Nel distretto di Mouassine (vicino quindi alla Moschea Mouassine e alla Medersa Ben Youssef), all'interno di uno dei più antichi e più grandi riad della Medina di Marrakech, si trova un giardino celato segretamente dietro alte mura: Le Jardin Secret.
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ingresso de Le Jardin Secret |
L'origine di questo edificio e del suo splendido giardino risale a quattrocento anni fa, all'epoca della dinastia saadiana (XVI secolo). Distrutti alla fine del XVII secolo, furono ricostruiti a metà del XIX secolo per volere del caïd (funzionario) al-Hajj Abd-Allah U-Bihi, capo della tribù Haha che aveva sposato la sorella del sultano Hassan I, che in seguito fu sospettato di intrighi di potere e che per questo venne fatto avvelenare con un tè dal sultano Muhammad IV. Il riad passò al giudice Qadi Moulay Mustapha e poi nel 1912 al ciambellano Al-Hajj Muhammad Loukrissi (ex capo della corporazione degli orologiai), che qui visse insieme alle sue tre mogli. All'epoca della morte del ciambellano (1934), il riad fu diviso tra i suoi eredi (130). Cadde ben presto in stato d'abbandono, fino a quando nel 2008 non si palesò l'idea di restaurarlo e aprirlo al pubblico nel 2016.
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plastico de Le Jardin Secret |
Quest'oasi verde di pace, interrotta solo dal cinguettio degli uccelli e dal mormorio dell'acqua, è stata realizzata in tre anni dall'imprenditore italiano Lauro Milan, dall'architetto paesaggista inglese Tom Stuart-Smith e da un capo cantiere marocchino, che hanno saputo magistralmente strapparla all'oblio grazie all'opera di capaci operai e artigiani.
Il riad è costituito da due complessi distinti, ognuno dei quali si può considerare un riad con al centro il suo giardino. Quindi Le Jardin Secret è composto da due giardini diversi.
Superato l'ingresso della biglietteria, tramite alcuni gradini si accede ad un ambiente con boutique che permette di uscire direttamente nel primo giardino: il Giardino esotico.
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Giardino esotico |
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Giardino esotico |
Il Giardino esotico è dei due giardini il più piccolo. Rappresenta il Paradiso secondo la genesi dell'Antico Testamento. Qui sono stati piantumati alberi provenienti dalle aree dei cinque Continenti con condizioni climatiche simili a quelle del Marocco.
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Giardino esotico |
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Giardino esotico |
Un canaletto d'acqua percorre il giardino nella parte centrale e termina da un lato con una fontana con vasca pavimentale posta nell'edificio di entrata al sito e dall'altro capo con una vasca dove vivono alcune tartarughine e pesci rossi.
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vasca/fontana nell'edificio d'ingresso al sito |
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canale centrale del giardino esotico |
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fontana con vasca del giardino esotico |
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tartarughe e pesci rossi nella vasca |
Sul lato Nord del giardino esotico si trova l'entrata all'Hammam.
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ingresso all'Hammam |
Questa struttura privata fu costruita molto probabilmente in una fase successiva rispetto al padiglione Hbiqa adiacente. L'hammam, come le terme romane, era costituito da tre camere: frigidarium (camera fredda), tepidarium (camera tiepida) e calidarium (camera calda). Qui si è conservata in buono stato solo la sala del calidarium, che è stata restaurata.
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struttura dell'hammam |
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calidarium dell'hammam |
Adiacente a questa sala si trovava un bacino di acqua bollente con sottostante forno (tafdna) che forniva vapore e acqua calda all'hammam. Il vapore era condotto nella sala tramite fori circolari nel muro e l'acqua calda in una nicchia posta sul lato sinistro.
Le due nicchie sul lato destro erano alimentate da acqua fredda. Il fumo, prodotto nell'ambiente accanto, veniva convogliato in tubi sotto il pavimento e lungo le pareti, ed infine evacuato dal tetto dell'hammam.
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pavimento del calidarium: fori d'uscita del fumo di vapore - parete: nicchia per l'acqua calda |
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parete di fondo: nicchie per l'acqua fredda e foro d'uscita del vapore |
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tubature per il convogliamento dei fumi nelle pareti |
Il soffitto del calidarium è una volta a crociera a base ottagonale. Tramite cinque fori praticati nel soffitto, in cui sono stati posizionati tubi in terracotta, il vapore poteva fuoriuscire, l'aria esterna poteva ventilare la sala e la luce illuminare l'ambiente.
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soffitto del calidarium: volta a crociera su base ottagonale con fori di uscita del vapore,/areazione/illuminazione |
Le pareti del calidarium erano rivestite di tadelakt (rivestimento murale a base di calce), capace di assorbire e liberare umidità.
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Sul fondo del giardino esotico si trova un padiglione moderno di colore rosso, che serve da passaggio per il giardino più grande: il Giardino islamico.
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padiglione moderno tra i due giardini |
Il giardino islamico di forma rettangolare è diviso in quattro settori dall'incrocio di due vialetti rialzati.
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Giardino islamico (visto dalla terrazza della torre) |
Il giardino islamico rappresenta la metafora terrestre del Paradiso descritto nel Corano. E' un luogo sacro, costruito con regole geometriche rigorose, dove l'ordine mussulmano si impone sul disordine della natura selvaggia.
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Giardino islamico |
Nel giardino islamico sono stati piantati alberi di ulivo (considerata la pianta della beatitudine), di fico (albero del Paradiso), melograni (che rappresentano l'unità), palme da dattero (una delle benedizioni offerte in Paradiso), alberi di argan, viti, alberi di aranci dolci e amari.
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alberi di arancio e lavanda del giardino islamico |
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un parterre del giardino islamico |
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ulivi del giardino islamico |
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viti del giardino islamico |
Il suolo dei vialetti che s'intersecano perpendicolarmente al centro del giardino è coperto da una pavimentazione a bejmat (tessere rettangolari in terracotta smaltata provenienti da Fes), di colore verde smeraldo, posate a spina di pesce.
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vialetto con bejmat |
Al centro del Giardino islamico si trova una struttura a baldacchino di recente aggiunta, sotto la quale fermarsi a riposare o a bere una tazza di tè.
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padiglione centrale del giardino islamico |
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un tè sotto il padiglione centrale del giardino islamico |
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soffitto del padiglione |
Al centro di questo giardino, sotto il padiglione, si trova la fontana principale (khossa), circondata da una pavimentazione a zelliges blu zaffiro, giallo senape, verdi smeraldo, nere e bianche.
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khossa del giardino islamico |
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khossa del giardino islamico |
Anche al centro di ogni quadrante del giardino si trova una fontana marmorea .
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una fontana del giardino islamico |
L'acqua è il simbolo della vita. Il mormorio continuo dell'acqua favoriva la serenità e l'introspezione.
L'acqua e il suo convogliamento tra i giardini che compongono questo sito sono stati ripristinati come in origine.
Oggi l'ancestrale sistema idraulico formato dai Khettaras (tunnel sotterranei), dai 'ayn (canali), dai sahrij (bacini artificiali) e dalle qadous (condotte), non è più in funzione: l'acqua non proviene più dalla catena montuosa dell'Atlante, ma da un profondo pozzo; in ogni caso il sistema di alimentazione utilizza ancora la gravità.
Pannelli esplicativi (dai quali ho tratto disegni e notizie) posti nei punti significativi del giardino e un filmato aiutano a capirne i passaggi.
L'acqua giungeva al riad nel punto denominato 0.
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punto d'arrivo dell'acqua al riad (0) e distribuzione verso il giardino esotico (1A) e il giardino islamico (1B) |
Dal blocco compatto di mattoni e malta di calce, ermeticamente chiuso, partivano due condotti che portavano l'acqua ai due giardini del riad: al giardino esotico (1A) e al giardino islamico (1B).
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disegno del blocco d'arrivo e smistamento dell'acqua |
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blocco d'arrivo e smistamento dell'acqua (punto 0)
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Nel giardino esotico l'acqua si accumulava nel bacino ottagonale (2A) e veniva diretta tramite condutture verso due distributori d'acqua (b) che trasferivano l'acqua ai due parterre Nord e Sud del giardino. |
bacino ottagonale del giardino esotico (2A) e smistamento dell'acqua per l'irrigazione (b) |
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distributore sotterraneo originale (b) dell'acqua per l'irrigazione del giardino esotico |
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bacino ottagonale del giardino esotico affiancato dai distributori sotterranei d'irrigazione del giardino (coperti da lastra di vetro nel pavimento) |
Il livello del giardino 150 anni fa era 80 cm più in basso del livello dell'attuale giardino. L'irrigazione avviene grazie a irregolarità e solchi del terreno.
Attraverso tubature sotterranee l'acqua arrivava dal punto 0 in questa nicchia (1B) posta nel muro perimetrale del giardino islamico e passava per gravità in altre tre tubature: una alimentava il bacino di raccolta (sahrij - N°2 del disegno), una alimentava i canali di irrigazione del giardino (N°3) e un'altra conduceva l'acqua alle cucine (N°4) poste a Nord della torre.
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percorso dell'acqua dal punto 0 al punto 1B del giardino islamico e distribuzione dell'acqua da qui al bacino di raccolta (N°2), ai canali d'irrigazione (N°3) e alle cucine (N°4) |
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disegno della nicchia di smistamento delle acque nel giardino islamico |
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nicchia di smistamento delle acque nel giardino islamico (punto 1B)
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L'acqua giungeva dal punto 1B al punto 2B, e si riversava nel bacino (a) e nel piccolo canale posto lungo il suo bordo (b), tramite il principio dei vasi comunicanti. Da qui, tramite condutture sotterranee l'acqua arrivava alla fontana principale (khossa - c) del giardino islamico. |
percorso dell'acqua dal punto 1B al punto 2B e da questo al punto 3B |
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bacino del giardino islamico |
Vicino al fondo del bacino una presa di controllo (e) garantiva, qualora l'arrivo dell'acqua dall'esterno fosse stata interrotta, il rifornimento dal canale d'irrigazione del giardino (f).
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bacino con canaletto (b) e presa di controllo (e) |
L'acqua piovana, raccolta sui tetti dei padiglioni vicini, era inviata tramite le condutture alla fontana principale.
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raccolta dell'acqua piovana |
Il giardino islamico è circondato dai principali edifici del riad.
Sul lato Ovest del giardino si trovano la torre, la qabba e il Padiglione Oud el Ward.
La torre (botj o menzeh), una delle torri più alte della Medina (17m), simboleggiava il potere dei proprietari del riad.
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torre |
La torre è interamente realizzata in mattoni e malta di calce, e consolidata da grosse travi di legno poste nel muro. L'arco del pian terreno è l'elemento portante che sopporta l'intero edificio. La torre presenta finestre su tutti i lati, per sorvegliare il sito. Sul lato Ovest della torre una porta permetteva di accedere alla via dietro l'edificio.
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finestre della torre |
L'ultimo piano si caratterizza per i soffitti decorati e i pozzi di luce a cielo aperto.
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saletta con soffitto a cielo aperto della torre (con discendente per la pioggia che pende dal soffitto) |
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portale della sala dell'ultimo piano della torre |
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sala dell'ultimo piano della torre |
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soffitto della sala dell'ultimo piano della torre |
Qui il proprietario prendeva il tè e riceveva i suoi ospiti o si ritirava in solitudine. Dalla torre il giudice Moulay Mustapha poteva comunicare con le varie moschee poste sotto la sua giurisdizione. Da qui il giudice poteva anche osservare il movimento degli astri per determinare il calendario religioso in quanto qadis. La torre è stata usata anche dal ciambellano Loukrissi e da sua moglie Oud el Ward.
Dall'alto della torre si può godere di una vista panoramica sul giardino sottostante , sui tetti della Medina e sul minareto della Moschea della Koutoubia.
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tetti della Medina visti dalla terrazza della torre |
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tetti della Medina visti dalla terrazza della torre |
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tetti della Medina visti dalla terrazza della torre |
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tetti della Medina visti dalla terrazza della torre |
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minareto della Moschea della Koutoubia visto dalla terrazza della torre |
Accanto alla torre si trova una piccola qubba coronata da tegole verdi smaltate.
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torre e qubba |
La vicinanza di una torre e di una qubba è rara a Marrakech: testimonia il potere dei capi tribù, dei magistrati e dei ciambellani che sono stati proprietari del riad.
Accanto alla qubba si trova il Padiglione Oud el Ward, preceduto da un portico con archi ogivali in mattoni.
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ingresso Padiglione Oud el Ward |
Entrambi i padiglioni del giardino islamico presentano soffitti con travi a vista, basse finestre e porte a due battenti. Il soffitto di questo padiglione è a piani semplici orizzontali (bissat).
Il padiglione prende il nome da una delle tre mogli del ciambellano al-Hajj Muhammad Loukrissi, un'ex schiava il cui nome significa "palissandro".
Oggi il padiglione ospita una mostra di reperti ritrovati in sito e una sala dove viene trasmesso un interessante documentario sul restauro del sito e il suo sistema idraulico.
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resti di capitelli di colonne |
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elementi di costruzione |
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travi in legno dipinte |
E' possibile accedere alla terrazza sul tetto del padiglione e prendere un tè godendo della sua vista sul giardino.
All'altra estremità dell'asse maggiore del giardino islamico (lato Est), si trova il Padiglione Hbiqa, preceduto da un portico con architrave che poggia su sei colonne.
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Padiglione Hbiqa (dalla terrazza del Padiglione Oud el Ward) |
Il padiglione prende il nome dalla seconda moglie di al-Hajj Muhammad Loukrissi, un'altra ex schiava il cui nome significa "basilico".
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Padiglione Hbiqa |
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ingresso del Padiglione Hbiqa |
Il soffitto di questo padiglione è a piani rialzati (berchla).
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soffitto (berchla) del Padiglione Hbiqa |
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particolare della decorazione del soffitto del Padiglione Hbiqa |
Oggi il padiglione ospita una mostra fotografica sui lavori di restauro del riad.
Anche davanti a questo padiglione si può sostare per rilassarsi.
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area relax davanti al Padiglione Hbiqa |
Una costruzione sul lato Nord del giardino islamico ospita una Caffetteria con ballatoio sul giardino. |
Caffetteria |
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Caffetteria |
Il personale domestico alloggiava in annessi adiacenti andati perduti.
https://www.lejardinsecretmarrakech.com/fr/
Orari: lunedì/domenica novembre/gennaio 9.30/18.00
febbraio e ottobre 9.30/18.30
marzo/settembre 9.30/19.30
Costo: 80 MAD
ATTENZIONE: Per salire sulla torre bisogna pagare un biglietto a parte all'ingresso ed essere accompagnati ad orari stabiliti.
Costo: 40 MAD
CONCLUSIONI Passeggiando nella frenetica Medina di Marrakech non ci si aspetta di potersi distaccare dal suo caos entrando nel portone di questo riad e trovarsi immersi in un insospettabile oasi di pace. Questa che è stata la residenza di alti personaggi politici marocchini, è divenuto un sito di straordinario valore culturale, paesaggistico e architettonico: un vero museo all'aperto da non trascurare nella visita della città.
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