mercoledì 14 aprile 2021

Firenze: la Cappella Pazzi nel chiostro della Basilica di S.Croce

Dopo aver visitato la Basilica di S.Croce, uscendo dal portale posto lungo la navata destra, si può accedere al trecentesco Chiostro Grande detto "di Arnolfo", perché attribuito ad Arnolfo di Cambio. 

Chiostro Grande della Basilica di S.Croce

Chiostro Grande della Basilica di S.Croce

Annessi al convento della Basilica di S.Croce vi sono altri due chiostri: il chiostro detto "del Brunelleschi" (attribuito al grande architetto, commissionato da Tommaso Spinelli, mecenate, banchiere e finanziatore di papa Paolo II, e ultimato nel 1453 probabilmente da Bernardo Rossellino), e il chiostrino antico.

Il Chiostro Grande, tenuto oggi a giardino, ha una forma irregolare: era infatti diviso inizialmente in due parti da un fabbricato perpendicolare alla chiesa che si congiungeva all'ultima campata del Refettorio, costruito anch'esso nel Trecento.

Molti monumenti funebri erano addossati a questo fabbricato, e il chiostro, essendo stato usato per secoli come luogo di sepoltura, veniva anche detto "dei morti". 

Nel 1869 venne poi demolito l'edificio centrale ed è per questo quindi che oggi la sua forma è costituita dalla sovrapposizione di un recinto rettangolare con uno quadrato.

Nel 1870 venne poi abbattuto il corpo di fabbrica rivolto verso Piazza S.Croce e poi ricostruito in forme trecentesche a richiamare il loggiato sopraelevato che costeggia il fianco destro della chiesa, dove furono spostati numerosi monumenti funebri posti nel chiostro. 

loggiato trecentesco del Chiostro Grande

loggiato trecentesco del Chiostro Grande

A metà circa del loggiato spicca il Monumento funebre di Louise de Favreau, poetessa delle Indie occidentali (oggi chiamate Antille francesi), morta a soli 17 anni. 

Monumento funebre di Louise de Favreau (Fèlicie de Fauveau - 1854)

Il monumento fu realizzato ad altorilievo nel 1854 dalla scultrice Fèlicie de Fauveau (che fu la prima donna artista a partecipare all'Esposizione di Parigi e al Salon di Parigi nel 1827, oltre ad essere stata ispiratrice di scritti di Alexandre Dumas e Stendhal), che s'ispirò ad una poesia della giovane poetessa. Il monumento era stato realizzato per essere posto nella Cappella Medicea della basilica.

I sottili pilastrini ottagonali del chiostro hanno capitelli a foglie d'acqua.

Nella parte quadrata del chiostro, circondata da cipressi, si trova la statua di Baccio Bandinelli raffigurante il Padre Eterno Benedicente, scolpita nel 1549 per il coro della Cattedrale di S.Maria del Fiore e trasferita qui nel 1843.

Padre Eterno Benedicente (Baccio Bandinelli - 1549)

Padre Eterno Benedicente (Baccio Bandinelli - 1549)
Anche nella parte rettangolare del chiostro si trova una scultura: è una delle sei copie del "Warrior with shield" un guerriero in bronzo scolpito da Henry Moore, che doveva essere posto sul Terrazzo di Saturno di Palazzo Vecchio ma che fu poi sistemato in questo sito nel 1987. La scultura era stata donata dopo la morte dell'artista dalla vedova Irene al British Institute

Warrior with shield (Henry Moore)

Lungo l'ala del chiostro costituita dal fabbricato che divide il Chiostro Grande dal Chiostro detto "del Brunelleschi" si aprono due portali: il primo, realizzato da Bernardo Rossellino,  sormontato da due stemmi con l'arma della famiglia Spinelli, funge da ingresso al Museo dell'Opera di S.Croce e al Chiostro detto "del Brunelleschi", mentre il secondo era l'ingresso alla già Cappella della famiglia Cerchi (oggi quarta sala espositiva del museo), sormontato dall'arma della casata.

ingresso dal Chiostro Grande al Museo dell'Opera di S.Croce e al Chiostro detto "del Brunelleschi"

ingresso dal chiostro alla Cappella dei Cerchi

Ma sicuramente il motivo più importante per il quale si visita il Chiostro Grande è la Cappella Pazzi, che per le proporzioni e l'eleganza formale costituisce un capolavoro architettonico del primo Rinascimento. 

facciata della Cappella Pazzi

La cappella, realizzata tra il 1441 e il 1478, è considerato un capolavoro di Filippo Brunelleschi, ma molti studiosi pensano che forse sia da attribuire a Michelozzo di Bartolomeo (l'architetto che progettò Palazzo Medici-Riccardi).

Fu Andrea de' Pazzi, membro della famosa famiglia di banchieri fiorentini, che si offrì di costruire una cappella familiare dedicata a Sant'Andrea che doveva anche fungere da Sala Capitolare, in sostituzione di quella distrutta da un incendio nel 1423 insieme al dormitorio e a parte della biblioteca del convento.

La cappella venne ricavata tra spazi già esistenti, tra la Sagrestia e il Transetto della basilica.

La facciata della cappella, rimasta incompiuta, viene preceduta nella parte bassa da un portico, realizzato nel 1461 e attribuito anche a Giuliano da Maiano.

portico della Cappella Pazzi
Il portico, che ricorda la struttura degli archi trionfali romani, è costituito da sei colonne corinzie sostenenti un attico.

Il portico, coperto da una volta a botte decorata con cassettoni, è interrotto al centro da un'arcata a tutto sesto, in corrispondenza della quale vi è una cupoletta coperta da rosoni in terracotta invetriata con stemmi della famiglia Pazzi, opera di Luca della Robbia.

Agli angoli della cupoletta sono state realizzate conchiglie a rilievo e al centro lo stemma dei Pazzi con delfini raffigurati all'interno di una ghirlanda di foglie e frutti. E' anche riportata la data 1461 A.D. 10 giugno, data della realizzazione del portico. 

portico della Cappella Pazzi

Il fregio della trabeazione con teste di cherubini è attribuito a Desiderio da Settignano e ad artisti della scuola di Donatello.

Sopra la porta d'ingresso della cappella si trova un tondo con la raffigurazione di Sant'Andrea (Santo a cui la cappella è stata dedicata in quanto protettore del committente), opera di Luca della Robbia.

Sull'architrave del portale due Angeli reggono un tondo con due delfini e cinque crocette ricroccate, l'arma moderna della famiglia Pazzi.

Sul timpano si trova raffigurato a rilievo Sant'Andrea tra due Angeli.

battente ligneo del portale della Cappella Pazzi (Giuliano da Maiano - 1472)

I battenti lignei, intagliati con figure floreali e geometriche e al centro gli stemmi del Popolo e del Comune, sono opera di Giuliano da Maiano (1472).

Ai lati del portale sono stati realizzati due finestroni incorniciati da lesene.

La cupola, terminata nel 1459, ha una forma ad ombrello divisa in 12 spicchi con oculi, poggiante su un tamburo con scritta "11 ottobre 1459 si fornì", ed è sormontata da una lucerna sostenuta da sei colonnine rifatta alla fine del XIX secolo su modello di quella della Sagrestia Vecchia della Basilica di S.Lorenzo.

cupola con tamburo e lanterna della Cappella Pazzi

L'attico nella parte superiore della facciata è suddiviso in riquadri da coppie di lesene che sostengono una trabeazione con fregio strigilato. 

in alto: attico con fregio strigilato

Il coronamento, rimasto incompiuto, è protetto da una tettoia: nel progetto era stato previsto un coronamento della facciata a timpano.

Varcato l'ingresso della cappella si può immediatamente avvertire l'eleganza e la sobrietà delle decorazioni che ornano l'ambiente a pianta centrale.
interno della Cappella Pazzi

La cappella, come il Cappellone degli Spagnoli del Chiostro della Basilica di S.Maria Novella, è costituito da un vano principale a pianta rettangolare e da una scarsella.

La parte centrale è costituita da un cubo sormontato da una semisfera (come la Sagrestia Vecchia della Basilica di S.Lorenzo). 

Sottili costoloni a rilievo delimitano le 12 vele della volta che copre la parte centrale.

volta della parte centrale della Cappella Pazzi

La volta s'innesta su pennacchi sferici decorati con quattro tondi policromi in terracotta contenenti le raffigurazioni dei Quattro Evangelisti, attribuiti a Luca della Robbia (ma anche al Brunelleschi). Sono presenti nei pennacchi anche quattro stemmi dei Pazzi. 

particolare della cupola della cappella: due pennacchi della volta

S.Marco / stemma Pazzi (Luca della Robbia)

S.Matteo / stemma Pazzi (Luca della Robbia)

S.Luca / stemma Pazzi (Luca della Robbia)

S.Giovanni / stemma Pazzi (Luca della Robbia)
La parte centrale è affiancata da due ali (ciascuna larga 1/5 rispetto alla parte centrale), coperte da volte a botte cassettonate e con rosoni.


copertura della parte centrale (cupola) e di una delle ali (volta a botte cassettonata)

copertura della parte centrale (cupola) e di una delle ali (volta a botte cassettonata)

motivo ad arco della parete dell'ala laterale

Lungo il perimetro della cappella corre una panca in pietra serena che era occupata dal clero quando la cappella veniva usata come Sala Capitolare.

Paraste corinzie, anch'esse in pietra serena, scandiscono l'ambiente con fondo costituito da intonaco bianco. Le paraste si uniscono alle membrature della trabeazione.

Lungo il perimetro corre un fregio con cherubini e con l'Agnello, simbolo di Redenzione e dell'Arte della Lana.

L'arco d'accesso alla scarsella è ripetuto sulle altre pareti insieme all'oculo della parete d'ingresso alla cappella.

I dodici medaglioni in terracotta invetriata con le raffigurazioni dei Dodici Apostoli posti tra le paraste delle pareti furono realizzati da Luca della Robbia. 

da sinistra: S.Tommaso / S.Simone / S.Mattia (Luca della Robbia)

da sinistra: S.Bartolomeo / S.Matteo / S.Pietro (Luca della Robbia)

da sinistra: S.Giacomo Minore/ S.Filippo / S.Giuda Taddeo (Luca della Robbia)

da sinistra: S.Giovanni / S.Giacomo Maggiore / Sant'Andrea (Luca della Robbia)

La scarsella, a pianta quadrata, è larga 1/5 della larghezza della cappella, ed è preceduta da tre gradini. 

scarsella della Cappella Pazzi

Sul fondo della scarsella si trovano due vetrate realizzate su disegno di Alessio Baldovinetti: Sant'Andrea (nella vetrata rettangolare) e il Padre Eterno (nell'oculo). 

Sant'Andrea (dis. Alessio Baldovinetti)

Padre Eterno (dis.Alessio Baldovinetti)

L'altare è di scuola donatelliana e non presenta una pala d'altare.

altare della Cappella Pazzi

Sulla parete destra una porta conduceva al luogo di sepoltura della famiglia, di fatto mai occupato da nessuna sepoltura.

Nella parete sinistra vi era invece l'accesso alla basilica (poi chiuso).

La scarsella è coperta da una cupoletta dalla volta stellata.

cupoletta della scarsella con volta celeste

Sullo sfondo della volta celeste realizzato in azzurrite sono raffigurate con oro e chiaroscuro le costellazioni che transitavano sopra Firenze il 4 luglio 1442.

La volta venne dipinta, come la volta della scarsella della Sagrestia Vecchia della Basilica di S.Lorenzo, da Giuliano d'Arrigo detto "il Pesello" su indicazioni dell'astronomo e matematico Paolo del Pozzo Toscanelli.

La volta della scarsella della Sagrestia Vecchia e la volta della scarsella della Cappella Pazzi sono identiche tranne che per la data di realizzazione (questa mappa astronomica venne realizzata 12 anni dopo quella della Sagrestia Vecchia), e per le dimensioni (quella della Cappella Pazzi è minore anche se identica nelle proporzioni).

Non si ha la certezza del motivo della scelta di quella precisa data da rappresentare. Una delle ipotesi più accreditate sembra essere la venuta a Firenze di Renato d'Angiò che avrebbe potuto comandare la nuova crociata in Terrasanta. Di fatto Renato d'Angiò tenne a battesimo il figlio di Piero Pazzi a cui fu dato appunto il nome di Renato.

Al momento della costruzione della cappella la famiglia dei Pazzi era alleata della famiglia dei Medici.

Ma nel 1478 vi fu quell'evento drammatico che è passato alla storia con il nome di Congiura dei Pazzi: il 26 aprile, giorno di Pasqua, nella Cattedrale di S.Maria del Fiore venne teso a Giuliano e Lorenzo de' Medici un agguato ordito da Jacopo e Francesco de' Pazzi insieme all'arcivescovo di Pisa Francesco Salviati e a Federico da Montefeltro, duca di Urbino. Lorenzo de' Medici si salvò mentre il fratello Giuliano perì sotto i colpi dei congiurati. La famiglia dei Pazzi fu condannata e i suoi beni vennero confiscati ed è per questo che la loro cappella rimase in parte incompiuta.

ATTENZIONE: dato il momento d'emergenza a causa del COVID-19 le modalità di visita sono soggette a variazioni. Consultare quindi il sito ufficiale per maggiori informazioni:

http://www.santacroceopera.it/it/ArchitetturaEArte_CappellaPazzi.aspx


CONCLUSIONE                                                                                                                        E' davvero emozionante visitare un sito come la Cappella Pazzi, testimonianza del cambiamento stilistico nell'architettura e nella decorazione, di quello stile che ha reso Firenze famosa in tutto il mondo come culla del Rinascimento italiano. 

 


Firenze: la Basilica di S.Croce, la più grande chiesa francescana al mondo

La Basilica di S.Croce, grandioso esempio di gotico italiano, è considerata la più grande chiesa francescana al mondo ed è il secondo edificio religioso più grande per dimensioni a Firenze.

Nel 1211 Francesco d'Assisi visitò Firenze e tra il 1226 e il 1228 alcuni seguaci del Santo si stabilirono su un'isoletta lambita da due bracci dell'Arno, in una zona fuori dalle mura della città.
Qui fondarono un oratorio, che venne prima ingrandito e poi ristrutturato nel 1252.

Nel 1294 si decise di ricostruire ex novo l'edificio religioso e venne incaricato del progetto molto probabilmente Arnolfo di Cambio.

La chiesa venne ultimata forse intorno al 1385, ma venne consacrata il 6 gennaio 1443 (1444 nel calendario moderno), dal cardinal Bessarione alla presenza di papa Eugenio IV.

Ma la facciata era ancora incompiuta e tale rimase per altri tre secoli. 

Nel 1437 era stato posto sulla facciata un tondo in pietra con il Cristogramma di Bernardino da Siena (IHS) in un sole raggiante. 

timpano della facciata: Cristogramma di Bernardino da Siena

Il Cristogramma è circondato dalla stella di David (formata dall'intreccio di due triangoli equilateri), forse un'allusione alla fede ebraica dell'architetto che poi nel XIX secolo realizzò la facciata (Niccolò Matas).

Venne anche realizzato nel XV secolo il rosone (con diametro di 6m) su disegno di Lorenzo Ghiberti, raffigurante una Deposizione

rosone dall'esterno
 
controfacciata: rosone con Deposizione (attr.Lorenzo Ghiberti - XV sec.)

rosone con Deposizione (attr.Lorenzo Ghiberti - XV sec.)

Sul portale centrale era invece stata posta la statua di S.Ludovico di Tolosa, opera in bronzo dorato di Donatello, già in Orsanmichele,ed oggi conservata nel Refettorio del convento della basilica.

La prima pietra della facciata (rimasta fin a quel momento con un paramento in pietraforte), fu posta nel 1857 da papa Pio IX. E' opera di Niccolò Matas e venne ultimata nel 1865.

facciata della Basilica di S.Croce

La facciata, preceduta da otto scalini, venne realizzata con marmi policromi: marmo bianco di Seravezza, rosso da Cintola e da Bolgheri, verde chiaro da Prato, serpentino scuro da Pisa, nero da Asciano, giallo da Siena e rosso dall'Egitto. 

particolare della facciata con "Alfa e Omega"

particolare della facciata col stemma francescano nella cuspide del portale

Nelle tre lunette dei portali sono raffigurate scene ispirate alla Leggenda della Vera Croce: il Ritrovamento della Croce (portale laterale sinistro), opera di Tito Sarrocchi, il Trionfo della Croce (portale centrale), opera di Giovanni Duprè, e la Visione di Costantino (portale laterale destro), opera di Emilio Zocchi.

lunetta portale laterale sinistro: Ritrovamento della Croce (Tito Sarrocchi - 1860)

lunetta portale centrale: Trionfo della Croce (Giovanni Duprè - 1861)

lunetta portale destro: Visione di Costantino (Emilio Zocchi - anni '60 del XIX sec.)

Le ante lignee del portale centrale appartennero alla Cattedrale di S.Maria del Fiore fino al 1903.

ante lignee del portale centrale

I fianchi della basilica hanno un paramento in pietraforte a vista e sono  ritmati da timpani triangolari ad imitare false campate della navata. Ogni scomparto presenta una bifora. I pluviali sono a forma di testa umana o leonina.

fianco sinistro della Basilica di S.Croce

fianco destro della Basilica di S.Croce

Il fianco sinstro presenta un porticato detto delle "Pinzochere", sotto il quale sono stati posti stemmi gentilizi,  il Monumento funebre di Alamanno Caviccioli (1337) e il Monumento funebre di Francesco de' Pazzi (opera di seguaci di Tito di Camaino).

Il campanile neogotico è stato realizzato in pietraforte da Gaetano Baccani tra il 1842 e il 1847. 

campanile della Basilica di S.Croce (visto al Chiostro Grande)

Il campanile è traforato da monofore e scandito da cornici. E' alto 78,45m. La lanterna a cuspide è sormontata da una ghiera.

Il campanile originale sorgeva sull'abside ma crollò nel 1521. Francesco da Sangallo ne progettò uno alla sinistra della facciata, ma l'opera rimase incompiuta: era rimasto solo il basamento che veniva chiamato "Masso di S.Croce".

Il campanile fu infine costruito presso la Sagrestia

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Si entra nella basilica dal portale posto sul fianco sinistro dell'edificio.

Avendo dedicato un post alle sepolture delle" itale glorie" poste lungo le pareti delle navate laterali e sul pavimento delle basilica, salterò la descrizione di questi monumenti o lastre terragne, limitandomi (si fa per dire, sono moltissime!) a descrivere le opere d'arte raccolte nella basilica.

Se entrando ci si volta a guardare il portale da cui abbiamo avuto accesso, si vede una sovrapporta sulla quale è raffigurato l'Incontro tra S.Francesco d'Assisi e S.Tommaso d'Aquino (opera di scuola fiorentina).

organo a canne / sovrapporta: Incontro tra S.Francesco d'Assisi e S.Tommaso d'Aquino (scuola fiorentina)

Il portale è sormontato dall'organo a canne che originariamente venne realizzato nel 1579 da Onofrio Zeffirini da Cortona, con cassa progettata da Giorgio Vasari. L'organo venne poi demolito e ricostruito più grande nel 1929.

La cantoria in marmo è identica a quella contrapposta sulla navata destra, e furono realizzate nel XVI secolo durante i lavori di restauro attuati nella basilica da Giorgio Vasari.

Anche la cantoria lungo la navata destra è posta sopra ad un portale che conduce al Chiostro Grande, sormontato da una sovrapporta in cui questa volta è raffigurato l'Incontro tra S.Francesco d'Assisi e S.Domenico.

cantoria dell'organo / sovrapporta: Incontro tra S.Francesco d'Assisi e S.Domenico (scuola fiorentina)

La pianta della Basilica di S.Croce è a croce egizia (analoga alla croce commissa, simile alla lettera "T"), con abside poligonale e cappelle rettangolari lungo il transetto. 

La basilica è divisa in tre navate da pilastri ottagonali che sostengono archi ogivali.

i pilastri che dividono la navata centrale dalla navata laterale sinistra

le tre navate della basilica (verso la controfacciata)

le tre navate della basilica (verso il transetto)

Dai pilastri s'innalzano paraste che arrivano sino al soffitto, interrotte solo da un ballatoio formato da una cornice molto sporgente su beccatelli. 

La navata centrale è lunga 115,43 m e larga 38,23m.

Nel 1295 la chiesa presentava un tramezzo che divideva i frati dai fedeli (tipico delle chiese conventuali), eliminato durante il restauro attuato da Giorgio Vasari a metà del XVI secolo.

Il tetto è a capriate lignee. Il soffitto ligneo (posto a 38m d'altezza) della navata centrale presenta decorazioni a motivi policromi a forme geometriche, originariamente realizzate in calce e poi ristrutturate in tempera.

soffitto ligneo della navata centrale della basilica

Le navate laterali presentano volte costolonate e coperture lignee formate da travi.

Il pavimento era costellato da sepolture terragne, di cui rimangono in loco ancora molti esempi, sia iconiche che aniconiche.

Le pareti della basilica trecentesca era ricoperte da affreschi (alcuni lacerti realizzati da Andrea Orcagna sono oggi conservati nel Museo dell'Opera di S.Croce). 

lacerto di affresco con Santi (XV sec.) all'angolo tra la controfacciata e la navata laterale sinistra

navata sinistra: Assunzione della Vergine (attr. Agnolo Gaddi)

navata sinistra (intorno al Monumento funebre di Galileo): Crocifissione (Mariotto di Nardo)

navata sinistra (intorno al Monumento funebre di Galileo): Apostoli e Ascensione / Noli me tangere (Mariotto di Nardo)

Lungo le navate laterali sono stati disposti da Giorgio Vasari 12 altari in pietra serena (6 lungo ogni navata laterale), sui quali sono stati collocati dopo la Riforma del 1565 dipinti realizzati sotto la direzione vasariana e medicea sul tema della Passione.

particolari di un altare

Partendo dalla controfacciata sul primo altare della navata destra si trova una Crocifissione dipinta da Santi di Tito nel 1568.

Crocifissione (Santi di Tito - 1568)

Sul secondo altare si trova l'opera di Giorgio Vasari raffigurante l'Ascesa al Calvario.

Ascesa al Calvario (Giorgio Vasari)

Sul terzo altare è posto il dipinto di Jacopo Coppi del Meglio raffigurante un Ecce Homo.

Ecce Homo (Jacopo Coppi del Meglio - 1576)

Sul quarto altare si trova una Flagellazione, opera di Alessandro Fei.

Flagellazione (Alessandro Fei)

Sul quinto altare vi è l'opera di Andrea del Minga raffigurante la Preghiera nell'Orto.

Preghiera nell'Orto (Andrea del Minga)

Il sesto altare, l'ultimo della navata destra, presenta il dipinto del Cigoli raffigurante l'Entrata in Gerusalemme. E' anche qui posta una copia dell'Annunciata realizzata dal Sassoferrato.

Entrata in Gerusalemme (Cigoli - 1603/1604)

Annunciata (copia dal Sassoferrato)

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Sul primo altare della navata laterale sinistra (sempre partendo dalla controfacciata), si trova una Deposizione dipinta da Giovanni Battista Naldini. 

Deposizione (Giovanni Battisti Naldini) / altare famiglia da Verrazzano (Francesco da Sangallo - 1583)

Sul secondo altare è posta una Resurrezione opera di Santi di Tito. 

Resurrezione (Santi di Tito) /altare famiglia Medici (Francesco da Sangallo - 1574)

Sul terzo altare vi è stato posto il dipinto di Santi di Tito raffigurante la Cena in Emmaus.

Cena in Emmaus (Santi di Tito)

Sul quarto altare troviamo un'Incredulità di S.Tommaso dipinta da Giorgio Vasari.

Incredulità di S.Tommaso (Giorgio Vasari)

Sul quinto altare vi è un'Ascensione dipinta da Giovanni Stradaro.

Ascensione (Giovanni Stradaro)

Sul sesto altare, l'ultimo della navata laterale sinistra, si trova una Pentecoste, opera di Giorgio Vasari. 

Pentecoste (Giorgio Vasari)

Lungo ogni navata laterale si trovano quattro lunghe bifore con vetrata (XIV/XV secolo):

- navata sinistra (partendo dalla controfacciata)




 

- navata destra (partendo dalla controfacciata) 




Lungo la navata centrale, posto sul terzo pilastro destro (dalla controfacciata), si trova il pulpito scolpito da Benedetto da Maiano intorno al 1481 ca., considerato il più bel pulpito rinascimentale.

pulpito (Benedetto da Maiano - 1481 ca.)

pulpito (Benedetto da Maiano - 1481 ca.)

Il pulpito fu commissionato dal ricchissimo mercante Pietro Mellini: lo stemma della sua casata è scolpito nel peduccio del pulpito.

peduccio del pulpito con lo stemma gentilizio dei Mellini

stemma gentilizio dei Mellini sul pavimento sotto il pulpito

Il pulpito, a base ottagonale e realizzato in marmo bianco di Seravezza, è composto da un parapetto decorato con cinque Storie di S.Francesco d'Assisi: l'Approvazione della Regola, la Prova del fuoco, le Stimmate di S.Francesco, la Morte di S.Francesco, la Decollazione dei martiri francescani.

Approvazione della Regola / Virtù: Fede (Benedetto da Maiano - 1481 ca.)

Prova del fuoco / Virtù: Speranza (Benedetto da Maiano - 1481 ca.)

Stimmate di S.Francesco / Virtù: Carità (Benedetto da Maiano - 1481 ca.)

Morte di S.Francesco / Virtù: Fortezza (Benedetto da Maiano - 1481 ca.)

Decollazione dei martiri francescani / Virtù: Giustizia (Benedetto da Maiano - 1481 ca.)

Sotto i bassorilievi realizzati virtuosamente con la tecnica dello "stacciato" (in cui si possono notare effetti di profondità nonostante lo spessore sottilissimo), separati da colonnine d'ispirazione brunelleschiana, sono state ricavate cinque nicchie rivestite in marmo rosso, occupate da statuette a tutto tondo raffiguranti le Virtù (Fede, Speranza, Carità, Giustizia e Fortezza).

baldacchino del pulpito

Una porticina in legno dietro il pilastro nasconde i gradini ricavati all'interno del pilastro, accessibile tramite una scaletta mobile in legno.

porticina sul pilastro che nasconde la scaletta del pulpito
scaletta del pulpito all'interno del pilastro

Lungo le navate laterali, oltre agli altari e ai monumenti funebri, si trovano tre opere d'arte rilevanti (già descritte nel post "Firenze: la Basilica di S.Croce, il Pantheon delle glorie italiane"): una Pietà del Bronzino (nella quinta campata della navata laterale sinistra),  un rilievo in marmo raffigurante la Madonna del Latte, opera di Antonio Rossellino (posta sul primo pilastro destro), e un tabernacolo con un'Annunciazione detta Annunciazione Cavalcanti, realizzato da Donatello (sesta campata della navata laterale destra). 

Pietà (Agnolo Bronzino - 1569)

Madonna del Latte (Antonio Rossellino - 1478)

tabernacolo con Annunciazione Cavalcanti (Donatello - 1433/1435)

particolare dell'Annunciazione Cavalcanti (Donatello - 1433/1435)

particolare dell'Annunciazione Cavalcanti (Donatello - 1433/1435)
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La Basilica di S.Croce presenta un transetto molto esteso (73,74m.), sul quale si aprono 16 cappelle di famiglie illustri fiorentine.

Ogni cappella meriterebbe di essere descritta singolarmente in un post dedicato, ma a causa dell'emergenza COVID-19 abbiamo potuto svolgere una visita accompagnata con limitazioni di tempo, e ad un certa distanza dalle opere, che non ci ha permesso di soffermarci a lungo e di scattare le nostre solite numerose foto. Perciò questa volta (purtroppo!) sarò costretta a non scendere troppo nella descrizione dei particolari.

La visita delle cappelle incomincia sul lato Ovest del braccio sinistro del transetto con la Cappella Salviati, anche detta Cappella Macchiavelli  o Cappella Borghesi o Cappella S.Lorenzo dal nome del Santo a cui la cappella è dedicata.

Cappella Salviati-Macchiavelli
 Jacopo Ligozzi è l'artista che ha realizzato la pala d'altare raffigurante il Martirio di S.Lorenzo

Martirio di S.Lorenzo (Jacopo Ligazzi)

Nella cappella hanno trovato posto alcune sepolture: il Monumento funebre di Luigi Canina, illustre archeologo (opera di Niccolò Matas 1856), il Monumento a Macedonio Melloni, fisico e inventore della pila termoelettrica (opera di Niccolò Matas - 1857), il Monumento ad Atto Vannucci, storico (opera di Enrico Pazzi - 1891) .

parete destra della Cappella Salviati-Macchiavelli - (al centro): Monumento ad Atto Vannucci (Enrico Pazzi - 1891)

Tra le sepolture più importanti vi è il Monumento funebre della contessa Sofia Zamoyski, commissionato a Lorenzo Bartolini dal marito Stanislaw Zamoyski e dai figli della contessa polacca (morta a Firenze nel 1837), e posto in questa cappella nel 1844. Sotto l'arcosolio con la statua a tutto tondo della contessa giacente su un'agrippina, è scolpito un medaglione con una Madonna in adorazione del Bambino. Del monumento neoclassico in marmo venne fatta una copia da sistemare nella cappella del Palazzo Czartoryski a Kozlowka, nella Polonia orientale.

Monumento funebre di Sofia Zamoyski (Lorenzo Bartolini - 1844)

Monumento funebre di Sofia Zamoyski (Lorenzo Bartolini - 1844)

Lungo la parete sinistra della cappella, oltre al monumento della contessa, si trovano anche il Monumento funebre di Luigi Cambray Digny, architetto e gonfaloniere di Firenze, commissionato dal figlio Luigi Guglielmo e realizzato dallo stesso Lorenzo Bartolini nel 1844, e il Monumento funebre di Zofia Kickich Cieszokowska, opera di Teofil Lenartowicz.

a sinistra: Monumento funebre di Luigi Cambray Digny (Lorenzo Bartolini - 1844) / a destra: Monumento funebre di Zofia Kickich Cieszokowska (Teofil Lenartowicz)

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La cappella posta a testa del braccio sinistro del transetto è la Cappella Bardi di Vernio (una delle tre cappelle del transetto sotto il patronato di questa famiglia). 

Cappella Bardi di Vernio

Chiude la cappella la cancellata originaria del 1335 realizzata da Conte di Lello Orlandi.

All'interno della cappella è posto il Crocifisso in legno policromo realizzato da Donatello intorno al 1406/1408.

Crocifisso (Donatello - 1406/1408)

Giorgio Vasari nelle sue Vite racconta che Donatello chiese all'amico Filippo Brunelleschi di giudicare quest'opera, e che questi gli disse di aver messo sulla croce un contadino. Donatello sfidò allora il Brunelleschi a fare di meglio. Quando poi vide l'opera scolpita dall'amico, Donatello fece cadere per la sorpresa le uova che portava nel grembiule. Oggi il Crocifisso del Brunelleschi si può ammirare nella Basilica di S.Maria Novella.

Crocifisso (Filippo Brunelleschi - 1410/1415 - Cappella Gondi - Basilica di S.Maria Novella)

All'interno della cappella si trovano un ciborio e due Angeli che erano stati realizzati per adornare l'altare maggiore al tempo del restauro attuato da Giorgio Vasari.

ciborio e Angeli (Giorgio Vasari - 1566/1569) / Monumento funebre di Maria Settimia Venturi

Dietro il ciborio si trovano il Monumento funebre di Maria Settimia Venturi, nobildonna, e il Monumento a Leopoldo Nobili, fisico (opera di Francesco Pozzi). 

Sulla parete destra della cappella sono posti invece il Monumento ad Antonio Cocchi (medico), realizzato da Zanobi del Rosso, e il Monumento ad Alessandro Galilei (architetto della famiglia di Galileo Galilei), opera di Girolamo Ticciati.

a sinistra: Monumento ad Alessandro Galilei (Girolamo Ticciati - 1739) / a destra: Monumento ad Antonio Cocchi (Zanobi del Rosso - 1773)

Il trecentesco Sepolcro Bardi, posto sulla parete esterna della cappella, sul cui sarcofago è scolpito lo stemma gentilizio della casata, è un'opera attribuita ad Agnolo di Ventura.

Sepolcro Bardi (attr.Agnolo ddi Ventura)

Le vetrate della cappella furono realizzate da Ulisse de Matteis.

vetrate della Cappella Bardi di Vernio (Ulisse de Matteis - XIX sec.)
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Sempre alla testa del braccio sinistro del transetto si trova la seicentesca Cappella Niccolini (non accessibile durante la nostra visita), costruita dall'architetto Giovanni Antonio Dosio.

ingresso della Cappella Niccolini

La volta della cappella fu affrescata nel 1644 da Baldassarre Franceschini detto il Volterrano con l'Incoronazione della Vergine e Sibille. All'interno della cappella sono conservate due tele di Alessandro Allori Assunzione e Coronazione della Vergine, e le statue raffiguranti Mosè, Aronne, Prudenza, Carità e Umiltà di Pierre de Francqueville.

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La prima cappella del lato Est del braccio sinistro del transetto è la Cappella Bardi di Mangona o Cappella dei Confessori.

Cappella Bardi di Mangona

La cappella prende il nome dai conti di Mangona perché la famiglia Bardi aveva acquistato il Castello di Mangona nel 1332. I Bardi di Vernio ne ereditarono il patronato nel 1552.

La cappella è detta anche Cappella di S.Silvestro perchè affrescata nel 1340 ca. da Maso di Banco con le Storie di S.Silvestro, basate sulla Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine.

Le scene affrescate sulle pareti si leggono dall'alto al basso, da sinistra a destra. 

- Costantino annuncia alle madri che non si bagnerà nel Sangue dei loro figli 

- Sogno di Costantino con la visione di Pietro e Paolo 

dall'alto: Costantino annuncia alle madri che non si bagnerà nel Sangue dei loro figli / Sogno di Costantino con la visione di Pietro e Paolo (Maso di Banco - 1340 ca.)

- Costantino in trono ascolta Silvestro e poi si fa battezzare da lui

- Miracolo della resurrezione del toro 

dall'alto: Costantino in trono ascolta Silvestro e poi si fa battezzare da lui /
Miracolo della resurrezione del toro
(Maso di Banco - 1340 ca.)

- Miracolo del santo che chiude la fauci al drago e resuscita due maghi uccisi dall'alito del mostro

Miracolo del santo che chiude la fauci al drago e resuscita due maghi uccisi dall'alito del mostro (Maso di Banco - 1340 ca.)

CURIOSITA': in quest'ultima scena sono raffigurate le rovine dell'antica Roma, le prime rovine dipinte nella pittura europea.

Sulla parete di fondo sono affrescati Vescovi ritratti entro nicchie.
Nello sguincio delle finestre sono invece raffigurati Virtù e stemmi della casata. Anche il disegno delle vetrate è opera di Maso di Banco.

parete: Vescovi / sguinci finestra: Virtù e stemmi / vetrate (Maso di Banco - 1340 ca.)

Sulla parete sinistra si trovano affiancate due tombe: in una nicchia è posta la Tomba di Gualtieri de' Bardi attribuita ad Agnolo di Ventura, decorata da un affresco raffigurante un Giudizio Universale e il committente inginocchiato (Bettino de' Bardi) realizzati da Maso di Banco, mentre accanto si trova la Tomba di Tessa de' Bardi, con una Deposizione e un Ritratto della donatrice opera di Taddeo Gaddi. 

parete sinistra della Cappella Bardi di Mangona

Tomba di Gualtieri de' Bardi (attr.Agnolo di Ventura) / Giudizio Universale e committente inginocchiato (Maso di Banco)

Tomba di Gualtieri de' Bardi (attr.Agnolo di Ventura - XIV sec.)

Tomba di Tessa de' Bardi / Deposizione con Ritratto della donatrice (Taddeo Gaddi - XIV sec.)

CURIOSITA': Maso di Banco prese il nome dal banco dei Bardi in cui lavorò. 

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La cappella seguente è la Cappella Pulci-Berardi.

Cappella Pulci-Berardi
La cappella fu affrescata da Bernardo Daddi nel 1328ca.

Sulla parete sinistra è raffigurato il Martirio di S.Stefano, mentre sulla parete destra è affrescato il Martirio di S.Lorenzo.

parete destra: Martirio di S.Lorenzo (Bartolomeo Daddi - 1328 ca.)

Sull'altare è posta una pala in terracotta invetriata raffigurante la Madonna col Bambino e Santi, opera di Giovanni della Robbia. La pala fu commissionata per il convento femminile domenicano di S.Lucia di Camporeggi, soppresso nel 1808. e pervenuta nella Basilica di S.Croce nell'Ottocento.

Madonna col Bambino e Santi (Giovanni della Robbia)

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La seguente cappella è la Cappella Ricasoli affrescata da Luigi Sabatelli e figli Francesco e Giuseppe con Storie di Sant'Antonio da Padova nei primi anni dell'Ottocento.

Cappella Ricasoli (prima cappella a sinistra della foto)

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Segue la Cappella Capponi detta anche Cappella di Sant'Anna

La cappella è dedicata dal 1926 alle madri dei Caduti di guerra. Nella cappella si trova una Pietà realizzata da Libero Andreotti nel 1926.

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L'ultima cappella del transetto sinistro, posta a sinistra della Cappella Maggiore, è la Cappella Spinelli.

Cappella Spinelli

Questa cappella, che era stata decorata da Giotto con Storie della Vergine (oggi perdute), venne ridecorata da Gasparo Martellini nel 1837.  

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La Cappella Maggiore in stile gotico fu patronato della famiglia Alberti e il suo altare della famiglia degli Alamanni.

Cappella Maggiore

La cappella è dedicata alla Santa Croce ed è stata affrescata nel 1380 ca. da Agnolo Gaddi (uno dei principali allievi di Giotto), su commissione di Jacopo degli Alberti, con affreschi raffiguranti la Leggenda della vera Croce seguendo il testo della Leggenda aurea di Jacopo da Varagine.

La storia (1000 mq) si legge partendo dalla parete destra, dall'alto verso il basso, e poi si prosegue sulla parete sinistra.

Sulla parete destra sono raffigurate le scene:

- L'Arcangelo Michele presenta a Seth un ramo dell'albero della vita / Seth pianta l'albero sopra la tomba di Adamo 

- L'albero cresce e se ne fa un ponte dove s'inginocchia la regina di Saba, poi Salomone fa estrarre e affondare quella trave 

- Gli Israeliti prendono da un fiume quel legno e ne fanno una Croce 

- Sant'Elena fa scavare e ritrova la Santa Croce 

parete destra (dall'alto in basso): L'Arcangelo Michele presenta a Seth un ramo dell'albero della vita / Seth pianta l'albero sopra la tomba di Adamo / L'albero cresce e se ne fa un ponte dove s'inginocchia la regina di Saba, poi Salomone fa estrarre e affondare quella trave / Gli Israeliti prendono da un fiume quel legno e ne fanno una Croce / Sant'Elena fa scavare e ritrova la Santa Croce
 

Sulla parete sinistra sono raffigurate le scene: 

- Sant'Elena porta trionfante la Croce a Gerusalemme 

- Cosroè, re dei Persiani, conquista la città, porta via la Croce e si fa adorare dal suo popolo 

- Sogno di Costantino  

- Eraclio fa decapitare Cosroè e ritorna a Gerusalemme dove, deposte le vesti regali, entra riportando la Croce 

sulla parete sinistra (dall'alto in basso): Sant'Elena porta trionfante la Croce a Gerusalemme / Cosroè, re dei Persiani, conquista la città, porta via la Croce e si fa adorare dal suo popolo / Sogno di Costantino / Eraclio fa decapitare Cosroè e ritorna a Gerusalemme dove, deposte le vesti regali, entra riportando la Croce

CURIOSITA': nel ciclo d'affreschi della Cappella Maggiore compaiono l'autoritratto di Agnolo Gaddi (l'ultimo personaggio con cappuccio rosso a destra dell'ultima scena, copiato da Giorgio Vasari per le sue Vite), il ritratto di Taddeo Gaddi (nella prima fila del corteo della stessa scena), padre dell'autore degli affreschi e la raffigurazione di alcuni rappresentanti della famiglia degli Alberti.

La volta presenta nervature ad ombrello. Nella volta sono stati raffigurati da Agnolo Gaddi Cristo, gli Evangelisti e S.Francesco.

La cappella presenta alte e strette bifore con vetrate realizzate su disegno di Agnolo Gaddi e della sua bottega (XIV secolo). Le vetrate degli oculi sono più antiche.

vetrate della Cappella Maggiore (dis. Agnolo Gaddi e bottega -XIV sec.)

Il Crocifisso che pende dal soffitto è opera del Maestro di Figline.

Crocifisso (Maestro di Figline - 1340 ca.)

Il polittico posto sull'altare maggiore è composto dalla raffigurazione della Madonna, opera di Niccolò Gerini, e dai Dottori della Chiesa, realizzati da Giovanni del Biondo e da un altro pittore anonimo.

polittico: Madonna (Niccolò Gerini - XIV sec.) / Dottori della Chiesa (Giovanni del Biondo e pittore anonimo)

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Tra la Cappella Maggiore e la seguente Cappella Bardi è stata posta la cosiddetta Pala Bardi, la più antica tavola presente nella Basilica di S.Croce e una delle più importanti opere della pittura fiorentina del Duecento.
 

Pala Bardi (Coppo di Marcovaldo - 1245/1250)

La pala realizzata da Coppo di Marcovaldo raffigura su fondo oro S.Francesco d'Assisi e 20 Storie della sua vita: è il ciclo più completo della vita del Santo prima degli affreschi della Basilica Superiore di Assisi.

Le scene partono dall'alto a sinistra e procedono in senso antiorario. 

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La prima cappella a destra della Cappella Maggiore nel braccio destro del transetto è la Cappella Bardi.

Cappella Bardi

La cappella venne decorata a secco da Giotto (probabilmente aiutato da pittori della sua bottega) intorno al 1325 con un ciclo sulla Vita di S.Francesco, diviso in sei episodi.

parete destra: Vita di S.Francesco (Giotto - 1325 ca.)

parete sinistra: Vita di S.Francesco (Giotto - 1325 ca.)

La storia inizia sulla parte alta della parete sinistra: 

- S.Francesco rinuncia alle vesti davanti a suo padre Bernardone e al vescovo Guido

parete sinistra (in alto): S.Francesco rinuncia alle vesti davanti a suo padre Bernardone e al vescovo Guido

Continua nella parte alta della parete destra:

- Approvazione della Regola francescana

parete destra (in alto): Approvazione della Regola francescana

Poi si sposta sulla parte centrale della parete destra:

- Prova del fuoco davanti al sultano

parete destra (parte centrale): Prova del fuoco davanti al sultano

Poi sulla parete sinistra:

- Apparizione di S.Francesco a Sant'Antonio al Capitolo di Arles 

parete sinistra (parte centrale): Apparizione di S.Francesco a Sant'Antonio al Capitolo di Arles

Più in basso sempre sulla parete sinistra: 

- Morte di S.Francesco

parete sinistra (in basso): Morte di S.Francesco

particolare della Morte di S.Francesco

particolare della Morte di S.Francesco

E infine sulla parete destra:

- Visione postuma di fra Agostino e del vescovo di Assisi.
 

parete destra (in basso): Visione postuma di fra Agostino e del vescovo di Assisi

Sulla parete di fondo della cappella sono dipinti Santi all'interno di nicchie. La vetrata della cappella proviene dalla Cappella Velluti, e fu disegnata da Jacopo del Casentino (XIV secolo)

parete di fondo: Santa Chiara, S.Elisabetta d'Ungheria e S.Ludovico di Tolosa / vetrata (Jacopo Cosentino - XIV sec.)

S.Chiara (Giotto - 1325 ca.)

S.Ludovico di Tolosa (Giotto - 1325 ca.)

Sant'Elisabetta d'Ungheria (Giotto - 1325 ca.)

Nelle vele della volta sono raffigurate entro medaglioni le Virtù Teologali.

vele della volta: Virtù Teologali

Un'ultima scena raffigurante le Stimmate di S.Francesco venne dipinta in un riquadro esternamente alla cappella, sopra l'arcone d'ingresso. 

parete esterna Cappella Bardi: Stimmate di S.Francesco
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La seguente cappella è la Cappella Peruzzi, la cui decorazione pittorica venne commissionata da quella famiglia di banchieri che prima dell'ascesa dei Medici possedevano la seconda banca più grande in Europa (avevano 15 filiali).

Cappella Peruzzi

La cappella, dedicata a Giovanni Battista e a Giovanni Evangelista, venne affrescata tra il 1317 e il 1320 da Giotto con Storie di S.Giovanni Battista e Storie di S.Giovanni Evangelista.

Le Storie di S.Giovanni Evangelista sono dipinte sulla parete destra (dall'alto verso il basso):

parete destra: Storie di S.Giovanni Evangelista (Giotto - 1317/1320)

- Visione nell'isola di Patmos

parete destra (lunetta): Visione nell'isola di Patmos

- Resurrezione di Drusiana

parete destra (al centro): Resurrezione di Drusiana

- Ascensione di san Giovanni.

parete destra (in basso): Ascensione di san Giovanni
 

Le Storie di S.Giovanni Battista sono dipinte sulla parete sinistra (dall'alto verso il basso): 

parete sinistra: Storie di S.Giovanni Battista (Giotto - 1317/1320)

Zaccaria riceve l'annuncio dall'angelo

parete sinistra (lunetta): Zaccaria riceve l'annuncio dall'angelo

Nascita del Battista e imposizione del nome

parete sinistra (al centro): Nascita del Battista e imposizione del nome

Banchetto di Erode con Salomè che presenta la testa del Battista a Erodiade

parete sinistra (in basso): Banchetto di Erode con Salomè che presenta la testa del Battista a Erodiade

Sull'archivolto sono raffigurati 8 busti di Profeti.

Nelle vele della volta vennero dipinti i simboli dei Quattro Evangelisti

La cappella venne imbiancata nel 1714 e riscoperta nel 1841.

Sull'altare si trova una tavola raffigurante la Madonna col Bambino tra S.Giovanni Evangelista e un Santo vescovo, opera dell'ambiente di Bernardo Daddi.

Madonna col Bambino tra S.Giovanni Evangelista e un Santo vescovo (ambiente Bernardo Daddi - 1330 ca.)

Le vetrate con lo stemma della famiglia Giugni e Dodici Apostoli sono opera di Jacopo Cosentino.

vetrata: stemma Giugni / Dodici Apostoli (Jacopo Cosentino - XIV sec.)

Sulla parete destra si trova il Monumento funebre di Vincenzo Peruzzi realizzato da Odoardo Fantacchiotti.

Monumento funebre di Vincenzo Peruzzi (Odoardo Fantacchiotti - 1847 ca.)

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Accanto alla Cappella Peruzzi si trova la Cappella Giugni, che presentava un tempo un ciclo pittorico di Giotto con Storie degli Apostoli (oggi perduto).

Cappella Giugni - a sinistra: Monumento funebre di Charlotte Napoléon Bonaparte (Lorenzo Bartolini - 1839)/ a destra: Monumento funebre di Julie Clary Bonaparte (Luigi Pampolini - 1845)

La cappella è detta anche Cappella Bonaparte, per i due sepolcri qui posti: il Monumento funebre di Julie Clary Bonaparte, moglie di Giuseppe Bonaparte, realizzato da Luigi Pampaloni, e il Monumento funebre di Charlotte Napoléon Bonaparte (figlia di Julie Clary ed artista), il cui busto venne scolpito da Lorenzo Bartolini.

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Subito dopo si apre la Cappella Riccardi.

Cappella Riccardi

La decorazione seicentesca della volta e delle lunette con Storie di Sant'Andrea è opera di Giovanni da San Giovanni.

In questa cappella si conservano tre tele di fine Cinquecento/inizio Seicento: sull'altare il Ritrovamento della Croce di Jean Bilivert, sulla parete sinistra l'Elemosina di S.Lorenzo di Domenico Crespi detto il Passignano, e sulla parete destra l'Estasi di S.Francesco, opera di Matteo Rosselli.

Sull'altare è posto il Busto-Reliquario della beata Umiliana de' Cerchi, la prima donna ad indossare gli abiti del Terz'Ordine francescano nella Basilica di S.Croce (morta a 27 anni). 

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L'ultima cappella del lato Est del braccio destro del transetto è la Cappella Velluti o Cappella Morelli o Cappella di S.Michele perché dedicata a S.Michele Arcangelo. 

Cappella Velluti

Un anonimo pittore detto anche Maestro della Cappella Velluti (collaboratore di Giotto) ha affrescato nel Trecento la cappella con Storie di S.Michele: sulla parete sinistra dipinse
l'Apparizione di san Michele Arcangelo sul monte Gargano, mentre sulla parete destra
San Michele Arcangelo che combatte il drago.

Sulla parete di fondo sono stati raffigurati Alessandro vescovo di Fiesole e S.Maddalena egiziaca.

Sull'altare è posto il polittico realizzato da Giovanni del Biondo con predella di Neri di Bicci.

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Alla testa del braccio destro del transetto si trova la Cappella Baroncelli, dedicata alla Madonna Annunciata.

Cappella Baroncelli

La famiglia Baroncelli è legata ad un noto episodio della storia della città e della famiglia Medici: Bernardo Baroncelli fu infatti colui che piantò il coltello nel petto di Giuliano de' Medici  nella Cattedrale di S.Maria del Fiore durante la Congiura dei Pazzi.

La cappella è costituita da due campate.

La decorazione della cappella è stata voluta dalla famiglia Balducci Baroncelli nel 1328 e venne realizzata da Taddeo Gaddi, collaboratore di Giotto.

Le scene affrescate all'interno della cappella raffigurano Storie della Vita della Vergine e dell'Infanzia di Cristo.

Sulla parete sinistra della prima campata della cappella (parete Est) sono raffigurate le scene (dall'alto al basso):

- S.Gioacchino cacciato dal Tempio

- Annuncio a S.Gioacchino

- Incontro di Sant'Anna e S.Gioacchino alla Porta Aurea

- Nascita di Maria Vergine

- Presentazione di Maria Vergine al Tempio

- Sposalizio di Maria Vergine

Storie della Vita della Vergine e dell'Infanzia di Cristo (Taddeo Gaddi - 1328)

Sulla parete di fondo della prima campata della cappella sono raffigurate le scene (dall'alto in basso):

Annunciazione / Visitazione

- Annuncio ai pastori / Nascita di Gesù

- Apparizione della stella ai Magi / Adorazione dei Magi

 

parete di fondo: Storie della Vita della Vergine e dell'Infanzia di Cristo (Taddeo Gaddi - 1328)

Sul pilastro sono raffiguati (dall'alto in basso): Jesse e Davide e Golia.

CURIOSITA': le scene dell'Annuncio ai Pastori e l'Annuncio ai Magi sono le più antiche scene di notturno dell'arte italiana, e le raffigurazioni di nicchie con arredi liturgici nel basamento sono le prime nature morte in senso moderno.

Nell'intradosso dell'arco sono dipinte Figure bibliche, mentre nei medaglioni delle volte le Virtù.   

intradosso dell'arco: Figure bibliche / volte: Virtù (Taddeo Gaddi): Giustizia, Fortezza, Temperanza, Prudenza (volta a sinistra) / Speranza, Carità, Umiltà, Fede (volta a destra)
 
All'esterno della finestra sono raffigurati quattro Profeti. Sulla vetrata sono raffigurati la Stigmattizzazione di S.Francesco e Santi.

Sulla parete destra della cappella è stata affrescata la Madonna della Cintola da Sebastiano Mainardi. La statua della Madonna col Bambino è opera di Vincenzo Danti.

Madonna della Cintola (Sebastiano Mainardi)

Madonna col Bambino (Vincenzo Danti - 1568)

Il Polittico Baroncelli con Incoronazione della Vergine posto sull'altare è attribuito a Giotto e discepoli. La cornice è rinascimentale (originariamente il polittico era cuspidato). La cimasa del pannello centrale, con la raffigurazione del Padre Eterno e Angeli, è oggi conservata al S.Diego Museum of Art.

Polittico Baroncelli (attr. a Giotto e discepoli - 1334)

La decorazione pittorica di Taddeo Gaddi continua anche sulla parete esterna della cappella.

Alla sinistra dell'arco sono raffigurati Geremia ed Isaia e sotto la scena della Disputa di Cristo al Tempio tra i Dottori.

esterno Cappella Baroncelli: Geremia e Isaia

esterno Cappella Baroncelli: Gesù al Tempio tra i Dottori

Alla destra dell'arco sono dipinti Ezechiele e Daniele e sotto la scena del Sepolcro vuoto di Gesù.

esterno Cappella Baroncelli: Ezechiele e Daniele

La gotica Tomba della famiglia Baroncelli, posta all'esterno della cappella, è opera di Giovanni di Balduccio. Il sacello è dedicato alla Vergine Maria, raffigurata nella lunetta.

esterno della Cappella Baroncelli: Tomba della famiglia Baroncelli (Giovanni di Balduccio - 1328 ca.) / in alto: Sepolcro vuoto

Tomba della famiglia Baroncelli (Giovanni di Balduccio - 1328 ca.)

Dello stesso artista sono le statuette dell'Arcangelo Gabriele e dell'Annunziata, poste sui pilastri dell'arcata. 

La cappella tra '800 e il '900 venne usata come deposito, subendo dei danni.

Nella cappella si trova anche il Monumento funebre di Vincenzo Maria Giugni.

Monumento funebre di Vincenzo Maria Giugni (1758)

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L'ultima cappella, posta sul lato Ovest del braccio destro, è la Cappella Castellani o Cappella del Santissimo Sacramento, dedicata a Sant'Antonio Abate.

Anche questa cappella è costituita da due campate.


Agnolo Gaddi e la sua bottega hanno affrescato la cappella a partire dal 1385 con scene delle Vite di Giovanni Battista, di S.Giovanni Evangelista, S.Nicola di Bari e di Sant'Antonio Abate

A commissionare gli affreschi fu il ricco Vanni Castellani, legato alla famiglia Albizzi.

Le Storie di S.Giovanni Evangelista sono raffigurate sulla parete sinistra della prima campata (dall'alto in basso):

parete sinistra (prima campata): Storie di S.Giovanni Evangelista (Agnolo Gaddi - dal 1385)

- Visione apocalittica di S.Giovanni Evangelista a Patmos (lunetta)

- San Giovanni che battezza il filosofo Cratone / Miracolo della trasformazione delle pietre e delle verghe in oro e pietre preziose

- Valutazione dell'oro da parte di un orafo / Ritrasformazione dell'oro in verghe e delle pietre preziose in pietre. 

Le Storie di Sant'Antonio Abate sono raffigurate sulla parete sinistra della seconda campata e su metà della parete di fondo della cappella: 

parete sinistra (seconda campata) e metà parete dietro l'altare: Storie di Sant'Antonio Abate (Agnolo Gaddi - dal 1385)

- Chiamata di sant'Antonio durante la messa (lunetta) 

- Sant'Antonio percosso dai diavoli che distruggono il suo dormitorio / Apparizione di Cristo che lo restaura

Morte e il Seppellimento del santo.

Dietro l'altare:

- Sant'Antonio incontra san Paolo eremita

- Sant'Antonio incontra il centauro

Abbraccio dei santi Antonio e Paolo davanti al romitorio di quest'ultimo. 

Le Storie di S.Giovanni Battista sono raffigurate sulla metà destra della parete dietro l'altare e sulla adiacente parete destra della seconda campata:

parete destra (seconda campata) e metà parete dietro l'altare: Storie di S.Giovanni Battista (Agnolo Gaddi - dal 1385)

- Annuncio a Zaccaria

Battesimo di Gesù e dei neofiti 

Discepoli di san Giovanni battista che si uniscono a Gesù

Dietro l'altare: 

San Giovanni si inoltra nel deserto

- Predica 

- Decollazione.

Le Storie di S.Nicola di Bari sono raffigurate sulla parete destra della seconda campata della cappella:

parete destra (prima campata - a destra della foto): Storie di S.Nicola di Bari (Agnolo Gaddi - dal 1385)

- Dote donata alle tre fanciulle povere (lunetta)

- Castigo del debitore in cattiva fede / Miracolo della coppa d'oro

Tre miracoli di san Nicola / San Nicola calma una tempesta.

Anche gli spazi dell'ingresso della cappella sono stati dipinti con due scene delle Storie di S.Nicola di Bari:


- San Nicola impedisce l'esecuzione di un soldato innocente 

- San Nicola resuscita tre giovani messi in salamoia da un oste durante una carestia.

Sulle due volte della cappella sono stati affrescati i Dottori della Chiesa (prima campata) e gli Evangelisti (seconda campata).

Sull'arcone d'accesso sono stati dipinti a figura intera Santi e sull'arco che divide le due campate sono stati raffigurati a mezzo busto figure di Santi, Profeti e Sibille.

Infine due Profeti con cartiglio son stati dipinti nella facciata interna dell'arcone.

Il tabernacolo posto sull'altare della cappella è opera di Mino da Fiesole, mentre la Croce dipinta è stata realizzata da Niccolò Gerini.

Croce (Niccolò Gerini) / tabernacolo (Mino da Fiesole)

altare e particolare del ciborio della Cappella Castellani

La Croce dipinta è stata realizzata da Niccolò Gerini.

In questa cappella hanno trovato sistemazione i monumenti funebri di alcuni personaggi stranieri residenti a Firenze.

Il Monumento funebre di Mihail Skotnicky, nobile, realizzato da Stefano Ricci.

Monumento funebre di Mihail Skotnicky (Stefano Ricci - 1808)

Il Monumento funebre di Louise Stolberg di gusto rinascimentale venne realizzato da Luigi Giovannozzi ed Emilio Santarelli (su disegno di Charles Percier) per la nobildonna nota in società come contessa d'Albany, che dopo aver rinunciato al titolo di principessa per fuggire dai soprusi domestici ad opera del marito Carlo Edoardo Stuart, diede vita ad un circolo culturale con il suo amante e convivente Vittorio Alfieri.

Monumento funebre di Louise Stolberg (Luigi Giovannozzi ed Emilio Santarelli /su dis. di Charles Percier - 1830)

Si trovano nella capella anche il Monumento funebre di Michail Kozilski Oginski, compositore, realizzato da Francesco Pozzi, e il Monumento funebre di Giuseppe Raddi, botanico, opera di Ottavio Giovannozzi. Affiancano questi due monumenti le statue di scuola Robbiana che raffigurano S.Domenico e S.Francesco.

Monumento funebre di Michail Kozilski Oginski (Francesco Pozzi - dopo il 1833) / S.Francesco (scuola Robbiana)

Monumento funebre di Giuseppe Raddi (Ottavio Giovannozzi - 1829 ca.) / S.Domenico (scuola Robbiana)

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Con la Cappella Castellani si conclude la descrizione delle cappelle del transetto.

In testa al braccio destro del transetto, alla sinistra della Cappella Baroncelli, si apre un portale realizzato da Michelozzo, con ante lignee di Giovanni di Michele.

Varcato il portale ci si trova in un Corridoio o Androne del Noviziato (così chiamato perché introduceva alla zona riservata ai novizi), che dà accesso alla Sagrestia e alla Cappella Medici

Androne del Noviziato

L'androne ha una copertura a botte, trifore su un lato e una panca in pietra. Il pavimento è costellato di lastre tombali.

Sulla parete sinistra si trova il Cenotafio a Lorenzo Bartolini (lo scultore è sepolto invece nella Basilica della Santissima Annunziata a Firenze).  

Non potendo visitare tutti gli ambienti annessi alla basilica (tra i quali il Museo dell'Opera di S.Croce), alcune importanti opere sono state sistemate nell'androne.

a sinistra: Trinità con Santi (Neri di Bicci)

Madonna col Bambino in trono, S.Pietro Apostolo, S.Giacomo Maggiore e S.Francesco d'Assisi (Paolo Badaloni - 1440/1450 ca.)

Madonna col Bambino in trono e Santi, Dio Padre e Profeti (Lorenzo di Niccolò - 1390/1410)

S.Giovanni Battista (Spinello Aretino)

Incoronazione della Vergine e Santi (Lorenzo di Nicolò - 1410)

L'architetto che si occupò di realizzare l'androne e la cappella, sotto commissione di Cosimo il Vecchio de' Medici, fu Michelozzo (1445).

La Cappella Medici o Cappella del Noviziato (da noi non visitata) fu dedicata a Cosma e Damiano, i due fratelli medici, scelti dalla casata in riferimento al loro cognome. 

E' un ambiente rettangolare con una scarsella sulla parete di fondo.

La pala d'altare della cappella, raffigurante la Madonna col Bambino con Angeli e Santi è stata realizzata da Andrea della Robbia nel 1480 ca.

Madonna col Bambino con Angeli e Santi (Andrea della Robbia - 1480 ca.) / vetrata: SS.Cosma e Damiano (dis.Alessio Baldovinetti)

La vetrata della scarsella con la raffigurazione dei SS.Cosma e Damiano è stata realizzata su disegno di Alessio Baldovinetti.

Sulla parete destra si trova il Monumento funebre di Francesco Lombardi, composto da frammenti quattrocenteschi (il rilievo della Madonna col Bambino e Angeli è opera della scuola di Donatello). 

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Dall'Androne del Noviziato si può accedere anche alla Sagrestia, fatta costruire dalla famiglia Peruzzi intorno al 1340, ed usata per lungo tempo anche come Sala Capitolare.

Sagrestia

La Sagrestia ha una pianta quadrata e presenta un soffitto a capriate dipinte a motivi geometrici e con figure di Santi francescani.

Sulla parete Sud Niccolò Gerini ha dipinto un'Ascensione e una Resurrezione, Taddeo Gaddi una Crocifissione e Spinello Aretino una Salita al Calvario.

parete Sud della Sagrestia

Ascensione (Niccolò Gerini - XIV sec.) / Crocifissione (Taddeo Gaddi - 1340 ca.)

Salita al Calvario (Spinello Aretino - XIV sec.)

Resurrezione (Niccolò Gerini - XIV sec.)

Sulla parete Nord è appeso il Crocifisso di Cimabue, capolavoro dell'arte italiana che segna il passaggio tra l'arte bizantina e quella moderna.

parete Sud della Sagrestia: Crocifisso (Cimabue - 1272/1280)

Crocifisso (Cimabue - 1272/1280)

Il Crocifisso (alto 4,48m e largo 3,90m), fu dipinto per la Basilica di S.Croce tra il 1372 e il 1280 e posto sul tramezzo che divideva i frati dai fedeli.

Il Cristo è raffigurato secondo l'iconografia bizantina del Christus patiens (defunto).

Il Crocifisso di Cimabue è divenuto il simbolo dei danni arrecati alle opere d'arte fiorentine causate dall'alluvione dell'Arno del 4 novembre 1966: l'acqua del fiume arrivò a S.Croce a 5m d'altezza e quest'opera d'arte perse il 75% del suo originale.
 

Crocifisso (Cimabue - 1272/1280)

Il lavabo in marmo, posto sulla stessa parete, è stato realizzato da Pagno di Lapo Portigiani verso la metà del XV secolo. Nel timpano è raffigurato S.Francesco.

lavabo (Pagno di Lapo Portigiani - XV sec.)

timpano del lavabo (Pagno di Lapo Portigiani - XV sec.): S.Francesco

Il busto di terracotta invetriata policroma raffigurante Cristo in preghiera è opera di Giovanni della Robbia. 

Cristo in preghiera (Giovanni della Robbia)

La parete Ovest della Sagrestia presenta una decorazione policroma a specchiature e due figure di Santi raffigurati in nicchie trilobate..

parete Ovest della Sagrestia

Gli armadi posti lungo le pareti e il bancone al centro della sala risalgono al XIV e XV secolo e vennero intarsiati da Giovanni di Michele da Fiesole.

armadi e bancone della Sagrestia (Giovanni di Michele da Fiesole)

bancone centrale (Giovanni di Michele da Fiesole)

Negli armadi sono conservati corali, codici miniati, arredi liturgici e reliquie, tra le quali un pezzo di saio e uno del cingolo di S.Francesco d'Assisi.

armadio della Sagrestia

reliquie di S.Francesco d'Assisi

Il bancone d'angolo del Trecento era stato decorato con formelle da Taddeo Gaddi, oggi conservate alla Galleria dell'Accademia.

formelle degli armadi della Sagrestia di S.Croce (Taddeo Gaddi - Galleria dell'Accademia)

La vetrina d'angolo è invece del XIX secolo.

Sulla parete Est della Sagrestia si apre la Cappella Rinuccini, fatta costruire dalla famiglia Guidalotti grazie al lascito testamentario di Lapo di Lizio Guidalotti (1355). 

Cappella Rinuccini

La cappella, dedicata alla Natività della Vergine e alla Maddalena, fu affrescata da Giovanni da Milano nel 1365. I registri inferiori sono stati invece attribuiti a Matteo di Pacino.

Sulla parete sinistra l'artista affrescò scene della Natività della Vergine (dall'alto in basso):

parete sinistra della Cappella Rinuccini: Natività della Vergine (Giovanni da Milano /
Matteo di Pacino - 1365)

- Cacciata di Gioacchino dal Tempio (lunetta)

- Annuncio a Gioacchino / Incontro di Gioacchino e Anna alla Porta Aurea / Natività della Vergine 

- Presentazione di Maria Vergine al Tempio / Sposalizio della Vergine.

Sulla parete sinistra sono state affrescate scene delle Storie della Maddalena (dall'alto in basso):

parete destra della Cappella Rinuccini: Storie della Maddalena (Giovanni da Milano /
Matteo di Pacino - 1365)

- Cena a casa del fariseo (lunetta)

- Cena in casa di Maria e Marta /Resurrezione di Lazzaro

- Noli me tangere e Pie donne al sepolcro / Miracolo del governatore di Marsiglia.

Nella volta sono dipinti quattro busti di Profeti. Al centro della volta è stata posta una tavola con dipinto un Cristo benedicente.

volta della Cappella Rinuccini: Profeti (Geremia, Daniele, Ezechiele e Isaia) / Cristo benedicente

Sull'altare della cappella è posto il polittico di Giovanni del Biondo.

polittico (Giovanni del Biondo)

 La cancellata in ferro che chiude la cappella è originale ed è stata realizzata nel 1371.

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L'ultimo ambiente che abbiamo potuto visitare nel Complesso di S.Croce è la cosiddetta Stanza del pozzo e del lavabo, attigua alla Sagrestia.

Stanza del pozzo e del lavabo

E' questo un ambiente fatto costruire da Cosimo il Vecchio come stanza di servizio alla Sagrestia.

La nicchia che conteneva il pozzo, affrescata da Paolo Schiavo nel '400 è ancora visibile su una delle pareti.

nicchia del pozzo / Samaritana al pozzo (Paolo Schiavo - XV sec.)

L'intera parete sotto la finestra era invece occupata da un lavabo in marmo con bocchette a forma di testa di leone.

Oltre a contenere arredi sacri in alcuni armadi, la stanza veniva usata anche per le udienze dell'Opera di S.Croce.

Le opere esposte in questa sala risalgono al XV secolo e provengono da quei conventi che vennero soppressi durante la dominazione francese.

opere d'arte esposte nella Stanza del pozzo e del lavabo (XV sec.)

opere d'arte esposte nella Stanza del pozzo e del lavabo (XV sec.)

ATTENZIONE: a causa dell'emergenza COVID-19 orari e modalità di visita potrebbero subire cambiamenti. Consultare il sito ufficiale.

http://www.santacroceopera.it

CONCLUSIONI                                                                                                                           La Basilica di S.Croce, uno dei pochissimi esempi di gotico in Italia, è caratterizzata da una densità straordinaria di opere d'arte. Le cappelle della basilica nel Trecento si trasformarono in un trionfo di pittura gotica ad opera di Cimabue, Giotto, Maso di Banco, Taddeo Gaddi, Bernardo Daddi, ai quali seguirono i giotteschi Giovanni da Milano, Agnolo Gaddi e Andrea di Cione. Poi a metà del XVI secolo la basilica vide le trasformazioni attuate da Giorgio Vasari e nell'Ottocento fu trasformata in un grande mausoleo della Storia italiana. Nel complesso conventuale furono ospitati S.Bonaventura, Sant'Antonio da Padova, S.Bernardino da Siena e Ludovico d'Angiò. Accolse i papi Sisto IV, Eugenio IV, Leone X e Clemente XIV. Più recentemente nel 1966 fu poi teatro dei disastri arrecati dalla grande alluvione dell'Arno all'arte fiorentina. Un luogo unico che ha affascinato i viaggiatori di ogni tempo.