A 7 km a Ovest del centro storico di Tangeri, nel quartiere Rmilat di fronte allo Stretto di Gibilterra, tra Capo Spartel a Ovest e il Palazzo Reale di Jebei Kebir a Est, si trovano la Foresta Rmilat e al suo interno il Centro d'Interpretazione del Patrimonio Perdicaris, che sono comunemente conosciuti come Parco Perdicaris.
|
pianta del Parco Perdicaris |
|
Parco Perdicaris |
Il Parco Perdicaris è un parco naturale urbano che copre 70 ettari con sentieri nella vegetazione mediterranea e percorsi con splendidi panorami sullo Stretto di Gibilterra e sulla costa spagnola.
|
Parco Perdicaris |
|
Parco Perdicaris |
|
Parco Perdicaris |
|
Parco Perdicaris |
|
Parco Perdicaris |
|
panorama sullo Stretto di Gibilterra |
|
panchina con panorama |
|
panorama sull'Oceano Atlantico e sul Mar Mediterraneo |
Quello che oggi è divenuto un parco pubblico faceva parte di una proprietà acquistata da Ion Hanford Perdicaris, un cittadino americano di origine greca, che all'interno di questa tenuta fece erigere una residenza estiva nel 1878 per poter curare la moglie malata di tubercolosi.
|
plastico della villa e del parco di Perdicaris |
Ma chi era Ion Perdicaris?
|
Ion Perdicaris |
Nato nel 1840 ad Atene, ma cresciuto negli Stati Uniti, Ion Perdicaris era figlio del console americano in Grecia. Iniziò i suoi studi in America e li terminò in Inghilterra dove conobbe nel 1870 Ellen Varley (donna all'epoca ancora sposata e con quattro figli), e con lei si stabilì a Tangeri nel 1872.
|
Ritratto di Ellen Perdicaris (Ion Perdicaris) |
In Marocco Ion Perdicaris divenne un uomo d'affari, un attivista dei diritti umani, uno scrittore e un pittore orientalista.
|
alcuni dipinti di Ion Perdicaris esposti alla Legazione americana |
La residenza dei coniugi Perdicaris in città era quel palazzo all'estremità della Medina che venne venduto nel 1913 e trasformato negli anni '30 nell'Hotel Minzah. Poi per alleviare e curare i sintomi della moglie malata Ion Perdicaris decise di acquistare una tenuta sul mare.
La residenza, chiamata originariamente "Villa Aidonia" o "Luogo degli usignoli", fu costruita all'interno della tenuta su una collina rocciosa di fronte al mare. Lo stile architettonico composito che la caratterizza unisce lo stile anglosassone della Regina Anna, lo stile classico e quello medievale dei castelli europei.
|
facciata d'ingresso di Villa Aidonia |
Questa villa divenne luogo di sontuose feste a cui partecipò il mondo elitario di Tangeri.
Ma qui il 18 maggio 1904 successe quello che passò alla Storia come "L'affare Perdicaris", un evento che coinvolse non solo la famiglia Perdicaris, ma anche la diplomazia internazionale e i potenti dell'epoca.
La sera di questo giorno infatti, dopo aver cenato, la famiglia Perdicaris sentì un gran trambusto dalle stanze riservate ai domestici, e l'irruzione di uomini armati che dopo aver ferito alcuni servitori e buttato per terra la moglie di Perdicaris, costrinsero Ion Perdicaris e il figliastro maggiore Cromwell Varley a montare a cavallo e a seguirli.
|
a sinistra: Ion Perdicaris / a destra: Cromwell Varley (suo figliastro) |
Ion Perdicaris e il suo figliastro erano stati rapiti da Moulay Ahmed Raissouni, soprannominato "Il Sultano delle montagne", un leader delle tribù delle montagne del Rif considerato da molti un eroe locale che combatteva le forze straniere, mentre per altri era solo un brigante.
Ion Perdicaris fu rapito da colui che in precedenza aveva già rapito Sir Harry "Caid" Maclean, ufficiale scozzese dell'esercito britannico e istruttore dell'esercito marocchino, e Walter Burton Harris, corrispondente del The Times (1903).
Moulay Ahmed Raissouni chiese per la liberazione di Perdicaris un riscatto di 70.000 dollari (circa 2 milioni di dollari attuali) e il controllo di due dei territori più ricchi del Marocco.
Il Presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt che stava organizzando la sua campagna per la rielezione alla Casa Bianca, approfittò dell'accaduto per guadagnare consensi ed elettori. Egli infatti inviò sette navi da guerra statunitensi a Tangeri minacciando di bombardare la città e venne chiesto al Sultano del Marocco Moulay Abdelaziz la consegna di Raissouni al motto "Perdicaris vivo o Raissouni morto".
|
a sinistra: Theodore Roosevelt / a destra: il Sultano Moulay Abdelaziz |
Dopo alcune trattative il Sultano pagò il riscatto, Perdicaris dopo poco più di un mese tornò a casa e Theodore Roosevelt ottenne la sua rielezione a Presidente.
Ma ci fu un particolare che venne svelato solo molti anni più tardi: Perdicaris aveva rinunciato alla sua cittadinanza statunitense durante la guerra civile americana (nel 1862 quarant'anni prima del suo rapimento) per evitare che i beni americani della famiglia fossero confiscati, ed era divenuto cittadino greco. Roosevelt, nonostante fosse venuto a conoscenza di ciò, portò avanti la sua decisione d'intervento in soccorso di un suo connazionale, capendo che poteva trarne vantaggio.
Una volta tornato a casa Perdicaris continuò a frequentare Raissouni (forse fu "Sindrome di Stoccolma"?). In seguito la famiglia Perdicaris lasciò il Marocco per trasferirsi negli Stati Uniti e poi in Inghilterra. Perdicaris morì a Londra nel 1925.
Nel 1930 la famiglia vendette la villa e il parco al pachià Thami El Glaoui che l'usò come sua residenza quando era in visita a Tangeri. Dopo l'Indipendenza del Marocco (1956) divenne proprietà dello Stato e dopo un periodo di abbandono la villa fu restaurata (2015) e oggi questa residenza è divenuta un museo.
|
ingresso al museo |
Al piano terra è allestita una mostra sulla storia di Ion Perdicaris, della sua dimora (chiamata oggi Chateau Perdicaris) e del contesto storico di Tangeri internazionale, multiculturale e diplomatica.
|
il "Grande salone verde" divenuto sala espositiva |
Sono anche esposti nelle sale del pian terreno oggetti di uso quotidiano, mappe e foto.
Alcuni sono i mobili oggi restaurati che appartenevano alla villa, altri invece, pur non essendo appartenuti a Perdicaris, risalgono alla sua epoca.
|
salottino con camino |
|
passavivande |
|
pianoforte e mobili antichi nell'atrio |
|
scale interne |
|
atrio e scala in legno |
Ben ricostruita la sala da pranzo con camino. Appesi alle pareti vi sono due dipinti che raffigurano scene di vita famigliare dei Perdicaris.
|
Sala da pranzo |
|
Sala da pranzo |
|
camino della Sala da pranzo
|
|
Ritratto della famiglia Perdicaris |
|
dipinti di Perdicaris (autoritratto e ritratto della moglie) ritratti nel quadro |
Dai suoi viaggi Perdicaris portò e piantumò nel parco intorno alla residenza piante selvatiche che oggi qui prosperano: centinaia di eucalipti provenienti dall'Australia, palme dalla California e dalle Isole Canarie, alberi del drago, mimose, pini, querce da sughero, salici piangenti, pioppi e molti fiori.
Perdicaris amò circondarsi oltre che dei suoi numerosi cani anche di animali esotici tra i quali una gru e due scimmie addomesticate. Oggi popolano il parco molte specie di uccelli stanziali e migratori tra i quali il nibbio bruno, il gheppio e il grifone.
Al piano superiore della villa è stata allestita una mostra sulle specie di fauna e di flora della regione e della Foresta di Rmilat, sottolineando la biodiversità e la ricchezza di questa area verde.
|
Sala del Centro d'Interpretazione del Patrimonio Perdicaris |
|
Sala del Centro d'Interpretazione del Patrimonio Perdicaris |
|
Sala del Centro d'Interpretazione del Patrimonio Perdicaris |
|
Sala del Centro d'Interpretazione del Patrimonio Perdicaris |
Da una sala del piano superiore si può accedere ad una terrazza con uno splendido panorama sul mare. |
uscita sulla terrazza |
|
terrazza |
|
panorama dalla terrazza |
|
panorama dalla terrazza |
CURIOSITA': La storia del rapimento di Ion Perdicaris è stata d'ispirazione al film "Il Leone e il Vento" (regia di John Milius - 1975), interpretato da Sean Connery nel ruolo di Moulay Ahmed Raissouni, ma dove il protagonista maschile del rapimento è stato cambiato in una ragazza interpretata da Candice Bergen. Nel film inoltre i marines combattono contro i soldati tedeschi, in realtà non presenti in Marocco in quel periodo.
|
locandina del film "Il Leone e il Vento" |
PARCO aperto dalle 7.00
CHATEAU
Orari: lunedì/venerdì 9.00/18.00
sabato 10.00/14.00
domenica CHIUSO
Costo: 70 MAD
CONCLUSIONI Una passeggiata in questa foresta rigogliosa offre la possibilità di rilassarsi, di poter fare come tanti tangerini un picnic di fronte al mare, o di entrare in parte nella storia di Tangeri. Il museo di recente apertura aiuta poi a capire il luogo, i personaggi e la biodiversità di questo polmone verde della città. Da non mancare se avete più giorni a disposizione per visitare la città.
|
picnic con "vista mare" |