di essere un ricco banchiere, mentre era solo un collaboratore del Banco dei Salviati. La potente famiglia veneziana della ragazza reagì a livello diplomatico, ma a Firenze i due giovani trovarono l'appoggio di Cosimo I de' Medici.

Poi avvenne l'incontro tra Bianca e Francesco I de' Medici (figlio di Cosimo I), e il loro innamoramento. Divennero amanti nonostante fossero entrambi sposati (Francesco si sposò nel 1565 infatti con Giovanna d'Austria, figlia dell'imperatore Ferdinando I d'Asburgo).

Ritratto di Francesco I de' Medici (Scipione Pulzone - Galleria degli Uffizi)

Bianca divenne damigella di corte e il marito ottenne un posto di intendente presso la corte.

Nel 1572 il Bonaventuri fu trovato morto per strada, si dice a causa della sua vita sregolata, ma ci fu chi sospettò dello zampino del granduca Francesco. 

Dopo aver partorito sei figlie femmine e aver dato al granduca l'agognato figlio maschio Filippo, anche Giovanna d'Austria morì nel 1578 cadendo dalle scale della Chiesa della SS.Annunziata quando era in attesa dell'ottavo figlio.
Ritratto di Giovanna d'Austria e del figlio Filippino (Giovanni Bizzelli - Gallerie degli Uffizi)

Si racconta che l''anno prima Bianca Cappello avesse partorito un figlio, Antonio de' Medici, frutto dell'amore con il granduca...alcuni invece dicono che fosse stato un parto simulato, nato dall'unione del granduca e di una serva.

Bianca e Francesco, divenuti vedovi, poterono finalmente sposarsi, prima in segreto (subito dopo la morte di Giovanna d'Austria) e poi ufficialmente il 12 ottobre 1579.

Ma Bianca non fu mai bene accettata a corte, soprattutto dal cognato il cardinale Ferdinando de' Medici.

La storia d'amore tra Bianca e Francesco non durò poi molto: morirono infatti nel 1587, a distanza di un giorno l'uno dall'altro, nella Villa medicea di Poggio a Caiano

Gli studiosi non sono ancora oggi concordi sulle cause della morte: fu malaria o avvelenamento da arsenico? Fu Ferdinando de' Medici ad averli avvelenati o forse una torta avvelenata realizzata dalla stessa Bianca? La torta offerta al cardinale per eliminarlo venne forse mangiata da Francesco e Bianca per questo ne mangiò lei stessa una fetta per seguire le sorti del marito?
Ritratto di Ferdinando I de' Medici (Scipione Pulzone - Gallerie degli Uffizi)

Difficile risalire alla verità, ma il comportamento di Ferdinando de' Medici destò dei sospetti: il cognato infatti negò le esequie di stato a Bianca (ancor oggi non si conosce con esattezza dove Bianca fu sepolta) e seppellì il fratello nelle Tombe Medicee nella Basilica di S.Lorenzo accanto alla prima moglie Giovanna d'Austria.

Ora, dopo il racconto di questo intrigo amoroso misterioso, passiamo a descrivere il luogo dei tanti incontri dei due amanti.

Quando Bianca Cappello rimase vedova dopo due anni dall'acquisto del palazzo da parte del suo primo marito, decise, con l'aiuto economico del suo amante, di ristrutturare l'edificio sotto la direzione di Bernardo Buontalenti (1573/1578), che realizzerà la sua prima opera completa. 

L'architetto intervenne soprattutto al pian terreno della facciata realizzando due finestre inginocchiate (che presentano la raffigurazione d un pipistrello ad ali spiegate, che da questo momento comparirà in molte opere del Buontalenti) e un portone chiodato incorniciato da bozze in pietra in rilievo e sormontato dallo stemma parlante della famiglia Cappello. 

finestra inginocchiata del pian terreno del palazzo

finestra inginocchiata del pian terreno del palazzo

pipistrello sotto una delle finestre inginocchiate

portale di Palazzo Bianca Cappello con lo stemma della famiglia Cappello

L'aspetto delle grandi finestre ai piani superiori rimase invece quello quattrocentesco.

finestre quattrocentesche dei piani superiori

Il palazzo è reso particolare dalla decorazione a graffito realizzata da Bernardino Poccetti tra il 1574 e il 1579. 

L'artista realizzò con la tecnica del graffito arpie, levrieri, fumatori di narghilè, satiresse, ippogrifi, putti, scimmie, arieti, figure femminili e maschili, candelabre e grottesche.

Furono affrescati anche sulla facciata l'arma medicea sormontata dalla corona granducale e ovali con la raffigurazione di cigni, allusione al nome di Bianca (colore candido come il piumaggio del cigno).

stemma Medici sulla facciata di Palazzo Bianca Cappello

raffigurazioni di cigni sulla facciata di Palazzo Bianca Cappello

Un corridoio sotterraneo univa il palazzo a Palazzo Pitti posto ad un solo isolato, e permetteva al granduca Francesco di raggiungere indisturbato la sua amante. Oggi il corridoio non è più accessibile, ma durante la seconda guerra mondiale venne utilizzato per mettere al sicuro alcune opere del vicino Corridoio Vasariano.

La lapide affissa nell'androne ricorda la proprietaria del palazzo Bianca Cappello, che venne omaggiata da musicisti del suo tempo, ritratta dai pittori Alessandro Allori, Scipione Pulzone, Michele di Ridolfo del Ghirlandaio e Tiziano, e alla quale scrittori come Torquato Tasso, Giovan Battista Strozzi il Giovane e S.Speroni dedicarono opere.

Nel 1584, dopo il matrimonio di Bianca Cappello con il granduca Francesco I, il palazzo fu ceduto All'Ospedale di Santa Maria Nuova, e poi passò nel 1586 a Giovanni Riccardi e alla sua famiglia che lo mantenne sino ai primi anni dell'Ottocento. Il palazzo fu poi venduto all'incisore e museologo Carlo Lasinio, e nel 1975 gli ambienti el piano terra divennero lo studio del pittore Pietro Arrigoni. Oggi il palazzo è proprietà privata.

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Casa di Bianca Cappello (Via Maggio 24)

Casa di Bianca Cappello

L'austero palazzo a destra di Palazzo Bianca Cappello prende il nome di Casa Bianca Cappello perché la nobildonna lo prese in locazione, ampliando così il suo palazzo adiacente.

La facciata è interamente parata in pietra e il suo aspetto trecentesco si deve ad un restauro condotto nel Novecento, che ha aggiunto elementi in stile medievale. Le finestre presentano archi a sesto ribassato.

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Palazzo Michelozzi (Via Maggio 11)

Palazzo Michelozzi

Dall'altro lato della strada, separato dallo già citato Palazzo Ridolfi-Zanchini da Via Sguazza, si erge Palazzo Michelozzi chiamato anche Palazzo Bartolozzi.

L'edificio fu costruito per volere del senatore Giovanni Battista Michelozzi nella seconda metà del XVI secolo, su case appartenute ai Corbinelli. Sono tante le attribuzioni del progetto dell'edificio: forse Giovanni Battista Caccini, o Santi di Tito, o Baccio d'Agnolo o anche di suo figlio Domenico.

La famiglia Michelozzi si estinse nel XIX secolo e il palazzo passò nel 1845 ad Elena Amerighi. Poi passò alla famiglia Bartolozzi.

La facciata, che si sviluppa su tre piani separati da cornici marcapiano, è ricoperta d'intonaco bianco e decorata con elementi in pietra serena. 

portale di Palazzo Michelozzi

Al piano terra si aprono un portale ad arco sormontato dallo stemma della famiglia Michelozzi e cinque finestre inginocchiate. Gli altri due piani hanno finestre ad arco. 

Alcuni recenti studi hanno fatto pensare che qui, in una casa dei Corbinelli poi inglobata dal palazzo, nacque il 15 giugno 1479 Monna Lisa Gheradini, la famosa e misteriosa Gioconda ritratta da Leonardo da Vinci, così chiamata perché aveva sposato Francesco Del Giocondo.
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Palazzo Martellini-Rosselli Del Turco (Via Maggio 9)

Palazzo Martellini-Rosselli Del Turco

Sempre sul lato destro della via che stiamo percorrendo, tra Via de' Velluti e Via de' Vellutini, si trova Palazzo Martellini-Rosselli Del Turco, fatto costruire nel 1260 da Bonaccorso di Pietro Velluti: è la prima casa costruita lungo Via Maggio.

L'edificio passò agli Ugolini nel Cinquecento e poi ai Martellini nel 1619, che fecero realizzare le due finestre inginocchiate del pian terreno e misero i lo stemmi agli angoli della facciata.

Il palazzo, dopo essere passato nelle mani di molti proprietari, fu poi acquistato nel 1859 dalla famiglia dei Rosselli Del Turco, che ne sono ancora oggi i proprietari.

La facciata del palazzo è in stile cinquecentesco fiorentino, intonacata e con alcuni elementi in pietra. Al pian terreno si aprono due portali ad arco (quello a sinistra risale al XIX secolo), mentre ai due piani superiori si trovano finestre ad arco incorniciate da bozze in pietra.

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Saint Mark's English Church (Via Maggio 16/18)

Saint Mark's English Church

Sul lato opposto della via troviamo la Saint Mark's English Church, la chiesa inglese in stile neo rinascimentale dal gusto vittoriano, costruita su alcune case che si reputano siano appartenute ai Macchiavelli nel Cinquecento.

E' questa la prima chiesa anglicana costruita a Firenze: fu consacrata nel 1881.

Al piano terra si aprono due portoni e tre trifore. La statua in marmo posta nella nicchia nel 2008 raffigura S.Marco ed è opera di Jason Arkle. 

In questa chiesa vengono anche suonati concerti di musica classica e lirica.

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Palazzo Ricasoli Ridolfi (Via Maggio 7) 

Palazzo Ricasoli Ridolfi

Ritornando sull'altro lato della strada troviamo Palazzo Ricasoli Ridolfi, costruito su progetto di Baccio d'Agnolo dal senatore Giovanni Francesco Ridolfi nel 1520.

Nel 1756 il palazzo fu venduto a Lucrezia Firidolfi, e poi venne ereditato dai Ricasoli-Corsini nel 1882.

La facciata presenta finestre inginocchiate al pian terreno e una doppia fila di finestre  incorniciate da bugnato al primo e secondo piano. Lo stemma sul portale è quello della famiglia Ricasoli e della famiglia Firidolfi che si erano unite in matrimonio (1818).

portale di Palazzo Ricasoli Firidolfi e scudo con l'arme delle due famiglie

Lo stemma della famiglia Ridolfi, posto un tempo sull'angolo del palazzo con Via de' Vellutini, fu realizzato da Andrea Sansovino.

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Si è quasi giunti al termine di questa storica via di Firenze: al N°6 si trova Palazzo Agostini Suarez (forse opera di Baccio d'Agnolo e con stemma dell'Arte di Calimala), e al N°2 Palazzo Pitti Mannelli (con in facciata lo stemma dei Pitti e dei Mannelli e in una nicchia il busto di Cosimo I, opera attribuita a Baccio Bandinelli).

Dopo aver attraversato Piazza dei Frescobaldi si giunge infatti al Ponte Santa Trinità che attraversa l'Arno.


CONCLUSIONI                                                                                                                      Per il suo valore artistico e storico, Via Maggio è da percorrere come se si stesse visitando un museo a cielo aperto. Se la via non fosse percorsa dalle auto, sarebbe anche una passeggiata rilassante ed la mancanza di rumori "moderni" aiuterebbe ad immergersi ancor più in quell'atmosfera d'altri tempi che la caratterizza.

 

 

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