sabato 4 maggio 2019

Ravenna: la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo


La Basilica di Sant'Apollinare Nuovo è uno degli otto siti di Ravenna entrati nel 1996 nella lista del Patrimonio dell'Umanita dell'Unesco.

Questo luogo di culto, con funzione di Cappella Palatina, fu fatto costruire dal re dei Goti Teodorico, di fede ariana, vicino al suo palazzo (andato perduto).
Fu costruito tra la fine del IV e l'inizio del V secolo d.C. e fu dedicato al Cristo Redentore: Domini Nostri Jesu Christi.
Quando i bizantini conquistarono Ravenna (540 d.C.), i luoghi di culto ariani furono integrati al culto cattolico, e questa basilica venne dedicata a S.Martino di Tours, il vescovo che fortemente aveva combattuto le eresie, tra le quali l'arianesimo.
La basilica cambiò poi un'altra volta nome quando nel IX secolo furono traslate qui dalla Basilica di Sant'Apollinare in Classe (considerata troppo esposta alle incursioni dei pirati), le reliquie del protovescovo martire romano, di origini siriane, divenuto patrono della città.
L'appellativo "Nuovo" fu aggiunto per distinguerla dalla Chiesa di Sant'Apollinare in Veclo (posta in Via Dante Alighieri).

La facciata, a salienti e timpanata, è traforata nella parte centrale da una bifora in marmo che, come il portale, fu realizzata in epoca rinascimentale.
Sopra la bifora vi sono due piccole finestre.

bifora e piccole finestre della facciata della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
portale rinascimentale della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
La facciata era forse racchiusa originariamente da un quadriportico, mentre oggi è preceduta da un portico rinascimentale (XVI secolo), costruito con materiali di riuso, con colonne in marmo bianco e con tetto spiovente.

portico rinascimentale della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
archi in marmo del portico della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
Il campanile cilindrico posto alla destra della facciata è alto 38m. e presenta monofore, bifore e trifore.

campanile della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
 Fu costruito in mattoni nel IX/X secolo ed è tra i più antichi dell'Occidente.

campanile della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
Sul fianco destro della chiesa vi sono i tre lati di un porticato rinascimentale.

porticato sul fianco destro della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
porticato sul fianco destro della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
Davanti alla facciata della basilica si erge una colonna antica con capitello sormontato da una pigna e da una croce metallica.

colonna antica posta davanti alla Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
L'interno della basilica (42m X 21m) è diviso in tre navate da 24 colonne in marmo greco (12 per ogni lato), con capitelli corinzi "a lira", sormontati da  pulvino.
La navata centrale è larga il doppio di quelle laterali.

navata centrale della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
colonnato sinistro della basilica
capitelli corinzi con pulvino del colonnato e sottarchi in stucco
I sottarchi degli archi a tutto sesto che uniscono il colonnato sono decorati a stucco.
Nelle vele sopra gli archi sono raffigurati entro tondi alcuni Santi.

Tra il colonnato destro è iscritto un ambone posto sul fusto di una grossa colonna e quattro colonnine.
I lati anteriore e posteriore dell'ambone sono uguali e scolpiti.

ambone (retro)
ambone (visto frontalmente)
pannello frontale dell'ambone con cornici aggettanti e croci poste su globi
Il pavimento è più alto di 1,2m rispetto all'originale, sempre a causa del fenomeno della subsidenza.
Lungo la navata laterale destra si aprono finestre ravvicinate e una piccola cappella.

cappella della navata laterale destra
Lungo la navata sinistra si trovano diverse cappelle, tra le quali la Cappella del Sacro Cuore, la Cappella dell'Arca di Sant'Apollinare, e la barocca Cappella di Sant'Antonio.

Cappella del Sacro Cuore
Cappella di Sant'Antonio
volta della Cappella di Sant'Antonio
La copertura a cassettoni della navata centrale è stata realizzata nel Seicento.
Originariamente il soffitto a cassettoni era dorato ed è per questo che la basilica venne chiamata "S.Martino in Ciel d'Oro".

soffitto cassettonato della basilica (XVII sec.)
L'abside non è quella originale semicircolare all'interno e pentagonale all'esterno: crollò infatti nel 725 per un terremoto, fu ricostruita nel XVI secolo, venne decorata nel XVIII secolo e fu poi danneggiata nel 1916 durante un bombardamento della prima guerra mondiale.
Originariamente anche l'abside era ricoperta di mosaici.

zona absidale della basilica
Nell'abside rimangono solo le quattro colonne in porfido rosso con capitelli scolpiti del ciborio.
Due capitelli sono a cesto con rilievi fitomorfi, due capitelli sono di tipo composito.
L'altare con il vano per le reliquie posizionato nel presbiterio tra le colonne del ciborio è del VI secolo.

capitelli del ciborio / Spirito Santo sotto forma di colomba
Delimitano la zona absidale un pluteo con tralcio di vite che esce da un cantaro e due pavoni ai lati di una croce monogrammatica, e tre transenne scolpite a giorno, che hanno come elemento comune una croce.

pluteo e transenna
transenne
Dietro l'altare si trova la pala di Giacomo Anziani (1732) che raffigura Sant'Apollinare inginocchiato davanti a S.Pietro.

Sant'Apollinare inginocchiato davanti a S.Pietro (Giacomo Anziani - 1732)
Decorano la zona absidale anche un ciclo di otto riquadri sulla Vita di Sant'Apollinare contornati da cornici in stucco, realizzati da Giuseppe Milani.

Incontro di Sant'Apollinare col tribuno romano (Giuseppe Milani)
Sant'Apollinare con la potenza della preghiera distrugge il simulacro di Apollo (Giuseppe Milani)
Sant'Apollinare incarcerato confortato da un Angelo (Giuseppe Milani)
Sant'Apollinare libera una giovane indemoniata (Giuseppe Milani)
Martirio di Sant'Apollinare (Giuseppe Milani)

Fanno parte del ciclo anche la raffigurazione della Guarigione della figlia del tribuno e Sant'Apollinare viene percosso (difficili da poter essere fotografati), e la Gloria di Sant'Apollinare e lo Spirito Santo sotto forma di colomba realizzati nella volta.

Gloria di Sant'Apollinare (Giuseppe Milani)
Ma entrati all'interno della basilica si è particolarmente colpiti dai suoi famosi mosaici, che sovrastano gli archi del colonnato della navata centrale.
mosaici del lato sinistro della navata centrale
mosaici del lato destro della navata centrale
 I mosaici sono divisi in tre fasce.
La fascia musiva superiore, più vicina al soffitto della navata centrale, fu realizzata in periodo teodoriciano.
E' considerato il più grande ciclo monumentale del Nuovo Testamento e il più antico mosaico giunto alla nostra epoca riguardo a questo tema.

E' composta da 26 scene (13 pannelli rettangolari per ognuna delle due pareti), tratte dal Nuovo Testamento: sul muro meridionale (parete destra) le scene rappresentano la Passione di Cristo, mentre sul muro settentrionale (parete sinistra) sono raffigurati alcuni Miracoli di Cristo.
Nel ciclo musivo è stata omessa la scena della Crocifissione.

Parete destra (cominciando dall'abside):

- Ultima Cena: Cristo in primo piano e gli Apostoli sono disposi attorno ad un tavolo tricliniare sul quale sono disposti due pesci e sette pani.
Giuda è diametralmente opposto a Cristo.

Ultima Cena
 - Gesù e gli Apostoli sul Monte degli Ulivi: Cristo prega con ai sui piedi gli Apostoli semisdraiati.

Gesù e gli Apostoli sul Monte degli Ulivi
- Il Tradimento di Giuda: Giuda bacia Cristo per indicare ai soldati la persona che devono arrestare.

Il tradimento di Giuda
- Cristo condotto in giudizio: gli anziani del popolo conducono Cristo davanti al tribunale.

Cristo condotto in giudizio
- Cristo davanti al Sinedrio: Cristo è posto nel Sinedrio davanti ai sacerdoti e al sommo sacerdote Caifa.

Cristo davanti al Sinedrio
- L'Annuncio della negazione di Pietro: Cristo annuncia a Pietro che lo tradirà tre volte. Sul pilastro è raffigurato il gallo che canterà quando Pietro negherà di essere un discepolo di Cristo.

L'annuncio della negazione di Pietro
- Pietro rinnega Cristo: Pietro davanti alla casa del sommo sacerdote, indicato da una donna, rinnega di essere un discepolo di Cristo.

Pietro rinnega Cristo
- Il Pentimento di Giuda: Preso dal rimorso Giuda riconsegna le trenta monete d'argento avute per tradire Cristo a Caifa che non le prende.

Il pentimento di Giuda
- Cristo davanti a Pilato: Cristo è portato davanti al procuratore romano Ponzio Pilato raffigurato nell'atto di lavarsi le mani.

Cristo davanti a Pilato
- Cristo sale il Calvario col Cireneo: Cristo, preceduto da Simone di Cirene che gli porta la croce, sale verso il Calvario.

Cristo sale il Calvario col Cirenaico
- Le Pie Donne al Sepolcro: Un Angelo annuncia la Resurrezione a due donne che si erano recate al sepolcro di Cristo.

Le Pie donne al sepolcro
 - I Discepoli in cammino verso Emmaus: Cristo si unisce a due Discepoli diretti a Emmaus, la città fortificata raffigurata su un rilievo nella scena.

I discepoli in cammino verso Emmaus
- L'Incredulità di Tommaso: Tommaso inchinato verso Cristo ha dovuto mettere il dito nel fianco del Salvatore per credere che fosse lui.

L'incredulità di Tommaso

Parete sinistra (cominciando dall'abside):

- Le Nozze di Cana: per la presenza di cesti, sostituiti a idrie durante un restauro nel XIX secolo, si era pensato che la scena rappresentasse la moltiplicazione dei pani e dei pesci, ma originariamente invece era descritta la trasformazione dell'acqua in vino da parte di Cristo alle nozze di Cana.

Le nozze di Cana
- Cristo moltiplica i pani e i pesci: Cristo moltiplica i pesci e i pani, che Pietro e Andrea gli offrono, per sfamare la gente accorsa ad ascoltarlo.

Cristo moltiplica i pani e i pesci
- La chiamata di Pietro e Andrea: Cristo sulla riva, accompagnato da un Apostolo, si rivolge a Pietro e Andrea ("pescatori di uomini"), su una barca intenti a pescare.

La chiamata di Pietro e Andrea
- Cristo guarisce dei ciechi a Gerico: Cristo, accompagnato da un Apostolo, tende la mano verso due uomini ciechi per guarirli.

Cristo guarisce dei ciechi a Gerico
- Cristo guarisce l'emorroissa: la scena narra la guarigione di una donna che da anni perdeva sangue, ma che guarì toccando le vesti di Cristo. Altri studiosi hanno pensato che venissero raffigurati altri miracoli per la mancanza di precisi riferimenti.

Cristo guarisce l'emorroissa
- La Samaritana al pozzo: Cristo chiede alla donna samaritana di dare da bere a lui che era giudeo.

La Samaritana al pozzo
- La Resurrezione di Lazzaro: Cristo resuscita Lazzaro dalla tomba.

La Resurrezione di Lazzaro
- La Parabola del Fariseo e del Pubblicano: nella scena compaiono davanti a un Tempio due uomini, un Pubblicano in vesti dimesse e in atteggiamento di umile peccatore, e un Fariseo che ostenta la sua ricchezza e rettitudine. Cristo dimetterà dai suoi peccati il Pubblicano.

La parabola del Fariseo e del Pubblicano
- L'Offerta dell'obolo della Vedova: Cristo benedice una povera vedova che dona tutto il denaro che ha al Tempio.

L'offerta dell'obolo della vedova
- La Parabola del Regno di Dio e del Giudizio Universale: Cristo, seduto su una roccia tra due Angeli, separa gli agnelli dai capretti (i buoni dai cattivi). l'Angelo del Bene è raffigurato in rosso, l'Angelo del male in blu.

La parabola del regno di Dio e del Giudizio Universale
- Cristo guarisce il paralitico di Cafarnao: nella scena due uomini calano tramite funi un uomo paralitico nel suo letto dal tetto di una casa, per farlo guarire da Cristo.

Cristo guarisce il paralitico di Cafarnao
- La Guarigione dell'Ossesso di Gerasa: Cristo acconsente che gli spiriti maligni che tormentavano un uomo potessero entrare in un branco di maiali che pascolavano li vicino (rappresentati nella scena). I maiali a loro volta indemoniati si buttarono in corsa da un dirupo.

La guarigione dell'ossesso di Gerasa
- La Guarigione del Paralitico di Bethesda: Cristo guarì un paralitico che non riusciva per le sue condizioni ad immergersi nelle acque della piscina chiamata Bethesda. Da quel momento il paralitico camminò con il suo lettino sulle spalle, come viene rappresentato nella scena.

La guarigione del paralitico di Bethesda

I riquadri con scene cristologiche sono intervallati dalla raffigurazione di nicchie a forma di conchiglie che racchiudono al loro interno collane di perle, corone gemmate, fasce policrome e tralci d'acanto.
Poggiano sul bordo delle conchiglie una croce e due colombe.

colombe su nicchie a forma di conchiglia
colombe su nicchie a forma di conchiglia
Sempre dell'epoca di Teodorico è la fascia musiva mediana, posta sotto le scene cristologiche, all'altezza delle finestre.
In questa fascia sono state realizzate 32 figure di Profeti e Santi (16 per ogni lato lungo della navata), raffigurate in piedi in posizione frontale, su un fondo oro.

fascia mediana: Profeti
fascia mediana: Profeti
Le figure rappresentano uomini di differenti età con il nimbo intorno al capo.
Variano soprattutto le posizioni delle mani, che reggono un rotolo o un libro.

fascia mediana: Profeti
Anche i sottarchi delle finestre presentano vari tipi di decorazione musiva.

fascia mediana: Profeti
fascia mediana: Profeti
La fascia inferiore della decorazione musiva della navata centrale della basilica, sopra gli archi del colonnato, fu eseguita in periodi storici diversi.

Originariamente la fascia era decorata con un ciclo di mosaici con temi legati alla religione ariana, che vennero in epoca giustinianea "epurati".

Il vescovo Agnello infatti, riportando la chiesa al culto cattolico, fece eliminare le figure di alcuni personaggi ariani della corte di Teodorico.
Di queste figure rimangono alcune tracce: ad un attento osservatore non può sfuggire di vedere su alcune colonne del Palazzo di Teodorico la raffigurazione di alcune mani (colonne 1°, 3°, 5° e 11°).

Parete destra / fascia inferiore: il Palazzo di Teodorico
Parete destra / fascia inferiore: il Palazzo di Teodorico
particolare del mosaico: una mano raffigurata su una colonna del Palazzo di Teodorico
particolare del mosaico: una mano raffigurata su una colonna del Palazzo di Teodorico
Infatti alla damnatio memoriae è scampata la raffigurazione di quell'edificio sovrastato dalla scritta "Palatium", la rappresentazione in prospettiva ribaltata (i tre lati del peristilio sono schiacciati su un unico piano), di un portico con archetti protetti da parapetti e sormontati da un tetto in tegole, che costituiva un elemento architettonico del palazzo del re ostrogoto Teodorico.

Cassiodoro racconta che il palazzo di Teodorico aveva portici ed era ornato da vittorie alate (come quelle che nel mosaico si vedono nei peducci delle arcate).

E' stata cancellata da questa raffigurazione (oltre ai personaggi tra le colonne sostituiti da tende e da uno sfondo oro), anche la rappresentazione di Teodorico tra le personificazioni di Roma e di Ravenna che si trovava nel timpano dell'edificio.

Oggi la fascia è occupata da due processioni: sulla parete destra un Corteo di Santi, guidato da S.Martino (che ha sostituito la figura di Teodorico), sulla parete sinistra un Corteo di 22 Sante, guidato da Sant'Eufemia.
 
Parete sinistra / fascia inferiore: Corteo dei Santi Martiri
Parete sinistra / fascia inferiore: Corteo dei Santi Martiri
Parete sinistra / fascia inferiore: Corteo dei Santi Martiri
Parete sinistra / fascia inferiore: Corteo dei Santi Martiri
Parete sinistra / fascia inferiore: Corteo dei Santi Martiri capeggiato da S.Martino (primo a sinistra)

Parete sinistra / fascia inferiore: Corteo delle Sante Vergini
Parete sinistra / fascia inferiore: Corteo delle Sante Vergini
Parete sinistra / fascia inferiore: Corteo delle Sante Vergini capeggiate da Sant'Eufemia (la prima a destra)

I 26 Santi Martiri, vestiti con una semplice tunica e un pallio bianchi, partono con le loro corone del martirio dal Palazzo di Teodorico per arrivare, vicino all'abside, a Cristo raffigurato in trono fra quattro Angeli, vestito con una tunica imperiale, con nimbo crucigemmato intorno al capo e scettro tra le mani.

parete destra /fascia inferiore: Cristo con quattro Angeli
parete destra /fascia inferiore: Cristo con quattro Angeli
La raffigurazione di Cristo è invece quella dell'epoca di Teodorico, ma lo scettro andò a sostituire un libro aperto (con la scritta "Ego sum Rex gloriae"), durante il restauro avvenuto nel 1860.

Sulla parete opposta, il corteo delle 22 Sante Vergini parte dalla "Civi Classis", l'antico porto di Classe, rappresentato con il faro, tre navi, le sue alte mura merlate, l'anfiteatro, la basilica, un portico, e un edificio civile a pianta centrale con tetto conico.
Anche questa raffigurazione è scampata all'epurazione.

parete sinistra / fascia inferiore: Classe
parete sinistra / fascia inferiore: Classe
Classe era il più grande porto dell'Adriatico, fondato da Ottaviano Augusto nel I secolo a.C.
Era la sede della flotta navale imperiale romana, che contava 250 imbarcazioni (secondo Plinio).
Le Sante Vergini, vestite con ricche tuniche ricamate in oro e veli bianchi (simbolo della verginità), e adornate con diademi con perle, giungono in processione, portando le corone del martirio, davanti alla Vergine col Bambino attorniata da quattro Angeli.
Questa raffigurazione appartiene al ciclo di mosaici realizzato sotto Teodorico ed è la più antica immagine monumentale della Vergine, prototipo delle rappresentazioni bizantine successive.

parete sinistra/ fascia inferiore: Vergine col Bambino e quattro Angeli
parete sinistra/ fascia inferiore: Vergine col Bambino e quattro Angeli
Le Sante Vergini sono precedute da Tre Re Magi (vestiti in abiti di foggia persiana), che hanno sostituito in epoca giustinianea la raffigurazione della moglie di Teodorico.

parete sinistra/ fascia inferiore: i Tre Re Magi
I berretti frigi dei Tre Re Magi furono rifatti nell'Ottocento da Felice Kibel che li sostituì alle corone che questi avevano sulle teste.

parete sinistra/ fascia inferiore: i Tre Re Magi
Anche la controfacciata della basilica era un tempo ricoperta da mosaici.
Di quella decorazione rimane solo un frammento con la raffigurazione di una figura maschile con diadema e nimbo, alla quale venne aggiunta la scritta "Giustiniano" da Felice Kibel nell'Ottocento.
Qualche studioso pensa invece che sia il ritratto di Teodorico.

ipotetico Ritratto di Giustiniano (o di Teodorico)
Nella basilica si trova l'iscrizione che si leggeva nell'abside originale secondo quanto scriveva Andrea Agnello nel suo Liber Pontificalis.



http://www.ravennamosaici.it
Orari: marzo/ottobre   9.00/19.00    novembre/febbraio  10.00/17.00
BIGLIETTO UNICO 
(Museo Arcivescovile + Battistero Neoniano + Basilica di Sant'Apollinare Nuovo + Basilica di S.Vitale + Mausoleo di Galla Placidia)
Costo:  9,50€

CONCLUSIONI
E' questo uno dei monumenti più belli e più conosciuti di Ravenna.
Si rimarrebbe per ore ad osservare la magia dei suoi mosaici, così estesi, ricci di colori e di particolari.
Ma non solo...questo monumento costituisce anche un luogo d'incontro tra il culto ariano e culto cattolico, tra i mosaici teodoriciani e quelli dell'epoca del vescovo Agnello, tra stile ellenistico-romano (dove ancora sono presenti i paesaggi e i gesti dei personaggi), e bizantino (dove le figure sono stilizzate e smaterializzate, frontali e fisse nello sguardo, e dove si nota un forte simbolismo allegorico).
Un luogo in cui perdersi nell'arte.


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