domenica 1 agosto 2021

Firenze: Ponte Santa Trìnita, il ponte più elegante della città


Ponte San Niccolò, Ponte alle Grazie, Ponte Vecchio, Ponte Santa Trìnita, Ponte alla Carraia, Ponte Amerigo Vespucci, Ponte alla Vittoria, Ponte all'Indiano...sono questi i nomi dei ponti che attraversano l'Arno a Firenze.

Certamente il più famoso, il più percorso e il più fotografato dai turisti è Ponte Vecchio, ma quello che è considerato il più elegante ponte della città, e tra quelli più eleganti in Europa, è sicuramente Ponte Santa Trìnita.

Ponte Santa Trìnita

Il ponte è posto tra Ponte Vecchio e Ponte alla Carraia e collega Piazza Santa Trìnita (sulla quale sorge la basilica da cui il ponte ha preso nome) con Piazza dei Frescobaldi in Oltrarno.

Ponte Vecchio visto da Ponte Santa Trìnita

Ponte Vecchio visto da Ponte Santa Trìnita

Ponte alla Carraia visto da Ponte Santa Trìnita

Ponte alla Carraia visto da Ponte Santa Trìnita

Piazza Santa Trìnita

Piazza dei Frescobaldi

I palazzi che sorgono alla testa del ponte sono Palazzo Spini Feroni (a Nord) e Palazzo Frescobaldi o della Missione (a Sud).

Palazzo Spini Feroni


E fu proprio grazie al patrocinio della famiglia Frescobaldi, e per volere del podestà Filippo Ugoni, che nel 1252 fu costruito in questo punto del fiume
un ponte in legno.

Ma il ponte crollò nel 1259 sotto il peso della folla che assisteva ad uno spettacolo sull'Arno. Fu quindi ricostruito in pietra dagli architetti monaci fra' Ristoro e fra' Sisto, ma il ponte crollò nuovamente nel 1333 per una piena del fiume. Fu quindi riedificato da Taddeo Gaddi tra il 1356 e il 1415, ma nel 1557 un'alluvione lo distrusse un'altra volta.

Finalmente arriviamo alla struttura che noi oggi vediamo: fu Cosimo I de' Medici ad incaricare della ricostruzione del ponte Bartolomeo Ammannati che, dopo dieci anni di progetto, lo realizzò in pietra forte bruno giallognola tra il 1567 e il 1571.  

Ponte Santa Trìnita

Si pensa che le tre arcate del ponte con arco a catenaria (simile ad una catena sospesa dalla forma di parabola), aventi la caratteristica di avere una grande resistenza statica, siano frutto del disegno di Michelangelo.

I piloni di sostegno hanno una sezione orizzontale ad angoli acuti per evitare l'incagliamento dei tronchi portati dalla corrente del fiume durante le piene.

Ponte Santa Trìnita

Sul ponte sono stati posti quattro cartigli in marmo con epigrafi e due teste d'ariete sulle arcate centrali.

cartiglio e testa d'ariete su un'arcata del Ponte Santa Trìnita

L'ariete rappresenta un simbolo guerriero, e sono stati posti a guardia di eventuali minacce provenienti dal fiume: quella che guarda verso Ponte Vecchio e il Casentino in direzione delle alluvioni, quella verso il Ponte alla Carraia per le minacce provenienti dal mare e da Pisa.

testata del ponte sull'Oltrarno

testata del ponte su Piazza Santa Trìnita

Ai quattro angoli del ponte furono poste nel 1608, in occasione delle nozze di Cosimo II con Maria Maddalena d'Austria, quattro statue del tardo Cinquecento raffiguranti le quattro stagioni: la Primavera è opera di Pietro Francavilla, l'Inverno di Taddeo Landini, l'Estate e l'Autunno sono di Giovanni Battista Caccini. 

Primavera (Pietro Francavilla - 1590)

Estate (Giovanni Battista Caccini - 1605)

Inverno (Taddeo Landini - 1590)

Autunno (Giovanni Battista Caccini - 1605)

Queste statue erano state inizialmente destinate al giardino di Villa Corsini al Prato in Firenze, ed erano state concepite per essere poste in nicchie o addossate a una parete (e quindi non per essere viste a tutto tondo).

Ma il ponte odierno non è esattamente il ponte costruito da Bartolomeo Ammannati: il 4 agosto 1944 infatti, durante la seconda guerra mondiale, i Tedeschi in ritirata fecero saltare i ponti sull'Arno di Firenze, tranne il Ponte Vecchio, "graziato" si dice da Hitler.

lapide che racconta la storia di Ponte Santa Trìnita

Si decise poi di ricostruire il ponte "com'era e dov'era": si recuperarono dall'Arno tutti i pezzi originali possibili e per poter completare l'opera dei pezzi mancanti si riaprì la cava del Giardino di Boboli da dove l'Ammannati aveva fatto estrarre la pietra che aveva usato per la realizzazione del suo ponte.

Grazie all'architetto Riccardo Gizdulich e all'ingegnere Emilio Brizzi il ponte fu inaugurato nel 1958 dopo due anni e mezzo di lavoro.

Anche le statue furono rimesse al loro posto, ma la statua raffigurante la Primavera mancava della testa e del gomito.

Venne persino stabilita una ricompensa di 3000 dollari da donare a chi avesse ritrovato la parte mancante della statua, ma questa fu ripescata da un renaiolo dragando il fiume solo nel 1961 a 100m dal punto in cui era caduta. Il gomito, ritenuto perduto per trent'anni, venne ritrovato nel 1974 e ricollocato al suo posto nel 2006.

Il Ponte Santa Trìnita è anche ricordato per il presunto secondo incontro (il primo avvenne quando avevano nove anni) tra Dante e Beatrice.

"Apparve vestita di nobilissimo colore, umile e onesto, sanguigno, cinta e ornata a la guisa che la sua giovanissima etade si convenia."

                           Dante Alighieri  (Vita Nuova, cap.II)

Questa descrizione e quella che segue hanno ispirato il dipinto del pittore inglese preraffaellita Henry Holiday che ritrae l'incontro di Dante appoggiato al ponte mentre vede passare Beatrice accompagnata dall'amica Vanna (donna amata dal poeta Guido Cavalcanti) e da una domestica (o un'altra amica, monna Lagia, donna amata dal poeta Lapo Gianni).

Dante incontra Beatrice su Ponte Santa Trinità a Firenze (Henry Holiday - 1883 - Walker Art Gallery - Liverpool)

"io vidi monna Vanna e monna Bice

venir inver lo loco là 'v'io era,

l'una appresso de l'altra meraviglia:

e si come la mente mi ridice,

Amor mi disse: "Quell'è Primavera,

e quell'ha nome Amor, si mi somiglia". "

                              Dante Alighieri (Rime, 9-14 sonetto XXI)  


Ponte Santa Trìnita al tramonto 

CURIOSITA': come forse vi sarete accorti ho scritto "Trìnita" con l'accento sulla prima i, perché è così che i Fiorentini pronunciano il nome del ponte e della basilica dal quale ha preso il nome...forse per una reminiscenza latina.

CURIOSITA': i piloni del ponte non sono stati posti ad eguale distanza...forse perché fu fatto uno studio sulle correnti?


CONCLUSIONI                                                                                                                      Ponte Santa Trìnita, ponte pedonale e carrabile, costruito e distrutto quattro volte, è un capolavoro di tecnica architettonica. Come gli altri ponti ha segnato l'ampliamento della città con l'inglobamento nel tessuto urbano dell'Oltrarno, e in particolare acquisì importanza quando divenne parte della via percorsa dai cortei della corte medicea diretti a Palazzo Pitti. Inoltre sul ponte si svolgeva, fino ai primi decenni del Novecento, la Fiera dei "trabiccoli", un mercato artigianale povero che si teneva a novembre per la festa di S.Martino e che prendeva il nome dalle strutture a cupola realizzate con due asticelle di legno usate per asciugare i panni con uno scaldino. Percorrere questo ponte offre poi l'opportunità di ammirare Ponte Vecchio da una parte e Ponte alla Carraia dall'altra, e di apprezzarne il fascino dello scorrere dell'acqua del fiume sotto le sue arcate. 


Nessun commento:

Posta un commento