lunedì 10 giugno 2019

Ravenna: il museo TAMO


Il museo TAMO (acrostico di "Tutta l'Avventura del Mosaico") è un museo innovativo, incentrato sul mosaico, allestito nella suggestiva Chiesa di S.Nicolò a Ravenna.

Con l'ausilio di un allestimento interattivo e multimediale, attraverso sei percorsi tematici, plastici e l'esposizione di reperti antichi, tardoantichi, medievali, e della produzione di artisti contemporanei, si può apprendere in questo museo la storia del mosaico, che ha reso Ravenna unica al mondo.

Nella prima sezione del museo (PAVIMENTA), vengono mostrate le varie tipologie di mosaico grazie a copie di pavimentazioni antiche importanti.
Questa sezione aiuta a riconoscere la tecnica di realizzazione dei mosaici di alcuni siti archeologici del Mediterraneo: Otranto, Ostia, Ravenna, Baccano, Aquileia.

                                                               "Opus Incertum" (da Otranto - XII sec.d.C.)                                                                    mosaico con tessere irregolari disposte disorganicamente su malta in cocciopesto
                                                                "Asorotos oikos" (da Aquileia - I sec.a.C.)                                                                 significa "non spazzato" e veniva usato per pavimentare sale triclinari per confondere i resti di cibo buttati a terra dagli ospiti, realizzato con tecnica vermiculatum
                                                               "Emblema" (da Baccano - II/III sec.d.C.)                                                                      piccolo mosaico realizzato nelle botteghe dei mosaicisti in opus vermiculatum da inserire poi in pavimentazioni più ampie
                                                      "Pseudoemblema" (da Ravenna - IV sec.d.C.)                                                            eseguito direttamente sul pavimento al centro di un ambiente o in posizione d'interesse
                                                             "Lithostrothon" (da Aquileia - IV sec. d.C)                                                                               pavimento di fattura semplice di scaglie di pietra o marmo inserito qui in un fondo di tassellato con decorazione bianca e nera
Nella seconda sezione (ECCLESIA, PALATIUM), sono in mostra i mosaici che decoravano edifici importanti quali chiese e palazzi.

E' in mostra anche il pavimento a mosaico proveniente da un sacello che faceva parte del complesso della Basilica di S.Severo costruita nella città di Classe, uno dei più importanti luoghi di culto dell'antichità di Ravenna della fine del VI secolo d.C. (oggi non più esistente).

mosaico del sacello della Basilica di S.Severo
mosaico del sacello della Basilica di S.Severo
particolare del mosaico del sacello della Basilica di S.Severo
ricostruzione dell'immagine del mosaico del sacello della Basilica di S.Severo
modellino della Basilica di S.Severo con evidenziato il sacello dal quale il mosaico esposto proviene
E' anche qui esposta la riproduzione del mosaico che raffigura la Battaglia di Isso che decorava a Pompei la Casa del Fauno.

copia della Battaglia di Isso (Casa del Fauno - Pompei)

Nella terza sezione (DOMUS, PALATIUM), sono esposti tappeti musivi con tessere di piccole dimensioni provenienti da due domus di epoca augustea dell'antica Faenza (Faventia), e da due domus di Ravenna.

Dalla Domus di Vicolo Pasolini 7 a Faenza provengono i due mosaici di due ambienti collegati tra loro: uno con motivi a cancellum e l'altro con esagoni racchiusi da una cornice a meandro policromo.

ricostruzione degli ambienti della Domus di Vicolo Pasolini (Faenza)
ricostruzione degli ambienti della Domus di Vicolo Pasolini (Faenza)
mosaici della Domus di Vicolo Pasolini (Faenza)
mosaico con cornice a meandro e interno a esagoni di un ambiente della Domus di Vicolo Pasolini (Faenza)
mosaico a cancellum di un ambiente della Domus di Vicolo Pasolini (Faenza)
Dalla Domus di Via Dogana 1 a Faenza provengono invece i due riquadri a mosaico policromo che raffigurano uno la Presentazione delle armi ad Achille, mentre l'altro soldati con elmo, scudo e lancia (V sec.d.C.).

Presentazione delle armi ad Achille (dal vestibulum della Domus di Via Dogana - Faenza - V sec.d.C.)
Soldati con elmo, scudo e lancia (dal vestibulum della Domus di Via Dogana - Faenza - V sec.d.C.)
Dalla Domus con Tappeti a cerchi e meandri proviene un altro mosaico a motivo geometrico che venne poi ricoperto dal mosaico con la Danza dei Geni delle Quattro Stagioni della successiva Domus dei Tappeti di Pietra.

ricostruzione dell'ambiente di rappresentanza della Domus dei Tappeti a cerchi e meandri
mosaico della Domus dei Tappeti a cerchi e meandri
Da Faenza proviene anche l'emblema con leopardo che si trova esposto sul lato opposto della navata.
L'emblema faceva parte del mosaico che decorava una sala triclinare di una ricca domus di I secolo a.C., frequentata fino al III/IV secolo d.C.

ricostruzione dell'ambiente che ospitava il mosaico con l'Emblema con leopardo (III sec.d.C.)
Emblema con leopardo (III sec.d.C.)
Nella parte a ridosso della zona absidale dell'ex chiesa è esposto anche un lacerto dell'opus sectile realizzato in serpentino, porfido rosso e breccia aurora che pavimentava la sala absidata di rappresentanza del cosiddetto Palazzo di Teodorico, che fu la residenza imperiale di Onorio, Teodorico e degli Esarchi.

opus sectile della sala absidata del cosiddetto Palazzo di Teodorico
E' anche presente la copia di un mosaico a ciottoli di fiume raffigurante una Caccia al leone, che decorava il portico di un peristilio a Pella, antica capitale del regno macedone distrutta da un terremoto nel II secolo a.C.

copia del mosaico con la Caccia al leone (Pella - IV sec.a.C.)

Nella quarta sezione (AURUM), allestita nell'area presbiterale e absidale dell'ex chiesa, sono esposti i materiali per realizzare i mosaici, prodotti dalla storica fornace ottocentesca Bottega Angelo Orsoni di Venezia, nota per aver prodotto i materiali per le opere realizzate al Trocadèro, al Teatro de l'Opéra, e alla Basilica del Sacro Cuore di Parigi, alla Cattedrale di Saint Paul a Londra, alla Sagrada Familia di Barcellona, e ai restauri della Basilica di San Marco a Venezia.

Sono esposte nelle teche tessere vitree e altri materiali, e mosaici di vetro a foglia d'oro e smalti.

materiali per la realizzazione del mosaico
 gradazioni di colore
gradazioni di colore
gradazioni di colore
mosaico misto arlecchino
E' qui esposta l'opera contemporanea del mosaicista ravennate Paolo Racagni intitolata Excursus sull'allettamento di tessere in oro, che dà il nome alla sezione museale in cui è collocato.

Excursus sull'allettamento di tessere in oro (Paolo Racagni)
Sono anche esposti alcuni cartoni preparatori, quale guida per l'esecuzione del mosaico, realizzati dagli allievi del corso di mosaico dell'Istituto Superiore d'Istruzione P.L.Nervi-G.Severini.

cartone preparatorio
cartoni preparatori
cartoni preparatori:Vittoria alata / Colombe alla Sorgente (copie da un mosaico della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo)

E' anche qui ricostruita una bottega di mosaicista con i suoi arnesi del mestiere.

ricostruzione di una bottega di mosaicista
raffigurazione di mosaicisti (Museo di Ostia Antica - Roma)
Dalla zona absidale si può uscire nel chiostro dell'ex Chiesa di S.Nicolò e continuare la visita percorrendo un lato del portico dove sono in mostra i "Mosaici tra Inferno e Paradiso".

chiostro dell'ex Chiesa di S.Nicolò
portico del chiostro della Chiesa di S.Nicolò con la mostra "Mosaici tra Inferno e Paradiso"
I 21 mosaici a soggetto dantesco sono l'opera di 13 mosaicisti ravennati che hanno tradotto in mosaico i cartoni realizzati da Domenico Purificato, Domenico Cantatore, Carlo Mattioli, Aligi Sassu, Bruno Saetti, Franco Gentilini, Leila Lazzaro, Ferruccio Ferrazzi, Giulio Ruffini, Ines Morigi Berti, Pierluigi Borghi, Raoul Vistoli, Anna Bertoni, Primo Costa, Giovanni Brancaccio, Marcello Avenali, Gisberto Ceracchini, Lino Bianchi Bariviera, Giuseppe Migneco, Orfeo Tamburi e Virgilio Guzzi.


Queste opere vennero commissionate dal Comune di Ravenna a grandi artisti italiani del '900 nel 1965, in occasione del VII centenario della nascita di Dante Alighieri e del I centenario del ritrovamento delle sue ossa.
 
Le tre Fiere (Pierluigi Borghi - mosaico di Nedo Del Bene)
Paolo e Francesca (Domenico Purificato - mosaico di Santo Spartà)
Paolo e Francesca (Raoul Vistoli - mosaico di Giuseppe Salienti)
Catone (Orfeo Tamburi - mosaico di Santo Spartà)
La Femmina Balba (Carlo Mattioli - mosaico di Romolo Papa)
Gli Iracondi (Domenico Cantatore - mosaico di Renato Signorini)
La Croce degli Spiriti Beati (Lino Bianchi Bariviera - mosaico di Zelo Molducci)

In una sala che si apre sotto i portici del chiostro si trova l'esposizione "Il Genio delle Acque", l'allestimento dei mosaici in bianco e nero di  quattro ambienti posti intorno ad un cortile, di una domus imperiale di Ravenna (I/II secolo d.C.), costruita allora in riva al mare, venuta alla luce in Piazza Anita Garibaldi (settore orientale della città).

mosaici del "Genio delle acque"
Il mosaico prende il nome dalla rappresentazione di un viso barbuto all'interno della decorazione musiva, che rappresenterebbe probabilmente una divinità fluviale. 

viso barbuto del "Genio delle acque"
Rientrando nell'open space museale dell'ex Chiesa di S.Nicolò, si prosegue la visita nella quinta sezione del museo ("ETERNITÀ E STORIA") posta lungo la parete destra della navata.

Qui sono esposte le copie dei mosaici medievali del pavimento della Chiesa di S.Giovanni Evangelista.
Nei mosaici realizzati intorno al 1213 sono raffigurati Episodi della IV Crociata del 1202/1203 indetta da papa Innocenzo III per liberare Gerusalemme.

Donna che porge una rosa all'amato (copia dalla Chiesa di S.Giovanni Evangelista - Ravenna)
Personaggio in trono e giovane inginocchiato (forse papa Innocenzo III e Alessio IV figlio dell'imperatore bizantino Isacco - copia dalla Chiesa di S.Giovanni Evangelista - Ravenna)
Soldato dell'armata crociata (copia dalla Chiesa di S.Giovanni Evangelista - Ravenna)
Gruppo di uomini in armi (copia dalla Chiesa di S.Giovanni Evangelista - Ravenna)
La presa di Zara (copia dalla Chiesa di S.Giovanni Evangelista - Ravenna)
Imbarcazione in manovra (copia dalla Chiesa di S.Giovanni Evangelista - Ravenna)
Assedio alle mura di Costantinopoli (copia dalla Chiesa di S.Giovanni Evangelista - Ravenna)
Presa di Costantinopoli (copia dalla Chiesa di S.Giovanni Evangelista - Ravenna)
Scena d'amore cortese (copia dalla Chiesa di S.Giovanni Evangelista - Ravenna)
La sesta sezione ("PANORAMA") si trova allestita nel soppalco.

Oltre a poter dall'alto avere una visione d'insieme delle opere esposte nel museo, si può tramite un progetto interattivo chiamato "Ravenna da Augusto a Giustiniano", conoscere meglio cinque mosaici che hanno trovato spazio nel museo, navigando in schede di approfondimento che evidenziano il contesto storico e urbano di Ravenna in età romana con ricostruzioni tridimensionali.




Inoltre si possono vedere da vicino le decorazioni ad affresco dell'ex chiesa trecentesca che ospita il museo.

La Chiesa di S.Nicolò fu costruita a metà del '200, dove già esisteva una chiesa dell'VIII secolo.
La chiesa fu ricostruita poi nel XIV secolo e restaurata nel XVI secolo quando venne costruito anche il campanile.

facciata dell'ex Chiesa di S.Nicolò oggi TAMO
navata della Chiesa di S.Nicolò
L'interno della chiesa (36m X 18m) è a navata unica, con tetto a capriate palladiane in rovere.

tetto a capriate palladiane
L'abside è poligonale con volta a crociera costolonata.

Cappella di Sant'Agostino e Cappella di S.Monica, presbiterio e abside,
volta costolonata dell'absidale
Nella chiesa rimangono alcuni affreschi del 1364 e del XVII secolo.
Il presbiterio e l'abside sono stati affrescati dal "Maestro di S.Nicolò" con Storie di S.Giorgio (1360/1380).

abside poligonale
area presbiterale e affreschi con Storie di S.Giorgio ("Maestro di S.Nicolò" - 1360/1380)
Storie di S.Giorgio ("Maestro di S.Nicolò" - 1360/1380)
Le due cappelle laterali, dedicate a Sant'Agostino e a S.Monica, l'arco trionfale, gli sguinci delle finestre e una fascia lungo la navata sono state affrescate dal monaco agostiniano Cesare Pronti, allievo del Guercino.
Cesare Pronti realizzò anche sette pale d'altare.

affreschi Cappella di S.Monica (Cesare Pronti -XVII sec. )
affreschi Cappella di S.Monica (Cesare Pronti -XVII sec.)
affreschi Cappella di S.Monica (Cesare Pronti - XVII sec.)
affreschi della Cappella di Sant'Agostino (Cesare Pronti - XVII sec.)
affreschi della Cappella di Sant'Agostino (Cesare Pronti - XVII sec.)
affreschi della Cappella di Sant'Agostino (Cesare Pronti - XVII sec.)
affreschi della Cappella di Sant'Agostino (Cesare Pronti - XVII sec.)
sguincio del rosone (Cesare Pronti - XVII sec.)
sguinci delle finestre (Cesare Pronti - XVII sec.)
affreschi dell'arco trionfale (Cesare Pronti - XVII sec.)
affreschi dell'arco trionfale (Cesare Pronti - XVII sec.)
Sullo stesso lato della chiesa in una nicchia si può vedere, salendo sul soppalco, un'Adorazione del Bambino di fine Duecento di scuola bolognese.

Adorazione del Bambino (XIII sec.)
Sulla parete destra vi è un apparato con tendaggi e angeli che circondava una pala, realizzato dalla scuola del Barbiani nel Seicento. 

apparato con tendaggi e angeli (scuola del Barbiani - XVII sec.)
particolare dell'apparato con tendaggi e angeli (scuola del Barbiani - XVII sec.)
Sulla parete sinistra in una nicchia ad arco è stata affrescata una Crocifissione da Francesco Longhi (figlio del più noto Luca Longhi).

Crocifissione (Francesco Longhi - fine XVI sec.)
Sulla parete sinistra, a ridosso della cappella absidale, si trovano raffigurati Santi ed Episodi Sacri (Crocifissione e Madonna col Bambino).

Santi ed Episodi Sacri
La fascia a grottesche monocrome che attraversa orizzontalmente le pareti della navata è del XVI secolo.

fascia a grottesche policroma (XVI sec.)
Nel 1866 i monaci agostiniani dovettero abbandonare la chiesa e il loro monastero.
La chiesa divenne un deposito  e fu poi venduta al Ministero della Guerra che l'adibì in "Cavallerizza", per gli allenamenti a cavallo.
Nel 1921 fu trasformata in garage militare.
Fu anche utilizzata come palestra di basket e come calzaturificio.
Nel 1983 passò al Comune di Ravenna e dopo il restauro nel 2012 fu aperta come spazio museale.

http://www.tamoravenna.it/
Orari:
Orari:  1 marzo/ 2 giugno               lunedì/venerdì                               10.00 / 18.30 
                                                       sabato e domenica chiuso
          3 giugno/ 6 ottobre              lunedì/venerdì                                10.00/14.00 
                                                       sabato e domenica chiuso  
          7 ottobre/ 24 dicembre        lunedì/venerdì                                10.00/17.00 
                                                       sabato e domenica chiuso
          26 dicembre/ 6 gennaio       tutti i giorni                                    10.00/18.00
Costo:  4€
biglietto cumulativo:
Museo Tamo + Cripta Rasponi e Giardini Pensili + Domus dei Tappeti di Pietra    7€


CONCLUSIONI
Il TAMO è stata la nostra prima tappa nella visita della città di Ravenna, per poter approfondire la nostra conoscenza dell'arte musiva a 360°.
E' stata una visita interessante, che ci ha introdotto in questa antica tecnica decorativa, e ci ha aiutato ad apprezzare ancor di più i mosaici sparsi per la città, meta di tutti coloro che hanno occhi per apprezzarne la raffinatezza e la magistrale realizzazione.



Nessun commento:

Posta un commento