Sul margine Nord-occidentale di Piazza el-Hedim, la grande piazza principale della Medina, sorge Palazzo Jamai, un bellissimo palazzo di fine Ottocento trasformato in museo: il Museo Dar Jamai, ovvero il Museo Nazionale della Musica.
Il palazzo fu costruito nel 1882 dalla famiglia Jamai, la stessa famiglia che costruì il Palazzo Jamai a Fes. Venne fatto costruire da Mokhatar Ben Arbi el Jama'i, che insieme a suo fratello servì come Gran Visir sotto il sultano Moulay Hassan I. Dopo la sua morte il palazzo e i beni familiari furono confiscati e il palazzo passò alla potente famiglia Glaoui, che però non vi abitò mai. Nel 1912 la parte centrale del palazzo fu trasformata dai Francesi prima in ospedale militare (Louis Hopital), poi in tribunale militare (la parte destra del palazzo) e nel 1920 in Museo delle Arti Indigene e in scuola di ricamo. Infine la residenza fu restaurata nel 2019 e riaperta come Museo Nazionale della Musica.
Nel Museo Nazionale di Musica di Meknes si trova una ricca esposizione di strumenti musicali (più di cento); il museo tratta dei repertori musicali tradizionali marocchini e del ruolo della musica nella vita sociale.
Accanto l'attuale ingresso al museo (l'ingresso originale si trovava su una via adiacente), vi è una bellissima fontana murale decorata in zellige realizzata nel 1913.
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fontana accanto all'ingresso del museo |
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particolare della decorazione a zellige della fontana |
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ingresso al Museo Dar Jamai |
Dar Jamai è un esempio di ricca residenza privata in Marocco di famiglia makhzen di fine XIX secolo: un ingresso curvo, un cortile circondato da gallerie e ampie stanze, tra le quali una sala di rappresentanza posta al piano superiore dove il visir riceveva i suoi ospiti illustri, con alcove e una suntuosa cupola decorata con piastrelle in terracotta e stucco e coperta da un soffitto in cedro dipinto e intagliato. Facevano parte del palazzo anche le cucine, una moschea, un piccolo hammam e un funduk divenuto poi un laboratorio di falegnameria.
La decorazione in zellige, legno e stucco del palazzo è davvero molto raffinata.
All'ingresso una fontana a muro decorata a zellige accoglie i visitatori.
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fontana d'ingresso |
Superata la biglietteria posta subito dopo l'ingresso, un corridoio con teche di strumenti musicali introduce a ciò che vedremo nelle successive sale espositive poste su due livelli intorno al cortile del palazzo.
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corridoio d'ingresso |
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strumenti a percussione (tamburello "bendir" - tamburo "tbal" - "taarija" -" tbila") |
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da sinistra: hajhouj - liuto "qanbuz" - liuto "lothar" |
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da sinistra: viella "Rebab" - liuto "Lothar Soussi" - violino "Kamanja" |
Il patio è piantumato con alberi d'arance, banani e altre rigogliose piante, ed è decorato con due fontane a forma di stella decorate in zellige, una vasca ottagonale e una vasca rettangolare.
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ingresso al patio |
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patio |
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banani nel patio |
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patio |
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patio |
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patio |
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fontana a stella |
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fontana a stella |
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vasca ottagonale |
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vasca rettangolare |
Su un lato del patio piastrellato con piastrelle bianche e verdi si trova un menzeh o padiglione d'osservazione (la parola "menzeh" in arabo significa "faro"), con soffitto in legno intagliato e architravi in legno.
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padiglione |
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padiglione |
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decorazioni interne del padiglione |
Le arcate di diverse dimensioni delle gallerie poggiano su pilastri.
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una galleria del patio |
Sotto una galleria all'inizio del percorso museale si trova la parte centrale di una maqsura, ovvero uno schermo di legno che circondava un'area vicino al mihrab (la nicchia nel muro di una moschea che indica la direzione della Mecca) dove il sultano e il suo seguito pregava. Questa maqsura (1677) proviene dalla Moschea di Lalla Aouda di Meknes, e fu fatta istallare dal sultano Moulay Ismail. Un riquadro a caratteri cufici posti sopra la porta della maqsura indica l'anno della sua realizzazione e un versetto del Corano.
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maqsura della Moschea di Lalla Aouda (1677)
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particolare della porta e del riquadro in caratteri cufici della maqsura della Moschea di Lalla Aouda (1677) |
La prima sala del percorso museale, posta al pian terreno e con ingresso dal patio, è un atelier degli strumenti musicali dove vedere i materiali usati nella fabbricazione e apprendere le varie fasi di lavorazione.
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sala atelier strumenti musicali |
La fabbricazione di strumenti musicali è un'attività molto antica. L'uomo ha iniziato a fabbricare strumenti musicali con ossa e pelli di animali.
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utensili per realizzare strumenti musicali
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strumenti in legno in costruzione |
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strumenti in legno in costruzione
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strumenti in legno in costruzione
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parti in legno di strumento musicale |
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decorazioni di strumenti musicali |
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parti in legno di strumenti musicali |
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parti in legno di strumenti musicali |
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decorazioni in legno di strumenti musicali |
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utilizzazione delle pelli per alcuni strumenti musicali |
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utilizzazione delle pelli per alcuni strumenti musicali |
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utilizzazione delle pelli per alcuni strumenti musicali |
Gli archeologi fanno risalire a più di 5000 anni orsono la fabbricazione dei primi oud, strumenti della famiglia dei liuti a 4/5 o 6 corde, diffusi in tutto il Medio Oriente e nel Maghreb, il cui nome in arabo significa "legno".
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oud |
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oud |
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oud |
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oud |
Tra i materiali usati nella fabbricazione di strumenti musicali vi è anche l'ottone, lavorato in Marocco dal XII secolo.
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strumento musicale in ottone |
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strumenti a percussione e in ottone |
Si esce quindi nel patio e si accede alle stanze il cui ingresso è posto sotto un portico.
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portico del cortile |
Nella piccola seconda sala del museo sono in mostra strumenti a percussione. |
strumenti a percussione |
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strumenti a percussione |
La terza sala è dedicata alla musica Hayt, una musica ancestrale popolare soprattutto diffusa nella tribù Hyayna. La maggior parte dei musicisti/danzatori suonano il tamburo bendir mentre altri di loro il ghayta (oboe), il tbel o il lemqess. La loro danza si chiama "daqqa".
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abito cerimoniale e strumenti Hyayna |
La quarta sala è invece dedicata alla musica Hassanie suonata nell'area geografica che va dal Sahara marocchino alla Mauritania, fino al Nord del Niger passando per il Senegal. E' un mélange di musica araba e africana. La danza associata è chiamata "Tritim" accompagnata da movimenti sensuali di mani e dita. |
quarta sala (musica Hassanie) |
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strumenti della musica Hassanie |
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strumenti della musica Hassanie |
Si accede quindi ad un patio riccamente decorato con stucchi, elementi architettonici in legno e zellige, e oggi coperto da tetto trasparente. |
patio coperto |
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colonna del patio decorata con zellige e stucco |
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finestra in legno dipinto |
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tetto in vetro |
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decorazioni in stucco e legno |
In un ambiente adiacente (a sinistra del patio) si trova la quinta sala dedicata alla danza Ahwach. una danza popolare che si pratica nelle celebrazioni collettive delle tribù amazigh del Sud-Est marocchino (alto Atlante e Anti Atlante). E' uno spettacolo notturno fatto d'improvvisazioni poetiche, di percussioni, di canti Tachelhite e danze.
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quinta sala (danza Ahwach) |
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quinta sala (danza Ahwach)
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Sulla destra del patio si trova un'alcova con fontana a muro decorata con zellige.
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fontana a muro del patio coperto |
S'affaccia su questo patio anche la sesta sala dedicata alla danza Reggada, una danza tradizionale marocchina nata nella regione del Rif. Deriva da una danza ancestrale che prende ispirazione dai guerrieri di questa zona del Nord del Marocco. I danzatori indossano l'Abaya e portano fucili e corni per polvere da sparo. Danzano con movimenti delle spalle e battono i piedi sul terreno accordandosi con ritmo delle percussioni. Sono accompagnati da Adjoun (tamburello), Galal, Tamja (flauto), Ghaita o da Zamar, e da canti amazigh e dialettali.
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sesta sala (danza Reggada) |
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strumenti musicali usati per la danza Reggada |
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strumenti musicali usati per la danza Reggada
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La settima sala (posta vicino alla fontana del patio) è dedicata alla musica Rifane (ovvero della regione del Rif). |
strumenti musicali della musica Rifane |
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strumenti musicali e abbigliamento della musica Rifane |
Dalla questa piccola sala si accede agli ambienti posti alle spalle del patio dove si trova l'ottava sala dedicata alla musica delle Confraternite.
La Confraternita religiosa Aissaoua è originaria di Meknes, fondata da Sidi Mohammed ben Aissa. Le sue danze simboliche portano i partecipanti a uno stato di trance. Si organizzano danze nelle case private (Lila)o anche in pubblico (festival religiosi). Gli strumenti suonati sono la Tabla, la Taarija, il Tbel, il Bendir, la Ghaita e la Tassa.
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abiti e strumenti musicali della Confraternita Aissaoua |
La Confraternita Gnaoua suona uno stile di musica classificata patrimonio immateriale universale. I suoi membri sono originari dell'Africa occidentale. I suoi membri discendono dagli schiavi. I suoi musicisti sono venuti in Marocco all'epoca della dinastia Almohade (XI secolo) e si sono stabiliti a Meknes sotto il regno di Moulay Ismail (XVII secolo). Lo stato di trance indotto con strumenti come il Guembri, gli Hajhouj, i crotali, i tamburi, il battere delle mani e la danza del corpo, gioca un ruolo importante. I musicisti vestono abiti molto colorati e si fa uso di incensi.
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abiti e strumenti musicali della Confraternita Gnaoua
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strumenti musicali della Confraternita Gnaoua |
La Zawya Hmadcha venne fondata nel XVII secolo da Sidi Ali Ben Hamdouch, la cui tomba si trova nei dintorni di Meknes. Durante le danze e stati di trance i partecipanti invocano Allah e il Profeta Maometto accompagnati da strumenti a percussione come l'Harraz e i tamburelli cilindrici in terracotta (Goual, Taarija), strumenti a corde semisferici (Hajhouj) e strumenti a fiato (Ghaita).
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vetrina con abiti e strumenti musicali della Confraternita Hmadcha |
Un altro piccolo spazio è dedicato alla Confraternita Ahl Touat, nata nella città di Ouezzane. I loro rituali di danza con il bastone e trance sono molto spettacolari.
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costume Ahl Touat |
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strumenti Ahl Touat |
Ritornando verso il patio principale, in uno spazio per mostre temporanee, abbiamo visto esposti alcuni costumi tradizionali e gioielli, rurali e cittadini.
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sala espositiva per mostre temporanee |
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mostra temporanea |
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mostra temporanea |
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mostra temporanea |
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mostra temporanea |
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mostra temporanea |
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mostra temporanea |
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mostra temporanea |
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mostra temporanea |
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mostra temporanea |
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mostra temporanea |
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mostra temporanea |
Un'ultima saletta al piano terra è dedicata alla musica moderna e contemporanea. Gli anni '50 e '60 dello scorso secolo hanno visto un incremento qualitativo della musica marocchina e una simbiosi tra musica e parole, tra il ritmo tradizionale e la lingua parlata araba, amazigh e africana.
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sala musica moderna e contemporanea |
Al piano terra si trova anche uno spazio di proiezione.
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spazio proiezioni |
Si sale quindi al piano superiore dove si trova uno spazio dedicato al tema Al Ala o "musica dotta". Tre sale del piano superiore espongono strumenti musicali di musica andalusa-marocchina, Melhoun, Gharnati e giudeo-marocchina.
La sala di ricevimento del Visir è ricca di decorazioni in zellige, stucco e legno lungo le pareti, e coperta da un soffitto a cupola in legno lavorato.
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sala di ricevimento del Visir |
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sala di ricevimento del Visir |
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soffitto a cupola in legno della sala di ricevimento del Visir |
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soffitto a cupola in legno della sala di ricevimento del Visir |
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decorazioni in stucco della sala di ricevimento del Visir |
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decorazioni in zellige, stucco e legno della sala di ricevimento del Visir |
Questa sala (10.1) è dedicata alla musica andaluso-marocchina. La Al Ala si è diffusa in Marocco dopo l'espulsione dei "Moreschi" dalla Spagna nel 1609. E' il frutto dell'unione di diversi generi musicali marocchini, andalusi e orientali. E' una musica classica che s'ispira ai canti dei poemi religiosi e si caratterizza per un Ethos (Tabaa) e una partizione (Samaa). I principali strumenti musicali usati sono l'Oud e il Rebab. Il suo repertorio include 11 Nawbas. La musica andalusa si è dispersa in varie città marocchine tra le quali Tetouan, Chefchaouen, Fes e Meknes.
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strumenti di musica andalusa-marocchina |
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cetra "Qanoun" |
La grande sala di ricevimento è affiancata da due sale di forma rettangolare sormontate da un soffitto in legno dipinto e illuminate una da finestre con vetri colorati, e l'altra da piccole aperture ad arco con vetri colorati.
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finestra di una sala del piano superiore |
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finestra ad arco con vetri colorati |
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finestre con vetri colorati |
Una di queste sale è dedicata alla musica giudaico-marocchina. La comunità giudaica ha sempre amato la musica andalusa e popolare (Chaabi). I marocchini di fede giudaica, discendenti di ebrei-andalusi chiamati "Piutim" e "Triq", coltivano la musica andalusa.
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tenuta da cerimonia giudaico-marocchina |
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caftano giudaico-marocchino |
L'altra sala è dedicata alla musica Melhoun e Gharnati. La regione di Tafilalet è il centro della musica Melhoun, ispirata alla cultura araba-andalusa, ed è stata introdotta a Meknes, Marrakech, Salé e Taurodant. Raggruppa tutta la poesia scritta e cantata in arabo dialettale. Il canto è accompagnato dall'Oud, dal Guembri e dal violino.
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ingresso alla sala di musica Melhoun e Gharnati |
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sala di musica Melhoun e Gharnati
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sala di musica Melhoun e Gharnati
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strumenti della musica Melhoun e Gharnati |
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strumenti della musica Melhoun e Gharnati
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strumenti della musica Melhoun e Gharnati
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Sempre al primo piano si trova una sala molto decorata ma dal soffitto coperto in parte da legno e in parte da vetro (sala 11).
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decorazioni in stucco e legno |
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decorazioni in legno |
Questa sala, come quella di forma rettangolare adiacente, sono dedicate alla musica amazigh (berbera).
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soffitto in legno della sala adiacente |
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strumenti della musica amazigh |
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strumenti della musica amazigh
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Dalle sale del piano superiore si possono vedere il cortile principale del palazzo e
Piazza el-Hedim.
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Piazza el-Hedim e cortile principale del palazzo |
Orari: mercoledì/lunedì 10.00/18.00
martedì CHIUSO
Costo: 30 MAD
CONCLUSIONI Il Il Museo Nazionale della Musica di Meknes è un gioiello di cultura in uno scrigno architettonico di grande raffinatezza. Che si sia estimatori d'arte, o cultori della musica, è questo un luogo certamente da visitare ... per noi, durante i nostri tre passaggi a Meknes è stato (insieme al Mausoleo di Moulay Ismail da poco riaperto al pubblico), l'unico sito non in restauro della città!
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