domenica 7 luglio 2019

La Basilica di S.Restituta, testimonianza dell'arte paleocristiana napoletana


Nella quarta  campata della navata sinistra del Duomo di Napoli si trova l'ingresso alla Basilica di S.Restituta, una delle più antiche cattedrali di epoca paleocristiana della città partenopea.

L'ingresso alla basilica avviene tramite un portale in marmi bianchi, fiancheggiato da due colonne di ordine corinzio, e sormontato dalle due statue sedute della Fede e della Carità e dallo stemma del cardinale Spinelli che lo fece realizzare nel 1742.

portale d'ingresso della Basilica di S.Restituta
Questo è l'unico ingresso della Basilica di S.Restituta rimasto dei cinque esistenti in epoca angioina: due furono chiusi per consolidare la basilica dopo il terremoto del 1456 e due furono chiusi nel 1742.

Nonostante l'aspetto barocco, la fondazione della basilica, dedicata inizialmente al Salvatore, è attribuita a Costantino.
La basilica fu costruita nel IV secolo sui resti del Tempio di Apollo e presentava un impianto a cinque navate. divise da colonne di reimpiego, e un abside.

Alla fine del IV secolo fu costruito accanto alla basilica il Battistero di S.Giovanni in Fonte.
Nel V secolo fu edificata, parallela alla basilica costantiniana e divisa da questa da una strada tardo imperiale, la Basilica di S.Stefanìa (distrutta da un incendio nell'VIII secolo).
Nell' VIII secolo furono traslate a Napoli da Ischia le reliquie di S.Restituta, una giovane africana (forse di Cartagine o forse dell'attuale Biserta), che agli inizi del IV secolo, per essersi convertita al Cristianesimo, era stata condannata ad  Abatine ad essere arsa viva su una barca. Ma il fuoco si spense e giunse con la barca sulle sponde di Ischia.
La basilica paleocristiana venne così rintitolata alla Santa.
Per volere dell'arcivescovo Stefano II la basilica fu rimaneggiata dopo un incendio e nel IX secolo l'arcivescovo Atanasio I fece decorare gli intercolumni delle navate con mosaici e panni dipinti.

Di epoca medievale rimangono i frammenti degli affreschi dell'abside che raffiguravano il Cristo in trono racchiuso in una mandorla e contornato da Angeli in Gloria (XVI secolo).
La testa di Cristo è però dipinta su legno (XIII secolo).

Cristo in trono (XIII sec.) e Angeli (XVI sec.)
L'altare maggiore in marmo bardiglio è sostenuto da due grifi trapezofori antichi (quelli posteriori sono rifacimenti moderni), che facevano da sostegno alla tazza dell'antico Battistero.

altare maggiore con mensa sorretta da grifi trapezofori (allestimento 1949)
Sopra il coro ligneo è posta una Madonna in trono con S.Michele e S.Restituta, opera cinquecentesca di Andrea da Salerno.

Madonna in trono con S.Michele e Santa Restituta (Andrea da Salerno - XVI sec.) / tondi con la Vergine col Bambino e S.Giuseppe (Francesco De Mura)
Di periodo medievale sono anche i plutei marmorei del XIII secolo riutilizzati come lastre pavimentali, collocati oggi sulle pareti della Cappella di Santa Maria del Principio posta in fondo alla navata sinistra.

I plutei, di incerta provenienza, sono ripartiti in 15 riquadri incorniciati da foglie d'acanto e lavorati in bassorilievo.
Si leggono da destra verso sinistra e raffigurano le Storie del Patriarca biblico Giuseppe, di Sansone, di S.Gennaro e altri Santi difensori della Chiesa greca (S.Giorgio, S.Teodoro, S.Demetrio, Sant'Eustachio).

pluteo con Storie di S.Gennaro e Santi guerrieri (XIII sec.)
pluteo con Storie del Patriarca biblico Giuseppe (XIII sec.)
La costruzione della nuova cattedrale voluta da Carlo I d'Angiò nel 1266 privò la Basilica di S.Restituta della facciata (che presentava, come già detto, un ingresso per ogni navata), e delle prime campate della navata.
La basilica divenne così una cappella laterale del Duomo.
Sulle colonne paleocristiane di reimpiego, in marmo bianco, cipollazzo e granito, e con differenti capitelli corinzi, furono impostati sette archi gotici, e le due navate laterali vennero trasformate in cappelle, innalzando nuovi muri per chiuderle.


Di quest'epoca sono i sepolcri trecenteschi e quattrocenteschi e il trecentesco Crocifisso in legno.

Sotto la guida di Arcangelo Guglielmelli vennero realizzati nel Settecento stucchi di stile barocco.

Il grande drappo in stucco dell'arco trionfale realizzato da Antonio Disegna è stato dipinto da Nicola Vaccaro con una Gloria del Salvatore: il Salvatore è circondato da Angeli e dai ventiquattro Vecchioni dell'Apocalisse.

arco trionfale e drappo con Gloria di Cristo (Lorenzo Vaccaro - XVII sec.)
Del periodo barocco è anche l'organo con fondale a prospettive (1750), posto in controfacciata.

controfacciata con organo e prospettiva architettonica (1750)
Sulla controfacciata troviamo anche addossato alla parete sinistra il monumento funebre di Alessio Simmaco realizzato da Giuseppe Sanmartino, mentre nell'arco che costituiva una navata laterale sinistra della basilica sono posti monumenti cinquecenteschi e seicenteschi di presbiteri napoletani.

Monumento funebre di Alessio Simmaco (Giuseppe Sanmartino)
monumenti cinquecenteschi e seicenteschi di presbiteri napoletani
Le navate laterali hanno mantenuto le volte a crociera. 
Nel centro del soffitto in carta dipinta della navata centrale è raffigurata la Gloria di Santa Restituta che in un barca, sorretta da Angeli, raggiunge l'isola di Ischia.
L'opera è attribuita a Luca Giordano.

soffitto della navata centrale della Basilica di S.Restituta
Gloria di S.Restituta (Luca Giordano)
Sulle pareti della navata, tra le barocche finestre rettangolari, vi furono posti 16 dipinti di Santolo Cirillo raffiguranti Santi.

Tra le arcate della navata furono posti 18 tondi attribuiti a Francesco De Mura con rappresentazioni di Cristo, della Vergine e degli Apostoli.

cappelle del lato sinistro della navata centrale con dipinti tra le finestre (Santolo Cirillo) e tra le arcate (Francesco De Mura)
Nella basilica vi sono 14 cappelle: 6 per ogni lato più 2 poste in controfacciata.
Partiamo dal lato sinistro della navata.

Nella controfacciata sinistra della basilica si trova una cappella.

Cappella controfacciata sinistra: altare (Domenico Antonio Vaccaro)
Qui ha trovato posto un altare  realizzato da Domenico Antonio Vaccaro, donato dai Borbone nel 1737 e posto inizialmente nella Cappella del Succorpo.
L'altare venne poi spostato in questa sede nel 1887.
Sull'altare una statua di S.Gennaro.
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La prima cappella della navata sinistra è la Cappella De Gennaro dedicata a S.Nicola.

Cappella De Gennaro
L'altare marmoreo della cappella è sorretto da una coppia di leoncini in marmo.
Sopra l'altare è posta la raffigurazione di S.Nicola.

altare marmoreo sorretto da leoncini in marmo con stemma della famiglia De Gennaro
S.Nicola
Sono qui conservati il busto del vescovo Matteo De Gennaro e il busto del cavaliere Marc'Antonio De Gennaro.

busto del vescovo Matteo De Gennaro (XVII sec.)
Sul pavimento il chiusino tombale posto nel 1630 dal cardinale Matteo De Gennaro.

chiusino tombale (1630)
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La seconda cappella è la Cappella Polverino dedicata a Sant'Elena.

Cappella Polverino
Le due tele seicentesche appese alle pareti raffigurano un S.Francesco da Padova e un Tradimento di Giuda, opere di artisti ignoti.
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La terza cappella è la Cappella De Rossi.

Cappella de Rossi
Sull'altare è posta una seicentesca Assunzione della Vergine.

L'iscrizione funeraria sulla parete sinistra è dedicata al vescovo Felice De Rossi (1568).
Dopo essere stato un avvocato e il consigliere dell'imperatore Carlo V, dopo essersi sposato e aver avuto due figli, divenne sacerdote e poi vescovo di Potenza.
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La quarta cappella è la Cappella di Sant'Aspreno.

Cappella di Sant'Aspreno
Santolo Cirillo ha dipinto la Predica di S.Pietro a Napoli posta sull'altare.

Sulla parete sinistra vi è il monumento funebre del canonico Giuseppe Maria Pulci (1758).
La sepoltura del dotto canonico Carlo Maiello, prefetto della biblioteca vaticana, si trova nel pavimento della cappella.

sepoltura del canonico Carlo Maiello
 Sulla parete destra vi è un S.Nicola.

S.Nicola
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La quinta cappella è la Cappella della Madonna del Principio e forma con la cappella che la precede e con la cappella alla sinistra del presbiterio, un unico ambiente delimitato solo da una cancellata.
Cappella della Madonna del Principio
cappella alla sinistra del presbiterio e alla destra della Cappella della Madonna del Principio
cappella alla sinistra della Cappella della Madonna del Principio
Si tramanda che fu S.Aspreno, primo vescovo di Napoli, a costruire, dove fu poi edificata la Basilica di S.Restituta, l'oratorio che portava il suo nome, chiamato poi, dopo il Mille, Cappella di S.Maria del Principio
Nella cappella vi è una tela di Pietro Negroni che raffigura l'Eterno Padre e SS.Aspreno e Candida.
S.Candida e Sant'Aspreno furono entrambi guariti e battezzati da S.Pietro mentre l'Apostolo, diretto a Roma, si era fermato a Napoli.
Eterno Padre e SS.Aspreno e Candida (Pietro Negroni - 1554)
Gli archi d'accesso alla cappella sono a tutto sesto, diversamente da quelli del resto della basilica che sono ogivali.
Gli archi presentano rosoni e sono decorati con fregi del XVI secolo con fiori e teste di cherubini, in oro su fondo bianco, come i piloni che sorreggono gli archi.

archi a tutto sesto della Cappella della Madonna del Principio
Sull'arco centrale è raffigurata un'Annunciazione.

Annunciazione
Sotto l'altare barocco sono conservate in un'urna le reliquie di S.Restituta e di S.Giovanni IV lo Scriba, vescovo di Napoli e colui che portò le reliquie dei vescovi della città che lo avevano preceduto dalle Catacombe di S.Gennaro alla basilica paleocristiana della Stefanìa.

In questa cappella si può ammirare il mosaico di epoca angioina nel catino absidale, opera di Lello da Orvieto (artista della scuola del Cavallini), che raffigura la Madonna del Principio (1322 ca.): su un fondo di tessere d'oro, la Vergine col Bambino, raffigurata con corona e nimbo, è seduta in trono, ed è affiancata da S.Restituta e da S.Gennaro.
In alto sulla scena è rappresentata lo Spirito Santo sotto forma di colomba.

Madonna del Principio (Lello da Orvieto - 1322 ca.)
particolare del mosaico: S.Gennaro (Lello da Orvieto - 1322 ca.)
particolare del mosaico: Madonna in trono col Bambino (Lello da Orvieto - 1322 ca.)
particolare del mosaico: S.Restituta (Lello da Orvieto - 1322 ca.)
Questo oratorio è per tradizione il primo in cui in Italia sia stata dipinta l'immagine della Vergine. Secondo questa tradizione Sant'Elena, madre di Costantino, fece copiare per questo mosaico la raffigurazione fatta da S.Luca.
Ma la scritta metrica in esametri posta al di sotto del mosaico, con firma ("Lello da Urb...") e data (1322 o secondo altri interpretabile come 1313) dice che il mosaico venne realizzato durante il regno di Roberto d'Angiò.
scritta metrica in esametri del mosaico della Cappella della Madonna del Principio
scritta metrica in esametri del mosaico della Cappella della Madonna del Principio
scritta metrica in esametri del mosaico della Cappella della Madonna del Principio
Sulla cupola della cappella è stata rappresentata l'Assunzione della Vergine incoronata in cielo dalla Trinità di Giovanni Balducci (XVI secolo).

cupola della Cappella della Madonna del Principio (Giovanni Balducci - XVI secolo)
cupola: Assunzione della Vergine incoronata in cielo dalla Trinità (Balducci)
Nel tamburo della cupola sono stati dipinti gli Apostoli.

tamburo della cupola: Apostoli
tamburo della cupola: Apostoli
Nei peducci della cupola sono raffigurati la Nascita del Bambino, l'Epifania, la Circoncisione di Gesù e la Presentazione al Tempio.

Nascita del Bambino
Epifania
Circoncisione
Presentazione al Tempio
Nella cappella si trovano alcune sepolture ed epigrafi di canonici del XVIII e XIX secolo.

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Sul lato destro della navata centrale si aprono altre cappelle.

cappelle della navata destra
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Sull'altare della prima cappella (di cui non ho trovato notizie) è posto un dipinto che raffigura Giuditta con la testa di Oloferne.


prima cappella destra
Giuditta con la testa di Oloferne
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La seconda cappella destra è detta Cappella dei Ricciardi o Cappella del Crocifisso.

Cappella del Crocifisso
Sono conservati in armadi diverse reliquie.
Sul pavimento uno scudo della famiglia (1603).

teche con reliquie della Cappella del Crocifisso
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La terza cappella è la Cappella Caracciolo Guindazzi.

Cappella Caracciolo Guindazzi
Sulla parete destra Sant'Anna con la Vergine e il Bambino, e sulla parete sinistra la Madonna tra il Battista e S.Gennaro.

Davanti all'altare si trova sul pavimento la lastra sepolcrale di Giannone Caracciolo (1411) dove appare effigiato il cavaliere con il figlio.

lastra sepolcrale di Giannone Caracciolo (1411)
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La quarta cappella è la Cappella Forma.

Cappella Forma
Si trovano nella cappella le epigrafi commemorative di Giovanni e Marino Forma, nobili legati alla dinastia aragonese.
Sull'altare una statua in argento dell'Immacolata Concezione.
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La quinta cappella è la Cappella S.Giuseppe.

Cappella S.Giuseppe
Sull'altare è posta una Pietà di Hendrick Van Somer mentre sulle due pareti laterali vi sono due tele di Giovanni Balducci: S.Gennaro che protegge Napoli dal Vesuvio (parete sinistra) e Sant'Agnello che mette in fuga i Saraceni (parete destra).
E' posto in questa cappella il sepolcro del canonico Marco Celentano (XVIII secolo).
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La sesta cappella destra è costituita da un ampio vano che permette di accedere al Battistero di S.Giovanni in Fonte (al quale dedico un post a parte).

Battistero di S.Giovanni in Fonte
decorazione a mosaico della cupola del Battistero di S.Giovanni in Fonte
Sulle pareti di questa cappella vi sono frammenti di affreschi del XIV secolo.

Sono conservati anche sarcofaghi romani riutilizzati e rilavorati nel '300: un sarcofago romano con rilievo di baccanale ospita le spoglie di Alfonso Piscicelli

Si trovano ancora qui il sepolcro di Riccardo Piscicelli (1300) che proviene dalla cappella di famiglia di questa basilica, frammenti della lapide dell'arcidiacono Teofilatto (VII secolo d.C.), la lapide del duca di Napoli Buono (IX sec.d.C.) già in S.Maria a Piazza e un tabernacolo del XVI secolo della scuola di Tommaso Malvito.

sarcofago di Riccardo Piscicelli (1331)
tabernacolo (scuola di Tommaso Malvito - XVI sec.) / sarcofago di Alfonso Piscicelli
Guadagnando l'uscita nell'atrio d'ingresso si può infine notare la tomba di Giovan Battista Pignatelli.

tomba di Giovan Battista Pignatelli.

CURIOSITÀ: la storia del martirio di S.Restituta ha ispirato il poeta francese A.de Lamartine che compose "Le lis du golfe de Santa Restituta dans l'ile d'Ischia" (1842).


Orari: lunedì/sabato                8.30/12.30   16.00/18.30
           domenica/festivi          8.30/13.00
Costo: GRATIS   (Battistero di S.Giovanni in Fonte a pagamento: 1,50€)


CONCLUSIONI
La Basilica di S.Restituta è la testimonianza dell'arte paleocristiana a Napoli, nonostante al suo interno si siano sovrapposti altri stili di epoche successive, che in parte ne hanno alterato struttura ed aspetto.
Un luogo da visitare anche per il mosaico trecentesco nella Cappella della Madonna del Principio e per gli interessanti mosaici del IV secolo del Battistero di S.Giovanni in Fonte.


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