mercoledì 21 novembre 2018

Il Complesso Monumentale del Belvedere di S.Leucio (Appartamenti storici)


Il Complesso Monumentale del Belvedere di S.Leucio, una frazione di Caserta che in passato faceva parte dei possedimenti borbonici, è stata riconosciuta nel 1997 Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, insieme alla Reggia di Caserta e all'Acquedotto Carolino.
Dal 1509 la famiglia dei conti Acquaviva era feudataria della città di Caserta e quindi anche di S.Leucio.
A S.Leucio Andrea Matteo Acquaviva aveva fatto costruire a partire dal 1635 il Palazzo del Belvedere, così chiamato per il bel panorama che da qui si poteva ammirare sulla piana sottostante, che guarda verso il mare e il Vesuvio.
I possedimenti che i Caetani, duchi di Sermoneta, avevano acquisito per via nuziale dagli Acquaviva (Anna Acquaviva, ultima erede della casata, aveva sposato nel 1618 il duca Francesco Caetani), furono venduti nel 1750 a Carlo di  Borbone per pagare i debiti che la famiglia Caetani aveva accumulato.
I Borboni fecero di S.Leucio un luogo di "Reali Delizie" e una riserva di caccia al cinghiale.
Ferdinando IV, divenuto sovrano al posto del padre Carlo III che aveva abdicato per assumere la corona di Spagna, veniva spesso in questo luogo lontano dalla corte e fece cingere il Monte di S.Leucio, dominato da una chiesetta di epoca longobarda dedicata al Santo vescovo Leucio, i cui resti vennero alla luce durante gli scavi per la costruzione delle fondamenta della Posta del Re (una torretta ottagonale usata durante le battute di caccia).
S.Leucio, il cui nome era Euprescio, era nato ad Alessandria d'Egitto nel II secolo d.C. Divenuto sacerdote operò miracoli e divenne arcivescovo d'Alessandria. Si trasferì in Italia dove fece il miracolo di far piovere dopo due anni di siccità. Fu vescovo di Brindisi e morì nel territorio casertano.
Ferdinando IV fece anche costruire nella parte occidentale del bosco un casino di caccia con cappella chiamato Casino Vecchio, con vicino una Vaccheria (nel quale impiantò una fabbrica di veli).
Ma ben presto quest'edificio fu abbandonato perché ricordava al sovrano la morte del figlio Carlo Tito, che in questo luogo era sopraggiunta nel 1778 a causa del vaiolo, quando il primogenito aveva solo tre anni.

Oltre ad alcuni fondi agricoli e boschivi, facevano parte di questi possedimenti anche il Palazzo del Belvedere che venne ingrandito e decorato.
I lavori furono affidati a Francesco Collecini, allievo del Vanvitelli.

Appartamenti storici in 3D
Il palazzo era preceduto da una scalinata monumentale a doppia rampa, ai cui piedi si trovavano le scuderie reali che formavano un emiciclo (oggi lasciate un po' all'abbandono).

ingresso al Complesso del Belvedere
ingresso del Complesso del Belvedere visto dall'alto e scalinata monumentale
emiciclo delle scuderie reali
una rampa della scalinata monumentale
scala monumentale e un ingresso delle scuderie reali
 Dopo aver salito le scale ci si trova in un grande terrazzo che offre un bel panorama sulla vallata.

panorama sull'abitato di S.Leucio e sulla piana circostante
panorama sul Vesuvio e la Reggia di Caserta
Davanti al terrazzo si erge la facciata dell'avancorpo del Palazzo del Belvedere.

Palazzo del Belvedere
ingresso alla Cappella Reale di S.Ferdinando Re
Ai piedi della scalinata vi sono le statue moderne in bronzo di S.Leucio e di un Angelo.

S.Leucio
Angelo
Due rampe di scale costituiscono l'ingresso alla Cappella Reale di S.Ferdinando Re (di cui parlerò più avanti).

avancorpo del Palazzo del Belvedere che racchiude gli Appartamenti Reali e la Cappella Reale
Sulla destra della chiesa di trova l'ingresso al palazzo.
Si viene accolti in un primo cortile a tre lati.
Il lato di fondo del cortile è più alto rispetto a quelli laterali.

cortile d'ingresso del Palazzo del Belvedere
La facciata della dimora borbonica è intervallata da un doppio ordine di lesene, da due ordini di finestre e da due marcapiani.

facciata del lato di fondo del cortile
Sul lato di fondo del cortile si trova la statua di Ferdinando IV con corazza romana eretta per volere del governatore Antonio Sancio nel 1824, con un'iscrizione in latino di monsignor Vincenzo Lupoli, che oltre ad augurare il bene del sovrano, sintetizza il programma politico-sociale di Ferdinando IV.

statua di Ferdinando IV
iscrizione di monsignor Vincenzo Lupoli
riproduzione dell'iscrizione del monsignor Vincenzo Lupoli posta sotto la statua di Ferdinando IV
La fontana con delfini e putti posta sulla sinistra del cortile è opera di Angelo Solari (1794).

fontana con delfini e putti (Angelo Solari - 1794)
fontana con delfini e putti (Angelo Solari - 1794)
fontana con delfini e putti (Angelo Solari - 1794)
fontana con putti e tritoni vista dalla strada (Angelo Solari - 1794)
Un'altra fontana uguale si trova in posizione simmetrica rispetto all'avancorpo del palazzo.

l'altra fontana vista dall'Appartamento Reale
L'ingresso sul lato sinistro di questo primo cortile conduce ad un secondo cortile interno.

cortile interno
orologio e campane del cortile interno
passaggio tra i due cortili
passaggio tra i due cortili
Quando il Palazzo del Belvedere fu poi adattato per ospitare l'opificio che re Ferdinando volle realizzare a S.Leucio (a cui dedicherò un post a parte), il palazzo divenne un edificio multifunzionale, dove il re era a stretto contatto con gli operai del setificio.
Al pian terreno del complesso a pianta rettangolare trovavano posto una scuola, le abitazioni del parroco, delle maestre e dei direttori, le stanze per la trattura, la filatura e la tintura.
Al secondo piano si trovava l'Appartamento reale che comunicava con le stanze dei telai.

Il primo ambiente che si visita al secondo piano dell'edificio è il cosiddetto Bagno di Maria Carolina.
Questa grande sala da bagno fu realizzata per la regina, moglie di re Ferdinando IV intorno al 1790.

Bagno di Maria Carolina
La vasca ovale centrale, incassata nel pavimento, è in marmo grigio di Mondragone ed è lunga 7m.
Vi sono tre gradoni interni lungo il perimetro.
La vasca veniva riempita di acqua corrente, riscaldata da una stufa posta nel vano sottostante.

vasca del Bagno di Maria Carolina
La decorazione ad encausto delle pareti, con dodici figure femminili danzanti identificabili come Baccanti e partiture geometriche-floreali dette all'Ercolana (di moda a fine Settecento per gli scavi che si stavano realizzando a Pompei), è stata realizzata nel 1793 dal primo pittore di corte Jakob Philipp Hackert.
Nel 1832 la decorazione, rovinata dal vapore dell'acqua calda, venne ritoccata da Carlo Patturelli.

decorazione pittorica del Bagno di Maria Carolina
particolare della decorazione della parete di fondo del Bagno di Maria Carolina
particolare della decorazione della parete laterale del Bagno di Maria Carolina
particolare della decorazione del Bagno di Maria Carolina: Baccanti
decorazione della volta del Bagno di Maria Carolina
Questa vasca, protetta probabilmente da una balaustra in ferro, fu a lungo nascosta sotto un pavimento, fino a quando venne per caso di nuovo alla luce nel 1979.
La sala è coperta con una volta a schifo affrescata con amorini e ghirlande.
Erano annessi a questa sala due ambienti: il guardaroba e una sala per la toletta.

Si visita poi la Sala da Pranzo, utilizzata fino a metà Ottocento anche per i balli di corte (poi fu allestito a questo scopo un altro ambiente sul lato opposto dell'appartamento).

Sala da pranzo
arredamento della Sala da pranzo
Questa sala è chiamata anche Sala Fischetti dal nome di colui che ha realizzato la decorazione dell'ambiente (1776/1778).
L'affresco del soffitto raffigura l'Incontro tra Bacco e Arianna dopo il ritorno del dio dall'Oriente (da Ovidio).
Quest'opera fu citata da Johann Wolfgang von Goethe in una delle sue opere.

L'Incontro tra Bacco e Arianna (Fedele Fischetti - 1776/1778)
Nei quattro tondi che affiancano l'affresco centrale sono raffigurati Episodi della vita di Bacco.

Episodio della vita di Bacco (Fedele Fischetti - 1776/1778)
Nascita di Bacco (Fedele Fischetti - 1776/1778)
Episodio della vita di Bacco (Fedele Fischetti - 1776/1778)
Bacco con satiri e ninfe (Fedele Fischetti - 1776/1778)
decorazione monocroma delle pareti con protagonista Bacco
decorazione monocroma delle pareti con protagonista Bacco
decorazione monocroma delle pareti con protagonista Bacco
decorazione monocroma delle pareti con protagonista Bacco
decorazione monocroma delle pareti con protagonista Bacco
decorazione monocroma delle pareti con protagonista Bacco


Si attraversano poi alcune sale dai colori tenui e con pochi arredi, che facevano parte dell'Appartamento dei Piccoli Principi sul lato ovest del palazzo.

una Sala dell'Appartamento dei Piccoli Principi
una Sala dell'Appartamento dei Piccoli Principi
decorazioni di una stanza dell'Appartamento dei Piccoli Principi
decorazioni di una stanza dell'Appartamento dei Piccoli Principi
 Segue la Stanza di compagnia della Regina.

Stanza di compagnia della Regina
volta della Stanza di compagnia della Regina
Poi si trova la Stanza di toletta della Regina inizialmente dedicata anche al Re.

Stanza della toletta della Regina
volta della Stanza della toletta della Regina
camino della Stanza della toletta della Regina
L'ambiente seguente è la Camera da letto del Re e della Regina.

Camera da letto del Re e della Regina
Sulla volta è stata affrescata l'Aurora da Giuseppe Cammarano nel 1816.

volta della Camera da letto del Re e della Regina
Aurora (Giuseppe Cammarano - 1816)
particolare della decorazione della Camera da letto del Re e della Regina
Gli arredi originali in stile neoclassico, con le parti in legno dorate e con tappezzerie in cui predominava il colore verde, non sono oggi più presenti.

arredamento oggi presente nella Camera da letto del Re e della Regina (XIX sec.)
Posti vicino alla camera da letto si trovavano la Stanza da lavoro della Regina e il cosiddetto Bagno personale della Regina.
Questo piccolo ambiente conteneva un lavamano in pietra a forma di conchiglia, un gabinetto con coperchio dorato in oro zecchino e un bidè: fu proprio la Regina Maria Carolina ad introdurre questo sanitario in Italia alla Reggia di Caserta.
Oggi sono qui conservati due lavamano consolle del XIX secolo.

lavamano consolle (XIX sec.)
L'ambiente successivo, chiamato "Coretto", collegava l'Appartamento della Regina con l'Appartamento del Re.

Carlo Brunelli ha dipinto nella volta i tre ovali con putti allegorici che simboleggiano l'Umiltà, la Speranza e la Carità.

Putti allegorici (Carlo Brunelli)
Putti allegorici (Carlo Brunelli)
Originariamente il colore predominante delle sue tappezzerie e decorazioni era il verde e l'arredamento era in legno dorato.

Col suo lato nord il Coretto prospettava sulla Chiesa di S.Ferdinando Re e da qui i sovrani potevano assistere alla Messa che si svolgeva nella sottostante chiesa.
Inizialmente il Palazzo del Belvedere era composto da un salone centrale e da dodici camere disposte su due piani.
Nel 1776 il salone fu trasformato in Cappella Reale dedicata a S.Ferdinando Re ad uso della popolazione di S.Leucio.
Chiesa di S.Ferdinando Re
La chiesa a navata unica e con due altari laterali policromi, fu realizzata infatti da Francesco Collecini nella sala di rappresentanza della dimora degli Acquaviva, e inaugurata nel 1776.

altare laterale sinistro di S.Leucio
altare laterale destro di S.Carlo
I due quadri presenti ai lati dell'altare centrale sono opera di Carlo Brunelli (S.Leucio che battezza - S.Leucio che predica), mentre le statue in stucco raffiguranti le Virtù (Fede, Speranza, Religione e Verità) sono di Angelo Brunelli (1778).

S.Leucio che battezza (Carlo Brunelli)
S.Leucio che predica (Carlo Brunelli)
Angelo Brunelli ha realizzato anche il fonte battesimale con l'Agnello Mistico posto nel vestibolo d'ingresso della chiesa.

La visita degli Appartamenti Reali si conclude con il passaggio nel settore del palazzo che prima era adibito ad Appartamento dei cavalieri.
Faceva parte di quest'ala del palazzo la cosiddetta Stanza di compagnia del Re.

arredamento di una sala
Stanza di compagnia del Re
La tour guidato all'interno del Complesso Monumentale del Belvedere di S.Leucio terminerebbe con la visita dei sette terrazzamenti del giardino all'italiana annesso al palazzo, dove sono state piantate le stesse specie botaniche volute in origine, ma durante la nostra visita ci è stato detto che i giardini erano quel giorno erano chiusi per lavori di giardinaggio...non vorrei essere polemica, ma ogni volta che ci capita di visitare un sito durante le prime domeniche del mese in cui alcuni siti sono gratis, non è possibile vedere una parte del percorso di visita: sarà un caso?

planimetria dei giardini
La parte della visita guidata riguardante invece i locali dell'opificio la tratterò in un post a parte.

http://www.sanleucio.it
Orario:
invernale    9.00/18.00    sabato, domenica e festivi visite guidate alle  9.30-10.45-12.00-15.00-16.30
estivo         9.30/18.00    sabato, domenica e festivi visite guidate alle  9.30-10.45-12.00-15.30-17.00
Martedì CHIUSO
Costo:   6€   visita guidata degli Appartamenti storici + archeologia industriale + giardini


CONCLUSIONI
Visitare il Complesso Monumentale del Belvedere di S.Leucio può essere interessante sia per conoscere un sito di archeologia industriale, sia per conoscere uno dei palazzi frequentati dalla famiglia dei Borbone.
Se devo essere sincera, ho trovato più interessante la visita sotto il profilo storico-sociologico, in quanto il palazzo non presenta la ricchezza di arredamenti e decorazioni presenti invece nella vicina Reggia di Caserta.
Vi invito quindi a leggere il post nel quale potrete avere un'idea della particolare ed inusuale mostra che racconta come venissero prodotte le preziose stoffe di seta percorrendo tutte le fasi di lavorazione.