sabato 14 agosto 2021

Firenze: la Basilica abbaziale di S.Miniato al Monte

A Sud-Est del centro storico di Firenze, in uno dei luoghi più elevati della città, si erge la Basilica abbaziale di S.Miniato al Monte.

Basilica Abbaziale di S.Miniato al Monte (vista dalle rive dell'Arno)

Basilica Abbaziale di S.Miniato al Monte (vista dalle rive del Terrazzo di Saturno di Palazzo Vecchio)

La Basilica Abbaziale di S.Miniato al Monte è una delle cinque abbazie fondate a Firenze.

La basilica è un pregevole esempio di romanico fiorentino ispirato al classicismo (la sua decorazione a tarsie marmoree rimanda infatti agli antichi edifici romani).

Come molte antiche chiese le sue origini sono avvolte da leggenda.

La basilica è infatti dedicata a San Miniato, primo Santo martire della città.

Mercante greco o principe armeno in pellegrinaggio a Roma, Miniato giunse a Firenze intorno al 250, e qui visse in eremitaggio fino a quando fu giustiziato durante le persecuzioni dell'imperatore Decio per essersi rifiutato di adorare gli dei pagani. Si racconta che dopo essere stato decapitato, raccolse la sua testa e, oltrepassato l'Arno, raggiunse il Mons Florentinus dove chiese di essere sepolto.

CURIOSITA': Questa storia appartenente alla letteratura agiografica ha delle analogie con quella narrata sul Santo vescovo Dionigi, forse martirizzato nello stesso periodo, che a Parigi (all'epoca chiamata Lutetia) portò la sua testa dal colle di Montmartre (letteralmente Monte del martirio) a Saint-Denis.

Nel luogo della sepoltura di S.Miniato venne eretto un santuario e poi nell'VIII secolo una cappella. La prima testimonianza storica risale al 783 in un diploma di Carlo Magno in cui la chiesa è citata come "basilica".

Dove furono ritrovate le reliquie del Santo (in prossimità della cosiddetta Porta Santa), furono fondati nel 1018 una chiesa e un monastero, i cui lavori di costruzione intrapresi dal vescovo Ildebrando, e proseguiti dall'imperatore Enrico II, durarono duecento anni.

L'abbazia fu fondata dai monaci Benedettini, che aderirono poi alla Congregazione Cluniacense. Passò poi ai monaci Olivetani nel 1373. 

scalinata d'accesso alla Basilica abbaziale di S.Miniato al Monte

Il sagrato della basilica si raggiunge salendo una scalinata che passa attraverso il Cimitero delle Porte Sante.

La facciata a salienti della basilica è caratterizzata dalla bicromia della sua decorazione marmorea.

facciata della Basilica Abbaziale di S.Miniato al Monte

La facciata è divisa orizzontalmente da una cornice in marmo verde.

La parte inferiore della facciata è divisa da cinque archi a tutto sesto sorretti da colonne in serpentino verde, con capitelli corinzi e basi in marmo bianco.

In tre di questi archi sono posti i tre portali della basilica, mentre gli altri due sono ciechi e simulano altrettante porte.

L'ordine superiore della facciata è diviso in tre parti. Le parti laterali, corrispondenti alle due navate laterali, presentano una decorazione in marmo bianco e serpentino di Prato.

parte superiore della facciata

La parte centrale sembra un pronao tetrastilo sorretto da quattro paraste. Al centro si apre una finestra ad edicola, incorniciata da un timpano triangolare e da due colonne sorrette da teste di leoni marmoree.

Nel timpano della finestra vi è raffigurato ad intarsio un vaso con due colombe.

Sopra la finestra si trova un mosaico su fondo dorato in cui è rappresentato Cristo Pantocratore tra la Vergine e S.Miniato, risalente al 1260.

Il frontone è composto da nove archetti bianchi e verdi, affiancati da due figure oranti e  sormontati da una croce e da candelabre.

La decorazione della parte superiore della facciata fu sovvenzionata dall'Arte di Calimala, la corporazione dei mercanti della lana, responsabile dal 1288 della chiesa: l'aquila bronzea che ghermisce un torsello (più panni tenuti insieme da un laccio) è il simbolo dello "sponsor" dei lavori, ovvero della corporazione.

L'interno della basilica ha una pianta ad aula divisa in tre navate (quella centrale ha una larghezza doppia di quelle laterali).

interno della Basilica Abbaziale di S.Miniato al Monte

interno della Basilica Abbaziale di S.Miniato al Monte (verso la controfacciata)

Le navate sono divise da colonne di derivazione classica rivestite nell'Ottocento di scagliola a simulare il marmo; ogni due colonne vi è un pilastro polistilo. I capitelli in marmo bianco sono romani e quindi di recupero, mentre quelli in terracotta dipinta in bianco con foglie d'acqua sono romanici. Sulle colonne poggiano archi a tutto sesto.

un capitello romanico della basilica

L'interno appare subito distribuito su tre livelli: quello del pavimento, quello della cripta e quello del presbiterio posto sopra la cripta ed accessibile tramite due scalinate marmoree poste nelle navate laterali.

A livello delle scalinate attraversa la navata centrale un grande arcone decorato con tarsie marmoree, che richiama quello posto a metà navata e quello dell'abside.

arconi della navata centrale

Il soffitto è a capriate lignee stuccate con riferimenti paleocristiani, che vennero realizzate da maestranze lombarde. 

soffitto a capriate lignee della navata centrale

soffitto a capriate lignee del presbiterio

L'antico pavimento della navata centrale della basilica (1207) è intarsiato con motivi geometrici e zoomorfi.

pavimento intarsiato della navata centrale

Sul pavimento si trova incisa un'iscrizione che riporta a numeri romani la data della fine dei lavori di costruzione della basilica (1207).

iscrizione sul pavimento

Uno dei pannelli che lo compongono presenta uno zodiaco con meridiana solstiziale: il 21 giugno alle 12.00 solari un raggio di sole illumina il segno del Cancro (giorno che corrispondeva anche alla festa di S.Giovanni Battista patrono di Firenze). La meridiana è tra le più antiche ancora funzionanti in Europa. La sua funzione fu riscoperta dopo 800 anni dalla sua costruzione.

pannello con lo zodiaco e la meridiana solstiziale

Il pavimento delle navate laterali è costellato di lastre tombali.

lastre tombali nel pavimento della navata laterale destra

Le pareti delle navate laterali hanno la muratura a vista, mentre la decorazione bicroma della navata centrale è ottocentesca.

navata laterale destra

Sulle pareti della navate laterali si trovano numerosi affreschi del XII/XV secolo e una sinopia.

navata sinistra: Madonna col Bambino e Santi (Anonimo fiorentino - XIV/XV sec.)

navata sinistra: Crocifissione di Cristo (Mariotto di Nardo - 1410/1420)

navata sinistra: S.Giovanni Battista e Santa Caterina d'Alessandria (Anonimo fiorentino - XIV sec.)

navata sinistra (a destra): S.Girolamo (Anonimo fiorentino - XV sec.)

 
navata destra (da sinistra): S.Caterina d'Alessandria / Santo Apostolo e Santa Lucia (Paolo Badaloni - 1435/1440)

navata destra (da sinistra): Cristo circondato da strumenti di lavoro (Mariotto di Cristofano - XV sec.) / S.Giuliano Ospedaliere, S.Miniato e Santa Caterina d'Alessandria (Anonimo fiorentino - XIV sec.)

navata destra (al centro): S.Maria Maddalena nel deserto (Anonimo fiorentino - XIV sec.)

navata destra (da sinistra): Sant'Andrea, S.Miniato e S.Nicola di Bari (attr.Andrea Bonaiuti - XIV sec.) / Sant'Antonio abate (Andrea Bonaiuti - XIV sec.) / (?)

navata destra: S.Cristoforo (Anonimo fiorentino - XIII sec.)

navata destra: Madonna col Bambino in trono e S.Francesco d'Assisi, S.Marco Evangelista, S.Giovanni Battista, S.Giovanni Evangelista, S.Giacomo Maggiore e Sant'Antonio abate (Paolo Badaloni - 1436)

navata destra: sinopia

 

All'inizio della navata sinistra si trovano un moderno fonte battesimale in alabastro realizzato da Marco Bagnoli e vicino, appeso alla parete, un Crocifisso dipinto su tavola di fine Duecento.

fonte battesimale (Marco Bagnoli - 2018)

Crocifisso (XIII sec.)

Nella navata sinistra si trova anche la Cappella del Cardinale del Portogallo (purtroppo in restauro durante la nostra visita!).

E' questa l'unica cappella funeraria della basilica, e fu costruita tra il 1459 e il 1467 per accogliere le spoglie del cardinale Giacomo di Lusitania.

Come ambasciatore di passaggio a Firenze, il giovane cardinale appartenente alla casa reale portoghese (cugino e cognato di Alfonso V) morì in città il 27 agosto 1459 a soli 25 anni, e volle essere sepolto proprio qui, dove nell'ultimo periodo della sua vita ogni giorno celebrava messa.

La cappella a pianta quadrata coperta da una volta a vela fu progettata da Antonio Manetti (allievo del Brunelleschi) ed affrescata da Alessio Baldovinetti con un'Annunciazione e una serie di Profeti, Evangelisti e Padri della Chiesa.

Il monumento funebre fu scolpito da Antonio e Bernardo Rossellino. Il soffitto della cappella fu decorato in terracotta invetriata policroma con le raffigurazioni delle Virtù Cardinali e dello Spirito Santo in forma di colomba da Luca della Robbia.

La pala d'altare che raffigura i Santi Vincenzo, Giacomo ed Eustachio fu dipinta da Antonio e Bernardo del Pollaiolo. L'opera è stata sostituita oggi nella cappella da una copia, mentre l'originale si trova alle Gallerie degli Uffizi.

Santi Vincenzo, Giacomo ed Eustachio (Antonio e Bernardo del Pollaiolo - 1466/1467 - Gallerie degli Uffizi)

S.Vincenzo era il patrono di Lisbona, S.Giacomo era il patrono del cardinale, e Sant'Eustachio era il patrono della chiesa a Roma di cui il cardinale era titolare.

In fondo alla navata centrale, tra le due scale che portano al presbiterio, si trova la Cappella del Crocifisso, un tempietto dalle forme classiche, finanziato da Piero de' Medici detto il Gottoso e progettato da Michelozzo di Bartolomeo nel 1448.

Cappella del Crocifisso
 
Cappella del Crocifisso (vista dal presbiterio rialzato)

Si pensa che qui vi fosse già un altare romanico.

La mensa dell'altare è in marmo rosso. I fronti laterali e quello posteriore dell'altare sono rivestite da tarsie marmoree. Il fronte rivolto verso i fedeli è novecentesco.

Il tempietto venne costruito per accogliere degnamente il miracoloso Crocifisso di San Giovanni Gualberto, dipinto su tavola nell'XI secolo (per altri coevo stilisticamente con la cappella).

Era circa il 1030. Giovanni Gualberto, nobile cavaliere fiorentino, fu chiamato a vendicare la morte di suo fratello Ugo. Quando però si trovò di fronte all'assassino che inginocchiato gli chiedeva pietà, lo perdonò e getto la spada. Entrò poi nella chiesa di S.Miniato per pregare e il Crocifisso chinò il capo in segno d'approvazione. Giovanni si fece monaco e fondò l'Abbazia di Vallombrosa.

Nel 1671 il Crocifisso di San Gualberto venne trasferito nella chiesa vallombrosiana di Santa Trinità

Al posto del Crocifisso fu posta una pala d'altare attribuita ad Agnolo Gaddi, costituita da 13 formelle lignee raffiguranti scene della Passione di Cristo, S.Minato e S.Giovanni Gualberto.

Passione di Cristo, S.Miniato e S.Giovanni Gualberto (Agnolo Gaddi - 1394/1396)

L'opera fu realizzata cuspidata tra il 1394 e il 1396 e poi modificata posteriormente per adattarla alla cappella.

particolare con S.Miniato e S.Giovanni Gualberto


Il tempietto ha una volta a botte sorretta anteriormente da due colonne dai capitelli compositi e posteriormente da due pilastri scanalati.

Cappella del Crocifisso

La volta ha una decorazione in terracotta smaltata realizzata da Luca della Robbia.

Il soffitto è decorato con lacunari ottagoni dalle cornici bianche e gli interni azzurri con al centro corolle di fiori.

L'intradosso è invece decorato con motivi a squame nei colori bianco, rosso e verde tipici della famiglia Medici.

La volta è poggiata su una trabeazione intarsiata, scolpita e lumeggiata d'oro con marmi verdi e bianchi a formare gli emblemi di Cosimo il Vecchio e Lorenzo il magnifico: tre piume infilate in un anello d'oro con rubino e un festone con la scritta "Semper".

Sulla sommità della copertura del tempietto furono poste due aquile bronzee, simboli dell'Arte di Calimala, realizzate da  Maso di Bartolomeo.  

Delimita la cappella un recinto metallico ottocentesco. 

Salendo verso il presbiterio da una delle scalinate ampliate durante il Rinascimento, ci troviamo dinnanzi la transenna marmorea del coro del XIII secolo, decorata con intarsi a motivi geometrici e zoomorfi.

transenna del coro (XIII sec.)

particolare della transenna del coro (XIII sec.)

Rivolto verso i fedeli si trova l'ambone quadrato, anch'esso del XIII secolo, realizzato da Giovanni di Gaiole e Francesco di Domenico. 

ambone (Giovanni di Gaiole e Francesco di Domenico - XIII sec.)

Il leggio è sorretto dall'aquila simbolo Giovanni Evangelista, mentre alla base si trova il leone simbolo di S.Marco Evangelista. Tra i due simboli del tetramorfo si trova quello di S.Matteo: una figura umana. Mancherebbe il toro, simbolo dell'Evangelista Luca... il toro è il verbo, la parola incarnata, impersonificata dal sacerdote che sale sul pulpito.

leggio con tre simboli del tetramorfo

Oltre la transenna, a destra del presbiterio, si trova un altare sul quale si trova una tavola raffigurante S.Miniato e otto scene della sua vita, opera di Jacopo del Casentino. Sulla parete dietro l'altare e sulla parete destra si trovano altri affreschi.

altare alla destra del presbiterio

affreschi sulle pareti

S.Miniato e otto scene della sua vita (Jacopo del Casentino - XIV sec.)
 

Da qui si può accedere alla Sagrestia costruita dalla famiglia degli Alberti nel 1300, al loro rientro in città. La Sagrestia conserva un ciclo si affreschi  raffigurante le Storie di S.Benedetto, opera di Spinello Aretino (1387 ca.).

Il presbiterio ha un'abside semicircolare con decorazione architettonica a marmi bianchi e verdi e con cinque finestre coperte da lastre di alabastro. 

abside della basilica

Il Crocifisso in terracotta invetriata posto sull'altare maggiore è opera di Luca della Robbia.

altare maggiore / Crocifisso (Luca della Robbia)

Nel catino absidale si trova un mosaico che ripropone il tema di quello della facciata, Cristo Pantocratore con la Vergine e S.Miniato e i simboli dei quattro Evangelisti.

Cristo Pantocratore con la Vergine, S.Miniato e i simboli dei quattro Evangelisti (1297)

Il coro ligneo è stato realizzato nel XIV secolo. 

coro ligneo (XIV sec.)

 Alla sinistra dell'abside si trova un altro altare sul quale è posta una tavola raffigurante S.Giovanni Gualberto con Episodi della sua vita, opera del Maestro della pala d S.Nicola (XIV secolo).

altare con S.Giovanni Gualberto ed Episodi della sua vita (Maestro della pala di S.Nicola - XIV sec.) / Noli me tangere (Anonimo fiorentino - XIV sec.)

Sulla parete alle spalle di questo altare vi sono i lacerti di altri antichi affreschi tra i quali un Noli me tangere di Anonimo fiorentino del XIV secolo.

In questo spazio è anche posto un organo a canne.

organo a canne (Tamburini - 1979)


Sotto il presbiterio, tramite tre rampe di scale si può raggiungere la Cripta dell'XI secolo, la parte più antica della chiesa.

cripta

cripta

cripta

La cripta è lunga quanto il presbiterio, ovvero quanto la larghezza della chiesa. Le volte del soffitto poggiano su 38 colonne che suddividono l'ambiente in 7 navate (3 centrali e 4 laterali). Le colonne e i capitelli sono di diversa fattura e di materiali differenti. Alcuni capitelli hanno ancora tracce della doratura apportata da Taddeo Gaddi (1342).

colonne della cripta

Su alcune volte Taddeo Gaddi ha realizzato nel 1341 affreschi che raffigurano Santi e Martiri.

affreschi delle volte della cripta (Taddeo Gaddi - 1341)

L'altare conserva le reliquie di S.Miniato (anche se alcuni pensano che in epoca medievale le reliquie forse furono trafugate e portate a Metz) ed è protetto da una cancellata del 1338.

altare con cancellata della cripta

Prima di uscire dalla chiesa diamo uno sguardo in controfacciata e noteremo gli ottocenteschi monumenti funebri di due artisti che furono anche amici: quello con la figura ad altorilievo del poeta Giuseppe Giusti, opera di Reginaldo Bilancini, e quello con l'Allegoria della Pittura e il busto del pittore Giuseppe Bezzuoli, realizzato dallo scultore Emilio Santarelli.

Monumento funebre di Giuseppe Bezzuoli (Emilio Santarelli - 1860)

Monumento funebre di Giuseppe Giusti (Reginaldo Bilancini)

Usciti dalla basilica tutti si soffermano ad ammirare il panorama che da questa terrazza si può cogliere sulla città e a scattare fotografie che sembrano cartoline.
 
panorama di Firenze

terrazza panoramica del sagrato della basilica

panorama su Firenze

Firenze al tramonto

Nel 1295 accanto al chiostro del monastero e a destra della chiesa fu costruito il Palazzo dei Vescovi, così chiamato perché residenza estiva dei vescovi fiorentini. Venne fatto erigere a proprie spese dal vescovo Andrea de' Mozzi, citato da Dante nella Divina Commedia nel Canto XV dell'Inferno (nel cerchio dei sodomiti). 

Palazzo dei Vescovi

Nel 1426 fu deciso un rifacimento dall'Arte di Calimala che aveva anche il patronato della chiesa.

Le decorazioni pittoriche, imbiancate a calce e poi riportate alla luce nel XX secolo, si devono a Paolo Uccello (1447 - Refettorio e chiostro superiore con Storie dei Santi Padri del deserto).

Il palazzo presenta finestre bifore ogivali con gli stemmi dei vescovi che contribuirono alla costruzione e all'ampliamento dell'edificio. E' coronato da una merlatura. 

Nel 1529 l'abbazia venne abbandonata dai monaci e divenne la sede dei Lanzichenecchi che assediarono e conquistarono la città. 

Il palazzo divenne la caserma delle truppe spagnole assoldate da Cosimo I. Fu trasfomato in lazzaretto tra il 1630 e il 1633.

Nel XVI secolo il monastero fu trasformato in fortezza: il campanile (posto a sinistra della chiesa), realizzato nel 1518 (e mai terminato) da Baccio d'Agnolo al posto dell'originale crollato, venne trasformato in torre di guardia e usato dall'artiglieria. Si racconta che nel 1530, per proteggerlo durante l'assedio delle truppe imperiali di Carlo V, Michelangelo, nominato dalla Repubblica fiorentina Governatore generale e Procuratore delle fortificazioni della città, usò materassi o balle di fieno.

campanile della Basilica abbaziale di S.Miniato al Monte

I monaci Olivetani ritornarono al monastero nel 1924 e qui, entro i bastioni della fortezza provvisoria eretta da Michelangelo e rifatta in muratura da Francesco da Sangallo per ordine di Cosimo I de Medici, venne costruito anche il Cimitero Monumentale delle Porte Sante

Il cimitero fu progettato da Nicolò Matas e contiene cappelle della borghesia fiorentina, realizzate in stile liberty, art déco e razionalista.

Cimitero Monumentale delle Porte Sante

Cimitero Monumentale delle Porte Sante

Tra le tante personalità qui sepolte riposano: l'intellettuale Giovanni Papini, il collezionista Frederick Stibbert, gli scrittori Luigi Bertelli detto Vampa (autore delle "Avventure di Gian Burrasca), Vasco Pratolini, Carlo Collodi pseudonimo di Carlo Lorenzini (autore di "Pinocchio"), lo stilista Enrico Coveri, il pittore Pietro Annigoni, l'editore Felice Le Monnier, il regista Franco Zeffirelli, il produttore cinematografico Mario Cecchi Gori, i politici Giovanni Spadolini e Gaetano Salvemini, il cuoco Pellegrino Artusi...

 

Orari: lunedì/sabato   9.30/13.00   15.00/19.00

           domenica         8.15/13.00   15.00/19.00

 

CONCLUSIONI                                                                                                                               Sulla soglia in marmo del portale sinistro si trova un'iscrizione in latino che dice: HAEC EST PORTA COELI ("questa è la porta del cielo", il varco per il Paradiso)...e a prescindere dal significato religioso e simbolico per la quale fu scritta, il turista, che magari con una passeggiata dal centro storico è salito fin qui, sin dal primo sguardo alla facciata e ancor più varcando l'ingresso della chiesa è accolto da un'atmosfera di quiete e serenità. E non solo i turisti vengono colpiti dalla facciata di questa chiesa...la tessitura muraria della facciata di questo pregevole esempio di romanico fiorentino fu ripresa nel Quattrocento da Leon Battista Alberti per il completamento della Basilica di S.Maria Novella e nell'Ottocento per il rivestimento della facciata del Duomo e della Basilica di S.Croce. Da meno di un mese la Basilica di S.Miniato al Monte è entrata nella lista del patrimonio Unesco.

 

 

Nessun commento:

Posta un commento