lunedì 29 luglio 2024

Gran Canaria: Agüimes, la città delle sculture

Agüimes è una piccola cittadina posta nel Sud-Est di Gran Canaria, a soli 30 km da Las Palmas.

Agüimes è una delle città più antiche dell'isola. Abitata dagli aborigeni nel periodo preispanico, divenne uno dei primi centri abitati dopo la conquista spagnola: fu fondata come villaggio episcopale nel 1486. Per quattro secoli, fino al XIX secolo, è stata un feudo della Camara Episcopal.

Il centro storico di Agüimes ha un'architettura tipica canaria, con edifici colorati in tinte pastello ma che evidenziano la loro costruzione in pietra.

Passeggiare lungo le sue strette vie acciottolate, o riposarsi nelle sue piazze, è immergersi nell'atmosfera tipica dell'isola.

Non ci vuole molto tempo per visitare le principali attrazioni di questa cittadina, ma vi colpirà scoprire le numerose sculture che costellano l'itinerario di visita.

Poste nella piazza principale o nascoste in qualche via più appartata, rappresentano la memoria viva della comunità e ricordano le storie di persone, le tradizioni e gli eventi che hanno segnato la storia di questa cittadina.

Se iniziate la visita di partendo da Plaza de San Anton noterete davanti all'ingresso del Centro di Interpretazione del Centro Storico (edificio con annesso Ufficio del Turismo) la scultura di una donna seduta su una panchina.

Plaza de San Anton (Centro di interpretazione del Centro Storico - Ufficio del Turismo)

La donna raffigurata è la Principessa Masequera, figlia del re guanche Teneror Semdan, ultimo re aborigeno dell'isola, che venne battezzato con il nome di Fernando Guanarteme. Anche la principessa venne battezzata e prese il nome di Catilina Hernandez de Guanarteme.

Principessa Masequera (Beatriz Gonzales de la Vega)

Se avrete più tempo a disposizione per visitare la città rispetto a quello che abbiamo avuto noi, potrete entrare nel Centro di Interpretazione del Centro Storico ed essere informati sulla città e sull'itinerario di visita. 

Percorrendo pochi metri ci si trova in Plazoleta de Orlando Hernandez, una piccola piazzetta dove è stata posta La Chelista o Homenaje alla Musica, la scultura di una violoncellista in ricordo della musica classica che si udiva provenire dagli edifici che circondano questo luogo.

La Chelista (Ana Luisa Benitez Suarez - 1998)

Già da questa piazza si intravede il fianco del Tempio Parrocchiale di San Sebastiano, una chiesa a pianta basilicale disegnata da Diego Nicolas Eduardo nel 1787, modificata nel XIX secolo e portata a termine nel 1940.

Tempio Parrocchiale di San Sebastiano

La chiesa è circondata da inferriata tranne che lungo la facciata. La facciata in stile neoclassico canario della chiesa, affiancata da due torri, è stata realizzata in pietra nera, mentre le pareti laterali sono dipinte di bianco.

facciata del Tempio Parrocchiale di San Sebastiano

facciata del Tempio Parrocchiale di San Sebastiano


una torre della facciata del Tempio Parrocchiale di San Sebastiano

In una nicchia del coronamento della facciata si trova la stata in marmo di S.Sebastiano realizzata da D.Luis Aleman Montull.

statua di San Sebastiano (D.Luis Aleman Montull)

All'interno la chiesa è divisa in tre navate di uguale altezza e con volte a botte, separate da colonne tuscaniche sormontate da archi semicircolari. Il transetto è sormontato da una cupola esternamente bianca.

la cupola e una torre del Tempio Parrocchiale di San Sebastiano


cupola del Tempio Parrocchiale di San Sebastiano

Di fronte alla chiesa si trova la Plaza de Nuestra Señora del Rosario.

Plaza de Nuestra Señora del Rosario

Plaza de Nuestra Señora del Rosario

Plaza de Nuestra Señora del Rosario

Plaza de Nuestra Señora del Rosario

L'area centrale della piazza è sopraelevata e alberata, decorata con alcune sculture in bronzo a grandezza naturale: la Mariquita Sanchez Hernandez raffigura l'anziana donna che distribuiva dolci ai bambini della città, il busto di Juan Melia Alvarado che ritrae un benefattore di Agüimes, la Tertulia en La Alameda una composizione scultorea dedicata ai giovani che negli anni '20 si riunivano in questo luogo per studiare letteratura. Quest'ultima opera è stata ispirata dalla poesia  "Un incontro a La Alamedadi Joaquin Artiles, anch'esso nato a Agüimes.

Mariquita Sancez Hernandez (Francisco Suarez Diaz)

busto di Juan Melia Alvarado

Tertulia en La Alameda (Wency Herrer - 2010)

La piazza è circondata da edifici colorati che ospitano piccoli locali di ristorazione tra i quali El Populacho, un bar/caffetteria che originariamente dagli anni '30 agli anni '70 era un negozio di olio e aceto, ovvero una rivendita dove si vendeva di tutto. All'interno del locale l'allestimento è rimasto immutato, con il suo bancone in legno e ferro di color verde.

El Populacho

raffigurazione dell'antico "negozio olio e aceto"

raffigurazione dell'avvenuta trasformazione dell'emporio in caffetteria

I contadini portavano i loro prodotti dai campi in città per scambiarli con i prodotti realizzati in città, o per vederli ai signori. I loro prodotti erano caricati sugli asini, e proprio a questi animali è dedicata la scultura El Burro con albarda ("L'asino con il basto") posta su un lato della piazza. 

El burro con albarda (Ana Luisa Benitez Suarez - 1999) - foto di un "negozio di olio e aceto"

Un'altra scultura posta sulla piazza s'intitola El Carnaval e raffigura due ballerini che danzano durante questa sentita e antica festa in città (se osservate bene la figura femminile è uomo con i baffi mascherato!).

El Carnaval (Ana Luisa Benitez Suarez - 2000)

El Carnaval (Ana Luisa Benitez Suarez - 2000)

Oltre alle statue, nella piazza troverete anche dei murales: El Amasijo è dedicato all'apprezzato pane che veniva realizzato in città con il grano nero, e che fece sorgere diversi panifici, un altro murale invece è posto lungo la recinzione esterna che circonda l'area alberata della piazza, e riporta la poesia "El Romance de Agüimes" scritta dal sacerdote, professore e scrittore Joaquin Artiles, nato a Agüimes

El Almasijo

El Romance de Agüimes (Joaquin Artiles)

Lasciando la piazza ci si può avviare verso Plaza de Santo Domingo dove sorge la casa natale e la statua del Servo di Dio Antonio Vicente Gonzales

Plaza Santo Domingo

targa sulla casa natale di Antonio Vicente Gonzales

Servo di Dio Antonio Vicente Gonzales

Proseguendo l'itinerario del centro storico, percorrendo strade costeggiate da edifici colorati, si giunge su Calle El Progreso all'Hotel Rurale de Los Cammellos, un'ex casa padronale di campagna utilizzata per lavori agricoli costruita 300 anni fa. Il suo patio era una sorta di caravanserraglio per i cammelli utilizzati nei campi e per il trasporto dei prodotti.

ingresso dell'Hotel Rural de Los Camellos

vicolo che costeggia l'Hotel Rural de Los Camellos

E ai cammelli (sarebbe più esatto dire dromedari) è dedicata la scultura El Camello posta in un vicolo (Callejon de la Vegueta) adiacente a questo edificio.

El Camello (Wency Herrera Garcia - 2003)

Sulla stessa strada s'incontra Aragüeme un vero Museo Gastronomico dove degustare e acquistare prodotti locali.

Aragüme- Museo Gastronomico

insegna di Aragümes

Poco distante, introducendosi in un vicolo appartato (Callejon del Reloj), si trova un gruppo scultoreo di una coppia seduta su una panchina: Los Enamorados, un omaggio agli innamorati che cercavano un po' di privacy per corteggiarsi.

Los Enamorados (Ana Luisa Benitez Suarez - 1999)

La nostra visita di Agüimes si è conclusa qui, e per mancanza di tempo non abbiamo potuto vedere tutte le sculture che abbelliscono la cittadina e né il Museo della Storia di Agüimes allestito nel cosiddetto Palacio Episcopal in quanto appartenuto alla famiglia Verdugo, a cui apparteneva Manuel José Verdugo, l'ultimo vescovo della città. 

CURIOSITA': passeggiando lungo le vie di noterete alcune piastrelle  decorate con strani simboli inserite nella pavimentazione...le azulejos riproducono simboli aborigeni, come anche le targhe che indicano plaza, calle o callejon sono attorniate da queste raffigurazioni.

insegna con simboli aborigeni

azulejo con simbolo aborigeno sulla pavimentazione stradale

azulejo con simbolo aborigeno sulla pavimentazione stradale

azulejo con simbolo aborigeno sulla pavimentazione stradale

azulejo con simbolo aborigeno sulla pavimentazione stradale

azulejo con simbolo aborigeno sulla pavimentazione stradale

CONCLUSIONI
                                                                                                                       E' stato interessante scoprire la storia, la cultura e le usanze di questa cittadina attraverso le sculture poste al centro o agli angoli delle sue piazze e delle sue caratteristiche stradine. Ma quelle qui descritte sono solo un assaggio di quelle che si possono trovare a decorare 
Agüimes...a voi scoprirle!

Eccole qui elencate:

https://statues.vanderkrogt.net/town.php?webpage=ST&t=Aguimes&p=gc


mercoledì 24 luglio 2024

Gran Canaria: Parque Archeologico del Maipés


A Nord-Est di Gran Canaria, a 10 minuti dal centro di Agaete e a 35 minuti da Las Palmas, si trova il Parque Archeologico del Maipés, la seconda necropoli per estensione dell'isola (dopo quella di Arteara) e uno dei più grandi cimiteri aborigeni delle Isole Canarie. 

Parque Archeologico del Maipés
Parque Archeologico del Maipés

Valle dell'Agaete

Agaete e la costa viste dal sito archeologico

Questo esteso luogo funerario della cultura aborigena, circondato da mare e montagne, copre infatti un'area di più di 1 kmq. ed è stato realizzato su materiale vulcanico, un piano di lava pietrificata dello spessore medio di 4 m., risultato dell'attività vulcanica (una delle ultime eruzioni dell'isola), generata 3000 anni fa da una serie di vulcani situati nella zona alta della Valle dell'Agaete.

area vulcanica

cartina del sito archeologico e dei vulcani la cui attività ha interessato l'area

Macchie bianche e depositi marini ritrovati lungo i pendii che circondano la valle testimoniano che 800.000 anni fa uno tsunami raggiunse l'isola e l'acqua del mare risalì la costa per 3 km.

La parola "Maipés" deriva da "Malpais" e significa "terra cattiva", e designa un territorio arido e inospitale.
Percorrendo passerelle in acciaio, attrezzate con pannelli illustrativi di ciò che si pone davanti ai nostri occhi, e cartelli che aiutano a comprendere meglio la cultura di questo popolo preispanico, si può visitare il sito archeologico agevolmente e senza alterare il suo delicato assetto. Nel parco archeologico troverete anche un Centro de Interpretacion dove trovare ulteriori spiegazioni sul sito.

passerella in acciaio

passerella in acciaio

 Centro de Interpretacion

 Centro de Interpretacion

terrazza del Centro de Interpretacion
 
Centro de Interpretacion

Nel Centro de Interpretacion troverete anche un plastico dell'intero sito cimiteriale e la ricostruzione di un tumulo.

plastico dell'area archeologica

ricostruzione di un tumulo
Nel Parque Archeologico del Maipés si trovano circa 700 tombe, distribuite in cinque settori di cui il più esteso (Settore A) è quello visitabile. 
Nel Settore A si trovano più di 400 tombe. Con il metodo del Carbonio 14 applicato alle ossa ritrovate nelle sepolture si è potuto costatare che queste sepolture furono realizzate tra l'VIII e l'XI secolo.

plastico dei tumuli del Settore A
I Guanches (in italiano Guanci) arrivarono su Gran Canaria tra il V e il II secolo a.C. dal Nord Africa (si pensa che fossero di origine berbera o amazigh). Erano un popolo di agricoltori, pastori e pescatori. La loro massima autorità era il Guanarteme (aveva barba e capelli lunghi e vestiva con abiti importanti). Il Faican era il grande sacerdote (parente diretto del Guanarteme). Sotto queste due cariche si trovavano i Nobili (che avevano un titolo ereditato o meritato in guerra), i Guayres (che consigliavano Guanarteme in caso di guerra) e le Harimaguadas (vergini che vivevano appartate in luoghi sacri e svolgevano funzioni religiose o sociali). Poi nella scala sociale veniva il popolo dedito alla coltivazione dei campi, alla pastorizia del bestiame di proprietà dei Nobili, e all'artigianato. Alla base sociale vi erano macellai e carnefici, coloro che venivano in contatto con la carne morta e che preparavano i cadaveri, e per questo mal considerati (per toccare le cose altrui dovevano farlo con un bastone per evitare il contatto). 

I Guanches seppellivano i loro defunti in caverne, in fosse scavate nella terra o in casse con tumuli che li ricoprivano. In questo cimitero preispanico le sepolture sono costruite con pietre vulcaniche: tumuli a pianta ellittica o rotonda e forma tronco-conica. 

Si distinguono cinque tipi di tumuli. Sei tumuli sono sormontati da una torretta (forse associata ad un alto rango sociale dell'individuo sepolto). 

tipi di tumuli

tipi di tumuli

tumulo con torretta
tumulo con torretta

tumuli con torretta

Il cadavere era avvolto in un sudario realizzato con fibre vegetali di canna e legato con corde dello stesso materiale. Il corpo veniva quindi deposto supino, con la testa (quando il cranio è stata trovato) rivolta verso Est, in una cassa di pietra (cista), intorno alle quale si realizzava un tumulo in pietra.

tumuli

tumulo

tumulo

tumuli

tumuli

tumuli

Alcune tombe raggiungono gli 8 m di diametro e alcune sono alte 3m. Su molti tumuli sono stati ritrovati come coronamento alcune pietre rosse o gialle, di materiale diverso da quello vulcanico. A questa "decorazione" non è stato possibile attribuire alcuna accertata motivazione: forse servivano a distinguere le une dalle altre, o forse segnalavano il rango sociale, come per la grandezza o la raffinatezza della costruzione.

Di solito veniva inumata nel tumulo una sola persona. In pochi tumuli sono stati individuati i resti di due corpi. Sono state ritrovate anche ossa di bambini. 

In quella che viene chiamata la "Tomba del Re" per le sue dimensioni, sono stati ritrovati i resti ossei di almeno due individui: uno era il corpo di una donna di 17/25 anni e l'atro quello di un bambino di 5/7 anni.

"Tomba del Re"

Più della metà delle tombe furono saccheggiate nel XX secolo. La maggior parte degli scheletri trovati risulta incompleta. La corruzione dei corpi è dovuta a infiltrazioni d'acqua piovana e ai roditori e lucertole che vivono nell'area.
Non sono stati ritrovati in sito arredi funerari e neanche offerte di alcun genere. 

Non vi è nessuna differenza tra tombe di individui maschili e femminili, piuttosto si pensa che vi siano differenze nella collocazione delle tombe dei personaggi più importanti, individuate in quelle che occupano una posizione del sito più elevata.,.

In alcune tombe sono stati posti scheletri finti per far comprendere meglio come i corpi erano sistemati.

tomba con finto scheletro

tomba con finto scheletro

tomba con finto scheletro

Tramite alcuni fori con lente posti su un pannello si può vedere un tumulo più da vicino.





Parte del cimitero fu circondato da un muro a secco di cui ancor oggi si possono vedere alcuni tratti. La recinzione era alta circa 1,5 m. Sono state trovate 8 sepolture al di fuori del muro, considerate appartenute ad individui indegni o a stranieri.

nel plastico sono evidenziati il muro di recinzione e le sepolture al di fuori da questo

http://www.arqueologiacanaria.com/maipes_de_agaete/yacimiento-maipesdeagaete.html

Orario:     ottobre/marzo             martedì/domenica    10.00/17.00

                 aprile/settembre          martedì/domenica    10.00/18.00

Costo: 3 €

CONCLUSIONI                                                                                                                     Questo sito preispanico di Gran Canaria, un vero museo all'aperto, è di grande valore archeologico, e costituisce un viaggio nel tempo che riguarda la cultura aborigena delle Isole Canarie. Sarebbe un errore non visitarlo perché rappresenta un tassello nella comprensione del popolo che ha vissuto su queste isole. Inoltre il paesaggio in cui questo sito archeologico è situato è davvero bello e particolare: un connubio "Natura e Archeologia".

"Natura e Archeologia"