domenica 6 giugno 2021

Firenze: il Quartiere del Mezzanino in Palazzo Vecchio

Tra il primo e il secondo piano del nucleo più antico di Palazzo Vecchio (XIV secolo) si trova il Quartiere del Mezzanino

 

Fanno parte di questo quartiere le sale che s'affacciano sul Cortile di Michelozzo

Fu questa la sede delle magistrature dei Dieci di Balia e del Consiglio dei Settanta, e poi divenne la residenza privata del gonfaloniere a vita Piero Soderini e della moglie Argentina Malaspina.

Dopo essere stato ristrutturato nel 1453 da Michelozzo che abbassò i soffitti di alcuni ambienti posti al primo piano e creato finestre circolari, il quartiere fu abitato da Maria Salviati, madre di Cosimo I (1540/1543), ma mantenne le caratteristiche di una residenza medievale. Poi divenne la residenza dei fratelli di Eleonora di Toledo, i principi Don Francesco e Don Luigi di Toledo.
Quando poi la famiglia Medici si trasferì in Palazzo Pitti, questo quartiere venne occupato dalla Guardaroba.

Dal XIX secolo fino al 1929 questi ambienti furono occupati dall'Ufficio del Dazio e Consumo, poi furono ristrutturati per adibirli a percorso museale. 

Dal 1934 le sale centrali del Quartiere del Mezzanino sono allestite con oltre trenta oggetti e mobili d'epoca della "Donazione Loeser", che il collezionista americano Charles Alexander Loeser donò nel 1928 al Comune di Firenze con alcune clausole: una di queste era quella di esporre le opere in maniera estetica, come venivano esposte nelle residenze rinascimentali.

Il Quartiere del Mezzanino si compone di sette sale.

Nel vano d'ingresso del Quartiere del Mezzanino, la cosiddetta Stanza del Terrazzino, si nota subito un bel soffitto ligneo dipinto con motivi vegetali e geometrici (XIV secolo) e una decorazione a gigli di Francia bianchi su fondo azzurro nella parte alta delle pareti. 

Stanza del Terrazzino con scala per lo Scrittoio di Cosimo I

Una scala in pietra conduce ad un terrazzino dove è posto l'ingresso allo Scrittoio di Cosimo I (non visitabile) con affreschi di Francesco di Ubertino detto il Bachiacca.

Le opere esposte in questa stanza sono: un'Annunciazione realizzata dalla bottega di Plautilla Nelli (XVI secolo), una Madonna col Bambino, opera in stucco di bottega fiorentina del XV secolo, una Madonna in adorazione con S.Giovannino di Jacopo del Sellaio e una Madonna col Bambino attribuita al Maestro della Crocifissione Griggs (XV secolo) e una Madonna in trono di scuola toscana (XIV secolo).

Annunciazione (bottega Plautilla Nelli - XVI sec.)

Madonna col Bambino (bottega fiorentina - XV sec.)

Madonna in adorazione del Bambino con S.Giovannino (Jacopo del Sellaio)

Madonna col Bambino (Maestro della Crocifissione Griggs - XV sec.)

Madonna in trono (scuola toscana - XIV sec.)

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La sala seguente è la Stanza da desinare, che veniva utilizzata come sala da pranzo.

Qui troviamo un caminoarmadio a muro.

camino della Stanza da desinare

Su una parete si trova un bozzetto a fresco con la raffigurazione di una Zuffa tra cavalieri di Giovanni Battista Naldini (XVI secolo), studio della scena centrale della Rotta dei Pisani a Torre S.Vincenzo che fu realizzato nel Salone dei Cinquecento sotto la direzione di Giorgio Vasari.

armadio a muro / Zuffa tra cavalieri (Giovanni Battista Naldini - 1567 ca.)

E' anche qui esposto il Ritratto di Laura Battiferri, opera di Agnolo di Cosimo detto il Bronzino.

Ritratto di Laura Battiferri (Bronzino - 1559/1560)

La donna ritratta dal Bronzino era la poetessa moglie dell'architetto e scultore Bartolomeo Ammannati, che tiene in mano un libro aperto sulla pagina di un sonetto del Canzoniere del Petrarca. 
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Segue la cosiddetta Stanza d'angolo.

Tra le opere esposte in questo ambiente: un Angelo orante di Tino di Camaino (1318/1320), forse proveniente dal Monumento funebre del vescovo Gastone della Torre nella Basilica di S.Croce, una Madonna col Bambino di Pietro Lorenzetti, facente parte di un polittico smembrato, un Crocifisso realizzato dal Maestro della Croce di Cortona (XIII secolo), una Madonna col Bambino della cerchia di Pacino di Buonaguida, un frammento di mosaico con raffigurazione di un uccello e un fiore di arte antica (XI/XII secolo).

Angelo orante (Tino di Camaino - 1318/1320)

Madonna col Bambino (Pietro Lorenzetti - 1340 ca.)

Crocifisso (Maestro della Croce di Cortona - XIII sec.)

Madonna col Bambino (cerchia di Pacino di Buonaguida)

frammento di mosaico (arte romanica)

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L'ambiente seguente è chiamata Sala dei Gigli d'oro per la decorazione che si trova dipinta sul soffitto ligneo: 32 formelle con rosetta raggiata al centro e quattro gigli fiorentini agli angoli in oro su fondo azzurro.

Sala dei Gigli d'oro

Questo soffitto quattrocentesco venne qui trasferito dalla vicina Sala del Marzocco durante la ristrutturazione attuata nel 1929/1932.

Sulla parete d'ingresso si trova appesa una tela con la raffigurazione di diciassette piccole scene della Storie della vita di Cristo, opera attribuita un tempo a Piero di Cosimo, ispirata dal dipinto Storie della Passione di Cristo di  Hans Memling.

Storie della vita di Cristo (attr.Gaspare Sacchi - XVI sec.) / Angeli (attr. Francesco Brambilla - 1570/1590) / busto di Cosimo I de' Medici (scultore fiorentino - XVI sec.) / parete ortogonale: Madonna col Bambino e S.Giovannino (seguace del Pontormo - 1530/1550)

Sulla credenza si trovano due Angeli in terracotta attribuiti a Jacopo Sansovino e poi a Francesco Brambilla (1570/1590) e il busto di Cosimo I de' Medici realizzato da scultore fiorentino del XVI secolo.

Sulla parete destra della sala troviamo una Madonna col Bambino e S.Giovannino attribuita ad un seguace del Pontormo (XVI secolo). 

Lungo questa parete si trova un agiatoio, un antico gabinetto. 

agiatoio
Sulla parete opposta troviamo un camino con stemma mediceo e due profili.

camino con stemma Medici e profili

Sempre su questa parete sono appese una Madonna col Bambino, opera in terracotta della cerchia di Donatello, e una Madonna col Bambino, opera realizzata in terracotta dalla cerchia di Michelozzo.

Madonna col Bambino (cerchia di Michelozzo - XV sec.)

Madonna col Bambino (cerchia di Donatello - XV sec.)

Sulla credenza della parete di fondo della sala sono poste due terrecotte che raffigurano Zuffe di cavalieri e fanti, opere di Giovanfrancesco Rustici ispirate alla perduta Battaglia di Anghiari di Leonardo, facenti parte di una serie di sei (una si trova al Museo Nazionale del Bargello a Firenze, una al Museo Puskin a Mosca, un'altra al Musée du Louvre a Parigi e una si trova in una collezione privata), affiancate da due statue su piedistallo: una Madonna col Bambino, opera in legno di un seguace di Arnolfo di Cambio, e S.Caterina di bottega senese del XVI secolo. Sulla parete è appesa un'Ultima Cena di scuola lombardo-veneta del XVI secolo che era stata attribuita a El Greco.

parete di fondo della sala: Ultima Cena (scuola lombardo-veneta - XVI sec.)

a sinistra: Madonna col Bambino (seguace di Arnolfo di Cambio - XIII sec.) / a destra: Zuffa tra cavalieri e fanti (Giovanni Francesco Rustici - 1505/1520)

a sinistra: Zuffa tra cavalieri e fanti (Giovanni Francesco Rustici - 1505/1520) / a destra: S.Caterina (bottega senese - XVI sec.)

Al centro della sala in una teca hanno trovato posto: la statuetta in cera di Ercole che abbatte l'Idra di Lerna del Giambologna, una cera dell'Allegoria dell'Autunno attribuita da Loeser a Benvenuto Cellini ma poi ritenuta opera di scultore fiorentino, una cera e terracotta raffigurante una Sacra Famiglia con S.Giovannino di scultore fiorentino del XVI secolo che replicò il Tondo Pitti di Michelangelo, una terracotta con le raffigurazioni Mosè e Aronne attribuita alla cerchia del Sansovino.

teca (da sinistra): Mosè e Aronne (cerchia del Sansovino - XVI sec.) / Sacra Famiglia con S.Giovannino (scultore fiorentino - XVI sec.) / Ercole abbatte l'Idra di Lerna (Giambologna - 1570/1580) / Allegoria dell'Autunno (scultore fiorentino - XVI sec.)

Sempre al centro della sala troviamo esposto su un antico leggio di chiesa una statua in bronzo di un'Anatomia di cavallo di Giuseppe Valadier. L'artista ha forse riprodotto un modello di epoca rinascimentale che si trovava in una villa romana. Forse il modello era quello che si trovava a Palazzo Vecchio, realizzato dalla cerchia del Giambologna.

Anatomia di cavallo (Giuseppe Valader - XVIII sec.)


cultura.comune.fi.it/pagina/musei-civici-fiorentini/museo-di-palazzo-vecchio 

A causa dell'emergenza COVID-19 orari e modalità di visita potrebbero essere soggetti a variazioni. Per questo vi consiglio di visitare il sito ufficiale riportato qui sopra. 

Costo: Museo                                                                         12,50€

            Museo + Sala dei Duecento con gli arazzi medicei   15,50€

            Torre di Arnolfo                                                         12,50€

GRATIS        per gli under 18

RIDOTTO    tra i 18 e i 25 anni e studenti universitari

 

CONCLUSIONE                                                                                                                           Con la visita delle sale del Quartiere del Mezzanino il percorso standard del Museo di Palazzo Vecchio giunge al termine. Per chi volesse, potrebbe però continuare con la visita della Sala dei Duecento (dove sono esposti alcuni arazzi medicei), e passare attraverso quello che fu l'appartamento di Cosimo I di cui rimane solo il bagno o stufa (posto lungo il corridoio d'accesso alla Sala dei Duecento). 

 

 

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