Castagnole delle Lanze si trova in Piemonte, in provincia di Asti.
"Castagnole delle Lanze. Tra Langhe e Monferrato"......anche se il comune non confina affatto con il Monferrato, i suoi abitanti amano definirlo così.
In questo grazioso borgo piemontese, legato da secoli alla viticoltura, il primo weekend di maggio da 39 anni si festeggia il vino prodotto sulle colline che lo circondano: la Barbera, uno dei pochi vini che si declinano al femminile.
Di solito infatti si usa il maschile per intendere il vitigno.
Ma prima di parlare di questo grande vino diamo uno sguardo alla sua storia e ai luoghi da visitare.
Anticamente passava di qui una diramazione della Via Emilia, che metteva in comunicazione l'antica Pollanzo (Pollentia) con Acqui Terme (Aquae Statelliae).
Durante il medioevo Castagnole delle Lanze appartenne ai conti Loreto.
Forse l'appellativo "delle Lanze" proviene proprio dal marchese di Busca e conte di Loreto Manfredo I, che nel 1190 si guadagnò l'appellativo di "Lancia" per aver militato come lancifero nelle truppe di Federico Barbarossa.Forse Bianca Lancia, figlia di Manfredo II e moglie di Federico II di Svevia, fu la madre di Manfredi, che fondò Manfredonia e fu l'ultimo sovrano svevo del Regno di Sicilia.
Il maniero appartenuto ai Loreto Lancia fu forse abbattuto nel 1255 quando questa famiglia decadde.
Dal XIII secolo Castagnole delle Lanze fu sotto il dominio di Asti.
Nel XIV secolo erano i Visconti i signori del luogo.
Il feudo fu infatti donato a Valentina Visconti in occasione delle sue nozze con Luigi di Valois, duca di Orléans.
Venne cinta da mura con torrioni cilindrici, di cui non rimangono che tracce.
Nel 1573 passò a Emanuele Filiberto di Savoia.
Vi furono in questo periodo due famiglie al comando del borgo: gli Alfieri e gli Asinari.
Gli Alfieri furono poi sostituiti dai conti Birago di Borgaro Torinese, mentre gli Asinari vennero soppiantati dai marchesi Carron di Saint Thomas.
Nel 1850 Castagnole delle Lanze divenne dominio di Casa Savoia e poi del Regno d'Italia.
Il borgo antico di Castagnole delle Lanze si trova sulla sommità di un colle.
Le vie e le piazze del borgo sono lastricate con pietre del fiume Tanaro e cemento: questo tipo di pavimentazione viene detta "sternia".
Le case rurali settecentesche che lo compongono sono state restaurate e su ogni muro esterno crescono bellissime rose rampicanti.
La Chiesa parrocchiale di S.Pietro in Vincoli fu costruita a partire dal 1681, dopo aver abbattuto la Chiesa di S.Maria delle Grazie che qui sorgeva.
Chiesa parrocchiale di S.Pietro in Vincoli |
La sua facciata originale era in cotto, mentre quella odierna risale a restauro del 1904.
particolare della facciata |
navata della chiesa |
altari laterali |
altari laterali |
fonte battesimale |
L'altare maggiore con presbiterio e balaustra, con decorazioni in stucco e oro, vennero voluti dal conte Carlo Giacinto Alfieri.
altare maggiore e presbiterio |
Poco più oltre del sagrato della chiesa si trova la Chiesa di S.Giovanni Battista dei Battuti Bianchi.
Chiesa di S.Giovanni Battista dei Battuti Bianchi |
facciata della chiesa con affresco della Nascita di S.Giovanni Battista |
interno della chiesa |
Il Parco della Rimembranza sorge oggi dove un tempo si trovava il castello Lancia.
Il parco è dedicato ai Caduti della Prima Guerra Mondiale.
Parco della Rimembranza |
Lo studioso di botanica, balistica, meccanica, artiglieria, termodinamica e ipsometria, fece qui erigere una torre (alta 14m), da lui usata come osservatorio astronomico.
torre del Parco della Rimembranza |
reperto bellico |
Torre: maggio/settembre domenica 15.00/18.00
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Le colline che circondano Castagnole delle Lanze sono coperte di vigneti.
Qui si produce Dolcetto d'Asti, Cortese dell'Alto Monferrato, Moscato d'Asti, ma soprattutto la Barbera d'Asti.
"Serba la tua purpurea Barbera
Per quando un giorno, che non è lontano
Tutto avvolto nella sua bandiera
Torni Galliano".
(Giovanni Pascoli - "A Ciapin")
“Generosa Barbera.Cesare Pavese definiva la Barbera "leggendaria", mentre ancora Giosuè Carducci "generosa" perché capace di far sentire forte chi la beve.
Bevendola ci pare
d’esser soli in mare
sfidanti una bufera.”
(Giosuè Carducci)
Così i nostri grandi poeti e scrittori italiani hanno definito questo vino.
Nel 663 nella battaglia di Refrancore i Longobardi lasciarono sui campi di battaglia delle anfore piene di questo vino, i Franchi lo bevvero, si ubriacarono e persero.
Gli ufficiali dell'esercito sabaudo lo definirono un "sincero compagno" perché non faceva perdere la calma in battaglia.Anche se si suppone che questo vitigno sia stato coltivato in quest'area d'Italia sin dal medioevo, il primo documento che ne attesti l'esistenza risale al XVII secolo e viene conservato a Nizza Monferrato.
Ma la Barbera è stata da sempre considerata un vino minore rispetto agli altri vini del territorio, un vino bevuto quotidianamente dai contadini, un vino da osteria.
Però dagli anni '80 del secolo scorso questo vino è stato riscattato anche a livello internazionale.
Durante la crisi della fillossera in Francia venne conosciuto come vino da taglio.
Nel 1970 gli è stato riconosciuta la Denominazione d'Origine Controllata (DOC), mentre nel 2008 la Denominazione d'Origine Controllata e Garantita (DOCG).
Oggi il 30% della superficie vitata del Piemonte è coltivata a Barbera, ed è il principale vitigno a bacca nera di questa regione.
Il vitigno Barbera (che si coltiva nelle province di Asti e Alessandria), ama terreni argillosi ma anche sabbiosi e calcari.
Si coltiva tra i 150m e i 400m di altitudine sul livello del mare.
Ama un clima temperato o temperato-umido, poco ventoso.
Viene vinificato in purezza ma i disciplinari ammettono il 15% di Fresia, Grignolino e Dolcetto.La Barbera ha un colore rosso rubino tendente al granata quando invecchia.
Viene affinato in piccoli legni di rovere.
Deve invecchiare almeno quattro mesi prima di essere messo in commercio.
Per essere definito "Superiore" deve essere invecchiato almeno 14 mesi di cui 6 in legno.
E' un vino longevo e può invecchiare bene anche 10 anni.
Ha un odore intenso tendente all'etereo.
Ha un sapore asciutto.
In gioventù si possono captare note di un bouquet di frutti rossi (prugna, ciliegia matura, mora, lampone); maturando in legno esalta le note speziate (cannella, vaniglia, cacao, liquirizia).
Da giovane è un vino adatto a tutto pasto: se vivace si abbina a primi piatti saporiti e salumi, se fermo alle grigliate di carne rossa e bianca, agli stufati, arrosti, pollame, formaggi stagionati ed erborinati.
Per promuovere il nome e la qualità della Barbera, a Castagnole delle Lanze è nata nel 2010 l'iniziativa "ADOTTA UN FILARE NELLE LANZE".
www.lanze.it
vino degli adottanti |
Si è arrivati a più di 2000 adottanti.
Durante la "Festa della Barbera" si può andare a ritirare il proprio vino.
vino degli adottanti |
Per tre giorni, nelle vie, piazze e cortili privati aperti al pubblico per l'occasione, stand con prodotti del territorio, piatti tipici e case vinicole della zona offrono l'occasione di conoscere Castagnole delle Lanze e le sue eccellenze.
La moneta per acquistare piatti e prodotti è il "Barberino".
In sottofondo intrattenimenti musicali di vari generi.
E poi tanta allegria.
http://www.festadellabarbera.it/
CONCLUSIONI
Castagnole delle Lanze si può definire "una città del vino", dove passare un weekend enogastronomico degustando le specialità del posto accompagnate da un bicchiere (o più, sempre con moderazione!) della sua buona Barbera d'Asti.
Trovo poi che incentivare la cultura di questo vitigno con iniziative come l'adozione dei filari, possa far bene all'economia della nostra nazione, e serva a far conoscere e apprezzare sempre più questo prodotto anche all'estero.
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