sabato 14 marzo 2015

L'Antica Agorà di Atene: la culla della democrazia


A nord-ovest dell'Acropoli, sulla Odos Adrianou (la Via di Adriano), si trova l'area archeologica dell'Antica Agorà, centro amministrativo e, con i suoi negozi, luoghi di culto, ed edifici pubblici, il cuore della vita pubblica dell'antica Atene.

Agorà Antica vista dall'Acropoli
Ancor oggi la parola "Agorà" significa "piazza del mercato".

L'Agorà fu la culla della democrazia ateniese, dove furono esercitate le più importanti funzioni politiche della città, dove personaggi quali Pericle o Socrate hanno passeggiato.

Scuola di Atene (Raffaello) - Stanza della Segnatura nei Musei Vaticani
I ruderi dell'Agorà all'ombra dell'Acropoli, sono nascosti nel verde, ma gli edifici più imponenti s'innalzano oggi silenziosamente, in contrasto con la ferrovia che rumorosamente costeggia l'area che nell'antichità, ha rappresentato la zona attiva e viva della città.
Qui si svolgevano le cerimonie religiose, le transazioni commerciali, gli eventi musicali e teatrali, e le competizioni sportive. 

Stoà di Attalo e ferrovia!!!
Abitata sin dalla preistoria, l'Agorà ospitò i più importanti eventi cittadini, dall'epoca micenea alla tarda antichità.

Fu nel VI secolo a.C. che, livellata la spianata, nella zona ovest sorsero i primi templi.
Dopo l'invasione persiana si provvide a ricostruirla ed ampliarla. 
Le due stoà sono state invece costruite in epoca ellenistica.
In età romana vennero innalzati l'Odeion di Agrippa ed alcuni templi ed altari.
Infine, quando arrivarono gli Eruli nel 267, l'Agorà fu distrutta e cadde nell'oblio fino a quando, con gli scavi effettuati nel XIX secolo, le rovine degli antichi edifici che la resero grande rividero la luce.

L'agorà copriva un'area di forma quasi rettangolare, che veniva tagliata in diagonale dalla Via delle Grandi Panatenee, percorsa ogni quattro anni dalla processione che, radunatasi alla Porta Sacra del Dipylon nel Kerameikos, saliva sino all'Acropoli per portarvi il peplo da donare ad Athena, durante i giorni di festeggiamento in onore della dea.

Via delle Grandi Panatenee
Si svolgevano anche, durante questi giorni, corse a piedi e corse sui carri.
La via, lunga 1050m e larga 10/20m, venne lastricata in epoca romana.

frammento di un rilievo dedicato alla vittoria della tribù Leontis ad una gara di cavalieri (anthippasia) alle Grandi Panatenee - Museo della Stoà di Attalo

La nostra visita è iniziata spostandoci subito verso l'estremo ovest dell'Agorà, salendo sulla piccola collina Kolonos Agoraios per visitare il Theséion-Efaistiéion.

Theséion-Efaistiéion
Questo tempio dorico venne originariamente dedicato ad Atena Ergane protettrice dei vasai e dei mestieri in generale, e a Efesto, il protettore dei fabbri , che erano numerosi in questo quartiere dell'Atene nel VI secolo a.C.
Più tardi venne ridedicato a Teseo per segnalarne il luogo della sua sepoltura.

Theséion-Efaistiéion
Il tempio periptero esastilo (6 colonne sulla fronte e 13 sui lati lunghi), fu fatto costruire da Pericle (449/444 a.C.), ma non se ne conosce l'architetto.
Misura m 3177 x 13,72.

Principalmente venne costruito con marmo Pentelico, mentre le decorazioni sono in marmo Pario.
E' il tempio di questo genere meglio conservato nel mondo greco.

Theséion-Efaistiéion
All'interno del colonnato esterno il tempio era costituito da un pronaos, una cella e un opisthonaos.
Pronaos e opisthonaos sono distili, mentre il perimetro interno della cella è percorso da un colonnato.

Sulla trabeazione le 18 metope raffigurano le Fatiche di Ercole e le Imprese di Teseo.

frontone est del Theséion-Efaistiéion
frontone ovest del Theséion-Efaistiéion
Sul fregio del pronaos è rappresentata la Battaglia tra Teseo e i Pallantidi (i figli di Pallade sterminati da Teseo) mentre il fregio dell'opisthonaos è rappresentata una Centauromachia (battaglia tra Centauri e Lapiti).


Centauromachia del fregio dell'opisthonaos
Frammenti delle sculture che ornavano i frontoni sono esposti nel Museo della Stoà di Attalo (frontone est Deificazione di Ercole e frontone ovest Battaglia tra Lapiti e Centauri).

Gruppo di Ephedrismos (frammento del frontone del Theséion-Efaistiéion) - Museo della Stoà di Attalo
Nella cella vi erano due statue di culto in bronzo opere forse di Alkamenes.

Si ha testimonianza che nel III secolo a.C. furono piantati piccoli alberi e arbusti intorno al tempio.

Nel VII secolo d.C. il tempio venne trasformato nella chiesa di S.Giorgio e nel XIX secolo divenne luogo di sepoltura protestante e per i caduti europei nella Guerra d'Indipendenza Greca (1821).
Divenne poi sino al 1930 una sede museale.
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Accanto al Theséion-Efaistiéion si trovava forse un arsenale, un grande edificio di epoca ellenistica.

sito dell'arsenale
Di epoca classica invece era il piccolo Tempio di Afrodite Urania, posizionato tra il probabile arsenale e la ferrovia.
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Dando le spalle al Theséion-Efaistiéion e scendendo le scale sulla destra, si possono visitare i più antichi monumenti dell'Agorà Antica posti ai piedi del tempio.

Il primo è un basamento di forma circolare di una Tholos.

Tholos
Aveva sei colonne internamente, e nel I secolo a.C. vi fu aggiunto un propileio. 
Fu costruito nel V secolo a.C. al posto di un precedente edificio distrutto dall'invasione persiana.

Era questo il luogo dove si riunivano i 50 pritani (senatori).
I pritani servivano da comitato esecutivo della Boulè (Senato ateniese) per un periodo di 35/36 giorni, dopo il quale erano sostituiti da altri 50 pritani di un'altra tribù, cosicché alla fine dell'anno i rappresentanti di tutte le 10 tribù avessero fatto parte dell'amministrazione.
Qui i pritani consumavano i loro pasti e un terzo di essi vi passava la notte, in modo che ci fosse sempre qualcuno responsabile.

Nella Tholos si trovavano le misure e i pesi ufficiali dello Stato ateniese.
L'edificio cadde in disuso nel 400 d.C.

Nel recinto adiacente vi era probabilmente il quartier generale dei 10 strateghi: lo Strategéion.
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Accanto alla Tholos verso nord-ovest si trovano i resti del Nuovo Bouleutérion, un edificio di forma rettangolare prostilo, con cavea centrale, dove prendeva posto i 500 membri della Boulé, il Senato ateniese.

entrata al Bouleutérion
La Boulé era composta da 50 cittadini provenienti ognuna delle 10 tribù ateniesi, scelti ogni anno per assegnazione.
Come corpo legislativo del Consiglio, preparava i progetti di legge che poi erano votati dall'Ekklesia del Demos, l'Assemblea di tutti i cittadini.
accesso al portico del Nuovo Bouleutérion
Davanti al Nuovo Bouleutérion si trovava il Metroon, di cui rimangono le fondamenta dei quattro locali di cui era composto, con portico che li fronteggiava.

resti del portico del Metroon
 Questo edificio del II secolo a.C. sorse al posto dell'Antico Bouleutérion (V secolo a.C.).

resti del Metroon
Due locali fungevano da Archivio di Stato.
Un locale conteneva la statua di culto della Madre degli Dei (Meter) da cui deriverebbe il nome dell'edificio.
Dopo la sua distruzione ad opera degli Eruli nel 267 d.C. fino al periodo bizantino parte dell'edificio fu usata come taverna, sinagoga e frantoio.

Metroon visto dal Theséion-Efaistiéion
Davanti al Metroon, sotto la Strada Ovest, correva la fogna costruita nel V secolo per convogliare le acque piovane che scendevano dal colle dell'Areopago e quelle del fiume Eridanos.
La fogna era larga e alta 1m., piastrellata sul fondo e coperta con grandi lastre.

resti della fogna
resti della fogna
























Sempre davanti al Metroon si trova il Recinto degli Eroi eponimi.

Monumento degli Eroi eponimi
Il monumento del IV secolo a.C. era formato da un piedistallo lungo 16m formato da pali connessi tra loro da tre travi di legno.
Il piedistallo sorreggeva le statue in bronzo degli eroi mitici di ognuna delle tribù ateniesi.
Sui blocchi del basamento si affiggevano i decreti legali, la lista dei cittadini arruolati, le onorificenze civili, le cause.

Dietro a questo monumento trova posto l'Altare di Zeus Agoraios costruito nel IV secolo a.C.
Originariamente si trovava sulla collina della Pnice ,ma  venne qui collocato in epoca romana.

altare di Zeus Agoraios
altare di Zeus Agoraios

A pochi passi è posizionata una statua che raffigura l'imperatore Adriano.

statua di Adriano
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Sempre ai piedi del Theséion-Efaistiéion si trovano altri edifici.
Il primo è il Tempio di Apollo Patroos, del quale sono rimaste solo le fondamenta.

resti del Tempio di Apollo Patroos
Era un tempio dedicato ad Apollo, perché essendo padre di Ion, antenato degli Ateniesi, era il protettore dei phatries (gruppi di familiari collegati).

Vi erano tre statue del dio: due nel pronaos ed una nella cella, opera di Euphranor, conservata nel Museo della Stoà di Attalo .

statua di culto di Apollo Patroos - Museo della Stoà di Attalo

E' un piccolo tempio tetrastilo in antis, con pronaos, cella e ad ovest un adyton (uno spazio precluso ai fedeli).
Fu ricostruito nel IV secolo a.C.

Accanto a questo tempio se ne trova uno più piccolo: si tratta del Tempio di Zeus Fratrios e Athena Friatria del IV secolo a.C. composto da una singola camera con portico aggiunto nel II secolo a.C., dedicato ai due protettori dei phratries e per questo associati con il culto di Apollo Patroos.

Seguono i resti in tufo delle fondamenta della Stoà di Zeus Eleutherios.

Stoà di Zeus Eleutherios
In esso era adorato Zeus Eleutherios, ed era il luogo dove ci si incontrava e si passeggiava.
Anche Socrate era solito venirci.

Era un edificio lungo 45m e largo 11m, con due ali più avanzate sormontate da frontoni e aveva due colonnati: quello esterno dorico e quello interno ionico.
L'interno della stoà era decorato con dipinti murali di Euphranor.
Akroteria con rappresentazioni di Nikai (Vittorie) coronavano il cornicione del tetto (una è esposta al Museo della Stoà di Attalo).

Vittoria alata dell'akroterion della Stoà di Zeus Eleutherios - Museo della Stoà di Attalo
Durante il periodo romano furono aggiunte due camere nel retro della parte ovest, forse usate come santuari per il culto degli imperatori come Augusto o Adriano, che erano in connessione con Zeus Eleutherios e avevano lo stesso epiteto.

Un mucchio di sassi segna il posto dove si trovava il grande altare est della stoà.

altare di Zeus Eleutherios (in primo piano) e Stoà di Zeus Eleutherios dietro gli alberi
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Facevano parte dell'Agorà Antica anche alcuni edifici posti oggi oltre la ferrovia che attraversa marginalmente il sito archeologico.
Alla fine della visita si può quindi gettare uno sguardo, percorrendo Odos Adrianou, da un muretto con inferriata che si affaccia sui binari: si potranno vedere i resti di un portico dorico di età romana e i resti della Stoà Basileios, o Stoà Reale.

resti della Stoà Basileios
Questo è stato tra i primi e più importanti edifici costruiti nell'Agorà (VI secolo a.C.).
Il piccolo edificio con un doppio colonnato sulla parte est, fu ricostruito nel V secolo a.C. e gli vennero aggiunte due ali.

Era il quartier generale dell'Arconte ("Basileus"), secondo nel comando del governo ateniese e ufficiale responsabile in materia di religione e legge.
In questo edificio erano esposte le copie del codice delle leggi di Atene, di Dracone e di Solone.
Sopra una pietra posta di fronte all'edificio, gli arconti ogni anno giuravano di proteggere la legge.
Il Consiglio dell'Areopago si'incontrava nella stoà.
Nel IV secolo a.C. fu posta di fronte alla stoà la statua di Themis, dea della giustizia.
Aristofane sosteneva che la stoà fosse utilizzata anche per i banchetti ufficiali.
In questo edificio ha avuto luogo l'udienza preliminare del processo contro Socrate, che fu accusato di empietà nel 399 a.C.

chiesa di Agios Filippos
Dove invece oggi sorge la chiesa di Agios Filippos, si trovava la Stoà di Poikile, che rappresentava il più antico porticato dell'Agorà (475/450 a.C.).
Il doppio porticato aveva colonne doriche all'esterno e ioniche all'interno.
La stoà era stata affrescata da Polignoto.
Zenone di Cizio era solito insegnare sotto il portico di questa stoà, che ha dato il nome alla sua corrente filosofica: lo stoicismo
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Ma ritorniamo all'interno del sito archeologico al punto dove eravamo (altare davanti alla Stoà di Zeus Eleutherios), per continuarne la visita.
Altro monumento che purtroppo la ferrovia cela in parte sotto i suoi binari è l'Altare dei Dodici Dei.

Era considerato il centro della città: da esso partivano tutte le vie e a partire da qui si misuravano le distanze.
Dava asilo a chi vi si rifugiava in tempo di guerra.

Era stato eretto in onore degli dei dell'Olimpo nel 522/521 a.C.
Si è potuto riconoscere dall'epigrafe sulla pietra basale di una statua commissionata da Leagros allo scultore Glaukos.
Fu pazialmente distrutto dai Persiani e poi ricostruito.
Portato alla luce recentemente durante dei lavori alla ferrovia, è stato di nuovo sotterrato parzialmente nel 2011, dando la priorità alla via di comunicazione.
Se ne possono vedere solo i resti delle fondamenta dell'angolo nord-ovest.

Invertendo la nostra marcia e ritornando un po' sui nostri passi, si notano le fondamenta del Tempio di Ares (Aréion) e del suo altare.
Il tempio fu costruito nel V secolo a.C., smantellato dalla sua collocazione originaria e portato nell'Agorà durante l'impero di Augusto.
Forse fu Agrippa a spostare il tempio, in quanto suo figlio Caio Cesare veniva chiamato dagli Ateniesi Neos Ares

Tempio di Ares
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Dirigendosi ancora verso sud ci si trova davanti il cosiddetto Odeion di Agrippa, o Teatro Kerameikos o Agrippeion, dal nome di colui che lo donò: Marco Vespasiano Agrippa, il genero dell'imperatore Augusto.

area occupata dall'Odeion di Agrippa
Fu costruito nel 15 a.C. per ospitare spettacoli musicali.
La parte centrale dell'edificio, circondata da una stoà a due piani, comprendeva una cavea semicircolare e un palcoscenico rettangolare.
Poteva ospitare circa 1000 persone.

Si accedeva all'auditorium nella parte merdionale dell'edificio attraverso la terrazza della retrostante Stoà di Mezzo.
Si accedeva direttamente al palcoscenico sul lato settentrionale varcando un propileio tetrastilo.
 
capitello corinzio dell'Odeion di Agrippa
Il tetto originariamente era a falda, senza supporto interno, ma collassò nel 150 d.C.
L'edificio fu ricostruito aggiungendo un muro trasversale, che ridusse di metà la capienza degli spettatori.
L'ingresso settentrionale prese le forme di una stoà, con l'epistilio che sorreggeva le statue di sei Giganti (con coda di serpente) e Tritoni (con coda pisciforme) .

statua di Gigante
statua di Gigante


statua di Tritone
testa di Tritone - Museo della Stoà di Attalo

Quattro di queste statue andarono ad adornare più tardi il Gymnasium o Palazzo dei Giganti, che fu costruito sopra le rovine dell'Odeion, distrutto dagli Eruli nel 267 d.C.

ingresso del Gymnasium
Questo complesso (410/530 d.C.) aveva delle dimensioni impressionanti (13.500m²), comprendendo altri edifici più antichi come l'Odeion di Agrippa e parti della Stoà di Mezzo e della Stoà Meridionale II.
Esso conteneva uno stabilimento termale circondato da molte camere, due cortili colonnati e un giardino.
Aveva un'entrata monumentale che affacciava sulla Via delle Grandi Panatenee,
Quello che si credeva potesse essere un ginnasio, oggi si pensa fosse stato un grande palazzo sede di un alto funzionario dell'amministrazione.

area del Gymnasium
Accanto all'Odeion di Agrippa, davanti alla Stoà di Mezzo, rimangono alcuni resti di murature identificati con alcuni edifici pubblici.

resti  di edifici pubblici
L'edificio del II secolo d.C. era diviso in due ali: l'ala ovest consisteva di quattro camere, l'ala est  di una.
Tra le due ali vi  era un colonnato.
Su una base in pietra, nella parte nord dell'edificio, era stata collocata una coppia di norme in marmo per la manifattura delle tegole in terracotta.

E' stata riconosciuta in quest'area dell'Agorà la cosiddetta Casa di Simone.
Sembra che questa fosse la casa di un filosofo allievo di Socrate, Simone di Atene appunto, che di mestiere faceva il calzolaio...
Durante gli scavi delle due camere con un cortile di questa abitazione, furono trovati numerosi chiodi di metallo e piccoli anelli, come quelli usati per la fabbricazione delle scarpe.
Fu anche trovata la base di una coppa con iscritto il nome del suo proprietario ("Simone").
Probabilmente Socrate teneva in questa bottega informali classi di alunni troppo giovani per entrare nell'Agorà.

Casa di Simone
Alle spalle di questi edifici rimangono le rovine del più grande edificio costruito nell'Agora: la Stoà di Mezzo.

Stoà di Mezzo vista dal Theséion-Efaistiéion
L'edificio costruito nel II secolo a.C. misurava 147 m x 17,5 m.
Su ognuno dei suoi quattro lati correva un colonnato dorico.
All'interno un colonnato ionico separava la stoà in due passaggi di uguale larghezza, mentre tra le colonne dei due lati corti si trovavano dei pannelli alti e sottili.

Stoà di Mezzo
resti dei muri in tufo della Stoà di Mezzo
L'edificio era stato costruito in tufo.
Le metope del fregio erano in marmo e i gocciolatoi in terracotta.
La decorazione dell'edificio giocava sull'utilizzo di questi differenti materiali.

fusti delle tre colonne e gradini della Stoà di Mezzo rimasti sul sito originario
Sul suo lato est i fusti di tre colonne e i gradini hanno mantenuto la loro posizione originale.
La stoà fu distrutta nel 267 d.C.

Dietro il lato sud-ovest della Stoà di Mezzo e attaccato alla Stoà Meridionale, si trovava un edificio a forma quadrata con internamente un cortile contornato da colonne: era probabilmente l'Haliaia, il tribunale più importante di Atene, istituito da Solone.

Haliaia
Recenti studi invece sostengono che l'edifcio fosse un santuario all'aria aperta dedicato all'eroe di Egina Aiako, dove durante il IV secolo a.C. veniva immagazzinato il grano di scorta della città.

Adiacente all'Haliaia si trovava (oggi non rimane quasi più nulla) una grande fontana denominata la Fontana sud-occidentale, proprio nell'incrocio principale della città antica, costruita nel IV secolo a.C.
Era un bacino a forma di L con portico colonnato con colonne scanalate.
L'acqua veniva portata alla fontana attraverso un canale sotterraneo di cui si sono travate verso est le tracce per 220m.
Alla fine del IV secolo a.C. fu aggiunta all'edificio una camera dove i secchi potevano essere riempiti d'acqua direttamente attraverso la pompa.
La fontana fu distrutta dalle truppe romane di Silla nel 86 a.C.

Sempre in quest'angolo dell'Agorà si trovava un orologio ad acqua.

orologio ad acqua
Fu costruito alla fine del IV secolo a.C. sulla via che portava alla Pnice.
Inizialmente il progetto prevedeva un solo serbatoio che avrebbe impiegato 17 ore a riempirsi.
Nel III secolo a.C. furono aggiunti altri due serbatoi, a livelli differenti, che si riempivano gradatamente.
L'orologio fu smantellato nel II secolo a.C.
Fu il precursore dell'orologio della Torre dei Venti posta nell'Agorà Romana.

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Da questo punto, percorrendo un sentiero che costeggia il limite meridionale dell'Agorà,  si vedono dall'alto i resti della Stoà Meridionale, costruita in due fasi che la fanno distinguere in Stoà Meridionale I e Stoà Meridionale II.

resti della Stoà Meridionale
La Stoà Meridionale I fu costruita nel 430/420 a.C. ed era un portico dorico a due livelli e presentava nella parte posteriore 16 camere.
Era un grande centro commerciale pubblico, e qui risiedevano i "metronomi", gli ufficiali responsabili che sorvegliavano la vita commerciale e vigilavano sui pesi e le misure.
La Stoà Meridionale I fu abbattuta nel 150 a.C. e fu sostituita dalla Stoà Meridionale II con un'orientazione lievemente differente.
Anche questa stoà aveva un portico dorico ma mancavano le stanze sul retro.

Tra la Stoà Meridionale e la Stoà di Mezzo correva il cosiddetto edificio orientale.
 
area dell'edificio orientale e di un complesso tardo romano
La metà orientale dell'edificio aveva la forma di una lunga hall con pavimento di schegge di marmo e lastre di pietra con intagli per il fissaggio di mobili, forse di tavoli per scambiamonete o banchieri.
La metà ovest del'edificio consisteva di quattro camere e di una scalinata.

area dell'edificio orientale e del complesso tardo romano
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Chiesa degli Agii Apostoli ai piedi dell'Acropoli
Continuando a camminare ancora si giunge nell'angolo sud-orientale della Stoà Meridionale dove si trova la Chiesa degli Agii Apostoli, costruita nell'XI secolo (prima chiesa del periodo medio-bizantino in Atene).

nartece della Chiesa degli Agii Apostoli
parte posteriore della Chiesa degli Agii Apostoli
La chiesa viene anche chiamata Chiesa dei Santi Apostoli di Solaki dal nome della famiglia che finanziò gli ultimi restauri o da quest'area densamente popolata nel XIX secolo chiamata "Solaki". 
E' l'unica chiesa rimasta delle nove che si costruirono nell'Agorà.

ingresso alla Chiesa degli Agii Apostoli
La pianta della chiesa consiste di una cella a forma di croce con quattro colonne, sormontata da una cupola.
I quattro bracci della croce terminano con nicchie semicircolari.

cupola della chiesa degli Agii Apostoli
decorazioni di una finestra





Sulle parti superiori delle murature si nota una lavorazione closoinnè mentre sulla parte inferiore larghe e casuali fasce.
I ricchi motivi decorativi della muratura creano una notevole variazione di colori. 

La chiesa venne costruita sopra un ninfeo romano (II secolo d.C.), di cui esternamente alla chiesa si possono ancora vedere i resti della fontana semicircolare.
Il bacino era adornato di nicchie con statue della famiglia degli Antonini e veniva alimentato con le acque dell'acquedotto di Adriano.
Il ninfeo a sua volta venne costruito sopra l'antico edificio della Zecca, dove venivano coniate monete e forgiati oggetti metallici (400a.C.) .

resti della fontana Enneakrounos
Nella stessa area si trovano i resti della Fontana Enneakrounos (ovvero "dai nove zampilli") e un tempio del primo periodo romano.

resti del ninfeo romano e di un tempio (colonna dorica)
Qui si riprende la Via delle Grandi Panatenee.
Attraversandola si trovano i resti del muro di Valeriano o fortificazioni murarie post-eruliane, in quanto fatte in realtà costruire  dall'imperatore Probo dopo il saccheggio degli Eruli avvenuto nel 267 d.C.

Via delle Grandi Panatenee e Muro di Valeriano (a destra)
muro di Valeriano
Il muro, fatto quasi interamente con materiale di riuso preso dai monumenti distrutti dagli Eruli, partiva dall'Acropoli, costeggiava l'Agorà e si dirigeva poi ad est verso la Biblioteca di Adriano

Si affacciava sempre sulla Via delle Grandi Panatenee la Biblioteca di Pantainos, costruita tra il 98 e il 102 d.C. da Titus Flavius Pantainos (figlio di un direttore di una scuola filosofica) che lo aveva dedicato ad Athena Archegetis, all'imperatore Traiano e agli Ateniesi (come recava scritto l'architrave della porta d'accesso).
Probabilmente prima dell'intervento di Pantainos qui vi si trovava una scuola filosofica.

resti delle botteghe della stoà settentrionale della Biblioteca di Pantainos (visti fuori dal sito archeologico)
Una corte di forma quadrangolare era circondata da tre portici sui quali si affacciavano alcuni ambienti.
Di questi ambienti alcuni erano botteghe, e non avevano un accesso dalla corte.
La sala principale della biblioteca era posizionata nella parte est.

resti della Biblioteca di Pantainos
Dopo la distruzione della Biblioteca ad opera degli Eruli, i materiali delle sue rovine furono utilizzati per costruire il muro di Valeriano.

resti della strada pavimentata in marmo che lungo la stoà settentrionale della Biblioteca di Pantainos conduceva dall'Agorà Antica all'Agorà Romana
statue delle personificazioni di Odissea e Iliade (Biblioteca di Pantainos) - Museo della Stoà di Attalo
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Accanto alla Biblioteca di Pentainos sorse nel II secolo a.C. (259/139 a.C.) la Stoà di Attalo, un regalo del re di Pergamo Attalo II agli Ateniesi.

Stoà di Attalo
iscrizione dedicatoria posta sul epistilio inferiore della Stoà di Attalo
Era un edificio a due piani lungo 120m.
Aveva un doppio colonnato, che formava quindi due navate, con al pian terreno 45 colonne doriche esternamente e 25 colonne ioniche internamente, senza scanalature.
 
portico del pian terreno con doppio colonnato e aperture delle botteghe della Stoà di Attalo
Nella parte sudorientale della stoà vi era una scala che portava al piano superiore, dove il colonnato esterno era di ordine ionico, mentre il colonnato interno aveva capitelli di tipo "pergameno".
Gli spazi tra le colonne erano chiusi da parapetti in marmo.

Nella parte posteriore di ogni piano, 21 botteghe potevano essere affittate ai commercianti dalla municipalità ateniese.

colonnati del portico della Stoà di Attalo e scala d'accesso al piano superiore
Oltre ad essere un centro commerciale, questa stoà costruita in marmo pentelico, marmo grigio dell'Imetto e calcare attico, era anche un posto d'incontro, dove passeggiare e conversare.
Inoltre era uno dei posti più facili dai quali osservare la processione verso l'Acropoli durante le Grandi Panatenee, le feste in onore di Athena.

Di fronte alla stoà trovavano posto basi onorifiche e statue, tra le quali una quadriga in bronzo guidata dallo stesso re Attalo, usata dagli Ateniesi più tardi per onorare l'imperatore Tiberio.

Anche questo edificio fu distrutto dagli Eruli nel 267 d.C. e venne incorporato nelle successive opere di fortificazione tardo romane.

Tra il 1953 e il 1956 il monumento fu restaurato ad opera della American School of Classical Studies, finanziata da John Rockefeller Jr. utilizzando molti dei materiali originali.
L'edificio ricostruito fu subito utilizzato come Museo dell'Antica Agorà, al quale dedicherò un post a parte.

Davanti all'ingresso della stoà si trova una piccola area che un tempo era occupata da un bema, una piattaforma dell'oratore.

piattaforma dell'oratore
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A nord della Stoà di Attalo si trovano i resti di una grande Basilica del II secolo d.C.

    resti di una casa romana (a sinistra della foto), di un vicolo (centro) e del corridoio della Basilica (a destra) - da Odos Adrianou
La Basilica era l'equivalente romana della stoà greca. 
Era un edificio pubblico di grandi dimensioni e ricco di decorazioni.
Nella costruzione dell'adiacente ferrovia è stata portata alla luce la sua area meridionale: una navata centrale rettangolare dal pavimento in marmo circondata da un corridoio ampio 6 m.
La facciata meridionale dell'edificio presentava un portico ionico.

Separati dalla Basilica da uno stretto vicolo si identificano, al di fuori del sito archeologico presso l'entrata, i resti di una casa romana.
La Basilica fu distrutta dagli Eruli nel 267 d.C.
...e qui, riguadagnata l'uscita, termina la nostra visita all'Agorà Antica.
Orario:  lunedì/domenica   8.00/15.00
Costo:   4€ oppure
             biglietto cumulativo 12€      valido 4 giorni
           (Acropoli - Antica Agorà - Museo Antica Agorà - Biblioteca d Adriano -
             Keramikos - Museo del Keramikos - Agorà Romana - Olympieion)


CONCLUSIONI
La prima cosa che ho pensato varcando l'entrata di questo millenario sito archeologico, è stata quella che fosse difficile immaginarsi come in effetti fossero stati quegli edifici ridotti a poco più che fondamenta.
Ma grazie a pannelli esplicativi veramente esaustivi, ad un po' di sognante immaginazione, e a quell'atmosfera romantica che solo i ruderi sanno donare, magicamente mi sono sentita protagonista del passato...i ruderi parlano, e con loro le voci dei filosofi che, studiati sui banchi di scuola, si muovevano tra i resti delle stoà, inconsapevoli della loro fama tramandatasi fino a noi.
L'Agorà Antica è davvero un tassello importante da porre in quei viaggi alla ricerca delle radici della civiltà umana!



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