domenica 6 giugno 2021

Firenze: la Sale dei Priori e la Sala delle Carte Geografiche in Palazzo Vecchio

Dopo aver visitato il Quartiere di Eleonora posto nell'ala più antica di Palazzo Vecchio, il percorso museale prosegue nelle cosiddette Sale dei Priori, anch'esse poste nell'ala due-trecentesca.

I Priori dell'Arti erano i membri dell'organo di governo all'epoca della Repubblica fiorentina, che durante il loro mandato (due mesi), dovevano sempre alloggiare a Palazzo Vecchio.

Se con rimodernamento del palazzo voluto da Cosimo I il Quartiere di Eleonora prese il posto degli ambienti privati occupati al Gonfaloniere di Giustizia e dai Priori delle Arti, gli ambienti ad uso comune non subirono grandi modifiche e rimangono come si presentavano durante l'epoca repubblicana della città (1530).

Per volere del duca furono solo affrescate le pareti della Sala delle Udienze e creata la Sala delle Carte Geografiche

La Sala di Gualdrada del Quartiere di Eleonora e la Cappella dei Priori delle Sale dei Priori sono collegate da un corridoio che costeggia dall'interno la Torre d'Arnolfo.

Questo corridoio ha un soffitto in legno dipinto, e le sue pareti presentano nella parte alta affreschi del XIV/XV secolo. 

soffitto ligneo e pareti affrescate del corridoio tra il Quartiere di Eleonora e le Sale dei Priori

Percorrendo il corridoio si può anche notare lo spazio tra la Torre d'Arnolfo e il resto del palazzo.

spazio tra Palazzo Vecchio e la Torre d'Arnolfo

E' stata posta lungo il corridoio la maschera di Dante Alighieri realizzata in gesso da uno scultore ignoto forse del XVI /XVII secolo. Dante fu Priore a Firenze dal 15 giugno al 15 agosto del 1300.

maschera di Dante Alighieri (scultore ignoto del XVI/XVII sec.)

Si era creduta una maschera funebre del grande poeta, ma oggi si è più propensi a pensare che sia un calco preso da un'opera scultorea che ritraeva Dante andata perduta. Forse l'effige proveniva dal sepolcro ravennate del poeta (un'opera che lo ritraeva fu donata all'arcivescovo di Ravenna dal Giambologna), o forse il ritratto era opera di Tullio Lombardo.

La Cappella dei Priori era il luogo in cui i Priori venivano a pregare.

Cappella dei Priori

Si ha notizia di una cappella dedicata a S.Bernardo a loro riservata già dal XIV secolo, ma non si conosce il luogo in cui fosse ubicata. 

Fu il Gonfaloniere Piero Soderini a commissionare questa cappella a Baccio d'Agnolo nel 1511 (prima Repubblica). Fu poi Ridolfo Bigordi detto il Ghirlandaio (figlio del più noto Domenico), a continuare la realizzazione (1512) per i Medici.

Sono stati raffigurati motivi ornamentali, soggetti religiosi, cartigli, insegne di Firenze su fondo dorato a finto mosaico.

parete di fondo della cappella: cartelle con citazioni / S.Giovanni Battista (patrono di Firenze) / lunetta: Annunciazione / Reliquario (manifattura fiorentina - XVII sec.)

Nell'Annunciazione sulla parete di fondo della cappella è stata raffigurata la Chiesa della SS.Annunziata (all'epoca priva di portico).

Sulla lunetta della parete dietro l'altare è raffigurata l'Apparizione della Vergine a S.Bernardo.

Apparizione della Vergine a S.Bernardo

Lungo questa parete è stato posto un reliquiario in legno dorato contenente ossa rinvenute sotto l'altare.

Si è trovata una certa somiglianza tra la volta di questa cappella e il soffitto della Stanza della Segnatura dipinto da Raffaello in Vaticano.

Al centro del soffitto sopra l'altare si trova raffigurata la Colomba dello Spirito Santo tra gli Apostoli.

volta: Colomba dello Spirito Santo (al centro) / Apostoli

Nel centro della volta del resto della cappella è raffigurata la Trinità circondata da Angeli con simboli della Passione di Cristo, Angeli con cartigli con citazioni dai Salmi e dal De Consolatione Philosophiae (di Boezio), cartelle con citazioni dal Vangelo di Luca e dall'Esodo, dagli Evangelisti.

volta: Trinità (al centro) / Angeli con iscrizioni

volta: Evangelisti (S.Marco e S.Luca)

volta: Evangelisti (S.Matteo e S.Giovanni)

Per guidare le decisioni dei Priori che qui si raccoglievano in preghiera sono state riportate infatti 32 iscrizioni latine (tratte da testi classici, biblici e del primo Cristianesimo), in cui sono riportati principi religiosi e morali.

In questo ambiente venivano anche custoditi, in una armadio a muro a destra dell'altare, gli oggetti più preziosi del Tesoro della Signoria: tra questi vi erano il Codice delle Pandette di Giustiniano del 533 e un Evangelario greco dell'XI secolo.

Il gradino d'altare è il legno dorato con impiallacciatura in tartaruga e risale al XVII secolo.

La tavola posta sull'altare raffigura la Madonna col Bambino, S.Giovannino e S.Elisabetta, opera di Mariano Graziadei detto da Pescia.

Madonna col Bambino, S.Giovannino e S.Elisabetta (Mariano Graziadei detto da Pescia - 1511/1514)

Il Crocifisso in marmo è stato realizzato da uno scultore italiano del XVII secolo.

Crocifisso (scultore italiano - XVII sec.)
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Le prossime due sale che si visitano erano originariamente un unico ambiente (grande come la sottostante Sala dei Duecento): a dividerlo fu tra il 1470 e il 1472 Benedetto da Maiano, che eresse un muro in falso.

La prima sala è la Sala delle Udienze, così chiamata perché all'epoca della Signoria qui si tenevano le riunioni e si ricevevano i cittadini.

Sala delle Udienze

Cosimo I incaricò Francesco Salviati di affrescare le pareti della sala con Storie di Marco Furio Camillo (1543/1545)

Così come il valoroso generale romano tornato dall'esilio nel 309 a.C. aveva liberato Roma dai Galli, Cosimo I tornato a Firenze aveva liberato dai suoi nemici lo stato fiorentino.

Partendo dalla parete d'ingresso troviamo raffigurate le scene:

parete d'ingresso della Sala delle Udienze

- Camillo sconfigge i Galli presso Ardea

Camillo sconfigge i Galli presso Ardea (Francesco Salviati - 1543/1545)

- Sacrificio d'Isacco tra le Allegorie della Fede, Speranza, Carità e Fortezza

Sacrificio d'Isacco tra le Allegorie della Fede, Speranza, Carità e Fortezza (Francesco Salviati - 1543/1545)

- Camillo fa bastonare il maestro che aveva tradito la sua città consegnando i suoi allievi ai Romani durante l'assedio di Falerii

Camillo fa bastonare il maestro (Francesco Salviati - 1543/1545)

Sulla parete a sinistra dell'ingresso, sopra le finestre:

- Gli abitanti di Sutri supplicano Camillo di liberare la città dagli Etruschi

Gli abitanti di Sutri supplicano Camillo di liberare la città dagli Etruschi (Francesco Salviati - 1543/1545)

Allegorie dell'Arno, di Firenze e della famiglia Medici

Allegorie dell'Arno, di Firenze e della famiglia Medici (Francesco Salviati - 1543/1545)

- Scena non identificata.

Scena non identificata
  

Affiancano le finestre le raffigurazioni di:

- Kairos (dio greco del Tempo)

- Marte sottomette un Gallo

Marte sottomette un Gallo (Francesco Salviati - 1543/1545)

- Diana

Diana (Francesco Salviati - 1543/1545)

- Allegoria del Tempo con gli attributi della Prudenza e della Temperanza.

Allegoria del Tempo con gli attributi della Prudenza e della Temperanza
  

Sulla parete di fronte all'ingresso troviamo:

parete di fronte l'ingresso

- Camillo inaugura un tempio

Camillo inaugura un tempio
 - Camillo riceve la carica di dittatore

Camillo riceve la carica di dittatore

Tra le finestre sono raffigurati:

- Hecate (dea egizia della Luna)

Hecate
 

- l'Allegoria del Favore

Allegoria del Favore

- Phanes (dio egizio del Sole).

Infine sulla parete a destra dell'ingresso troviamo:

- Camillo sfila in trionfo, incoronato dalla Fama e preceduto da un carro con la statua di Giunone, dopo la conquista di Veio

Camillo in trionfo (Francesco Salviati - 1543/1545)

- l'Allegoria della Pace

Allegoria della Pace (Francesco Salviati - 1543/1545)

- Camillo interrompe la pesa dell'oro sottratto da Brenno re dei Galli ai Romani 

Camillo interrompe la pesa dell'oro (Francesco Salviati - 1543/1545)

Il soffitto e il fregio in legno dorato e dipinto sono opera di Giuliano da Maiano e aiuti (1472/1475).

soffitto della Sala delle Udienze (Giuliano da Maiano e aiuti - 1472/1475)

E' opera di Benedetto e Giuliano da Maiano la mostra di portale con la statua della Giustizia (1476/1480), che conduce alla Sala dei Gigli, mentre la mostra di portale con il Monogramma di Cristo venne realizzata su disegno di Baccio d'Agnolo (1529).

Giustizia (Benedetto e Giuliano da Maiano - 1476/1480)

Monogramma di Cristo (Baccio d'Agnolo - 1529)

La porta in legno intarsiato con le raffigurazioni di Dante e di Petrarca fu realizzata su disegno di Sandro Botticelli da Giuliano da Maiano e Francesco di Giovanni detto il Francione (1480). 

porta: Petrarca (Giuliano da Maiano e Francesco di Giovanni detto il Francione su dis.Sandro Botticelli - 1480)

porta: Dante (Giuliano da Maiano e Francesco di Giovanni detto il Francione su dis.Sandro Botticelli - 1480)

Il banco da magistratura presente nella sala risale al XVI secolo circa.

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La sala seguente è la cosiddetta Sala dei Gigli che prende nome dalle decorazioni a gigli raffigurati sulle pareti e dipinti sul soffitto a cassettoni.

Sala dei Gigli

Sala dei Gigli

CURIOSITA': il giglio è il simbolo di Firenze, ma in questo caso i gigli raffigurati sono i fleur-de-lys della corona francese, che si differenziano dai primi per il colore oro/blu (al posto del colore rosso/argento) e dall'assenza di stami.

soffitto della Sala dei Gigli (Bernardo di Stefano Rosselli - 1490)

La decorazione è un omaggio agli Angiò, protettori della parte guelfa.

I gigli realizzati ad affresco e foglia d'oro sulle pareti sono opera di Bernardo di Stefano Rosselli (1490).

L'unica parete affrescata (parete Est) è opera di Domenico del Ghirlandaio, l'unico artista a portare a termine l'incarico di dipingere Uomini Illustri in questa sala, incarico commissionato dalla Signoria nel 1482. Gli altri artisti chiamati ad affrescare le altre pareti erano stati Botticelli, Biagio d'Antonio, Perugino, Piero del Pollaiolo.

Domenico del Ghirlandaio ha raffigurato sulla parete opposta all'entrata:

- S.Zenobi (vescovo e protettore di Firenze) tra i Santi Eugenio e Crescenzio e il leone Marzocco (simbolo della città)

S.Zenobi tra i Santi Eugenio e Crescenzio e il leone Marzocco / lunetta: Madonna col Bambino / medaglioni (da sinistra): Vespasiano / Nerone (Domenico del Ghirlandaio - 1482)

- lunetta sinistra: Bruto, Muzio Scevola e Camillo

lunetta: Bruto, Muzio Scevola e Camillo / medaglioni (da sinistra): Adriano / Caligola (Domenico del Ghirlandaio - 1482)

- lunetta destra: Publio Decimo Mure, Scipione l'Africano, Cicerone

lunetta: Publio Decimo Mure, Scipione l'Africano, Cicerone / medaglioni (da sinistra): Faustina Minor / Antonino Pio (Domenico del Ghirlandaio - 1482)

- medaglioni (in alto da sinistra): Adriano, Caligola, Vespasiano, Nerone, Faustina Minor e Antonino Pio

Benedetto e Giuliano da Maiano realizzarono la decorazione del soffitto e del fregio (1472/1478), e anche la mostra di marmo della porta con la statua di S.Giovanni Battista (patrono di Firenze) posta all'ingresso della Sala delle Udienze.

mostra della porta con statua di S.Giovanni Battista (Benedetto e Giuliano da Maiano - 1472/1478)

Nella Sala dei Gigli si trova esposta dal 1988 la Giuditta e Oloferne di Donatello (1457/1564), commissionata da Piero de' Medici e collocata a Palazzo Medici in Via Larga.

Giuditta e Oloferne (Donatello - 1457/1464) / basamento (Simone del Pollaiolo)

Questa statua in bronzo simboleggia il trionfo della Virtù sulla Superbia e sulla Lussuria. Le dorature della veste di Giuditta, della spada e del basamento sono oggi scomparse. Nel 1495 la Signoria, appropriatasi della statua dopo la cacciata dei Medici, la collocò sull'arengario davanti alla facciata di Palazzo Vecchio per simboleggiare la libertà di Firenze. Dopo aver lasciato il posto al David di Michelangelo, nel 1506 venne trasferita sotto la Loggia dei Lanzi. Nel 1919 tornò sull'arengario, ma nel 1980 venne qui trasferita lasciando il posto ad una sua copia per ragioni conservative.
Il basamento venne realizzato da Simone del Pollaiolo quando venne posta a Piazza della Signoria.

Dalle finestre di questa sala si possono vedere la cupola del Duomo del Brunelleschi e il Campanile di Giotto.

cupola del Duomo e Campanile di Giotto dalle finestre della Sala dei Gigli

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Dalla Sala dei Gigli si può accedere dalla parete Est alla Vecchia Cancelleria, dove era ospitato il Cancelliere della Repubblica, figura che affiancata al Gonfaloniere di Giustizia.

Vecchia Cancelleria

Questo ambiente venne costruito nel 1511, quando era Gonfaloniere Piero Soderini, per unire l'ala trecentesca di Palazzo Vecchio con la Sala dei Cinquecento (chiamata all'epoca Sala del Maggior Consiglio).

Il passaggio d'ingresso a questa sala è stato ricavato da una bifora che affacciava sul Cortile della Dogana

Vecchia Cancelleria con passaggio ricavato nella bifora

bifora della Vecchia Cancelleria

bifora dela Vecchia Cancelleria

Segretario della Seconda Cancelleria fu Niccolò Macchiavelli, ed è per questo che qui sono conservati due suoi ritratti: un busto di Niccolò Macchiavelli in stucco policromo ricavato dalla sua maschera funebre, e il Ritratto di Niccolò Macchiavelli realizzato da Santi di Tito.

busto di Niccolò Macchiavelli (scultore fiorentino - post 1527)

Ritratto di Niccolò Macchiavelli (Santi di Tito - 1575 ca.)

Lungo la parete di fondo della sala è posta una cassapanca di legno intarsiato del XV/XVI secolo.
 

cassapanca (manifattura fiorentina - XV/XVI sec.)
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Sempre sulla parete Est della Sala dei Gigli si trova una porta fiancheggiata da due pilastri in marmo nero antico.

ingresso alla Sala delle Carte Geografiche

E' questo l'ingresso alla Sala delle Carte Geografiche, posta nel Quartiere della Guardaroba.

Sala delle Carte Geografiche
 

La sala in cui i granduchi conservavano i loro beni mobili preziosi non esisteva all'epoca dei Priori: infatti i due lati lunghi dell'adiacente Vecchia Cancelleria erano aperti entrambi da finestre. Questa sala, la principale di questo nuovo "quartiere" voluto da Cosimo I, venne realizzata da Giorgio Vasari (1561/1565) insieme al cosmografo Fra' Miniato Pitti, e adibita a sala di cosmografia.

Si era prevista la rappresentazione di tutto il mondo conosciuto a metà Cinquecento, ma il progetto non venne realizzato interamente. Con questa si voleva anche sottintendere la celebrazione di Cosimo come dominatore del mondo: allegoricamente il suo nome era associato alla parola greca "Kosmos".

Gli armadi in legno di noce con tavole geografiche sulle ante furono realizzati da Dionigi di Matteo Nigetti (1564/1571). Gli armadi dovevano prima contenere arazzi e paramenti, poi vennero in essi conservati ori e argenti, e infine armi antiche.

armadi lignei (Dionigi di Matteo Nigetti - 1564/1571)

armadi lignei (Dionigi di Matteo Nigetti - 1564/1571) / parete: finestre tamponate della Vecchia Cancelleria

armadi lignei (Dionigi di Matteo Nigetti - 1564/1571)

Le tavole geografiche realizzate furono 53. Di queste 30 sono opera del domenicano Egnazio Danti, mentre le altre 23 furono realizzate dal monaco olivetano Stefano Bonsignori. La fonte del II secolo d.C. da cui furono ricavate 27 tavole è la Geographia di Tolomeo.

tavole geografiche sulle ante degli armadi

tavole geografiche sulle ante degli armadi

Per questa sala Egnazio Danti realizzò il grande globo terrestre tra il 1564 e il 1571, ma questo si trova nella Sala delle Carte Geografiche solo dal secolo scorso, avendo avuto in passato altre collocazioni. All'epoca della sua costruzione questo era il più grande del suo genere al mondo.

globo terrestre (Egnzio Danti - 1564/1571)

Sugli armadi erano disposti su tre file i Ritratti di Uomini Illustri che incominciò a dipingere Cristofano dell'Altissimo copiandoli dalla collezione di Paolo Giovio a Como. Nel 1570 i ritratti erano più di 200 e nel decennio successivo vennero spostati nel corridoio della Galleria degli Uffizi dove ancor oggi si trovano.

alcuni Ritratti di Uomini Illustri (da sinistra): Francesco Petrarca / Cino da Pistoia / Dante Alighieri / Guido Cavalcanti (Cristofano dell'Altissimo - Gallerie degli Uffizi)

Il soffitto della sala è ligneo e a grandi cassettoni. 

soffitto ligneo della Sala delle Carte Geografiche

Dalla finestra della sala si possono vedere i beccatelli e i merli del Cortile della Dogana e l'affrescato Terrazzino dello Studiolo di Bianca Cappello, la nobildonna che fu prima amante e poi moglie di Francesco I. Dallo Studiolo la duchessa poteva, tramite una finestra con grata che affacciava sul Salone dei Cinquecento, assistere segretamente alle sedute che si tenevano nella grande sala.

beccatelli e merli del Cortile della Dogana visti dalla Sala delle Carte Geografiche

Terrazzino e Studiolo di Bianca Cappello

cultura.comune.fi.it/pagina/musei-civici-fiorentini/museo-di-palazzo-vecchio 

A causa dell'emergenza COVID-19 orari e modalità di visita potrebbero essere soggetti a variazioni. Per questo vi consiglio di visitare il sito ufficiale riportato qui sopra. 

Costo: Museo                                                                         12,50€

            Museo + Sala dei Duecento con gli arazzi medicei   15,50€

            Torre di Arnolfo                                                         12,50€

GRATIS        per gli under 18

RIDOTTO    tra i 18 e i 25 anni e studenti universitari

 

CONCLUSIONI                                                                                                                            Il percorso museale all'interno di Palazzo Vecchio non è ancora giunto al termine. Manca ancora la visita delle sale centrali del Quartiere del Mezzanino allestite con la "Donazione Loeser"... e per chi ha prenotato anche la visita della Sala dei Duecento il percorso si concluderà ammirando gli arazzi medicei.

 

 

2 commenti:

Maria ha detto...

Grazie mille per il racconto interessante e le foto! Quando sono stata a Firenze, non sono riuscita a visitare il Palazzo della Signoria, ora il tuo post ha colmato questo vuoto ❤️

Raffaella ha detto...

Grazie Maria per aver letto il mio post e aver scritto questo bel commento.

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