martedì 28 aprile 2015

"Vamos a tapear" a Barcellona


"Vamos a tapear"...è il vagabondare da un tapas-bar all'altro che gli Spagnoli usano fare in compagnia, prima del pranzo e della cena.

In Spagna il pranzo si consuma tra e 14.00 e le 16.00 e la cena tra le 21.00 e le 23.00.
Per questo si ha del tempo, tra la fine delle attività lavorative e il desinare, per uscire con amici, socializzare, prendere qualcosa da bere e consumare del cibo che, con le sue piccole porzioni, non rovini l'appettito.
E se poi si esagera con la gola e si degustano un numero elevato di tapas (e vi garantisco che questo può accadere con facilità!) si possono considerare un pasto completo.

Il tapeo, l'arte di mangiare tapas, ha la capacità di riunire persone di tutti i ceti sociali che godono di questo rituale insieme.
Le tapas oltre a far parte della cultura gastronomica spagnola sono quindi un fatto di costume.

La parola "tapa" vene dal verbo "tapar" ovvero "coprire" e per spiegare ciò bisogna andare indietro nel tempo fino al medioevo, dal quale emergono alcune leggende riguardanti la nascita di questa usanza che come luogo certo ebbe l'Andalusia.

Una versione vuole che il re Alfonso X il Saggio si stato curato da una malattia con vino accompagnato da piccole porzioni di cibo. Una volta guarito il re decise di rendere obbligatorio nelle taverne della Castiglia il consumare il vino solo accompagnandolo da cibo, per evitare che l'alcool bevuto a stomaco vuoto desse rapidamente alla testa.

Un'altra leggenda racconta invece che Alfonso XIII trovandosi a Cadice entrò in una taverna per bere sherry e l'oste, essendosi alzato il vento, glielo portò ricoperto da una fetta di prosciutto in modo che la sabbia portata da vento non gli entrasse nel bicchiere.
Al re piacque l'espediente e si fece portare un altro bicchiere "coperto" dal prosciutto e lo rese da quel momento un'usanza dettata.

Ma c'è anche un'altra versione dei fatti che riguardano un altro re, Filippo IV, che per rendere militari e marinai meno soggetti all'ubriachezza designò che il vino venisse accompagnato da cibo.

C'è chi sostiene invece che l'odore del formaggio stagionato o del prosciutto messo a coprire il vino camuffasse il vino di bassa qualità.

Ma forse l'origine di consumare piccoli pasti venne dal mondo contadino: per arrivare all'ora del pranzo infatti gli agricoltori solevano consumare piccole razioni di cibo accompagnate da vino, per rifornirsi delle calorie necessarie a recuperare forze velocemente e non assopirsi a causa di un abbondante pasto.

Nel medioevo il piattino utilizzato dagli osti per tappare il bicchiere proteggendolo dagli insetti attirati dal vino, era riempito con formaggio, prosciutto, aglio od olive, alimenti che essendo salati scatenavano la sete, e di conseguenza il consumo di alcool.

Comunque siano andati i fatti, il tenere lontano gli insetti dal vino, aggiungere sapore al vino scadente o proteggerlo dalle impurità portate dal vento, la tradizione di "tapar" lo stomaco o il bicchiere si è concretizzata divenendo consuetudine.

La Spagna ha potuto nei secoli avvalersi per arricchire la sua cucina degli alimenti introdotti dai Romani (olio e olive), dai Mori (mandorle, agrumi, spezie) e dopo la scoperta dell'America di vegetali sconosciuti (pomodori, patate, mais e peperoni).

La ricchezza di scelte di materie prime ha portato con la fantasia a realizzare un gran numero di tapas diverse.
Ci sono tapas che hanno il pesce come protagonista: acciughe, sgombri, baccalà, polpi e calamari, fritti o anche crudi.
Ma ci sono anche preparazioni a base di carne stufata o salsicce, oltre al jambon serrano e al chorizo.
Tutte le tapas sono aromatizzate con aglio, paprika, peperoncino, cumino, zafferano e abbondante olio.
E poi non possono mancare le aceitunas, le olive grandi (gordales), schiacciate (machacadas), farcite (rellenas), aromatizzate (alinadas)  o denocciolate (deshuesadas).

Tra le tapas ci sono le tortillas (frittate con patate, cipolle o altro), le croquetas (crocchette di patate, di baccalà o prosciutto), le patatas bravas (patate bollite o fritte con salsa di pomodoro piccante), il pan con tomate (o "pa amb tomaquet" in catalano, ovvero pane con pomodoro e aglio), le albondigas (polpette con salsa in umido), le banderillas (spiedini di verdure sottaceto), i chopitos (calamari fritti), i boquerones (acciughe bianche con aceto o fritte) o il pulpo a la gallega (polpo alla Galiziana).

E chi ha problemi di digestione faccia attenzione alla salsa allioli, ovvero in catalano "aglio e olio" con la quale molti tipi di tapas sono aromatizzate.

E cosa si beve degustando tapas?
Si può dire di tutto...cerveza (birra), cava (vino frizzante catalano), cidro, sherry o anche sangria.

Le tapas si consumano generalmente in piedi davanti al bancone del bar o intorno ad alti tavolini rotondi, circondati da un'atmosfera conviviale ed allegra.
Si prende un piatto e ci si serve dai vassoi posti sul bancone o si chiede una racione, un piatto più sostanzioso in quantità.

Le fette di pane guarnite in modo differente e infilate da uno stuzzicadenti si chiamano pinchos, "stuzzichini" tipicamente baschi (pintxos in basco).
Oltre ad essere un modo per non far cadere gli ingredienti che la compongono, costituiscono un modo per ricordarsi il numero di tapas da pagare: una volta deciso di smettere di assaggiare tapas si consegna al cameriere il piatto ed egli conta gli stuzzicadenti per fare il conto.
A volte la grandezza dello stuzzicadenti determina il costo della tapas.

Ed ecco alcuni indirizzi di tapas-bar o barra de pintxos da noi provati.

I primi tre indirizzi barra de pintxos fanno parte tutti e tre del gruppo Sagardi e per questo, pur differenziandosi per l'ambiente, hanno la medesima offerta gastronomica, varia, buona e ben presentata.
Il bancone con i vassoi di pintxos in bella vista attira di certo l'attenzione.
Ogni tanto poi i camerieri passano tra la gente per proporre pintxos caldi.
Se si vuole invece consumare un pasto di cucina basca si può accedere ai ristoranti nelle medesime struttura.

SAGARDI
www.sagardi.com
Carrer de Argenteria 62
+34 933199993
(El Born - vicino alla Esglesia di Santa Maria del Mar)

Sagardi

IRATI
www.iratitavernabasca.com
Cardenal Casanyes 17
+34 933023084
902 520 522
(Barri Gotic - vicino alla Esglesia del Pi)

Irati
EUSKAL ETXEA
www.euskaetxeataberna.com
Placeta de Montcada 1
+34 933102185
(El Born - vicino al Museu Picasso)

Euskal Etxea
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Un luogo molto affollato (difficile trovare posto a sedere) e dall'aspetto un po' meno curato, ma più autentico, è il famoso
XAMPANYET
Carrer de Montcada 22
+34 933197003
Xampanyet
Questo locale tipico dall'atmosfera vivace si trova anch'esso in prossimità del Museu Picasso.
Ha aperto nel 1929.
Il suo nome deriva da un vino frizzante che viene qui servito.
Tapas tradizionali.

CONCLUSIONI
A Barcellona, come in tutta la Spagna, non è difficile trovare un posto dove mangiare bene e velocemente, e le tapas rappresentano un ottimo compromesso tra il pasto tradizionalmente più impegnativo e uno snack consumato al volo.
Questi sono solo i locali che abbiamo avuto modo di provare durante la nostra visita della città, ma la scelta è ampia.

domenica 26 aprile 2015

Barcellona: La Rambla


Non si può dire di essere stati a Barcellona se non si è percorso almeno un tratto de La Rambla, la via pedonale della Città Vecchia che separa il Barrio Gotico da El Raval, e che congiunge la grande Plaça de Catalunya al Port Vell (Porto Vecchio).
 
La parola "Rambla" deriva da"ramla" che in arabo significa "sabbia", "torrente", "corso d'acqua asciutto".
Qui un tempo infatti scorreva un torrente, detto "de Collserola", divenuto una fogna e un fossato della città.

La Rambla inconsuetamente deserta!
Il letto asciutto del torrente rappresentava un sentiero lungo il limite meridionale della città, che correva parallelamente al muro medievale costruito da re Giacomo I nel XIII secolo.

Successivamente fu costruito nel 1377 al tempo di Pietro III d'Aragona un secondo muro che circondava il quartiere del Raval, il nuovo quartiere che si era creato fuori le mura.
La Rambla fu chiusa così tra i due muri, aperti da quattro porte.
In questo spazio si teneva il mercato all'aperto, durante i mesi estivi si pesava la paglia, durate l'autunno si vendeva l'uva e per la festa di S.Tommaso si faceva la fiera del maiale.
Veniva anche allestita la forca, vicino alla porta della Boqueria.
Si giocava, si incontravano mercanti ciarlatani e indovini.

Così nel XVII secolo i limiti della Rambla erano da una parte il muro, e dall'altro i conventi e le chiese che erano stati costruiti nel XVI secolo.
Nel XVIII si canalizzò sotto terra il corso d'acqua e la strada divenne un ampio viale.
Nel 1768 infatti fu demolito il muro costruito da Giacomo I.

La Rambla
Nel 1835 poi lo spirito anticlericale della guerra civile che accusava monaci e suore di essere la causa del peggioramento delle condizioni dei cittadini (avendo sottratto terreni edificabili per costruirvi i monasteri, arraffato il grano e il cibo e colpevoli di aver avvelenato l'acqua provocando un'epidemia di colera), portò all'assalto dei conventi con l'uccisione di religiosi e la distruzione di alcuni edifici.
Al loro posto con la confisca delle proprietà della Chiesa sorsero i nuovi palazzi della borghesia liberale.

La Rambla by night
La Rambla è lunga circa 1,3 km e ogni suo tratto viene chiamato in modo differente.
Per questo si sente parlare più frequentemente di Las Ramblas.

Partendo dal porto si percorre La Rambla de Santa Monica (dal convento di Santa Monica degli Agostiniani Scalzi, adibito oggi a centro per le arti), La Rambla dels Caputxins o La Rambla del centro (dal monastero dei Cappuccini che qui si trovava), La Rambla de Sant Josep o La Rambla de les Flors (da un convento carmelitano un tempo qui presente e per le bancarelle che qui vendono fiori dal Corpus Domini del 1853), La Rambla dels Estudis o La Rambla degli uccelli (per la presenza sino al 1844 de lo "Estudio General" o Università, e per la presenza di venditori di uccelli), ed infine La Rambla de Canaletes per la presenza dell'acqua dell'antica fonte de Canaletes.


La descrizione di questo viale pedonale nella parte centrale, fiancheggiato da platani e da da due strade a senso unico laterali, parte dal mare, dove La Rambla diviene La Rambla de Mar, una passerella ondulata di legno che collega il Molo della Spagna con il centro commerciale Maremagnum, l'Acquario e il cinema IMAX.

La Rambla inizia quindi dalla Paça de la Porta de la Pau dove al centro si erge il Monument a Colom, la colonna in ferro alta 60m progettata da Gaità Bugas i Monravà, architetto capo dell'Esposizione Universale del 1888.
E' il più alto monumento al mondo dedicato allo scopritore dell'America.
All'interno un'ascensore porta ad ammirare il panorama.
Orario: lunedì/domenica    8.30/20.30
Costo    4,50€

Sulla colonna si trova la statua di Cristoforo Colombo che punta il braccio in direzione opposta all'America, forse invece verso Genova, sua città natale.
La statua fu realizzata da Rafael Atchè.
Ai suoi piedi 8 statue di leoni, 4 seduti e 4 in piedi.

Nel tratto de La Rambla de Santa Monica si trova il TEATRE PRINCIPAL (N°27), il più antico teatro di Barcellona.
Nel 1568 Felipe II diede la concessione di costruire un teatro in legno per sovvenzionare con gli incassi l'Ospedale di S.Croce.
La prima costruzione fu distrutta da un incendio. Ricostruito il teatro subì nuovamente la devastazione dovuta alle fiamme altre due volte.
La facciata curva è tripartita, decorata con busti di attori e attrici del passato.

Inizia dopo La Rambla dels Caputxins, costeggiata da un lato dal HOTEL ORIENTE (N°45-47), un tempo collegio dei Francescani e poi convertito ad albergo nel XIX secolo.

Sullo stesso lato poco prima, in Carrer Nou de la Rambla si trova il Palau Guell, edificio modernista progettato da Antoni Gaudì da non perdere!
Ad esso ho dedicato il post "Barcellona: Palazzo Guell".

Di fronte invece si trova l'accesso alla quadrata e ottocentesca Plaça Reial.
Un tempo qui sorgeva il convento dei Cappuccini.
Circondato da portici con palazzi in stile francese e castigliano, il centro della piazza è occupato da una fontana, da palme e dai lampioni progettati da Antoni Gaudì.
 
Plaça Reial
fontane delle Tre grazie in Plaça Reial
lampioni progettati da Gaudì

La visita prosegue con il GRAN TEATRE DEL LICEU (N°51-65) il più importante teatro lirico di Barcellona ed uno dei più lussuosi al mondo.

Teatre del Liceu
Fu costruito nel 1847 sul terreno che ospitava un tempo il convento dei Trinitari, ma bruciò nel 1861.
Dopo la ricostruzione e un nuovo incendio fu riaperto nel suo stile originario nel 1999 con trompe l'oeil e dipinti pompeiani.

La facciata ha tre grandi finestre e un baldacchino in ferro battuto sopra l'ingresso principale.

ingresso del Teatre del Liceu
L'atrio ha colonne rinascimentali.
La sua sala può contenere 2286 persone.
La lounge è chiamata Sala degli Specchi.

atrio del Teatre del Liceu
In questo teatro trova spazio il Cercle del Liceu, un club tradizionale e aristocratico privato di stile inglese con un migliaio di soci.
I locali che lo ospitano hanno opere moderniste di Ramon Casas e Alexandre De Requer, e vetrate con temi wagneriani di Oleguer Junyent.

Orario visita completa: visita guidata Teatro con Circolo (50')
                                      lunedì/venerdì  ore 9.30 e 10.30
Costo 14€

Orario visita veloce:      visita guidata Teatro senza Circolo (25')
                                       anche in italiano  
                                       lunedì/domenica    ore 11.30-12.00-12.30-13.00
Costo 6€

Di fronte si trova il CAFE' DE L'OPERA (N°74) del 1929.

Cafè de l'Opera
Con sedie Thonet e specchi con figure femminili del repertorio operistico, occupa l'ex negozio di cioccolata "La Mallorquina".
Abbiamo preso un cafè in questo locale, ma ci ha un po' deluso l'atmosfera un po' troppo confusionaria e chiassosa.

Inizia ora La Rambla de Sant Josep.

mosaico ceramico di Joan mirò
In questo punto de La Rambla, nella Pla de l'Os, si nota sulla pavimentazione della zona pedonale il grande mosaico ceramico di Joan Mirò.
Fu posto qui nel 1976.
Ha la forma circolare del cosmo e i colori tipici dell'artista surrealista, nato a Barcellona (giallo, blu e rosso).
Antiga Casa del Doctor Genovè




L'ANTIGA CASA DOCTOR GENOVE' (N°77) fu progettata da Enric Sagnier i Villavecchia nel 1911.
Dal 1974 ospitò una farmacia, sostituita oggi da un bar basco.
Ha un aspetto gotico, con una grande finestra centrale, un arco d'ingresso a punta, mosaici celesti e stucchi.











Vicino si trova l'ANTIGA CASA FIGUERAS (N°83) un negozio in stile modernista del 1902 creato da Antoni Ros i Guell.

Antiga Casa Figueras
vetrata della Pasticceria Escribà/Antiga Casa Figueras
Si possono ammirare le vetrate di Granell e Rigalt, i mosaici di Maragliano e i suoi interni con stucchi e mobili scuri.
Fino agli anni '80 era di proprietà della famiglia Figueras, produttori di pasta e semola, mentre oggi è una delle due sedi della Pasticceria Escribà, uno dei "luoghi dolci" più famosi di Barcellona.

sala vendita della Pasticceria Escribà
decorazioni della sala vendita
sala vendita

In questo piccolo negozio formato da due piccole sale, una per la vendita e l'altra per la degustazione, con tavolini in marmo e sedie in ferro battuto, si è spinti verso i peccati di gola dalle forme, i colori e i profumi di dolci e dolcetti.
Una vera delizia!

sala degustazione
piccoli dolci assaggi "Escribà"

La CASA BRUNO QUADROS (N°82) attira l'attenzione per i suoi elementi decorativi orientali, le vetrate e i graffiti.
Inoltre vi è una galleria in stile egiziano e all'angolo un drago cinese in ferro battuto con un ombrello.
Questo palazzo eclettico precorre il modernismo.

ombrelli su Casa Bruno Quadros
Fu Josep Vilaseca a restaurarla nel 1883.
E' anche conosciuta come Casa dels Paraigues (Casa degli Ombrelli) in quanto era la sede degli ombrellai.

drago cinese insegna di Casa Bruno Quadros
Per questo sono molti gli ombrelli, i ventagli e i parasole che adornano le pareti esterne del palazzo.
Gli interni in legno, vetro e ferro battuto oggi sono occupati da una banca.

fontana con mosaico raffigurante la Porta Ferrica e il mercato durante il medioevo
A questo punto del La Rambla si trovava uno dei cancelli delle mura.
Il Conte Berengario IV fece portare dall'Almeria come trofeo di guerra una porta con un lavoro arabesco che lasciò a "bocca aperta" gli abitanti di Barcellona.
Il cancello (andato perduto quando il muro fu abbattuto), sostituì quello di Santa Eulalia e venne chiamato "Boqueria".

Sembra questa la ragione del nome dato al MERCAT DE LA BOQUERIA (N°91) qui presente, chiamato anche Mercat de Sant Josep.
Ma il nome "Boqueria" potrebbe derivare anche dalla parola "boc" perché qui si vendeva la carne del maschio di pecora, "boc" appunto.

Mercat de Sant Josep
E' il mercato più antico della città (1840).
Prese il posto del convento dei Carmelitani Scalzi di S.Giuseppe (da qui uno dei suoi nomi) che bruciò nel 1835.
Il mercato un tempo all'aperto fu coperto da un tetto in metallo ideato da Miguel De Bergue nel 1914.

Vi trovano posto 300 bancarelle, bar e ristoranti, in una grande esplosione di colori e profumi.
PINOTXO BAR
N°466/470
orario 6.30/16.00
proprietario Juanito


Il PALAU DE LA VIRREINA (N°99) costruzione del 1778 opera di Josep Ausich, è un esempio di architettura civile barocca.

La Virreina
Fu costruito per l'ex viceré del Perù Manuel Amat i Junyent, che morì prima che il palazzo fosse terminato.
Venne abitato dalla sua vedova, la viceregina ("virreina" appunto) Maria Francisca Fivaller.

La facciata è in stile barocco e rococò francese.
Il piano terra è occupato da una libreria e da un ufficio informazioni.
Ospita inoltre il Dipartimento della Cultura e viene utilizzato per mostre temporanee.

Accanto si trova la CASA BEETHOVEN (N°97) un antico negozio di musica.

Viene chiamato La Rambla dels Estudis il tratto di viale che ha inizio qui.

La CASA FRANCESC PIÑA (N°105) nota anche come "El Regulador" era occupata nel pianoterra da una gioielleria (Joieria Bagués).
Fu costruita da Josep Fontserè i Domenech nel 1850.
Ha una facciata in terracotta dipinta in bianco con stucchi rosa e finte colonne con capitelli e bassorilievi nei piani alti.

Casa Francesc Piña e Esglesia de Betlem
L'ESGLESIA DE BETLEM (N°107) fu costruita dai Gesuiti nel 1553.
Fu ricostruita tra il 1680 e il 1732.

Esglesia di Betlem
In essa si fondono elementi barocchi con una struttura gotica catalana (ampia e unica navata con cappelle laterali).

Esglesia de Betlem
Una delle porte è stata disegnata da Enric Sagnier nel 1906.
Le decorazioni interne sono state danneggiate nel 1936 durante la guerra civile.

L'edificio del TABACOS DES FILIPINAS (N°109) era la sede della compagnia che controllava l'importazione del tabacco dalle Filippine.
Fu realizzata da Josep Oriol Metres nel 1881 come residenza privata della famiglia Lopez i Lopez marchesi di Comillas a cui appartenevano la compagnia translatlantica che nel 1929 divenne la prima multinazionale spagnola con un servizio proprio di navi e una linea ferroviaria.
Su una porta girevole del XX secolo si possono leggere incise sul vetro le iniziali della Compagnia Generale dei Tabacchi.
Oggi è divenuto l'Hotel 1898 un hotel in stile coloniale che porta nel nome la data dell'indipendenza delle Filippine.

La REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE E DELLE ARTI (N°115) sorse su un'ex scuola gesuita, e fu un centro d'istruzione durante l'Illuminismo.
La ricostruzione si deve a Josep Domenech i Estapà nel 1883.
L'orologio della facciata, primo orologio della città, imposta il tempo di Barcellona.
Ospita il Teatro Poliorama e il ristorante Viena.

Reale Accademia delle Scienze e delle Arti
Il PALAU MOJA (N°118) fu costruito tra il 1774 e il 1789 ed era proprietà del marchese di Comillas.
La lunga facciata ocra con baie rossicce in stile neoclassico ha un porticato.
E' la sede del dipartimento della cultura del Generalitat, il governo autonomo catalano.

Qui inizia La Rambla de les Canaletes.

La FARMACIA NADAL (N°121) con i suoi mosaici multicolori e quattro lampade rosse pubblicitarie fu costruita nel 1850.

Farmacia Nadal

Ultima tappa dell'itinerario lungo La Rambla è la FONT DE LES CANALETES una fontanella in ferro battuto del XIX secolo.

Font de Canaletes
Prende il nome da una fontana del XVI secolo qui presente dove un paio di canaletti convogliavano l'acqua ad un abbeveratoio.
Questo è il luogo di ritrovo dei tifosi del Barça che qui si radunano per celebrare le vittorie della loro squadra di calcio.


Una leggenda dice che chi beve a questa fonte ritornerà di nuovo a Barcellona.

Eccoci alla fine della nostra passeggiata arrivati nella grande Plaça de Catalunya (50.000m²), lo spartiacque tra le Città Vecchia e i quartieri più nuovi.

Plaça de Catalunya


CONCLUSIONI
La Rambla è un po' il salotto di Barcellona, dove incontrarsi, chiaccherare, perdere tempo fermandosi a guardare attori di strada, bancarelle colorate di fiori o uccelli, prendere un caffè o semplicemente passeggiare lungo una via pedonale.
C'è capitato di percorla di notte alla luce dei suoi lampioni in ferro battuto, in pieno giorno gremita dai passanti, di domenica mattina inrealmente deserta...
In ogni momento della giornata merita di essere una tappa della visita alla città di Barcellona, fosse solo per poter dire "ci sono stato anch'io!".

CURIOSITA' "Ramble" in inglese significa "passeggiata".

venerdì 24 aprile 2015

La Ribera, il quartiere medievale di Barcellona.


La Città Vecchia (Ciutat Vella) è uno dei dieci distretti di Barcellona e si divide in quattro quartieri: il Barri Gòtic, El Raval, La Ribera e La Barcelloneta.

La Ribera è il quartiere che ha come confini la via Laietana (a sud -ovest), la Ciutadella (a nord-est), il mare (a sud) e l'Eixample (a nord).

Il quartiere di Barcellona che ha mantenuto molto del suo passato medievale è La Ribera che in catalano significa "La Riva".
Nel medioevo infatti il mare a Barcellona era più arretrato rispetto ad oggi e i nuovi quartieri che si vennero a formare oltre le mura della città ne lambivano le acque...e da qui il nome.
Allora La Barcelloneta era ancora un'isola.

scorcio medievale de La Ribera
via de La Ribera





















Quando infatti le mura dell'antica Barcellona furono divenute troppo strette per contenerne la popolazione, si formarono due nuovi stanziamenti ad est della città: Villanova del Mar, intorno ad una parrocchia di marinai e pescatori costruita sulla sabbia nel X secolo (che diverrà la Esglesia de Santa Maria del Mar) e Villanova de Sant Pere, un altro agglomerato intorno al monastero di Sant Pere de les Puelles.

Nel primo si trasferirono marinai e uomini d'affari con interessi commerciali all'estero, nel secondo si concentrarono gli artigiani.
Molte delle strade in questo quartiere mantengono i nomi dei mestieri e delle corporazioni che nel medioevo avevano qui le loro sedi.

scorcio de La Ribera
Con la crescita del commercio marittimo e le conquiste di Juame I La Ribera divenne il centro economico di Barcellona.

Tra il XIII e il XV secolo si costruirono in Carrer de Montcada palazzi signorili per ospitare la vecchia borghesia.
Divenne la via nobile di Barcellona.
Carrer de Montcada
Le case avevano una struttura tipica catalana, con un cortile interno con scala per accedere al primo piano.
Molti degli edifici erano provvisti di torre per avvistare le navi in arrivo al porto ed arrivare per primi ad iniziare il commercio.
Al piano terra vi erano magazzini e stalle, mentre le famiglie abitavano ai piani superiori.
L'ultimo piano era abitato dalle persone di servizio.
Per la loro eleganza questi edifici venivano usati anche per ospitare nobili e regnanti europei.

cortile di un palazzo 
La via prende il nome dalla famiglia Montcada: Ramon I de Montcada fu un siniscalco, il più importante funzionario di palazzo della corte dell'epoca.
La famiglia aveva ricevuto questa terra come ricompensa da parte dei re-conti catalani per il sostegno dato a Ramon Berenguer IV alla conquista di Tortosa.


Ancora oggi Carrer de Montcada mantiene le caratteristiche della stretta strada della Città Vecchia, con palazzi medievali, rinascimentali e barocchi.
Il suo passato ricco e glorioso lo si respira ancora percorrendola o visitando i musei ospitati nei suoi antichi palazzi.
Due di questi ospitano due musei: il Museo del tessuto, nel palazzo del Marchese di Llio e il Museo d'Arte Precolombiana.

un palazzo del Museu Picasso

un palazzo del Museu Picasso




Il Museu Picasso occupa cinque edifici medievali (XIII/XIV secolo) di Carrer de Montcada, collegati tra loro con cortili alberati: il primo e il secondo piano di Palau Meca, l'entrata del museo, Palau Barò de Castellet e Palau Aguilar, l'uscita della mostra, sono adibiti alla mostra permanente ; gli altri due palazzi (Palau Mauri e Palau Finestres) ospitano mostre temporanee di altri artisti.

cortile interno al Museu Picasso
Nel museo sono esposte 3.800 opere di Pablo Ruiz Picasso, di tutti i periodi della vita dell'artista ma soprattutto della sua gioventù.

fila per il Museu Picasso in Carrer de Montcada




Fu infatti a Barcellona che Picasso consolidò la sua formazione accademica.
Le opere sono esposte in ordine cronologico.
Importante è l'esposizione della serie completa (44 tele) de "La Meninas", dipinti ispirati al capolavoro di Velasquez.
Pezzi di ceramica dipinti da Picasso furono donati dalla vedova dell'artista.









Lunghe code si formano sempre davanti alla biglietteria.
www.museupicasso.bcn.es
Orario: martedì/domenica e festivi 9.00/19.00
             mercoledì sino alle 21.30
             dal 20 marzo sino alle 21.30
Costo: collezione permanente                                          11€
           collezioni temporanee                                        6,50€
           collezioni temporanee + collezioni permanenti    14€
           gratis la I domenica del mese e ogni domenica dopo le 15.00
           giornate "porte aperte" il 12/2  17/4  24/9
           audioguide  5€ in italiano
NO FOTO

Picasso frequentò l'Accademia Reale per le belle Arti e le Arti industriali (dove insegnava anche il padre di Picasso), che dal 1847 era ospitata nella Llotja, una delle prime borse valori costruita in Europa.
La costruzione di questo edificio risale al XIV secolo.
Era il deposito per le merci e aveva una sala per le contrattazioni.

Si trova in Plaça del Palau .
Anche se la facciata settecentesca è stata rifatta in stile neoclassico, il suo interno si è mantenuto gotico.

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L'antica chiesa di Santa Maria de les Arenes attorno la quale sorse Villanova del Mar fu costruita su una necropoli romana.
La leggenda vuole che qui fu seppellita Santa Eulalia dopo il suo martirio nel 303, e i suoi resti poi furono murati nella cripta della chiesa nel 711 durante l'invasione araba.
Furono riscoperti dal vescovo di Barcellona nel 871 e traslati poi nella Cattedrale.

portale della chiesa di Santa Maria del Mar
La basilica di Santa Maria del Mar o "Cattedrale del Mare" che prese il posto dell'antica chiesa è un'opera di Berenguer de Montagut.
Fu ricostruita tra il 1329 e il 1384 (in soli 55 anni!) in un puro stile gotico catalano, in quanto non ebbe, per la sua costruzione allora in tempi record, contaminazioni artistiche.

torri della chiesa di Santa Maria del Mar
E' chiamata anche "la chiesa del popolo" perché fu costruita con i fondi dei mercanti e costruttori navali.
Sul portale sono rappresentati i baistaxos, gli scaricatori di porto che portarono le pietre grigie da Montjuic sulle spalle.
facciata della chiesa di Santa Maria del Mar
La facciata è affiancata da due torri ottagonali.
Un rosone di grande dimensioni, con vetrata istoriata ricostruita dopo il terremoto del XV secolo, illumina la grande navata centrale.

rosone della chiesa di Santa Maria del Mar
Le navate laterali sono divise da quella centrale da esili colonne ottagonali molto distanziate tra loro (ben 15m), l'esempio di più ampio spazio tra colonne mai visto in chiese gotiche.
Questo crea insieme alla non grande differenza d'altezza delle tre navate, un ambiente quasi unico.
Questa chiesa non è superata da nessun edificio medievale al mondo per l'altezza. 
le tre navate della chiesa di Santa Maria del Mar
navata centrale e navata laterale
colonne e volte dell'abside
Gli arredi e il coro, come in altre chiese di Barcellona, andarono persi durante la Guerra civile, quindi l'interno ha un aspetto semplice che evidenzia ancor più le proporzioni perfette e la purezza delle linee di questa bella chiesa.

colonne dell'abside

colonne ottogonali
abside
altare maggiore




















Alcune vetrate sono del XV secolo.
La chiesa custodisce le reliquie di Sant Cugat nella cripta.

Un tempo per ragioni di sicurezza vi era un ponte che collegava la chiesa al Palazzo del Vicerè che si trovava in Plaça del Palau.
Il ponte fu demolito nel 1986 in quanto il palazzo venne distrutto nel1875.
Nella chiesa vi era anche un palco reale.

intrecci di archi e volte
Molti modellini di navi testimoniavano, prima dell'incendio in cui vennero distrutti, la devozione dei marinai alla Vergine.
Oggi ne rimane uno in ricordo.

statua della Vergine con modellino di nave
www.santamariadelmar.es
Orario: lunedì/sabato           9.00/13.00   17.00/20.30
             domenica e festivi  10.00/14.00  17.00/20.00

Di rimpetto al lato meridionale della chiesa si trova il Fossar de les Moreres, ove sorgeva un tempo un cimitero sopra una collinetta di gelsi.

Fossar de les Moreres
Questo è un luogo importante per i Catalani: furono sepolti qui gli eroi che morirono per difendere la città durante l'assedio del 1714 da parte di Filippo V.
La Catalonia infatti avevano sostenuto l'arciduca Carlo d'Austria alla successione al trono di Spagna, mentre la Castiglia era favorevole a Filippo d'Angiò.
 
Il cimitero fu rimosso per ragioni d'igene ma arde qui una fiamma in loro ricordo.
Sotto vi è scritto:
"EN EL FOSSAR DELES MORERES NO SE ENTERRA CAP TRAIDOR"
ovvero "nella fossa dei gelsi non si seppellisce qualsiasi traditore".
Si dice infatti che un padre riconobbe tra i morti dell'assedio suo figlio che però era passato dalla parte francese e per questo non lo fece seppellire in questo posto.

L'11 settembre in ricordo di questa battaglia viene celebrata la Diada de Barcellona, la giornata nazionale della Catalonia.

Dall'abside della chiesa di Santa Maria del Mar inizia il Passeig del Born.
Era questo il fulcro dei traffici commerciali.

Passeig del Born
Questa zona de La Ribera è chiamata El Born.
La parola "born" in catalano antico aveva diversi significati: "ciò che entra in un pugno" con valore di misura, "limite" in quanto quartiere periferico, "recinto" in quanto il Passeig del Born nel medioevo era una grande piazza e qui venivano organizzate fiere, feste popolari, tornei cavallereschi, spettacoli teatrali e venivano giustiziate le vittime dell'Inquisizione e le esecuzioni pubbliche non religiose.
Qui si celebrarono i primi carnevali e si svolgevano le processioni della Settima Santa.

Oggi questo viale acciotolato e pedonale che si estende sino all'ex mercato del Born è divenuto uno dei luoghi più trendy di Barcellona, con boutiques, gallerie d'arte, cocktail-bar, tapas-bar e caffè.
Le case che lo costeggiano risalgono al settecento e all'ottocento.

Sino al 1971 alla fine del Passeig del Born si trovava il Mercat del Born eretto nel 1876.
Il suo tetto in ferro e vetro s'ispirava a quello parigino di Les Halles.
Sotto il mercato sono stati trovati resti medievali.

Altro mercato ancora in attività de La Ribera è il Mercat de Santa Caterina, il primo mercato coperto costruito su un terreno appartenuto ai frati Domenicani, del convento di SantaCaterina, del XIII secolo, prima sede del Consiglio dei Cento.
Il convento venne demolito per far spazio al mercato nel 1835.
Oggi si possono vederne i resti dalla preistoria ad oggi del sito nel Centre d'Interpretacio Arquelogica.
www.museuhistoria.bcn.cat
Orario:  lunedì/sabato   10.00/14.00   domenica e festivi chiuso
Costo: GRATIS

L'innnagurazione del mercato, prevalentemente del pesce, progettato da Josep Mas Vila si ebbe nel 1848.
Tra il 1997 e il 2005 Enric Miralles e Benedetta Tagliabue realizzarono il tetto ad onde composto da 200.000 tasselli di ceramica colorata in 67 colori diversi.
Il mercato si articola su tre livelli con un centinaio di bancarelle.
Orario: lunedì                                        7.30/14.00
             martedì, mercoledì e sabato    7.30/15.30
             giovedì e venerdì                      7.30/20.30



La Ribera conobbe tempi di splendore e ricchezza fino a quando i commerci marittimi si svolgevano nel Mediterraneo.
Il porto di Barcellona, quando poi i commerci si rivolsero all'Atlantico,fu escluso dal commercio con le Americhe e perse d'importanza.

Nel XVIII secolo poi per la già citata Guerra di Successione Spagnola il quartiere de La Ribera fu in parte distrutto per far posto ad una fortezza a forma di stella, la Ciutadella.

Era una punizione per i Barcellonesi che avevano combattuto contro Filippo V.
Fu progettata da Jorge Prospero de Verboom.
Si trattava di 5 bastioni uniti tra loro e circondati da un fossato e di due forti: il forte Don Carlos verso il mare e il forte Pienc a nord.

Con l'allontanamento dei Borbone dal trono si decretò l'abbattimento della fortezza che divenne esecutivo nel 1871.
In sostituzione della fortezza venne progettato un parco da Josep Fontsere i Mestre per l'Esposizione Universale del 1888.

Si costruirono così l'Arco di Trionfo, il Castello dei Tre Draghi (oggi Museu de Zoologia), l'Estany, un lago artificiale, la Fontana dei Draghi o Cascada Monumental alla quale collaborò anche Antoni Gaudì, l'Hivernacle, una serra e l'Umbracle, un giardino botanico.
Inoltre nel parco si trovano anche il Parlamento Catalano, l'ex arsenale, lo zoo e il Museu de Geologia.
In tutto il parco si possono ammirare lavori scultorei di artisti catalani.
Insomma per passare il tempo libero ce n'è per tutti i gusti!

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Nella zona settentrionale de La Ribera si trova la chiesa di Sant Pere de les Puelles, mentre il monastero annesso andò distrutto.
Intorna a questa chiesa incominciò nel medioevo a popolarsi questo quartiere.

Della chiesa originaria del X secolo pre-romanica, si conservano la struttura a croce greca e i capitelli corinzi del XII secolo sotto la cupola.
Anche il campanile è di epoca romanica e viene chiamato Torre dels Pàrajos perché dà rifugio a numerosi uccelli.
Era anche una torre difensiva e un osservatorio astronomico. 
Orario:   lunedì/venerdì      8.30/13.00   17.00/19.30
               sabato                  8.30/13.00   16.30/19.00
               domenica            11.00/14.00
               festivi                    9.30/13.00
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Non lontano dalla chiesa si trova lo splendido teatro dichiarato dall'Unesco Patrimonio Universale dell'Umanità: il Palau de la Musica Catalana.

Palau de la Musica Catalana
Fu commissionato nel 1905 da L'Orfeo Català, un istituto fondato nel 1891 per supportare la musica e la cultura catalana.
Simboleggia il rinascimento del nazionalismo catalano.

Fu costruito in un sito ristretto dove sorgeva il monastero di San Francesco da Paula.

Grazie al finanziamento popolare e al progetto di Lluis Dominèch i Montaner i lavori andarono avanti per tre anni.
Il teatro s'inaugurò nel 1908 con opere di Clavè e Handel.

Il mattone rosso e il mosaico sono gli elementi decorativi ricorrenti della facciata.
E' un'apoteosi di piastrelle, pietre scolpite e vetrate.
E' l'unica sede di concerti in stile modernista ed è anche l'unica in Europa ad essere illuminata da luce naturale.
Riunì per la sua costruzione tutte le arti decorative.

All'angolo dell'edificio si trova la scultura dell'Allegoria della Musica Popolare di Miquel Blay.
Raffigura due ragazzi e due uomini anziani che abbracciano una ninfa mentre San Giorgio li protegge con la bandiera catalana.
Pilastri in mosaico con busti di Palestrina, Bach e Beethoven fiancheggiano la facciata.

Allegoria della Musica Catalana
Tra le colonne che fiancheggiano la porta principale si trova la biglietteria.
L'atrio è riccamente decorato: volte con piastrelle valençiane e una doppia scalinata con balaustre in vetro dorato.

scalinata del Palau de la Musica Catalana
scalinata del Palau de la musica Catalana
Il foyer, caratterizzato da grandi arcate con mattoni, ceramiche smaltate e motivi floreali, accoglie un caffè-restaurant.

Foyer
caffè-restaurant del foyer
L'auditorium è illuminato da una cupola concava con vetrate istoriate raffiguranti coristi angelici femminili.
Il lucernario nella parte centrale è a forma di sole con cristalli nella tonalità del giallo.
Pesa una tonnellata.

Lo sfondo del palcoscenico è adornato con 18 sculture di Eusebi Arnau raffiguranti gli spiriti della musica.
Sono fatte di terracotta e trencadis e vengono chiamate "Les Muses del Palau".

Il boccascena in pietra pomice è ornato a sinistra dal busto di J.Anselm Clavé (che rappresenta la musica popolare) con l'Allegoria dei Fiori di Maggio (una canzone catalana) e a destra dal busto di Beethoven (che rappresenta la musica universale) con sopra le valchirie wagneriane che cavalcano verso Clavé (simboleggiando un legame tra i due generi musicali).

Intorno alla sala corrono due file di balconi e un doppio colonnato d'influenza egiziana.
La sala può contenere 2000 persone.
L'organo è stato costruito in Germania.
Le lampade sono in stile medievale.
Sul soffitto e sulle vetrate ricorrono motivi floreali.

Di recente è stata demolita la chiesa del convento che si trovava qui, per far spazio al Palazzo e alla piazza sotto la quale è stata costruita una sala polivalente (il Petit Palau) con tecnologie all'avanguardia.
www.palaumusica.cat
Orario visite guidate: ogni 1/2 ora      10.00/15.30
                                   agosto                  9.00/20.00
                                   luglio e Pasqua  10.00/18.00
durata 55'   non in italiano
Costo 18€

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La Via Laietana rappresenta come si è detto il confine occidentale del quartiere.
Questa lunga strada che collega l'Eixample al porto prende il nome dal primo popolo iberico che abitò questa zona.

Al suo progetto parteciparono, dividendo i lavori in tre tronchi, Domenech i Montener, Josep Puig i Cadafalch e Ferran Romen.
Fu strutturata nel 1908 sventrando e demolendo molte case e palazzi del quartiere medievale.
 
Tra le costruzioni risparmiate rimase gran parte de la Casa del Gremi dels Velers del 1758, opera di John Garrido, sede della corporazione dei tessitori di vele di seta, esistente a Barcellona dal 1553.

Casa del Gremi dels Velers
La Casa è decorata da incisioni settecentesche originali di cariatidi e telamoni, tranne che per la facciata sulla via Laietana per la cui sistemazione fu tagliato un muro su quale venne rifatto il graffito nel 1930, imitando quello originale.

graffiti sulla Casa del Gremi dels Velers
cariatidi incise sulla Casa del Gremi dels Velers
 Su un angolo ospita la cappella della Madonna degli Angeli.
Ancora oggi il Collegio dell'Arte della Seta ha sede al primo piano del palazzo.

cappella della Madonna degli Angeli

Accanto a questo palazzo si trova la Caixa de Pensions, sede della cassa di risparmio.

Caixa de Pensions
Allegoria della Parsimonia






















La costruzione in stile neogotico è un progetto di Enric Sagnier i Villavecchia del 1917.
Una torre s'ispira alle chiese gotiche dell'Europa centrale: archi ogivali, vetrate multicolori e una scultura d'angolo rappresentante l'Allegoria della Parsimonia.

Caixa de Pensions
Altri edifici che s'incontrano lungo la Via Laietana sono la Casa Bulbena-Salas (1911) dall'ampia facciata con angoli arrotondati e con elementi barocchi, e la Caixa de Catalunya, costruito nei primi anni Trenta con elementi classici e storicisti esternamente e interni che s'ispirano allo stile della Secessione viennese, e sede della Banca di Spagna dal 1955.

Casa Bulbena-Salas
Caixa de Catalunya (a destra)

CONCLUSIONI
Quel che rimane dell'architettura medievale de La Ribera ci fa immaginare quale fosse lo splendore del fulcro del commercio della Barcellona del tempo.
Non sempre è facile farlo, soprattutto quando sono stati fatti interventi pesanti nella struttura urbanistica.
Ciò non di meno si può trovare diversi scorci dell'antico passato barcellonese tra i palazzi e le case che costeggiano le strette vie e vicoli del quartiere e quell'orgoglio catalano caro ai suoi abitanti.