giovedì 23 gennaio 2025

Volubilis, il sito archeologico romano più importante del Marocco (prima parte)

Volubilis è il sito archeologico romano più importante e noto del Marocco ed è divenuto Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco dal 1997. 

Volubilis

Ma in realtà questo sito archeologico, costituito da vestigia essenzialmente romane di un municipio fortificato, racchiude i resti di un'occupazione umana durata dieci secoli, e di una presenza umana che va dal Neolitico (5.000/2.000 a.C.) al Periodo Islamico. Qui si possono trovare testimonianze di diverse civiltà e culture: mediterranee, libiche, moresche, puniche, romane, arabo-islamiche, africane e cristiane.


Originariamente la città era chiamata Oulili derivante dalla parola berbera  "oualili" con la quale si indica il fiore del convolvolo, pianta che cresce abbondante vicino al fiume Oued Khoumane. Il nome Volubilis deriverebbe dal precedente nome o da un termine latino che significherebbe "che ha un movimento rotatorio". Il nome della città venne poi cambiato dagli arabi in Walila e nel XIX secolo pese il nome di Ksar Faraoun ("Palazzo dei Faraoni").

pianta di convolvolo su un rudere di Volubilis

Questo sito archeologico, che occupa un'area di 42 ettari, si trova ai piedi del Monte Zerhoun, a Nord-Est dell'Atlante e a 27 km da Meknes.

Era questa una zona fertile grazie all'abbondanza d'acqua data dai due oued (torrenti) che circondavano l'altopiano su cui sorgeva la città: l'Oued Fertassa a Est e l'Oued Khoumane a Sud e a Ovest.

Un'iscrizione in punico (III secolo a.C.) nomina una famiglia mauretana, ma le prime testimonianze archeologiche (un grande santuario dalla pianta tipica delle città puniche e nordafricane) risalgono alla metà del II secolo a.C.. 

Volubilis venne fondata nel III secolo a.C. dai Cartaginesi.

stele funeraria con scritta in punico e raffigurazione di uno scudo (fine II sec. a.C. - ritrovata nella zona dei Tumuli)

Di questo periodo rimangono i resti di un tempio punico (Tempio A), il santuario più antico della città (la data di costruzione è imprecisata). Si trovava nell'ala Est del Campidoglio romano e occupava un'area di 1600 mq. L'accesso avveniva tramite una porta con lesene. E' costituito da un grande cortile all'aperto con al centro un altare quadrato in tufo. Costruito nel III secolo a.C., nel I secolo a.C. nel cortile vi fu istallato un forno.

A Ovest di questo tempio si trova un edificio simile (Templi G e H) costituito da due templi geminati.

Volubilis divenne poi nella seconda metà del II secolo a.C. una delle città più importanti della Mauretania

iscrizione in caratteri libici (periodo mauretano - proveniente dalla regione di Meknes)

Giuba I, re della Numidia, venne sconfitto da Cesare durante la guerra contro Pompeo. Poté salvarsi perché promise che alla sua morte il suo regno sarebbe passato sotto i Romani. Suo figlio Giuba II fu portato a Roma quando era ancora bambino e fu educato come un aristocratico a casa della sorella Ottavia di Ottaviano Augusto. Sposò Cleopatra Selene, figlia di Cleopatra VII e Marco Antonio. Poi nel 25 a.C. Giuba II venne rimandato in Africa a capo di un regno "cliente", la Mauretania. 
carta dell'Impero Romano
 
Giuba II espanse e monumentalizzò Volubilis. Con Tolomeo, figlio di Giuba II, anche i Romani contribuirono a far fiorire e abbellire la città. 

Nel 42 d.C. Tolomeo fu ucciso per ordine dell'imperatore Caligola nell'anfiteatro di Lugdunum (l'attuale Lione). L'esercito romano represse la rivolta guidata dal suo liberto Edemone e la Mauretania sotto l'imperatore Claudio fu divisa in due provincie: la Mauretania Tingitana (il Nord del Marocco) con capitale Tingi (l'attuale Tangeri) e la Mauretania Caesariensis (l'Algeria costiera), governate da un procuratore dell'ordine equestre; Volubilis divenne un avamposto dell'Impero Romano.

mappa della Mauretania Tingitana

La zona più antica della città mauretana è quella centro-meridionale (seconda metà del II secolo a.C.). Lo stile architettonico della Volubilis mauretana non è ben conosciuto. Poche sono infatti le tracce della città reale mauretana in quanto le successive costruzioni romane, compresi i luoghi di culto, si appoggiarono a quelle mauretane. Rimangono resti di edifici a carattere religioso o funerario sullo sperone meridionale del sito. 

A Volubilis si contano sei santuari, quattro dei quali furono consacrati alla venerazione di divinità mauretane.

All'interno di quello che sarà il centro monumentale romano fu costruito un santuario comprendente due templi gemelli (Tempio D). Istallati su un podio, questi due templi corrispondevano a due celle oblunghe precedute da un pronao e accessibili tramite due scale. Davanti ad ogni tempio si trovava un altare. In epoca romana (età severiana), saranno trasformati in un tempio a quattro celle precedute da un pronao accessibile dal Foro.

Tempio D

Tempio D

A Est del Quartiere dei Tumuli si trovava un santuario (Tempio C) costituito da un vestibolo poco profondo, una piccola cella (6,50 X 7,50 m) rialzata su un podio e un portico su tre lati delimitato da un peribolo. Copriva un'area totale di 600 mq. Realizzato prima dell'occupazione romana, fu distrutto dopo la partenza dei Romani e riutilizzato in parte per abitazioni.

Infine, in una zona sacra non costruita che si trova alla sinistra del Oued Fertassa, nell'angolo Sud-Est delle mura, si trova un tempio (Tempio B) a forma di un quadrilatero con quattro portici  realizzati nel I secolo d.C.. Il centro del santuario è occupato da un cortile delimitato da cantine (lati Nord e Sud) e da cappelle (lati Nord, Sud ed Est). Sul lato Est si trovano 17 basi di altari mentre 3 altari più grandi occupavano il centro del cortile. Questo è un santuario di tipo "tophet", unico in Marocco e copre una superficie di 3200 mq

ricostruzione del Tempio B

In questo santuario sono state ritrovate più di ottocento steli votive anepigrafe (unica serie ritrovata nella Mauretania Tingitana), simili a quelle dedicate a Saturno, dio che ha sostituito il dio punico Baal Hammon.

steli votive ritrovate nel Tempio B (I sec a.C./ III sec. d.C.)

steli votive ritrovate nel Tempio B (I sec a.C./ III sec. d.C.)





Nel 44 d.C. (sotto l'imperatore Claudio) la città divenne un Municipium e i suoi abitanti cittadini romani. L'elite della città romana era costituita da berberi. Era governata da un ordine di decurioni (un Senato locale) costituito da 100 notabili della città che si riuniva nella Curia posta vicino alla Basilica.

Durante il periodo romano s'intensifica l'insediamento della città nella parte Nord-Est del sito.

Il massimo del suo splendore Volubilis lo raggiunse tra il 100 e il 200 d.C. e al suo apice contava tra i 12.000 e i 15.000 abitanti, in maggioranza indigeni della tribù berbera dei Baquates (solo il 10% della popolazione era di origine europea). 

Il quartiere Nord-Est fu costruito nella seconda metà del I secolo d.C. e risale all'epoca romana. Il quartiere a carattere prettamente residenziale, che comprendeva ville patrizie, un acquedotto e uno stabilimento termale, aveva una pianta a scacchiera con Cardo e Decumano.

Quartiere Nord-Est

Quartiere Nord-Est

Il Decumano Massimo, l'asse principale della città, percorreva la città dalla Porta Ovest alla Porta Tangeri posta a Nord-Est delle mura.

inizio del Decumano Massimo da Porta Tangeri

Decumano Massimo

Decumano Massimo

Era lungo 400 m e largo 12 m. Era pavimentato e aveva marciapiedi su ambo i lati.

Da Porta Tangeri all'Arco di Trionfo il Decumano Massimo era affiancato da portici, botteghe e case patrizie. L'ultimo tratto del portico vicino all'Arco di Caracalla è stato rialzato e sulle sue arcate si posso vedere due busti scultorei: uno rappresenta la Mauretania (destra) e l'altro la dea Roma.

portico del Decumano Massimo

portici sui due lati del Decumano Massimo

tratto di portico rialzato

tratto di portico rialzato

tratto di portico rialzato

tratto di portico rialzato

busti sul portico: Mauretania e la dea Roma

botteghe lungo il Decumano Massimo

Il centro del Decumano Massimo era occupato da una fogna di cui rimangono le lastre di pietra che la ricoprivano.

collettore idrico per le acque reflue

collettore idrico per le acque reflue

Nel tratto più orientale del Decumano Massimo si trovava il cosiddetto Palazzo di Gordiano, una vasta dimora che forse era la dimora ufficiale del governatore della provincia a Volubilis.

Palazzo di Gordiano

Palazzo di Gordiano

Affaccia sul Decumano Massimo con un colonnato con capitelli ionici oltre il quale si trovavano una dozzina di botteghe.

colonnato della facciata del Palazzo di Gordiano

capitelli ionici del colonnato della facciata del Palazzo di Gordiano

colonnato della facciata del Palazzo di Gordiano

botteghe sulla facciata del Palazzo di Gordiano

Il palazzo, l'edificio più grande della città (74 X 68 m - 5000 mq) fu costruito durante l'impero di Gordiano III (238/244 d.C.) e da questo imperatore prende il nome. E' il risultato dell'unione di due edifici precedenti che erano divisi da un Cardo. E' costituito da 74 stanze, cortili e stabilimenti termali privati (950 mq). Nell'angolo Nord-Est del palazzo vi erano anche tre frantoi e un magazzino per l'olio.

pianta del Palazzo di Gordiano

Palazzo di Gordiano

Oltre il vestibolo d'ingresso si apre un peristilio con dodici colonne e vasca centrale a ferro di cavallo. Un'ampia sala di ricevimento sul lato Est del palazzo era pavimentata in marmo a disegno geometrico. L'appartamento invernale era riscaldato da un ipocausto. Non sono stati trovati mosaici, ma pavimenti in opus sectile.

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L'acquedotto di Volubilis era stato costruito alla fine del I secolo (60/70 d.C.) e alimentava case, terme pubbliche, latrine, due pozzi e una cisterna. L'acqua proveniva da una fonte posta sulle colline dietro la città e il castello d'acqua era fuori delle mura cittadine. 

rete idrica di Volubilis

In gran parte era interrato e lungo il Decumano Secondario (parallelo al Decumano Massimo) correva su un supporto in muratura privo di arcate. Terminava in due fontane pubbliche poste vicine alle Terme Nord, passando attraverso vasche di decantazione. Il sistema di adduzione si divideva in 12 rami di canalizzazione per portare l'acqua nelle diverse zone del quartiere Nord-Est e del quartiere Sud della città.

acquedotto

una delle due fontane pubbliche poste alla fine dell'acquedotto (vicina alle Terme Nord)

fontana pubblica del Decumano Massimo dove terminava l'acquedotto (vicina all'Arco di Caracalla)

Canalizzazioni in piombo o in terracotta alimentavano i bacini, le latrine, le fontane e le terme private delle ville patrizie. L'acquedotto fu abbandonato dopo il ritiro dei Romani nel 285 d.C.

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Nel quartiere Nord-Est si trovano i resti di lussuose case di epoca romana,  a volte grandi oltre 1500 mq. Sono caratterizzate dalla presenza di un peristilio, cuore della residenza a cielo aperto bordato da due/quattro portici sorretti da più colonne di arenaria o di calcare, al quale si accede tramite un vestibolo. Il centro del peristilio è occupato da un bacino e include un giardino. Su un lato del peristilio si trova il triclinio, una sala di ricevimento, l'ambiente più importante della casa decorato da mosaici pavimentali a disegni figurativi (al centro) e geometrici (lungo il perimetro). Uno o più appartamenti fanno parte dell'abitazione e a volte anche un complesso termale. 
resti di case del quartiere Nord-Est (Casa delle mezze colonne)

resti di case del quartiere Nord-Est

resti di case del quartiere Nord-Est

resti di case del quartiere Nord-Est (Casa del Bacco di marmo)

resti di case del quartiere Nord-Est

I triclini, le vasche e le fontane di queste case erano decorate spesso da mosaici (alcuni ancora in situ, altri in mostra nei musei), in maggioranza policromi, con temi mitologici o geometrici, pochi con scene quotidiane.

Nel quartiere Nord-Est molte case comprendevano anche botteghe che affacciavano sul Decumano Massimo. Si contano 120 botteghe con superfici di 24 mq circa.

Lungo il lato Sud del Decumano Secundus si trovava la Casa di Venere, nota per il mosaico raffigurante la Processione di Venere, che decorava il pavimento del triclinio (sala da pranzo) e oggi esposto al Museo della Kasbah di Tangeri. La riconoscerete subito perché è posta all'ombra di un cipresso.

Casa di Venere

ingresso e vestibolo della Casa di Venere

La Casa di Venere ricopre un'area di 1200 mq ed era una residenza molto sontuosa. La sua prima costruzione risale al I secolo d.C. mentre il complesso termale e alcuni mosaici al III secolo d.C.

Casa di Venere

Casa di Venere

Casa di Venere

Affacciava sulla strada tramite un vestibolo. Comprendeva un peristilio colonnato, due sale di rappresentanza, un peristilio secondario con fontana e con piccoli ambienti di rappresentanza, e complesso termale (240 mq) con accesso indipendente dalla strada.

peristilio della Casa di Venere

Casa di Venere

Casa di Venere

Casa di Venere

Il mosaico della Navigazione di Venere che dà nome alla casa non si trova più in situ ma è conservato ed esposto nel Museo della Kasbah di Tangeri.

mosaico Navigazione di Venere (Museo della Kasbah - Tangeri - I sec. d.C.)

mosaico Navigazione di Venere (Museo della Kasbah - Tangeri - I sec. d.C.)

particolare del mosaico Navigazione di Venere (Museo della Kasbah - Tangeri - I sec. d.C.)

particolare del mosaico Navigazione di Venere (Museo della Kasbah - Tangeri - I sec. d.C.)

particolare del mosaico Navigazione di Venere (Museo della Kasbah - Tangeri - I sec. d.C.)

particolare del mosaico Navigazione di Venere (Museo della Kasbah - Tangeri - I sec. d.C.)

Altri bei mosaici decoravano i suoi ambienti: Diana sorpresa al bagno da Atteone (in situ - IV secolo d.C.), Hylas rapito dalle Ninfe (in situ - IV secolo d.C.), Bacco e le quattro stagioni, Amorini che danno da mangiare agli uccelli (in situ), Delfini, una Corsa nel circo con carri trainati da uccelli (in situ - IV secolo d.C.) e nei corridoi mosaici geometrici.

Diana sorpresa al bagno da Atteone (IV sec. d.C.)

Diana sorpresa al bagno da Atteone (IV sec. d.C.)

Hylas rapito dalle Ninfe (IV sec.d.C.)

Hylas rapito dalle Ninfe (IV sec.d.C.)

particolare del mosaico Hylas rapito dalle Ninfe (IV sec.d.C.)

particolare del mosaico Amorini che danno da mangiare agli uccelli

Amorini che danno da mangiare agli uccelli

Corsa nel circo con carri trainati da uccelli (IV sec. d.C.)

mosaico geometrico nella Casa di Venere

mosaico geometrico nella Casa di Venere

mosaico geometrico nella Casa di Venere

Provengono dagli appartamenti privati di questa casa due busti in bronzo importanti, oggi al Museo di Storia e Civiltà di Rabat: quello di Catone Uticense (trovato ancora sul suo piedistallo) dell'epoca di Nerone o Vespasiano (I secolo d.C.) e quello del re Giuba II (ritrovato nell'adiacente Casa del busto di bronzo, così chiamata da questo reperto). Sono anche stati ritrovati in questa casa un Fauno disteso in marmo (I/II sec. d.C.) e la statua di un Vecchio Pescatore in bronzo (I sec. d.C.).

Testa di Juba II (Museo della Storia e della Civiltà - Rabat - 25 d.C.)

Catone (Museo della Storia e della Civiltà - Rabat - 60 d.C.)

Fauno disteso (Museo della Storia e della Civiltà - Rabat - II/III sec. d.C.)

Vecchio Pescatore (Museo della Storia e della Civiltà - Rabat - I sec. d.C.)

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Posta sul lato Sud del Decumano Massimo è la Casa delle Nereidi, così chiamata dal mosaico raffigurante queste ninfe marine su animali marini che decora il bacino del peristilio

pianta della Casa delle Nereidi

ingresso della Casa delle Nereidi

particolare dell'ingresso della Casa delle Nereidi

peristilio della Casa delle Nereidi

peristilio della Casa delle Nereidi

peristilio della Casa delle Nereidi

bacino mosaicato della Casa delle Nereidi

bacino mosaicato della Casa delle Nereidi

bacino mosaicato della Casa delle Nereidi

particolare del bacino mosaicato della Casa delle Nereidi

particolare del bacino mosaicato della Casa delle Nereidi

Fanno parte della Casa delle Nereidi anche un frantoio e alcune botteghe.

frantoio della Casa delle Nereidi

frantoio della Casa delle Nereidi

frantoio della Casa delle Nereidi

frantoio della Casa delle Nereidi

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Sull'altro lato del Decumano Massimo (lato Nord) si trova la Casa delle Fiere, chiamata così per il mosaico che rappresenta degli animali selvatici e tori che si trova in un ambiente del peristilio. La casa dispone anche di un appartamento secondario e la sua facciata comprende delle botteghe.

peristilio della Casa delle Fiere

mosaico con animali feroci e tori della Casa delle Fiere

mosaico con animali feroci e tori della Casa delle Fiere

mosaico con animali feroci e tori della Casa delle Fiere

particolare del mosaico

particolare del mosaico

particolare del mosaico

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Accanto alla Casa delle Fiere si trova la Casa del Bagno delle Ninfe. Anche in questo caso la casa prende il nome del soggetto del mosaico ritrovato in un suo ambiente.

mosaico della Casa del Bagno delle Ninfe

mosaico della Casa del Bagno delle Ninfe

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La successiva residenza è la Casa di Dioniso così chiamata dal mosaico con la  raffigurazione di Dioniso e le Quattro stagioni che si trova in situ in uno degli ambienti che affacciano sul suo peristilio.

peristilio della Casa di Dioniso

peristilio della Casa di Dioniso

peristilio della Casa di Dioniso

Le "Quattro Stagioni" rappresentavano il simbolo dell'immortalità. Sono raffigurate con i loro attributi: canne e rami di alberi spogli (Inverno), fiori e foglie tra i capelli (Primavera), capelli coronati da pampini e grappoli d'uva (Autunno), spighe di grano e falce (Estate).

mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni

mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni

particolare del mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni 

particolare del mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni 

particolare del mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni 

particolare del mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni

particolare del mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni

particolare del mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni 

particolare del mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni

particolare del mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni (Dioniso)

particolare del mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni


particolare del mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni

particolare del mosaico di Dioniso e le Quattro Stagioni

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Poco più avanti, sullo stesso lato del Decumano Massimo, si trova la Casa delle Fatiche di Ercole con accesso da un ingresso posto su una piccola via perpendicolare al Decumano (Cardo). Era una casa suntuosa con 42 stanze e un'area di 2000 mq. Aveva anche delle terme private (100 mq). Il suo ingresso era decorato con colonne scanalate e rudentate.

pianta della Casa delle Fatiche di Ercole

ingresso della Casa delle Fatiche di Ercole

Casa delle Fatiche di Ercole

peristilio della Casa delle Fatiche d'Ercole

peristilio della Casa delle Fatiche d'Ercole


peristilio della Casa delle Fatiche d'Ercole

La casa prende il nome dal mosaico che raffigura le Fatiche di Ercole (non tutte le dodici fatiche sono raffigurate perché due medaglioni solo stati rovinati) e che decora il prolungamento dell'entrata. Molte delle fatiche del mitico Ercole si pensava si fossero svolte in Marocco.

mosaico delle Fatiche di Ercole

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole (Ercole porta Cerbero a Micene)

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole (Ercole bambino strangola due serpenti)

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole (Ercole uccide il Leone di Nemea)

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole (Ercole prende la cintura di Ippolita regina delle Amazzoni)

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole (Ercole cattura il Toro di Creta)

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole (Ercole devia i fiumi per ripulire le stalle di Augia)

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole (Ercole e Caco)

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole (Ercole cattura il cinghiale dell'Erimanto)

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole (Ercole e l'Idra di Lerna)

particolare del mosaico delle Fatiche di Ercole (Ercole uccide gli uccelli del lago Stinfalo)

cornice del mosaico 

simbolo fallico raffigurato nel mosaico

Ma questo non è l'unico mosaico ancora in situ che decorava la casa. Un bacino circolare è decorato con immagini di Delfini con code a tre punte e Tridenti, raffigurazioni per allontanare il malocchio. Per lo stesso scopo non mancano le raffigurazioni della svastica e del cratere dionisiaco 

bacino con mosaico

bacino con mosaico

particolare del mosaico con Delfini e Tridenti

Una galleria del peristilio è rimasta pavimentata con un mosaico policromo a forme geometriche diviso in tre differenti riquadri.

mosaico geometrico della Casa delle Fatiche di Ercole

un riquadro del mosaico geometrico della Casa delle Fatiche di Ercole

un riquadro del mosaico geometrico della Casa delle Fatiche di Ercole

un riquadro del mosaico geometrico della Casa delle Fatiche di Ercole

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La prossima abitazione che s'incontra lungo il Decumano Massimo è la Casa del Cavaliere così chiamata per il cavaliere in bronzo di epoca adrianea qui trovato nel 1918.

Casa del Cavaliere

Cavaliere (Museo di Storia e Civiltà - Rabat)

Questa grande casa (1700 mq), con 8/9 magazzini aperti sulla strada, possiede in situ il più grande mosaico trovato a Volubilis e in Marocco. Il mosaico, che decora un ambiente in fondo al vestibolo, raffigura Bacco che scopre Arianna addormentata (soggetto tratto dalle Metamorfosi di Ovidio).

mosaico di Bacco che scopre Arianna addormentata

mosaico di Bacco che scopre Arianna addormentata

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Confina con la Casa del Cavaliere la cosiddetta Casa delle Colonne dalla maestosa entrata affiancata da colonne con capitelli corinzi.

pianta della Casa delle Colonne

ingresso della Casa delle Colonne

ingresso (visto dall'atrio della casa) della Casa delle Colonne

La casa, risalente al III secolo d.C. ha un largo atrio che porta a un vasto peristilio con grande bacino circolare circondato da 14 colonne, due delle quali tortili. Le colonne sorreggevano quattro portici.

peristilio con grande bacino rotondo

peristilio con grande bacino rotondo e due colonne tortili

Nella parte posteriore della casa si trova una zona privata con un bacino lobato.

retro della Casa delle Colonne con bacino lobato

retro della Casa delle Colonne con bacino lobato

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L'ultima casa da visitare lungo questo tratto di Decumano Massimo, appena oltre l'Arco di Caracalla, è la Casa dell'Efebo.

ingresso della Casa dell'Efebo

Casa dell'Efebo

La casa che trae il suo nome da una statua in bronzo raffigurante un Efebo coronato di edera che qui è stata ritrovata (oggi conservata al Museo di Storia e Civiltà di Rabat).

Efebo coronato di edera (Museo di Storia e Civiltà - Rabat - epoca imperiale)

Efebo coronato di edera (Museo di Storia e Civiltà - Rabat - epoca imperiale)

Efebo coronato di edera (Museo di Storia e Civiltà - Rabat - epoca imperiale)

La casa è conosciuta anche per i suoi mosaici geometrici o figurati localizzati nelle gallerie del grande peristilio con vasca e nei locali limitrofi. 

peristilio della Casa dell'Efebo

bacino del peristilio della Casa dell'Efebo

mosaici del peristilio

mosaici del peristilio

mosaici del peristilio

mosaici del peristilio e del triclinio

mosaico di un ambiente che s'affaccia sul peristilio

mosaico geometrico con centro mancante di un ambiente

In un ambiente con ingresso ad Est del peristilio si trova un bacino rotondo con bordo mosaicato con soggetti marini affiancato da due riquadri pavimentali, uno con mosaico geometrico il cui centro è occupato dalla raffigurazione di Bacco su carro trainato da pantera, e l'altro con mosaico con raffigurazioni marine.

ingresso ad ambiente con bacino e mosaico

ambiente con bacino: Bacco su carro trainato da pantera



mosaico a soggetto marino

particolare del mosaico a soggetto marino

particolare del mosaico a soggetto marino

particolare del mosaico a soggetto marino

bacino mosaicato con soggetti marini

All'interno della casa, sul lato Est del peristilio, si trova anche una vestigia preromana: un piccolo mausoleo mauretano composto originariamente da un'anticamera e da una camera voltata ipogee. Più tardi il mausoleo è stato trasformato in un annesso della casa, forse una cantina. Forse questo mausoleo faceva parte di una necropoli preromana posta al di fuori delle mura primitive.

Quest'area di Volubilis fu poi ancora utilizzata in epoca tarda come necropoli, quando questa parte della città era in rovina: lo testimoniano le tombe cristiane e islamiche qui ritrovate.
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A Volubilis furono costruiti tre recinti murari in tre periodi diversi.

- Della più antica cinta muraria costruita in epoca preromana si conserva solo un tratto di 77 m. nel quartiere dei tumuli con andamento Est-Ovest. 

cinta preromana

cinta preromana

- Nel 168 d.C. (sotto l'imperatore Marco Aurelio) fu eretto un secondo muro di cinta intorno alla città per difenderla dagli attacchi delle tribù berbere. Inizialmente proteggeva il quartiere Nord-Est e fu poi modificata per contenere tutta la città.

La cinta muraria, costruita in muratura di pietrisco e conci, era lunga 2600 m. spessa 1,5 m e alta 5/7 m. Era dotata di 9 porte (di cui 2 sono posterle) e di 36 torri semicircolari (14 incorniciavano le porte), poste ogni 50 m circa, unite probabilmente da un cammino di ronda. La cinta racchiudeva un'area di 40 ettari e aveva la forma di un poligono irregolare.

La città era anche difesa da truppe ausiliare stanziate in tre vicini campi.

La Porta Sud-Est corrisponde oggi all'ingresso degli scavi.

Porta Sud-Est (facciata interna)

Porta Sud-Est (facciata esterna)

La Porta di Tangeri era una porta a tre campate (di cui due erano pedonali), e munita di pararuote.. Era posta nel tratto di mura a Nord-Est della città. La data della sua costruzione è stata dedotta da una moneta rinvenuta nella sua muratura.

 Porta di Tangeri

 Porta di Tangeri

 Porta di Tangeri


passaggio pedonale della Porta di Tangeri

passaggio pedonale della Porta di Tangeri

Nel bastione della Porta di Tangeri è stata ritrovata una Testa di Giovane Berbero in marmo bianco (I sec. a.C.).

- La terza fase di costruzione di un recinto murario risale a V/VI secolo ed ha un andamento Nord-Sud, andando a delimitare il quartiere occidentale dal quartiere di epoca romana posto ad Est. Era stato costruito con blocchi di pietra.


CONCLUSIONE                                                                                                                          Essendo Volubilis un sito archeologico esteso ed importante, non è facile racchiudere notizie e foto in un solo post...per questo vi invito a proseguire la lettura della seconda parte nel post successivo in cui saranno descritti i monumenti pubblici e il quartiere meridionale della città.