sabato 14 settembre 2019

Vicenza palladiana: Palazzo Barbaran da Porto e il Palladio Museum


L'unico palazzo progettato da Andrea Palladio a Vicenza che il grande architetto ha potuto portare a termine è Palazzo Barbaran da Porto, chiamato anche Palazzo Barbarano.
Come le altre sue opere sparse per la città e le ville da lui progettate, Palazzo Barbaran da Porto è iscritto nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco.
Andrea Palladio progettò nel 1568 questo palazzo per il conte Montano Barbarano e l'edificio fu costruito tra il 1569 e il 1575 su Contrà' Porti, l'antico cardine massimo della città romana.

Contrà Porti con il Palazzo Barbaran da Porto
sezione di Palaazo Barbaran da Porto
pianta di Palaazo Barbaran da Porto
modellino in legno di Palazzo Barbaran da Porto (Palladio Museum)
La facciata principale del palazzo è composta da due piani e da un attico.
Il piano terra è scandito da semicolonne ioniche ed è decorato a bugnato.
Il piano nobile presenta invece una scansione a semicolonne corinzie.

facciata principale di Palazzo Barbaran da Porto
E' stata realizzata una decorazione a stucco sopra le finestre rettangolari del piano terra e attorno alle finestre a edicola, con timpani alternati e balconcini con balaustra, del piano nobile.
Nei bassorilievi in stucco del livello inferiore sono raffigurate Storie di Scipione l'Africano, mentre al livello superiore sono rappresentati trofei d'armi, festoni e divinità fluviali

Gli artisti che hanno compiuto tra il 1570 e il 1572 la decorazione a stucco esterna sono Lorenzo Rubini e poi il figlio Agostino.

decorazioni in stucco intorno alle finestre del palazzo
bassorilievi con le Storie di Scipione l'Africano (Lorenzo Rubini)
Scipione e Asbrubale alla tavola di Siface (Lorenzo Rubini)
Lo stesso schema compositivo della facciata principale si ritrova realizzato per due campate sulla facciata della strada laterale con la quale il palazzo fa angolo.
 
le due facciate di Palazzo Barbaran da Porto
Guardando la facciata del palazzo si può notare che l'ingresso non è posto in una posizione assiale.
Vi sono infatti tre campate a destra, l'ingresso e poi cinque campate a sinistra.
Questo perché al suo preesistente palazzo il committente volle aggiungere l'abitazione adiacente (la parte sinistra della facciata), acquistata dai cugini Giulio e Alessandro (1571/1574).

Questo comportò un adattamento in corso d'opera del progetto iniziale: esistono infatti tre differenti progetti realizzati da Palladio.

L'architetto dovette infatti collegare i due edifici con un Atrio diviso in tre navate da quattro colonne ioniche sulle quali poggiano tre volte a crociera.

Atrio visto dal cortile di Palazzo Barbaran da Porto
Le semicolonne ioniche sui muri dell'atrio che reggono le volte delle navate laterali sono collegate da trabeazioni alle quattro colonne centrali, componendo così una successione di serliane.

colonne e semicolonne dell'Atrio
trabeazione tra colonna e semicolonna
Le volte a crociera centrali e quelle a botte laterali sono così in grado di reggere il pavimento del salone realizzato al piano nobile sopra di loro.

L'Atrio presenta una planimetria irregolare, e per allineare colonne e semicolonne, Palladio ha usato un capitello ionico particolare (usato nel Tempio di Saturno al Foro Romano), che presenta le volute in diagonale, mascherando le necessarie rotazioni d'allineamento.

capitello ionico dell'atrio
Dall'atrio si può accedere direttamente al cortile interno dove un doppio ordine di logge si ritrova solo sul lato Sud e nell'angolo Sud-Est.

lato Sud e angolo Sud-Est di Palazzo Barbaran da Porto con doppio ordine di logge
lato Sud e angolo Sud-Est di Palazzo Barbaran da Porto con doppio ordine di logge
volte dell'ordine inferiore ionico della loggia del cortile
lato del corpo del cortile che racchiude l'atrio
mensole che sorreggono una balconata del cortile
loggia superiore d'angolo del cortile
loggia superiore del cortile
Nella pavimentazione del cortile si trova piantato un albero di gelso, albero che serve per alimentare i bachi da seta: è la seta che ha arricchito le grandi famiglie aristocratiche di Vicenza nel '500 e che ha permesso loro di innalzare grandiosi palazzi.

pianta di gelso nel cortile di Palazzo Barbaran da Porto
relazioni commerciali tra le famiglie nobili vicentine e i paesi dove esportavano la seta
Entrando negli ambienti del piano terra del palazzo si ha subito l'idea della sfarzosità della decorazione che venne fatta realizzata da Montano Barbarano.
Hanno lavorato alla decorazione pittorica con affreschi e tele Anselmo Canera, Giovan Battista Zelotti, Giannantonio Fasolo, Giambattista Maganza il Vecchio e Andrea Michieli detto Vicentino.
Gli affreschi al piano terra sono quelli che già appartenevano alla fabbrica precedente.

parete affrescata di una stanza del piano terra del palazzo
La Sala dell'Oroscopo, che si attraversa per accedere allo scalone che conduce al piano nobile, è stata decorata da Anselmo Canera e Battista Zelotti (decorazione pittorica), e da Lorenzo e Agostino Rubini (gli stucchi).

Sala dell'Oroscopo
Nel riquadro centrale del soffitto sono raffigurati L'Eclittica e l'Orizzonte s'incontrano nella costellazione del Leone e intorno a questo sono raffigurate quattro Allegorie.

riquadro centrale del soffitto della Sala dell'Oroscopo: L'Eclittica e l'Orizzonte s'incontrano nella costellazione del Leone (Anselmo Canera)
Allegoria (Anselmo Canera)
Allegoria della felicità matrimoniale (Battista Zelotti)
Allegoria (Anselmo Canera)
Allegoria della Liberalità (Anselmo Canera)
Al piano terra vi è anche la Sala di Minerva, che però non abbiamo visitato.

Lo Scalone d'onore conduce al piano nobile dove si possono visitare le sale nelle quali è allestito il Palladio Museum, un museo innovativo dedicato al grande architetto e alle sue opere.

scalone d'onore
Nelle otto sale si possono apprendere o approfondire le conoscenze sull'architettura del Palladio attraverso modellini di palazzi, ville e chiese progettate e realizzate dallo scalpellino divenuto architetto a Vicenza e nel Veneto.

modellino ligneo, ologramma sulla parete e materiale illustrativo cartaceo
cartellino esplicativo appeso ad un filo
cartellino esplicativo appeso ad un filo
Ologrammi di studiosi che spiegano la sua architettura accolgono in ogni sala il visitatore, insieme a modellini, piante e spiegazioni scritte su ogni opera.
Nel cortile poi cartellini appesi a fili spiegano quello che alzando gli occhi in quel punto puoi osservare nell'architettura del palazzo.

Contemporaneamente alla visita del museo si può ammirare l'apparato decorativo delle sale.

La prima sala del piano nobile, la Sala delle Arti, presenta un soffitto a lacunari lignei con panoplie di nastri e motivi vegetali, decorato nel 1793.

cassettonato della Sala delle Arti
cassettonato della Sala delle Arti
La sala è oggi dedicata al "Palladianesimo in pittura": sono stati qui collocati sette affreschi a monocromo, strappati e applicati su tele, che decoravano Palazzo Valmarana Franco.

Giove, Ercole con clava e Cerbero incatenato, figura femminile con clava (Giandomenico Tiepolo)
Giove (Giandomenico Tiepolo)
Ercole con clava e Cerbero incatenato (Giandomenico Tiepolo)
figura femminile con clava (Giandomenico Tiepolo)
Coppia di satiri con vaso di fiori (Giandomenico Tiepolo)
Satiro con vaso e Satiressa con tamburello (Giandomenico Tiepolo)
a sinistra: Ercole e l'Idra / a destra: Ercole sul rogo (Giandomenico Tiepolo)
Questi affreschi furono realizzati nel 1773 da Giandomenico Tiepolo che ha citato e reinterpretato nella sua opera pittorica il Teatro Olimpico di Vicenza realizzato da Palladio.
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 Attraversato un breve corridoio s'accede alla Sala delle Muse e dei quattro elementi, chiamata "Sala della Carta" perché dedicata ai "Quattro libri dell'Architettura" scritti da Palladio, e della "Rotonda" modello diffuso in tre Continenti.

corridoio d'ingresso

"Sala della Carta" / Sala delle Muse e dei Quattro Elementi
soffitto a lacunari della Sala delle Muse e dei Quattro Elementi
La sala presenta un soffitto a lacunari lignei nei quali sono rappresentate le nove ispiratrici delle Arti, le Muse, che con il loro canto riescono ad arrestare l'Universo descritto nel sottostante fregio con la raffigurazione dei quattro elementi.

pannello centrale del soffitto della Sala delle Muse e dei Quattro Elementi: Allegoria del Poema Eroico (in basso al centro della foto)
fregio: Allegoria dell'Aria con Giunone e Iride (attr.Giambattista Maganza)
fregio: Allegoria del Fuoco con  Vulcano, Venere, Cupido e i Ciclopi (attr.Giambattista Maganza)
fregio: Allegoria della Terra (attr.Giambattista Maganza)
fregio: Allegoria dell'Acqua con Nettuno, Tritone e Anfitrite
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Adiacente alla Sala delle Muse e dei Quattro Elementi si trova un Camerino, un piccolo spazio in cui è stato sistemato il busto di Andrea Palladio.

busto di Andrea Palladio (Leandro Biglioschi - 1813)
Il plausibile ritratto di Andrea Palladio, realizzato nel 1813 da Leandro Biglioschi, è la copia a grandezza naturale di quello colossale (oggi alla Protomoteca del Campidoglio), che venne commissionato da Antonio Canova al suo allievo preferito, per porla nel Pantheon di Roma, insieme a quelli di altri illustri artisti.
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La seguente sala del palazzo è la Sala dell'Allegoria matrimoniale, chiamata anche la  "Sala della Pietra" del museo.

Nel percorso museale la sala è dedicata a Palladio al lavoro nei cantieri e alle sue soluzioni tecniche costruttive a basso costo.

calco del capitello di Palazzo Valmarana a Vicenza
metodo di costruzione delle colonne palladiane con mattoni triangolari
Questa sala posta all'angolo della costruzione è stata decorata in occasione delle nozze tra Giulio Barbarano (figlio del conte Montano) con la cugina Elisabetta Barbarano.
La decorazione pittorica, attribuita ad Andrea Vicentino, riguarda sia il soffitto a lacunari che il fregio della parte alta delle pareti.

decorazione del soffitto a lacunari e delle pareti con fregio della Sala dell'Allegoria matrimoniale (attr.Andrea Vicentino)
particolare del soffitto: Allegoria del matrimonio con Fama e Tempo (attr.Andrea Vicentino - nella foto in alto a sinistra)
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Si passa poi nella Sala delle Allegorie morali, con un soffitto con travi in legno e fregio sulla parte alta delle pareti la cui realizzazione è attribuita ad Andrea Vicentino.

decorazione pittorica della Sala delle Allegorie morali
decorazione pittorica della Sala delle Allegorie morali: Allegoria della Generosità (attr.Andrea Vicentino)
La sala viene chiamata nel percorso museale "Sala della Seta" ed è dedicata ai nobili imprenditori vicentini che, con le loro manifatture e il commercio internazionale della seta, hanno acquisito una mentalità cosmopolita che ha permesso loro di capire l'architettura innovativa del Palladio.

"Sala della Seta"
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Si passa poi nel Salone dei Cesari, l'ambiente più alto del palazzo.

Salone dei Cesari
Nel soffitto a cassettoni Andrea Vicentino ha ripreso il soggetto dei bassorilievi della facciata del palazzo: nelle 9 tele sono raffigurate scene della Storia di Scipione l'Africano.

tele del soffitto cassettonato: Storie di Scipione l'Africano (Andrea Vicentino)
soffitto del Salone dei Cesari: Trionfo di Scipione dopo la vittoria di Zama (Andrea Vicentino)
soffitto del Salone dei Cesari: Le truppe di Scipione incendiano gli accampamenti di Asdrubale e di Siface (Andrea Vicentino)
soffitto del Salone dei Cesari: Scipione riceve gli ambasciatori cartaginesi (Andrea Vicentino)
soffitto del Salone dei Cesari: Scipione assedia Cartagine (Andrea Vicentino)
soffitto del Salone dei Cesari: Siface fa sedere al tavolo i nemici Scipione e Asdrubale (Andrea Vicentino)
soffitto del Salone dei Cesari: Siface prigioniero al cospetto di Scipione (Andrea Vicentino)
soffitto del Salone dei Cesari: Scipione obbliga i ribelli a giurare fedeltà alla Repubblica (Andrea Vicentino)
soffitto del Salone dei Cesari: Scipione restituisce la fidanzata ad Aluccio (Andrea Vicentino)
Lorenzo Rubini e il figlio Agostino hanno realizzato la decorazione a stucco della parte alta delle pareti e i 12 busti raffiguranti 11 imperatori romani.

decorazione a stucco e busti di imperatori romani (Lorenzo e Agostino Rubini)
decorazione a stucco e busti di imperatori romani (Lorenzo e Agostino Rubini)
busto dell'imperatore Settimio Severo (Agostino Rubini)
busto dell'imperatore Giulio Cesare (Agostino Rubini)
busto dell'imperatore Tiberio Claudio Nerone (Agostino Rubini)
busto dell'imperatore Marco Aurelio (Agostino Rubini)
busto dell'imperatore Alessandro Severo (Agostino Rubini)
busto dell'imperatore Traiano (Agostino Rubini)
busto dell'imperatore Ottaviano Augusto (Agostino Rubini)
busto dell'imperatore Vespasiano Augusto (Agostino Rubini)
busto dell'imperatore Adriano (Agostino Rubini)
busto dell'imperatore Tito Vespasiano (Agostino Rubini)
busto dell'imperatore Antonino Pio (Agostino Rubini)
Il dodicesimo busto è quello del committente Montano Barbarano nelle vesti di Marco Aurelio: lo s'individua perché è l'unico imperatore con i baffi!

Montano Barbarano nelle vesti di Marco Aurelio (Agostino Rubini)
Sopra ciascun busto Andrea Vicentino ha dipinto una scena che commemora le gesta dell'imperatore sottostante.

Alessandro Severo restituisce la libertà ai Sassanidi (Andrea Vicentino)
Tito Vespasiano assale e occupa Gerusalemme (Andrea Vicentino)
Battaglia navale in cui Ottaviano Augusto sconfigge Marco Antonio ad Azio (Andrea Vicentino)
Donazione al Senato della testa di Decebalo come prova della vittoria di Traiano contro i Daci (Andrea Vicentino)
Antioco viene accolto da Vespasiano Augusto (Andrea Vicentino)
Il sovrano s'inginocchia e rende omaggio ad Antonino Pio (Andrea Vicentino)
 Nella parte bassa delle pareti erano appesi nel '500 alcuni arazzi.

Per quel che riguarda il Palladio Museum questo Salone viene chiamato "Sala del grano" perché affronta l'argomento delle ville progettate dal Palladio per le tenute di campagna dei nobili, tenendo presente le esigenze funzionali e allo stesso tempo glorificando i suoi mecenati.

"Sala del grano"
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Proseguendo il tour all'interno del palazzo la sala che segue è la Sala della Pace.

decorazioni della Sala della Pace
Il fregio è stato realizzato da Battista Zelotti, mentre la decorazione in stucco del camino monumentale è opera di Lorenzo Rubini.
Il soffitto è in travi lignee dipinte.

fregio della Sala della Pace  (Battista Zelotti)
fregio della Sala della Pace  (Battista Zelotti)
fregio della Sala della Pace  (Battista Zelotti)
decorazione in stucco del camino monumentale della Sala della Pace (Lorenzo Rubini)
Questa sala è chiamata nel percorso museale "Sala di Venezia" in quanto dedicata alla Chiesa del Redentore di Venezia, progettata dal Palladio tenendo presente per ogni elemento che la compone il rapporto proporzionale della regola aurea rispetto agli altri oggetti e al tutto.

"Sala di Venezia"
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Il percorso museale termina nella cosiddetta Sala dei Paesaggi per le raffigurazioni decorative della parte alta delle sue pareti.
Il soffitto è in travi in legno.
E' questa una sala museale didattica.

Sala dei Paesaggi
Sala dei Paesaggi
camino della Sala dei Paesaggi
travi in legno dipinte e intagliate della Sala dei Paesaggi
Quando il suo palazzo fu terminato il conte Montano Barbarano chiese di lastricare a sue spese il tratto di contrada di fronte alla sua nuova residenza.
Il conte spese talmente tanti soldi per la costruzione del suo palazzo che andò in bancarotta.

Dal 1997 Palazzo Barbaran da Porto è anche la sede del Centro Internazionale Studi d'Architettura "Andrea Palladio" (C.I.S.A.)


www.palladiomuseum.org
Orari: martedì/domenica   10.00/18.00
Costo: 8€
Consiglio la  MUSEUM CARD  15€   valida 7 giorni
(TEATRO OLIMPICO + MUSEO CIVICO-PINACOTECA PALAZZO CHIERICATI + TEMPIO DI S.CORONA + MUSEO NATURALISTICO ARCHEOLOGICO + PALLADIO MUSEUM + GALLERIE D'ITALIA - PALAZZO LEONI MONTANARI + MUSEO DIOCESANO + MUSEO DEL RISORGIMENTO E DELLA RESISTENZA)


CONCLUSIONI
Penso che Palazzo Barbaran da Porto sia un ottimo punto di partenza alla scoperta di Andrea Palladio e della sua innovativa architettura.
Le sale espositive del museo offrono sia i rudimenti che gli approfondimenti riguardanti le opere realizzate dal grande architetto, mentre la visita del palazzo è un'immersione in un'epoca in cui Vicenza era coinvolta in una vera rivoluzione artistica.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie per le spiegazioni così ricche e dettagliate. Permettono di gustare appieno la visita al museo. In questi giorni la Sala di Minerva è aperta e gli affreschi (Giovan Battista Zelotti) sono veramente bellissimi (Minerva dea della Sapienza fronteggia l'Ignoranza con gli occhi coperti da una benda e le orecchie d'asino).

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