giovedì 1 agosto 2019

Napoli: le Catacombe di S.Gennaro


Napoli, città con il maggior numero di edifici sacri al mondo (si contano quasi 500 chiese barocche), per la sua sacralità è una città da visitare anche nelle sue viscere.

Sotto la collina di Capodimonte, nel Rione Sanità, un tempo area posta al di fuori delle mura cittadine, si trovano ben nove antiche aree di sepoltura.
Tra queste le Catacombe di S.Gennaro, riaperte al pubblico nel 2006.
Sono l'area archeologica più conosciuta ed importante della zona, e sono anche le catacombe più grandi dell'Italia meridionale.

L'ingresso delle Catacombe di S.Gennaro si trova accanto alla Basilica dell'Incoronata del Buon Consiglio.

Basilica dell'Incoronata del Buon Consiglio
ingresso alla biglietteria delle Catacombe di S.Gennaro
Per accedere al sito si percorre in discesa una scala posta nei nei giardini della chiesa.

ingresso dalla Catacomba Superiore delle Catacombe di S.Gennaro
Le Catacombe di San Gennaro sono disposte su due livelli non sovrapposti: la Catacomba Inferiore e la Catacomba Superiore.
Sono caratterizzate da ambienti molto ampi, rispetto a quelli delle catacombe di Roma.
Questo è stato possibile perché scavate nel tufo napoletano, materiale facilmente lavorabile, ma nello stesso tempo resistente.
La catacomba esplorata si estende per 5800mq e presenta 3.000 sepolture (più di 2000 loculi e più di 500 arcosoli).

cubicula e loculi lungo i corridoi della catacomba
Il nucleo più antico antico delle catacombe risale al II secolo e si trova nelle cosiddette Catacombe Inferiori.
Era forse questo il sepolcro di una famiglia gentilizia romana che successivamente donò questi spazi alla comunità cristiana.

Catacomba Superiore
Ma il percorso di visita ha inizio scendendo nella Catacomba Superiore, dove si è subito immersi in questa antica città dei morti: gallerie, cubicula con arcosoli per le persone più facoltose, loculi a parete negli ambulacri più periferici o scavati nel suolo (le formae, le sepolture più umili).

una forma
cubiculum con arcosoli e formae
formae, loculi e arcosoli
arcosolio dipinto con figura maschile e tralci d'uva
Un'architettura scavata, non costruita, decorata con affreschi e mosaici.
La Catacomba Superiore è costituita da un sepolcreto del III secolo che conserva pitture delle preesistenze pagane (II secolo), le prime pitture cristiane dell'Italia meridionale di III secolo in stile pompeiano ("Vestibolo Superiore"), e pitture dell'epoca bizantina (IX secolo).

Tra i cubicula più interessanti per le decorazioni è quello della Famiglia di Theotecnus.

arcosolio con la Famiglia di Theotecnus (VI sec.)
In un affresco del VI secolo che decora un arcosolio sono raffigurati i tre membri di questa facoltosa famiglia: al centro la figlia Nonnosa, la prima ad essere morta a soli due anni e 10 mesi, a destra il padre Theotecnus morto a 65 anni, a sinistra la madre Ilaritas morta a 45, che indossa abiti scuri da vedova perché scomparsa per ultima.
La particolarità di questo affresco è di essere composto da tre strati sovrapposti: alla morte di ogni componente della famiglia, l'affresco veniva ridipinto.
Inoltre la ricchezza delle vesti e i gioielli con i quali sono raffigurati i personaggi, suggeriscono che questa fosse una famiglia agiata.
Il fondo di questo cubicolo è stato sfondato per far posto all'arcosolio dove è raffigurato il defunto  Proculus, che come i membri della famiglia di Theotecnus, ha lineamenti e color della pelle nordafricani.

Sempre nella Catacomba Superiore si trova la più antica raffigurazione di S.Gennaro (V secolo), anche lui con la carnagione un po' scura, identificato con la scritta "Sancto Martyri Januario", dipinto in un arcosolio insieme ad una donna di nome Cominia e a sua figlia Nicaziola.

Ritratto di S.Gennaro tra Cominia e Nicaziola (V sec.)
Interessanti anche gli arcosoli del V/VI secolo nei quali vennero dipinte le possibili diaconesse Bitalia orante, e Cerula raffigurata con due Vangeli aperti (appannaggio solo dei vescovi), affiancata da S.Paolo e S.Pietro (ormai irriconoscibile).

cubiculum con arcosolio di Cerula (V/VI sec.)
arcosolio di Cerula con S.Pietro (V/VI sec.)
arcosolio decorato con figura di S.Pietro nel cubiculum di Cerula (V/VI sec.)
In un altro cubiculum si trovano due arcosoli del VI secolo posti uno di fronte all'altro: in uno sono raffigurati S.Pietro e S.Gennaro con una corona tra le mani, nell'altro S.Paolo e il defunto Lorenzo.

cubiculum con raffigurazioni di S.Gennaro e S.Pietro e di S.Paolo col defunto Lorenzo (VI sec.)
S.Gennaro e S.Pietro (VI sec.)
S.Paolo col defunto Lorenzo (VI sec.)
Nella Catacomba Superiore si trova anche la cosiddetta Basilica dei Vescovi, realizzata agli inizi del VI secolo nell'area antistante la Cripta dei Vescovi.

Basilica dei Vescovi
All'inizio la Basilica dei Vescovi era solo una piccola aula di culto con l'altare situato in corrispondenza del sottostante Oratorio di San Gennaro.

Divenuta incapace di accogliere il crescente numero di fedeli, la basilica venne ampliata nel corso del VI secolo, fino a comprendere l'intero ambulacro centrale.

ingresso alla Basilica adiecta
Il nuovo spazio di culto a tre navate, lungo più di 50 m e largo 12 m, chiamato Basilica adiecta, o Basilica maior, era caratterizzato da una triplice arcata al centro e da una "edicola della Croce", una nicchia con una Croce a svastica, simbolo del sole nascente, e dall'acronimo "IC XC" del nome di Cristo Cristo in greco e dalla parola greca "NIKA" a significare "Gesù Cristo vince".

Basilica adiecta
triplice arcata della Basilica adiecta
nicchia con Croce a svastica con le scriite "IC XC" e "NIKA"
Questa basilica è decorata con dipinti che vanno dal IV al VI secolo.
Nella volta sono raffigurati in clipei i busti dei primi vescovi.

soffitto affrescato della Basilica adiecta
 La Cripta dei Vescovi, posta su lato occidentale della basilica, racchiudeva le sepolture di quattordici presuli partenopei del V e VI secolo.
In questo cubiculum si trovano 10 loculi e 8 arcosoli, posti in due ordini sovrapposti.
Alcuni vescovi erano raffigurati in clipei negli arcosoli, a mosaico o ad affresco.

ingresso della Cripta dei Vescovi
Cripta dei Vescovi
Tra gli altri erano qui sepolti Quodvultdeus (nome che significava "Quello che Dio vuole") vescovo di Cartagine, cacciato dal re vandalo Genserico e giunto a Napoli dove morì (qui raffigurato con la carnagione scura e con un codice decorato da una croce e dai quattro simboli dei Viventi dell'Apocalisse), Giovanni I il vescovo che traslò i resti di S.Gennaro nella catacomba (arcosolio di fondo del cubiculum), e il vescovo Giovanni II.

Cripta dei Vescovi: arcosolio con l'immagine di Giovanni I
Nel IX secolo il vescovo Giovanni IV traslò le spoglie dei vescovi qui sepolti nella basilica dentro le mura detta Stefania, che si trasformerà poi nel Duomo.

L'espansione della Catacomba Superiore avvenne a cominciare del V secolo a seguito della traslazione delle reliquie di S.Gennaro in questa catacomba, che da lui poi prese il nome.
La catacomba infatti divenne un luogo di pellegrinaggio e un luogo ambito di sepoltura.
Da qui la necessità di scavare altre gallerie e cubicula per dar modo di essere seppelliti più vicino possibile al Santo.
S.Gennaro, nato forse nel 272 e divenuto vescovo di Benevento, fu arrestato per la sua fede cristiana e decapitato a Pozzuoli nel 305.
La sua nutrice Eusebia raccolse il suo sangue in tre ampolle (che ancor oggi si liquefa tre volte l'anno), e insieme al cranio furono condotte a Napoli.
Il resto del corpo del Santo fu sepolto nell'Agro Marciano.
Nel V secolo il vescovi Giovanni I portò i resti del Santo a Napoli e li fece seppellire in questa catacomba.
Il principe longobardo Sicone I durante l'assedio che pose a Napoli nell'831, trafugò le spoglie di S.Gennaro e le portò a Benevento, dove rimasero fino al 1156.
Da qui passarono poi al santuario di Montevergine (Avellino) e poi dimenticate per due secoli.
Infine nel 1497, dopo essere state ritrovate casualmente sotto l'altare maggiore, furono riportate a Napoli e riunite alle altre sue reliquie poste nella Cappella del Succorpo del Duomo, grazie all'opera dell'arcivescovo Alessandro Carafa e del cardinale Oliviero.
S.Gennaro è divenuto patrono di Napoli nel 472, ed è stato invocato in occasioni di pestilenze (come durante l'epidemia di peste del 1527) o durante un'eruzione del Vesuvio (1631).

La tomba di S.Gennaro fu ritrovata durante gli scavi del 1969 in cubiculum sotto la Basilica dei Vescovi grazie allo studio di un'omelia dell'VIII secolo e da un brano del "Chronicon Episcoporum Neapolitanorum", la più antica fonte della storia della chiesa di Napoli, scritta nel IX secolo.
La tomba di S.Gennaro è stata scavata nel tufo e si trovava in un cubiculum ad un livello inferiore rispetto alla basilica, il cui ingresso venne murato.

Tomba di S.Gennaro
La tomba era circondata da affreschi in triplice strato: lo strato del IX secolo raffigurava S.Gennaro con i suoi compagni di passione Eutichete, Proculo, Sosso, Festo e Desiderio (questi affreschi staccati sono esposti nella Catacomba Inferiore), mentre nello strato del VI secolo S.Gennaro è raffigurato tra il Vesuvio e il Monte Somma.

S.Gennaro (IX sec.)
Sossio e Festo (IX sec.)
Desiderio e Acuzio (IX sec.)
Eutichete e Proculo (IX sec.)
Il ciclo di pitture paleocristiane della volta a botte del cosiddetto "Vestibolo Superiore", l'ambiente che introduce nella Catacomba Inferiore,  rappresenta un passaggio tra il Paganesimo e il Cristianesimo, una sorta di catechismo per cristianizzare i nuovi arrivati.

"Vestibolo Superiore" (con ponteggi per il restauro)
arcosoli e volta affrescati in stile pompeiano del "Vestibolo Superiore"
Negli affreschi della volta sono raffigurati in stile pompeiano i melograni e Amorini, insieme ad Adamo ed Eva, a Davide e Golia, alle Tre donne che lavano le pietre nel fiume per la costruzione della torre, ad un Cristo pantocratore...

particolare della volta del "Vestibolo Superiore": quadrature e Amorini
particolare della volta del "Vestibolo Superiore": Adamo ed Eva
particolare della volta del "Vestibolo Superiore": Davide e Golia
particolare della volta del "Vestibolo Superiore": le Tre donne che lavano le pietre al fiume e costruiscono la torre
CURIOSITÀ: quest'ultima è una rara raffigurazione tratta dalla "Terza Visione del Pastore di Erma", scritto nel II secolo in greco.
Le tre donne impersonificano le Virtù della Fede, Speranza e Carità e le pietre che vengono lavate al fiume sono i cristiani che con il battesimo costruiscono la Chiesa dei credenti (nella raffigurazione allegorica rappresentata dalla torre).

Qui, nella cosiddetta "zona greca", in un arcosolio polisomo detto "siracusano", si trova scavata una sepoltura infantile.

arcosolio "siracusano" con sepoltura infantile
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Si passa quindi nella cosiddetta Catacomba Inferiore, scavata intorno alla Basilica di Sant'Agrippino.

Questa "basilichetta" fu realizzata per contenere le spoglie del sesto vescovo di Napoli e primo patrono della città, Sant'Agrippino, portate in questa catacomba nel III secolo.

Basilica di Sant'Agrippino
Per realizzare la "basilichetta", nella quale ancor oggi viene in certe occasioni celebrata la Messa, furono abbattute alcune stanze del sepolcreto di II secolo.
Questo antico luogo cultuale a navata unica presenta un'abside soprelevata con cattedra scavata nel tufo.

abside della Basilica di Sant'Agrippino con resti della cattedra
Basilica di Sant'Agrippino
L'altare, in parte scavato nel tufo e in parte costruito in mattoni, reca un foro dove erano poste le reliquie di S.Agrippino per poter essere viste e toccate dai fedeli.

altare della Basilica di Sant'Agrippino
Sulla parete meridionale un affresco altomedievale raffigura un un vescovo e un monaco orientale.

Basilica di Sant'Agrippino: vescovo e monaco orientale
Attorno alla "basilichetta", secondo una struttura a reticolato, si è sviluppata al Catacomba Inferiore, che presenta soffitti alti anche più di 6 m.ed è divisa in tre grandi ambulacri.

Galleria centrale della Catacomba Inferiore con resti di affresco sulla parete
Galleria centrale della Catacomba Inferiore
Galleria laterale della Catacomba Inferiore
cubicula della Catacomba Inferiore
fine dell'ambulacro minore
L'ambulacro massimo era in origine ricoperto da affreschi (s'intravede oggi solo una figura che potrebbe essere Mosè, Cristo o S.Pietro) e medaglioni con tralci di vite.
Anche la volta del cosiddetto "Vestibolo Inferiore" reca resti di affreschi.

resti di affreschi nella volta del "Vestibolo Inferiore"
resti di affreschi nella volta del "Vestibolo Inferiore"
Uno degli interventi attuati nell'alto-medioevo è rappresentato dalla realizzazione di due edicole di cui non se conosce la funzione.

edicola della Catacomba Inferiore
Una di queste edicole scavate nei piloni dell'ambulacro centrale è detta "Edicola delle Vergini" per l’affresco dell'XI secolo con le cinque Sante (Caterina, Agata, Eugenia, Giuliana e Margherita) che ne decora le pareti.
Nel catino absidale è poi raffigurato il busto di Cristo.

Edicola delle Vergini (VIII/IX sec.)
particolare dell'Edicola delle Vergini (VIII/IX sec.): Caterina, Agata, Eugenia, Giuliana e Margherita / busto di Cristo (catino)
 Nelle Catacombe Inferiori si trova anche una vasca battesimale voluta nel 762 dal vescovo Paolo II che si rifugiò in questa catacomba durante le lotte iconoclaste, e voleva realizzare in questo luogo il suo Episcopio.

fonte battesimale (VIII sec.)
fonte battesimale (VIII sec.)
 In origine la vasca battesimale ad immersione era ricoperta di marmi.

fonte battesimale (VIII sec.)
Nel IX/X secolo nelle Catacombe di S.Gennaro vennero sepolti alcuni duchi napoletani, tra i quali Cesario Console di Napoli (nel 878), il duca vescovo Stefano e Stefano III.
Poi le spoglie dei Santi qui seppelliti furono portate al sicuro all'interno della città, e per la catacomba iniziò un periodo di decadenza e di abbandono (XIII/XIV secolo).
Riutilizzata nel 1600 come cimitero per i nobili, fu nuovamente abbandonata.               Nel XVIII secolo le catacombe divennero un tappa dei viaggiatori del Gran Tour.
Durante la seconda guerra mondiale questo luogo sotterraneo fu trasformato in rifugio antiaereo.
Catacombe di S.Gennaro viste dall'esterno
La visita delle Catacombe di S.Gennaro ha termine nella Basilica di S.Gennaro Extra Moenia, la chiesa dall'architettura paleocristiana che è la più antica dedicata al santo patrono di Napoli.
Basilica di S.Gennaro Extra Moenia
La basilica costruita nel V/VI secolo ha subito nei secoli varie trasformazioni: fu ristrutturata in epoca aragonese e nel XVIII secolo assunse un aspetto barocco.
Durante il periodo fascista fu riportata alle sue forme essenziali.

iscrizione che commemora i restauri dell'epoca fascista
Fu utilizzata come ospedale per malati di peste e poi come ospizio dei poveri e infine come deposito  dell'Ospedale S.Gennaro dei Poveri, all'interno del quale la basilica si trova.
Il soffitto a capriate andò a sostituire nel 1892 la volta. 
Oggi, dopo il suo recupero e la sua riapertura (2008), è adibita a eventi e mostre.
 
La basilica a tre navate presenta un'abside semicircolare paleocristiana, sostenuta da due colonne corinzie.

abside con colonne corinzie
Testimonianza dell'arte catalana sono gli archi modanati e i pilastri.

arcate modanate in piperno


http://www.catacombedinapoli.it/it/luoghi/catacombe-di-san-gennaro-napoli
Orari:  lunedì/sabato     10.00/17.00
            domenica           10.00/14.00
Costo:  9€

ATTENZIONE: il biglietto è valido 12 mesi per poter visitare anche le Catacombe di S.Gaudioso.

CONCLUSIONI
Porta S.Gennaro, la porta più antica di Napoli, veniva attraversata dai pellegrini che, dopo aver percorso il cosiddetto "Miglio Sacro", arrivavano sulla tomba di S.Gennaro.

Porta S.Gennaro
Ancor oggi, grazie alla cooperativa "La Paranza" che gestisce sia le Catacombe di S.Gennaro che le Catacombe di S.Gaudioso, si può ripercorrere quel "Miglio Sacro" attraversando il Rione Sanità, che un tempo costituiva la cosiddetta "Valle dei Morti" posta fuori dalle mura cittadine.
Il percorso all'interno delle catacombe è un  viaggio nella storia della città che qui s'intreccia con la storia del suo Santo protettore.
Un'esperienza interessante ed affascinante, che vivamente vi consiglio.

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