mercoledì 21 agosto 2019

Napoli: Castel Sant'Elmo


Sul punto più alto del Vomero, uno dei quartieri collinari di Napoli, si trova Castel Sant'Elmo, che con il centro storico della città è entrato nel 2014 nella lista del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.

Castel Sant'Elmo visto dal centro storico
Castel Sant'Elmo è il più grande castello di Napoli (nel perimetro della città si possono contare sette castelli!).
Questo importante esempio di architettura cinquecentesca si trova adiacente alla Certosa di S.Martino, con la quale condivide i migliori panorami sui principali monumenti della città, sul golfo con il suo porto, e naturalmente sul Vesuvio.

Panorama da Castel Sant'Elmo: Capri e Mergellina
Panorama da Castel Sant'Elmo: il Porto e la Stazione Marittima
Panorama da Castel Sant'Elmo: il golfo di Napoli, il Vesuvio e la Certosa di S.Martino
Panorama da Castel Sant'Elmo: Capodimonte
Panorama da Castel Sant'Elmo: Spaccanapoli e il Monastero di S.Chiara
Panorama da Castel Sant'Elmo: il Palazzo Reale e Piazza Plebiscito
Panorama da Castel Sant'Elmo: Pizzofalcone e Castel dell'Ovo
Il luogo in cui sorse questo castello si chiamava in epoca romana Paturcium, da Patulcius il soprannome del dio Giano, "colui che apre il cielo".

Nel 1170 fu costruita sulla sommità del colle una torre d'avvistamento normanna, chiamata Belforte, intorno alla quale Roberto d'Angiò tra il 1325 e il 1343 fece edificare un Palatium castrum.

La costruzione del Palatium fu affidata a Tino da Camaino e a Francesco de Vico, sotto la supervisione di Giovanni De Raya (reggente della Vicaria).
Alla morte di Tino da Camaino furono chiamati a portare avanti il progetto Attanasio Primario, e poi Balduccio de Becza.
Il Palatium venne quindi portato a termine sotto il regno di Giovanna I d'Angiò.

Già dal 1348 viene definito Castrum Sancti Erasmi in quanto vi era in quei luoghi una cappella dedicata a Sant'Erasmo.
Il nome del castello derivererebbe dalla corruzione della parola "Sant'Erasmo" in "Sant'Eramo", "Sant'Ermo" e infine "Sant'Elmo".

Il Palatium in stile provenzale aveva una panta quadrangolare con due torri (crollate durante il terremoto del 1456), si sviluppava su tre piani e possedeva una cittadella (balio) con alte mura.
Possedeva un fossato difensivo e un secondo muro di cinta.

Castel Sant'Elmo e la Certosa di S.Martino
Il castello venne assediato più volte.
Il primo assedio avvenne nel 1348 ad opera di Ludovico d'Ungheria che voleva vendicare il fratello Andrea d'Ungheria, marito della regina Giovanna I d'Angiò, che morì sembra per uxoricidio.
Ma a causa di una pestilenza il castello non venne conquistato.
Il castello si arrese invece a Carlo di Durazzo nel 1381.
Nel 1416 il castello venne venduto dalla figlia Giovanna II d'Angiò ad Alfonso V d'Aragona per 10.500 ducati.

Durante questo periodo il castello fu luogo di soggiorni e feste, grazie anche a Lucrezia d'Alagno, favorita di Alfonso V d'Aragona.

Castel Sant'Elmo visto da Capodimonte
Il castello venne quasi distrutto nel 1528 durante l'assedio della città posto dal comandante francese Odet de Foix, conte di Lautrec, nella guerra della Lega di Cognac tra Francesco I e Carlo V.
Tra il 1537 e il 1546 il castello venne ricostruito dall'ingegnere militare Pedro Luis Escrivà per volere del viceré spagnolo Pedro da Toledo, sollecitato da Carlo V che visitò la fortificazione di ritorno dalla vittoriosa conquista di Tunisi.

La fortezza difensiva cinquecentesca, costruita in tufo giallo napoletano, ebbe un andamento planimetrico stellare allungato a sei punte (o meglio sexangular, cioè formato da sei triangoli), sporgenti 20m rispetto alla parte centrale.
E' l'unico castello al mondo ad avere 6 punte e nessun torrione.
Questa forma anomala, senza torri, fu un esperimento d'ingegneria militare, per adattarsi alla morfologia del monte S.Martino.
Inoltre questa forma presenta un minor numero di lati da difendere.

E' una fortezza "a tenaglia" dagli spessi muri, lunga 200m e larga 100m e costituita da sette livelli di intricati corridoi (dai sotterranei alla piazza d'armi), che raggiungono un'altezza complessiva di 50m.
Questa particolare forma con postazioni difensive sulla cortina tufacea a ridosso delle pareti perimetrali munite di 12 cannoniere (a volte binate), e caditoie per il lancio di ordigni incendiari, permetteva di difendersi da tutte le direzioni.

possenti mura del castello con cannoniere
cannoniere
cannoniere binate
La fortezza divenne uno dei principali castelli del viceregno spagnolo, che oltre ai ricoveri per le truppe possedeva un suo tribunale, prigioni, officine, depositi di armi e munizioni, due grandi cisterne d'acqua (una di queste è oggi stata trasformata in auditorium), mulino, macelleria, cucine, forni, magazzini per i viveri e lavatoi.

Nel 1587 un fulmine caduto sulla polveriera provocò 150 morti e distrusse la dimora dei castellani, gli alloggi dei militari e la chiesa.

Tra il 1599 e il 1610 si ebbe una ricostruzione ad opera dell'architetto Domenico Fontana.

Tra il XVII e il XVIII secolo alcuni ambienti della fortezza furono adibiti a carceri per prigionieri politici.
Nel 1604 vi fu rinchiuso il frate domenicano e filosofo Tommaso Campanella, accusato di una congiura antispagnola ed eresia.
Si finse pazzo per sfuggire alla condanna a morte e qui rimase prigioniero fino al 1608, in una fossa buia e umida legato mani e piedi, scrivendo varie opere, tra cui "La Città del Sole".
Nel 1647 durante la rivolta di Masaniello si rifugiò nella fortezza il viceré duca d'Arcos, e il castello resistette agli assalti del popolo.

Nel 1659 fu poi qui rinchiusa con la sua cameriera la principessa di Conca Giovanna di Capua: le due donne morirono avvelenate, si dice ad opera degli stessi parenti della principessa che lei aveva disonorato.

Nel 1707 il castello fu assediato dagli Austriaci e nel 1734 dai Borbone.
Durante il periodo della Rivoluzione Francese il carcere ospitò alcuni patrioti italiani: Mario Pagano, Giuliano Colonna, Gennaro Serra di Cassano (poi decapitato a 27 anni), Ettore Carafa.
Durante i moti del 1799, la fortezza venne assediata dai giacobini che proclamarono la Repubblica Napoletana e presa dal popolo, vennero qui issati l'albero della libertà e la bandiera tricolore rossa, gialla e turchina.
La patriota, politica e giornalista Eleonora Pimentel Fonseca scrisse per questa occasione un inno alla Libertà  e per questo poi arrestata e condannata a morte per impiccagione, insieme a Giuliano Colonna.
Alla caduta della Repubblica Napoletana vi furono qui rinchiusi Domenico Cirillo, Francesco Pignatelli di Strongoli, Giovanni Bausan, Giuseppe Logoteta, Luisa Sanfelice.

Luisa Sanfelice, nobildonna napoletana che aveva denunciato una congiura ai danni del governo repubblicano, e per questo considerata una sua salvatrice, una volta sconfitta la Repubblica Napoletana fu incarcerata e condannata a morte per decapitazione nel 1800.
Durante il Risorgimento il carcere ospitò il generale Pietro Colletta, Mariano d'Ayala, Carlo Poerio, Silvio Spaventa.
Quando il 9 settembre 1860 Napoli fu presa da Garibaldi, sul castello sventolò la bandiera tricolore con lo stemma sabaudo.
Castel Sant'Elmo restò carcere militare sino al 1952.
Ma veniamo alla descrizione del castello come si presenta oggi agli occhi del visitatore.
Premetto che durante la nostra visita il castello ospitava (come è solito fare), l'evento "Napoli città del libro", che si svolgeva negli ambulacri interni, e quindi questa parte non era possibile visitarla nel normale percorso.

Superato l'ingresso e la biglietteria, ci si avvia attraverso un largo passaggio tra la roccia tufacea gialla verso la rampa d'accesso al castello.

viale d'accesso al castello
roccia tufacea scavata
alte mura del castello e sperone tufaceo
rampa verso il castello
La costruzione ai piedi della rampa è un antico corpo di guardia e la scala in legno adiacente con la scritta "Le Jardin" è stata costruita per accedere al giardino che si trova sulla sua sommità, e si tratta dell'opera vincitrice della terza edizione del concorso "Un'Opera per il Castello" (2013).
Al momento della nostra visita l'accesso al giardino era interdetto.

sulla destra della foto l'antico corpo di guardia con il giardino sulla sommità
scala d'accesso al giardino segreto del corpo di guardia
La rampa termina con un ponte fiancheggiato da mura dotate di 12 feritoie.

rampa e ponte con muri dotati di feritoie
strutture di sostegno del ponte
Si giunge quindi ad un ingresso coperto in cui si trova la cosiddetta Grotta dell'Eremita, la cavità che accolse un'asceta in tempi cristiani o paleocristiani.

ingresso coperto dopo il ponte e facciata del castello con ingresso monumentale
Si prosegue quindi in salita fino al ponte levatoio che sormonta il fossato ad un'altezza di 20m.
Qui sette feritoie assicuravano la difesa del ponte alle guardie.

rampa che porta all'ingresso del castello

ingresso a Castel Sant'Elmo con ponte levatoio
ponte levatoio
ponte levatoio
L'ingresso entro le mura del castello avviene tramite un portale in piperno, sormontato da un'epigrafe, collocata qui nel 1538, che commemora la visita dell'imperatore a Napoli nel 1535.

portale d'ingresso a Castel Sant'Elmo sormontato da epigrafe e monumento
Il portale è sormontato da un monumento in marmo di Carrara, opera di Maso da Fiesole, raffigurante i sudditi che s'inginocchiano al cospetto dell'imperatore, rappresentato da due soldati di profilo e dallo stemma imperiale di Carlo V con l'aquila bicipite e coronata.

epigrafe e monumento dedicato a Carlo V (Maso da Fiesole)
Varcato l'ingresso, sulla sinistra si trova un cancello "a ghigliottina" realizzato in epoca napoleonica.

rampa coperta per raggiungere la Piazza d'Armi
Da qui una rampa coperta, percorribile anche da carri trainati da cavalli, porta sino alla sommità del castello dove, dopo alcune arcate dalle quali si può continuare ad ammirare i panorami sulla città e sulla sottostante Certosa di S.Martino, si trova la cosiddetta Piazza d'Armi.

arrivo alla Piazza d'Armi
Piazza d'Armi
Piazza d'Armi
pavimentazione originale della Piazza d'Armi
Piazza d'Armi
i pozzi e gli edifici centrali della Piazza d'Armi
La Piazza d'Armi, che conserva ancora il suo pavimento originale, fu riparata dai danni provocati dal fulmine del 1587 da Domenico Fontana più di dieci anni dopo l'accaduto.

Fu ricostruita la Chiesa di S.Erasmo.
La precedente chiesa ultimata nel 1547 da Pietro Prato era posta sul lato Nord-Est della piazza, e fu riedificata invece a Sud-Est, inglobandola in un edificio che una volta era la residenza del castellano, per facilitare la ronda delle milizie.

esterno della Chiesa di Sant'Erasmo (edificio a destra della foto)
ingresso della Chiesa di Sant'Erasmo
L'interno della chiesa custodisce alcune lapidi sepolcrali di castellani (XVI/XVIII secolo): sul pavimento in cotto e maioliche si trovano la lastra tombale di Martin Galiano y Granulles (raffigurato come un guerriero in armatura), la lastra tombale di Don Juan Buides e la lastra tombale di Francisco Vasquez.

interno della Chiesa di S.Erasmo
Lastra tombale di Martin Galiano y Granulles (1662)
Lastra tombale di Don Juan Buides (1721)
Lastra tombale di Francisco Vasquez (1776)
L'unica opera superstite della chiesa originale è il Monumento funebre di Pedro da Toledo, primo castellano cugino dell'omonimo viceré, realizzato da Annibale Caccavello.

Monumento funebre di Pedro da Toledo (Annibale Caccavello)
E' una lastra tombale terragna con epigrafe con stemmi della famiglia Toledo e dedica della moglie Sofia Mogorin.
E' stata collocata dietro l'altare.

epigrafe con stemmi della famiglia da Toledo e dedica di Sofia Mogorin
Sull'altare vi è la statua di S.Erasmo (XIX secolo), protettore dei marinai del Mediterraneo, mentre sulla volta vi è un affresco del XVIII secolo raffigurante l'Assunzione di Maria in Cielo.

altare maggiore e statua di Sant'Erasmo (XIX sec.)
Assunzione di Maria in Cielo (Anonimo - XVIII sec.)
Sulla sommità del castello si trovano oggi la Biblioteca di Storia dell'Arte "Bruno Molajoli" e il Museo Napoli Novecento, un museo in progress che raccoglie opere d'arte dal 1910 al 1980.

Museo Napoli Novecento e Biblioteca "Bruno Malajoli"
Nelle ex celle del Carcere Alto sono esposte 150 opere di 90 artisti partenopei e non.
Il museo è suddiviso in tre sezioni:

- Primo Novecento: Secessione del 23 - Primo e Secondo Futurismo - Ceramiche dal Liberty alla Mostra Oltremare - Ritorno all'ordine - Neorealismo - Gruppo Sud - Movimento Arte Concreta - Informale

- Secondo Novecento: Nuclearismo - Gruppo 58 - Poesia visiva - Geometria e Ricerca - Pop Art - Arte concettuale - Transavanguardia

- Arte negli Anni '80

Museo Napoli Novecento
Museo Napoli Novecento
Museo Napoli Novecento
Museo Napoli Novecento
Museo Napoli Novecento
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Lungo il perimetro della Piazza d'Armi si può passeggiare sui larghi camminamenti (che fungevano da copertura agli alloggi della guarnigione), con parapetti protetti da merli e tra i quali vi erano le artiglierie offensive a lunga gittata.

camminamenti con merloni
alloggi delle truppe
alloggi delle truppe
Dai camminamenti si può ammirare il bellissimo panorama di Napoli a 360°.

panorama dai camminamenti di Castel Sant'Elmo
panorama dai camminamenti di Castel Sant'Elmo
panorama dai camminamenti di Castel Sant'Elmo
panorama dai camminamenti di Castel Sant'Elmo
panorama dai camminamenti di Castel Sant'Elmo
Si possono ammirare anche alcune installazioni site-specific e opere vincitrici del concorso "Un'Opera per il Castello", che fanno parte delle collezioni permanenti di arte contemporanea di Castel Sant'Elmo.

installazione: "Elmo" (Mimmo Paladino)
installazione: "Il Tempo Interiore" (Roxy Rox - 2013)
installazione: "Guerrieri" (Sergio Fermariello - 2008)
installazione: "La Cura" (Chiara Cocorese)
installazione: "Mono No Aware" (Marco Rossetti e Cesare Patanè - 2018)
Lungo i camminamenti vi è anche un punto in cui Giovanni Antonio Rizzi Zannoni nel 1782 compì osservazioni astronomiche per stabilire le coordinate geografiche del bastione settentrionale di Castel Sant'Elmo, e questo divenne il centro delle coordinate della Carta del Regno di Napoli.

centro delle coordinate della Carta del Regno di Napoli


http://www.polomusealecampania.beniculturali.it/index.php/il-castello
Orari Castello:  8.30/19.30
Orari Museo Napoli Novecento: 9.30/17.00  CHIUSO MARTEDÌ
Costo: 5€       MARTEDÌ 2,50€ (perché chiuso il Museo Napoli Novecento)


CONCLUSIONI
Castel Sant'Elmo con la sua possente mole che vanta un'estensione di 60.000mq (di cui 20.000mq coperti), dall'alto del Vomero domina la città e per questo ha rappresentato in passato un valido punto d'avvistamento per la difesa di Napoli e del suo golfo, anche se molti criticavano la sua distanza dal mare.
Oggi a noi visitatori offre incredibili panorami e l'opportunità di conoscere la storia politica e militare di questa splendida città, gettando l'occhio anche all'arte moderna.


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