domenica 1 settembre 2019

Il Teatro Olimpico di Vicenza: il teatro coperto più antico al mondo


Il più antico teatro coperto in muratura al mondo si trova a Vicenza.
E' il Teatro Olimpico, l'ultimo capolavoro artistico del Palladio.
Teatro Olimpico
Il teatro si trova all'estremità est dell'area storica di Vicenza, all'interno del Palazzo del Territorio, dove nel '600 risiedevano il sindaco, il cancelliere e l'esattore della città.

Qui sorgeva Castel S.Pietro, una fortificazione delimitata dal fiume Bacchiglione, che durante il dominio dei Carraresi (inizi XIV secolo), fungeva da barriera difensiva verso Padova.
Perduto d'importanza, la sua torre e le sue adiacenze furono utilizzate come prigioni, poi come deposito di armi, scuola, uffici.

Per accedere al Teatro Olimpico bisogna entrare nel giardino/cortile attraverso la cosiddetta Porta dell'Armamentario (al momento della nostra visita in restauro), opera del XVI secolo di Ottavio Bruto Revese.

Porta dell'Armamentario/ingresso al cortile del Palazzo del Territorio e al Teatro Olimpico
cortile/giardino e Torre Coxina nel Palazzo del Territorio
cortile/giardino del Palazzo del Territorio
cortile/giardino del Palazzo del Territorio
Su un lato del cortile si trova una loggetta dorica.

loggetta dorica
Nel cortile sono esposti sui muri gli stemmi di persone di comando del palazzo e dell'amministrazione del territorio.

stemma
stemma famiglia Palazzi conti di Schiavon (XV sec.)
Lungo i vialetti sono raccolti ruderi, colonne, statue e resti di palazzi distrutti dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.













Anche il Palazzo del Territorio e la torre duecentesca chiamata Coxina o Torre dell'Osservatorio furono danneggiati.
Nel dopoguerra furono ricostruiti, e la torre fu sopraelevata rispetto l'originale altezza.
Le carceri andarono a fuoco nel 1474 e quest'area venne nel 1579 acquisita dall'Accademia Olimpica per costruirvi un teatro stabile.

L'Accademia Olimpica, fondata con finalità culturali e scientifiche nel 1556 da 21 cittadini vicentini, era composta da nobili e non, che però si fossero distinti nelle arti o fossero cultori delle lettere greche e latine.
Una delle attività preferite dall'Accademia Olimpica era organizzare rappresentazioni teatrali, che fino allora andavano in scena nei cortili dei palazzi o qui a Vicenza nel Palazzo della Ragione.
Tra i soci fondatori dell'Accademia Olimpica vi era anche in qualità di architetto Andrea Palladio, al quale venne chiesto nel febbraio del 1580 di realizzare il progetto del teatro stabile.
I lavori di costruzione iniziarono a maggio dello stesso anno, ma ad agosto il gran maestro morì senza poter vedere realizzata la sua ultima opera.
Il progetto fu portato avanti dal figlio Silla e successivamente da Vincenzo Scamozzi, allievo del Palladio, che realizzò le scene per l'opera d'inaugurazione, che divennero poi una parte integrante del teatro stabile.
Dopo cinque anni di costruzione il Teatro Olimpico fu inaugurato per il Carnevale, il 3 marzo 1585 con l'adattamento "Edipo tiranno", tratto dal "Edipo Re" di Sofocle, definita da Aristotele la tragedia classica per eccellenza.
La rappresentazione iniziò all'una di notte e terminò verso le cinque del mattino, alla presenza di 800 spettatori.
Ispirato dai modelli dell'arte antica e ai teatri romani di Vitruvio, Palladio ha adattato il suo progetto agli spazi degli edifici preesistenti nell'area a disposizione per la costruzione del Teatro Olimpico.

Palladio adottò anche per la realizzazione della sua ultima opera un'architettura "low cost". Sostituì alla pietra lo stucco, il gesso e il legno intonacato "a marmorino" (calce e polvere di pietra mischiate insieme), simulando materiali più nobili e costosi.

Il Teatro Olimpico ha mantenuto la sua originale struttura in castagno e larice, ed è composto da una cavea, un'orchestra, il palcoscenico e un frontescena.

frontescena con versura, proscenio, orchestra e cavea del Teatro Olimpico
scena, frontescena, proscenio, orchestra e cavea del Teatro Olimpico
orchestra tra proscenio e cavea
La cavea con 13 gradoni è di forma ellittica, e può ospitare 400 posti a sedere.

cavea del Teatro Olimpico
cavea del Teatro Olimpico
cavea del Teatro Olimpico
La cavea è cinta da un colonnato con statue.

colonnato della cavea
colonnato della cavea
In totale le statue che decorano il teatro sono 95 e raffigurano gli Accademici fondatori e alcuni loro successori, abbigliati all'antica.
Le statue sono state realzzate da Agostino Rubini, da Ruggero Buscapè, da Domenico Fontana e da Cristoforo Milanese.
Solo quelle poste sopra al colonnato della cavea furono realizzate da Giacomo Cassetti nel 1751.

statue del colonnato della cavea
statue del colonnato della cavea
statue del colonnato della cavea
statue poste sopra il colonnato della cavea (Giacomo Cassetti - 1751)
Il teatro infatti fu costruito grazie ai contributi volontari dei soci dell'Accademia, che come compenso per la loro adesione, ricevettero l'onore di adornare con la propria statua il teatro.
Il posto della statua era assegnato a seconda del contributo versato.
La statua del Palladio è posta nella loggia superiore (la seconda, vicino a quella di Gian Giorgio Trissino), mentre nella nicchia centrale sopra la cavea si trova la statua di Leonardo Valmarana (principe dell'Accademia e promotore della costruzione del teatro), la cui raffigurazione richiama la figura dell'imperatore Carlo V d'Asburgo, una statua celebrativa e autocelebrativa, che univa tre personaggi: l'imperatore, il principe dell'Accademia ed Edipo.
Leonardo Valmarana
 Il frontescena (22 X 20m) con due ali o versure, ritmato da semicolonne, è diviso in tre registri corinzi.

frontescena del Teatro Olimpico
frontescena con versura sinistra
versura sinistra
Il primo registro (quello inferiore) è costituito da un arco trionfale centrale ("Porta Regia") e da due aperture laterali più piccole ("Hospitalia") e da nicchie ad edicola con statue in gesso raffiguranti gli Accademici (alcune realizzate da Agostino Rubini, altre da Ruggero Buscapè, da Domenico Fontana e da Cristoforo Milanese).

"Porta Regia"
"Hospitale"
Il secondo registro presenta nicchie con statue in gesso raffiguranti altri Accademici.

statue del II registro del frontescena
Il terzo registro è un attico decorato con metope, 11 riquadri raffiguranti le Fatiche di Ercole (simbolo delle virtù umane e nume tutelare dell'Accademia Olimpica), realizzati da Ruggero Bascapè.

Fatiche d'Ercole (Ruggero Bascapè)
Fatiche d'Ercole (Ruggero Bascapè)
Fatiche d'Ercole (Ruggero Bascapè)
Fatiche d'Ercole (Ruggero Bascapè)
Il nome dell'artista che li ha realizzati ("Rugie - R - Basca - Pe - F." = Ruggero Bascapè fecit), figura sul piedistallo dell'obelisco al centro dell'ipotetica ricostruzione del Circo di Olimpia raffigurato nel riquadro centrale posto sopra la "Porta Regia", retto da due giovani, ovvero la raffigurazione dell'impresa dell'Accademia Olimpica, con il motto di origine virgiliana (Eneide VI, 129)
"HOC OPUS, HIC LABOR EST" 
("Ecco la difficoltà, ecco ciò che v'ha di faticoso", che indica dove si trova il nocciolo della difficoltà).

Impresa dell'Accademia Olimpica (Ruggero Bascapè)
Ruggero Buscapè realizzò anche le Vittorie sui pennacchi dell'arco centrale del frontescena e le statue ai lati delle figurazioni centrali.

Vittorie sui pennacchi della "Porta Regia" (Ruggero Bascapè)
Le scene del Teatro Olimpico (come già detto realizzate da Vincenzo Scamozzi per l'inaugurazione e poi rimaste parti integranti del teatro), rappresentano le Sette vie di Tebe (dove si svolgeva la storia di "Edipo Re"), che si dipartono a raggiera: le tre principali partono dalla "Porta Regia", due dagli "Hospitalia" e altre due dalle porte delle versure.

via principale che si vede dalla "Porta Regia"
Le Vie di Tebe pavimentate in legno, le uniche scene fisse d'epoca rinascimentale ad essere giunte ai giorni nostri, assomigliano alle vie vicentine rinascimentali.
Queste scenografie sono state costruite in "prospettiva solida", in modo da poter simulare illusoriamente profondità maggiori di quelle reali del palco: in realtà le via principale è lunga solo 12 metri, ma presenta una pendenza del 20%, che insieme ad altri artifici prospettici (giochi di aggetti e nicchie, progressivo arretramento dei fronti con l'altezza compensato dalle statue sporgenti...), la rende molto più lunga.

Durante il secondo conflitto mondiale le scene furono smontate e portate al sicuro, per poi essere rimontate nel 1948.
Ed infine il soffitto che non era previsto nei teatri romani.
In realtà Palladio non aveva ancora risolto il problema di come realizzarlo, e come era solito procedere nelle sue opere, ci avrebbe pensato mentre i lavori procedevano...ma non ne ebbe il tempo.
Solo il soffitto del proscenio a cassettoni in legno è stato rifatto come il modello originale, riprendendolo da una stampa di inizio Seicento.
Il progetto del 1914 è di Marco Dondi dall'Orologio, le decorazioni di Umberto Brambilla e la decorazione pittorica di Ludovico Pogliaghi.

soffitto del proscenio (1914 - dis. Marco Dondi Dall'Orologio/ dec. Umberto Brambilla/ pitt. Ludovico Pognaghi)
Il soffitto della cavea piatto attuale, con la raffigurazione di un cielo, fu realizzato prima della prima guerra mondiale da Ferdinando Bialetti.

soffitto della cavea con raffigurazione di un cielo (Ferdinando Bialetti)
Il Teatro Olimpico di Vicenza è sì il primo teatro stabile coperto, ma anche l'ultimo teatro all'antica, visto che è privo di sipario e non presenta scene mobili.

Il Teatro Olimpico era illuminato da candele e lampade ad olio che apportavano un'atmosfera ancor più suggestiva.
Non è mai stato provvisto di riscaldamento, ed è per questo che ancor oggi non viene utilizzato nella stagione invernale.

All'epoca dell'inaugurazione del teatro si accedeva al suo interno attraverso una porta centrale che dava sulle scale conducenti alle gradinate, da cui si scendeva per prendere posto.

scale d'accesso alla cavea
ingresso dalle scale alla cavea
L'accesso sotto le gradinate attuale è stato creato negli anni '50 del secolo scorso.

Prima di entrare nella cavea del teatro si percorrono oggi due sale: l'Odeo e l'Antiodeo, la cui realizzazione è attribuita a Vincenzo Scamozzi.

L'Odeo funzionava da ridotto del teatro e usato anche per le adunanze ("tornate") dell'Accademia Olimpica.

Odeo del Teatro Olimpico
Odeo del Teatro Olimpico
Ha un soffitto con travi a vista e pareti affrescate nel 1637 con raffigurazioni monocrome di divinità e di figure allegoriche, attribuite a Francesco Maffei.

decorazione monocroma dell'Odeo (Francesco Maffei - 1637)
decorazione monocroma dell'Odeo (Francesco Maffei - 1637)
L'Antiodeo, il primitivo ingresso del teatro (all'inaugurazione del teatro l'Odeo non esisteva), presenta anch'esso un soffitto ligneo a vista ed è decorato con un fregio monocromo (1595), attribuito ad Alessandro Maganza e bottega, riproducente allestimenti teatrali curati dall'Accademia Olimpica.

Antiodeo
Antiodeo
Nei riquadri del fregio sono raffigurati spettacoli e manifestazioni svoltesi a cura dall'accademia: "Amor cortese" di Alessandro Piccolomini (1561), "Sofonisba" di Gian Giorgio Trissino (1562), "Edipo re" (1585) e il ricordo dell' "Accoglienza dell'ambasceria dei legati giapponesi" avvenuta nel 1586 nel teatro con un'orazione in loro onore.

"Amor cortese" (attr.Alessandro Maganza - 1595)
"Sofonisba" (attr.Alessandro Maganza - 1595)
"Edipo re" (attr.Alessandro Maganza - 1595)
"Accoglienza dell'ambasceria dei legati giapponesi" (attr.Alessandro Maganza - 1595)
Un riquadro del fregio illustra l'impresa dell'Accademia Olimpica: Circo di Olimpia e motto.

Impresa dell'Accademia Olimpica (attr.Alessandro Maganza - 1595)
Nelle epigrafi sulle pareti si ricordano i nomi degli Accademici più prestigiosi, tra i quali Andrea Palladio, Gian Giorgio Trissino e Antonio Fogazzaro.

epigrafe con i nomi di Accademici
A causa della censura antiteatrale della Controriforma il teatro divenne solo un luogo di rappresentanza: accolse Pio VI nel 1782, Francesco I d'Austria nel 1810 e Ferdinando I nel 1838.
Il Teatro Olimpico ritornò alle sue funzioni originali solo nel dopoguerra.

CURIOSITÀ: nel 1948 fu ridato in questo teatro l' "Edipo re" e tra gli attori vi era Arnoldo Foà che interpretava il ruolo di un sacerdote.
Nel coro invece figuravano i nomi di alcuni giovani attori che sarebbero divenuti poi molto famosi: Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Giancarlo Sbragia, Giorgio Streher, Rossella Falk e Bice Valori.

Inoltre, per le sue peculiarità, il Teatro Olimpico di Vicenza è stata la location di numerosi set cinematografici:
"Casanova '70" di Mario Monicelli (1965), "Don Giovanni" di Jospeh Losey (1979), "Ripley's Game" di Liliana Cavani (2002), "Casanova" di Lasse Hallstrom (2005), "Blind Maze" di Heather Parisi (2008).
originario ingresso del Teatro Olimpico (Vincenzo Scamozzi)
originario ingresso del Teatro Olimpico (Vincenzo Scamozzi)


http://www.teatrolimpicovicenza.it/
Orari: martedì/domenica   settembre/giugno   9.00/17.00
                                          luglio/agosto         10.00/18.00
Costo:   11€
Consiglio la  MUSEUM CARD  15€   valida 7 giorni
(TEATRO OLIMPICO + MUSEO CIVICO-PINACOTECA PALAZZO CHIERICATI + TEMPIO DI S.CORONA + MUSEO NATURALISTICO ARCHEOLOGICO + PALLADIO MUSEUM + GALLERIE D'ITALIA - PALAZZO LEONI MONTANARI + MUSEO DIOCESANO + MUSEO DEL RISORGIMENTO E DELLA RESISTENZA)

ATTENZIONE: i biglietti per il Teatro Olimpico vengono venduti nell'UFFICIO TURISTICO (P.za Matteotti 12), sulla destra dell'ingresso del teatro.


CONCLUSIONI
Ventidue monumenti del centro storico di Vicenza, e tra questi il Teatro Olimpico, insieme a tre ville palladiane poste fuori delle mura della città, sono entrati nel 1994 nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco.
Questo gioiello di Vicenza, che non si vede dalla strada, è uno dei tre teatri rinascimentali ancora esistenti in Italia, insieme al Teatro all'Antica di Sabbioneta e al Teatro Farnese di Parma.
Non si può dire di aver visitato Vicenza senza essere entrati in questo spettacolare teatro, capolavoro del genio palladiano.



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