Nel Nord-Ovest del Marocco, ad una ventina di chilometri ad Ovest di Tangeri, si trova un complesso di grotte archeologiche chiamato Grotte di Ercole.
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ingresso alle Grotte d'Ercole |
Queste grotte sono considerate le più grandi dell'Africa. Sono poste nel massiccio del Cap Spartel (il punto più a Nord-Ovest dell'Africa continentale), e furono scoperte nel 1906.
Sono grotte di origine vulcanica, in parte artificiali, abitate già nel periodo neolitico (VI millennio a.C.), come ha potuto testimoniare il ritrovamento nel 1930 in questo sito di statuette in terracotta risalenti a quel periodo preistorico.
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Grotte d'Ercole |
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Grotte d'Ercole |
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Grotte d'Ercole |
Il sito è composto da camere collegate tra loro, con due aperture. Si dice l'apertura verso l'oceano sia stata creata dai Fenici, mentre quella verso terra dai Berberi per estrarre pietre.
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una camera delle Grotte d'Ercole |
Si può notare che sulle pareti delle grotte vi sono dei solchi che testimonierebbero un'attività di estrazione di materiale utilizzata come pietra da macina.
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solchi nella roccia |
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solchi nella roccia
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Le grotte sono illuminate da un singolo passaggio che affaccia sull'oceano. Questa apertura ha il contorno che ricorda la mappa rovesciata del Continente Africano (dritta vista dal mare). |
apertura sull'oceano |
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apertura sull'oceano a forma di Africa rovesciata |
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apertura sull'oceano a forma di Africa rovesciata
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Il nome di queste grotte deriva da alcune leggende legate ad una delle figure mitologiche più conosciute, ovvero all'eroe greco Eracle, chiamato dai Romani Ercole.
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tra storia e leggenda |
Si narra infatti che Ercole trovò riposo in queste grotte prima di portare a termine l'undicesima delle sue dodici fatiche: rubare tre mele d'oro del Giardino delle Esperidi, che secondo la mitologia si trovava non molto distante da qui, a Lixus, antica città vicino a Laroche.
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Ercole e il leone di Nemea |
A Ercole si attribuisce anche l'impresa di aver separato l'Africa dall'Europa dando un calcio (alcune versioni dicono un pugno) alla parete della grotta dove era prigioniero. Oltre a creare un'apertura verso l'oceano per poter uscire dalla grotta, Ercole fece così emergere da un lato Jabel Musa (Africa) e dall'altro Jabel Tarik (Gibilterra), siti su cui si trovavano appunto le mitologiche "Colonne d'Ercole", il limite del mondo civilizzato.
C'è anche chi racconta che qui visse il ciclope Polifemo.
Secondo un'altra leggenda le grotte sarebbero la parte finale di un tunnel sotterraneo, lungo 24 km, che anticamente collegava il Marocco con la Penisola Iberica, e che si collegava alle Grotte di S.Michele a Gibilterra. Si dice a proposito di questa leggenda che utilizzando questo canale i macachi provenienti dall'Africa abbiano colonizzato Gibilterra.
Orario: 10.00/17.30
Costo: 60 MAD
ATTENZIONE: Se volete visitare le Grotte di Ercole dovete sapere che all'ingresso del sito troverete due entrate alle grotte: una è una sorta di esposizione/negozio (a pagamento 5 MAD), allestita in modo un po' kitsch, l'altra è l'entrata alla grotta vera e propria.
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ingresso alla Grotta d'Ercole |
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"grotta" commerciale |
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"grotta" commerciale |
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"grotta" commerciale |
CONCLUSIONI Data la sua vicinanza al Faro di Cap Spartel, le Grotte d'Ercole sono un piccolo sito da visitare qualora vogliate esplorare i dintorni di Tangeri. Avvolto da un alone di mistero per il suo passato ancora non ben conosciuto, e dalle leggende che per questo vengono raccontate, è un sito affascinante, e offre anche l'occasione per ammirare, dalla terrazza che precede l'entrata alla grotta, quel tratto di costa africana dove l'Oceano Atlantico sta per unirsi al Mar Mediterraneo.
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terrazza panoramica |
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vista panoramica sull'Oceano Atlantico |
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