domenica 6 giugno 2021

Firenze: la Sala dei Duecento e gli Arazzi Medicei in Palazzo Vecchio


Siamo ancora all'interno di Palazzo Vecchio...chi volesse apportare un tassello in più nel percorso museale del palazzo può prenotare una visita accompagnata nella Sala dei Duecento.

La Sala dei Duecento si trova nel nucleo trecentesco del palazzo, e dopo aver visitato il Mezzanino, ed aver sceso le scale sino al primo piano, si può accedere a questa sala muniti di biglietto con integrazione per la visita.  

Destinata in origine a Sala del Consiglio, e chiamata anche Sala del Popolo e Sala del Comune, è adibita ancor oggi a sede delle riunioni del Consiglio Comunale fiorentino e quindi non sempre visitabile.

Originariamente si poteva accedere alla sala tramite una scala che saliva dal primo crtile (chiamato poi Cortile di Michelozzo). Nella sala si trovavano una tribuna per la Signoria e le magistrature, un luogo appartato per gli scrutini e un altare.

Quando il Consiglio fu ampliato e trasferito nella Sala Grande (oggi chiamata Salone dei Cinquecento), questa sala fu utilizzata dal Senato degli Ottanta per le proprie riunioni. 

Fu il primo duca Alessandro de' Medici a ripristinare nel XVI secolo l'antica destinazione d'uso della sala, anche se il numero dei membri del Consiglio era stato portato a 200 (da qui l'attuale nome della sala). 

Durante il governo di Cosimo I de' Medici la sala divenne un luogo di rappresentanza. Nel 1848 qui si riunì il Senato della Toscana e dal 1872 è divenuto sede delle riunioni del Consiglio fiorentino. 

Baccio d'Agnolo realizzò per la Sala del Consiglio i due portali marmorei cinquecenteschi con timpano triangolare.

portale della Sala dei Duecento (Baccio d'Agnolo - XV sec.)

Il soffitto a cassettoni con rosoni circondati da gigli angioini e i fregi intagliati e decorati da ghirlande e con le armi della Repubblica fiorentina furono realizzati da Benedetto e Giuliano da Maiano e aiuti nel 1572.

soffitto della Sala dei Duecento (Benedetto e Giuliano da Maiano e aiuti - 1572)

Cosimo I, per abbellire e rendere più rappresentativa la sala, decise di far tessere un ciclo di 20 arazzi che ricoprissero, dal pavimento a 6m d'altezza, tutte le pareti del grande ambiente, comprese le finestre.

Per lasciare liberi i due portali d'accesso, si realizzarono degli arazzi sagomati a risparmio.

Gli arazzi erano appesi alle pareti in senso orario, secondo l'ordine narrativo, partendo dall'angolo del portale inquadrato in marmo rosso.

 

Il ciclo era incentrato sulle Storie di Giuseppe, le storie del patriarca con facoltà divinatorie di predire il futuro attraverso l'interpretazione dei sogni (oniromanzia), figlio di Giacobbe e Rachele, narrate nella Bibbia (Genesi 37-50).

Questi preziosi arazzi vennero tessuti tra il 1545 e il 1553 a Firenze dove Cosimo I aveva impiantato un'arazzeria (che rimase in attività per due secoli), chiamando in città due dei maggiori arazzieri fiamminghi: Jan Rost e Nicolas Karcher.

I due arazzieri si stabilirono uno nel "Giardino di S.Marco" e l'altro in Via dei Cimatori, ed avevano l'obbligo di formare giovani apprendisti fiorentini.

La tessitura è molto fine e questo permette di apprezzare le sfumature cromatiche, i dettagli e i chiaroscuri. Gli orditi degli arazzi medicei vennero tessuti in lana, mentre per la trama si usarono seta (65%), lana, argento e argento dorato.

Gli arazzi vennero tessuti su cartoni disegnati di tre grandi artisti dell'epoca: 16 disegni vennero realizzati da Agnolo di Cosimo di Mariano detto il Bronzino con l'aiuto di Raffaellino del Colle, 3 disegni vennero forniti da Jacopo Carucci detto il Pontormo (maestro del Bronzino, che realizzava figure allungate caratterizzate da esagerate torsioni), e un disegno vene realizzato da Francesco de' Rossi detto il Salviati ("Giuseppe che spiega il sogno al Faraone"). 

I disegni per i bordi degli arazzi furono invece realizzati dal Bronzino e da Alessandro Allori.

particolare delle bordure degli arazzi medicei (dis.Bronzino e Alessandro Allori)

particolare delle bordure degli arazzi medicei (dis.Bronzino e Alessandro Allori)

particolare delle bordure degli arazzi medicei (dis.Bronzino e Alessandro Allori)

Cosimo I portò i primi arazzi realizzati con sè durante il viaggio a Genova dove incontrò il principe Filippo di Spagna.

Gli arazzi venivano anche esposti in occasioni di alcune feste fiorentine o sulla facciata di Palazzo Vecchio, o sotto la Loggia dei Lanzi o nel Duomo.

Tra il 1865 e il 1871, quando Firenze era capitale del Regno d'Italia, il ciclo degli arazzi medicei fu smembrata: dieci arazzi divennero patrimonio reale e giunsero poi al Palazzo del Quirinale a Roma passando alla Presidenza della Repubblica, gli altri dieci rimasero invece a Firenze e concessi in deposito al Comune in Palazzo Vecchio.

I venti arazzi furono recentemente riuniti in occasione dell'Expo (2015) prima a Roma, poi a Milano e infine nella Sala dei Duecento a Firenze con la mostra "Il Principe dei Sogni Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino".
Finito il periodo della mostra gli arazzi vengono esposti a rotazione a gruppi di quattro semestralmente (5 gruppi in 30 mesi complessivi). 

Durante la nostra visita era esposto il terzo gruppo della serie:

- La vendita del grano ai fratelli di Giuseppe

La vendita del grano ai fratelli di Giuseppe (Jan Rost su dis.Bronzino - 1547)

particolare dell'arazzo mediceo: La vendita del grano ai fratelli di Giuseppe (Jan Rost su dis.Bronzino - 1547)

particolare dell'arazzo mediceo: La vendita del grano ai fratelli di Giuseppe (Jan Rost su dis.Bronzino - 1547)


particolare dell'arazzo mediceo: La vendita del grano ai fratelli di Giuseppe (Jan Rost su dis.Bronzino - 1547)

- Giuseppe prende in ostaggio il fratello minore Simeone 

Giuseppe prende in ostaggio il fratello Simeone (Nicolas Karcher su dis.del Bronzino - 1546/1547)

particolare del'arazzo mediceo: Giuseppe prende in ostaggio il fratello Simeone (Nicolas Karcher su dis.del Bronzino - 1546/1547)

particolare del'arazzo mediceo: Giuseppe prende in ostaggio il fratello Simeone (Nicolas Karcher su dis.del Bronzino - 1546/1547)

- Beniamino ricevuto da Giuseppe

Beniamino ricevuto da Giuseppe (Nicolas Karcher su dis. del Bronzino - 1550/1553)

particolare dell'arazzo mediceo:
Beniamino ricevuto da Giuseppe (Nicolas Karcher su dis. del Bronzino - 1550/1553)

- Il convito di Giuseppe con i fratelli.

Il convito di Giuseppe con i fratelli (Nicolas Karcher su dis. del Bronzino - 1550/1553)

particolare dell'arazzo mediceo:
Il convito di Giuseppe con i fratelli (Nicolas Karcher su dis. del Bronzino - 1550/1553)

particolare dell'arazzo mediceo:
Il convito di Giuseppe con i fratelli (Nicolas Karcher su dis. del Bronzino - 1550/1553)


particolare dell'arazzo mediceo:
Il convito di Giuseppe con i fratelli (Nicolas Karcher su dis. del Bronzino - 1550/1553)

 
particolare dell'arazzo mediceo:
Il convito di Giuseppe con i fratelli (Nicolas Karcher su dis. del Bronzino - 1550/1553)


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Dopo esserci soffermati sui particolari di questi splendidi arazzi, dobbiamo guadagnare l'uscita attraversando quello che fu il Quartiere di Cosimo.

Quest'ala del palazzo, posta accanto alla Sala dei Duecento, si trova nel nucleo più antico di Palazzo Vecchio (1299/primo decennio del XIV secolo).

Sede del governo popolare fiorentino fu adattata da Battista del Tasso e poi da Giorgio Vasari per ospitare il secondo duca di Firenze Cosimo I e successivamente suo figlio Francesco.

Facevano parte di questo quartiere sei camere e alcuni "stanzini segreti", ambienti adiacenti al Salone dei Cinquecento, dove si conservavano oggetti preziosi delle collezioni medicee e documenti preziosi.

Del Quartiere di Cosimo si conservano solo il già visitato Studiolo di Francesco I, un lacerto di una decorazione pittorica di una camera e il Bagno o Stufa.

Bagno o Stufa di Cosimo I

Il bagno di Cosimo, ricavato nel sottoscala di una delle rampe di collegamento tra il primo e il secondo piano del palazzo, era un piccolo ambiente privato riscaldato, dedicato al ristoro e alla cura della persona tramite l'acqua e il vapore.

Era infatti dotato di una vasca in pietra con due fori sul fondo e una nicchia di forma ovale con tracce di un impianto per la produzione di vapore: il calore che veniva generato in uno stanzino adiacente al bagno, usciva da una griglia posta alla base della nicchia, mentre in alto vi era una presa d'aria. 

nicchia per il vapore del Bagno o Stufa di Cosimo I / grottesche e Mito di Amore e Psiche (Giorgio Vasari e Marco da Faenza - 1560 ca.)

Fu decorato con stucchi e affreschi con grottesche e scene del Mito di Amore e Psiche da Giorgio Vasari e da Marco da Faenza (1560 ca.).

Procedendo verso l'uscita si può anche vedere la banderuola segnavento in rame originariamente dorato della Torre di Palazzo Vecchio, sostituita in sito da una copia nel 1981.

banderuola segnavento (cerchia di Michelozzo - 1453)

Vicino al bagno si trova un passaggio con traccia di un'antica scala.

passaggio con tracce di una scala
In fondo al passaggio si trova una lunetta affrescata con un'Annunciazione, attribuita a Giovanni di Marco detto Giovanni dal Ponte (1430/1435), che sormontava una porta in cima ad una scala che come già detto si trovava nel Cortile di Michelozzo e conduceva alla Sala del Consiglio.

Annunciazione (Giovanni dal Ponte - 1430/1435)

La scala fu distrutta durante la ristrutturazione del palazzo e la lunetta fu staccata e qui posta nel 1912.

La lunetta ha una cornice in pietra e la trabeazione alla base ha un fregio con i gigli di Francia.

 

cultura.comune.fi.it/pagina/musei-civici-fiorentini/museo-di-palazzo-vecchio 

A causa dell'emergenza COVID-19 orari e modalità di visita potrebbero essere soggetti a variazioni. Per questo vi consiglio di visitare il sito ufficiale riportato qui sopra. 

Costo: Museo                                                                         12,50€

            Museo + Sala dei Duecento con gli arazzi medicei   15,50€

            Torre di Arnolfo                                                         12,50€

GRATIS        per gli under 18

RIDOTTO    tra i 18 e i 25 anni e studenti universitari

 

CONCLUSIONI                                                                                                                            Eccoci giunti alla fine della visita di Palazzo Vecchio. Per chi volesse si possono visitare anche i sotterranei del palazzo con i resti archeologici del Teatro romano (momentaneamente chiusi), e si può anche salire sulla Torre di Arnolfo e sul camminamento di ronda muniti di un altro biglietto. E' stato un viaggio attraverso un'epoca d'oro, ricca di quel fasto e della bellezza artistica che i monumenti e i musei di Firenze sanno mostrare. E' superfluo aggiungere che la visita di questo palazzo è fondamentale per conoscere questa città.

 

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