domenica 17 gennaio 2016

Il Porto di Claudio e il Porto di Traiano


Dal II secolo a.C. il sistema portuale di Roma era costituito dal Porto fluviale di Ostia (fatto costruire da Anco Marzio) e dal Porto di Pozzuoli. 
Per trasportare le merci a Roma era usato il sistema dell'alaggio: piccoli natanti venivano tirati sulla riva da coppie di buoi.

Dopo l'idea mai realizzata di Augusto di costruire un nuovo porto, fu l'imperatore Claudio nel 42 d.C. a far realizzare un porto marittimo artificiale, nonostante le ingenti spese, a circa 4km a nord di Ostia, sulla riva destra del Tevere e a 3km dalla sua foce.


Il porto venne terminato nel 64 d.C. sotto l'imperatore Nerone.

Il bacino venne scavato per metà nella terra ferma, e si protendeva verso il mare aperto con due lunghi moli curvilinei che lo delimitavano.


I resti del molo settentrionale sono ancora visibili vicino al Museo delle Navi nella zona dell'aeroporto.

Il bacino misurava 1300m X 1200m ed aveva una superficie di 150 ettari.

L'imboccatura principale era posizionata ad ovest.

Il faro di segnalazione, costruito sopra una sorta di grande isola, occupò gran parte del molo sinistro, nella zona tra l'entrata meridionale e l'ingresso principale: per fondarlo si usò la nave in disarmo di Caligola che aveva trasportato l'obelisco per il Circo Massimo.

Nel 46 d.C. vennero scavati alcuni canali (fosse) per regolare il flusso dell'acqua.
Prima vennero aperti dal Tevere al mare due canali quasi paralleli, a nord e a sud.

Sul bacino si affacciavano strutture costruite nel II secolo d.C.: la cosiddetta Capitaneria (una struttura di servizio), una cisterna, delle Terme ed alcuni magazzini.

Il bacino del porto, molto ampio ma poco profondo, incominciò subito ad insabbiarsi.

Il fallimento dell'impianto portuale di Claudio, dovute all'incidenza delle correnti litoranee, ai regimi del Tevere e del suo delta e alla natura alluvionale del terreno, impose dopo solo 50 anni la riprogettazione del porto.

Fu l'imperatore Traiano a portare avanti il progetto del nuovo porto ad est di quello di Claudio, inaugurato nel 112 d.C. dopo 12 anni di lavoro.

pianta dei ritrovamenti del Porto di Claudio e del Porto di Traiano
Venne scavato un nuovo bacino di forma esagonale, questa volta interamente nella terra ferma, e il vecchio Porto di Claudio, sottoposto a drenaggi periodi per contenere l'insabbiamento, divenne una rada.

Fu scavato anche un nuovo canale, il cosiddetto Canale Romano, che collegava la Fossa Traiana al Tevere.

Due delle "fossae", i canali che erano servite per scongiurare l'insabbiamento del Porto di Claudio, furono risagomati e utilizzati in modo diverso: l'attuale Darsena e la Fossa Traiana (l'attuale Canale di Fiumicino) servirono per agevolare la risalita delle navi a Roma.

Le navi da carico (onerariae), attraccavano alle banchine sui due moli del canale o a quelle del bacino interno; le merci venivano quindi smistate nei magazzini per poi ripartire per Roma su battelli più piccoli (caudicariae) percorrendo la Fossa Traiana e il Tevere.

Furono creati anche altri due canali: uno con andamento est-ovest costituiva l'imbocco al Porto di Traiano, l'altro (trasversale a questo) collegava il porto alla Fossa Traiana.

Nel 314 col cosiddetto Concilio di Arles, l'imperatore Costantino aveva reso autonomo Portus (l'antico agglomerato sorto intorno al porto), da Ostia.
Per garantire la sicurezza del porto con funzione di deposito annonario, e di conseguenza di Roma, furono costruite mura difensive che esclusero inizialmente il Porto di Claudio.

Per difendere la Fossa Traiana, unico accesso a Roma, venne costruito nel
settore sud-orientale il cosiddetto Castello di Porto, un castello fortificato.

La visita al sito inizia davanti alle mura difensive del V/VI secolo, dove si trovava l'antica linea di spiaggia (quella attuale dista circa 3 km).

ingresso al sito archeologico del Porto di Roma
Sono pochi i resti delle mura in cortina in opera laterizia costruite nel V secolo. Sul fronte orientale furono costruite riempiendo di tufo e materiale di scarto lo spazio tra la cortina e i magazzini che fungevano così da muro di contenimento, creando uno spessore delle mura di 3m.

cinta muraria di Portus
In una fase successiva venne costruita una seconda cinta muraria all'interno della prima, per difendere la Fossa Traiana, rimasta l'unico accesso per via fluviale a Roma.
La cinta muraria rimase in funzione sino a tutto l'alto medioevo.

resti di mura tardo antiche di tamponatura dei magazzini di Traiano
Proseguendo la visita si costeggia la banchina di attracco resa in comunicazione con i magazzini di stivaggio dal cosiddetto Portico di Claudio.

Portico di Claudio (evidenziato in rosso)
resti del Portico di Claudio lungo la banchina e magazzini (sulla sinistra)
resti delle colonne del Portico di Claudio lungo la banchina
Il portico aveva una forma di T, in quanto il portico che costeggiava la banchina si congiungeva in direzione est-ovest con una via colonnata (le cosiddette Colonnacce), larga 8m. 

Colonnacce
Colonnacce
Il portico costituiva il fronte monumentale del porto.
Ristrutturato in epoca traianea, fu inglobato poi in un magazzino di epoca severiana.
Quando la strada colonnata delle Colonnacce fu chiusa su due lati, divenne un atrio monumentale verso i magazzini.

tamponatura di un lato delle Colonnacce
Questo portico lo si può attribuire con certezza all'epoca di Claudio per l'utilizzo di particolari colonne in travertino lasciate intenzionalmente sbozzate, tipiche della moda dell'epoca.

rocchi di colonne sbozzate
In Roma si possono vedere questo tipo di colonne nel Tempio del Divo Claudio (sul Celio e di cui ho scritto un post pubblicato nel settembre 2015) e a Porta Maggiore.

colonne sbozzate del Tempio del Divo Claudio

Proseguendo la passeggiata lungo il Portico di Claudio si giunge alla Darsena, un bacino interno collegato alla Fossa Traiana.

Darsena (evidenziata in rosso)
Darsena
Il bacino rettangolare, progetto di Claudio, realizzato da Nerone, con intervento successivo di Traiano e cortina in laterizio di epoca severiana, era lungo 227m, largo 48m e profondo 8m.
Le sponde erano "a scarpa", per attenuare il moto ondoso.

Qui avvenivano il carico e lo smaltimento di medio e piccolo tonnellaggio, e il rimessaggio delle imbarcazioni che risalivano il fiume.

Nell'area tra la sponda settentrionale della Darsena e il canale d'imbocco al Porto di Traiano, si trovavano i cosiddetti Magazzini di Traiano.

Magazzini di Traiano (evidenziati in rosso)
Magazzini di Traiano
Facenti parte del progetto di Traiano, questi magazzini furono completati in ottant'anni.
Il terreno su cui poggiavano venne consolidato da cassoni in muratura colmati con la terra di scavo del bacino esagonale.

banchina del canale d'imbocco al bacino esagonale e facciata dei Magazzini di Traiano
I vani di stoccaggio delle merci misuravano 14m X 6m, avevano una copertura a botte e il pavimento poggiava su suspensurae in muratura per isolare il grano dall'umidità.

vani dei Magazzini di Traiano
vani dei Magazzini di Traiano
un vano del magazzino
sostrutture dei vani dei magazzini
Vi erano passaggi e rampe esterni ai blocchi dei magazzini per facilitare il carico ai piani superiori.
Tra i blocchi vi erano cortili e corridoi per facilitare invece lo smistamento delle merci.

La facciata dei magazzini collegata alla banchina aveva pilastri aggettanti in muratura poggianti su basi di travertino.

pilastri aggettanti della facciata dei Magazzini di Traiano
 Bitte e scalette per accedere alle imbarcazioni si trovavano lungo la banchina.

scalette della banchina per accedere alle imbarcazioni

Nel settore nord-orientale del sito archeologico si visita poi la Basilica Paleocristiana del V secolo.

Basilica Paleocristiana
Era situata nel centro della città di Portus, tra il bacino esagonale e il tracciato dell'antico canale di uscita.

Vennero utilizzati parti di strutture precedenti e di mosaici.
E' costituita da un'aula a tre navate precedute da un atrio.
Conserva ancora resti delle recinzioni liturgiche e dell'ambone.
Aveva pavimenti marmorei ed affreschi.

Il fonte battesimale fu costruito nell'alto medioevo.

fonte battesimale
Ritornando sui propri passi ci si può dirigere verso il bacino esagonale del Porto di Traiano.

S'incontrano prima i cosiddetti Magazzini Severiani, ma nonostante il nome, di costruzione adrianea-antonina piuttosto che severiana.

Magazzini Severiani (evidenziati in rosso)
Magazzini Severiani
lato corto dei Magazzini Severiani
Furono costruiti in due riprese, in opera laterizia, con una forma ad L: il lato corto era parallelo ad adiacente alla banchina del bacino esagonale, e quello lungo parallelo al canale d'imbocco all'invaso.

Misuravano 190 X 130 X 25m, erano a più piani e avevano vani con volte a crociera e feritoie d'aerazione, serviti da un corridoio con finestre per garantire l'illuminazione anche dei vani.

corridoio dei Magazzini Severiani
corridoio dei Magazzini Severiani
Era possibile l'accesso dirette sia dal porto esagonale che dal suo canale d'ingresso.
Sistemi di rampe permettevano le varie fasi di scarico, smistamento e stoccaggio contemporaneamente.

un vano dei Magazzini Severiani
un vano dei Magazzini Severiani
Mura tardo-antiche s'impostarono in parte sul perimetro esterno del lato occidentale di questi magazzini.

Si giunge quindi al bacino esagonale del Porto di Traiano.

bacino esagonale e strutture dei Magazzini Severiani
Il bacino, progettato forse da Apollodoro di Damasco, misurava 358 m di lato per un diametro massimo di 716m ed una superficie di 33 ettari.
Era profondo circa 5m ed era lastricato con grandi pietre per agevolarne la manutenzione.

bacino esagonale del Porto di Traiano
Per attenuare il moto ondoso aveva sponde "a scarpa".
Potevano attraccare in prima fila 200 navi di grande stazza.

Posto ad angolo retto con il versante occidentale dei Magazzini Severiani si trovava un edificio che, per le caratteristiche di esecuzione, la ricchezza decorativa e le suppellettili preziose qui ritrovate, viene chiamato Palazzo Imperiale.

Probabilmente costituiva un quartiere di rappresentanza per i viaggiatori di alto rango, per ambascerie e per la sosta della famiglia imperiale.

Originariamente aveva un doppio affaccio sui due porti.
Crollati i piani superiori, rimangono una rete di servizio sotterranea, due impianti termali e un terrazzo pensile sul Porto di Claudio, con archi ciechi.

Palazzo Imperiale e sul fondo le arcate cieche del terrazzo pensile sul Porto di Claudio
Il Porto di Claudio possedeva nella sua parte più interna due moli: uno in direzione Nord-Sud e l'altro Est-Ovest, che divennero i lati occidentale e settentrionale del canale d'ingresso al Porto di Traiano.

La base in calcestruzzo del molo aveva dei fori passanti con funzione di frangiflutti.

molo interno Est-Ovest con fori frangiflutti
Il molo Est-Ovest, lungo 150m e largo 8m, terminava con un faro (lanterna).
Sulla banchina rimangono i resti di un impianto termale tardoantico, le cosiddette Terme della Lanterna.

Le terme, divise in due parti da un corridoio, erano rivestite da crustae marmoree ed avevano arredi in marmo.

La visita termina davanti ai resti di magazzini tardoantichi costruiti in prossimità della Fossa Traiana, ai quali furono addossate sul fronte esterno le mura occidentali di tardo V secolo.

Magazzini tardoantichi (evidenziati in rosso)
resti di magazzini tardoantichi e mura ad essi addossate
Dal V secolo in poi, le modifiche della morfologia del territorio, l'avanzamento della costa e la mancanza di manutenzione per ragioni economiche e politiche, hanno portato all'impaludamento del sito.
Il bacino ricolmato venne poi adibito all'allevamento ittico per il sostentamento della diocesi che qui si era istallata nel medioevo.

La visita dell'antica Portus e del bacino esagonale non può essere completa perché ancor oggi l'area è per metà privata.


www.archeoroma.beniculturali.it
Orario: I sabato e ultima domenica del mese visita guidata
             Prenotazione allo 06 6529192
Costo:   GRATIS


CONCLUSIONI
Questa è una visita che definirei accessoria, ma non meno importante, per disegnare un quadro completo della presenza del passato romano lungo il litorale di Ostia.
I porti di Claudio e Traiano hanno infatti permesso di far giungere a Roma tutto ciò che le era necessario e superfluo.
Hanno anche garantito la sua difesa e sopravvivenza.
L'ambiente naturalistico del sito rende ancor di più la visita piacevole, circondati dalla fitta vegetazione e dalla fauna locale.


martedì 5 gennaio 2016

Gli scavi di Ostia Antica (prima parte)


Ostia, fondata secondo la leggenda nel VI secolo a.C. dal quarto re di Roma Anco Marzio, fu il Portus Romae, l'approdo per navi onerarie e da guerra romane, il maggior emporio del Mediterraneo.

Fu la prima colonia di Roma verso il mare, e ne costituiva un avamposto armato.

Il suo nome deriva dalla parola latina ostium, ovvero "imboccatura, foce".
In epoca antica il mare lambiva la città e il fiume aveva un altro corso, deviato dall'innondazione del 1557.

La città si espanse costantemente fino al IV/V secolo d.C., sovrapponendo nel limitato spazio racchiuso dalle mura sillane, edifici nuovi su edifici vecchi, strade nuove su strade antiche, la città imperiale su quella repubblicana.

I suoi edifici privati e pubblici non raggiunsero mai lo splendore di quelli di Roma, ma i suoi abitanti dediti al commercio e all'artigianato vissero una vita dignitosa.

Nel IV secolo a.C. fu costruito il castrum, in opera quadrata e di forma rettangolare (14.500m²).

Dal III secolo il castrum fu accerchiato da un nucleo abitativo e vennero costruiti templi alle divinità, domus di ricchi commercianti e armatori, magazzini per le derrate del porto.

Nel 87 a.C. Silla fece costruire una cinta muraria e nel 12 a.C. fu innalzato il Teatro.
Nel 54 d.C. s'innaugurò il nuovo Porto voluto da Claudio, i Grandi Horrea e il Foro delle Corporazioni.
Sotto Traiano venne ampliato il Porto con un bacino esagonale e magazzini.
Adriano rinnovò la città e fece costruire il Capitolium, il Foro e le Terme adiacenti.

Dopo la caduta dell'Impero Romano la città fu devastata e saccheggiata, e dal IX secolo divenne una cava di materiali edilizi preziosi (vennero prelevati da Ostia i marmi per la costruzione della Basilica Vaticana, del Duomo di Pisa, di Orvieto e di edifici di Genova!).

Lo scavo scientifico e il restauro di Ostia antica incominciò agli inizi del '900 e si protrasse per anni (600.000 m³ di detriti furono smaltiti).

L'area scavata è pari ai 2/3 della città imperiale di II secolo (340.000 m²), e si estende da Porta Romana a Porta Marina (1800m), da Porta Laurentina al Tevere (600m).

Quello che appare nel visitare questo sito è la vita quotidiana di una cittadina molto attiva, costituita da 66 insule, 22 domus, 162 caseggiati, 19 terme, 18 mitrei, 2 mulini, due fulloniche, un teatro, templi, magazzini, edifici pubblici, foriche, centinaia di tabernae.

Ecco i luoghi principali descritti in questo post:

Necropoli Ostiense - Via dei Sepolcri - Porta Romana - Piazza della Vittoria - Magazzini Repubblicani - Terme dei Cisiarii - Portico del Tetto Spiovente - Horrea di Antonino Pio - Mosaico delle Province - Portico del Nettuno - Terme del Nettuno - Caserma dei Vigili - Insula dell'Ercole Bambino - Insula del Soffitto Dipinto - Caseggiato delle Fornaci - Caupona di Fortunato - Horrea di Hortensius - Horrea di Artemide - Magazzino dei Dolii - Teatro - Piazzale delle Corporazioni - Tempio di Cerere - Sacello dell'Ara dei Gemelli.


Via Ostiense all'ingresso del sito archeologico
All'ingresso del sito archeologico ci si trova sull'antica e basolata Via Ostiense, la strada che collegava Roma a Ostia, che come tutte le strade d'accesso alle città, era fiancheggiata da tombe.

Necropoli Ostiense
Necropoli Ostiense
Necropoli Ostiense
Via Ostiense all'ingresso del sito archeologico

La Necropoli della Via Ostiense, la necropoli di Ostia più antica (II secolo a.C./IV secolo d.C.), fu utilizzata ininterrottamente per sei secoli, ed era destinata ai ceti abbienti e ai funzionari della città.

tombe della Necropoli Ostiense
Tomba a colombaio
Tomba a colombaio
un sarcofago strigilato
coperchio di sarcofago lungo la Via Ostiense
I sepolcri correvano lungo la Via Ostiense, ma solo sul suo lato sinistro, perché il pretore Caninio in epoca repubblicana aveva destinato l'area tra la strada e il Tevere ad uso pubblico.

cippo di C.Caninio sotto il livello stradale imperiale
Lungo la Via Ostiense e la sua prosecuzione dentro le mura, il Decumano Massimo, si trova una serie di cippi in travertino, tutti con lo stesso testo, che ricordano:
"C.Caninio figlio di Gaio, pretore urbano, per decisione del senato assegnò quest'area ad uso pubblico".
Uno di questi cippi è ancora posto vicino al Portico del Tetto Spiovente, entro le mura, sotto il livello stradale di età imperiale.

iscrizione su di un cippo di C.Caninio
La Necropoli Ostiense si estende anche sulla Via dei Sepolcri, parallela alla Via Ostiense, con tombe a colombaio e tombe ad arcosolio, iscrizioni funebri e sarcofaghi.

Via dei Sepolcri
Tra le tombe della Necropoli della Via Ostiense meglio conservate:

- i Colombari Gemelli, due tombe distinte ma speculari e costruite nello stesso
  momento. Le camere sepolcrali hanno nicchie semicircolari per accogliere in
  olle i resti dei defunti bruciati nell'ustrino (recinto per la cremazione dei corpi),
  comune alle due tombe. 

Colombari Gemelli (al centro l'ustrino) visti dalla Via dei Sepolcri
Colombari Gemelli
camera sepolcrale di uno dei Colombari Gemelli
ingresso di uno dei Colombari Gemelli
ustrino dei Colombari Gemelli
- un grande sarcofago del III secolo d.C., di tipologia orientale. Dall'iscrizione si
  deduce che il  sarcofago accoglieva due coniugi.

sarcofago in stile orientale
iscrizione sul sarcofago in stile orientale
- la Tomba degli Archetti, in origine un recinto a cielo aperto costruito in
  opera reticolata all'inizio del I secolo d.C. L'ingresso era posto sul lato opposto
  del'edificio che si affaccia su Via dei Sepolcri. La facciata era spartita da
  lesene in laterizio terminanti con archetti che la dividono in cinque campate.
  Le lunette sono decorate ad intarsio con mattoni rossi e gialli e pietra pomice.
  L'architrave originaria del sepolcro porta la scritta "h(oc) m(onumentum)
  h(eredes) n(on) s(equentur)" ovvero "questo sepolcro non diverrà degli eredi"
  per dire che non verrà venduto o destinato ad altri usi.

Tomba degli Archetti
facciata su Via dei Sepolcri della Tomba degli Archetti
arco d'ingresso alla Tomba degli Archetti
archetti che danno il nome alla tomba
decorazione architettonica di un archetto
 - una tomba con vestibolo, due camerette sepolcrali ed ampio ambiente con
  sarcofaghi, in laterizio e reticolato, dove viene alternato il basalto al tufo
  creando un effetto cromatico decorativo.

tomba con effetto cromatico decorativo
elementi cromatici decorativi
- il Mausoleo di Ermogene (tra la Via Ostiense e la Via di Ermogene), di
  pianta quadrata, un tempo a due piani, che venne costruito a spese della città
  in età adrianea per lo scriba e membro del consiglio e cavaliere Ermogene.

Mausoleo di Ermogene
iscrizione sul Mausoleo di Ermogene
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Visitata la necropoli si varca quel che resta della Porta Romana, dove la Via Ostiense diviene il Decumano Massimo.

Porta Romana (sulla destra il basamento per una statua di un imperatore)
basamento per la statua di un imperatore
Il basamento della porta si trova al livello più basso e più antico del piano stradale (I secolo a.C.).

Porta Romana e inizio del Decumano Massimo
basamento della Porta Romana
basamento della Porta Romana
La porta ad un solo fornice era collegata con due torri quadrate alla struttura muraria sillana (82/79 a.C.), fatta di conci di tufo in opera quadrata.
La porta, originariamente in tufo, fu rivestita in marmo nel I secolo d.C.

resti dei rivestimenti marmorei della Porta Romana
Due frammenti d'iscrizioni con lo stesso testo, facenti parte dell'attico della porta e poste oggi a ridosso delle mura, attestano la costruzione e il restauro della cinta muraria.

frammenti delle iscrizioni poste sull'attico di Porta Romana
Decorava forse il frontone della porta la Vittoria alata posta nella Piazza della Vittoria, appena oltre la porta, vicino ad una grande vasca che costituiva un ninfeo in opera vittata.

Vittoria alata (dal Piazzale della Vittoria - Museo Ostiense)
copia della Vittoria alata
ninfeo
Questa grande piazza permetteva lo stazionamento dei cisiarii (carrettieri) addetti al collegamento tra Roma e Ostia delle merci.

ninfeo
Sul lato destro della piazza invece vi sono i grandi magazzini repubblicani, dotati di infrastrutture legate al commercio fluviale.
Il complesso presenta un grande portico con pilastri in tufo che circondava botteghe.

Magazzini repubblicani
Magazzini repubblicani
Magazzini repubblicani
Il settore centrale e settentrionale fu trasformato in epoca adrianea (II secolo d.C.) in terme che s'affacciavano verso il fiume, le cosiddette Terme dei Cisiarii, che probabilmente apparteneva al Collegio dei carrettieri.

Terme dei Cisiarii
Dopo aver varcato l'ingresso delle terme (oggi sotto una strada moderna), si entrava nel:
- apodyterium, lo spogliatoio con ancora i resti di un bancone.

apodyterium (con pavimento a motivi geometrici)
- poi nel frigidarium, con mosaico del II secolo d.C. che raffigura scene della
  vita dei carrettieri fuori di una doppia cinta muraria con torri sorrette da
  telamoni.
  La vasca di quest'ambiente fu trasformata in epoca tarda in calcara.

frigidarium
particolare del mosaico del frigidarium
particolare del mosaico del frigidarium
particolare del mosaico del frigidarium
particolare del mosaico del frigidarium
- e per finire nei tepidaria e poi nei calidaria.

vasche del frigidarium (in primo piano) e i calidaria e i tepidaria (in secondo piano) delle Terme dei Cisiarii
tepidarium delle Terme dei Cisiarii
Faustina Maggiore (dalla calcara delle Terme dei Cisiari - Museo Ostiense)
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Ritornando sul Decumano Massimo si possono notare alcuni pavimenti in mosaico policromo appartenenti ad un sacello.

mosaico policromo di un sacello sul Decumano Massimo
mosaico policromo di un sacello sul Decumano Massimo
S'incontra poi il Portico del Tetto Spiovente, costruito in opera laterizia in epoca adrianea, con retrostanti botteghe.
Alle spalle di questo portico si trovavano gli Horrea di Antonino Pio, costruiti durante l'età di Commodo.

Portico del Tetto Spiovente
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Girando a destra su Via dei Vigili, si costeggiano sulla sinistra le Terme di Nettuno ed una cisterna delle terme.

Via dei Vigili
Via dei Vigili
cisterna delle Terme di Nettuno su Via dei Vigili
Sotto il piano stradale, dove il percorso di visita s'interrompe, si trova un pavimento a mosaico bianco e nero, il Mosaico delle Province, che apparteneva ad un edificio termale (il più antico di Ostia), di età claudia e distrutto da Domiziano per far posto alle nuove Terme di Nettuno e alla Caserma dei Vigili, rialzando di un metro anche il livello stradale.

Mosaico delle Province e il livello stradale di età domizianea
cornice con fascia a meandro del Mosaico delle Province
I soggetti raffigurati nel mosaico alludono alle funzioni internazionali e commerciali di Ostia: formelle con figure femminili raffiguranti le quattro Province (Spagna, Sicilia, Egitto e Africa), e formelle con i venti raffigurati da teste maschili, incorniciano il pannello centrale con delfini.

Mosaico della Province (pannello centrale con delfini)
Mosaico delle Province (formelle a disegni geometrici e raffigurazioni di venti e province)
I disegni sono poco leggibili a causa degli aghi di pino, pigne e sporcizia che li ricoprono!!!!
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Ritornando sui propri passi sino a riguadagnare il Decumano Massimo, al centro della trada si nota un pozzo medievale, mentre sulla destra si trova il Portico del Nettuno, costruito in età adrianea.

pozzo medievale davanti al Portico del Nettuno
Portico del Nettuno
Questo portico monumentale, dalle alte arcate separate da lesene in opera laterizia con basi e capitelli in travertino, era dotato di botteghe.

Terme del Nettuno (area sud-occidentale)
Dietro il portico si trovavano le grandi Terme di Nettuno, costruite dal governo centrale in età adrianea sulle precedenti terme domizianee.

Terme del Nettuno
Salendo su di un terrazzino, corrispondente al primo piano delle terme,si possono apprezzare meglio l'estensione e i mosaici del complesso termale.

Originariamente l'ingresso era su Via dei Vigili, accedendo direttamente  nella sala con il mosaico di Nettuno.

ingresso principale originario delle Terme del Nettuno posto su Via dei Vigili
ingresso principale originario delle Terme del Nettuno posto su Via dei Vigili
A lato dell'ingresso vi era una latrina e gli spogliatoi.
Verso nord, sul lato est, si trovavano il frigidarium, due tepidaria e due calidaria, circondati da locali di servizio.

area dei bagni termali
ambiente di servizio delle terme con mosaico a disegni simbolici (coperto da teli di protezione)
locale di servizio delle terme

locale di servizio delle terme
Sul lato occidentale delle terme si trovava la palestra colonnata all'aperto.
Anch'essa era decorata con mosaici che soggetti alle intemperie si sono rovinati già in epoca antica.

palestra delle Terme del Nettuno
ambienti posti dietro il colonnato della palestra
Sabina come Cerere (dalla Palestra delle Terme del Nettuno - Museo Ostiense)
Le terme prendono il nome dal grande (18 x 12m) mosaico di Nettuno che occupa una grande sala: Nettuno guida una quadriga di ippocampi circondato da animali marini, delfini e tritoni.

Mosaico del Nettuno
particolare del Mosaico del Nettuno
Nella sala accanto si trova il mosaico di Anfitrite (in questo momento ricoperto da teli per la conservazione), la sposa di Nettuno, che si dirige verso il suo sposo preceduta da Imene con la fiaccola nuziale e da quattro tritoni che suonano cembali e kantharos.

sito del mosaico di Anfitrite
Nel mosaico di Scilla e Nereidi del frigidarium è rappresentato il mostro marino che sferra un colpo di remi tra Nereidi e tritoni.

frigidarium con mosaico di Scilla e Nereidi
frigidarium con mosaico di Scilla e Nereidi
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Dietro le terme, parallela a Via dei Vigili, corre la Via della Palestra, dove si trova l'attuale ingresso della Caserma dei Vigili.

Via della Palestra (a sinistra la Caserma dei Vigili e a destra l'uscita settentrionale delle Terme del Nettuno)
La caserma fu costruita nel 90 d.C. ma nella configurazione attuale fu inaugurata nel 137 d.C.
Esternamente si presenta come un edificio aperto solo da feritoie e poche finestre.

Via della Palestra (a sinistra le Terme del Nettuno e a destra la Caserma dei Vigili)
Nel cortile interno, porticato con pilastri e pavimentato con bipedali, si svolgevano le esercitazioni.

cortile della Caserma dei Vigili
cortile della Caserma dei Vigili
portico del cortile della Caserma dei Vigili
Su un lato ci sono due fontane per le abluzioni, mentre sul lato opposto si trova il Caesareum, il sacello per il culto imperiale, di cui rimangono due colonne e un mosaico con raffigurato il sacrificio di un toro (coperto per proteggerlo).
Sul podio vi sono are e basi di statue dedicate agli imperatori.

fontana per le abluzioni
fontana per le abluzioni
Caesareum
Caesareum
Gli alloggi dei vigili e i depositi degli attrezzi erano disposti intorno al cortile, ed avevano soffitti lignei.
Su tutti i lati del cortile si trovava un piano superiore.

alloggi dei vigili e ambienti per le attrezzature
Sul lato est, dove si trovava l'ingresso principale della caserma, si trova un ambiente affrescato e con un pavimento a mosaico, forse un ambiente di rappresentanza.

lato est della Caserma dei Vigili
ingresso principale della Caserma dei Vigili
ambiente affrescato e pavimentato con mosaico
La caserma era dotata di due latrine: una sul lato ovest, e una sul lato est.
In quest'ultima si trova ancora un altare dedicato alla dea Fortuna.

latrina del lato ovest della Caserma dei Vigili
latrina del lato est della Caserma dei Vigili
latrina del lato est della Caserma dei Vigili
sedili della latrina del lato est della Caserma dei Vigili
tempietto alla dea Fortuna nella latrina del lato est della Caserma dei Vigili
In età severiana vennero costruite ai lati dell'ingresso principale, su Via dei Vigili, tre mescite per i soldati.
Di queste rimangono solo i mosaici del pavimento con scene riguardanti il bere.

pavimento di una mescita
pavimento di due mescite























ritratto di Augusto (da Via dei Vigili - Museo Ostiense)

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Nelle vicinanze si trova una delle fulloniche (le antiche lavanderie e tintorie romane) di Ostia.

fullonica
fullonica
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Via delle Corporazioni
Ritornando verso il Decumano Massimo, percorrendo Via della Fontana o Via delle Corporazioni, si costeggiato due insule e un caseggiato: l'Insula dell'Ercole Bambino, l'Insula del Soffitto Dipinto e il Caseggiato delle Fornaci.
Il caseggiato apparteneva probabilmente dello stesso proprietario.

insula lungo Via delle Corporazioni e passaggio con la parallela Via della Fontana
L'Insula dell'Ercole Bambino è di epoca adrianea.

Insula dell'Ercole Bambino
Su Via della Fontana s'affacciano cinque botteghe, mentre la parte dell'insula che s'affaccia su Via delle Corporazioni consta di una bottega e del primo piano di un appartamento (di tipo medianum).

Via della Fontana (botteghe dell'Insula dell'Ercole Bambino sulla destra)
botteghe dell'Insula dell'Ercole Bambino
In quest'insula si ritrovano sobrie pitture parietali a riquadri colorate e alcune piccole rappresentazioni figurate.

resti di pittura parietale
L'Insula del Soffitto Dipinto era certamente una casa a due piani abitata da persone del ceto medio.

Su Via delle Corporazioni s'affacciavano cinque botteghe (di cui una era un "bar"), mentre la parte est dell'insula era occupata da un appartamento (del tipo medianum).

Un corridoio che attraversava l'insula ne permetteva l'ingresso sia da Via delle Corporazioni che da Via della Fontana (oggi gli ambienti sono chiusi al pubblico).

corridoio d'accesso all'appartamento dell'Insula del Soffitto Dipinto
Due scale esterne permettevano l'accesso agli appartamenti superiori.

scale d'accesso ai piani superiori dell'insula
Le decorazioni pittoriche di quest'insula risalgono alla fine del II secolo d.C.

resti di pitture dell'insula
A nord dell'Insula del Soffitto Dipinto si trova il Caseggiato delle Fornaci.

Caseggiato delle Fornaci (sulla sinistra) visto esternamente su Via della Fontana
passaggio tra l'Insula del Soffitto Dipinto e il Caseggiato delle Fornaci
Una grande sala era circondata da sale più piccole.

Caseggiato delle Fornaci

ambiente del Caseggiato delle Fornaci
frammenti di macchine per la fresatura del grano e l'impastatura delle farine
L'edificio è stato occupato da un panificio, e nel piano superiore probabilmente erano conservati il grano e la legna.

scale esterne dell'edificio per accedere ai piani superiori
Probabilmente vi erano anche stalle per gli animali adoperati nel mulino.

probabile stalla
In epoca medievale nell'edificio è stata istallata una calcara.

calcara medievale nel Caseggiato delle Fornaci
Via della Fontana prende il nome da una fontana pubblica, del tipo "a bauletto", ancora ben conservata, posta sol lato orientale della strada.

fontana "a bauletto" su Via della Fontana
fontana "a bauletto" su Via della Fontana
Questa è una delle fontane di questo genere che si potevano trovare ad Ostia, dove la copertura a botte serviva a mantenere l'acqua fresca.

schema della fontana "a bauletto"
interno della fontana "a bauletto"
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L'ultima porzione del Portico del Nettuno, tra le Terme del Nettuno e il Teatro, è stata trasformata in un ninfeo.


Ninfeo sul Decumano Massimo
Ninfeo sul Decumano Massimo
A chiudere Via della Fontana invece, si trova una rivendita di bevande, l'equivalente di un nostro piccolo "bar", la Caupona di Fortunato.

Caupona di Fortunato
Il locale, che prende il nome dal suo probabile proprietario, viene erroneamente chiamato caupona, mentre sarebbe più esatto chiamarlo taberna vinaria, non offrendo possibilità di alloggio.

Sul pavimento della caupona vi è un mosaico a tessere bianche e nere con raffigurato un cratere e l'iscrizione:
"Fortunato dice: poiché hai sete, bevi il vino dal cratere"
mosaico pavimentale con iscrizione della Caupona di Fortunato
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Di fronte alla caupona, sul lato sinistro del Decumano Massimo, si trovano gli Horrea di Hortensius, gli Horrea di Artemide e il Magazzino dei Dolii, dentro il Porticato degli archi trionfali.

ingresso agli Horrea di Hortensius (a destra della foto)
Horrea di Hortensius (ingresso e retrostante cortile porticato)
Questo è un grande gruppo di magazzini annonari, di cui il più antico è l'Horrea di Hortensius (I secolo a.C.), più in basso degli altri due perché posto sul piano stradale repubblicano.
Era un edificio a più piani, con cortile porticato al centro e intorno ambienti quadrangolari.

Faustina Maggiore (dagli Horrea di Hortensius - Museo Ostiense)
cornice sul Portico degli archi trionfali
cornice del Portico degli archi trionfali
Sotto questo portico si racconta che subirono il martirio S.Aurea, S.Ciriaco e alcuni loro compagni.
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Decumano Massimo: Horrea di Hortensius (a sinistra) e Portico del Nettuno e Teatro (a destra)
Ci si trova ora davanti al Teatro, fatto costruire nel 12 a.C. da Agrippa, genero di Augusto.

Teatro
Commodo aggiunse il fronte ad arcate in laterizio e ingrandì la cavea (3500/4000 posti).
Dopo la sua morte il teatro fu inaugurato da Settimio Severo e Caracalla (196 d.C.).

iscrizione dell'inaugurazione del Teatro di Settimio Severo e del figlio Caracalla su un corridoio laterale d'accesso all'orchestra
iscrizione di Settimio Severo e Caracalla
Davanti all'entrata del Teatro, a cavallo del Decumano, furono innalzati nel 211/217 due archi gemelli dedicati a Caracalla.

resti di uno degli archi gemelli
resti di uno degli archi gemelli






















All'interno del portico anulare della facciata si trovavano le scale che portavano alla cavea e le tabernae.

resti del portico anulare del Teatro
tabernae del portico anulare del Teatro
tabernae e scale nel portico anulare del Teatro
Testa di Traiano (da una taberna del Teatro - Museo Ostiense)
Il corridoio d'accesso all'orchestra era decorato con stucchi sul soffitto, ancora oggi in parte conservati, e marmi sulle pareti.

corridoio d'accesso all'orchestra del Teatro
corridoio d'accesso all'orchestra del Teatro
Il disegno degli stucchi erano composto da ottagoni e tondi con motivi vegetali e animali, mentre aree rettangolari erano decorate con scene più complesse.

stucchi del soffitto del corridoio d'accesso al Teatro
stucchi del soffitto del corridoio d'accesso al Teatro
Sull'orchestra semicircolare convergevano i gradini della cavea.

orchestra
cavea
gradinate della cavea
La cavea era divisa in tre settori, ma se ne sono conservati solo due.
Le prime tre file di gradini marmorei vicino all'orchestra costituivano dei posti d'onore.

cavea del Teatro (in un raro momento senza turisti!)
scena, orchestra e cavea
La scena ha un prospetto con nicchie semicircolari e rettangolari.

scena del Teatro
scena del teatro
Un portico ad arcate in opera quadrata di tufo di età augustea si trova dietro la scena, e su di esso sono stati messi elementi architettonici che decoravano il Teatro.

portico in tufo con elementi architettonici teatrali
Le colonne in cipollino che si trovano dietro alla scena e sul Decumano davanti l'ingresso del Teatro, un tempo decoravano la pare alta della cavea.

colonne in cipollino della parte alta della cavea oggi poste dietro la scena
colonna in cipollino della parte ata della cavea oggi sul Decumano
Arcate crollate ed elementi architettonici decorativi del Teatro sono posti lungo Via delle Corporazioni.

arcata del Teatro crollata
elemento architettonico decorativo del Teatro
elementi architettonici decorativi del Teatro
Ino-Leucotea (dal Teatro - Museo Ostiense)
Cornificia (nei pressi del Teatro - Museo Ostiense)
Ancor oggi, nelle calde serate d'estate, il Teatro viene utilizzato per spettacoli di vario genere.
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Incorniciano il Teatro due ninfei, uno a destra e uno a sinistra dell'ingresso principale.

ninfeo a sinistra del Teatro
ninfeo alla destra del Teatro
I ninfei semicircolari sono di età imperiale.

Scilla (dal ninfeo del Teatro - Museo Ostiense)
Sul ninfeo di destra venne costruito nel VII/VIII secolo un oratorio cristiano, la cosiddetta Chiesa di S.Ciriaco, il vescovo di Ostia del III secolo che, come ho già detto, si pensa abbia qui subito il martirio.

ninfeo e oratorio cristiano
ninfeo e oratorio cristiano
iscrizione dell'oratrio cristiano
Il sarcofago con l'effige di Orfeo qui presente, con la scritta "Qui Ciriaco dorme in pace", deriverebbe dal sepolcreto di epoca tardo antica sul quale l'oratorio prese posto, e poi fu attribuito a S.Ciriaco.

sarcofago di S.Ciriaco
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Dietro la scena del Teatro si trova il Piazzale delle Corporazioni, il centro degli affari marittimi e commerciali di Ostia, ed un unicum nelle città romane.

Piazzale delle Corporazioni
Piazzale delle Corporazioni
E' un grande spiazzo quadrangolare porticato, con due file di colonne laterizie di ordine dorico.

Fu costruito in in età augustea come un corridoio con funzioni annesse al Teatro, per passeggiare o ripararsi dalle intemperie.
In epoca adrianea il portico fu dotato della doppia fila di colonne e vennero chiusi gli undici ingressi a pilastri sul lato verso il Tevere.

antico ingresso al Piazzale delle Corporazioni
Nel 196 d.C. il piazzale subì dei rimaneggiamenti, tra i quali l'allargamento del portico e il sollevamento di 40cm del pavimento.

stationes del porticato del Piazzale delle Corporazioni
Sui due lati lunghi e su un lato corto del portico si poteva accedere a 50 piccoli ambienti (stationes), divenuti poi 64, sedi di rappresentanza di agenzie marittime di città che avevano rapporti commerciali con Ostia, create dividendo la navata del portico.

Piazzale delle Corporazioni
stationes del porticato del Piazzale delle Corporazioni
Ancor oggi si possono vedere i mosaici a tessere bianche e nere che decoravano i pavimenti (un po' deturpati da restauri grossolani!), con soggetti e iscrizioni che pubblicizzavano le attività che ogni statio operava.

Erano rappresentate le Corporazioni dei vinai, dei macellai, dei conciatori di pelli, dei commercianti di stoffe e corde, che operavano a Ostia.

Sono raffigurati moggi, fiere destinate ai giochi, pesci e divinità marine, temi che alludono alla caccia o alle attività legate al commercio del grano.

statio 7: moggio e rutellum (per la misurazione del grano)
statio 11: amorino alato su delfino, due delfini e due busti femminili
statio 17: moggio e spighe di grano - "NAVICULARI GUMMITANI" (dell'Africa)
statio 34: moggio e due delfini, "NAVICULARI CURBITANI" (da Kurba, Tunisia)
statio 48: anfora tra due palme da dattero e tre pesci (commercianti dell'Algeria)
statio 52: scena di venatio con cacciatore e toro
statio 53: Nereide, cavallo marino e delfino
Ma erano anche rappresentate le merci che provenivano dalle province (per esempio l'elefante della statio 28 allude al commercio dell'avorio) o il paese di provenienza (il Nilo della stazio 27 rappresenta l'Egitto, l'elefante della statio 14 rappresenta i commercianti di Sabrata).

statio 14: commercianti di Sabrata (Libia)
statio 28: l'elefante, cervo e cinghiale
 
stazio 27: il Nilo e un ponte di barche
I mercanti provenivano dal nord Africa (Libia, Mauritania, Egitto e Cartagine), dalla Sardegna (Porto Torres e Cagliari), dalla Spagna...

il triangolo di marmo sul muro porta la scritta "NAVICULARI AFRICANI"
statio 21:" NAVICUL ET NEGOTIANTES KARALITANI" (da Cagliari)
Ma sono anche rappresentate le attività portuali: lo scarico delle merci sulle banchine o in trasbordo dei sacchi da una nave all'altra, il faro o le diverse navi di trasporto di derrate alimentari o prodotti di ogni genere.

statio 22: delfini e faro
statio 46: due navi, un delfino e il faro
statio 25: trasferimento di merci da una nave all'altra
statio 23: faro, due delfini, due navi e un polpo
statio 18: "NAVICUL KARTHAG" (da Cartagine)
Il centro del piazzale, attorniato da cippi e monumenti di cittadini benefattori di Ostia, era occupato da un giardino dove vi fu costruito alla fine del I secolo d.C. su un podio un Tempio dedicato probabilmente a Cerere, dove i commercianti andavano a fare un'offerta di ringraziamento dopo un buon affare.

Tempio di Cerere
Tempio di Cerere (visto posteriormente)
Tempio di Cerere
Il Tempio era provvisto di pronao e di due colonne marmoree di stile corinzio.
 
colonna dorica del Tempio di Cerere
Nell'angolo sud-occidentale del Piazzale delle Corporazioni si trova il Sacello dell'Ara dei Gemelli, un piccolo ambiente con base per statua.

Ara dei Gemelli: Rinvenimento di Romolo e Remo
Ara dei Gemelli: Carro di Marte



Ara dei Gemelli: Marte e Venere
Qui venne rinvenuto un altare in marmo con dedica del 124.
Sull'altare sono raffigurati Marte e Venere, il Carro di Marte e il Rinvenimento di Romolo e Remo allattati dalla lupa.
In sito si trova il calco dell'originale.

www.ostiaantica.beniculturali.it
Orari: ultima domenica di ottobre/15 febbraio               8.30/16.30
           16 febbraio/15 marzo                                           8.30/17.00
           16 marzo/ultimo sabato di marzo                        8.30/17.30
           ultima domenica di marzo/ agosto                       8.30/19.15
           settembre                                                              8.30/19.00
           1 ottobre/ultimo sabato di ottobre                       8.30/18.30
lunedì CHIUSO
Il Museo apre alle 9.30
Costo: 8€
la prima domenica del mese GRATIS 


CONCLUSIONI 
Questo è un primo step della mia lunga passeggiata lungo le strade e i vicoli di una città romana marittima.
Ho visitato più volte gli scavi di Ostia Antica, non riuscendoli mai a vedere in modo completo e approfondito, per mancanza di tempo (un'intera giornata non basta in questo caso!), e anche per sfinimento fisico!
Ho pensato quindi di rivisitare la città con occhio più attento, prendendomi il tempo dovuto, magari approfittando delle prime domeniche del mese quando alcuni musei e i siti archeologici sono gratis, per tornarci più volte.