domenica 7 luglio 2019

Il Duomo di Napoli


Il Duomo di Napoli fu eretto a partire dal XIII secolo in quello che era il cuore della città greco-romana, e precisamente nell'area che lambiva la zona settentrionale del Foro.
 
Qui sorgevano templi pagani (Tempio di Apollo) e edifici paleocristiani: l'Oratorio di S.Maria del Principio (I secolo d.C.), la costantiniana Basilica di S.Restituta (IV secolo d.C.), la Stefanìa (V/VI secolo d.C.), il Battistero di S.Giovanni in Fonte, che per far posto alla nuova cattedrale vennero inglobati o demoliti. 

Iniziata la costruzione in epoca angioina da Carlo I, fu continuata da Carlo II e terminata da Roberto, ma finanziariamente contribuì molto la famiglia Capece Minitolo.

Le parti più antiche del Duomo sono la tribuna e le cappelle vicine, costruite in stile gotico prealpino da maestranze francesi venute al seguito della corte angioina.

A causa delle eruzioni del Vesuvio e dei numerosi terremoti che nei secoli hanno colpito e devastato la città, il Duomo fu più volte restaurato: campanile e facciata crollarono a causa del sisma nel 1349, e gravi danni all'edificio di culto si ebbero nel 1456 quando ricrollò il campanile, nel 1688 quando cadde il pulpito e il muro della crociera sinistra, e anche durante i terremoti del 1732, 1805, 1930 e 1980.
E' per questo che nel Duomo si possono vedere diversi stili architettonici, dal gotico al rinascimentale, dal barocco al neogotico.
Il Duomo è stato dedicato a S.Maria Assunta nel 1314 e venne consacrato dal cardinale Ascanio Filomarino il 28 aprile 1644.

Come già detto la facciata trecentesca è andata perduta durante un terremoto.

facciata del Duomo
Della facciata originale rimangono solo i leoni stilofori del portale centrale (provenienti forse dalla tomba di Carlo Martello) e la Mater orbis (Madonna col Bambino) della lunetta centrale, opera di Tino da Camaino.

leone stiloforo del portale centrale
leone stiloforo del portale centrale
La parte inferiore della facciata realizzata da Baboccio da Piperno fu fatta terminare dal cardinale Enrico Minutolo e dal cugino papa Bonifacio IX (di cui si vedono gli stemmi), durante il regno di Ladislao di Durazzo.

La parte superiore rimase incompiuta fino al 1788 quando Tommaso Senese l'abbellì con cornicioni imitanti il gotico della parte inferiore

Oggi il Duomo presenta la facciata in stile neogotico (larga 46,50m e alta 50m), realizzata nel XIX secolo da Enrico Alvino su incarico del cardinale Sisto Riario Sforza.

Fu realizzata una cornice neogotica con guglie, cuspidi ed edicole.
Ma il progetto di questa facciata è rimasto incompiuto per la morte dell'artista e continuato con qualche modifica da Giuseppe Pisanti.
Delle due torri laterali sono stati innalzati solo i basamenti.
I tre portali della facciata corrispondono alle tre navate interne.
Ogni portale è caratterizzato da un archivolto ogivale sormontato da una ghimberga.
Sono affiancati da pinnacoli e hanno una cuspide con statua.
Il portale destro, aperto solo per le festività che riguardano S.Gennaro e solo in occasione di matrimoni della famiglia Capace Minutolo, presenta nella cuspide la statua di Sant'Eustazio, nell'edicola i Santi vescovi Fortunato e Massimo (di Alberto Ferrer) e nella lunetta la statua di Sant'Aspreno (attribuita ad Antonio Baboccio da Piperno).

portale destro del Duomo
particolare del portale destro: S.Eustazio (cuspide) / Santi vescovi Fortunato e Massimo (edicole - Alberto Ferrer) / Sant'Aspreno (lunetta - attr.Antonio Baboccio da Piperno)
Il portale centrale fu realizzato nel 1407 da Antonio Baboccio da Piperno.

portale centrale del Duomo
Nella lunetta realizzò (accanto alla già citata Madonna col Bambino di Tino da Camaino), i Santi Pietro e Gennaro e l'adorante cardinale Enrico Capece Minutolo.

lunetta del portale centrale: Mater orbis (Tino da Camaino) con S.Pietro, S.Gennaro e il cardinale Enrico Capece Minutolo (Antonio Baboccio di Piperno) /stemmi degli Angioini e della famiglia Minutolo
Nel clipeo è raffigurata l'Incoronazione della Madonna (Antonio Baboccio da Piperno).

clipeo del portale centrale: Incoronazione della Madonna (Antonio Baboccio da Piperno)
Il portale sinistro ha sulla cuspide la statua di S.Giovanni IV lo Scriba, nelle edicole i Santi vescovi Pomponio e Nostriano (di Domenico Jollo), nella lunetta la statua di Sant'Atanasio (attribuita ad Antonio Baboccio da Piperno).

portale sinistro del Duomo
particolare del portale sinistro: S.Giovanni IV lo Scriba (cuspide) / Santi vescovi Pomponio e Nostriano (edicole - Domenico Jollo) / Sant'Atanasio (lunetta - attr.Antonio Baboccio da Piperno)
Il torrione destro è decorato con Angeli con i simboli di S.Gennaro di Stanislao Lista, mentre nel tondo è raffigurato il busto di S.Gennaro, opera di Antonio Busciolano.

torrione destro
torrione destro: Angeli con i simboli di S.Gennaro (Stanislao Lista) / busto di S.Gennaro (Antonio Busciolano)
Nel bassorilievo sul fianco Tommaso Solari ha raffigurato il vescovo Stefano I, fondatore della Stefanìa.

Sulla bifora del torrione sinistro Salvatore Irdi ha realizzato Angeli, mentre il busto di S.Restituta è opera di Michele Busciolani.
Sul fianco Tommaso Solari ha raffigurato l'imperatore Costantino.

torrione sinistro
torrione sinistro: Angeli (Salvatore Irdi) / busto di S.Restituta (Michele Busciolani)
Le sculture che raffigurano Storie di S.Gennaro, poste ai lati del finestrone centrale, furono eseguite da Francesco Jerace e Domenico Pellegrino.

facciata: Storie di S.Gennaro (Francesco Jerace e Domenico Pellegrino)
I gruppetti scultorei che raffigurano sui portali laterali le Storie dei Santi Atanasio, Agrippino, Aspreno e Agnello, sono opera di Domenico Pellegrini.

altorilievi sopra il portale destro: Storie dei Santi Atanasio, Agrippino, Aspreno e Agnello (Domenico Pellegrino)
altorilievi sopra il portale sinistro: Storie dei Santi Atanasio, Agrippino, Aspreno e Agnello (Domenico Pellegrino)
La pianta del Duomo ha mantenuto l'impianto originale a croce latina con tre navate.

Le navate sono separate da sedici pilastri (otto per lato), in marmo e stucco, che sorreggono archi ogivali ed inglobano 110 colonne romane in granito che appartenevano alla Stefanìa.

La navata centrale è lunga 100m, larga 15m e alta 35m.

navata centrale del Duomo
Originariamente il soffitto era a capriate lignee, ma il cardinale Decio Carafa nel 1621 fece coprire la navata e il transetto con un soffitto a cassettoni intagliato e dorato.

soffitto a cassettoni con tele nella navata centrale
Il soffitto è intervallato da cinque tele: l'Adorazione dei Pastori e l'Adorazione dei Magi (Fabrizio Sanfelice), la Visitazione e la Presentazione al Tempio (Girolamo Imparato), l'Annunciazione (Giovanni Vincenzo da Forlì).

Luca Giordano ha raffigurato Apostoli e Dottori della Chiesa nella parte alta della navata, e tondi con i Santi patroni di Napoli nella parte inferiore nei pennacchi delle arcate.

parte alta: Apostoli e Dottori della Chiesa / parte bassa: Santi Patroni di Napoli (Luca Giordano)
parte alta: Apostoli e Dottori della Chiesa / parte bassa: Santo Patrono di Napoli (Luca Giordano)
parte alta: Apostoli e Dottori della Chiesa / parte bassa: Santo Patrono di Napoli (Luca Giordano)
Santo Patrono di Napoli (Luca Giordano)
Santo Patrono di Napoli (Luca Giordano)
Le strutture gotiche vennero ricoperte da stucchi barocchi alla fine del XVII secolo per volere del cardinale Innico Caracciolo.
navata centrale e controfacciata
In quest'epoca furono anche realizzati i busti dei primi vescovi di Napoli, posti in edicole sui pilastri.

S.Marciano vescovo di Napoli
 S.Cosma vescovo di Napoli
S.Fortunato vescovo di Napoli
S.Eustachio vescovo di Napoli
S.Agrippino vescovo di Napoli
Sulla controfacciata si trovano i monumenti funebri di Carlo I d'Angiò (destra), di Carlo Martello (sinistra) e di Clemenza d'Asburgo (centro), moglie di Carlo Martello.

controfacciata con i monumenti funebri di Carlo I d'Angiò, di Carlo Martello e di Clemenza d'Asburgo (Domenico Fontana)
monumenti funebri di Carlo I d'Angiò, di Carlo Martello e di Clemenza d'Asburgo (Domenico Fontana)
I monumenti, opere tardo manieristiche napoletane, originariamente posizionati nell'area absidale (Cappella di S.Ludovico), furono commissionati nel 1599 a Domenico Fontana dal viceré Enrique de Guzmàn.
Gli originali sepolcri trecenteschi andarono distrutti nel Cinquecento.

CURIOSITÀ: Carlo Martello e la moglie Clemenza d'Asburgo morirono poco più che ventenni per una epidemia di peste a Castel Nuovo, e vengono citati da Dante nella Divina Commedia tra gli spiriti amanti del terzo Cielo di Venere del Paradiso.
Carlo I d'Angiò, nonno di Carlo Martello, venne invece posto da Dante nel Purgatorio tra i principi negligenti.

Sui due lati della navata centrale, sotto le arcate dell'ultima campata (quelle più vicine al transetto), si trovano le due cantorie lignee di epoca barocca che contengono due dei tre corpi dell'organo maggiore (il terzo corpo è situato nel transetto destro).

Sotto la cantoria destra si trova un pulpito in marmo, opera barocca attribuita a Annibale Caccavello, con raffigurazione della Predicazione di Gesù.

cantoria con organo e pulpito (attr.Annibale Caccavello - XVI sec.)
Sotto la cantoria sinistra è posta invece il baldacchino gotico della cattedra episcopale del XIV secolo.

cantoria con organo e baldacchino gotico (XIV sec.)
baldacchino gotico (XIV sec.)
Sulla cantoria destra vi era un organo secentesco commissionato dal cardinale Ranuccio Farnese, le cui portelle erano state dipinte da Giorgio Vasari con l'Adorazione dei Pastori e Re David (all'interno), e Ritratti dei personaggi di Casa Farnese nelle vesti dei Santi Patroni di Napoli (all'esterno), oggi esposte sulla parete di fondo del transetto sinistro, sopra l'entrata della Sacrestia.

Ritratti dei personaggi di Casa Farnese nelle vesti dei Santi Patroni di Napoli (Giorgio Vasari)
Adorazione dei Pastori / Re David (Giorgio Vasari)
CURIOSITÀ: il cardinale Ranuccio Farnese, nipote di papa Paolo III e creato cardinale a 15 anni, veste i panni di Sant'Atanasio.

Oggi le cantorie ospitano un organo a trasmissione elettrica realizzato nel 1961.

Le portelle dell'organo della cantoria sinistra erano state invece dipinte con l'Arcangelo Gabriele e la Vergine Annunziata da Luca Giordano.

Sempre nella navata centrale, sotto la seconda arcata sinistra (l'unica campata a mantenere l'aspetto gotico originale), è stato posto il fonte battesimale.

fonte battesimale con scalette laterali (1616)
La parte inferiore, la vasca in basalto egiziano con basamento in porfido è di provenienza ellenistica, mentre la parte superiore è stata realizzata in stile barocco con marmi policromi e bronzo nel 1618.
La semisferica cupola che ricopre il fonte battesimale poggia su quattro colonnine in verde con intarsi marmorei policromi.

parte alta del fonte battesimale con cupola semisferica e gruppo in bronzo con il Battesimo di Gesù (1616)
Il gruppo bronzeo che la sovrasta raffigura il Battesimo di Gesù.
Due scalette a semicerchio con balaustra circondano il fonte battesimale.

balaustra del fonte battesimale (1616)
Le navate laterali sono affiancate ognuna da cinque cappelle.
La prima cappella destra è la Cappella di S.Nicola di Mira.

Cappella di S.Nicola da Mira
Sull'altare il dipinto di S.Nicola di Mira opera di Paolo De Matteis.
Sulle pareti laterali della cappella due tele con Storie di S.Nicola attribuite a Santolo Cerillo.

S.Nicola da Mira (Paolo De Matteis - 1695)
Storie di S.Nicola (attr.Santolo Cirillo)
Storie di S.Nicola (attr.Santolo Cirillo)
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La seconda cappella è la Cappella del Crocifisso dell'Addolorata (o Cappella Caracciolo Pisquizzi).

Cappella del Crocifisso dell'Addolorata
Qui trova posto una Croce lignea medievale (XII secolo).
Il paliotto seicentesco dell'altare è decorato con un bassorilievo che rappresenta la Deposizione di Cristo morto, di Cosimo Fanzago.

Croce lignea (XII sec.)/Santissima Vergine Addolorata (autore ignoto)
Il piccolo quadro della Santissima Vergine Addolorata posto sul dorsale dell'altare è oggetto di devozione popolare.
Si racconta infatti che l'immagine venerata era di proprietà di una fruttivendola che teneva vicino all'icona una lampada ad olio sempre accesa.
Un giorno la donna si accorse che il fuoco non consumava l'olio della lampada e che l'immagine sacra grondava sudore.
Per questo, dopo aver accertato la veridicità dei fatti, l'immagine sacra fu portata in Duomo.
Sulle pareti laterali due tele che raffigurano Gesù nell'orto e Gesù caricato della croce, opere di Michele Foschini.
Al di sotto delle tele vi sono due tombe dei Caracciolo Pisquizzi (XIII/XIV secolo).
Le statue della Mansuetudine e della Fortezza sono di Tino da Camaino.

tomba della famiglia Caracciolo Pisquizzi / Cristo caricato della croce (Michele Foschini)
tomba della famiglia Caracciolo Pisquizzi /  Gesù nell'orto (Michele Foschini)
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La terza cappella è la Reale Cappella del tesoro di S.Gennaro che si apre con il cancello di Cosimo Fanzago, sormontato dal busto bifronte di S.Gennaro, e affiancato dalle statue di S.Pietro e S.Paolo.

cancello d'ingresso alla Reale Cappella del Tesoro di S.Gennaro
S.Pietro (Giuliano Finelli)
S.Paolo (Giuliano Finelli)
Per la sua importanza culturale ed artistica ho dedicato a questa cappella un intero post.
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La quarta cappella è la Cappella delle Reliquie (o Cappella Galluccio o Cappella della Pentecoste o Cappella dello Spirito Santo).

Cappella delle Reliquie
La cappella viene così chiamata perché in armadi lignei del Cinquecento sono conservati reliquiari e teche che contengono le reliquie provenienti dai monasteri soppressi di Napoli.

armadi con reliquiari della Cappella delle Reliquie
Sull'altare si trova una pala seicentesca di Andrea Malinconico che raffigura la Discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli.

Discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli (Andrea Malinconico - XVII sec.)
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La quinta cappella è la Cappella dei Santi Tiburzio e Susanna (o Cappella dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento).

Cappella dei Santi Tiburzio e Susanna
I santi ai quali la cappella è dedicata furono martirizzati durante le persecuzioni di Diocleziano.

Antonio Baboccio da Piperno ha realizzato nel 1405 il monumento funebre del cardinale Francesco Carbone che si trova sulla parete di fondo di questa cappella.
E' un esempio di scultura di gusto gotico internazionale ed un tempo era dipinto e dorato.
Il cardinale Francesco Carbone aveva il Titolo romano di S.Susanna.

monumento funebre del cardinale Francesco Carbone (Antonio Baboccio da Piperno)
particolare del monumento funebre del cardinale Francesco Carbone (Antonio Baboccio da Piperno)
particolare del monumento funebre del cardinale Francesco Carbone (Antonio Baboccio da Piperno): sarcofago con giacente
particolare del monumento funebre del cardinale Francesco Carbone (Antonio Baboccio da Piperno): le tre Virtù teologali / nel rilievo il cardinale Francesco Carbone circondato da nipoti, parenti e da rappresentanti degli ordini cistercense, francescano e delle clarisse
Sulle pareti laterali si trovano il cenotafio di Francesco Brancia (1624) e il cenotafio di Ferdinando Brancia (1632), perché la cappella della famiglia Carbone passò in eredità alla famiglia Brancia.

Cenotafio di Francesco Brancia (1624)
Cenotafio di Ferdinando Brancia (1632)
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Dopo l'ultima cappella laterale destra si trova l'ingresso laterale meridionale del Duomo su Piazza Sisto Riario Sforza, con l'Obelisco di S.Gennaro.

ingresso laterale meridionale del Duomo
ingresso laterale meridionale del Duomo
Venne fatto realizzato dalla Deputazione del Tesoro di S.Gennaro per adempiere al voto fatto dopo l'eruzione del Vesuvio nel 1631.

Piazza Sisto Riario Sforza con Obelisco di S.Gennaro
L'obelisco (1637/1660) venne disegnato da Cosimo Fanzago e prese il posto del campanile crollato nel 1349.
Tommaso Montani, insieme a Cristoforo e Giandomenico Monterosso, ha realizzato la statua in bronzo di S.Gennaro posta sulla sommità.

statua di S.Gennaro sull'Obelisco di S.Gennaro (Cosimo Fanzago - 1637/1660)
L'obelisco è alto 24m. ed è decorato con un capitello ionico, volute e putti che reggono i simboli di S.Gennaro.

particolare del basamento dell'Obelisco di S.Gennaro: la Sirena Partenope con scudo con dedica a S.Gennaro
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Si passa quindi nell'area del transetto (50m X 14,15m) dove  si può notare il suo aspetto neogotico barocco realizzato nei restauri del XIX secolo.

Come nella navata centrale, anche qui il soffitto ligneo secentesco è a cassettoni dorati che ospita tele di Giovanni Vincenzo da Forlì, di Giovanni Balducci e di artisti manieristi napoletani che hanno raffigurato la Resurrezione, la Pentecoste, l'Apparizione di Gesù a Maria, l'Apparizione di Gesù agli Apostoli e l'Incoronazione di Maria.

Anche per il transetto Luca Giordano ha dipinto i Santi Patroni di Napoli, tranne due realizzati da Francesco Solimena.

Santo Patrono di Napoli (Luca Giordano)
 Nel transetto destro si aprono cinque cappelle, due accanto al presbiterio e tre sulle altre due pareti.

due cappelle del transetto destro
Percorrendo il transetto destro in senso antiorario, la prima cappella provenendo dalla navata destra è la Cappella della Maddalena.
Nicola Vaccaro ha dipinto una tela della Maddalena presente in cappella.

Cappella della Maddalena nascosta dall'organo
All'esterno della cappella, addossato all'angolo tra la navata e il transetto, si trova il cenotafio del cardinale Antonino Sersale (che fu arcivescovo di Napoli), realizzato da Giuseppe Sanmartino.

Cenotafio del cardinale Antonino Sersale (Giuseppe Sanmartino - XVIII sec.)
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La cappella seguente è la Cappella dell'Annunziata (o Cappella Caracciolo Giosuè).

Cappella dell'Annunziata
Sull'altare della cappella si trova un'Annunziata dipinta da Nicola Maria Rossi.

Annunziata (Nicola Maria Rossi - 1744)
Tra la Cappella Caracciolo Giosuè e quella seguente è posto il monumento funebre del cardinale Innico Caracciolo realizzato da Pietro Ghetti.

Monumento funebre del cardinale Innico Caracciolo (Pietro Ghetti - 1678)
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La terza cappella è la Cappella dell'Assunta (o Cappella Milano).

Cappella dell'Assunta
Si conserva sull'altare la pala dell'Assunzione del Perugino, commissionata nel 1506 dal cardinale Oliviero Carafa che venne ritratto orante nel dipinto.
La pala è stata anche posta sull'altare maggiore per poi tornare nuovamente in questa cappella.

Assunzione (Perugino - 1504)
particolare dell'Assunzione (Perugino - 1504): Madonna Assunta tra gli Angeli
particolare dell'Assunzione (Perugino - 1504): cardinale Oliviero Carafa inginocchiato e orante (a sinistra)
In questa cappella si trova il monumento funebre del canonico cimeliarca Pietro Capece Baraballo (1333), e il sarcofago di Enrico Capece (1360) con la moglie Bardella Piscicelli.


Sarcofago di Enrico Capece con la moglie Bardella Piscicelli (1360)
Monumento funebre del canonico cimeliarca Pietro Capece Baraballo (1333)
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La prima cappella del lato del presbiterio è la Cappella Capece Minutolo.
Questa cappella angioina, dedicata a S.Pietro Apostolo e Sant'Anastasia Martire, ha conservato il suo aspetto gotico.

ingresso della Cappella Capece Minutolo
La cappella, costruita per volere dell'arcivescovo Filippo Minutolo, venne ad occupare lo spazio sul quale nel V secolo era posta la Cappella di S.Pietro Apostolo nella basilica paleocristiana detta Stefanìa.

Cappella Capece Minutolo
La cappella a due campate è coperta da una volta a crociera cordonata.
Il vano absidale oltre l'arco maggiore a sesto acuto è coperto da una volta con costoloni ogivali.

volte della Cappella Capece Minutolo
Il pavimento del XIII secolo presenta una decorazione a mosaico con elementi cosmateschi e animali.
Al centro del pavimento si trova un clipeo in marmo bianco con le armi della famiglia Minutolo.

pavimento della Cappella Capece Minutolo: elementi cosmateschi e animali
pavimento della Cappella Capece Minutolo: clipeo con armi della famiglia Minutolo
L'altare è formato da una mensa sostenuta da due colonnine tortili.
Il paramento dell'altare è decorato con un graffito in stile bizantino che raffigura una porta con arco a tutto sesto e le figure di Aronne e Zaccaria.

altare e Monumento funebre del cardinale Enrico Capece Minutolo (Antonio Baboccio da Piperno - 1405)
Sulla parete di fondo della cappella è anche posto sopra l'altare il monumento funebre del cardinale Enrico Capece Minutolo, realizzato da Antonio Baboccio da Piperno (1405).

particolare del Monumento funebre del cardinale Enrico Capece Minutolo (Antonio Baboccio da Piperno - 1405: statue della Madonna col Bambino, dell'Annunciata e dell'Angelo
particolare del timpano del Monumento funebre del cardinale Enrico Capece Minutolo (Antonio Baboccio da Piperno - 1405): il Crocifisso tra la Vergine e S.Giovanni / stemma famiglia Minutolo
particolare del Monumento funebre del cardinale Enrico Capece Minutolo (Antonio Baboccio da Piperno - 1405): cassa decorata con Natività, i Santi Pietro, Gennaro, Anastasia,Girolamo e il cardinale Enrico Minutolo inginocchiato / statua del giacente sotto una cortina retta da Angeli / statue con le figure allegoriche della Pazienza e della Carità
particolare del Monumento funebre del cardinale Enrico Capece Minutolo (Antonio Baboccio da Piperno - 1405): altare con le figure della Madonna col Bambino e i dodici Apostoli / Virtù alate
Sulla destra del monumento si trova il sarcofago dell'arcivescovo Filippo Capece Minutolo (1401) attribuito a Pietro di Odorisio, decorato con mosaici cosmateschi della bottega di Arnolfo da Cambio.

sarcofago dell'arcivescovo Filippo Capece Minutolo (1401 - attr. Pietro di Odorisio)
CURIOSITÀ: il personaggio illustre che racchiude il sarcofago ha ispirato Boccaccio per la quinta novella di Andreuccio di Perugia della seconda giornata del "Decamerone".

A sinistra invece è posizionato il sarcofago dell'arcivescovo Orso Capece Minutolo (1327), opera della scuola di Tino da Camaino.

sarcofago dell'arcivescovo Orso Capece Minutolo (1327 - scuola di Tino da Camaino)
Sulla parete sinistra è anche esposto un trittico trecentesco in legno, opera di Paolo di Giovanni Fei, commissionato da Enrico Minutolo per le sue funzioni religiose.
Su sfondo oro sono stati raffigurati nel pannello centrale una Crocifissione, mentre sugli sportelli laterali sono stati dipinti S.Giovanni Battista e S.Ludovico da Tolone (a destra) e S.Pellegrino e S.Anastasia (a sinistra).


Trittico (Paolo di Giovanni Fei - XIV sec.)
Gli affreschi delle pareti e del soffitto della cappella furono dipinti in epoche diverse da Montano d'Arezzo (1285), Pietro Cavallini, Giotto e forse da Cimabue.

frammenti di affreschi sulla parete destra della cappella
affreschi del registro inferiore della parete destra: cavalieri della famiglia Minutolo tra monaci
affreschi registro inferiore della prima campata sinistra della cappella: cavalieri della famiglia Minutolo tra monaci / Crocifissione
affreschi registro superiore della prima e seconda campata sinistra della cappella: Missione di Santo Stefano / Martirio di due Santi / Quo vadis Domine? (prima campata) - Lapidazione di S.Stefano / Incontro tra S.Pietro e S.Paolo / Scena di Martirio / Crocifissione di Sant'Andrea (seconda campata)
affreschi della tribuna con Scene della Passione
All'esterno della cappella si trova il cenotafio di Giovanni Battista Capece Minutolo, opera tardo-rinascimentale di Domenico D'Auria.

Cenotafio di Giovanni Battista Capece Minutolo (Domenico D'Auria)
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La cappella del transetto destro più vicina al presbiterio è la Cappella di Sant'Aspreno (o Cappella Tocco di Montemiletto).

Cappella di Sant'Aspreno
lapide pavimentale che attesta il patronato della cappella alla famiglia Tocco
Anche questa cappella ha mantenuto il suo aspetto gotico.
La bifora con capitelli istoriati, posta al centro della parete frontale, è affiancata da diciotto scomparti affrescati con Storie di Sant'Aspreno, opera di Agostino Tesauro (1519).

particolare delle Storie di Sant'Aspreno: Battesimo di Sant'Aspreno / Sant'Aspreno che guarisce un cieco (in alto) - Morte di Sant'Aspreno / Una coppia di sposi ottiene la nascita di un figlio per intercessione di Sant'Aspreno (in basso)
particolare delle Storie di Sant'Aspreno: San Candida e Sant'Aspreno guarito dall'infermità, si recano da S.Pietro (in alto) - Sant'Aspreno consacrato vescovo da S.Pietro / Predica di Sant'Aspreno (in basso)
particolare delle Storie di Sant'Aspreno: Guarigione di un malato
particolare delle Storie di Sant'Aspreno: Guarigione di un malato
particolare delle Storie di Sant'Aspreno: Guarigione di un malato
Gli affreschi sullo zoccolo della cappella sono attribuiti a Pietro Cavallini.

affreschi sullo zoccolo (Pietro Cavallini)
affreschi sullo zoccolo (Pietro Cavallini)
I bassorilievi della tomba di Sant'Aspreno, posta sotto l'altare, sono opera di Diego de Siloe.

altare della Cappella di Sant'Aspreno
Giovan Tommaso Malvito ha realizzato la Madonna col Bambino del sepolcro di Giovanni Iacopo Tocco.

Madonna col Bambino (Giovan Tommaso Malvito - XVI sec.)
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Ci si trova ora davanti all'abside.

abside del Duomo
L'aspetto attuale della zona absidale si deve ai rimaneggiamenti avvenuti nel Cinquecento e nel Settecento.
Nel 1714 infatti Paolo Posi per volere del cardinale Giuseppe Spinelli abbassò la cupola e allungò il presbiterio.
Le bifore furono sostituite da finestroni sormontati da oculi ellittici.

pilastro laterale della tribuna con un'epigrafe di Alessio Simmaco Mazzocchi che ricorda i restauri del 1714
Nell'altare maggiore (opera di Pietro Bracci e Nicola de Blasio) sono conservate le reliquie dei Santi Agrippino, Acuzio e Eutiche.

altare maggiore (Pietro Bracci e Nicola de Blasio)
L'altare è sormontato dall'Assunta scolpita in marmo e stucco da Pietro Bracci (1739).

altare maggiore e Assunta (Pietro Bracci - 1739)
Gli stalli lignei del coro sono opera di Marc'Antonio Ferraro (1616/1617) e furono spostati nel 1741 dalla navata centrale alla tribuna.

stalli del coro (Marc'Antonio Ferraro - 1616/1617)
Balaustre barocche in marmi policromi delimitano il presbiterio posto su due livelli.

balaustra
balaustra
Stefano Pozzi ha affrescato la volta con un Coro di Angeli e ha dipinto per la parete absidale destra S.Gennaro e Sant'Agrippino scacciano i Saraceni.

volta dell'abside (Stefano Pozzi)
S.Gennaro e S.Agrippino scacciano i Saraceni (Stefano Pozzi)
Corrado Giaquinto ha dipinto la parete sinistra dell'abside illustrando la Traslazione delle reliquie dei Santi Acuzio ed Eutiche da Pozzuoli a Napoli.

Traslazione delle reliquie dei Santi Acuzio ed Eutiche da Pozzuoli a Napoli (Corrado Giaquinto)
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Al centro del transetto una doppia rampa di scale permette l'accesso alla cripta chiamata Cappella del Succorpo.

ingresso alla cripta
ingresso alla cripta
La cripta fu costruita per conservare le reliquie di S.Gennaro rinvenute nel Santuario di Montevergine (Avellino) dal cardinale Giovanni d'Aragona (figlio di Ferdinando I) e traslate in Duomo dall'arcivescovo Alessandro Carafa (1497).

Cappella del Succorpo (cripta)
Fu il cardinale Oliviero Carafa (fratello dell'arcivescovo Alessandro) a voler costruire la cripta, commissionandola all'architetto e scultore Tommaso Malvito (ma qualche studioso vede nel progetto la mano del Bramante).

La cripta rinascimentale (9m X 12m / alta 4m) è a pianta rettangolare ed è divisa in tre navate da 10 colonne decorate con ovuli, triglifi, foglie d'acanto e spirali di ordine ionico.

colonne che dividono in tre navate la cripta
Il pavimento è cosmatesco.

Il soffitto, diviso in 18 riquadri di marmo, è sorretto direttamente dalle colonne.
Ogni riquadro del soffitto è decorato con una figura di Santo e da quattro cherubini: la Madonna col Bambino, i quattro Evangelisti, S.Pietro, S.Paolo, i sette Patroni di Napoli e i quattro Dottori della Chiesa Sant'Agostino, S.Gregorio Magno, Sant'Ambrogio e S.Girolamo.

soffitto a cassettoni della cripta
soffitto a cassettoni della cripta: S.Marco e Madonna col Bambino
Lungo le navate laterali decorate da paraste ornate da candelabra si aprono su ogni lato cinque nicchie con relativi altari.
La piccola abside della cripta è formata da un vano coperto da una cupola ed è decorata da un motivo a valva. 

abside della cripta
Nell'altare di bronzo sono racchiuse in un vaso longobardo in terracotta le reliquie di S.Gennaro.

cripta con altare con le reliquie di S.Gennaro
All'inizio della navata centrale si trova la statua del Cardinale Oliviero Carafa inginocchiato a pregare.
L'opera in marmo è attribuita a Tommaso Malvito.

statua del vescovo Oliviero Carafa (Tommaso Malvito)
statua del vescovo Oliviero Carafa (Tommaso Malvito)
Il cardinale Oliviero Carafa è sepolto in questa cripta, come anche l'arcivescovo Alfonso Castaldo.

tomba dell'arcivescovo Alfonso Castaldo
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La prima cappella del transetto sinistro vicino al presbiterio è la Cappella Capece Galeota
La cappella gotica presenta una volta a ombrello.

Cappella Capece Galeota
Pietro Befulco ha realizzato la Madonna col Bambino e committente Rubino Galeota (1495 ca.), o "Madonna del latte",  posta dietro l'altare barocco.

Madonna col Bambino e committente Rubino Galeota (1495 ca. - Pietro Befulco)
Sotto questa tempera su legno fu posizionato il gisant del sepolcro di Rubino Galeota, Maresciallo del Regno sotto re Ladislao di Durazzo. 

gisant del sepolcro di Rubino Galeota
L'altare barocco fu smontato nel 1957 per ispezionare l'interno del sarcofago strigilato

altare barocco e sarcofago strigilato con cartibulum (piano allungato)
Sulla parete sinistra si trova il monumento funebre di Giacomo Capece Galeota realizzato da Lorenzo Vaccaro (1677).


Monumento funebre di Giacomo Capece  Galeota (Lorenzo Vaccaro - 1677)
 Sulla parete destra si trova il monumento funebre di Fabio Galeota opera di Cosimo Fanzago (1673).

Monumento funebre di Fabio Galeota (Cosimo Fanzago - 1673)
Un ciclo di affreschi quattrocentesco con Storie della vita del Santo vescovo Atanasio decora le pareti. 

affreschi: Storie della vita del Santo vescovo Atanasio (XV sec.)
affreschi: Storie della vita del Santo vescovo Atanasio (XV sec.)
affreschi: Storie della vita del Santo vescovo Atanasio (XV sec.)
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Tra la Cappella Capace Galeota e la seguente cappella del lato del presbiterio, si trova l'Altare Loffredo, realizzato in marmo da Bartolomeo e Pietro Ghetti per la famiglia Loffredo nel XVII secolo.
Sull'altare un S.Giorgio dipinto da Francesco Solimena.

Altare Loffredo (Bartolomeo e Pietro Ghetti - XVII sec.)
S.Giorgio (Francesco Solimena)
Davanti all'altare si trova la lastra tombale della famiglia Loffredo ad intarsio policromo.

lastra tombale della famiglia Loffredo (XVIII sec.)
Sulla destra dell'altare è appesa una tela firmata Giuseppe Mancinelli raffigurante il Cardinale Sisto Riario Sforza che amministra la Cresima ad un ammalato di colera.

Cardinale Sisto Riario Sforza che amministra la Cresima ad un ammalato di colera (Giuseppe Mancinelli)
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La seconda cappella del presbiterio è la Cappella di S.Lorenzo (o Cappella di S.Paolo de Humbertis) ed è sede della "Congrega degli Illustrissimi", congregazione sacerdotale delle apostoliche missioni.

La cappella fu commissionata nel Trecento dall'arcivescovo Umberto d'Ormont, nobile prelato francese.

Le pareti della cappella presentano frammenti di affreschi attribuiti a Lello da Orvieto: sulla controfacciata è raffigurato l'Albero di Jesse (1315), un'icona della tradizione orientale.

Sull'altare si trova un trittico con raffigurati la Visita di Maria ad Elisabetta tra i Santi Nicola e Restituta di Giovanni Antonio Santoro (XVII secolo).

Decorano l'arco sopra l'altare gli affreschi di Giovanni Balducci.

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La parete di fondo del transetto sinistro presenta in alto, come già detto sopra, le due portelle d'organo realizzate da Giorgio Vasari, il cenotafio di Innocenzo IV Fieschi di Tommaso Malvito, un bassorilievo di Madonna col Bambino sempre di Tommaso Malvito, il mausoleo del cardinale Sisto Riario Sforza.

parete di fondo del transetto sinistro / in alto: portelle d'organo (Giorgio Vasari) / in basso: ingresso alla Sacrestia, Mausoleo del cardinale Sisto Riario Sforza, cenotafio di Innocenzo IV Fieschi (Tommaso Malvito)
Mausoleo del cardinale Sisto Riario Sforza
Su questa parete si apre anche l'ingresso alla Sacrestia costruita nel XIV secolo.

ingresso alla Sacrestia
Inizialmente fu consacrata come Cappella di S.Ludovico e fu destinata ad accogliere le tombe dei re angioini, con ingresso indipendente.
L'ingresso sul transetto fu aperto solo nel XVI secolo quando la cappella fu trasformata in sacrestia.
Dopo il terremoto del 1732 la sacrestia con i lavori di restauro acquisì uno stilo barocco.

Sulle pareti hanno trovato posto ovali raffiguranti gli Arcivescovi di Napoli, opera di Alessandro Viola.

ovali con gli Arcivescovi di Napoli (Alessandro Viola)
 Un Crocifisso in avorio del XVII secolo è conservato in una teca della Sacrestia.

Crocifisso (XVII sec.)
Sull'altare della Sacrestia una pala della Vergine tra Sant'Agnello e S.Gennaro di Giovanni Balducci.
Sul soffitto un affresco di Santoro Cirillo raffigura S.Gennaro in preghiera verso la Santissima Trinità.
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Sulla parete sinistra del transetto si trova il cenotafio di papa Innocenzo XII Pignatelli (1696), realizzato da Domenico Guidi.
La statua della Carità regge il busto in rame di Innocenzo XII, mentre i putti reggono la tiara papale e lo stemma della famiglia Pignatelli.
Sulla destra di questo cenotafio si trova il monumento sepolcrale dell'arcivescovo Giuseppe Prisco.

parete laterale sinistra del transetto sinistro: cenotafio di papa Innocenzo IX Pignatelli (a sinistra) e monumento sepolcrale dell'arcivescovo Giuseppe Prisco (a destra)
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La visita continua nella navata laterale sinistra.

All'inizio della navata si trova l'ingresso settentrionale del Duomo che permette di accedere al cortile della curia arcivescovile.
Qui sono esposti alcuni reperti provenienti dal Duomo e dagli ambienti annessi.

reperti provenienti dal Duomo
reperti provenienti dal Duomo
La prima cappella partendo dal transetto sinistro è la Cappella di S.Maria Maddalena (o Cappella Seripando) che presenta ancora una monofora gotica.

Cappella di S.Maria Maddalena
monofora gotica della Cappella di S.Maria Maddalena
Recenti restauri hanno portato alla luce sulle pareti affreschi del Trecento.

parete sinistra della cappella con affreschi trecenteschi
S.Pietro con un Arcangelo / S.Domenico (XIV sec.)
parete destra della cappella con affreschi trecenteschi
particolare dell'affresco trecentesco della cappella
In questa cappella hanno trovato spazio il monumento funebre di Scipione Seripando (parete sinistra) e il monumento funebre di Francesco Seripando (parete destra), patrizi napoletani.

monumento funebre di Scipione Seripando
monumento funebre di Francesco Seripando
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La seconda cappella è la Cappella Brancaccio.

Cappella Brancaccio
La cappella presenta una facciata in pietra.
Ai lati dell'ingresso le statue di S.Pietro e di S.Paolo sono opera di Pietro Bernini (padre di Gianlorenzo Bernini).

S.Pietro (Pietro Bernini - XVII sec.)
S.Paolo (Pietro Bernini - XVII sec.)
L'Annunciazione e il Padre Eterno scolpite a mezzorilievo sul timpano dell'ingresso sono opera di Girolamo D'Auria.

timpano dell'ingresso alla cappella: Annunciazione e il Padre Eterno (Girolamo D'Auria - XVII sec.)
La cappella con cupola ellittica e lanternino in marmo fu progettata da Giovanni Antonio Dosio.
La pala col Battesimo di Gesù posta sull'altare è stata dipinta da Francesco Curia.

Battesimo di Gesù (Francesco Curia)
Sulle pareti della cappella si trovano il sepolcro del cardinale Guglielmo Sanfelice e il sepolcro del cardinale Alessio Ascalesi.

sepolcro del cardinale Alessio Ascalesi
sepolcro del cardinale Guglielmo Sanfelice
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La terza cappella è una basilica: la Basilica di S.Restituta divenne infatti una cappella alla costruzione del Duomo angioino, perdendo la sua facciata e due campate.


ingresso alla Basilica di S.Restituta
Per la sua rilevanza storica ed artistica dedico alla Basilica di S.Restituta un intero post, che vi invito a leggere.
Un altro post separato merita l'antico Battistero di S.Giovanni in Fonte a cui si accede dalla Basilica di S.Restituta.
Battistero di S.Giovanni in Fonte
L'ingresso della Basilica di S.Restituta è affiancato lungo la navata sinistra da alcuni monumenti funebri: il sepolcro del cardinale Alfonso Gesualdo opera di Michelangelo Naccherino e di Tommaso Montani (la Vergine col Bambino posta in alto), il sepolcro del cardinale Alfonso Carafa, il sepolcro di Andrea d'Ungheria, marito della regina Giovanna I e da lei fatto uccidere, e tre cenotafi di membri della famiglia Filomarino realizzati da Giulio Mencaglia e Giuliano Finelli.

monumento funebre del cardinale Alfonso Gesualdo (Michelangelo Naccherino - 1603) / Vergine col Bambino (Tommaso Montani)
in alto: cenotafio di Giovanni Battista Filomarino (Giulio Mencaglia - 1643) / in basso: sepolcro di Andrea d'Ungheria
cenotafio di Tommaso Filomarino (Giuliano Finelli - 1647)
monumento funebre di Alfonso Carafa (artista anonimo romano-napoletano - XVI sec.)
cenotafio di Marc'Antonio Filomarino (Giulio Mencaglia - 1643)
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La quarta cappella è la Cappella Teodoro, così chiamata dalla famiglia a cui passò il giuspatronato nel 1714.
L'ingresso alla cappella avviene tramite un arco rinascimentale in marmo.

Cappella Teodoro
Il paliotto d'altare è decorato con una Deposizione del Cristo morto del XVI secolo.
Sull'altare marmoreo è posizionata l'Incredulità di S.Tommaso opera di Marco Pino da Siena.
Le sculture sono di ambito di Bartolomé Ordoñez.

Incredulità di S.Tommaso (Marco Pino da Siena - 1573)

 paliotto d'altare: Deposizione del Cristo morto (XVI sec.)
CURIOSITÀ: qui trovavano sepoltura i poveri, gli stranieri o gli sconosciuti che avevano potuto avere un funerale tradizionale.

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La quinta cappella è la Cappella Filomarino (o Cappella di S.Maria Francesca delle cinque piaghe).

Cappella Filomarino
La cappella nacque come cappella gentilizia della famiglia Filomarino (sono presenti ancora qualche testimonianza), e fu poi dedicata alla Santa canonizzata nel 1847.
Sull'altare si trova la tela che raffigura S.Maria Francesca delle cinque piaghe opera di Raffaele Messina.

S.Maria Francesca delle cinque piaghe (Raffaele Messina)
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All'inizio della navata sinistra una scala prossima all'ingresso del Duomo conduce al Tesoro Vecchio nel torrione.

ingresso al torrione
Un tempo questo era il luogo in cui, prima che fosse costruita la Reale Cappella del Tesoro di S.Gennaro, venivano custodite le reliquie del Santo.
Poi fu ceduto all' Arciconfraternita di S.Restituta dei Neri che si occupava di seppellire coloro che morivano senza poter provvedere alla propria sepoltura

Orari: lunedì/sabato  8.30/12.30   16.30/19.00
          domenica        8.00/13.30   17.00/19.30


CONCLUSIONI
Il Duomo di Napoli è un sito che racchiude le memorie di una città ricca di storia.
Le sue opere architettoniche, scultoree e pittoriche lo rendono un luogo assolutamente da non perdere, anche per poter apprezzare le tradizioni culturali della città partenopea.
La visita richiede del tempo ma merita di essere trascorso in un luogo così importante.


4 commenti:

k ha detto...

Dear Raffaella, In September I visited Southern Italy; making order in my photographic documentation from there, I was looking in the Internet for some information on the cathedral of Naples and I came across your blog, where I found the answer to my problems, as well as a lot more of information. That stimulated me to have a closer look at your other entries and, although I do not read Italian, I found them extremely interested and instructive. My warm thanks and congratulations! Since my interests are similar to yours (except those concerning cuisines), I will be an ardent user of your blog. Already for tent years I have been retired and each year I go for two or three foreign trips, mostly to some Mediterranean countries, so your blog will be an invaluable guide in planning new visits. Best wishes of many interesting journeys. Kazik (Casimiro)

Raffaella ha detto...

Thank you very much Kazik!
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Ferhergón ha detto...

Best blog of travels I have ever seen. Not a detail is missing in your visits. Congratulations!

Raffaella ha detto...

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