giovedì 29 marzo 2018

Buona Pasqua 2018


                        BUONA PASQUA!



martedì 27 marzo 2018

Celleno: il fascino di una città fantasma


Visitando la Tuscia viterbese, quasi per caso, seguendo i cartelli marroni che lo indicavano come luogo d'interesse turistico, siamo giunti a Celleno, un borgo pervaso da un affascinante silenzio.

Il borgo antico, arroccato su uno sperone tufaceo, posto tra due torrenti che sfociano nel fiume Tevere, e tra i laghi di Bolsena e di Alviano, ha catturato subito il nostro interesse e ci siamo fermati per visitarlo.

borgo vecchio visti dal borgo extramoenia
Celleno è un borgo che a causa di due rovinosi terremoti, avvenuti nel 1696 e nel 1855, è stato abbandonato definitivamente nel XIX secolo dai suoi abitanti, che si sono trasferiti nel borgo nuovo, a circa un chilometro di distanza.

rovine del borgo antico di Celleno
Per il filosofo e storico greco Dionigi di Alicarnasso, Celleno fu fondata ancor prima dell'assedio di Troia da Italo, discendente di Enotro (uno dei cinquanta figli di Licaone e Cillene), in memoria della figlia Cilenia.
Per altri il nome del borgo deriverebbe dal nome di Celeno, una delle arpie figlie di Taumante ed Elettra (sullo stemma del borgo è raffigurata un'arpia, ma è una rappresentazione comparsa in tempi recenti).
Molti invece attribuiscono l'origine del nome alla presenza di grotte, cavità, chiamate "celle", nell'area in cui il paese sorge.
Si hanno testimonianze della frequentazione di questo luogo che risalgono al VII a.C.
In epoca etrusca era un centro posto sull'asse che collegava i monti Volsini a Ferento.
Dopo essere stata sottomessa dai Romani nel III secolo a.C., fu saccheggiata alla fine dell'impero romano dai Goti e dai Longobardi.
Nel 774 Carlo Magno, dopo aver sconfitto i Longobardi, consegnò Celleno alla giurisdizione della Chiesa che a sua volta lo affidò alla famiglia dei Monaldeschi della Cervara.
Nel 1026 il re dei Franchi Corrado II il Salico concesse il territorio alla famiglia dei Conti di Bagnoregio per poter controllare la zona. 
Nel 1316 Celleno fu assediata e depredata dalle truppe di Orvieto, e rimase sotto il loro dominio sino al 1392, anno in cui, per intercessione della Santa Sede, passò di nuovo a Viterbo, e venne affidata per decenni a vicari.
Dopo essere appartenuta per cento anni alla famiglia Gatti, Celleno fu affidata dal 1527al cardinale Franciotto Orsini, e rimase della famiglia Orsini fino al 1580, per poi essere affidato alla Camera Apostolica fino all'Unità d'Italia.

Ai piedi del borgo antico si trova la quattrocentesca Piazza del Mercato o "Torracchio".

Piazza del Mercato e Castello Orsini
Dalla piazza si può accedere direttamente al borgo antico varcando la porta posta nella cortina difensiva alta più di 10m e salire, tramite una scalinata che gira intorno al fossato, alla piazza principale.

porta d'accesso al borgo antico in Piazza del Mercato
scalinata d'accesso alla piazza principale del borgo antico
scalinata d'accesso al borgo antico
Si può notare facendo questo percorso la struttura imponente del castello con la sua muratura a scarpa, e la cosiddetta Torre piccola, una torre di guardia.

Torre piccola e muratura a scarpa
In alternativa, si può percorrere il ripido pendio scalinato di Via del Ponte, sino a giungere al piccolo arco di Porta Vecchia.

Via del Ponte e Castello Orsini
Porta Vecchia e Castello Orsini
Porta Vecchia
scorcio del borgo extramoenia di Celleno dal borgo antico
Sulla Piazza del Comune, così chiamata perché per un certo periodo il castello divenne sede del Comune, sorgono gli edifici meglio conservati o ristrutturati.


Piazza del Comune con palazzo diroccato, campanile della Chiesa di S.Donato e palazzetto rinascimentale restaurato
Piazza del Comune vista da Porta Vecchia
L'ingresso al Castello Orsini è preceduto da un ponte levatoio a duplice arcata che scavalca il fossato.

Castello Orsini
fossato del castello e ponte levatoio a duplice arcata
L'austera facciata, ingentilita da un bel portale, denota la funzione difensiva del castello.
 
facciata del Castello Orsini

portale d'accesso al castello
Il castello fu acquistato dal pittore Enrico Castellani, uno dei più importanti artisti del Novecento, che lo ha ristrutturato e abitato fino alla sua morte (dicembre 2017).
Sulla sinistra del castello si erge la Chiesa di S.Carlo costruita nel 1615 con la Bolla di Paolo V per i padri Riformati.

Chiesa di S.Carlo
La piccola chiesa, a navata unica, ha un portale in basalto con timpano racchiudente il simbolo del Calvario e presenta sulla destra della facciata un piccolo campanile a vela.

facciata della Chiesa di S.Carlo
Sul lato opposto della piazza si trova la Chiesa di S.Donato, la chiesa madre della comunità.

facciata laterale della Chiesa di S.Donato
facciata laterale e campanile della Chiesa di S.Donato
La chiesa fu costruita in stile romanico intorno all'anno 1000, ma ruotata di 90° e trasformata in una chiesa a tre navate in stile neoclassico nel XVIII secolo.

Ridotta ormai ad un rudere nel quale cresce la vegetazione, conserva un portale laterale del XII secolo dai conci sagomati e lavorato con un profondo toro, e dagli ampi stipiti a dentelli e punte di diamante in pietra basaltica.

portale laterale della Chiesa di S.Donato
particolare della decorazione dello stipite del portale della chiesa
Appartiene alla chiesa il campanile quadrangolare a tre ordini, costruito in materiale tufaceo.
Il suo orologio sembra aver rinunciato a segnare il trascorrere del tempo.

campanile della Chiesa di S.Donato
finestra del primo ordine del campanile con iscrizione
particolare di un mattone inciso del campanile
I vicoli e le stradine che si diramano dalla piazza sono diroccati, fatiscenti, e in alcuni casi rimane in piedi solo l'ossatura...dall'esterno delle finestre s'intravedono scorci di cielo, ma con un po' di immaginazione si può ancora vedere scorrere la vita tra le pareti di quelle abitazioni, o l'attività delle botteghe che un tempo erano collocate al piano terra.

palazzi restaurati e palazzi diroccati del borgo antico
palazzo diroccato
...scorci di cielo dalle finestre
palazzo diroccato a strapiombo
resti di un palazzo all'ingresso del borgo
resti di un edificio
edificio del borgo
un vicolo del borgo
passaggio d'accesso ai locali di un'abitazione
interni di abitazioni con resti di pittura sulle pareti
resti delle travi in legno che reggevano i piani dell'edificio crollati
decorazione di una finestra
Durante le feste natalizie si rappresenta nelle vie del borgo antico, illuminate da fiaccole, un suggestivo Presepe vivente, con figuranti che interpretano i mestieri di un tempo, e in alcuni locali di queste case hanno ambientato botteghe, una locanda e anche una prigione.

ambientazione delle carceri
ambientazione di una locanda con forno
volta del forno
Terminata la breve ma suggestiva visita del borgo vecchio, si riscende verso il borgo nuovo, per visitare le chiese che si trovano extramoenia.

borgo nuovo ai piedi del borgo vecchio
case del borgo extramoenia
La più vicina è la Chiesa di S.Rocco, posta all'ingresso dell'abitato perché il Santo al quale è dedicata proteggeva la popolazione dalle pestilenze.

Chiesa di S.Rocco
Sulla facciata si apre un bel portale in peperino, che per alcuni studiosi è costituito da elementi di costruzioni sepolcrali provenienti da Ferento (città con la quale avevano combattuto e vinto nel 1171 gli abitanti di Celleno accanto alle truppe viterbesi).

portale in peperino della chiesa
particolare del portale
Al di sopra del portale si trova lo stemma della famiglia Orsini.

portale della chiesa sormontato dallo stemma Orsini
L'interno, a navata unica e con il soffitto a capriate, conserva sull'altare maggiore un Crocifisso ligneo della seconda metà del '600.

navata della Chiesa di S.Rocco
apparato barocco dell'altare maggiore
La scultura è alta 1,70m ed è snodabile, per permettere di portare il Cristo morto in processione con le braccia lungo il corpo.

macchina votiva a spalla per processione conservata nella chiesa
Il Crocifisso è circondato da una raggiera dorata ed è posto sotto un baldacchino, costituendo un apparato barocco.

Crocifisso ligneo (XVII sec.)
Lungo la navata si possono vedere ancora lacerti di affreschi rinascimentali.

lacerti di affreschi rinascimentali della chiesa
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Alla fine del paese si trovano il Convento e la Chiesa di S.Giovanni Battista.

ex Convento e Chiesa di S.Giovanni Battista
Il convento fu fondato nel XVII secolo, concesso da Paolo V dove vi era già una chiesa romanica, di cui si conserva l'abside ad archetti pensili di stile lombardo (X/XI secolo).

abside della chiesa romanica
Dalla strada si possono vedere il fianco sinistro della chiesa romanica e la facciata della chiesa principale, raccordate da una serie di quattro archi.

arcate che uniscono la chiesa romanica alla facciata della chiesa principale
Se avessimo avuto più tempo a disposizione avremmo visitato il chiostro e gli affreschi del XVI/XVII secolo.
L'ex struttura conventuale fu venduta a un privato nel 1968 ed oggi ospita un Centro Comunitario.

ingresso al Convento
campanile a vela decorato della Chiesa di S.Giovanni Battista

Percorrendo la strada che congiunge il borgo di Celleno alla chiesa, si vede sul muro che circonda i terreni del convento le edicole di una Via Crucis.
Sono prive delle formelle in ceramica del XVIII secolo perché trafugate.


CURIOSITÀ: Celleno è anche Terra delle ciliegie, alle quali è dedicata una sagra la seconda domenica di giugno.
Nel programma della manifestazione, oltre ai carri allegorici, spettacoli e degustazioni di questo prodotto, è compresa anche una gara di "sputo del nocciolo".

campagna intorno Celleno

CONCLUSIONI
Ho letto che si sta avviando un piano di recupero e restauro del borgo, per non dimenticare e valorizzare quest'angolo di Tuscia, ricco di storia e di fascino, ancora non invaso dal turismo di massa.
A volte il vagabondare senza una precisa meta porta a imbattersi in gradite sorprese: è stato questo il caso in cui, non avendo programmato la visita di questo borgo abbandonato, ci è stata offerta l'opportunità di scoprirne la sua affascinante bellezza.