Fez è la città imperiale più antica del Marocco. La sua Medina, la più grande del mondo (è infatti composta da più di 9000 viuzze), riconosciuta Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'Unesco, si divide in vari souk o mercati, ognuno specializzato nella vendita dei prodotti artigianali locali.
Uno dei prodotti artigianali più importanti di questa città è il pellame e la realizzazione con questo di alcuni manufatti tipici marocchini: portafogli, borse, babouches (le ciabatte marocchine), pouf, giacche, cinture... Non per niente i prodotti realizzati in pelle vengono chiamati in francese "maroquinerie" dal 1700.
babouches |
cinture in pelle |
In Marocco le concerie si trovano a Marrakech, a Fez e a Taroudant.
L'uomo ha iniziato a lavorare le pelli sin dalla Preistoria e in Marocco la lavorazione e la concia delle pelli sono attività molto antiche.
pelli conciate |
A Fez le concerie sono presenti sin dal medioevo e sono considerate le più antiche al mondo. Sorsero in prossimità del fiume Oued Fes per potersi rifornire dell'acqua necessaria al trattamento delle pelli.
La lavorazione delle pelli viene eseguita nella stessa maniera da secoli, tutta a mano, senza l'aiuto di macchine, e il know-how viene tramandato da padre a figlio.
A Fez si trovano ancora tre concerie: la Chouara (o Chouwara) posta dietro la Moschea al-Qarawiyyin, la Sidi Moussa posta vicino al Museo Nejjarine e la più piccola e più recente Ain Azliten posta a nord della città.
la Chouara |
Una delle più antiche , la più grande e la più famosa di Fez è la conceria Chouara: si estende infatti su quattro ettari di terreno ed è in attività da 900 anni (è stata fondata nell'XI secolo).
la Chouara |
Questa conceria si trova nel Quartiere dei Conciatori posto nella zona meridionale dell'antica Medina Fes el-Bali.
Se pensate di voler dedicare del tempo alla visita della conceria sappiate che è un'esperienza sensoriale forte, almeno per me lo è stata.
Non solo per l'olezzo che esala dalle vasche, ma anche per le condizioni poco igieniche in cui i lavoratori operano per diverse ore al giorno.
La conceria si può visitare chiedendo di entrare, anzi dovrei dire accettando l'invito ad entrare, in uno dei negozi che circondano la Chouara. Molti vi fermeranno anche per strada per condurvi in uno di questi negozi. Ma è impossibile vedere dall'alto la conceria senza entrare in un negozio.
un negoziante vi aspetta davanti al proprio negozio con un mazzo di menta |
Per il forte odore vi verrà consegnato un rametto di menta da mettere sotto il naso. Salite ripide scale vi troverete su una delle terrazze che si affacciano su questo singolare anfiteatro costituito da un insieme di pozzi a nido d'ape.
terrazza di un negozio da cui poter osservare le vasche della conceria |
La Chouara è ripartita in quattro settori ed è composta da 1200 vasche, dove lavorano 500 maestri artigiani riuniti in cooperative.
artigiano della conceria al lavoro |
artigiano della conceria al lavoro |
artigiano ci mostra una pelle conciata |
Vi verranno date spiegazioni sulle fasi della conciatura della pelle che può essere cuoio di montone, di bue, di pecora, di capra (la più usata) o di dromedario.
Il processo di lavorazione, composto da una dozzina di operazioni, dura dai 15 ai 30 giorni, a seconda del tipo di pelle di animale e a seconda delle condizioni metereologiche.
L'animale viene scuoiato ancora caldo e la sua pelle, arrivata alla conceria, viene trattata con calce viva per 24 ore per poter togliere i peli. Per rimuovere il grasso viene messa in ammollo per 2/3 giorni con urina bovina, sale e acqua. Il sale serve a fermare la decomposizione.
Per ammorbidire la pelle e prepararla per la tintura, viene poi immersa in vasche rettangolari che contengono acqua e guano di piccione (ricco di ammoniaca). Viene qui pestata per tre ore dai lavoratori immersi sino alla cintola e diviene quindi morbida, malleabile e pronta ad assorbire il colore.
vasche per la concia delle pelli |
settore con le vasche per la concia delle pelli |
vasche per la concia e bottale |
lavoratore addetto alla concia |
lavoratore addetto alla concia |
Prima di essere tinta, la pelle viene lasciata asciugare al sole per 3 giorni sugli stenditoi dei terrazzi che circondano la conceria.
pelli stese ad asciugare |
lavoratore intento a stendere le pelli |
Poi la pelle viene immersa nelle vasche rotonde che contengono coloranti naturali: per tingerle di blu viene usato l'indaco, di arancione l'hennè, di rosso i fiori di papavero, di marrone il legno di cedro, di verde la menta, di giallo lo zafferano, il mix di fiori di mimosa e curcuma oppure si strofina la pelle con polvere di melograno.
vasche per la colorazione delle pelli |
Per rendere la pelle lucida può essere usato l'olio d'oliva.
Dopo essere state asciugate nuovamente le pelli vengono date agli artigiani che li trasformeranno in manufatti. Se volete acquistare qualche articolo in pelle potete visitare il Souk Ain Allou che con le sue circa 60 boutiques è dedicato al commercio di questi prodotti artigianali tipici.
Souk Ain Allou |
Souk Ain Allou |
CONCLUSIONI Non è facile uscire dai negozi che ti hanno permesso di visitare la conceria senza acquistare i loro prodotti. Se non si è interessati all'acquisto di manufatti in pelle bisogna almeno lasciare una mancia a chi vi ha condotto e spiegato le fasi della lavorazione delle pelli. E non è facile assistere a questo "spettacolo" colorato e tipico senza restare impressionati dal duro lavoro che qui viene fatto e pensare ai rischi igienico-sanitari a cui questi uomini sono sottoposti, o all'inquinamento che quest'antica attività può produrre. E' comunque un'esperienza da non perdere perché riporta indietro nel tempo e alle antiche tecniche di lavorazione ancora adottate in questo Paese. Nello stesso tempo poi ci induce a riflettere.
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