mercoledì 7 agosto 2019

Napoli: le Catacombe di S.Gaudioso


Ad ogni visita Napoli riserva una sorpresa!
Questa volta la sorpresa l'abbiamo trovata nelle sue viscere, in quel sottosuolo scavato per secoli dai suoi abitanti, per estrarre il tufo e costruire la città.

Abitando a Roma, dove si ha solo l'imbarazzo della scelta su quale catacomba voler visitare, abbiamo lasciato un po' come riserva la visita delle catacombe di Napoli, pensando che in fondo la città offrisse di meglio.
Ma andando a visitarle ci siamo ricreduti, forse grazie anche all'entusiasmo che le giovani guide della cooperativa "La Paranza" mettono nelle loro visite guidate.

Ed è per questo che, dopo aver visitato le Catacombe di S.Gennaro, abbiamo visitato anche le Catacombe di S.Gaudioso.
Le Catacombe di S.Gaudioso è per ampiezza (5600mq) e importanza il secondo cimitero paleocristiano della città.
Si trovano nella zona settentrionale della città, nel Rione Sanità, così come quelle più famose di S.Gennaro, e fanno parte, insieme agli ipogei ellenistici, alle Catacombe di S.Severo e al Cimitero delle Fontanelle, dei siti che l'area cimiteriale-necropoli di questa valle ai piedi della collina di Capodimonte, ha accolto a partire dal II millennio a.C..

Le Catacombe di S.Gaudioso si trovano sotto la barocca Basilica di S.Maria della Sanità, e l'accesso al sito ipogeo un tempo avveniva dalla cripta della chiesa.

Basilica di S.Maria della Sanità
I passaggi che permettevano l'entrata nella catacomba furono chiusi nel 1628, e al loro posto furono collocati 13 altari, racchiudenti le reliquie di altrettanti Santi provenienti dalle catacombe romane, e decorati da affreschi di Bernardino Fera (allievo del Solimena), che raffigurano le scene di martirio di questi Santi protocristiani: da una parte le donne martirizzate e dall'altra gli uomini martiri.

Cripta della Basilica di S.Maria della Sanità
Rimane una porticina che comunica con la catacomba, vicina all'altare di Sant'Eugenia.

cancello che divide la cripta dalla catacomba
Oggi l'accesso alle catacombe avviene invece scendendo una scala posta sulla destra della cripta.
ingresso alle Catacombe di S.Gaudioso
Le Catacombe di S.Gaudioso prendono il nome da Settimio Celio Gaudioso, chiamato anche Gaudioso l'Africano perché proveniva dalla Tunisia, ed era stato vescovo di Abitine (una città non identificata dell'Africa proconsolare).
Si narra che non avendo voluto convertirsi all'arianesimo dei Vandali, re Genserico lo avesse imbarcato, insieme ad altri cristiani, su una imbarcazione senza remi e senza vele, e lasciato alla deriva.
Giunto fortunosamente lungo le rive della città partenopea (forse nel 439), S.Gaudosio costruì un monastero sulla collina di Capodimonte e un monastero a Caponapoli.
Oltre al merito di aver introdotto la Regola Agostiniana, egli traslò a Napoli alcune reliquie di Santa Restituta, poste nella basilica paleocristiana del Duomo.
Quando morì fu sepolto (451/453) in quest'area fuori delle mura della città che, oltre a prendere il suo nome, divenne un luogo di culto.
Oltre a S.Gaudosio, si trovavano qui sepolti anche Sant'Agnello, S.Nostrano, S.Sossio e S.Pascenzio.

Le Catacombe di S.Gaudosio, almeno per quello che lo scavo archeologico ha portato alla luce, si sviluppano su due livelli.
Sono composte da 2000 loculi e 500 arcosoli.
I lati dell'ambulacro centrale (lungo 25m e largo 3m) accolgono 13 cubicula per la maggior parte rettangolari con arcosoli e decorazioni del V/VII secolo.

corridoio d'ingresso della catacomba
Il primo cubicolo che s'incontra scesi nella catacomba è il cosiddetto cubicolo di S.Nostrano (il vescovo che accolse S.Gaudioso e coloro che naufragarono con lui), in cui un arcosolio è decorato con una Croce gemmata graffita al di sotto della quale è stata posta una scultura tufacea del Cristo morto (XVII secolo).

Cubicolo di S.Nostrano
arcosolio del Cubicolo di S.Nostrano: Croce gemmata graffita e Cristo morto
Sul soffitto di questo cubicolo si trovano raffigurati due volti di Cristo Pantocratore sovrapposti perché dipinti ad un secolo di distanza tra loro: uno è iscritto in un cerchio e l'altro in un quadrato.

soffitto del Cubicolo di S.Nostrano: volto di Cristo Pantocratore
Questo cubicolo è anche decorato negli angoli della volta da quattro medaglioni in cui sono raffigurati i simboli degli Evangelisti.

Cubicolo di S.Nostrano: l'Aquila simbolo dell'Evangelista S.Giovanni
Cubicolo di S.Nostrano: l'Uomo simbolo dell'Evangelista Matteo
Cubicolo di S.Nostrano: il Bue simbolo dell'Evangelista Luca
Cubicolo di S.Nostrano: il Leone simbolo dell'Evangelista Marco
Da questo cubicolo, mediante una scaletta, si poteva accedere a quello che viene chiamato cubicolo del Calice ansato, ma che non abbiamo potuto visitare.

ingresso al cubicolo del Calice ansato
In prossimità di questo cubicolo sulla parete si trova un affresco raffigurante la testa di S.Caterina da Siena, realizzata da Giovanni Balducci nel XVII secolo, che come vedremo si dedicò alla realizzazione della decorazione pittorica della catacomba.

S.Caterina da Siena (Giovanni Balducci - XVII sec.)
Dopo il cubicolo di S.Nostrano si accede al cubicolo di S.Gaudenzio.

passaggio tra il cubicolo di S.Nostrano e il cubicolo di S.Gaudenzio (sul fondo l'accesso al cubicolo del Calice ansato)
L'arcosolio che custodiva la tomba di S.Gaudioso è decorato con un mosaico del VI secolo, frammentario e poco leggibile, che doveva raffigurare il Santo, racemi e foglie.

cubicolo di S.Gaudenzio
arcosolio della tomba di S.Gaudenzio
frammenti del mosaico dell'arcosolio della tomba di S.Gaudenzio
Sull'estradosso è scritto:
"HIC REQUIESCIT IN PACE SANCTUS GAUDIOSUS EPISCOPUS QUI VIXIT ANNI LXX".
iscrizione sull'estradosso della arcosolio della tomba di S.Gaudenzio
Il corpo di S.Gaudioso non è più qui: fu prima traslato all'interno della città per motivi di sicurezza (il principe Sicone I aveva già trafugato i resti di S.Gennaro) e poi però andò bruciato in un incendio.
Intorno alla tomba di S.Gaudioso si vedono i loculi di coloro che si vollero far seppellire accanto al Santo vescovo (quattro file di sei loculi su ogni lato).

loculi adiacenti alla sepoltura di S.Gaudenzio
Proseguendo la visita, lungo l'ambulacro principale si trovano diversi cubicoli con loculi, alcuni con resti di mosaici e di intonaci.

corridoio principale della catacomba
cubicoli del lato sinistro del corridoio principale
cubicolo con loculi
loculi
cubicolo con arcosoli
Nell'ultimo cubicolo del lato destro si trova la tomba di S.Pascenzio con un affresco del V/VI secolo d.C. dove è rappresentata una scena d'accoglienza in cui S.Pietro introduce il defunto Pascentius e un altro personaggio (Cristo o S.Paolo).
Accanto ai personaggi sono raffigurati due candelabri accesi (tipici delle rappresentazioni africane).

Percorrendo il corridoio centrale della catacomba ci si accorge che lungo le sue pareti, tra un cubicolo e l'altro, vi sono raffigurazioni a dir poco macabre!

sepolture del V/VI secolo e sepolture del XVII secolo
Bisogna infatti sapere che le Catacombe di S.Gaudioso andarono incontro nei secoli di alcune trasformazioni.

Nel basso medioevo infatti furono abbandonate a causa delle cosiddette lave dei Vergini (le colate di fango e detriti dovute all'erosione delle colline circostanti che si verificarono in quest'area sino agli anni '60 dello scorso secolo), che ne ostruirono l'accesso.
Inoltre, come ho già accennato, nel IX secolo le reliquie dei Santi vennero portate entro le mura della città per paura che fossero trafugate.

Delle Catacombe di S.Gaudosio se ne perse la memoria.
Vi era stata costruita sopra una cascina e la cripta era divenuta la sua cantina e una stalla, fino a quando nel XVI secolo fu ritrovato l'affresco del V/VI della Madonna della Sanità, che era stata sepolta dal fango.
E' questa la più antica raffigurazione di Maria della Campania.
Oggi si trova conservata nella cripta della chiesa.

Madonna della Sanità (V/VI sec.)
Ritrovate le catacombe, questa zona di Napoli venne ripopolata, e le fu dato il nome di "Sanità" sia per la salubrità del luogo, sia per le sue funzioni taumaturgiche: avvenivano guarigioni miracolose che venivano attribuite alla presenza delle catacombe.
L'area fu affidata ai Domenicani che costruirono sopra al luogo della sepoltura di S.Gaudenzio la Chiesa di S.Maria della Sanità.

Le Catacombe di S.Gaudioso, se pur modificate, tornarono ad essere un luogo di sepoltura per aristocratici ed ecclesiastici.

accesso alla zona inferiore della catacomba con i "seditoi" per la pratica della "scolatura"
A costi molto elevati (ecco perché qui venivano sepolti solo i ricchi), qui si praticava la cosiddetta "scolatura", un procedimento importato dalla Sicilia, che prevedeva il posizionamento dei cadaveri in posizione seduta in nicchie scavate nel tufo.

"seditoi" o "cantarelle"
"seditoi" o "cantarelle"
I corpi venivano forati per far perdere loro i liquidi corporali che venivano raccolti in cavità chiamate "seditoi" o "cantarelle" da "canthàrus" che in greco significa "vaso".

"seditoi" o "cantarelle"
I corpi venivano lasciati a "scolare" per 8/12 mesi.
Le ossa venivano poi lavate e il teschio, dove si pensava si trovasse il pensiero, veniva incastonato nel muro della catacomba, mentre il resto delle ossa venivano poste in una singola sepoltura o accatastate con altre.

sepolture maschili sul muro laterale sinistro del corridoio principale della catacomba
sepolture femminili sul muro laterale destro del corridoio principale della catacomba
Al di sotto del teschio posto nel muro, veniva affrescato uno scheletro vestito con gli abiti che ne facessero capire il ceto o la professione, accompagnato a volte dalle raffigurazione degli oggetti usati in vita.
Le donne sono raffigurate tutte con ampie gonne.

sepoltura maschile
sepolture femminili
sepolture femminili
Questi affreschi vennero realizzati da Giovanni Balducci (pittore che lavorò nella Cattedrale di Volterra, negli Uffizi e nel Duomo di Firenze), che rinunciò al suo compenso in cambio di essere sepolto in questa catacomba con questa procedura.

sepoltura di Giovanni Balducci
particolare della sepoltura del pittore Giovanni Balducci
Il suo teschio lo si può riconoscere per la tavolozza e i pennelli e per il suo nome che, come quello degli altri personaggi posti nel corridoio principale della catacomba, era scritto e a volte associato ad un motto per renderli riconoscibili.

Le donne sono poste sul lato sinistro dell'ambulacro , mentre gli uomini occupano il lato destro.

Sono stati qui posti Sveva Gesualdo principessa di Montesarchio, la nobildonna Maria de Ponte, il militare Scipione Brancaccio, il magistrato Diego Longobardo (morto nel 1632) e il magistrato Marco Antonio De Aponte, Alessandro d'Afflitto, un Domenicano in preghiera.

sepolture di Maria De Ponte e di Sveva Gesualdo principessa di Montesarchio
Maria De Ponte
Sveva Gesualdo principessa di Montesarchio
sepoltura del magistrato Marco Antonio De Aponte
Marco Antonio De Aponte
sepoltura del magistrato Diego Longobardo
Diego Longobardo
sepoltura del cavaliere Scipione Brancaccio
Scipione Brancaccio
Alessandro d'Afflitto
Si trova anche, all'inizio del corridoio, la raffigurazione di due giovani sposi che si tengono per mano per l'eternità.

i "Giovani Sposi"
particolare dei "Giovani Sposi"
Si racconta che siano una coppia di giovani sposi morti di crepacuore il giorno delle loro nozze.
La leggenda narra che la promessa sposa ossequiasse nel Cimitero delle Fontanelle il teschio del Capitano Spagnolo, e che lo sposo lo avesse invece offeso.
Per questo il Capitano Spagnolo si presentò alle nozze spaventandoli "a morte".
Un altro affresco illustra l'Allegoria della Morte, illustrando uno scheletro con clessidra, scettro, corona e libro.

"Allegoria della Morte"
"Allegoria della Morte"
CURIOSITÀ: il Principe della risata, Antonio de Curtis, in arte Totò nacque nel Rione Sanità, e avendo visitato spesso queste catacombe, sembra che a questa immagine si sia ispirato per scrivere 'A Livella, una sua famosa poesia che fa riflettere sul fatto che davanti alla morte poveri o ricchi, potenti e non, siamo tutti uguali:
"T”o vvuo’ mettere ‘ncapo…’int’a cervella
che staje malato ancora e’ fantasia?…
‘A morte ‘o ssaje ched”e?…è una livella.

‘Nu rre,’nu maggistrato,’nu grand’ommo,
trasenno stu canciello ha fatt’o punto
c’ha perzo tutto,’a vita e pure ‘o nomme:
tu nu t’hè fatto ancora chistu cunto?"
                                            (Tratto da 'A Livella di Totò)

L'unico scheletro che in apparenza sembra completamente murato è quello detto del Guardiano delle Catacombe.

il "Guardiano"
In realtà le ossa che compongono questo scheletro  sono composte in maniera per così dire fantasiosa.
Le sue mani impugnano una falce e sono poggiate ad un cancello per bloccare le anime in Purgatorio senza consentire l'accesso al cielo.

Questa macabra pratica sepolcrale rimase in vigore per poco (venne vietata nel 1637), ma ad essa sono legati dei modi di dire e delle parole del gergo napoletano: un'imprecazione derivante dalla "scolatura" è "Puozze sculà" ovvero "tu possa morire" ed il nome che ancor oggi si usa per indire il becchino è "schiattamuorto", perché erano chiamati così coloro che praticavano i fori nel corpo dei defunti.

"seditoi" e botola nel soffitto per introdurre i cadaveri
botola nel soffitto per introdurre i cadaveri
Il mestiere dello "schiattamuorto" era svolto in condizioni igieniche malsane, e chi lo praticava era costretto a passare molto tempo in questi cunicoli fetidi, con botole che venivano aperte solo per introdurre i cadaveri, e spesso quindi si ammalava.

Vi è anche un'altra poesia che Totò ha dedicato a questo tema:
"I' faccio ‘o schiattamuorto ‘e professione,
modestamente sono conosciuto
pe tutt' ‘e ccase ‘e dinto a stu rione,
pecchè quann'io maneo nu tavuto,
songo nu specialista ‘e qualità .

I' tengo mode, garbo e gentilezza.
‘0 muorto mmano a me pò stà sicuro,
ca nun ave nu sgarbo, na schifezza.
lo ‘o tratto come fosse nu criaturo
che dice a ‘o pate: " Me voglio jì a cuccà ".
                                            (Tratto da O' Schiattamuorto di Totò)


In fondo al corridoio principale della catacomba, sotto una piccola volta si trova una scultura tufacea di Cristo giacente del XVII secolo.
Sulla parete dietro la scultura si trova un affresco coevo che raffigurerebbe le Anime del Purgatorio.

Cristo giacente e Anime del Purgatorio (XVII sec.)
La visita si conclude con l'attraversamento su una passerella di un'antica cisterna (lunga 25m, larga 8/10m e alta 8/10m), che i domenicani riutilizzarono come loro cimitero.

cisterna con sepolture dei domenicani
sepolture dei domenicani
Croce dipinta nella cisterna
loculi della cisterna
sepolture pavimentali scavate nella cisterna
loculi e arcosolio della cisterna


http://www.catacombedinapoli.it/it/luoghi/catacombe-di-san-gaudioso-napoli

Orari: lunedì/domenica  10.00/13.00 (ultima visita guidata alle 13.00)
Costo: 9€
IMPORTANTE: se pensate di visitare anche le Catacombe di S.Gennaro conservate il biglietto che vi darà la possibilità dell'ingresso anche a queste catacombe entro un anno.


CONCLUSIONI
Le Catacombe di S.Gaudioso sono un luogo d'importante valenza storica, artistica, culturale e religiosa.
Queste catacombe, come anche le Catacombe di S.Gennaro, si possono visitare grazie alla  buona volontà dei ragazzi della cooperativa "La Paranza". 
La riscoperta, il restauro e la possibilità di visitare il sito ha rappresentato per questi giovani intraprendenti del quartiere Sanità un motivo e lo spunto per riscattarsi e aprire la via per la riqualificazione di questa zona della città.
Infatti, a causa della costruzione del Ponte Maddalena Cerasuolo che scavalca il quartiere (costruito dai Francesi agli inizi del 1800 per collegare il centro storico con la Reggia di Capodimonte), il Rione Sanità era divenuto uno dei quartieri più malfamati di Napoli, essendo rimasto isolato.
Quindi la visita a questo sito rappresenta anche un aiuto a questa lodevole iniziativa.



Nessun commento:

Posta un commento