venerdì 18 dicembre 2015

BUONE FESTE


    Un augurio di pace 
                         e di serenità a tutti  




sabato 12 dicembre 2015

Nuovi percorsi di visita nel Foro Romano


Mi sono nuovamente recata al Foro Romano dopo la recente apertura al pubblico della cosiddetta Rampa Imperiale, dell'Area del Sacrario di Giuturna e dell'Oratorio dei Quaranta Martiri.
Inoltre nel Tempio del Divo Romolo, sempre all'interno del Foro Romano, sono stati esposti i ritrovamenti degli scavi effettuati nell'Area del Sacrario di Giuturna.

area del nuovo percorso di visita

Ma andiamo per ordine.


Nel 1900 Giacomo Boni effettuò nell'area sud-orientale del Foro alcuni scavi che portarono alla luce, con la demolizione della Chiesa di S.Maria Liberatrice, un complesso architettonico iniziato nel I secolo d.C. da Domiziano e terminato da Adriano nel II secolo d.C.



Giacomo Boni morì senza che gli studi da lui condotti fossero pubblicati, per la polemica che sorse con la demolizione della chiesa seicentesca, progettata da Onorio Longhi sopra gli interri che si erano accumulati durante i secoli. 






arcate del Palazzo Imperiale
Facevano parte di questo complesso un atrio (occupato successivamente dalla Chiesa di Santa Maria Antiqua), un'aula d'ingresso (divenuta poi nel medioevo l'Oratorio dei Quaranta Martiri), una rampa, un'aula occidentale (il cosiddetto Tempio di Augusto) e un portico nel lato settentrionale.

Oratorio dei Quaranta Martiri, rampa, atrio, portico del Palazzo imperiale e Tempio di Augusto
L'atrio del complesso, occupato dalla Chiesa di Santa Maria Antiqua ricca di splendidi affreschi, è ancora in fase di restauro, ma si annuncia dopo anni di chiusura l'imminente apertura al pubblico (forse in primavera).

Chiesa di Santa Maria Antica (vista dall'alto dalla rampa imperiale)
ingresso alla Chiesa di Santa Maria Antica
affreschi medievali all'interno della Chiesa di Santa Maria Antica
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L'adiacente aula d'ingresso, usata in epoca romana come sala d'aspetto prima della salita al palazzo imperiale, era collegata alla rampa tramite due varchi poi murati.

Oratorio dei Quaranta Martiri
Si è cercato di ricostruire la volta crollata, posta ad un'altezza di 40 piedi romani, che corrispondevano alla stessa misura del lato maggiore dell'aula.

tetto ricostruito dell'Oratorio dei Quaranta Martiri (visto dalla rampa imperiale)
E' stato ricostruito anche il grande portale d'ingresso.

portale ricostruito dell'Oratorio dei Quaranta Martiri
In epoca cristiana venne poi utilizzata come luogo di culto e l'oratorio venne dedicato ai Quaranta Martiri di Sebaste (in Armenia).

I quaranta ufficiali romani della XII Legio Fulminata (veloce) furono arrestati per la loro fede cristiana ed esposti nudi su uno stagno ghiacciato, con l'opportunità di salvarsi gettandosi in un bagno tiepido fatto allestire sulla sponda dello stagno, qualora avessero apostatato.
Uno di loro rinunciò alla sua fede, ma venne rimpiazzato da una guardia che nel frattempo si era convertita (320 d.C.).

parete est
La scena del martirio è raffigurata nell'abside centrale della parete est dell'oratorio.

affresco dell'abside della parete est dell'oratorio con scena del martirio dei quaranta martiri di Sebaste
particolare dell'affresco dell'abside
Nella parte inferiore di questa parete sono dipinte lastre in marmo.
Nella parete a sinistra dell'abside sono rappresentate tre croci sopra un velum (drappo bianco).

affresco con tre croci della parete est dell'oratorio
Nella parete nord dell'oratorio sono dipinti sopra ad un velum i Quaranta Martiri in Gloria.

parete nord dell'oratorio
Nella parte superiore vi sono i resti di sei riquadri con soggetti sconosciuti, mentre nella nicchia a destra vi sono dipinti cinque personaggi di cui restano solo parti di abiti.

Quaranta Martiri in Gloria (parete nord dell'oratorio)
Nella parete sud sopra ad un velum vi sono i resti di sei scene di soggetto narrativo di vita monastica.

parete sud dell'oratorio
sarcofago strigilato con iscrizione in greco (III sec.d.C.)
lastra con iscrizione latina (VI sec.d.C.)
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La Rampa, che colmava i 35m di dislivello tra Foro e Palatino, costituiva l'accesso privato dell'imperatore al Foro direttamente dal Palazzo Imperiale (Domus Augustana e Domus Flavia), posto sul Palatino.

accesso alla rampa imperiale
ingresso nella rampa imperiale con ambienti di servizio
primo tratto di salita della rampa imperiale
arrivo al primo tornante (ballatoio) della rampa imperiale
secondo tratto di salita della rampa imperiale
volte della rampa imperiale
ultimo tratto di salita della rampa imperiale

Il percorso misurava circa 300m.
Oggi rimangono percorribili solo 170m, essendo crollati i rimanenti probabilmente con il terremoto che colpì Roma nel IX secolo.

In due ambienti di servizio attigui all'entrata sono stati esposti, coadiuvati da materiale multimediale, alcuni reperti (putti in stucco e decorazioni) recuperati dalla demolizione della Chiesa di S.Maria Liberatrice, e reperti marmorei della vicina Area del Sacrario di Giuturna.

sala espositiva nella rampa
sala espositiva nella rampa
frammenti di reperti accatastati
putto in stucco
frammenti architettonici e decorativi


incorniciatura di parete dell'Area del Sacrario di Giuturna
Ara cosiddetta di Giuturna (II sec.d.C.- dall'Area del Sacrario di Giuturna)
Ercole (II sec.d.C.- dall'Area del Sacrario di Giuturna)
Esculapio con fanciullo che sacrifica un gallo (II/III secolo d.C. - dall'ambiente orientale dell'Area del Sacrario di Giuturna)
fontanella a scaletta con paesaggio (I sec.d.C. - dall'atrio)
fontanella a scaletta (II sec.d.C.- dall'Area del Sacrario di Giuturna)

stele con immagine di Dioscuri (II/III sec.d.C. (II sec.d.C.- dall'Area del Sacrario di Giuturna)
La rampa era costituita da sette tratti di salita con sei tornanti (o pianerottoli).
L'architetto e archeologo Giacomo Boni aveva ricostruito le volte dei primi due tratti.
Oggi sono accessibili al pubblico i quattro tratti totali sopravvissuti ai crolli.

La rampa incrociava due strade importanti: la Via Nova (all'altezza della fine della seconda salita), e il Clivio della Vittoria (alla fine della quarta salita).

Clivio della Vittoria
In epoca tiberiana sul primo ballatoio vi fu inserita una scala di collegamento con l'atrio, che rimase in uso fino in epoca tardoantica con la Chiesa di Santa Maria Antiqua venutasi ad installare. 


Nascosta da un muro, in epoca adrianea, fu creata qui anche una piccola latrina.

latrina del primo ballatoio
Nel II secolo d.C. fu inserita un'altra scaletta che da questo ballatoio portava al piano superiore del portico dell'atrio.

scala che dal primo ballatoio portava al piano superiore dell'atrio
Proseguendo l'ascesa, in una piccola saletta sono esposti reperti provenienti dalla Chiesa di Santa Maria Antiqua.

sala espositiva della rampa
capitello corinzio (età domizianea)

da sinistra: frammento di fregio con rami d'alloro (età augustea), fusto di colonna con decorazione vegetale (I/II sec.d.C.) e trapezoforo (I/II sec.d.C.)
capitello ionico (V/VI sec.d.C.)

















Il percorso termina con un affaccio sul Foro veramente spettacolare!

panorama dall'affaccio al termine della rampa
Per il futuro s'attende la realizzazione di un itinerario di visita che da qui, percorrendo il Clivio della Vittoria, attraversando la Domus Tiberiana, porterà alle Scalae Caci, alla Casa di Augusto e ai templi sacri dell'antica acropoli.

La fruibilità del sito è stata possibile grazie all'allestimento di moderne strutture removibili che non hanno alterato affatto l'atmosfera suggestiva del luogo.

opere moderne di restauro e di fruibilità del sito
opere moderne di restauro e di fruibilità del sito

ATTENZIONE: la mostra dei reperti esposti nella Rampa imperiale terminerà il 10 gennaio 2016.

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Nella zona accanto all'Oratorio dei Quaranta Martiri, tra la Casa delle Vestali e il Tempio dei Castori, si trovano i resti della Fonte di Giuturna (Lacus Iuturnae)

Fonte di Giuturna
Giuturna era la ninfa sorella di Turno, re dei Rutuli.
Il culto della ninfa proveniva da Lavinio, dove si trovava una fonte omonima dalla quale i Romani prendevano l'acqua che usavano nei sacrifici.
L'acqua che sgorgava dalla sorgente situata nel Foro aveva caratteristiche medicamentose.

vasca della Fonte di Giuturna
La fonte di età arcaica (VI sec.a.C.), nel II secolo a.C. venne racchiusa in un bacino rettangolare ed ornata da statue: Apollo, Esculapio, Serapide e Dioscuri.

vasca della Fonte di Giuturna con ara
Si narrava infatti che i due cavalieri gemelli, Castore e Polluce, figli di Giove e Leda, avessero annunciato qui la vittoria di Roma sui Latini al Lago Regillo (496 o 499 a.C.), abbeverando i loro cavalli con l'acqua della fonte.

Il basamento posto nel centro sorreggeva il gruppo scultoreo dei due cavalieri Dioscuri con i loro due cavalli.

Dioscuri con cavalli (II sec.d.C. - dall'Area del Sacrario di Giuturna)
Il gruppo scultoreo del II secolo d.C. fu ritrovato fatto intenzionalmente in pezzi nella vasca della fonte.
Le figure maschili sono in marmi diversi. 

particolare del gruppo scultoreo
particolare del gruppo scultoreo






















Nella vasca vi era l'ara in marmo bianco lunense (II sec.d.C.) con la raffigurazione dei divini gemelli Castore e Polluce sulla facciata anteriore.

facciata anteriore dell'ara: Castore e Polluce (II sec.d.C. - dall'Area del Sacrario di Giuturna)
Sulla facciata sinistra è raffigurato Giove con scettro e fulmine, mentre su quella destra Leda, la madre dei Dioscuri con a fianco il cigno.

facciata sinistra dell'ara: Giove (II sec.d.C. - dall'Area del Sacrario di Giuturna)
facciata destra dell'ara: Leda (II sec.d.C. - dall'Area del Sacrario di Giuturna)
Nella posteriore è invece raffigurata una divinità femminile con una fiaccola accesa (forse la ninfa Giuturna).

facciata posteriore dell'ara: Divinità femminile  (II sec.d.C. - dall'Area del Sacrario di Giuturna)
La fontana fu più volte ristrutturata e rivestita in marmo.
Venne anche costruito un sacello dedicato a Giuturna ed un pozzo per la raccolta delle acque.
 
Il puteale della fonte di Giuturna è un pozzo in marmo bianco posto davanti al sacello di Giuturna (sul posto oggi si trova una copia).

puteale (I sec.a.C. - dall'Area del Sacrario di Giuturna)
In epoca augustea (I sec.a.C.) fu il magistrato Marcus Barbatius Pollio a dedicarlo alla ninfa, come è iscritto sul bordo e sul cilindro della vera del pozzo.

sacello della Fonte di Giuturna
copie della vera del pozzo e della cosiddetta Ara di Giuturna
Nel IV secolo d.c. la Fonte di Giuturna divenne la sede dell'ufficio per la cura degli acquedotti (Statio Aquarum).
La fonte era nota anche in età medievale per le sue proprietà salutari.

Apollo (I/II sec.d.C. - dall'Area del Sacrario di Giuturna)
Fu ritrovata sempre negli scavi del vano sul retro della Fonte di Giuturna una statua di Apollo in marmo greco (I/II sec. d.C.), fatta anch'essa in frammenti, che come gli altri reperti del sito sono esposti temporaneamente nel Tempio del Divo Romolo, posto sulla Via Sacra, non molto distante dalla fonte.

esposizione nel Tempio di Romolo
Il tempio del IV secolo d.C., a forma circolare con due ambienti absidali laterali, si ritiene fosse stato il luogo di culto eretto da Massenzio in memoria del figlio Valerio Romolo morto nel 309 d.C. in giovane età.

Tempio di Romolo
ingresso al Tempio di Romolo
Altri ritengono che fosse il vestibolo del Foro della Pace, o il Tempio di Giove Statore o la Sala delle Udienze del Prefetto della città.

Il tempio ha una facciata ad emiciclo con due nicchie ai lati del portale romano in bronzo, forse recuperato da un edificio del II/III secolo d.C.
La serratura originaria è ancora funzionante.

portale in bronzo del Tempio di Romolo
Nel VI secolo l'aula del Foro della Pace venne trasformata nella Basilica di Cosma e Damiano, e il Mausoleo di Romolo divenne (fino al 1632), l'ingresso alla basilica dalla Via Sacra del Foro.

Urbano VIII fece rialzare d 8m il pavimento della chiesa e del vestibolo e gli ambienti accessibili dal Foro divennero ipogei, tramite quattro pilastri portanti e tramezzature.

Nel medioevo il tempio, che possedeva e possiede tutt'oggi due sorgenti ritenute in tempo salutari, era meta di pellegrini.

Nella cripta vi sono la pittura più antica (X secolo): una Madonna col Bambino tra Santi (forse Cosma e Damiano).

ingresso alla cripta
Sulle pareti del tempio vi sono affreschi del XIII secolo: velari e un Cristo tra Maria Maddalena e Maria Salomè (nella grande nicchia a sinistra).

grande nicchia del tempio con affreschi con sarcofago in terracotta
velari (XIII secolo)
Cristo tra Maria Maddalena e Maria Salomè (XIII secolo)
In un monumento funerario a mensa d'altare (XIII secolo), vi è raffigurata una Madonna con Bambino trai Santi Cosma e Damiano (di Jacopo Torriti).

monumento funerario del tempio
Madonna col Bambino tra i Santi Cosma e Damiano (XIII secolo - Jacopo Torriti)
E' qui presente anche un sarcofago in terracotta che conteneva reliquie sante.


Nel XIX secolo il tempio fu riportato alla quota antica e riallestito il portale originale.
Fu poi eliminata nel 2000 la volta barocca.

ATTENZIONE: la mostra allestita nel Tempio di Romolo sarà visitabile sino al 10 marzo 2016.

www.archeoroma.beniculturali.it
Orario: ultima domenica di ottobre/15 febbraio    8.30/16.30
             16 febbraio/15 marzo                               8.30/17.00
             16 marzo/ultimo sabato di marzo             8.30/17.00
             ultima domenica di marzo/31 agosto        8.30/19.15
             settembre                                                  8.30/19.00
             1 ottobre/ultimo sabato di ottobre             8.30/18.30
Costo:  12€   (Foro Romano + Palatino + Colosseo)   
             Prima domenica del mese GRATIS


CONCLUSIONI
I nuovi percorsi resi accessibili al pubblico nel Foro Romano regalano vere emozioni anche a chi ha, come me, visitato questo sito archeologico moltissime volte.
La rampa imperiale è davvero suggestiva e impressionante per le sue dimensioni.
La piccola mostra allestita al suo interno è molto esauriente e curata, come anche quella del Tempio di Romolo, che permette di vedere opere che si conservavano nell'Antiquarium Palatino, da anni chiuso al pubblico.
Ho apprezzato anche la maggior cura nel mantenimento del Foro Romano nel suo complesso, rispetto alla mia ultima visita di soli pochi mesi fa (bene!).
A chi volesse visitare queste due mostre consiglio di affrettarsi, visto che non saranno allestite ancora per molto...e nel frattempo vi rimando alla mia prossima visita al Foro, quando verrà riaperta al pubblico la Chiesa di Santa Maria Antiqua, un vero gioiellino!